Dissertations / Theses on the topic 'Trattamenti di fine vita'
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Salsano, Anna. "Autodeterminazione e trattamento medico: il rifiuto alle cure." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/233.
Full textIl presente studio, relativo all’autodeterminazione in campo medico ed al diritto di rifiutare i cd. trattamenti di fine vita, si apre con l’individuazione della copertura costituzionale dei concetti che regolano la materia. Si opera così un’analisi costituzionalmente orientata del principio di autodeterminazione e di quello di consensualità nella specifica sfera dei trattamenti sanitari. Da un approccio puramente scientifico, cioè estraneo da influenze non giuridiche, si evince che solo il consenso o il rifiuto sono gli elementi decisivi nella scelta delle cure. In questa prospettiva si percepisce nitidamente che il discrimen sia rappresentato dalla sussistenza o meno della capacità del soggetto interessato. Di conseguenza il primo capitolo è dedicato alla condizione del soggetto capace di autodeterminarsi ma impossibilitato ad agire. Ci si è occupati dei cd. diritti di terza generazione e del cd. diritto a lasciarsi morire sia da un punto di vista generale sia nei suoi riflessi pratici così come si sono manifestati, tra gli altri nel noto caso “Welby”. Sulla scorta di tale bipartizione tra capacità ed incapacità del malato lo spettro d’analisi si è rivolto, poi, allo studio di quest’ ultimo status. In particolare, restringendo la ricerca al consenso nel preciso ambito delle cure sanitarie, se ne individuano le caratteristiche ed i tipi lasciando intravedere le maggiori criticità del sistema giuridico nella misura in cui esso è diretto alla tutela degli individui. Anche in questo capitolo, senza perdere di vista i valori ed i principi generali ed il loro inquadramento sistematico, si opera un collegamento ad un’altra vicenda giuridica oltre che umana, nota a tutti come caso “Englaro”. Di ciò si sostanzia il secondo capitolo. Il terzo, in stretta connessione logica ed argomentativa, s’incentra sulle risposte che l’ordinamento ha inteso offrire per garantire la libera autodeterminazione qualora il soggetto interessato non sia capace nel momento in cui è chiamato ad esprimere la propria volontà. Si sottopone ad analisi pertanto il disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Di tale nuovo istituto se ne sottolineano, da un lato, i requisiti di validità ed efficacia e dall’altro, la particolare importanza della nomina del fiduciario e del rapporto di quest’ultimo con il medico da cui dovrebbe essere estrinsecata la “ voce” del paziente. Infine, dirigendo la lente di indagine oltre i confini nazionali, è stato possibile intravedere elementi tanto assonanti quanto dissonanti delle discipline straniere rispetto a quella in elaborazione in Italia. Pertanto, seguendo il classico schema di suddivisione, proprio del diritto comparato, tra aree di common law e di civil law, mentre le prime si caratterizzano per una certa compattezza ed omogeneità nelle soluzioni legislative approntate, turbate solo dalle diversità di impostazione tra living will e best interests, le seconde, ossia i paesi di civil law si presentano, invece, estremamente variegate negli assetti legislativi adottati. In via d’ultima analisi, seguendo il percorso appena descritto, si è voluto per un verso definire le più recenti risposte legislative al problema, partendo dai loro presupposti giuridici e per l’altro, collocarle in una prospettiva più ampia da cui trarne spunti di riflessione e possibilità di miglioramento. [a cura dell'autore]
2009 - 2010
Napoli, Giuseppina. "Dal testamento biologico alle direttive anticipate di trattamento: la complessa tematica del fine vita in assenza di una legge." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/995.
Full textLa tematica del fine vita è notoriamente complessa ed estremamente delicata. Il tema, in quanto “eticamente sensibile”, si presta ad essere oggetto di confronto e scontro tra istanze morali, ideologiche e politiche e trova posizioni diametralmente opposte tra correnti di pensiero di tipo radicale, in cui prevale il riconoscimento di un indiscriminato diritto alla libertà di determinazione dell’individuo (fino ad auspicare il ricorso all’eutanasia) ed impostazioni totalmente diverse di profonda difesa della vita, la maggior parte delle quali sono di matrice cattolica. Ciò che un tempo sarebbe stato rimesso alla natura ed alle sue leggi, attualmente è oggetto di valutazioni multidisciplinari poiché, da un lato, lo studioso del diritto si approccia ad esse alla luce dei principi di dignità umana, uguaglianza ed autonomia, dall’altro lato, le medesime fattispecie sono analizzate con regole e parametri da parte della scienza e dalla bioetica, discipline con cui il giurista è chiamato costantemente a dialogare. Il primo dato inconfutabile da cui prendere le mosse è, certamente, quello della mancanza in Italia di una normativa che si occupi dell’autonomia privata della persona nella fase finale della sua esistenza e che, a tale assenza, si contrappone un ricco e stimolante dibattito relativo alla possibilità di stabilire se l’ordinamento ad oggi vigente consenta o meno alla persona umana di disporre di beni quali l’integrità psicofisica e, soprattutto, la propria vita. Il dibattito politico italiano, poi, soprattutto a seguito di casi giudiziari che hanno scosso notevolmente l’opinione pubblica, si è incentrato, negli ultimi anni, sull’opportunità di disciplinare, sul piano del diritto positivo, ciò che comunemente viene definito “testamento biologico”. A ben guardare, il nostro ordinamento giuridico già offre validi strumenti per analizzare un simile strumento dal punto di vista della sua liceità, la quale, a sua volta, presuppone un giudizio di valore già effettuato dal legislatore italiano in relazione ai beni ed ai principi da tutelare in via primaria. Attraverso i principi e le disposizioni costituzionali, attraverso il limite invalicabile dell’art. 5 del codice civile (per i motivi che più avanti si andranno a specificare), attraverso il quadro penalistico e, attraverso tutte le fonti non strettamente vincolanti ma in grado di incidere fortemente sull’agire umano, è possibile individuare un quadro di riferimento che rende la tematica del fine vita, non espressamente disciplinata, pur tuttavia, non totalmente sprovvista di tutela . In realtà il testamento biologico risulta uno strumento inidoneo a contenere le ultime volontà del soggetto in merito ai trattamenti sanitari cui essere sottoposto; esso appare infatti tecnicamente impreciso per una molteplicità di contrasti con il tradizionale istituto testamentario, sicché prevale nettamente l’utilizzo dell’espressione “direttive anticipate di trattamento sanitario”, intese quali dichiarazioni espressive di volontà pro futuro e per situazioni di possibile incapacità di scegliere se e come curarsi. Lo scopo di questo lavoro vuole essere, innanzi tutto, quello di ricostruire l’attuale quadro delle fonti in materia di testamento biologico e di analizzare quanto sia emerso dalla prassi delle Corti dei vari Paesi, puntando lo sguardo su alcune delle vicende che hanno interessato il diritto europeo, in generale, ed il diritto italiano. A ciò si aggiunge una verifica dell’attuale stato di evoluzione del principio di autodeterminazione in ambito medico-sanitario nell’ordinamento giuridico italiano, dei risvolti della sua applicazione in ambito civile e penale, degli strumenti di tutela in caso di violazione del consenso informato del paziente. Ne consegue la riflessione sull’inadeguatezza del d.d.l. Calabrò a rispondere all’attuale contenuto del principio di autodeterminazione ed il necessario ricorso al criterio della dignità umana in attesa di una legge adeguata. [a cura dell'autore]
XI n.s.
Martignago, Gioia <1988>. ""La vita nella morte. Percorsi di vita nel fine vita."." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4213.
Full textTigrino, Andrea. "Diritto penale e scelte di fine vita." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/316511.
Full textMAINA, VERONICA. "Scelte di fine vita e diritto penale. Prospettive di riforma." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/378976.
Full textThe paper aims to explore possible spaces to reform the criminal discipline of end-of-life choices, expecially after the recent legislative and jurisprudential developments, both in Italy and beyond. The research focused, first of all, on the evolution of the Italian discipline in terms of murder with the consent of the victim and contribution to others’ suicide. Through a historical investigation, which begin with an investigation about the legal doctrine and the legislation of the 18th century and developed above all through the preparatory work of the Zanardelli and Rocco codes, the underlying reasons for the criminal policy on this point and the critical points on which the doctrine has focused are highlighted. The analysis of the criminal offenses in force is accompanied by an examination of the jurisprudence of the last twenty years, which has greatly contributed to "updating" the protection offered to the so-called "weak subjects" and to resolve the conflicts between legal assets at stake, taking note of the evolution of scientific knowledge and the emergence of unimaginable scenarios for the legislator of 1930. Nevertheless, research has shown that, even after the revolutionary ruling n. 242/2019 of the Constitutional court about art. 580 of the criminal code, there are still strong critical issues due to the application of outdated rules, deemed inadequate if compared with today's social context, and to textual formulations which may contribute to the emergence of interpretative difficulties. As a result of these assessments, some crucial aspects were identified for a possible legislative reform and it was considered appropriate to also explore the choices made by other European systems, in order to identify good practices from which to draw inspiration. In light of the knowledge acquired thanks to the comparative analysis, the paper finally puts forward some reform proposals, also referring to the bills already filed in Parliament, and acknowledges the pending referendum proposal for the partial abrogation of the art. 579 c.p. (on the admissibility of which the Constitutional Court will rule on February 15, ie after the delivery of the final paper).
Terzoni, S. "L'INCONTINENZA URINARIA POST-PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA: QUALITÀ DI VITA DEI PAZIENTI ED EFFICACIA DI DUE TRATTAMENTI CONSERVATIVI GESTITI DALL'INFERMIERE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/151772.
Full textGirani, Rebecca <1994>. "Diritto penale e questioni di fine vita: il suicidio assistito e l'eutanasia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10256/1/Girani_Rebecca_tesi.pdf.
Full textThis thesis aims to examine the topic of the end of life, with specific reference to assisted suicide and euthanasia. After highlighting the clear distinction between refusal of medical treatments, suicide aid and euthanasia, we focus, first of all, on the analysis of Act no. 219/2017, which recognizes the maximum extent to therapeutic self-determination in the context of physician-patient relationship. Secondly, the subject of assisted suicide is examined, focusing on the jurisprudence. Subsequently, assuming a comparative perspective, a broad analysis of the disciplines of medically assisted death of various States is examined. Finally, the issue of euthanasia is analyzed, focusing in particular on post-euthanasia organ donation, on the risk of the slippery slope and on the need to protect vulnerable individuals.
Zapparrata, Sergio. "Tecnologie di separazione e recupero del compound di PVC da cavi elettrici a fine vita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15904/.
Full textTarchini, Luisa <1983>. "Bioetica femminista ed etica della cura: un approccio alle questioni di fine vita." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5035/1/tarchini_luisa_tesi.pdf.
Full textThe focus of this work is about feminist ethics, the ethics of care and the importance of feminist bieothics respect on end-of-life issues. Our aim is to analyse feminist ethics and the ethics of care in order to broader the discussion about feminist bioethics. To deepen the reflection about the value of feminist ethics and the ethics of care inside bioethics, we will examine the feminist perspective about end-of life issue, in particular we will discuss about autonomy and physician assisted suicide.
Tarchini, Luisa <1983>. "Bioetica femminista ed etica della cura: un approccio alle questioni di fine vita." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5035/.
Full textThe focus of this work is about feminist ethics, the ethics of care and the importance of feminist bieothics respect on end-of-life issues. Our aim is to analyse feminist ethics and the ethics of care in order to broader the discussion about feminist bioethics. To deepen the reflection about the value of feminist ethics and the ethics of care inside bioethics, we will examine the feminist perspective about end-of life issue, in particular we will discuss about autonomy and physician assisted suicide.
Dominici, Chiara <1990>. "Questioni di fine vita: la gestione della morte, la sua comunicazione e i problemi di carattere etico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10218.
Full textNascimben, Elena <1984>. "La crisi di impresa e il fine-vita aziendale: aspetti economici e giuridici della liquidazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3588.
Full textValentini, Elisabetta. "Professionisti sanitari e cura del fine vita: lo studio E.L.D.Y. (End of Life Decisions studY)." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423645.
Full textBackground. Nelle società sviluppate le principali cause di morte sono rappresentate da malattie degenerative e, sempre più spesso, pazienti ricoverati nelle terapie intensive rimangono in coma o in fase terminale per tempi anche molto lunghi. In questo contesto, le decisioni cliniche da assumere alla fine della vita divengono sempre più complesse, coinvolgendo aspetti medici, psicologici ed etici. La riflessione multidisciplinare su tali problemi ha incrementato l’interesse verso il fine vita in ambito nazionale e internazionale, evidenziando importanti cambiamenti nel pensiero comune e alcune differenze di approccio a tali argomenti da parte dei medici italiani rispetto ai colleghi europei e/o americani. Temi quali le decisioni di fine vita, le cure e i trattamenti da amministrare in fase terminale, il rispetto delle direttive anticipate sono sempre più presenti in letteratura. Restano tuttavia esigui i lavori in ambito geriatrico, in particolar modo in Italia. Scopi. Lo studio E.L.D.Y. (End of Life Decision studY) si propone di: indagare la tipologia e la frequenza delle decisioni assunte nella pratica clinica durante la fase finale della vita dei pazienti, da parte di Medici e Infermieri, impegnati prevalentemente in ambito geriatrico, in Veneto, Trentino-Alto Adige e Marche; identificare le opinioni riguardanti la fine vita dei professionisti impegnati nell’assistenza al paziente anziano; identificare la presenza di eventuali associazioni tra le differenti opinioni in tema di decisioni di fine vita e alcune caratteristiche professionali e personali dei rispondenti; confrontare i risultati ottenuti dal nostro studio con analoghi studi precedentemente condotti sia nel contesto europeo che in quello italiano. Materiali e Metodi. Attraverso un articolato lavoro multidisciplinare è stato elaborato un nuovo questionario che ha tenuto in considerazione le critiche rivolte a precedenti studi nazionali ed internazionali. Lo strumento è stato inviato a circa 6000 tra Medici, Infermieri, Operatori Socio-Sanitari, Psicologi e altro personale delle unità operative di assistenza al paziente anziano in Veneto, Trentino Alto-Adige e Marche. Il questionario era costituito da tre parti: la prima, compilabile solo da Medici e Infermieri, riguardante le decisioni assunte in riferimento all’ultimo decesso cui il professionista ha assistito; la seconda parte, destinata a tutto il personale socio-sanitario, volta ad indagare le opinioni sul fine vita; nella terza parte venivano rilevate alcune caratteristiche generali del professionista. Risultati. Hanno risposto al questionario 1545 professionisti socio-sanitari: 301 Medici (MD), 788 Infermieri (IP), 231 Operatori Socio-Sanitari, 108 Psicologi e 117 che svolgevano altre professioni. I questionari che rispondevano ai criteri di selezione per l’analisi statistica erano 680 per le decisioni assunte e 1425 per le opinioni dichiarate. Nel complesso sono emerse 161 decisioni di porre fine alla vita (il 24% dei decessi avvenuti in modo non improvviso ai quali medici e infermieri hanno assistito), suddivise in 141 decisioni di non trattamento e 20 casi di morte medicalmente assistita. Di questi, 2 sono configurabili come eutanasia (MD: 1 e IP: 1) e 16 come casi di soppressione della vita senza esplicita richiesta del paziente (MD: 3 e IP: 13). In totale, l’1.4% dei medici afferma di essere intervenuto in maniera diretta ed intenzionale per anticipare la fine della vita. Il 50% dei medici ha affermato di aver iniziato o non interrotto un trattamento, tenendo in considerazione la possibilità che questo atto potesse prolungare la vita del paziente; il 31%, invece, ha dichiarato di non aver iniziato o di aver interrotto un trattamento tenendo in considerazione la possibilità che questo atto potesse anticipare la morte del paziente già in fase terminale. Per quanto riguarda invece le opinioni, solo una minoranza (il 26%) di medici e infermieri concorda con principio dell’indisponibilità della vita, mentre la maggioranza (76%) è favorevole al “diritto del paziente di decidere” sulla possibilità di anticipare la fine della vita. Circa la metà (52%) ritiene che sia accettabile l’uso di farmaci in dosi letali su esplicita richiesta di un paziente terminale con sofferenza intollerabile. Il 60% ritiene che le direttive anticipate vadano sempre rispettate, anche se questo dovesse anticipare la fine della vita. Infine, il fatto di aver diviso gli item relativi a nutrizione e idratazione artificiale ha permesso di osservare che la seconda viene somministrata con maggiore frequenza rispetto alla prima, facendo presumere che la sola idratazione artificiale venga considerata un trattamento ordinario di base. Relativamente alla comunicazione, i risultati indicano una maggiore propensione dei medici a discutere di diverse tematiche assistenziali con i parenti piuttosto che con i pazienti, diversamente da quanto avviene in ambito europeo. Passando alle differenze tra operatori, le principali riguardano le risposte degli psicologi. Gli psicologi del nostro studio, quasi tutti provenienti dal Triveneto, in modo coerente con il loro ruolo lavorativo attribuiscono particolare importanza a temi quali la comunicazione con il paziente, il rispetto delle sue indicazioni e il valore dell’ascolto nella relazione con i parenti. Le principali differenze legate alla provenienza geografica dei professionisti riguardano invece la somministrazione di trattamenti quali nutrizione artificiale, dialisi e ventilazione, che viene considerata più irrinunciabile nelle Marche che nel Triveneto Conclusioni. Il lavoro condotto presenta alcuni limiti: i dati riguardano tre Regioni italiane, due del Nord Italia e una del Centro, e pertanto in futuro sarà utile estendere l’indagine ad altre Regioni italiane ed eventualmente ad altre nazioni; molte delle nostre variabili riguardano le opinioni dei rispondenti e non solo gli effettivi comportamenti attuati. Nonostante questi limiti, il presente lavoro è sicuramente utile per fornire indicazioni circa fondamentali problematiche cliniche, assistenziali, psicologiche ed etiche che il fine vita propone ai professionisti sanitari. Inoltre, viste le elevate percentuali di coloro che hanno dichiarato interesse nella compilazione delle risposte e l’assenza di critiche significative raccolte, si può concludere che sia stato raggiunto l’obiettivo di creare uno nuovo strumento che indaghi efficacemente le pratiche e le opinioni relative al fine vita in ambito italiano.
Betti, Veronica. "La gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE): il fine vita di un personal computer." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/875/.
Full textMIGLIORELLI, Federica. "Il testamento biologico: tra normativa vigente e prospettive di riforma." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2022. https://hdl.handle.net/11695/114391.
Full textFerretti, Giovanni. "Valutazione degli impatti ambientali associati alla gestione della plastica a fine vita, mediante studi di LCA e MFA." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23130/.
Full textIasevoli, Mario. "Decisioni ed opinioni nel fine vita: confronto tra i diversi professionisti coinvolti nell'assistenza al paziente. Lo studio pilota E.L.D.Y." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422621.
Full textBackground: Per molto tempo l'orientamento dei clinici nei confronti della morte si è incentrato sul solo processo patologico della disfunzione d'organo, mentre la pratica clinica rivela sempre più la natura olistica e multidisfunzionale della morte, da intendere non solo in termini di processo biologico, ma anche psicologico e sociale coinvolgente l'individuo nella sua globalità . Nei paesi sviluppati, inoltre, le cause che portano al decesso sono ampiamente mutate: prevalgono oggi le patologie croniche e degenerative con un aumento di persone che giungono al decesso in condizioni ampiamente medicalizzate o in stato morboso terminale protratto correlato agli avanzamenti della tecnologia medica e alla maggiore aspettativa di vita. Quindi ciò che accade negli ultimi frangenti della vita è ancora oggi origine di numerose questioni etiche ed incertezze nelle decisioni che vanno assunte nella pratica clinica, in particolare nella sospensione o astensione di un trattamento. La riflessione multidisciplinare su tali problemi ha portato ad un forte aumento dell'interesse verso il fine vita di numerosi ricercatori nazionali ed internazionali, evidenziando una crescente modifica del pensiero comune ed una differenza di approccio a tali argomenti da parte di medici e professionisti italiani rispetto ai colleghi europei e/o americani. In letteratura sono esigui i lavori in ambito geriatrico, in particolar modo in Italia. Scopi: Gli obiettivi primari dello studio ELDY (End of Life Decisions studY) erano: 1) studiare la frequenza e la tipologia delle decisioni assunte da Medici ed Infermieri coinvolti nel campo geriatrico nella pratica clinica durante la fase terminale della vita dei pazienti; 2) indagare le opinioni riguardanti le decisioni di fine vita dei Medici e del rimanente personale socio-sanitario impegnato nell'assistenza al paziente anziano; 3) confrontare i risultati ottenuti con lavori similari condotti nel contesto europeo ed italiano. Gli obiettivi secondari erano: 4) individuare le potenziali associazioni esistenti tra le diverse opinioni riguardo le decisioni di fine vita e talune caratteristiche culturali e lavorative dei professionisti; 5) realizzare e valutare la validità di un nuovo questionario più adeguato al contesto italiano, pensato per indagare le opinioni e le decisioni di fine vita assunte dai professionisti nell'assistenza al paziente terminale. Materiali e Metodi: E' stato elaborato un nuovo questionario di valutazione, mediante un articolato lavoro interdisciplinare che ha tenuto in considerazione le critiche rivolte a precedenti studi nazionali ed internazionali, e successivamente inviato a circa 5000 tra Medici, Infermieri, Operatori Socio-Sanitari, Psicologi e altro personale delle unità operative di assistenza al paziente anziano del Veneto e Trentino Alto-Adige. Inoltre è stato realizzato un apposito sito internet per compilare o scaricare il materiale. Il questionario era costituito da tre parti: la prima (Q1) compilabile solo da Medici e Infermieri e riguardante le decisioni assunte in riferimento all'ultimo decesso cui il professionista ha assistito; la seconda parte (Q2) destinata a tutto il personale socio-sanitario, volta ad indagare le opinioni e le convinzioni in merito alle decisioni di fine vita; la terza parte (Q3) era adibita ad identificare alcune caratteristiche generali del professionista. Risultati: Hanno risposto al questionario 1051 professionisti socio-sanitari: 205 Medici (MD), 508 Infermieri (IP), 173 Operatori Socio-Sanitari (OSS), 106 Psicologi (PSY) e 59 di altro personale. I questionari che rispondevano ai criteri di selezione per l'analisi statistica erano 633 per quanto riguarda le decisioni assunte e 990 per quanto riguarda le opinioni dichiarate. Relativamente alle decisioni assunte: il 97% dei medici ed infermieri afferma di non essere intervenuto in maniera diretta ed intenzionale per anticipare la fine della vita. Sono stati dichiarati: 2 casi di eutanasia (MD: 1 e IP: 1); 12 casi di soppressione della vita senza esplicita richiesta del paziente (MD: 2 e IP: 10); 2 casi di decesso in seguito ad atti compiuti con l'esplicita intenzione di anticipare la fine della vita senza specificare, però, chi fosse il soggetto agente (paziente, medico, infermiere o altro); nessun caso di suicidio medicalmente assistito. Il 53.2% dei rispondenti ha affermato di aver iniziato o non interrotto un trattamento, tenendo in considerazione la possibilità che questo atto potesse prolungare la vita del paziente; il 21.2%, invece, ha dichiarato di non aver iniziato o di aver interrotto un trattamento tenendo in considerazione la possibilità oppure con l'intenzione precisa che questo atto potesse anticipare la morte del paziente già in fase terminale. Per quanto riguarda invece le opinioni: solo una minor parte dei professionisti concorda con principio dell'indisponibilità della vita (MD: 31.4%, IP: 21%, OSS: 32.4%, PSY: 13.5%), mentre la maggior parte dei rispondenti è favorevole al "diritto del paziente di decidere" sulla possibilità di anticipare la fine della vita (MD: 46.1%, IP: 59.1%, OSS: 59.3%, PSY: 61%) e sulla possibilità di non attuare o di interrompere trattamenti di sostegno vitale (MD: 74.5%, IP: 79%, OSS: 75.1%, PSY: 88.5%). Pareri sostanzialmente concordanti tra i vari professionisti sono emersi, in caso di paziente non competente, in merito alla nomina di un fiduciario per assumere decisioni di anticipare la fine della vita (MD: 79.9%, IP: 76.4%, OSS: 73.1%, PSY: 88.6%) e alla predisposizione di direttive anticipate relative alla non attuazione o interruzione di trattamenti di sostegno vitale (MD: 60.5%, IP: 61.3%, OSS: 64.9.%, PSY: 72.1%). Un'ampia maggioranza di professionisti, inoltre, concorda con l'utilità nelle decisioni di fine vita di un approccio interdisciplinare in cui siano presenti non solo figure mediche e infermieristiche (MD: 82%, IP: 83.9%, OSS: 76.3%, PSY 96.2%). Conclusioni: 1) Sia medici che infermieri assumono decisioni con la possibilità o con l'intenzione di anticipare la fine della vita. 2) I differenti professionisti presentano pareri concordanti per quanto riguarda, ad esempio: il principio della disponibilità della vita umana, l'importanza di nominare un fiduciario in caso di non competenza, il coinvolgimento dei familiari nel processo decisionale, il soddisfare la richiesta di non trattamento e di rispettare le dichiarazioni anticipate, l'importanza del sollievo del dolore, della qualità di vita, del rispetto della dignità e volontà del paziente terminale. Pareri discordanti presentano, invece, in merito alle pratiche eutanasiche. 3) Alcune rilevanti concordanze con lavori precedenti sembrano avvalorare le risposte da noi riscontrate e confermare un avvicinamento dei medici italiani ai colleghi europei, sia sulle pratiche, che sulle opinioni di fine vita. 4) Il personale sanitario non medico si dimostra più favorevole al principio dell'autodeterminazione del paziente, alla delega ai parenti delle decisioni da assumere nelle fasi terminali della vita in caso di non competenza e alla possibilità di consentire l'uso di farmaci in dosi letali. Tra i medici d'accordo che la vita è un bene indisponibile e non esiste un "diritto a morire", nessuno ha attuato una forma di morte medicalmente assistita, viceversa, più della metà di chi non lo era ha poi dichiarato di aver attuato una decisione di fine vita nell'ultimo decesso seguito. 5) Sembrano esistere discordanze tra i medici italiani ed europei e tra i vari professionisti coinvolti nello studio in merito all'approccio comunicativo nel fine vita. 6) Alla luce delle elevate percentuali d'interesse, delle ulteriori richieste di approfondimento di tali temi e del numero di rispondenti, si può ritenere raggiunto l'obiettivo che prevedeva l'elaborazione di un nuovo strumento utile ad esplorare efficacemente le questioni bioetiche inerenti il fine vita tra i professionisti coinvolti nel campo geriatrico. Esso può divenire un mezzo utile per monitorare l'andamento delle opinioni e delle pratiche del personale medico e non. Infine potrebbe essere estendibile oltre il campo geriatrico, a livello nazionale ed internazionale
Fiscella, Ermanno. "La gestione delle apparecchiature elettriche elettroniche (AEE) a fine vita per la sostenibilità delle organizzazioni. Caso studio: collocazione di un centro di raccolta AEE nel plesso ingegneristico di via Terracini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.
Find full textGRIFO, PAOLA. "Cure al limite, limite delle cure: opinioni "ingenue" ed "esperte" rispetto alle cure di fine vita, effetti di burnout. Confronto fra operatori sanitari lombardi e popolazione comune." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/233.
Full textIn our society death is a taboo topic. The increase of dying patients calls for an improvement in their quality of life. Psychologists need to understand the social demand on these issues, in order to promote appropriate clinical and training interventions for health workers. In this research we looked at the representation of availability of Palliative Care (PC) as well as attitudes of health workers and the general public towards different End-Of-Life (EOL) options. We tested the hypothesis that health workers and especially palliative care workers disagree with euthanasia and agree with PC more than the public. We also investigated attitudes predictors; the influence of conceptual difficulties on attitudes stability; the relationship between attitudes on euthanasia and PC representation; different perceptions of dying patients' needs; palliative care and other health workers' burnout. 524 subjects (265 health workers: 118 involved in palliative cares and 147 in other health sectors; 259 from the general public) filled in a self-report questionnaire, created ad-hoc. The 265 health workers also filled in the Maslach Burnout Inventory. The public, compared to health workers, agreed more with euthanasia and less with PC. Linear analysis indicates that religious beliefs and health work are the only significant predictors of this agreement, even if attitudes are quite unstable. The burnout levels in our sample are significantly lower than Italian mean levels. Palliative care workers show lower levels in EE subscale than their colleagues; supporting relationships are a protective factor. The incidence of non-measurable factors suggests the opportunity of further qualitative studies. This research highlights the need for deeper knowledge of EOL issues. Psychologists should give to all professional carers the opportunity for reflective practice and symbolic work on the event of dying.
GRIFO, PAOLA. "Cure al limite, limite delle cure: opinioni "ingenue" ed "esperte" rispetto alle cure di fine vita, effetti di burnout. Confronto fra operatori sanitari lombardi e popolazione comune." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/233.
Full textIn our society death is a taboo topic. The increase of dying patients calls for an improvement in their quality of life. Psychologists need to understand the social demand on these issues, in order to promote appropriate clinical and training interventions for health workers. In this research we looked at the representation of availability of Palliative Care (PC) as well as attitudes of health workers and the general public towards different End-Of-Life (EOL) options. We tested the hypothesis that health workers and especially palliative care workers disagree with euthanasia and agree with PC more than the public. We also investigated attitudes predictors; the influence of conceptual difficulties on attitudes stability; the relationship between attitudes on euthanasia and PC representation; different perceptions of dying patients' needs; palliative care and other health workers' burnout. 524 subjects (265 health workers: 118 involved in palliative cares and 147 in other health sectors; 259 from the general public) filled in a self-report questionnaire, created ad-hoc. The 265 health workers also filled in the Maslach Burnout Inventory. The public, compared to health workers, agreed more with euthanasia and less with PC. Linear analysis indicates that religious beliefs and health work are the only significant predictors of this agreement, even if attitudes are quite unstable. The burnout levels in our sample are significantly lower than Italian mean levels. Palliative care workers show lower levels in EE subscale than their colleagues; supporting relationships are a protective factor. The incidence of non-measurable factors suggests the opportunity of further qualitative studies. This research highlights the need for deeper knowledge of EOL issues. Psychologists should give to all professional carers the opportunity for reflective practice and symbolic work on the event of dying.
Simone, Angela <1978>. "La nutrizione-idratazione artificiale è terapia? All'interfaccia tra scienza, diritto e bioetica, il fine vita in Italia, secondo una prospettiva di comunicazione della scienza post-accademica e Science&Technologies Studies (STS)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4007/1/simone_angela_tesi.pdf.
Full textSimone, Angela <1978>. "La nutrizione-idratazione artificiale è terapia? All'interfaccia tra scienza, diritto e bioetica, il fine vita in Italia, secondo una prospettiva di comunicazione della scienza post-accademica e Science&Technologies Studies (STS)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4007/.
Full textPANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.
Full textVETTORI, NICOLETTA. "Libertà di cura e poteri pubblici nelle scelte di fine vita." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/567707.
Full textGALLETTI, MATTEO. "Intendere la morte, alleviare il dolore. Dilemmi etici alla fine della vita." Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/2158/1153854.
Full textBESTETTI, Fiorella. "Le metodologie di stima dell’età in ambito forense: il contributo dell’AgEstimation Project." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251079.
Full textPETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.
Full textFORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.
Full textVALENTE, LAURA. "GREGORIO NAZIANZENO Eij" ejpiskovpou" [carm. II,1,13. II,1,10] Introduzione, testo critico, commento e appendici." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251619.
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