Academic literature on the topic 'Trasformazioni urbanistiche'

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Journal articles on the topic "Trasformazioni urbanistiche"

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Prosdocimi, Maritza. "London Transformed: John Nash e l'ibrido progettuale." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 174–89. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096016.

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Abstract:
Nella prima metà dell'Ottocento i ‘London Improvements' realizzano trasformazioni urbanistiche che testimoniano un nuovo atteggiamento rispetto alla città in Europa, all'indomani del trauma delle guerre napoleoniche, nel confronto col nuovo assestamento post-bellico. Questi progetti sono da attribuire alle abilità creative di John Nash, cui dobbiamo i pioneristici lavori di Regent's Park e Regent Street, che lo consacrano come ‘architect of the Picturesque'. Qui, il Pittoresco travalica la definizione di categoria estetica, si concretizza nell'espressione architettonica e trova scenografica applicazione nella progettazione urbanistica. In quale modo e in quale fase John Nash adotta il Pittoresco e, soprattutto, quali sono le ragioni di tale scelta?
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Erba, Valeria, and Mina di Marino. "Reti ecologiche: pianificazione e progetti territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Abstract:
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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Campagna, Lorenzo. "Trasformazioni urbanistiche in Sicilia alle origini della Provincia. Riflessioni sul ruolo di Roma." Ktèma : civilisations de l'Orient, de la Grèce et de Rome antiques 44, no. 1 (2019): 123–43. http://dx.doi.org/10.3406/ktema.2019.2568.

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Rosa, Elisabetta. "Regole e trasgressioni nella cittŕ abusiva. Un altro punto di vista." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2012): 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001002.

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Abstract:
L'ipotesi discussa nel testo č che regole e trasgressioni non siano due opposti, due alternative, ma che tra esse esista una relazione complessa e articolata, che comprende (almeno) due aspetti: le trasgressioni delle regole e le regole a partire dalle trasgressio- ni. Ambito di riferimento č la disciplina urbanistica, pertanto si considerano le regole per l'uso e la trasformazione dei beni immobili (edifici e suoli) e le trasgressioni di queste regole, ovvero l'abuso edilizio e urbanistico. Nel testo si analizzano entrambi questi aspetti alla luce del concetto di ‘nomotropismo' e si propone per ciascuno di essi una tipizzazione: sette idealtipi di trasgressioni urbanistiche e quattro tipi di regole a partire dalle trasgressioni. Essi mostrano, in conclusione, che l'universo delle trasgressioni urbanistiche č piů complesso e articolato di quanto non esprima il termine ‘abuso', che le trasgressioni hanno tratti diversi, spesso paradossali e, soprattutto, che esiste una profonda e complessa relazione con le regole.
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Gabellini, Patrizia. "Sottolineature da un'esperienza." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 76–80. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057010.

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Abstract:
Il testo rimarca tre aspetti dell'esperienza di consulenza generale per il nuovo piano di Bologna e pone l'accento sul ruolo della riflessivitŕ nella pratica urbanistica e sulla sua necessitŕ quando il lavoro coinvolga l'Universitŕ. Sulla cittŕ oggi e sul progetto urbanistico: a distanza di 20 anni dal precedente Prg, in una cittŕ e in condizioni politiche e amministrative profondamente modificate, il nuovo piano ha preso posizione sulle dinamiche in atto attraverso l'individuazione di 7 ‘figure' urbane. Sul piano urbanistico: la traduzione del progetto nel piano disegnato dalla legge urbanistica regionale ha comportato un lavoro minuzioso di adattamento e qualche riduzione. Sul processo: a fronte di un'ereditŕ impegnativa, l'innovazione č stata affidata alla capacitŕ di lavorare sulle trasformazioni previste e avviate, aggiungendo e ricomponendo entro una diversa prospettiva.
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Bazzaco, Edoardo. "Dieci anni dopo "Expo '98": analisi della trasformazione della zona orientale di Lisbona." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 95 (February 2010): 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-095002.

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Abstract:
L'operazione legata all'esposizione mondiale del 1998 ha rappresentato il piů importante intervento urbanistico realizzato nell'ambito dell'Area metropolitana di Lisbona nel corso dell'ultimo decennio. Obiettivo dell'articolo č quello di valutare, partendo dall'analisi dei documenti ufficiali di programmazione relativi all'area, i risultati di questa complessa operazione urbanistica, e di compararli con gli obiettivi dichiarati in partenza dagli attori coinvolti nella gestione del processo, individuando eventuali divergenze tra questi ultimi e la realtŕ dei fatti.
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Oliva, Federico. "L’urbanistica italiana tra riforma e contrariforma." Ciudades, no. 18 (November 8, 2017): 127. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.127-142.

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Abstract:
In Italia la riforma urbanistica è attesa dal 1963, quando fu presentata una legge di riforma della legge urbanistica del 1942 che avrebbe cambiato la qualità delle successive trasformazioni territoriali, ma che il Parlamento non approvò perché riduceva radicalmente il peso della rendita fondiaria nell’economia. Da allora sono stati approvati vari provvedimenti, anche positivi, ma non una nuova legge organica, anche per la contrapposizione che si è creata nel mondo dell’urbanistica tra riformisti, sostenitori di un nuovo modello di piano strutturale-strategico, capace di adattarsi alle nuove realtà territoriali in divenire e conservatori, contrai a superare il modello regolativo della legge del 1942. Mentre dal 2003 è cambiato completamente il quadro istituzionale, con il passaggio alle Regioni delle competenze legislative in materia urbanistica e la formazione di una sorta di “federalismo urbanistico”, con molti elementi di confusione. Oggi è in discussione una nuova legge nazionale nell’ambito della revisione costituzionale delle competenze Stato-Regioni, che riprende alcuni dei principi fondamentali della riforma urbanistica e molte soluzioni già sperimentate dalle leggi delle varie Regioni. Essendo d’iniziativa governativa questa legge ha qualche probabilità di essere approvata, concludendo così il lungo percorso della riforma urbanistica italiana.
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Alì, Alessandro. "Piccoli centri. Campi di riforma del progetto urbanistico." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093007.

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Abstract:
Dieci anni separano il nuovo Piano urbanistico di Romano di Lombardia approvato definitivamente nell'aprile 2019 da quello precedente costruito alle soglie della crisi del primo decennio del millennio. Un periodo tradizionalmente breve per l'urbanistica, ma sufficiente per tracciare un profondo mutamento nelle domande e nei fabbisogni che attraversano i territori dei piccoli centri. La crisi di previsioni di crescita urbana e di scelte di sviluppo di impresa apparentemente illimitate, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto privato nella costruzione del welfare urbano, le difficoltà a compiersi delle grandi trasformazioni pianificate in contrapposizione alla fluidità di quelle piccole e diffuse, sono alcuni aspetti del fare urbanistica messi in questione dal nuovo piano di Romano di Lombardia.
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Ziegler, Volker. "Pianificazione urbana nella Renania superiore, dagli anni Venti alla ricostruzione: Karlsruhe, Strasburgo, Friburgo." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 171–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129007.

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Abstract:
Il saggio indaga i processi di pianificazione in Renania dagli anni venti del Novecento alla ricostruzione post-bellica, con particolare riferimento alle cittŕ di Karlsruhe, Strasburgo e Friburgo. L'analisi ha come punto di partenza il 1918, quando l'Alsazia torna alla Francia e s'interrompono le relazioni economiche transrenane. In questa regione, fragile e ricca di contraddizioni, gli ambiziosi programmi di trasformazione urbana, ma anche politica, furono fortemente influenzati da interessi nazionali, regionalismi e una molteplicitŕ di poteri locali. Ma il difficile processo di trasformazione, in una regione di confine, dunque molto contesa, fu anche guidato dalla questione dell'identitŕ nazionale e l'ambiguo concetto di. In questi anni la pianificazione territoriale assume un'importanza primaria nella competizione tra le cittŕ della regione. Il destino politico e urbanistico di cittŕ come Strasburgo o Karlsruhe, che devono essere collegate ai centri economici piů lontani nel cuore dei rispettivi paesi, fu condizionato da una politica di espansione territoriale, dall'irrompere della tecnica, dal tema della forma della modernitŕ; temi che, intrecciandosi a fatica con le questioni simboliche legate alle nuove identitŕ di questi luoghi, fanno da sfondo ai progetti urbanistici di questo periodo.
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Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Abstract:
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Dissertations / Theses on the topic "Trasformazioni urbanistiche"

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FONTANA, CORA. "La ricostruzione dell'Aquila dopo il terremoto del 2009: condizioni iniziali, strategia, esiti formali e spaziali." Doctoral thesis, Gran Sasso Science Institute, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.12571/9680.

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Abstract:
Un disastro naturale determina inevitabilmente la possibilità/necessità di nuove traiettorie di sviluppo spaziale ed economico per la città nella quale si è verificato. Uno shock esogeno, infatti, – che sia un disastro naturale o sociale – costringe la città a ripensare il suo futuro. Da un certo punto di vista, un disastro offre alla società locale l’occasione di riorganizzare se stessa, a partire dalla sua struttura spaziale e sociale. Trascorso il periodo dell’emergenza e valutato il danno, la sfida per gli attori coinvolti – in Italia, in genere, enti locali e governo nazionale – consiste nel pianificare il processo della ricostruzione e gli obiettivi della ricostruzione. Una città, ricostruendosi per tornare a essere competitiva con le altre città deve pensare e agire in modo strategico, valutando e modificando – se necessario – la propria struttura per garantirne l’adeguatezza. Tuttavia, considerata l’unicità di ogni disastro, quando si parla di processo di ricostruzione non esistono regole rigide o modi univoci di pianificare e agire. Ogni disastro, infatti, è caratterizzato dalla combinazione di diversi fattori che dipendono dall’entità del danno, dalla realtà urbana che lo subisce, dalle condizioni in cui questa si trovava – in termini spaziali, ma anche sociali ed economici – prima della cesura dettata dallo shock. Un aspetto fondamentale, in genere trascurato, è la qualità della “risposta cognitiva” che la comunità locale (ma anche nazionale) dà ai dis-equilibri che il disastro ha determinato. Con quali strumenti di pianificazione e programmazione, con quali processi di formazione di piani e programmi, con quali meccanismi di determinazione degli obiettivi la città reagisce al disastro naturale e avvia la ricostruzione? Il lavoro di tesi discute il caso studio della città dell’Aquila analizzando diversi aspetti che hanno caratterizzato il sistema urbano aquilano, prima e dopo il sisma del 2009: l’immagine della città e la sua organizzazione spaziale prima del terremoto, con un’attenzione particolare ai caratteri dispersi del sistema insediativo aquilano e a quei processi e fattori che hanno determinato il fenomeno della dispersione dagli anni cinquanta al 2008; la risposta cognitiva (strumenti di pianificazione) che governi locali e nazionali hanno adottato – sia nella realizzazione dell’abitare temporaneo, sia nella costruzione del processo di ricostruzione a lungo termine – per rispondere agli effetti causati dal terremoto del 6 aprile del 2009; gli esiti delle politiche (convenzionali ed extra-ordinarie) che stanno tracciando la traiettoria di sviluppo spaziale della città oggi e gli effetti emergenti dalla ricostruzione fisica della città e del sistema urbano dell’Aquila a otto anni dal terremoto del 2009.
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Tamerlani, Silvia. "Il valore unitario dei portici nelle trasformazioni urbane di Bologna: "Avvertenze d'arte" per la loro valorizzazione e restauro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19675/.

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Abstract:
La tesi si pone l’obiettivo di indagare il ruolo del portico nella città, non come singolo episodio architettonico, bensì come bene culturale diffuso in maniera capillare. Si vuole sottolineare l’importanza del binomio portici e tessuto urbano, poiché spesso ci si limita a studiarne solo l’evoluzione dei metodi costruttivi e del linguaggio. Il susseguirsi di episodi porticati, indistintamente dalla propria ricchezza architettonica, definisce la forma della città ed eleva il tessuto edilizio a monumento, pertanto una distinzione tra emergenze architettoniche ed edilizia minore, in termini di valore, non risulta soltanto superflua, ma bensì fuorviante. Il valore del portico è intrinseco alla sua presenza e si incorrerebbe in una serie di disguidi ad affermare che sono gli edifici monumentali a dare valore alla città: Portici monumentali e seriali dialogano nel continuum dando vita ad un unicum che assume valore in quanto intero, non totale, come più volte affermato da Cesare Brandi. La ricerca in parallelo sull’evoluzione urbanistica della città e sull’origine e lo sviluppo dei portici, intrecciata con i dati relativi ai rilievi diretti delle sezioni stradali e dei casi studio, ha permesso la ricostruzione dello sviluppo del portico in relazione all’evoluzione del tessuto urbano nel corso dei secoli, individuando tre momenti ritenuti fondamentali: la diffusione dell’elemento porticato nelle città medievali, la risposta politica di bologna e il portico come elemento determinante l’evoluzione del linguaggio della città. Si è così dimostrato come la città, in ogni epoca storica, abbia identificato nei portici un mezzo tramite il quale rinascere senza perdere la propria storicità e continuità architettonica. In conclusione, si è elaborata una “carta del restauro dei portici”, che possa indirizzare l’intervento di restauro verso un approccio culturale, al fine di garantire la salvaguardia dell’intero sistema porticato, a prescindere dal linguaggio del singolo manufatto.
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Schiavinato, Nello <1943&gt. "lA TRASFORMAZIONE URBANISTICA A TREVISO (1973-1998)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4550.

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Abstract:
La ricerca prende in considerazione la storia urbanistica della città di Treviso dalla approvazione del PRG "Amati" (1973) all'adozione del PRG "Di Benedetto", all'interno del più ampio sviluppo urbano dal dopoguerra alla fine del secolo XX. Attraverso la bibliografia specializzata, le fonti giornalistiche, i verbali e le delibere dell'ente locale e le interviste ai progettisti, è stato ricavato uno spaccato di come la classe dirigente cittadina abbia rappresentato e cercato di orienetare l'espansione della città nella fase della cosiddetta "grande trasformazione".
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Stincheddu, Antonio Domenico <1969&gt. "Il governo delle città nelle grandi trasformazioni urbane: piano urbanistico e progetto urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/4187/1/Tesi_Stincheddu_Antonio.pdf.

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Stincheddu, Antonio Domenico <1969&gt. "Il governo delle città nelle grandi trasformazioni urbane: piano urbanistico e progetto urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/4187/.

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Bruttomesso, Elisa <1987&gt. "Trasformazione urbanistica e movimenti di quartiere. Riflessione antropologica sul caso di Barcellona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5680.

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Abstract:
negli ultimi decenni la città di Barcellona ha sperimentato grandi trasformazioni urbanistiche e ha visto un forte aumento del turismo. La ricerca si inserisce in un movimento di quartiere per cercare di vedere l'impatto sociale di questi grandi cambiamenti e le risposte organizzate dai cittadini che contestano un modello di città creato dal governo locale.
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BOTTICINI, FRANCESCO. "Public Value e Governo del Territorio: costruzione di una proposta metodologica per la valutazione ex ante degli effetti delle trasformazioni urbane." Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2021. http://hdl.handle.net/11379/544092.

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Abstract:
Public Value e Governo del Territorio: costruzione di una proposta metodologica per la valutazione ex ante degli effetti delle trasformazioni urbane
Public Value and Government of the Territory: construction of a methodological proposal for the ex ante evaluation of the effects of urban transformations
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Casadei, Ruben, and Gian Paolo Franceschini. "Le trasformazioni dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione. La Darsena di Ravenna come caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3617/.

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Abstract:
Questa tesi propone una riflessione critica sulle pratiche della pianificazione urbanistica attraverso l’analisi di un significativo caso di studio, costituito dalla Darsena di Città a Ravenna. Questo approccio di ricerca è dal nostro punto di vista una conseguenza della difficoltà di governare le attuali problematiche di sviluppo dello spazio urbano attraverso gli strumenti tradizionali della pianificazione e dell’urbanistica. La tesi ha lo scopo di far emergere temi di dibattito attuale sulle aree di sviluppo urbano, in particolare la complessità dei compiti decisionali riguardanti aree oggetto di interventi di rigenerazione urbana. La definizione “area di sviluppo urbano” si pone come prodotto di un’attiva collaborazione tra Stato, mercato e società civile e costituisce dal nostro punto di vista una vera “questione sociale”. Prenderemo come riferimento il caso della Darsena di Città di Ravenna, oggetto della sperimentazione urbanistica degli ultimi trenta anni, sul quale diversi “stili” e strumenti di pianificazione si sono confrontati, nell’intento di guidare un processo di riqualificazione che ha portato ad oggi a risultati concreti assai limitati. Attraverso gli strumenti consultabili e un rapido sopralluogo infatti, possiamo intuire immediatamente come la realizzazione di interventi sull’area si limiti a casi localizzati come la riqualificazione della raffineria Almagià, la nuova sede dell’autorità portuale e l’ex molino Pineta, oltre agli interventi residenziali riconducibili all’edificio progettato dall’architetto Cino Zucchi e ai nuovi isolati attorno alla parte centrale di via Trieste. Le problematiche di fondo che hanno creato conflitti sono molte, dall’elevata divisione proprietaria alla cesura del comparto con il centro storico data dalla barriera ferroviaria, alla questione relativa al risanamento delle acque e dei suoli, solo per citare le più evidenti. Siamo quindi interessati a capire il problema dal punto di vista del processo di pianificazione per poi concentrare la nostra riflessione su possibili soluzioni che possano risolvere i conflitti che sembrano all’oggi non trovare una risposta condivisa. Per meglio comprendere come rapportarci al caso specifico si è cercato di analizzare alcuni aspetti teorici fondanti del “procedimento archetipico” di pianificazione urbana in contrapposizione con metodi di pianificazione “non convenzionali”. Come lo studio dei primi ci ha permesso di capire come si è arrivati all’attuale situazione di stallo nella trasformazione urbana della Darsena di Città, i secondi ci hanno aiutato a comprendere per quali ragioni i piani urbanistici di tipo “tradizionale” pensati per la Darsena di Città non sono stati portati a realizzazione. Consci che i fattori in gioco sono molteplici abbiamo deciso di affrontare questa tesi attraverso un approccio aperto al dialogo con le reali problematiche presenti sul territorio, credendo che la pianificazione debba relazionarsi con il contesto per essere in grado di proporre e finalizzare i suoi obiettivi. Conseguenza di questo è per noi il fatto che una sensibile metodologia di pianificazione debba confrontarsi sia con i processi istituzionali sia con le dinamiche e i valori socio-culturali locali. In generale gerarchie di potere e decisioni centralizzate tendono a prevalere su pratiche decisionali di tipo collaborativo; questa tesi si è proposta quindi l’obiettivo di ragionare sulle une e sulle altre in un contesto reale per raggiungere uno schema di pianificazione condiviso. La pianificazione urbanistica è da noi intesa come una previsione al futuro di pratiche di accordo e decisione finalizzate a raggiungere un obiettivo comune, da questo punto di vista il processo è parte essenziale della stessa pianificazione. Il tema è attuale in un contesto in cui l’urbanistica si è sempre confrontata in prevalenza con i temi della razionalizzazione della crescita, e con concetti da tempo in crisi che vanno oggi rimessi in discussione rispetto alle attuali istanze di trasformazione “sostenibile” delle città e dei territori. Potremmo riassumere le nostre riflessioni sull’urbanistica ed i nostri intenti rispetto al piano della Darsena di Città di Ravenna attraverso una definizione di Rem Koolhaas: l’urbanistica è la disciplina che genera potenziale, crea opportunità e causa eventi, mentre l’architettura è tradizionalmente la disciplina che manipola questo potenziale, sfrutta le possibilità e circoscrive. Il percorso di ragionamento descritto in questa tesi intende presentare attraverso alcune questioni significative l’evoluzione dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione, arrivando a formulare un “progetto tentativo” sul territorio della Darsena di Città.
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TRUSIANI, ELIO. "La riqualificazione urbana dall'adeguamento alla trasformazione." Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/11573/467220.

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SCACCHI, MICAELA. "“Innesto Urbano” come opportunità di trasformazione del quartiere nella città contemporanea." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/944484.

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Abstract:
La tesi è l’esito di una ricerca scaturita da alcune constatazioni sulle trasformazioni della città contemporanea europea e da un’idea personale, che ipotizza un legame fra la forma/l’uso dei luoghi e la componente “affettiva” che li caratterizza (positiva o negativa) ed un rinnovato interesse per la “dimensione del quartiere”, come oggetto di indagine e come luogo di scala idonea per azioni rigenerative della città. Complesse, molteplici e frammentate dinamiche stanno modificando le forme fisiche, le relazioni sociali e l’uso dello spazio urbano, alterandone la percezione e comportando un disorientamento degli abitanti, che, spesso, con “un senso di sradicamento e di alienazione”, non riconoscono e non si riconoscono nei luoghi dell’abitare collettivo. Il campo di riferimento è, quindi, lo studio dei processi di trasformazione della città e del concetto attuale di quartiere. La tesi, da una parte, ricompone lo sfondo teorico e le diverse posizioni sulla “dimensione del quartiere”, dall’altra introduce il concetto di “innesto urbano” – mutuato dalla botanica − come riflessione e pratica metodologica e come requisito/elemento di opportunità di trasformazione del quartiere nella città contemporanea. L’obiettivo principale della ricerca, pertanto, è quello di rendere possibile, nella complessa combinazione dei fattori fisici e sociali, la trasformazione dei “contesti periferici” (incompleti, incompiuti, in trasformazione o in divenire) in quartieri e il recupero del legame tra la qualità fisica e la percezione identitaria dello spazio urbano. Il testo è organizzato in quattro parti, suddivise in capitoli. La ricerca sviluppa prima un approccio di tipo empirico, poi una indagine di tipo teorico-lessicale, introducendo e definendo il termine di “innesto urbano”, infine, attraverso un metodo applicativo e sperimentale, lavora su alcuni esempi e casi di studio in Europa, interpretando le relazioni fra le diverse variabili individuate. La prima parte, di inquadramento, ricostruisce lo sfondo teorico e di pensiero all’interno del quale muove la tesi e la cornice teorico-interpretativa dei principali concetti. La seconda parte, delinea il termine e il concetto di “innesto urbano”, mutuandolo dalla pratica agronomica, ma arricchendolo di nuovi significati e mette a confronto alcuni orientamenti contemporanei (area-based approach; people-based approach; community building process), ritenuti utili al supporto delle migliori condizioni di “attecchimento dell’innesto urbano”. La terza parte, di carattere applicativo e sperimentale, propone una matrice di riferimento e di verifica di alcune esperienze europee, che costituisce il punto di partenza per definire le componenti essenziali per valutare la qualità e l’esito dell’innesto e seleziona quattro casi di studio (Bijlmermeer - Amsterdam; La Mina - Barcellona; Rača - Bratislava; Quarto Oggiaro – Milano), illustrati con altrettante schede critiche. La quarta parte, di chiusura, presenta le valutazioni critiche sull’idea iniziale e le considerazioni conclusive sui contenuti scaturiti dai casi di studio. Sono questi risultati “aperti”, spunti di riflessione per approfondimenti futuri e per eventuali applicazioni. In conclusione, emerge che “l’innesto urbano” si può considerare come una possibile linea di azione, opportunità (progettuale e no) per indirizzare le trasformazioni urbane locali e opportunità per ricostruzione il legame di riconoscimento abitanti - quartiere.
The thesis is the result of a research coming from some findings on the transformations of contemporary European city and from a personal idea. This idea suggests a link between the shape / the use of places and the “affective” component (positive or negative) that characterizes them and it proposes a renewed interest in “the dimension of neighbourhood”, as an object of investigation and as a suitable scale of action for urban regeneration. Complex, various and fragmented dynamics are changing the physical forms, social relations and the use of urban space, altering the perception of it. Sometimes a disorientation of the residents comes from all that, and they, often with “a sense of rootlessness and alienation”, don’t recognize places and they don’t identify themselves in collective living spaces. The reference field is, therefore, the study of the city’s transformation and the contemporary concept of “neighbourhood”. The thesis, on one side, recomposes the theoretical background and the different positions on the “dimension” of the neighbourhood, on the other one, it introduces the concept of “urban graft” - borrowed from agronomy - as a methodological reflection and practice, and as a requirement/element of opportunity of neighbourhood transformation in the contemporary city. The main objective of the research, therefore, is to make possible, in the complex combination of physical and social factors, the transformation of “peripheral contexts” (incomplete, unfinished, in transformation or in the making) in neighbourhoods and the recovery of the relation between the physical quality and the perception of identity in urban space. The text is organized into four parts, divided into chapters. The research develops first an empirical approach, then a theoretical and lexical investigation to introduce and define the concept of “urban graft”. The thesis, also, works on some examples and case studies in Europe, using an application and experimental method, understanding the relations among the different variables identified. The first part (the framework) reconstructs the theoretical background of the thesis and the theoretical and interpretative structure of the main concepts. The second part is focused on the new term and the concept of “urban graft”, borrowed by agronomic practice, but enriching it with new meanings and comparing it with some contemporary approaches (area-based approach, people-based approach; community building process), considered useful to support better conditions of taking root of the grafts. The third part, with an application and experimental approach, proposes an evaluation matrix of some European experiences. The matrix is the beginning to define the essential components, to evaluate the quality and the results of “urban grafts” and to select four cases of study (Bijlmermeer - Amsterdam; La Mina - Barcelona; Rača - Bratislava; Quarto Oggiaro - Milan), illustrated with critical cards. The fourth part, at the end, presents critical assessments on the initial idea and the closing remarks on the contents arising from the case-studies. These “open” results are useful to provide more conceptual thinking for future research and for possible practical applications. In conclusion, it appears that “the urban graft” can be considered as a possible sequence of action, opportunity (design or otherwise) to address local urban transformation and as a chance to reconstruct the connection among inhabitants and neighbourhood.
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Books on the topic "Trasformazioni urbanistiche"

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Balletti, Franca. Una città tra due guerre: Culture e trasformazioni urbanistiche. [Genova]: De Ferrari, 1990.

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Bertuzzi, Giordano. Trasformazioni edilizie e urbanistiche a Modena tra '800 e '900. Modena: Aedes muratoriana, 1992.

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La valutazione ambientale nella pianificazione territoriale: Nuove prospettive per la gestione delle trasformazioni urbanistiche. Roma: Gangemi, 2003.

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Piazza dei Mercadanti a Lecce: Indagini grafico/visuali sulle trasformazioni urbanistiche di Piazza Sant'Oronzo. Lecce [Italy]: Edizioni del Grifo, 2003.

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Metamorfosi di una città: Scilla, le trasformazioni architettoniche e urbanistiche dalle origini al XX secolo. Roma: Gangemi editore, 2012.

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Calanca, Andrea. Le cartoline di San Felice sul Panaro: Documenti di un secolo di trasformazioni urbanistiche in un comune della Bassa modenese. San Felice sul Panaro (Modena): Gruppo studi Bassa modenese, 2005.

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Rosi, Massimo. Napoli entro e fuori le mura: Le trasformazioni urbanistiche, demografiche e territoriali di un'antica capitale rimasta per troppo tempo vincolata dalle sue stesse mura. Roma: Newton & Compton, 2003.

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Cosimo, Vincenzo A., and Giuseppe Caridi. Urbanistica e trasformazione digitale: Urban planning and digital transformation. Reggio Calabria: Città del sole edizioni, 2020.

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Micelli, Ezio. Perequazione urbanistica: Pubblico e privato per la trasformazione della città. Venezia: Marsilio, 2004.

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10

Mary, Coli, Bertini Riccardo, and Università di Firenze. Dipartimento di urbanistica e pianificazione del territorio., eds. Riforma urbanistica e trasformazioni ambientali in Toscana: Rapporto di ricerca III fase della ricerca MURST 40% "Le nuove forme del piano urbanistico". Firenze: Alinea, 1998.

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Book chapters on the topic "Trasformazioni urbanistiche"

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"19. La trasformazione urbanistica di Hetu Ala. Da capitale del khanato mancese a ‘città-museo’." In Selected Manchu Studies, 300–334. De Gruyter, 2013. http://dx.doi.org/10.1515/9783112209028-023.

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Conference papers on the topic "Trasformazioni urbanistiche"

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Blečić, Ivan, Arnaldo Cecchini, Maurizio Minchilli, and Valentina Talu. "Progettare la cittá di prossimitá per promuovere le "capacitá urbane" degli abitanti svantaggiati." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8001.

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Abstract:
La promozione della qualità della vita urbana passa necessariamente attraverso la costruzione di una città inclusiva, una città effettivamente "usabile" da tutti i suoi abitanti. Anche e soprattutto da chi, a causa di una qualche condizione (permanente o temporanea), si discosta dall'immagine dell'abitante-tipo adulto, maschio, sano, istruito, ricco e automunito e non é quindi "capace" (o non lo è pienamente) di accedere ai luoghi, ai servizi, alle opportunità e alle informazioni della città che sono progettate, organizzate e governate precisamente in funzione delle esigenze e dei desideri di questo abitante-tipo. Rilevanti sono in tal senso i progetti e le politiche che si concentrano soprattutto sulle periferie con l'intento di promuovere la qualità della vita urbana quotidiana degli abitanti . Accanto ai grandi (e costosi) interventi di riqualificazione, particolarmente utili sono le trasformazioni a scala di quartiere, le "micro" trasformazioni, perché sono in grado di migliorare concretamente l'usabilità di quella che può essere definita "città quotidiana e di prossimità", la città, cioè, che gli abitanti conoscono, "usano" (o "userebbero" se fosse effettivamente accessibile e usabile) e di cui possono prendersi cura. L'articolo cerca di mostrare perché è efficace e pertinente un approccio legato ad una dimensione "micro" degli interventi, anche attraverso il racconto di alcune esperienze sul campo condotte da Tamalacà, un gruppo di ricerca e azione del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU) dell'Università di Sassari. Upgrading the quality of urban life necessarily goes hand in hand with building up an inclusive city, a city actually “usable” by all its inhabitants. The kind of project that is important from this point of view will focus on the most marginal areas of the city. Alongside the large, costly urban redevelopment interventions, transformations on a neighbourhood scale and "micro" dimension are particularly useful. This article attempts to show why an approach involving intervention linked with a “micro” dimension is effective and pertinent, and also describes a significant experiment carried out by the action research group TaMaLaCà of the Department of Architecture Design and Planning - Architecture at Alghero (University of Sassari) in the town of Sassari.
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Mariano, Carmela. "Il futuro della città è policentrico? Una riflessione sull’area metropolitana romana." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7965.

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Abstract:
Il territorio romano costituisce un sistema metropolitano ‘anomalo’ (Campos Venuti, 2005) ancora oggi tutto interno ai confini municipali della città, dal momento che l’area metropolitana non offriva poli attorno ai quali far crescere i nuovi tessuti misti produttivo-residenziali; dando luogo, in conclusione, ad un assetto territoriale totalmente disordinato. Il processo di metropolizzazione appare molto debole mentre sembra persistere un modello di periferizzazione. La scala sovracomunale in sostanza continua a svilupparsi secondo un modello vecchio che esprime logiche anche economiche vecchie. Un sistema metropolitano in cui, per tentare di riequilibrare la sua struttura, si è affermata la strategia delle ‘nuove centralità’, che rappresenta, assieme al sistema ambientale e al sistema della mobilità, uno degli elementi strutturali del piano urbanistico di Roma approvato nel 2008, in alternativa sia al persistente monocentrismo di Roma, sia all’incompiuto disegno del Sistema Direzionale Orientale previsto dal piano del 1962. Le centralità, immaginate come la chiave della trasformazione territoriale proposta per Roma, hanno, nelle intenzioni del piano, l’obiettivo di correggere l’anomalia di un sistema metropolitano, nel quale non esistono centri periferici da valorizzare per avanzare sulla strada del riequilibrio territoriale; sottraendo funzioni di eccellenza al polo centrale da decongestionare e rafforzando, appunto, le numerose localizzazioni periferiche. Il paper intende fornire una riflessione sul futuro di Roma, del suo territorio metropolitano e del suo modello di sviluppo policentrico, a partire dall’analisi di una serie di variabili che hanno contribuito a modificare il quadro di riferimento.
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Mastronardi, Luigi, and Elena Battaglini. "Turismo sostenibile e tensioni urbane nel terzo millennio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7990.

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Abstract:
Il processo di urbanizzazione è un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha registrato notevoli cambiamenti, i quali hanno avuto delle ripercussioni sulla distribuzione della popolazione mondiale tra aree urbane e rurali. L’aumento di popolazione nei centri urbani sta già creando problemi relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti e alla disponibilità e qualità della risorsa idrica, come anche problemi di sicurezza sanitaria nelle periferie che continuano ad espandersi in assenza di infrastrutture e servizi. In relazione a ciò, il modello di sviluppo urbano sostenibile assume una valenza strategica in termini sociali, economici ed ambientali. Il turismo può, infatti, contribuire ad aumentare la vitalità economica delle città e a rafforzare il senso di identità urbana. Il turismo sostenibile contribuisce, inoltre, a mantenere l'integrità ambientale e culturale delle comunità, a conservare il patrimonio naturale e le zone ecologicamente sensibili. In questa Sessione dedicata al turismo è stata avviata una riflessione su ciò che il turismo può e deve fare per la sostenibilità del territorio, in maniera particolare di quello urbano. Diventa fondamentale comprendere in che modo il turismo può essere un elemento che può dare un contributo significativo allo sviluppo e all’innovazione sostenibile urbana, dato il suo impatto trasversale sulla società e le sue molteplici sfaccettature ambientali, economiche, sociali, culturali. In conclusione, sulla base degli spunti emersi è lecito affermare che il turismo rappresenti una opportunità di trasformazione delle città e dei territori circostanti, modificando gli equilibri sociali e culturali, economici e urbanistici, riuscendo persino a cambiare il modo di intendere e di vivere le città.
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Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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Salomone, Veronica. "Strategie di sopravvivenza: riciclare – rigenerare – includere nella città mediterranea." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8013.

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Abstract:
Le trasformazioni che investono la città mediterranea contemporanea rendono l’abitare sempre più complesso e contaminato. La precarietà è una condizione ricorrente che genera paesaggi imprevedibili e incostanti. Nasce l’esigenza di rileggere la città attraverso le sue stratificazioni non più solo materiali: si abita riciclando spazi, stravolgendo relazioni, utilizzando strategie di mercato inusuali. La città perde la sua organicità apparente ma, trasformandosi, mantiene i suoi elementi fondanti, sopravvivendo nelle forme di autocostruzione e appropriazione, nelle relazioni sociali e negli assetti economici. La condizione di sopravvivenza si fa strategia e nuova frontiera dell’abitare. La tesi trova le sue argomentazioni in contesti dove condizioni ambientali e socio-economiche generano paesaggi al limite della sopravvivenza. È il caso del Cairo in cui interi quartieri sono stati trasformati dall’ingente domanda di sopravvivenza. In particolare, il paper vuole approfondire il caso studio della Città dei Morti. Inizialmente occupata da strutture temporanee di parenti adoranti, Al-Qarāfa è oggi abitata da circa un milione di egiziani. La densità abitativa è alta e i servizi non sempre sufficienti, per cui le autorità locali decisero nel 2010 di radere al suolo intere sezioni del cimitero attraverso l’attuazione del piano urbanistico Cairo 2050, stravolgendo l’impianto originario dell’area. Qual’è il ruolo del progetto? Quali sono i modelli politici, economici e sociali in grado di rigenerare la città mediterranea contemporanea? Si può ancora parlare di ‘modello mediterraneo’? The transformations that affect the contemporary Mediterranean city make the way of living more and more complex and contaminated. Precariousness is a recurring condition that generates unforeseeable and variable landscapes. It becomes necessary to reassess the city through its layers not only the material ones: you live by recycling spaces, changing relationships, using unusual market strategies. The city loses its apparent organicity but, transforming itself, keeps its basic elements, surviving in self-constructions and appropriation forms, in social relations and in the economic arrangements. The condition of survival becomes strategy and new border of living. The thesis finds its arguments in contexts where environmental and socio-economic conditions produce landscapes at the limits of survival. This is the case of Cairo where entire districts have been transformed by the huge demand of survival. In particular, the paper wants to deepen the study case of the City of the Dead. Initially occupied by temporary structures of adoring relatives, Al-Qarāfa is today inhabited by about a million of Egyptians. The population density is high and the services aren't always enough, so the local authorities decided in the 2010 to demolish entire sections of the cemetery through the implementation of the development plan Cairo 2050, changing the original structure of the area. What is the role of the project? What are the political, economic and social models capable of regenerating the contemporary mediterranean city? Can we still speak of 'Mediterranean model'?
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Abstract:
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Basso, Marzia. "Paesaggi in movimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Abstract:
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

Full text
Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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