Dissertations / Theses on the topic 'Trasformazioni'

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1

Abbondanza, Nicola. "Trasformazioni che conservano la misura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9688/.

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Abstract:
Si consideri un insieme X non vuoto su cui si costruisce una sigma-algebra F, una trasformazione T dall'insieme X in se stesso F-misurabile si dice che conserva la misura se, preso un elemento della sigma-algebra, la misura della controimmagine di tale elemento è uguale a quella dell'elemento stesso. Con questa nozione si possono costruire vari esempi di applicazioni che conservano la misura, nell'elaborato si presenta la trasformazione di Gauss. Questo tipo di trasformazioni vengono utilizzate nella teoria ergodica dove ha senso considerare il sistema dinamico a tempi discreti T^j x; dove x = T^0 x è un dato iniziale, e studiare come la dinamica dipende dalla condizione iniziale x. Il Teorema Ergodico di Von Neumann afferma che dato uno spazio di Hilbert H su cui si definisce un'isometria U è possibile considerare, per ogni elemento f dello spazio di Hilbert, la media temporale di f che converge ad un elemento dell'autospazio relativo all'autovalore 1 dell'isometria. Il Teorema di Birkhoff invece asserisce che preso uno spazio X sigma-finito ed una trasformazione T non necessariamente invertibile è possibile considerare la media temporale di una funzione f sommabile, questa converge sempre ad una funzione f* misurabile e se la misura di X è finita f* è distribuita come f. In particolare, se la trasformazione T è ergodica si avrà che la media temporale e spaziale coincideranno.
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2

Magnani, Alessia. "Trasformazioni naturali e sottocategorie riflessive." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5588/.

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3

Zama, Marika. "Trasformazioni del piano, curve e moti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6319/.

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4

De, Marco Angela <1968&gt. "LE TRASFORMAZIONI DEL LAVORO NELL'ERA NEOLIBERISTA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12020.

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5

De, Felice Elisabetta <1985&gt. "Governo, strutture e trasformazioni nel sistema universitario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6684/1/De_Felice_Elisabetta_tesi.pdf.

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Abstract:
L’elaborato costituisce la fase di approfondimento conclusivo del lavoro scientifico svolto negli anni precedenti. In quest’ottica, a circa tre anni dalla sua entrata in vigore, esso risulta prevalentemente incentrato sull’analisi delle principali innovazioni imposte dalla legge 30 dicembre 2010, n . 240, recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", nel tentativo di individuare quali soluzioni ,più o meno differenziate in base alle specificità delle diverse realtà, gli atenei italiani abbiano prefigurato mediante la revisione dei propri statuti, organi e strutture, al fine di rispettare ed attuare il dettato legislativo e non comprimere i propri spazi di autonomia. Contemporaneamente, esso approfondisce l’orientamento della giurisprudenza amministrativa in materia, la quale proprio nel corso di quest’anno ha avuto più di un’occasione di pronunciarsi in merito, per effetto dell’impugnazione ministeriale di molti dei nuovi statuti di autonomia. Infine, non viene tralasciata l’analisi dei profili e aspetti del sistema universitario italiano non intaccati dal cambiamento, ai fini del loro coordinamento con quelli riformati, cercando di percorrere parallelamente più strade: dalla ricognizione e lo studio dei più autorevoli contributi che la dottrina ha recentemente elaborato in materia, all’inquadramento delle scelte effettuate in sede di attuazione dai singoli atenei, anche alla luce dei decreti applicativi emanati. Il tutto al fine di individuare, anche grazie a studi di tipo comparato, con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo, nuove soluzioni per il sistema universitario che, senza la pretesa di giungere a percorsi di cambiamento validamente applicabili per tutti gli atenei, possano risultare utili alla definizione di principi e modelli base, nel pieno rispetto del dettato costituzionale e dei parametri individuati a livello europeo con il processo di Bologna e la strategia di Lisbona.
Three years after 240/2010 Act regarding entered into force, the present research focused on its main innovations. In order to identify such solutions, more or less differentiated according to the specific the different realities, Italian universities revised their statutes, organs and structures, in order to respect and implement the legislative requirements and do not compress the spaces of autonomy . At the same time, it points out this year administrative case law on the matter, when the Minister challenged some of the new statutes. Moreover, the present thesis highlights aspects of the Italian university system remained unchanged in the light of the reformed ones. On one hand, it analyses the most influential contributions made by the doctrine. On the other, the regulatory solutions adopted by individual universities , especially in light of the implementation decrees issued. At the end, in a comparative perspective – having particular reference to Spanish law – it aims to identify new solutions for the University system, such as the definition of principles and basic models in full compliance with the Constitution and the parameters identified at European level with the Bologna process and the Lisbon strategy.
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6

De, Felice Elisabetta <1985&gt. "Governo, strutture e trasformazioni nel sistema universitario." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6684/.

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Abstract:
L’elaborato costituisce la fase di approfondimento conclusivo del lavoro scientifico svolto negli anni precedenti. In quest’ottica, a circa tre anni dalla sua entrata in vigore, esso risulta prevalentemente incentrato sull’analisi delle principali innovazioni imposte dalla legge 30 dicembre 2010, n . 240, recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", nel tentativo di individuare quali soluzioni ,più o meno differenziate in base alle specificità delle diverse realtà, gli atenei italiani abbiano prefigurato mediante la revisione dei propri statuti, organi e strutture, al fine di rispettare ed attuare il dettato legislativo e non comprimere i propri spazi di autonomia. Contemporaneamente, esso approfondisce l’orientamento della giurisprudenza amministrativa in materia, la quale proprio nel corso di quest’anno ha avuto più di un’occasione di pronunciarsi in merito, per effetto dell’impugnazione ministeriale di molti dei nuovi statuti di autonomia. Infine, non viene tralasciata l’analisi dei profili e aspetti del sistema universitario italiano non intaccati dal cambiamento, ai fini del loro coordinamento con quelli riformati, cercando di percorrere parallelamente più strade: dalla ricognizione e lo studio dei più autorevoli contributi che la dottrina ha recentemente elaborato in materia, all’inquadramento delle scelte effettuate in sede di attuazione dai singoli atenei, anche alla luce dei decreti applicativi emanati. Il tutto al fine di individuare, anche grazie a studi di tipo comparato, con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo, nuove soluzioni per il sistema universitario che, senza la pretesa di giungere a percorsi di cambiamento validamente applicabili per tutti gli atenei, possano risultare utili alla definizione di principi e modelli base, nel pieno rispetto del dettato costituzionale e dei parametri individuati a livello europeo con il processo di Bologna e la strategia di Lisbona.
Three years after 240/2010 Act regarding entered into force, the present research focused on its main innovations. In order to identify such solutions, more or less differentiated according to the specific the different realities, Italian universities revised their statutes, organs and structures, in order to respect and implement the legislative requirements and do not compress the spaces of autonomy . At the same time, it points out this year administrative case law on the matter, when the Minister challenged some of the new statutes. Moreover, the present thesis highlights aspects of the Italian university system remained unchanged in the light of the reformed ones. On one hand, it analyses the most influential contributions made by the doctrine. On the other, the regulatory solutions adopted by individual universities , especially in light of the implementation decrees issued. At the end, in a comparative perspective – having particular reference to Spanish law – it aims to identify new solutions for the University system, such as the definition of principles and basic models in full compliance with the Constitution and the parameters identified at European level with the Bologna process and the Lisbon strategy.
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7

Morelli, Roberta <1976&gt. "Criteri di integrazione nelle trasformazioni dello spazio urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2753/1/Morelli_Roberta_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi di ricerca, a partire dallo studio di aspetti concettuali e metodologici connessi al progetto dello spazio urbano, in termini di elementi spaziali, tipologie di prodotti e processi della progettazione, si propone di definire i temi critici di un approccio progettuale integrato, quali contributi alla base di una proposta di revisione della lettura dei criteri della composizione architettonica e urbana. L'approfondimento dei principi posti alla base della qualità  dello spazio urbano - intesa secondo un'accezione ampia del termine entro cui far convergere il tema della sostenibilità  - ha indotto a condurre una riflessione specifica sull'incidenza dell'interazione tra fattori progettuali e procedurali, secondo una visione sistemica che sposta l'attenzione dagli oggetti alle relazioni, quali elementi chiave della comprensione delle dinamiche urbane. L'analisi critica di esperienze applicative esemplari selezionate nel contesto europeo, riferita agli stessi temi critici dell'integrazione offre uno strumento essenziale di indagine, approfondimento e verifica puntuale di indirizzi e linee strategiche, utile anche per l'individuazione di un percorso preventivo di analisi degli elementi significativi del controllo del progetto. La valutazione comparata dei casi, mettendo in relazione interventi a scala urbana e specifiche realizzazioni a scala architettonica, si propone di evidenziare come l'efficacia delle strategie più generali possa tradursi nel valore dei progetti di dettaglio solo attraverso un approccio metodologico integrato, capace di incidere profondamente e proficuamente sulla qualità  delle trasformazioni dello spazio urbano. Porsi in un atteggiamento critico capace di interpretare la complessità  della realtà  contemporanea secondo una prospettiva a-scalare della progettazione, rappresenta la condizione essenziale per promuovere e valorizzare una creatività  progettuale capace di definire scenari contemporanei e futuri più responsabili e consapevoli.
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8

Morelli, Roberta <1976&gt. "Criteri di integrazione nelle trasformazioni dello spazio urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2753/.

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Abstract:
La tesi di ricerca, a partire dallo studio di aspetti concettuali e metodologici connessi al progetto dello spazio urbano, in termini di elementi spaziali, tipologie di prodotti e processi della progettazione, si propone di definire i temi critici di un approccio progettuale integrato, quali contributi alla base di una proposta di revisione della lettura dei criteri della composizione architettonica e urbana. L'approfondimento dei principi posti alla base della qualità  dello spazio urbano - intesa secondo un'accezione ampia del termine entro cui far convergere il tema della sostenibilità  - ha indotto a condurre una riflessione specifica sull'incidenza dell'interazione tra fattori progettuali e procedurali, secondo una visione sistemica che sposta l'attenzione dagli oggetti alle relazioni, quali elementi chiave della comprensione delle dinamiche urbane. L'analisi critica di esperienze applicative esemplari selezionate nel contesto europeo, riferita agli stessi temi critici dell'integrazione offre uno strumento essenziale di indagine, approfondimento e verifica puntuale di indirizzi e linee strategiche, utile anche per l'individuazione di un percorso preventivo di analisi degli elementi significativi del controllo del progetto. La valutazione comparata dei casi, mettendo in relazione interventi a scala urbana e specifiche realizzazioni a scala architettonica, si propone di evidenziare come l'efficacia delle strategie più generali possa tradursi nel valore dei progetti di dettaglio solo attraverso un approccio metodologico integrato, capace di incidere profondamente e proficuamente sulla qualità  delle trasformazioni dello spazio urbano. Porsi in un atteggiamento critico capace di interpretare la complessità  della realtà  contemporanea secondo una prospettiva a-scalare della progettazione, rappresenta la condizione essenziale per promuovere e valorizzare una creatività  progettuale capace di definire scenari contemporanei e futuri più responsabili e consapevoli.
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ROGGIO, BARBARA. "Roma: uno studio diacronico delle trasformazioni dell'area Ostiense." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1358.

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Abstract:
Questo lavoro ha come obiettivo lo studio delle trasformazioni del territorio oggi occupato dai quartieri Ostiense-Garbatella-Valco San Paolo tra le epoche romana arcaica, repubblicana e imperiale, articolato in fasi cronologiche e con particolare riferimento al condizionamento ambientale (geomorfologico in primo luogo) sull’organizzazione della viabilità e degli insediamenti. Alle lacune sulla conoscenza della topografia antica di questo territorio si è cercato di sopperire non solo raccogliendo quante più informazioni possibili dal punto di vista strettamente archeologico (contenute nelle pubblicazioni periodiche, nella bibliografia edita e nei documenti inediti di scavo e d’archivio), ma anche rintracciando in altri tipi di fonti (storico – cartografiche e geografiche innanzitutto) elementi diversi (dai più vaghi disegni antiquari ai più tecnici resoconti geomorfologici) di un paesaggio oggi irriconoscibile perché completamente urbanizzato. I dati raccolti sono stati organizzati e gestiti in un GIS, che si è rivelato strumento particolarmente utile sia in fase analitica che nelle sintesi successive. Al termine della ricerca, il dato principale che sembra emergere è quello di un’area anticamente caratterizzata da una multiforme e per certi aspetti inaspettata vitalità, che non corrisponde all’immagine di un territorio periurbano desolato o confinato alla sola funzione funeraria. Se è innegabile il carattere prevalentemente sepolcrale del territorio antico, la sovrapposizione dei dati raccolti suggerisce la presenza di insediamenti e infrastrutture legati a intense attività portuali, commerciali e produttive in genere. La possibilità di sovrapporre layers diversi è stata di grande aiuto anche nell’identificazione di siti noti per ora solo dalle fonti classiche o epigrafiche e ancora poco conosciuti. Queste e altre ricostruzioni topografiche hanno tenuto conto dell’uniformità cronologica e del rapporto funzionale tra vari reperti spazialmente vicini, oltre che della loro distribuzione geografica, soprattutto in relazione alle risorse agricole ed estrattive locali (ad esempio sovrapponendo le informazioni bibliografiche alla Carta delle Unità di Paesaggio appositamente elaborata). L’integrazione dei diversi dati è stata quindi utile alla comprensione dei resti che, visibili o meno, apparivano all’inizio della ricerca come un mero accumulo di informazioni difficilmente correlabili, sia l’una all’altra che in relazione all’ambiente originario circostante.
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Brochetta, Alberto <1992&gt. "Trasformazioni organizzative e strategiche del sistema sanitario UK." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9783.

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NSIMBE, ZIZINGA ROBERT. "TRE SAGGI SULLE TRASFORMAZIONI STRUTTURALI E SVILUPPO ECONOMICO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1128.

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NSIMBE, ZIZINGA ROBERT. "TRE SAGGI SULLE TRASFORMAZIONI STRUTTURALI E SVILUPPO ECONOMICO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1128.

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ASILI, STEFANO. "Da luogo a logo. Trasformazioni dell’identità visiva in Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266858.

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Abstract:
The work explores the interactions between places and visual identities: from heraldry to the flags , to the trademarks and logos of today's" destinations" , the term which are marked the places considered as tourist targets. The logo - the icon by which a power asserts its authority - is an ambivalent element : it needs to be strong and repeateble, but its synthesis is intrinsically adaptive. An object of modernity, that always more frequently, in a world that points to homogeneisation, is not the result but the first constituent of an identity - not only cultural, but even physical, architectural , geographical - increasingly weak. Following a discussion on international practices , the work focuses on Sardinia, a sensitive territory where sensitive history and modernity meet, often with a critical outcoming. In this context some projects having the communication of the places on the island are presented.
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Novembre, Claudio. "Trasformazioni urbane e sviluppo locale. Elementi di competitività tra città." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/966.

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Abstract:
In questo lavoro di ricerca si presentano i risultati di un analisi che si è occupata della città e delle relazioni che intervengono tra i percorsi di trasformazione urbana e i processi di sviluppo socio-economico a livello locale. Si è cercato in primis di analizzare le tendenze contemporanee dominanti riguardanti lo sviluppo urbano e le reali dinamiche che stanno alla base dei cambiamenti intervenuti nell assetto urbano soprattutto negli ultimi trent anni. Cambiamenti economico-sociali a livello internazionale, infatti, hanno influenzato pesantemente l evolversi e il dispiegarsi della dimensione urbana e questo lavoro, partendo proprio dall analizzare questi cambiamenti, propone dapprima un quadro teorico e interpretativo della realtà urbana che cambia (a livello internazionale ed europeo) e successivamente si concentra sull Europa e sull Italia, e il suo Sud in particolare, al fine di indagare aspetti istituzionali, indicazioni normative, modelli insediativi, politiche pubbliche adottate ed esempi di pratiche realizzate, che sono intervenuti sulle trasformazioni urbane e sui relativi processi di sviluppo avviati.
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ANATRINI, Leonardo. "Sviluppi e trasformazioni dell'alchimia in Francia durante il Lungo Ottocento." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2488162.

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Abstract:
Il presente elaborato è dedicato ad una ricostruzione dell’evoluzione del pensiero alchemico in Francia all’indomani della riforma lavoisieriana e dei relativi rapporti con il mondo della ricerca scientifica e gli ambienti della speculazione esoterica. Suddiviso cronologicamente in cinque parti, esso è così ripartito: - Cap. 1 (1750-89). Di carattere metodologico, riguardante il ruolo dell’alchimia nell’attuale storiografia della scienza (ca. 1950 - oggi), in rapporto all’evoluzione del concetto stesso di storia della scienza alla luce del passaggio storico da alchimia a chimica nel corso del XVIII secolo. In questo capitolo vengono chiariti i tre punti focali oggetto di indagine: sopravvivenza di idee afferenti alla speculazione alchemica nella ricerca chimica ottocentesca; evoluzione della disciplina alchemica (da ricerca filosofico-esoterica a disciplina con velleità scientifiche); ruolo e percezione dell’alchimia nella storiografia della chimica (ca. 1830-90); - Cap. 2 (1789-1844). Dedicato ad una breve trattazione dei pregiudizi di ordine logico ed epistemologico osservabili nella ricerca scientifica post-newtoniana e loro conservazione nella ricerca chimica post-lavoisieriana. Segue da una ricostruzione della dinamica storica che, attraverso scoperte successive, ha permesso il ripresentarsi di ipotesi, nell’ambito della ricerca chimica, riguardanti la trasmutazione dei metalli; - Cap. 3 (1803-51). Incentrato sull’analisi delle opere di argomento alchemico prodotte in Francia durante la prima metà del XIX secolo, con due approfondimenti relativi a: - ricerche volte alla classificazione del sapere dalle quali scaturì la nomenclatura delle “scienze occulte”, - breve profilo storico delle correnti di pensiero che ebbero un ruolo nella formulazione del pensiero occultista (mesmerismo, spiritualismo, spiritismo) - Cap. 4 (1845-94). Suddiviso in tre parti: - Tentativi di convalida sperimentale della trasmutazione - Codificazione e istituzionalizzazione dell’occultismo come disciplina votata all’unione di scienza e credenza religiosa in un paradigma epistemologico condiviso - Analisi degli autori della ‘nuova alchimia’, i quali estesero il ricorso al principio di autorità alle scoperte coeve al fine di mostrare un’illusoria complementarità fra scoperte della ricerca fisico-chimica e la speculazione occultista (ruolo centrale degli studi sull’etere); - Cap. 5 (1892-1926). Capitolo monografico dedicato all’ultimo esponente dell’alchimia intesa come scienza occulta, François Jollivet-Castelot (1874 - 1937), con particolare enfasi sulla sua attività di laboratorio riguardante la trasmutazione dell’argento in oro (1920-6). Conclusioni circa il successivo ritorno dell’alchimia allo stato di disciplina iniziatica a contenuto simbolico.
This dissertation aims at reconstructing the evolution of alchemical thinking in France after Lavoisier’s reform and of the relationships between alchemy, scientific research and esoteric speculation. The dissertation follows a chronological order and is composed of five chapters. - Chap. 1 (1750-89) explains the methodology followed in this research, dealing in particular with the role of alchemy in the recent historiography of science (c. 1950-today), analysed with the evolution of the concept of ‘history of science’ itself in light of the historic transition between alchemy and chemistry during the 18th century. In this chapter, three main research questions are detailed: survival of ideas mutated from alchemy in the chemistry research of the 18th century; the evolution of alchemy from esoteric and philosophical research to a scientific discipline; the role and perception of alchemy in the historiography of chemistry (c. 1830-90). - Chap. 2 (1789-1844) is devoted to a brief excursus of logical and epistemological prejudices that can be found in the scientific research after the 17th century Scientific Revolution and their permanence in the chemical research after Lavoisier. This is followed by the reconstruction of the historical process that led to the reappearance in the chemistry field of ideas and hypothesis in regards to the transmutation of metals. - Chap. 3 (1803-51) is focused on the analysis of alchemical works produced in France during the first half of the 19th century with two in-depth analyses of: researches aimed at the categorization of human knowledge from which the category of ‘occult sciences’ emerged; brief historical profile of the ideological currents that played a role in the shaping of occultism (mesmerism, spiritualism, spiritism). - Chap. 4 (1845-94) is organized in three sections: attempts to validate transmutation through laboratory experimentation; classification and officialization of occultism as a discipline devoted to unifying science and religious believes in a cohesive and shared epistemological perspective; analysis of authors of ‘new alchemy’ who carried forth the use of the principle of auctoritas to contemporaries discoveries to prove a perceived and illusionary complementarity between discoveries made in physics and chemistry research and occultist speculation (particularly in regards to research concerning ether theories). - Chap. 5 (1892-1926) is devoted to the last French representative of alchemy as an occult science, François Jollivet-Castelot (1874 - 1937), with particular attention to his laboratory activities in regards of the transmutation of silver into gold (1920-6). The chapter ends with remarks on the subsequent return of alchemy to the status of initiatory discipline with strong symbolic content.
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Bogdani, Julian <1979&gt. "Genesi e trasformazioni urbane in Caonia tra l'Età Tardoclassica ed Ellenistica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1588/1/Bogdani_Genesi_e_trasformazioni_urbane_in_Caonia_tra_l%27et%C3%A0_tardoclassica_ed_ellenistica.pdf.

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Bogdani, Julian <1979&gt. "Genesi e trasformazioni urbane in Caonia tra l'Età Tardoclassica ed Ellenistica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1588/.

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Licciardello, Luca Sebastiano. "Trasformazioni eterogenee di società di persone e in società di persone." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/347.

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Abstract:
La tesi si compone di due capitoli. Il primo capitolo affronta il problema della legittimita' delle trasformazioni eterogenee di e in societa' di persone. Il secondo riguarda la disciplina applicabile a tali trasformazioni
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Costanzo, Giuliana. "Azione penale, principio di legalità e trasformazioni dello Stato di diritto." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/3823.

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Abstract:
Le grandi trasformazioni sociali, politiche e culturali che, nel corso del XX Secolo, hanno attraversato l Europa occidentale hanno pure messo in luce l insufficienza delle forme e dei principi giuridici proposti dal modello di Stato di diritto ottocentesco. Fra questi, il principio di obbligatorietà dell azione penale, attuazione nel procedere del principio di stretta legalità formale. Con il presente lavoro ci si propone di affrontare il tema dell azione penale chiedendosi se, poste le trasformazioni intervenute, il mantenimento in Italia del principio di cui all art. 112 Cost., così come la scelta a favore dell indipendenza esterna e dell irresponsabilità politica degli organi requirenti, siano ancora opzioni concretamente praticate e praticabili al di là di ogni affermazione di principio. A supporto di tale quesito sopraggiungono sia gli studi che da anni si occupano dei fenomeni di discrezionalità occulta celati dietro le scelte per lo più organizzative delle Procure italiane, sia le sollecitazioni cui, da ultimo, il nostro sistema penale è esposto. Il riferimento è alle evoluzioni ermeneutiche in tema di lesività, alle soluzioni legislative riguardanti la minima offensività, ai provvedimenti di depenalizzazione, di indulto e amnistia, nonché alle timide aperture che anche l ordinamento italiano mostra verso forme di mediazione della litigiosità giudiziaria. Tali elementi, che paiono atipici rispetto al modello di stretta legalità formale, costituiscono probabilmente espressione di un esigenza di flessibilizzazione del sistema penale che, attualmente realizzata per il tramite della discrezionalità giudiziale e mediante soluzioni aventi per lo più carattere sostanziale, potrebbe ipoteticamente essere più efficacemente (e più democraticamente) ripensata attraverso il meccanismo processuale della discrezionalità dell azione penale.
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Moia, Federico Maria <1991&gt. "Patatine o onigiri? Trasformazioni e adattamenti culturali nella localizzazione dei videogiochi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8108.

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Abstract:
La tesi tratta della localizzazione dei videogiochi dal giapponese all’italiano. Con localizzazione si intende una pratica traduttiva che non si limita solo a trasportare il testo da una lingua all’altra, ma che prevede una serie di cambiamenti al prodotto di partenza per adattarlo a un determinato mercato locale – da cui il termine. Il titolo scelto vuole sottolineare questa dualità che si viene a creare durante la localizzazione tra la versione originale e quella di destinazione, in cui un elemento “estraneo” viene filtrato attraverso la cultura ricevente. Questi cambiamenti possono riguardare sia la componente testuale del gioco vera e propria, sia gli elementi grafici, i file audio o addirittura la tipologia di marketing che viene adottata in ciascun mercato. Nel lavoro si cerca di spiegare come mai questo tipo di “traduzione” è adeguata al medium del videogioco e come mai si sia arrivati a riconoscere la localizzazione come il metodo appropriato quando si desidera esportare un prodotto da un Paese all’altro. Attraverso un’analisi storica che ripercorre le varie tappe della storia dei videogame, dai primissimi esperimenti in ambito accademico fino alle ultimissime frontiere di realtà virtuale che si sta tentando di raggiungere, viene mostrato il percorso che ha compiuto la localizzazione e in che modo le tecnologie sempre più sofisticate abbiano permesso di rendere il lavoro sempre più raffinato e completo. L’analisi della pratica localizzativa si concentra sia sull’ambito tecnico che su quello più propriamente culturale. Dal punto di vista della tecnologia, si cerca di spiegare quanto la traduzione venga influenzata dai limiti tecnici del videogioco, tentando di capire quali sono gli ostacoli e quali sono invece gli aiuti che a un localizzatore possono giungere da parte della tecnologia, come ad esempio i software che vengono utilizzati per facilitare il lavoro. Dal punto di vista culturale, invece, si analizzano vari casi di localizzazioni per capire in che modo il prodotto viene adattato per renderlo adeguato alla cultura del Paese ricevente, cosa che inevitabilmente si va a ripercuotere sulla traduzione vera e propria. Bibliografia parziale - Miguel BERNAL MERINO, On the translation of videogames, in “The journal of specialised translation 6”, 2006, http://www.jostrans.org/issue06/art_bernal.php. - Heather Maxwell CHANDLER e Stephanie O’Malley DEMING, The game localization handbook (2nd ed.), Sudbury, MA; Ontario e Londra, Jones & Bartlett Learning, 2012. - HASEGAWA Ryōichi (長谷川 亮一), Gēmu rōkaraizu no rekishi to kore kara (ゲームローカライズの歴史とこれから) (storia e sviluppi futuri della localizzazione dei videogiochi), in “Dijitaru kontentsu seisaku no sentan gijutsu ōyō ni kansuru chōsa kenkyū ” (デジタルコンテンツ制作の 先端技術応用に関する調査研究) (“risultati di una ricerca riguardo l’uso della tecnologia avanzata nello sviluppo di contenuti digitali”), Tokyo, 2009. - Chris KOHLER, Power Up: how japanese video games gave the world an extra life, Indianapolis, Brady Games, 2005. - Minako O’HAGAN e Carmen MANGIRON, Game Localization: translating for the global digital entertainment industry, Amsterdam e Philadelphia, John Benjamin Publishing Company, 2012. - Alexander THAYER e Beth E. KOLKO, Localization of digital games: the process of blending for the global games market, in “Technical comunications 51”, 2004, http://www.researchgate.net/profile/Beth_Kolko/publication/228777307_Localization_of_digital_games_The_process_of_blending_for_the_global_games_market/links/02e7e5282b2588db98000000.pdf, - Mark J. WOLF (a cura di), The video game explosion: a history from Pong to Playstation ® and beyond, Westport, Connecticut e Londra: Greenwood Press, 2008.
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Simoncioni, Letizia <1992&gt. "Il dibattito filosofico-politico contemporaneo sulle recenti trasformazioni della democrazia statunitense." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12203.

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Abstract:
Solzhenitcyn, un famoso pensatore russo, fu incaricato di tenere il discorso inaugurale dell’anno accademico dell’Università di Harvard nel 1978. Provenendo dal contesto sovietico, ci si sarebbe aspettati un discorso celebrativo della libertà democratica. Eppure quello che ascoltarono fu un discorso del tutto differente. Anziché celebrarla, Solzhenitcyn criticava la mentalità occidentale dominante, secondo la quale si dà per scontato, che ogni regione del mondo abbia il dovere di svilupparsi, per poter raggiungere infine, la democrazia pluralista tipica dell’America. Il pensiero occidentale predominante, vede infatti la democrazia americana come l’esempio di democrazia liberale pluralistica maggiormente sviluppato. Le osservazioni del filosofo russo appena citato vengono tramutate in una domanda esplicita dal celebre politologo statunitense Francis Fukuyama. Nel suo articolo “The End of History” Fukuyama si interroga sulla fine della storia. Si chiede se la democrazia liberale pluralistica sia effettivamente il modello finale, l’apice del percorso umano nella storia. Per poter rispondere a questa domanda occorre indagare le caratteristiche, i paradossi insiti nella democrazia americana, le sue peculiarità e il suo sviluppo storico. Dopo aver ripercorso la nascita, lo sviluppo e le caratteristiche del sistema americano, si può indagare il dibattito filosofico sulla democrazia americana: come veniva percepita dagli americani stessi negli anni Novanta? Quali erano le questioni identificate come più problematiche, da parte di professori di scienze politiche statunitensi e di giornalisti di varie testate? Quali erano le questioni più spinose, gli “shortcomings” più evidenti e più percepiti del sistema americano, secondo l’Intellighenzia statunitense? Il periodo storico scelto è stato dettato dal fatto che la ricerca voleva essere il più attuale possibile, senza tuttavia rischiare di perdere la prospettiva storica, avvicinandosi troppo all’era attuale. Gli anni Novanta hanno visto salire alla presidenza americana George H. W. Bush, Bill Clinton e George W. Bush. Nell’era attuale, all’apparenza, può sembrare che il pensiero filosofico non incida troppo sull’operato politico. Tuttavia esso rimane il punto di partenza da cui scaturiscono le realtà politiche. Se anche non si trovano segni di grandi sistemi di pensiero, simili a quelli ottocenteschi, ciò non significa che il pensiero politico abbia smesso di avere la sua funzione e la sua portata. A partire da questi spunti, si è indagata la nascita della democrazia americana, ottenendo una chiara cognizione delle istituzioni pensate dai “Framers”, ovvero i Padri Costituenti americani. Nel corso del tempo si è assistiti a diverse trasformazioni istituzionali. Per quanto riguarda invece il dibattito sulla democrazia americana negli anni Novanta, si sono prese in considerazione opere di molti professori di scienze politiche statunitensi, di diverse università americane ed articoli di giornalisti delle maggiori testate americane. Ci si è concentrati su due aspetti in particolare: il dibattito sui poteri dell’esecutivo, ossia su come la figura del Presidente sia stata interpretata in una certa maniera negli anni Novanta. Questa interpretazione della Presidenza ha avuto determinate ripercussioni sulla politica estera statunitense. Il secondo aspetto indagato è la retorica politica della democrazia americana. Per retorica si intende la lingua del dibattito pubblico. A partire dallo spunto dell’opera “La fine del dibattito pubblico” di Mark Thompson, si va ad indagare l’impatto della retorica politica sulle trasformazioni della democrazia americana.
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Russo, Mariangela. "Soggetti politici e trasformazioni della democrazia: democrazia del “pubblico”e controdemocrazia." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2462.

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Abstract:
2014 - 2015
Il progetto di ricerca analizza alcuni aspetti della democrazia rappresentativa nel XXI secolo, e in particolare i fenomeni quali la democrazia del “pubblico” e la controdemocrazia. Vengono evidenziati gli effetti delle “promesse democratiche non mantenute” dai soggetti politici, e le cause economiche e sociali che hanno contribuito a destabilizzare la democrazia rappresentativa sia a livello nazionale che europeo (tanto da essere configurata come postedmocratica). Democrazia del “pubblico” intesa come trasformazione del popolo in “pubblico” non solo per l’influenza di un leader e dell’uso mediatico del suo partito, ma per l’effetto della politica neoliberale di cui i media sono espressione e strumento. Si segnala come la questione non sia quella di recuperare il metodo del sorteggio come pensa B. Manin, bensì di provare a dare forma a nuovi soggetti politici. Nell’ultima parte della ricerca vengono analizzati i poteri contro democratici (così come definiti da Pierre Rosanvallon), e le possibili strategie per arginarli. Le forme del controllo (sorveglianza, sanzione-interdizione e giudizio, secondo la fenomenologia elaborata da Rosanvallon) vengono da noi considerate non tanto espressione di una partecipazione attiva dei cittadini (come vuole Rosanvallon stesso), quanto piuttosto un mezzo per constatare le inefficienze della politica “negativa”. Il moltiplicarsi, infatti, del lavoro delle autorità indipendenti così come di internet e della stampa ( a partire dagli anni ’90) corrisponde al mal funzionamento dei partiti politici, e il loro compito non può essere accollato a tali istanze, giacché esse hanno funzione di controllo sul mercato ma non di regolazione nella sfera politica. La nostra riflessione evidenzia come la soluzione non sia nella limitazione dei soggetti politici bensì in una loro nuova costruzione, poiché solo attraverso di essi sarà possibile affermare i diritti della pluralità e sfidare questioni importanti (come il populismo e le tendenze alle individualizzazione estrema del corpo sociale) . La nostra analisi si sofferma sull’importanza non solo della sfera sociale (come indica Rosanvallon) ma di quella politica, in quanto entrambe risultano necessarie in un contesto che possa dirsi democratico. Il populismo viene da noi inteso non solo in una veste patologica, cioè come la capacità dell’anti politica di estremizzare la sorveglianza e i poteri di interdizione e di giudizio in un’azione impolitica e contro-politica ( come pensa Rosanvallon), o solo in chiave democratica-radicale, (come ritiene E. Laclau) ossia come costruzione della politica e del politico, bensì in una forma più 2 articolata perché sintomo della democrazia “economica” (cioè del lavoro delle lobby e della finanza). La tesi vuole dimostrare come Rosanvallon individui solo alcuni effetti relativi al populismo quale il bisogno di trasparenza nei confronti della politica che ha esasperato il suo elettorato, trascurandone però lo svuotamento dei contenuti politici e la sostituzione degli stessi con forme sociali che provano a nascondere il bisogno della rappresentanza politica attraverso la sua stessa negazione, e come la politica rischi perciò di ridursi ad un contenitore del populismo. La contro-politica ( o impolitica) viene da noi intesa come fenomeno più ampio, quale: la crisi del potere democratico e dei soggetti collettivi, che denunciano una carenza della politica e del politico. La nostra proposta illustra la necessità di ripensare ad entrambi in una veste agonista e non antagonista, così come suggerisce la filosofa C. Mouffe. Il politico infatti, viene da noi inteso non solo come espressione di un concetto storico ( come vuole Rosanvallon) ma anche egemonico ( come ritiene Mouffe). Inoltre, la “singolarità” viene da noi considerata come l’incapacità delle istituzioni di farsi espressione delle richieste dei singoli, ossia come la mancanza di un’autorità politica in grado di far convergere le richieste della pluralità in un progetto politico; e come ciò abbia portato i singoli a sganciarsi dalla politica e a ricercare nelle proprie capacità (come nel merito e nella fortuna), il modo attraverso cui emergere. La nostra ricerca da un lato prende atto dell’importanza delle proposte quali comunalità, riflessività, similarità ( messe in campo da Rosanvallon) dall’altro ritiene che esse non possano funzionare se non supportate da un contesto politico adeguato. La possibilità di una condivisione mediatica (ossia una democrazia orizzontale, che sfocia nel racconto dei singoli) viene da noi ritenuta efficace solo in parte, poiché tale proposta seppur ambiziosa non sarà forse in grado di affrontare le questioni neoliberali, e probabilmente sarà capace solo di far aumentare la fuoriuscita dei suoi sintomi quali: populismo, singolarità e controllo. Quest’ultimi infatti, rispecchiano il deficit rappresentativo della fase contemporanea, ossia il risultato della mancanza di un’autorità politica (soprattutto di sinistra) in grado di far convergere le richieste della pluralità in un progetto politico. In chiusura d’analisi, l’ipotesi auspicabile consisterebbe in una nuova politicizzazione dal basso con nuovi soggetti politici, e una cultura politica che sia in grado di comprendere non solo i mezzi propri dell’era mediatica globale ma soprattutto le soggettività popolari, la partecipazione e un potere democratico quale espressione di un contesto normativo e istituzionale. [a cura dell'autore]
XIV n.s.
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Carella, Andrea. "Trasformazioni asimmetriche indotte da cristallizzazione di miscele diastereoisomeriche di aldeidi alpha-epimerizzabili." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4350/.

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Abstract:
In the last few years organic chemistry has focused attention on enantiomeric resolution. Among the several techiniques, crystallization-induced diastereoisomeric transformation (CIDT) aroused the interest because of high yields, as well as to meet the criteria of green chemistry. The process is applied in the specific way for a racemic mixtures of α- epimerizable aldehydes, in order to obtain enatiomerically enrichment mixtures. This technique involves the transformation of a racemic mixture of enantiomers into a diasteroisomeric one by a reaction with a enantiopure auxiliary (Betti’s base). Then, to mixture of diastereoisomers is applied the acid-catalyzed enrichment process: in solution, the epimerization of more soluble diastereoisomer occurs, accompanied by precipitation and hence the removal of the less soluble one from the equilibrium. Finally, through the hydrolysis reaction, it was possible to recover the enantiomerically enriched aldehydes.
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Giacomazzi, Fabio Giacomazzi Fabio Aurelio. "Le città importate : espansioni e trasformazioni urbane del Ticino ferroviario 1882-1920 /." [S.l.] : [s.n.], 1994. http://e-collection.ethbib.ethz.ch/show?type=diss&nr=10355.

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Brusotto, Luca. "Le trasformazioni di un costume educativo nobiliare : la nutritio nell'Occidente franco altemedievale." Paris 4, 2006. http://www.theses.fr/2006PA040166.

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Abstract:
Pendant le haut moyen âge un ensemble de pratiques auxquelles on applique la définition de fosterage, indiquées en latin par les termes nutritio et nutritura, permettent aux hommes de se mettre et de mettre leurs descendants sous la tutelle d’un étranger dans le but d’en garantir la formation et l’entretien. Sont des coutumes qui permettent de nouer des alliances, comportent la création de liens affectifs, mettent en relation des personnes de conditions sociales diverses. Entre le VIe et le VIIIe siècle ces rapports sont décrits par les sources hagiographiques qui racontent les vies de personnes aristocratiques. Ces, dès l’adolescence, sont confiées par les familles à d’autres représentants du monde nobiliaire ou aux souverains. Ces derniers, quelquefois assumant la tâche de nutritor, parfois confiant la mission à d’autres personnes, s’occupent de la formation et de l’entretien des nutriti, les éduquant à la vie de palais. À partir de la deuxième moitié du VIIIe siècle la nutritio semble modérer les caractères qui l’avoisinaient aux pratiques de commendatio et accentuant ses connotations aristocratiques se développe selon deux parcours. Le premier, poursuivra le modèle du nutritus intégré dans le monde de la cour. Le deuxième conduira la nutritio à conjuguer ses significations avec celles d’une pratique éducative aux caractères intellectuels. À partir du Xe siècle la situation politique et sociale apparaît transformée. Mais les aristocrates s’en remettrant pour l’éducation des héritiers aux nouveaux centres du pouvoir. Ces derniers ont offert des options éducatives valides qui ne négligeaient pas l’érudition qui s’était affirmée durant le siècle précédent
During the high middle ages a set of practices defined fosterage but pointed in latin by the terms nutritio and nutritura enable a man to place himself or his descendants under the protection of a stranger in order to assure professional training and keeping. These are customs enable to create alliance and to involve the creation of affective ties connecting peoples of different social conditions. From VIth to VIIth century these relations mainly are described by hagiographical sources describing aristocratic man’s lives. During their adolescence are commended by families to other nobles or directly to the sovereigns. Sometimes they undertake personally the task of nutritor, sometimes entrust it to other peoples who take care of training and keeping of the nutriti and bringing up them to courtly life. As from the second half of VIIIth century nutritio seems to restrain the characters assimilating it to practices of commendatio and, on the contrary, emphasizing its aristocratic connotations, will develop itself following two different ways. The first will pursue the model of the nutritus integrated in courtly world. The second will bring nutritio to conjugate its meanings with an educative practice connoted by pedagogical and intellectual characters. As from the Xth century, instead, political and social situation appears very different. But the members of aristocracy, sticking their intentions and ambitions, will entrust the education of their heirs to the new centres of power. These, although characterised by a strong political unstableness, will offer educational options that don’t will miss erudition became popular during the previous century
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Ranni, Davide. "La produzione di videoclip attraverso le sue trasformazioni economiche, sociali e distributive." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23538/.

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Abstract:
Questo lavoro intende dimostrare in quali modi e tramite quali strumenti la produzione di videoclip sia cambiata nel corso degli anni attraverso le sue trasformazioni nei campi della distribuzione, della legislazione e dei finanziamenti al videoclip. Comprendere cosa voglia dire oggi produrre un videoclip significa constatare come questi tre macro-argomenti abbiano influenzato, secondo diverse sfaccettature, i budget e gli investimenti monetari da parte delle case discografiche. Inoltre, non si vuole dare un giudizio sulla natura stilistica dei videoclip o fare una critica su quelli che stilisticamente si avvicinano a una bellezza cinematografica, ma affermare che una buona produzione e un discreto budget, uniti a una buona collocazione distributiva e l’uso di finanziamenti pubblici e privati, può far sì che il videoclip sia ancora un mezzo remunerativo, sia a livello economico sia a livello di immagine dell’artista. L’obiettivo principale, quindi, del videoclip è riferito alla sua funzione sociale e non alla finalità economica; l’engagement tra artista e audiece non comporta un ritorno ecnomico, ma un guadagno sociale, di immagine e di fidelizzazione perché un’artista, che sia un cantante, un attore o un qualsiasi performer nell’industria dell’entertainment, è possibile assimilarlo a un brand, a un’azienda che ha bisogno di “fedeli seguaci” che supportino il prodotto, il quale, in questi casi, coincide con la persona stessa.
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ERMINI, GIAMPAOLO. "La chiesa di Monte Oliveto Maggiore : origine, costruzione, trasformazioni (secoli XIV-XV)." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/11578/278326.

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Bonan, Giacomo <1987&gt. "Lo stato nei boschi. Trasformazioni istituzionali e conflitti ambientali nelle Alpi dell’Ottocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7897/1/bonan_giacomo_tesi.pdf.

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Abstract:
Il tema della tesi è la gestione e valorizzazione dei boschi in alcune valli delle Alpi orientali nel corso dell’Ottocento. In particolare, la ricerca approfondisce gli effetti a livello locale di alcune trasformazioni giuridico-amministrative relative all’utilizzo delle risorse ambientali introdotte nel periodo napoleonico e poi portate avanti durante la Restaurazione. L’analisi è stata condotta su un’area circoscritta – la zona del Cadore, corrispondente alla parte settentrionale dell’attuale provincia di Belluno – per un periodo di tempo relativamente limitato – i 60 anni che intercorrono tra l’introduzione del modello amministrativo francese a inizio Ottocento e l’annessione di questi territori al Regno d’Italia (1866). Ho scelto un approccio di ricerca che coniugasse le consolidate acquisizioni della storia politico-amministrativa con le recenti proposte della storia ambientale, e l’ambito individuato è quello della valorizzazione delle risorse forestali. Il motivo di questa scelta è semplice: in quest’area di montagna, il bosco e i diversi utilizzi che se ne facevano erano la risorsa principale e assumevano un’importanza vitale per la popolazione. Allo stesso tempo, il controllo sulle risorse forestali, sia per garantire i flussi di legname verso le aree urbane sia per limitare il dissesto idrogeologico, era considerato tema strategico in ambito governativo, e la sua rilevanza crebbe durante il processo di centralizzazione del potere statale nel corso dell’Ottocento. Ho adottato una scala d’analisi locale e microanalitica che si discosta dall’approccio solitamente utilizzato nello studio di questi temi, tendente a favorire ricerche su ambiti territorialmente più vasti, nazionali o regionali. Questa scelta consente di concentrare l’analisi non solo sulle politiche forestali adottate a livello governativo, quanto sulla loro concreta ricezione, contrattazione e applicazione a livello locale. Infine, l’approccio microanalitico mi ha permesso di mettere in relazione questi aspetti con altri fattori, di natura istituzionale ed economico-sociale, che influirono in egual misura sulla gestione delle risorse boschive.
The subject of this research is the use and the management of forest in few valleys of Eastern Alps during the nineteenth century. In particular, the research examines the effects at the local level of some judicial transformations concerning the use of natural resources introduced during the Napoleonic period and carried out after the Restoration. Geographically, this investigation is concentrated on the area of Cadore, the northern part of Belluno Province. Chronologically, it focuses on the period between the Napoleonic administration of this territory, at the beginning of nineteenth century, and its annexation to the Kingdom of Italy (1866). The research approach combines the consolidated acquisitions of institutional history with the recent proposals of environmental history. The preferred field of analysis is the management of common woodlands. The reason for this choice is simple: in this mountainous area, the attitude adopted to forest resources was crucial to sustaining local population. At the same time, during the nineteenth century State centralization process, forest control was becoming a strategic issue for the governmental authorities, intent on guaranteeing the long-term supplies of timber necessary for urban areas, and limiting down stream hydro-geological flood risk. Rather than the macro-analytic regional or national territorial scale on which studies of similar phenomena are often conducted, I have selected a local and micro-analytical approach. This choice allowed me to focus not only on the forest policies introduced by the government; it also facilitated analysis of these administrative transformations in respect of their reception, application, and mediation at the local level. Finally, the micro-analytical approach allows correlating these aspects with other factors that equally influenced forest resources management, both institutional and socio-economical.
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Di, Silvestre Stefano <1986&gt. "Dall'Africa romana all'Ifriqiya musulmana, un territorio in transizione. Analisi delle trasformazioni urbane." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2385.

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Abstract:
Topografia ed elementi di storia dell'urbanistica nel territorio dell'Africa romana orientale, con approfondimento per l'età Tardoantica. Integrazione tra lo studio delle fonti geografiche dirette islamiche e le informazioni ricavate dalle pubblicazioni di scavo dei siti compresi nel territorio dell'Ifriqiya islamica (Tunisia, Tripolitania e Algeria nord-orientale) per una ricostruzione cartografica e topografica dell'insediamento medievale. Schede di sito dei principali centri urbani tra il VI e l'XI secolo.
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NGUYEN, THI NGOC GIAO. "Sulle trasformazioni cremoniane piane di grado basso e le loro lunghezze quadratiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200570.

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Abstract:
Sia P^2 il piano proiettivo complesso e sia Cr(P^2) il suo gruppo di Cremona, ovvero il gruppo di applicazioni birazionali P^2 ---> P^2. Il celebre teorema di Noether-Castelnuovo afferma che Cr(P^2) è generato dagli automorfismi di P^2 e dalla trasformazione quadratica elementare σ: [x : y : z] -> [yz : xz : xy]. Quindi una trasformazione cremoniana qualsiasi φ può essere scritta come φ = α_0 ◦ σ ◦ α_1 ◦… ◦ σ ◦ α_n, dove α_0,…, α_n sono automorfismi di P^2. Diciamo che una decomposizione di φ come sopra è "minimale" se così è n tra tutte le decomposizioni di φ. Chiamiamo tale n "lunghezza quadratica ordinaria" di φ e la indichiamo con oq(φ). Ricordiamo che una trasformazione cremoniana piana quadratica è detta "ordinaria" se ha tre punti base propri. In altre parole, oq(φ) è il numero minimo di trasformazioni cremoniane piane quadratiche ordinarie necessarie per decomporre φ. Allo stesso modo, definiamo la "lunghezza quadratica" di una trasformazione cremoniana piana φ come il numero minimo di trasformazione cremoniane piane quadratiche necessarie per decomporre φ e lo indichiamo con q(φ). Anche se il metodo per decomporre una trasformazione cremoniana piana φ in quadratiche è noto da più di un secolo, non è ancora noto un algoritmo che calcola la lunghezza quadratica ordinaria o la lunghezza quadratica di φ. Da questo punto di vista, è naturale affermare che due trasformazioni cremoniane piane φ e ψ sono equivalenti se esistono due automorfismi α e β di P^2 tali che φ = α ◦ ψ ◦ β. Recentemente, Dominique Cerveau e Julie Déserti hanno classificato le trasformazioni cremoniane piane cubiche in 32 tipi, ovvero 27 tipi sono una singola mappa, 4 tipi sono famiglie che dipendono da 1 parametro e l’ultimo tipo è una famiglia che dipende da due parametri. La loro classificazione si basa sull'analisi delle curve piane contratte da una trasformazione cremoniana piana cubica. Uno dei risultati principali di questa tesi è la classificazione completa delle classi di equivalenza delle trasformazioni cremoniane piane cubiche, che sono divise in 31 tipi, vale a dire 25 tipi sono trasformazioni singole, 5 tipi sono famiglie dipendenti da un parametro e l’ultimo tipo è una famiglia dipendente da due parametri. La nostra classificazione si basa sui cosiddetti grafi di prossimità arricchiti dei punti base delle trasformazioni cremoniane piane cubiche, ovvero un modo per codificare le relazioni di prossimità tra i punti base, insieme alle loro proprietà di collinearità. Confrontando le due classificazioni, si vede che Cerveau e Déserti hanno fatto alcune imprecisioni e si sono dimenticati un tipo. Per quanto riguarda le trasformazioni cremoniane piane quartiche, ricordiamo che possono essere trasformazioni di De Jonquières, se hanno un punto base triplo e 6 punti base semplici, o trasformazioni non di De Jonquières, se hanno 3 punti base doppi e 3 punti base semplici. Una classificazione completa delle classi di equivalenza delle trasformazioni cremoniane piane quartiche sembra essere fuori portata. Tuttavia, forniamo un elenco completo di tutti i possibili grafi di prossimità arricchiti dei punti di base di tutte le trasformazioni cremoniane piane quartiche: per la precisione, ci sono esattamente 382 tipi di grafi di prossimità arricchiti di trasformazioni quartiche di De Jonquières e 106 tipi di grafi di prossimità arricchiti di trasformazioni quartiche non di De Jonquières. Infine, ci occupiamo di trasformazioni di De Jonquières di grado arbitrario. Diamo dei limiti alla lunghezza quadratica ordinaria e alla lunghezza quadratica di alcuni tipi di trasformazioni di De Jonquières e descriviamo un algoritmo che calcola queste lunghezze sotto l’ipotesi che una decomposizione minimale sia realizzata usando solo le trasformazioni di De Jonquières.
Let P^2 be the complex projective plane and let Cr(P^2) be its Cremona group, that is the group of birational maps P^2 ---> P^2. The celebrated Noether-Castelnuovo Theorem states that Cr(P^2) is generated by automorphisms of P^2 and the elementary quadratic transformation σ: [x : y : z] -> [yz : xz : xy]. So any plane Cremona map φ can be written as φ = α_0 ◦ σ ◦ α_1 ◦ … ◦ σ ◦ α_n, where α_0,…, α_n are automorphisms of P^2. Let us say that a decomposition of φ as above is "minimal" if so is n among all decompositions of φ. Let us call such n the "ordinary quadratic length" of φ and denote it by oq(φ). Recall that a quadratic plane Cremona map is called "ordinary" if it has three proper base points. In other words, oq(φ) is the minimal number of ordinary quadratic maps needed to decompose φ. Similarly, let us define the "quadratic length" of a plane Cremona map φ as the minimal number of quadratic maps needed to decompose φ and let us denote it by q(φ). Even if the method to decompose a plane Cremona map φ in quadratic ones is known from more than one century, it is not yet known an algorithm that computes the ordinary quadratic length or the quadratic length of φ. From this point of view, it is natural to say that two plane Cremona maps φ and ψ are equivalent if there exist two automorphisms α and β of P^2 such that φ = α ◦ ψ ◦ β. Recently, Dominique Cerveau and Julie Déserti gave a classification of cubic plane Cremona maps in 32 types, namely 27 types are a single map each, 4 types are families depending on 1 parameter and 1 type is a family depending on two parameters. Their classification is based on the analysis of plane curves contracted by a cubic plane Cremona map. One of the main results of this thesis is the complete classification of equivalence classes of cubic plane Cremona maps, that are divided in 31 types, namely 25 types are single maps, 5 types are families depending on 1 parameter and 1 type is a family depending on two parameters. Our classification is based on the so-called enriched proximity graphs of the base points of cubic plane Cremona maps, that is a way to encode the proximity relations among the base points, together with their collinearity properties. Comparing the two classifications, we see that Cerveau and Déserti missed one type and they made some inaccuracies. Concerning quartic plane Cremona maps, recall that they can divided in De Jonquières maps, that have a triple base point and 6 simple base points, and non-De Jonquières maps, that have 3 double base points and 3 simple base points. A complete classification of equivalence classes of quartic plane Cremona maps seems to be out of reach. Nonetheless, we give a complete list of all possible enriched proximity graphs of the base points of all quartic plane Cremona maps, namely there are exactly 382 types of enriched proximity graphs of quartic De Jonquières maps and 106 types of enriched proximity graphs of quartic non-De Jonquières maps. Finally, we deal with De Jonquières maps of arbitrary degree. We give some bounds on the ordinary quadratic length and the quadratic length of some types of De Jonquières maps. Furthermore, we give an algorithm that computes these lengths under the assumption that a minimal decomposition is realized by using De Jonquières maps only.
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Spiri, Andrea <1977&gt. "Le trasformazioni del PSI e i mutamenti del sistema politico italiano (1975-1981)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/252/1/Dottorato_Andrea_Spiri.pdf.

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Spiri, Andrea <1977&gt. "Le trasformazioni del PSI e i mutamenti del sistema politico italiano (1975-1981)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/252/.

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Stincheddu, Antonio Domenico <1969&gt. "Il governo delle città nelle grandi trasformazioni urbane: piano urbanistico e progetto urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/4187/1/Tesi_Stincheddu_Antonio.pdf.

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Stincheddu, Antonio Domenico <1969&gt. "Il governo delle città nelle grandi trasformazioni urbane: piano urbanistico e progetto urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/4187/.

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Picciati, Mattia <1990&gt. "Taiwan e la rivoluzione sessuale: trasformazioni socio-politiche e movimenti di attivismo LGBT." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6385.

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Abstract:
Presentazione e analisi della realtà di Taiwan dal punto di vista sociale, politico e giuridico, con particolare attenzione alle fondamentali trasformazioni avvenute dal 1945 a oggi. Excursus sui principali movimenti femministi e di stampo religioso saliti al potere negli ultimi decenni e le relative implicazioni nello scenario politico. Analisi linguistica dei principali termini del gergo LGBT, formazione e storia degli stessi, in parte provenienti dalla cultura tradizionale di epoca imperiale e in parte di recente formazione. Presentazione e analisi dei principali movimenti di attivismo LGBT taiwanese mainstream e radicali, oltre all'attività del Centro per lo studio delle sessualità della National Central University di Zhongli. In conclusione, analisi del rapporto tra essi e il potere centrale.
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Renis, Giulia <1991&gt. "L'ultima fase di frequentazione dell'Insula 12 della Regio I: funzionalità e trasformazioni d'uso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11573.

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Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di fornire una visuale a tutto campo dei complessi edilizi e degli impianti commerciali ed artigianali che costituiscono l’insula 12 della Regio I nella loro ultima fase di frequentazione prendendo in considerazione la documentazione edita ed inedita, costituita da Diari di scavo, bozzetti e disegni e grazie ad una ricognizione autoptica e a successiva documentazione fotografica. In particolare, notevole importanza viene data alla funzionalità delle strutture e alla loro trasformazione a seguito del sisma del 62 d.C.
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Gobbat, Margherita <1992&gt. "La percezione da parte della comunità moldava in Italia delle trasformazioni post socialiste." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17983.

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Abstract:
L’obiettivo di questo studio è di analizzare la percezione dei cambiamenti sociali avvenuti con il crollo dell’Unione Sovietica, da parte degli immigrati moldavi residenti in Italia. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e ottenuta l’indipendenza, in Moldova iniziò un difficile periodo di crisi economica e sociale, che costrinse migliaia di cittadini moldavi a immigrare in vari paesi, tra cui l’Italia. Per analizzare come le trasformazioni hanno influito sulla comunità moldava sono stati intervistati presidenti e membri di alcune Associazioni di immigrati in Italia. Pertanto, inizialmente la metodologia di ricerca si è avvalsa della storiografia sulla transizione post comunista e della storia moldava, di dati statistici e dalla letteratura scientifica; per essere poi confrontati e dibattuti con i risultati pervenuti dalla ricerca qualitativa e in particolare dalle interviste. Tramite la peculiare prospettiva di chi ha vissuto il comunismo, la povertà del post socialismo e la diaspora in Italia, sono emerse le eredità del comunismo, le politiche della memoria, i traumi culturali, le reazioni di adattamento, di rifiuto, di nostalgia dell’ultima generazione sovietica moldava ai cambiamenti intercorsi con la caduta del socialismo.
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Giacomello, Federico. "Trasformazioni morfologiche e funzionali della città postclassica. L'esempio di Borgo Rudena a Padova." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3421830.

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Abstract:
This thesis project is part of a line of research begun in 2007 by the Teaching of Medieval Archeology of the Department of Cultural Heritage of the University of Padua, called ARMEP - Residential Architecture of Padua, with scientific direction by Alexandra Chavarria. ARMEP had been focused on the urban area delimited by the Bacchiglione river, or the inner defended by the first city wall. This thesis focuses on two main aspects: the updating and compilation of the GIS - ARMEP and the study of a neighbourhood beyond the city walls, called Rudena, today divided between Sant'Antonio's surroundings and borgo Altinate. The study was carried out by integrating archaeological data, architectural evidence, written sources, iconographic sources and GIS analyzes, carried out on 19th century historical cartography.
Questo progetto di tesi è parte di una linea di ricerca iniziata nel 2007 dall'Insegnamento di Archeologia Medievale del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Padova, denominata ARMEP - Architetture Residenziali Medievali di Padova, con direzione scientifica di Alexandra Chavarria. ARMEP era stato incentrato sul settore urbano delimitato dall'ansa del Bacchiglione, ovvero il nucleo cittadino interno alla prima cinta muraria comunale. Questa tesi è incentrata su due aspetti principali: l'aggiornamento e la compilazione del GIS - ARMEP e lo studio di un borgo di genesi bassomedievale, oltre la cinta muraria, denominato in antico Rudena e oggi diviso tra la cittadella di Sant'Antonio e borgo Altinate. Lo studio è stato eseguito integrando dati archeologici, evidenze architettoniche, fonti scritte, fonti iconografiche e analisi GIS, svolte sulla cartografia storica di XIX secolo.
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Masotto, Nicola. "La valutazione ambientale nelle trasformazioni territoriali in ambito alpino: applicazione del Metodo AHP." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423142.

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Abstract:
The activities carried out for this research have been developed following a methodological pathway that starts from a cultural question, i.e which planning "strategies" can be adopted in an alpine geographic area undergoing high depopulation trends despite a certain degree of economic maturity, such as in the case of Belluno province. To this end, all possible "policies" have been analysed with the goal to change this criticality, starting from the consideration that the geographical isolation of this territory is caused by the absence of an alpine road pass to the North and the infrastructural deficit of the whole Province. The main issues addressed are listed here below: • Accessibility, to understand how it can influence territorial disparities; • The social demands of the territory of Belluno Province with reference to the accessibility to the North; • The transport scenarios that are being strategically developed in relation to national and international connections (those we could define as "new communication strategies"); • The elaboration and application of a new evaluation model as a decision support, called Analytic Hierarchy Process (AHP), within a process of Strategic Environmental Assessment (SEA). In particular, the last aspect has been developed by identifying an evaluation model, among the many others in literature, which could ensure a better effectiveness of the SEA process, a general method to evaluate the sustainability of programming processes (as the "policies" of territorial development) and planning. In this sense the AHP has been considered, and it has been developed not only to test its effectiveness as an evaluation instrument, able to produce important results to support decisions, but also to verify whether this model can be used in the general SEA process. This experimentation of integrating the AHP model into the SEA has thus shown that the AHP can increase the effectiveness of the SEA (if the AHP model is applied during the ex ante stage of the SEA), by improving its strategic significance, in the sustainability checks of large-scale planning and programming actions.
Le attività condotte ai fini di questa ricerca sono state sviluppate seguendo un percorso metodologico che parte da un quesito di carattere culturale, ovvero quali "strategie" pianificatorie si possono adottare in un ambito geografico alpino oggetto di un elevato fenomeno di spopolamento, nonostante una certa maturità economica, come il caso della provincia di Belluno. A tal fine sono state indagate le possibili "politiche" da sviluppare per modificare tale criticità, partendo dalla constatazione che l'isolamento geografico di questo territorio è causato dall'assenza di un valico alpino a Nord e dal deficit infrastrutturale dell'intera provincia. I temi affrontati sono i seguenti: • l'accessibilità, per comprendere quanto essa possa influire sulle sperequazioni territoriali; • le domande sociali del territorio bellunese interessate al tema dell'accessibilità verso Nord; • gli scenari trasportistici che si stanno configurando a livello strategico riguardo alle connessioni nazionali ed internazionali (ossia quelle che potremmo definire come "nuove geografie delle comunicazioni"); • la costruzione e l'applicazione di un modello di valutazione di supporto alle decisioni, denominato Analytic Hierarchy Process (AHP), all'interno di un processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). L'ultimo aspetto, in particolare, è stato sviluppato individuando un modello valutativo, tra i molti presenti in letteratura, che permettesse di migliorare l'efficacia del processo di VAS, metodo generale per valutare la sostenibilità dei processi programmatori (come le "politiche" di sviluppo territoriale) e pianificatori. In questo senso si è posta l'attenzione sull'AHP che è stata sviluppata non solo per testarne l'efficacia come strumento valutativo, ovvero capace di fornire risultati significativi nel supporto alle decisioni, ma anche per verificare se detto modello può essere collocato nel generale processo di VAS. Tale sperimentazione di integrazione del modello AHP nella VAS, ha quindi permesso di dimostrare che l'AHP può rendere maggiormente efficace la VAS (se il modello AHP viene applicato nella fase ex ante della VAS), aumentandone il significato strategico, nella verifica della sostenibilità di azioni pianificatorie e programmatorie a scala vasta.
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POLITO, CATERINA. "ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/767.

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Abstract:
La ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico. Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale. Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna. Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche. L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi. Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri. All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web. Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna. L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale. Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta. La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).
Urban archaeology Lecce
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POLITO, CATERINA. "ARCHEOLOGIA URBANA A LECCE. LE TRASFORMAZIONI DELLA CITTA' DALL'ETA' DEL FERRO ALL'ETA' TARDOROMANA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/767.

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Abstract:
La ricerca s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Università del Salento all’interno del Progetto “Lecce Sotterranea”, un’iniziativa nata nel 2000 che mira a sviluppare a Lecce le moderne prospettive dell’Archeologia Urbana. La stretta collaborazione avviata fra Università, Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha portato negli anni 2000-2009 alla realizzazione di numerosi scavi archeologici all’interno del centro storico. Questi interventi hanno evidenziato la ricchezza stratigrafica del sottosuolo leccese portando alla luce nuovi e significativi elementi per la ricostruzione della topografia della città e delle trasformazioni che ne hanno definito la fisionomia attuale. Il lavoro di ricerca è basato principalmente sull’analisi e lo studio di dati ancora inediti che, sommati ai numerosi ritrovamenti effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, spesso occasionali o avulsi dal contesto di provenienza, hanno permesso di pervenire ad una lettura diacronica delle fasi della città di Lecce compresa tra l’Età del Ferro e l’Età moderna. Il progetto di ricerca ha previsto lo studio analitico e contestuale di tutte le evidenze rinvenute fino ad oggi. Sono stati presi in esame, inoltre, tutti i cantieri urbani attivati nell’ambito del Progetto Lecce Sotterranea illustrando i dati emersi secondo una suddivisione in periodi e fasi cronologiche. L’utilizzo della tecnologia GIS ha permesso di gestire agevolmente la grande mole di dati recuperata negli ultimi anni e di creare una base cartografica informatizzata diacronica che comprende la sistematica localizzazione di tutte le evidenze acquisite fino ad oggi. Questa cartografia costituisce una griglia critica sulla quale posizionare ed elaborare tutti gli scavi futuri. All’interno della Piattaforma GIS di Lecce confluisce il GIS di scavo di Palazzo Vernazza, un grande archivio dati facilmente interrogabile ed in futuro consultabile attraverso il web. Sono stati individuati complessivamente IX periodi più ampi, corrispondenti alle grandi trasformazioni che hanno interessato l’area di indagine che coprono un arco cronologico che va dall’Età del Ferro a quella moderna. L’analisi contestuale di tutti i dati editi e di quelli inediti ha permesso una organica rilettura della ricostruzione urbanistica e topografica della città, permettendo di cogliere le sue trasformazioni, le continuità e le cesure avvenute durante i secoli che hanno contribuito a modellare il paesaggio urbano attuale. Il recupero di tutta la documentazione edita e di tutti i dati pregressi ha consentito, inoltre, la realizzazione di una Carta Archeologica dei rinvenimenti per la città di Lecce, al momento inesistente. Il dato grafico, rappresentato attraverso una simbologia che permette di visualizzarne il grado di affidabilità, è corredato da schede descrittive che compendiano le informazioni visualizzate nella Carta. La cartografia archeologica della città permetterà una corretta valutazione delle sue risorse archeologiche e sarà utilizzabile oltre che in ambito scientifico (ricerche archeologiche e storiche) anche in quello amministrativo (programmazione degli interventi, protezione del patrimonio).
Urban archaeology Lecce
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Trotta, Valentina. "Trasformazioni del paesaggio nel territorio di Segesta tra VII e II SECOLO a.C." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1782.

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Abstract:
2012 - 2013
La ricerca propone un’analisi delle dinamiche di popolamento che hanno caratterizzato la parte di territorio compresa all’interno dei confini comunali di Calatafimi-Segesta tra il VII ed il II secolo a.C., attraverso una revisione critica dei dati del survey condotto dall'Università di Siena negli anni 1995-1997, finalizzato alla redazione di una Carta archeologica del Comune. La scelta del termine cronologico più antico è dovuta al fatto che le prime tracce materiali di una pianificazione dello spazio cultuale, e forse anche abitativo, sul Monte Barbaro, sede in età classica dell'abitato indigeno di Segesta, risalgono all'ultimo quarto del VII secolo a.C. Nel corso dell'età ellenistica si assiste ad una profonda trasformazione del paesaggio segestano, con la fitta occupazione stabile delle campagne. Alla fine del II secolo a.C. una netta cesura è evidente nella complessa ristrutturazione urbanistica della città di Segesta e nelle forme monumentali di alcune aree cultuali nel territorio circostante, espressioni del potere politico e della ricchezza della classe dirigente locale. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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SALATIN, FRANCESCA. "La Basilica di Massenzio : storia, significati, trasformazioni urbane tra tardo-medioevo ed età moderna." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/11578/278653.

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CAVALLARO, VALTER. "Costruire il presente : progettazione delle trasformazioni di una macchina non banale : il sistema territoriale." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1995. http://hdl.handle.net/11578/278270.

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Chimisso, Maddalena. "La Fiat di Termoli 1970-1992. Produzione industriale e trasformazioni territoriali nel Molise contemporaneo." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2015. http://hdl.handle.net/11695/66417.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca ha per oggetto la storia della Fiat a Termoli e dell’impatto alla scala socio-economica e territoriale derivato dal suo insediamento nell’area basso-molisana. La strategia, elaborata negli anni Settanta, dall’azienda torinese considerava la possibilità di investire a Sud ricorrendo agli incentivi resi disponibili dallo stato per favorire l’industrializzazione nel Mezzogiorno: il piano d’investimenti includeva impianti a Bari, Cassino, Vasto-San Salvo, Nardò, Termini Imerese, Lecce, Sulmona e Termoli. Il caso termolese rappresenta un esempio concreto della “contrattazione programmata”, che prevedeva la compartecipazione di capitali pubblici e privati, e un caso-studio da cui partire per analizzare le principali fasi degli investimenti Fiat a Sud. L’area basso-molisana scelta per l’insediamento Fiat fu invasa dalla presenza dell’industria che, superando i confini dello spazio della produzione e del suo contorno ambientale, si rivolse all’intero ambito urbano. In Molise, l’attività di progettazione di gruppi specializzati nell’engineering al servizio dell’industria si estese a una scala territoriale più ampia con la progettazione di quartieri operai, anche nei comuni prossimi alla zona industriale. L’interesse della Fiat Engineering si rivolse sia all’edilizia residenziale destinata ai lavoratori della fabbrica, sia alla progettazione di strutture ricettive. La realizzazione di alberghi costruiti ex novo, unitamente alla riconversione in strutture per l’ospitalità di preesistenze edilizie, avrebbe inizialmente attenuato il problema alloggiativo degli operai, e successivamente rappresentato un vantaggio per lo sviluppo turistico. Sempre più l’attuale crisi economica porta a intendere il lavoro come una pratica ormai a rischio di estinzione; se è vero che l’occupazione in fabbrica sta scomparendo è altresì giusto affermare che essa rappresenta un aspetto importante della storia del mondo occidentale, dai paesi first comers ai territori più periferici -quali Termoli- dove l’industria ricopre un ruolo importante. Il riconoscimento del ruolo che lo stabilimento Fiat ha svolto (e svolge) per Termoli e per l’area basso-molisana, ha determinato il desiderio di approfondirne la storia: a Termoli il valore del territorio inteso quale sistema culturale complesso, può essere indagato anche attraverso lo studio di un impianto industriale relativamente recente e tutt’ora attivo. Il riconoscimento, da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del valore storico dell’insediamento Fiat Case Sud di Termoli testimonia il processo di storicizzazione in atto, direttamente legato alla fabbrica. Le Case Fiat, realizzate dalla Fiat Engineering, sono infatti state iscritte nella lista delle architetture italiane del secondo Novecento da salvaguardare e tutelare per il ruolo significativo nell’evoluzione tipologica e nelle costruzioni sperimentali. Riflettere sullo stabilimento Fiat di Termoli significa riflettere sulla dimensione urbano-territoriale, economica, sociale (e culturale) e sui dualismi derivanti dalla grande industria presente in un ambito territoriale circoscritto (globale/locale), con vocazioni plurime di sviluppo (agricoltura/industria/turismo), profondamente modificato (conservazione/partecipazione), inizialmente interessato da uno sviluppo accelerato (partecipazione/imposizione).
This research study has as its objective the history of the Fiat Factory in Termoli and its impact on the social, economic and territorial scale in the lower Molise area. The strategy, elaborated in the seventies by Fiat, intended investing in the South, thanks to State incentives supporting industrialization in the South of Italy: the investment plan included factories in Bari, Cassino, Vasto San Salvo, Nardò, Termini Imerese, Lecce, Sulmona and Termoli. Termoli represents a concrete example of “programmed contracting”, which included public and private capital, and a case study to analyse the principle phases of Fiat investments in the South. The lower Molise area, chosen as the location for the Fiat Factory, was invaded by the presence of industry, which overstepped the limits of production space and its immediate environment and expanded into the entire urban space. Specialised engineers developed projects on a larger territorial scale to include workers’ quarters even in the municipalities near the industrial area. Fiat Engineering turned its interest to both residential buildings for the factory workers as well as to the design of accommodations. The construction of new hotels, together with the reconversion of pre-existing buildings into accommodation structures initially alleviated the problem of accommodating workers, and later became an advantage for the development of tourism. The present economic crisis has brought on the belief that work is risking extinction and even if factory jobs are disappearing, they represent an important aspect in the history of the Western world, from the new comers to those more peripheral like Termoli, where industry has acquired an important role. The recognition of the Fiat factory’s role, in Termoli and in the lower Molise area, has determined a desire to further study its history. In Termoli the value of the territory, understood as a complex cultural system, can be investigated by studying this recently established industry, which continues to strive. The Ministry of Culture and Tourism has acknowledged Fiat Case Sud, in Termoli, as an added value to the historic testimony of the factory. The Case Fiat, designed by Fiat Engineering, have been recognised as Italian architectural patrimony of the twentieth century, to be safeguarded and protected, for their significant role in the evolution of technology in experimental construction. The study of the Fiat factory in Termoli is a means to analyse the urban, territorial, economic, social (and generic cultural) dimensions and the duality deriving from the presence of a large industry on a small territory (global/local), with a plurality of vocations (agriculture/industry/tourism) profoundly modified (conservation/participation), and initially overtaken by rapid development (participation/imposition).
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SANNA, ROBERTO. "Architetture di campo. L’azienda rurale come nuovo centro delle trasformazioni del paesaggio in Sardegna." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2021. http://hdl.handle.net/11584/313902.

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Abstract:
Nowadays, the dynamics of the European rural landscapes have reignited the debate on the role of the farm, as a fundamental tool for the sustainable and multifunctional management of the agro-systems. This is peculiarly true in a critical phase like the current one, where it is at stake the role of Sardinia in an increasingly unstable globalization scenario, with outgoing changes in the usual paradigms of rural societies and their ability to ‘produce’ landscapes. Thus, the Thesis aims to explores the individual, collective and reformist attempts to colonise with isolated farm units the ‘empty’ countryside of the island outside the ‘longue-durée’ settlements during the last century. After an overview of the liaison in Europe between architectural design and farming systems across tradition and modernity, this study shapes the deep modifications of the farms ‘heritage’ in Sardinia focusing on the tectonic relationship between buildings, production and landscape. Moreover, this Thesis submits an interpretation scheme of the typo-morphological variations of the agropastoral farms related to a valley-section of the rural landscapes of Sardinia. Indeed, the farm, as a unit of interpretation of the landscape dynamics, involves the management of the ground, to be considered as an operative platform of physical and temporal layers where the techniques, the nature of the biotic and abiotic elements available in the site shaped the landscapes features through a residual and adaptable approach vis-à-vis the ecological framework. As a result, it is argued that such dynamics, so similar to other marginal areas of Europe, could represent a gateway for rethinking the recursion between conservation and modification in the rural architecture, and so through the exploration of future-oriented scenarios where the contemporary Sardinian farms can overcome the specialised models towards multifunctional, poly-cultural and shared hubs for the inhabitants of rural contexts.
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VITALE, ALESSIA. "Trasformazioni sensibili. Una ricerca - formazione sulle rappresentazioni in due servizi educativi per la famiglia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/23554.

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Abstract:
The inquiry was carried out starting from the following question: what are the reciprocal representations that are generated and interchanged between practitioners and families in educational family-care services? This question arose from a premise that the existence of a connection between the ideas/images of both practitioners and families and their actions inside the services. Moreover, we considered the possibility to generate reflexivity about the practices and possibly transformations in the services while studying the world of ideas. In the fist part of my thesis, I focused on the epistemological premises of the research. I have chosen as a framework the ecological paradigm and the social constructivist perspective. I discussed the state-of-the-art of the family pedagogy and I defined the term "representation". I treated the term representation in its sensitive dimension, I focused on the way the senses build the ideas and knowledge. In the second part of my dissertation, I presented the research I carried out in two different services dealing with family issues. In these services, I carried out a it recherche-formation involving both practitioners and families. I used as a methodological model the so called "Spiral of knowledge" and I analysed the materials produced during the meetings together with the other researchers involved. The materials have been analysed in the framework of a model inspired by the "Spiral of knowledge". At the end of the research, we organised a meeting with all practitioners and families to discuss about the research. The third part of the thesis outlines the two main lines of reflection I followed in my dissertation. The first one concerns the representation of the services generated by the subjects: services appeared as "liquid places". The second line concerns the reflection on the transformative aspects related to the research methodological and theoretical basis.
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IUDICONE, FELICIANO. "TRASFORMAZIONI DELLA FIGURA DEL DATORE DI LAVORO MULTINAZIONALE. FENOMENI DI MOBILITA' GEOGRAFICA E TUTELE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/59518.

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Abstract:
La tesi esplora le sfide poste al diritto del lavoro e alla politiche europee dal distacco di lavoratori, illustrando le sue complesse relazioni con le libertà economiche da un lato e con i diritti sociali dall’altro. In particolare, si propone una analisi della normativa europea alla luce della sua interpretazione da parte della Corte di Giustizia Europea e della concreta applicazione da parte delle autorità pubbliche. Il lavoro è arricchito da evidenze di tipo quantitativo e qualitativo sui flussi e sulle condizioni lavorative dei lavoratori distaccati, incluse le attività e i risultati di progetti volti a migliorare la comprensione del fenomeno rafforzando, al contempo, le capacità di ispettorati e sindacati. Le conclusioni propongono diversi percorsi di riforma, ispirati da visioni alternative dell’equilibrio tra libertà economiche e diritti sociali.
The thesis explores challenges posed to labour law and to European policies by the posting of workers, highlighting its complex relations with economic freedoms on the one side and with social rights on the other side. This is done by providing an analysis of EU-level law provisions in the light of their interpretation by the European Court of Justice and implementation by public authorities. The work is integrated by quantitative and qualitative evidences on flows and working conditions of posted workers, including activities and outcomes of projects meant to improve understanding of the phenomenon while empowering stakeholders, such as inspectorates and unions. The conclusions propose different pathways to reform posting rules, inspired by alternative visions on the balance between economic freedoms and social rights.
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IUDICONE, FELICIANO. "TRASFORMAZIONI DELLA FIGURA DEL DATORE DI LAVORO MULTINAZIONALE. FENOMENI DI MOBILITA' GEOGRAFICA E TUTELE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/59518.

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Abstract:
La tesi esplora le sfide poste al diritto del lavoro e alla politiche europee dal distacco di lavoratori, illustrando le sue complesse relazioni con le libertà economiche da un lato e con i diritti sociali dall’altro. In particolare, si propone una analisi della normativa europea alla luce della sua interpretazione da parte della Corte di Giustizia Europea e della concreta applicazione da parte delle autorità pubbliche. Il lavoro è arricchito da evidenze di tipo quantitativo e qualitativo sui flussi e sulle condizioni lavorative dei lavoratori distaccati, incluse le attività e i risultati di progetti volti a migliorare la comprensione del fenomeno rafforzando, al contempo, le capacità di ispettorati e sindacati. Le conclusioni propongono diversi percorsi di riforma, ispirati da visioni alternative dell’equilibrio tra libertà economiche e diritti sociali.
The thesis explores challenges posed to labour law and to European policies by the posting of workers, highlighting its complex relations with economic freedoms on the one side and with social rights on the other side. This is done by providing an analysis of EU-level law provisions in the light of their interpretation by the European Court of Justice and implementation by public authorities. The work is integrated by quantitative and qualitative evidences on flows and working conditions of posted workers, including activities and outcomes of projects meant to improve understanding of the phenomenon while empowering stakeholders, such as inspectorates and unions. The conclusions propose different pathways to reform posting rules, inspired by alternative visions on the balance between economic freedoms and social rights.
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GHAFFARI, RASSA. "Gender through Generations: ruoli e rappresentazioni di genere tra due generazioni della classe media di Tehran." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277249.

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Abstract:
L’obiettivo della presente ricerca è di investigare le trasformazioni delle rappresentazioni e narrazioni dei ruoli di genere di due campioni di uomini e donne iraniani/e della classe media di Tehran, appartenenti a due generazioni differenti: il primo gruppo è composto da individui nati tra il 1960 e il 1969, ed appartenenti perciò a quella che la letteratura scientifica internazionale definisce Generazione X. Il secondo gruppo include giovani donne e uomini nate/i tra il 1990 e il 1999, definiti come membri della Generazione Millennial. Avvalendosi di una metodologia di ricerca mista, composta da analisi documentaria, un’analisi secondaria di dati statistici e interviste narrative con uomini e donne di entrambe le generazioni, questo studio ha permesso di analizzare le complessità e contraddizioni insite nei processi di elaborazione e negoziazione delle identità di genere di questi/e attori e attrici sociali. A d una interpretazione spesso semplicistica e sterotipizzata del mutamento sociale come ineluttabile e lineare processo da modelli e comportamenti “tradizionali” ad uno non meglio identificata nozione di “modernità”, la ricerca contrappone una lettura basata sul concetto di “bricolage culturale post-moderno”: un creativo processo di costruzione di significati attraverso la rielaborazione di elementi ed istanze precedenti e nuove, in cui il soggetto può operare scelte innovative e consapevoli in accordo con le proprie condizioni ed attitudini.
The aim of the present research is to investigate the transformations of the representations and narrations of gender roles among two samples of Iranian men and women of Tehran’s middle class, belonging to two different generations: the first group is composed of individuals born between 1960 and 1969, and therefore belonging to what the international scientific literature defines Generation X. The second group includes young women and men born between 1990 and 1999, defined as members of the Millennial Generation. Using a mixed research methodology, consisting of documentary analysis, a secondary analysis of statistical data and narrative interviews with men and women of both generations, this study allowed us to deepen the complexities and contradictions intrinsic of the processes of elaboration and negotiation of gender identity among these social actors. Instead of an often simplistic and sterotyped interpretation of social change as an ineluctable and linear process from "traditional" models and behaviors to an unidentified notion of "modernity", the research contrasts the concept of "post-modern cultural bricolage": a creative process of construction of meanings through the rielaboration of previous and new elements and instances, in which the subject can make innovative and conscious choices in accordance with his/her own conditions and attitudes.
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