Academic literature on the topic 'Trasferimento social'

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Journal articles on the topic "Trasferimento social"

1

Casati, Elisa, and Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Abstract:
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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2

Capriati, Michele. "Spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (June 2011): 23–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002002.

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Abstract:
Il lavoro ha l'obiettivo di analizzare le relazioni tra spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane. I principali risultati mettono in evidenza una geografia dello sviluppo umano regionale molto diversa da quella basata sul Pil pro capite. Inoltre, nel periodo considerato vi č una debole convergenza territoriale del benessere. Lo sviluppo delle Regioni sembra dipendere in misura significativa dalla spesa per il lavoro e la sicurezza sociale, capitale umano e ambiente mentre un contributo negativo sembra provenire dai trasferimenti in conto capitale per le attivitŕ produttive.
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3

Laé, Jean-François, and Numa Murard. "Ritorno su una ricerca. Etnografia di una cittŕ operaia. Elbeuf 1980-2010." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 95 (July 2011): 18–44. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095002.

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Abstract:
Trent'anni dopo un'inchiesta etnografica su unadella Seine- Maritime, gli autori ritornano ad incontrare gli antichi abitanti. Ma la cité č stata distrutta. Non ci sono piů tracce. Solo con una foto di trent'anni prima, gli autori riattraversano le vie della cittŕ, ponendosi alcune domande di fondo: "Come si č concluso il trasferimento, quali gli esiti e i risultati di questa, e quale č stata la cronologia degli eventi legati all'evacuazione e al rialloggiamento?" Attraverso la raccolta di testimonianze e documenti di archivio viene ricostruita la memoria dellache gli autori definiscono "abitata" da quattro fantasmi ricorrenti: l'insalubritŕ e le precarie condizioni abitative, la storia "eccezionale" di un bandito locale, l'insolvenza collettiva e gli uffici giudiziari, l'endogamia sociale e le sue conseguenze.
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4

Quiroz Vitale, Marco A. "Vittime e schiavi. Il rischio dello stigma sociale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (November 2010): 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002002.

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Abstract:
La figura estrema della vittima, nell'era della globalizzazione, č lo schiavo ed anche i sistemi giuridici internazionali, con la Convenzione ONU del 2000 e con quella del Consiglio d'Europa del 2005, si sono adattati, dall'inizio del nuovo secolo, ai mutati processi di vittimizzazione che riducono, sempre piů di frequente, i migranti in condizioni di asservimento. In questo articolo l'autore analizza la condizione sociale della vittima-schiavo, a partire dalle ricerche condotte in Italia, mostrando come le evidenze empiriche smentiscono le ipotesi criminologiche secondo cui il semplice coinvolgimento nel rito del processo sia condizione necessaria e sufficiente a liberare le vittime-schiavi dalla loro condizione di inferioritŕ e sottomissione; al contrario la vittima č in grado di uscire dalla sua condizione di deuteragonismo sociale, termine proposto per indicare la peculiare condizione di minoritŕ sociale e strutturale rilevata nelle ricerche empiriche, solo se il rischio di stigmatizzazione viene ridotto grazie all'opera di agenzie di promozione sociale che puntino al recupero di una identitŕ positiva delle vittime. Appaiono, invece, per lo piů ininfluenti le misure di sostegno assistenziale alle vittime che di traducono in meri trasferimenti monetari; tali misure offrono opportunitŕ reali solo se gli enti pubblici erogatori dei sussidi economici operano in rete con le agenzie sociali che siano in grado di inibire i processi di stigmatizzazione e generare aspettative positive di socializzazione e protagonismo.
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5

Maxim, Nicolae. "Il Diritto Ai Dividendi-Gli Associati Possono Comunque Ottenerli in Caso Di Scioglimento Giudiziale Della Società?" INFLUENCE : International Journal of Science Review 2, no. 1 (April 25, 2020): 16–20. http://dx.doi.org/10.54783/influence.v2i1.98.

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Abstract:
La questione della distribuzione dei dividendi, se riferita solo a ciò che rappresentano, non dovrebbe presentare incertezze. Tuttavia, i dividendi, definiti come una parte dell'utile di una società che appartiene a ciascun socio alla fine di ogni esercizio sociale, in relazione alle azioni da lui possedute, possono sollevare nuovi interrogativi sotto molti aspetti, non solo riguardo al momento cui possono essere richiesti, o la persona di appartenenza in caso di trasferimento di azioni (aspetti ai quali la dottrina ha già dato risposta), ma anche in merito alla loro situazione in caso di scioglimento della società. In quanto tale, ciò a cui si fa riferimento nel presente studio è la possibilità o meno per gli azionisti di esercitare il diritto ai dividendi in caso di scioglimento giudiziale della società.
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6

Maraghini, Maria Pia. "Il fenomeno abachistico a supporto dei cambiamenti socio-economici: Arezzo tra il XIII ed il XVI secolo = The role of the abacus tradition for the economic and social development of the society: evidence from Tuscany (Italy) between XIII and XVI century." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 13 (December 1, 2011): 25. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i13.602.

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Abstract:
Este artículo indaga sobre los orígenes de la contabilidad con el objetivo de analizar el comportamiento económico. En particular, se examinan los primeros lugares específica-mente dispuestos y organizados para la enseñanza del conocimiento contable así como los medios de estudio para su transmisión: las escuelas y los libros de ábaco. Ampliamente extendidos en Italia entre los siglos XIII y XVI tenían la finalidad de transmitir, por un lado, el conocimiento generalmente difundido como matemática práctica y, por otro, las técnicas para realizar operaciones aritméticas y las reglas prácticas para la resolución de problemas comerciales y financieros.<br />El objetivo de esta investigación es profundizar en el estudio de las escuelas y de los libros de ábaco evidenciando el papel desempeñado en el origen de la contabilidad y en el desarrollo económico y social en la época medieval y los primeros siglos del Renacimiento.<br />Con este fin, el estudio se basa en algunas evidencias sobre la evolución de los estudios y las escuelas de ábaco en Arezzo (Toscana, Italia) entre los siglos XIII y XVI. Combinando evidencias similares con el análisis teórico el estudio revela la contribución de la tradición del ábaco en el mejor desarrollo de la vida pública en época medieval y renacentista. La constatación de esta contribución ha sido la base del creciente interés mostrado hacia la cultura del ábaco por las autoridades locales de la época.<br /><br /><br />This paper focuses on the “origins” of the book-keeping art which aims to record economic behaviour. In particular, this research investigates the early specific “places” arranged and organized to teach the accounting knowledge and the primitive “means” of study with which it could be handed over: the abacus schools and books. They prevalently spread in Italy between XIII and XVI century with the aim of transferring the knowledge generally defined as “practical maths”, such as the techniques to do arithmetic operations and practical rules to solve commercial and financial questions. <br />The objective of this research is to further investigate the study of abacus schools and books, in order to recover and highlight the role held by the abacus phenomenon in the origins of the “accounting art” and, in general, the role of the “abacus tradition” for the economic and social development of the society during the medieval and renaissance period. <br />To achieve this goal, the study relies upon some evidences from Tuscany (Italy) between XIII and XVI century. By combining theoretical and empirical insights, the analysis points out the contribution the abacus tradition has given to the better development of public life in the city-republic during the medieval and renaissance period, that is to say to the best and most effective exercise of duty and civic right. This contribution has been the basis to the growing interest shown towards the abacus culture by the then city-republic authorities.<br /><br /><br />La presente ricerca indaga sulle “origini” dell’arte contabile tendente a memorizzare i comportamenti economici. In particolare, essa esamina i primi “ambienti” specifici predisposti e organizzati per l’insegnamento delle conoscenze contabili e i “mezzi” di studio per il loro trasferimento: le scuole e i libri d’abaco. Diffusisi prevalentemente in Italia tra il XIII ed il XVI secolo, essi avevano il principale scopo di trasmettere quelle conoscenze generalmente definite di “matematica pratica”, quali le tecniche per eseguire le operazioni aritmetiche e le regole pratiche per la risoluzione di problemi commerciali e finanziari.<br />L’obiettivo della ricerca è quello di approfondire lo studio delle scuole e dei libri d’abaco, evidenziandone il ruolo rivestito nella “genesi” della contabilità per le aziende e, quindi, nel più generale sviluppo socio-economico in epoca medioevale e nei primi secoli del Rinascimento.<br />A tal fine, la ricerca si avvale anche di alcune evidenze inerenti il processo evolutivo subito dallo studio e dalle scuole d’abaco in Arezzo (Toscana, Italia) dal XIII al XVI secolo. Combinando simili evidenze con l’analisi teorica, la ricerca rileva, in particolare, il contributo offerto dal fenomeno abachistico al migliore svolgimento delle funzioni degli attori della vita pubblica nei comuni in età medioevale e rinascimentale. L’effettiva consapevolezza di tale contributo ha costituito il fondamento del considerevole e crescente interesse mostrato nei confronti della cultura dell’abaco dalle allora autorità comunali.<br />
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7

Cozzi, Ambrogio, Lara Franzoni, Katia Romelli, and Sandro Feller. "Tra care e cure: una ricerca sulle famiglie con un paziente in stato vegetativo." TERAPIA FAMILIARE, no. 95 (April 2011): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095004.

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Abstract:
Lo stato vegetativo č una condizione medica che incide gravemente sul benessere psicologico dei familiari coinvolti nella cura. La ricerca indaga relazioni, conflitti ed il funzionamento familiare durante la presenza della condizione di stato vegetativo del paziente, il processo di cura a casa e in struttura, l'impatto economico dell'evento, il benessere del caregiver. Il campione č composto da 120 caregiver di pazienti curati in Lombardia. Lo studio ha utilizzato un'intervista semi-strutturata analizzata con il software ‘T-Lab', il Disegno simbolico dello spazio di vita familiare e SF-36 Questionario sullo stato di salute. I risultati hanno mostrato come il funzionamento familiare e il benessere del caregiver siano relazionati al genere e al ruolo del caregiver, al tempo trascorso dall'evento che ha causato lo stato vegetativo e al luogo di cura. La ricerca ha inoltre mostrato un'estrema povertŕ e chiusura delle relazioni familiari, difficoltŕ nelle fasi di trasferimento del paziente, forte isolamento di alcuni membri dalle attivitŕ sociali e deboli relazioni con la famiglia allargata, un forte impatto sull'attivitŕ lavorativa di almeno uno dei membri familiari.
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Di Pietro, M. L., A. Giuli, and A. Serra. "La diagnosi preimpianto." Medicina e Morale 53, no. 3 (June 30, 2004): 469–500. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.635.

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Abstract:
La diagnosi preimpianto si è sviluppata in seguito all’introduzione delle tecniche di fecondazione artificiale (FIV e ICSI) al fine di aumentarne il successo selezionando gli embrioni più adatti per il trasferimento in utero. In particolare, la diagnosi genetica preimpianto viene anche considerata una forma alternativa di diagnosi prenatale al fine di individuare aneuploidie comuni o legate all’età della donna nelle coppie sterili, o per ridurre la trasmissione alla prole di serie malattie genetiche nelle coppie fertili. I campioni per la diagnosi genetica preimpianto si ottengono dagli oociti o dagli embrioni in fase precoce di sviluppo dopo la FIV o la ICSI. L’articolo analizza, da una parte, gli aspetti tecnici e clinici della diagnosi preimpianto, compresi i limiti e i rischi connessi con queste procedure, e, dall’altra, il dibattito bioetico in materia (la diagnosi preimpianto come alternativa all’aborto dopo diagnosi postimpianto; la selezione del sesso a fini sociali o la selezione di donatori di cellule staminali). Dallo stesso dibattito bioetico emerge la finalità eugenetica della diagnosi preimpianto, una finalità perversa poiché nessun individuo umano può essere valutato, selezionato, lasciato morire o soppresso in base alla “sua qualità”.
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Filandri, Marianna, Enrica Morlicchio, and Emanuela Struffolino. "Povertà, lavoro e famiglia: una riflessione introduttiva." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 161 (December 2021): 27–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161002.

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Abstract:
La povertà nonostante il lavoro rimane un problema rilevante e anzi in crescita. Ciò non è dovuto solo alle conseguenze economiche e sociali della pandemia, dal momento che tale tendenza era già chiaramente manifesta a partire dalla crisi del 2008. Da decenni milioni di famiglie in Europa (ma possiamo generalizzare ad altre aree geografiche) vivono in condizioni di povertà sebbene uno o più componenti siano di fatto parte del sistema occupazionale. Bisogna allora subito chiarire se parliamo di lavoro povero o di povertà delle famiglie di lavoratori. Questi concetti non sono solo analiticamente differenti, ma richiamano fenomeni non completamente sovrapponibili. Inoltre, essi hanno diverse implicazioni di policy. Nel saggio di introduzione alla Special Issue è analizzata la questione definitoria e sostanziale dei due lati del problema. Viene infatti argomentato come per un piano di intervento organico per contrastare la povertà da lavoro sono necessarie analisi approfondite che riconoscano la complessità del fenomeno guardando sia a bassi salari e limitata partecipazione al mercato del lavoro sia al nucleo famigliare, agli alti carichi familiari e al livello insufficiente di trasferimenti
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Barnish, S. J. B. "Transformation and Survival in the Western Senatorial Aristocracy, c. A.D. 400–700." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 120–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009582.

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Abstract:
TRASFORMAZIONE E SOPRAVVIVENZA DELLA ARISTOCRAZIA SENATORIA OCCIDENTALE FRA V E VII SECOLOL'articolo studia le basi, i punti di debolezza e le capacità di sopravvivenza della classe senatoria italiana, e la pone a confronto con la sua omologa in Gallia. Si presta in primo luogo attenzione ai sistemi attraverso i quali avveniva il reclutamento dei senatori, ed alle relazioni complessive fra il Senato e la classe dei “nobiles” nel tardo Occidente Romano. Vengono quindi utilizzate delle statistiche per vedere come la categoria dei civili detentori del rango di “illustris”, fra 433 e 536 d.C., fosse in grado di autorinnovarsi — ed il Senato con essa—, o quanto invece avesse bisogno di reclutamenti esterni. Nell'articolo si esaminano altresi i rapporti di locale clientela fra senatori e aspiranti tali; i rapporti di parentela tra le famiglie senatorie dell'Italia Settentrionale e della Gallia; il ruolo antagonista della Chiesa nelle due aree; la posizione economica dei senatori, in progressivo deterioramento, e gli impegni politici e sociali derivanti dalla loro ricchezza. La situazione economica delle classi dominanti può essere esaminata in relazione a taluni sviluppi nelle modalità di trasferimento della proprietà, attraverso matrimoni ed eredità, nonché con mutamenti nella situazione demografica generale. In questo articolo vengono anche presi in esame gli effetti del Cristianesimo sui valori e sulla morale sessuale delia classe senatoria. Viene infine posto in rilievo che, a dispetto di una crescente debolezza e di un netto declino nel corso del VI secolo, l'aristocrazia italica, al pari di quella galloromana, mostrò una sorprendente capacita di sopravvivenza e di influsso nella società, sino alle soglie dell'era carolingia.
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Dissertations / Theses on the topic "Trasferimento social"

1

NEGASI, MENGESHA YAYO. "Dynamics of Inequality, and Impact of Social Protection Program on Wellbeing of Children In Ethiopia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241281.

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Abstract:
Questa tesi include due capitoli. Il primo capitolo riguarda le disuguaglianze di denutrizione infantile in Etiopia usando la prospettiva longitudinale. In tutti gli approcci di calcolo dell'indice di concentrazione e le variabili di posizionamento dello status socioeconomico (SES), gli indici di concentrazione sono significativi con valore negativo. Ciò implica che in entrambe le stime di disuguaglianza di breve o di lungo periodo, l'onere della distribuzione iniqua della sottonutrizione rimane sui poveri con una differenza significativa tra le regioni. Per quanto riguarda la dinamica delle disuguaglianze, i risultati sugli indici di mobilità sono calcolati sulla base di Allanson et al. L'approccio (2010) mostra che la disuguaglianza rimane stabile (persistenza della disuguaglianza) nel punteggio Z di altezza, e la riduzione della disuguaglianza nel punteggio Z di peso in età, mentre nel caso del punteggio Z di peso per altezza, non c'è una chiara tendenza sulle successive ondate. Mentre il secondo capitolo indaga l'impatto diretto del programma di protezione sociale sulle misure antropometriche a lungo termine dello stato nutrizionale e gli effetti indiretti sul rendimento scolastico. Il nostro progetto di ricerca combina le differenze di intensità del programma tra le regioni con le differenze tra le coorti indotte dai tempi del programma. Le stime relative alla differenza nella differenza suggeriscono che l'esposizione della prima infanzia al programma porta ad un migliore stato nutrizionale e quindi ad un maggiore accumulo di capitale umano. I risultati sono solidi per diverse misure di intensità del programma, campioni di stima, modelli empirici e alcuni test di placebo.
This thesis includes two chapters. The first chapter deals with child undernutrition inequalities in Ethiopia using longitudinal perspective. In all concentration index computing approaches and Socioeconomic Status (SES) ranking variables, the concentration indices are significant with negative value. This implies that in either of short-run or long-run inequality estimates, the burden of unequal distribution of undernutrition remains on the poor with significant difference across regions. With respect to dynamics of inequalities, results on mobility indices computed based on Allanson et al. (2010) approach show that inequality remain stable (persistence of inequality) in Height-for- age Z-score, and reduction of inequality in Weight-for- age Z-score while in case of Weight-for- height Z-score, there is no clear trend over subsequent waves. While the second chapter investigates the direct impact of social protection program on long-term anthropometric measures of nutritional status and the indirect effects on educational attainment. Our research design combines differences in program intensity across regions with differences across cohorts induced by the timing of the program. Difference-in-difference estimates suggest that early childhood exposure to the program leads to better nutritional status and hence higher human capital accumulation. Results are robust to different measures of program intensity, estimation samples, empirical models and some placebo tests.
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BERNASCONI, SARA. "La mobilità delle società nell’Unione europea: casi del trasferimento di sede sociale e della fusione transfrontalieri." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2012. https://hdl.handle.net/11565/4054300.

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Capuzzo, Valentina <1980&gt. "L’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni e il minore assuntore di sostanze stupefacenti autore di reato. Le conseguenze del trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4798.

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Abstract:
La presente tesi di laurea è il risultato di un approfondito studio sul trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale delle funzioni di Sanità Penitenziaria, con particolare rifermento alle conseguenze che questa Riforma ha avuto sulla Giustizia Minorile e sulle articolazioni periferiche del Dipartimento. Con il D.P.C.M. 1 aprile 2004, le funzioni sanitarie svolte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Dipartimento per la Giustizia Minorile sono affidate alle Aziende Sanitarie Locali del territorio in cui sono ubicati gli Istituti di Pena, i Servizi Penitenziari e i Servizi Minorili. La disamina si articola in sei parti. Nella prima parte si analizza il fenomeno del disagio giovanile evidenziando il confine sottile che esiste tra la devianza e la delinquenza. Molti studiosi hanno cercato di analizzare e comprendere la delinquenza minorile ma nessuno di essi è riuscito a formulare una teoria valida, duratura ed esente da critiche. Nel secondo capitolo, dopo una breve spiegazione del meccanismo d’azione delle sostanze stupefacente e psicotrope, si è sottolineata la diversità dei termini abuso, tolleranza e dipendenza. Nella parte centrale (terzo e quarto capitolo), dopo l’excursus storico che ha portato a raccogliere tutte le norme in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope nel D.P.R. 309/1990, modificato successivamente dalla Legge n. 49 del 21febbraio 2006, si è trattato in maniere specifica dell’imputabilità del minore autore di reato assuntore di sostanze stupefacenti e delle misure pre-cautelari. Infine, attraverso una trattazione dettagliata delle Conferenze Unificate e delle Delibere della Regione Veneto, si è cercato di analizzare in modo critico le conseguenze della Riforma sui Servizi della Giustizia Minorile e, in particolare, sul Servizio Sociale per i Minorenni che ha dovuto far fronte ad un aumento della complessità del proprio lavoro legata sia alla necessità di coordinare i diversi Servizi coinvolti nella trattazione del caso, Servizi spesso con una conoscenza parziale dei contenuti della Riforma, sia alla modalità dei collocamenti in comunità dei minori tossicodipendenti e psichiatrici.
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GIACONI, MARTA. "Il lavoro nei processi di riorganizzazione dei servizi pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47449.

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Abstract:
La ricerca ha ad oggetto il processo di riorganizzazione che negli ultimi dieci anni, ha coinvolto i servizi pubblici locali (SPL) ed, in particolare, gli effetti che tale trasformazione ha determinato sui rapporti di lavoro. L’elasticità delle categorie giuridiche analizzate ha indotto a dedicare una parte iniziale dello studio alla individuazione dei confini delle nozioni di servizio di interesse generale e servizio pubblico, rispettivamente nel contesto europeo e nazionale. L’approfondimento della materia nell’ambito di una prospettiva europea consente, infatti, non solo di sottoporre a verifica l’assunto secondo il quale i percorsi di privatizzazione o liberalizzazione sarebbero motivati da scelte e direttive di matrice sovranazionale, ma anche di meglio comprendere l’ equilibrio tra Europa economica ed Europa sociale. Quanto al contesto nazionale, successivamente ad una breve ricostruzione della nozione di servizio pubblico, della quale la dottrina amministrativistica ha fornito due letture, una soggettiva (legata cioè alla natura pubblica dell’ente erogatore) ed una oggettiva (connessa alla capacità del servizio di soddisfare le esigenze della collettività), le vicende di riorganizzazione dei SPL sono state analizzate nell’ambito del più ampio processo di privatizzazione della PA. È noto infatti che, aderendo alle teorie di New Public Management, negli anni si sia dato avvio, oltre alla integrazione di strumenti privatistici all’interno della struttura amministrativa, anche ad una vera e propria delega di attività pubbliche a soggetti privati. Se emblema della prima tecnica è costituito dalla contrattualizzazione del pubblico impiego, manifestazione del secondo tipo di interazione, più intensa, tra enti pubblici e privati è la diffusione di strumenti di esternalizzazione nel settore pubblico. Laddove, tuttavia, l’ esternalizzazione, sia essa contrattuale od associativa, coinvolga un ente pubblico, è necessario che riflessioni specifiche siano svolte sul destino dei lavoratori coinvolti e sulla possibilità che su questo possa incidere il perseguimento di un interesse pubblico. La scelta metodologica è stata quella di valutare l’impatto sul lavoro innanzitutto sotto una prospettiva “classica”, ossia analizzando istituti già oggetto di studi in dottrina, il trasferimento d’attività delle Pubbliche Amministrazioni e la disciplina delle clausole sociali. Al tentativo di verificare se la fase “dinamica” di collocamento all’esterno della gestione dei SPL possa esser ascritta alla sfera applicativa dell’art. 31 del D.lgs. n. 165/2001 e, la fase “statica” di esecuzione del contratto od esercizio della gestione, possa esser regolata da previsioni di carattere sociale (contenute nei bandi od in apposite convenzioni), è seguita l’analisi delle nuove problematiche poste dal c.d. uso strategico degli appalti pubblici nonché dalla creazione di soggetti formalmente privati ma sostanzialmente pubblici. Se da tempo si è diffusa l’esigenza di un committente pubblico socialmente responsabile che sappia ottimizzare le potenzialità dell’aggiudicazione come strumento di lotta ad una concorrenza fondata sull’indebolimento delle garanzie, minore attenzione è stata prestata al lavoro svolto alle dipendenze di società pubbliche che, pur essendo sottoposto a contratti collettivi di diritto privato, presenta rilevanti peculiarità, prima tra queste la fase di accesso, dal 2008 equiparata alla selezione concorsuale pubblica. La natura pubblica del capitale ma soprattutto la natura pubblica delle finalità perseguite, distante dallo scopo lucrativo tipico dei soggetti imprenditoriali, meritano, quindi, adeguata attenzione e, soprattutto, un maggior coinvolgimento delle PA e delle Parti sociali, di fatto partecipi del mutamento solo nelle fattispecie di cui all’art. 31 D.lgs. 165/2001. La ricerca intende dimostrare la necessità di condurre, invece, una esternalizzazione controllata, ossia di riconoscere che la PA sia legittimata, anche ricorrendo a strumenti già esistenti all'interno dell'ordinamento (il controllo analogo), a realizzare un più stringente monitoraggio sull’impatto che la riorganizzazione può avere sul livello qualitativo e quantitativo dell’occupazione. Adottando quale parametro di valutazione il servizio pubblico - strumento di coesione sociale e territoriale - la PA potrebbe così incidere, ad esempio, su scelte legate al ricorso al lavoro non standard da parte degli enti affidatari, laddove si riscontri un eventuale peggioramento della qualità del servizio erogato in seguito alla precarizzazione dei rapporti di lavoro. La pretesa di un ruolo maggiormente rilevante e definito della PA nell’ambito dei processi di trasformazione dei SPL, è del resto legittimata dal vincolo di congruità dell’attività amministrativa, pubblica e privata, al perseguimento di finalità sociali, che da tempo autorevole dottrina ritiene sia sancito dall’art. 97 Cost..
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Books on the topic "Trasferimento social"

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Mucciarelli, Federico M. Società di capitali, trasferimento all'estero della sede sociale e arbitraggi normativi. Milano: Giuffrè, 2010.

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