Academic literature on the topic 'Trasferimento di attività'

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Journal articles on the topic "Trasferimento di attività"

1

Colombelli, Alessandra, Elettra D’Amico, Emilio Paolucci, and Riccardo Ricci. "Attività e modelli universitari di trasferimento tecnologico." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (December 2018): 10–27. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003002.

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Abstract:
Le università si trovano oggi a dover perseguire la loro "terza missione", essendo chiamate a contribuire allo sviluppo economico regionale. Esse svolgono pertanto diverse attività di trasferimento tecnologico. Questo articolo ha l'obiettivo di analizzare l'adozione di tali attività nelle università tecniche europee e di identificare i possibili modelli di trasferimento tecnologico. L'analisi presentata è di tipo quantitativo. I dati sono estrapolati da un questionario redatto da una Task Force dell'associazione universitaria Cesaer. Studiando i diversi approcci che le università hanno nei confronti del trasferimento tecnologico è stato possibile identificare tre diversi modelli: uno maturo, uno incompleto, e uno in via di sviluppo con un ruolo rispettivamente centrale, secondario e quasi centrale negli ecosistemi di cui fanno parte.
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2

Oscar Proietti and Antonella Zuccaro. "ITS e Laboratori 4.0: Il trasferimento di Labomec in remoto." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 160–66. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.51.

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Abstract:
In questo articolo viene descritta l’esperienza di virtualizzazione di un’Isola 4.0, un centro di lavoro fondato sulle tecnologie abilitanti 4.0, connesse fra di loro attraverso un protocollo di comunicazione digitale presente nel laboratorio Labomec dell’ITS Umbria. In questo contesto gli studenti hanno potuto apprendere online attraverso attività laboratoriali, cuore e carattere originale della formazione negli ITS, sperimentando la risoluzione di problemi anche attraverso attività di gruppo con docenti di azienda.
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3

Naert, Frank. "The Rise and Decline of Interest Groups: A Dynamic Approach to Interest Groups." Journal of Public Finance and Public Choice 10, no. 2 (October 1, 1992): 183–93. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539527.

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Abstract:
Abstract Scopo di questo lavoro è l’elaborazione di una struttura teorica entro cui analizzare l’evoluzione dei sistemi di gruppi di interesse. In particolare, l’autore parte dal riconoscimento che la nascita di un gruppo dipende dai costi di informazione e dai costi di organizzazione e che la sua attività è volta alia redistribuzione del reddito e della ricchezza. Queste caratteristiche sono state trascurate dalle teorie tradizionali (in particolare da Peltzman e Becker) che hanno affrontato l’argomento in maniera statica.Il presente contributo consiste quindi nella dinamizzazione della rendita e della perdita corrispondente. Si argomenta che, dal momento che i costi di informazione rivelano una tendenza a diminuire nel tempo, mentre la rendita tende ad aumentare, ogni trasferimento periodico aumenta la ricchezza dei vincitori diminuendo quella dei perdenti. Ne consegue la necessità di un cambiamento periodico nell’analisi costi-benefici che il gruppo perdente opera, per cui le stime della perdita devono essere corrette mano mano che il tempo progredisce.
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4

Bompiani, Adriano. "La clonazione: considerazioni sulle normative internazionali." Medicina e Morale 47, no. 3 (June 30, 1998): 581–600. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.837.

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Abstract:
L’Autore analizza i vari Documenti internazionali che - di recente - sono stati elaborati a riguardo della clonazione dell’essere umano. Vi è una sostanziale uniformità nella condanna del processo di creazione a fini di riproduzione di un essere umano che abbia - per clonazione - lo stesso patrimonio genetico nucleare di altra persona vivente o morta. La riprovazione di questa finalità trova motivazione etica nell’offesa alla dignità umana e ai diritti fondamentali dell’uomo che tale modello di clonazione esprimerebbe. Rimangono al di fuori della normativa internazionale sin qui proposta (Consiglio d’Europa, UNESCO) le attività di clonazione a significato “terapeutico”, atte a prevenire la trasmissione di malattie mitocondriali. Mentre l’UNESCO ha adottato un testo piuttosto ambiguo, il Consiglio d’Europa ha vietato, espressamente, la clonazione dell’essere umano per trasferimento nucleare. Affiorano peraltro nuove preoccupazioni sul significato da dare all’espressione “essere umano”, che si vuole riservata al diritto interno di ogni singolo Stato europeo. Se nell’interpretazione statuale venisse attribuita la denominazione di “essere umano” all’embrione impiantato, la fase pre-impianto (da taluni considerata “pre-embrionale”) sarebbe di fatto non coperta dal divieto di clonazione a finalità sperimentali, o per la realizzazione di possibili presidi terapeutici.
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5

Horrakh, Livio. "L'intertestualità: un intervento macrostrutturale nell'ambito dei meccanismi di funzionamento testuale in dipendenza al problema della traduzione." Linguistica 31, no. 1 (December 1, 1991): 445–54. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.445-454.

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Abstract:
Scopo di questo articolo è l'applicazione descrittiva all'incipit di un testo di narrativa fantascientifica di un segmento macrostrutturale di uno instrumento d' analisi da noi precedentemente elaborato che si proponeva di sistematizzare e spiegare l'attivazione testuale integrata da alcuni apporti narratologici (come è previsto che il testo sia attivato da chi lo legge), la macroanalisi (come è previsto che il testo funzioni per chi lo legge) e la microanalisi (come è previsto che il testo sia attivato a livello locale da chi lo legge) nel processo della traduzione nel modello a tre fasi a trasferimento indiretto (l'applicazione in questione interessa la prima delle tre fasi del modello).
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6

Capriati, Michele. "Spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (June 2011): 23–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002002.

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Abstract:
Il lavoro ha l'obiettivo di analizzare le relazioni tra spesa pubblica e sviluppo umano nelle Regioni italiane. I principali risultati mettono in evidenza una geografia dello sviluppo umano regionale molto diversa da quella basata sul Pil pro capite. Inoltre, nel periodo considerato vi č una debole convergenza territoriale del benessere. Lo sviluppo delle Regioni sembra dipendere in misura significativa dalla spesa per il lavoro e la sicurezza sociale, capitale umano e ambiente mentre un contributo negativo sembra provenire dai trasferimenti in conto capitale per le attivitŕ produttive.
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7

Cozzi, Ambrogio, Lara Franzoni, Katia Romelli, and Sandro Feller. "Tra care e cure: una ricerca sulle famiglie con un paziente in stato vegetativo." TERAPIA FAMILIARE, no. 95 (April 2011): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095004.

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Abstract:
Lo stato vegetativo č una condizione medica che incide gravemente sul benessere psicologico dei familiari coinvolti nella cura. La ricerca indaga relazioni, conflitti ed il funzionamento familiare durante la presenza della condizione di stato vegetativo del paziente, il processo di cura a casa e in struttura, l'impatto economico dell'evento, il benessere del caregiver. Il campione č composto da 120 caregiver di pazienti curati in Lombardia. Lo studio ha utilizzato un'intervista semi-strutturata analizzata con il software ‘T-Lab', il Disegno simbolico dello spazio di vita familiare e SF-36 Questionario sullo stato di salute. I risultati hanno mostrato come il funzionamento familiare e il benessere del caregiver siano relazionati al genere e al ruolo del caregiver, al tempo trascorso dall'evento che ha causato lo stato vegetativo e al luogo di cura. La ricerca ha inoltre mostrato un'estrema povertŕ e chiusura delle relazioni familiari, difficoltŕ nelle fasi di trasferimento del paziente, forte isolamento di alcuni membri dalle attivitŕ sociali e deboli relazioni con la famiglia allargata, un forte impatto sull'attivitŕ lavorativa di almeno uno dei membri familiari.
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Dissertations / Theses on the topic "Trasferimento di attività"

1

Baldessarelli, Davide. "Analisi del trasferimento di composti fenolici in campioni non stabilizzati di succo d?uva (vitis vinifera l.) biologico mediante tecniche di macerazione alternative." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9404/.

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Abstract:
Il seguente elaborato prende le mosse da un progetto, denominato Nutrid’Uva, promosso e attivamente concretizzato dall’azienda bresciana “Cascina Belmonte” di concerto con il laboratorio del Campus di Scienze Alimentari di Cesena (Università di Bologna). In particolare, si è voluta sperimentare l’applicazione di processi innovativi per la produzione di succo d’uva bio e bevande a base di succo d’uva bio proveniente da uve biologiche coltivate nell’areale della Valténesi (sponda occidentale del Garda), stabilizzati mediante l’uso di alte pressioni idrostatiche e senza trattamento termico. In questi termini, il presente lavoro ha l’obiettivo di: delineare il quadro generale in cui si inserisce il progetto, arricchendolo con spunti tratti dalle pratiche di processo seguite in loco; determinare il contenuto delle classi polifenoliche presenti nei campioni di alcuni succhi sottoposti a differenti tecnologie di macerazione in confronto all’abituale processo di lavorazione aziendale (vitigni ibridi diretti produttori, Barbera, Merlot, Cabernet). Si è proceduto dunque attraverso l’analisi spettrofotometrica delle principali classi di composti fenolici e dell’attività antiossidante.
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2

GIACONI, MARTA. "Il lavoro nei processi di riorganizzazione dei servizi pubblici." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47449.

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Abstract:
La ricerca ha ad oggetto il processo di riorganizzazione che negli ultimi dieci anni, ha coinvolto i servizi pubblici locali (SPL) ed, in particolare, gli effetti che tale trasformazione ha determinato sui rapporti di lavoro. L’elasticità delle categorie giuridiche analizzate ha indotto a dedicare una parte iniziale dello studio alla individuazione dei confini delle nozioni di servizio di interesse generale e servizio pubblico, rispettivamente nel contesto europeo e nazionale. L’approfondimento della materia nell’ambito di una prospettiva europea consente, infatti, non solo di sottoporre a verifica l’assunto secondo il quale i percorsi di privatizzazione o liberalizzazione sarebbero motivati da scelte e direttive di matrice sovranazionale, ma anche di meglio comprendere l’ equilibrio tra Europa economica ed Europa sociale. Quanto al contesto nazionale, successivamente ad una breve ricostruzione della nozione di servizio pubblico, della quale la dottrina amministrativistica ha fornito due letture, una soggettiva (legata cioè alla natura pubblica dell’ente erogatore) ed una oggettiva (connessa alla capacità del servizio di soddisfare le esigenze della collettività), le vicende di riorganizzazione dei SPL sono state analizzate nell’ambito del più ampio processo di privatizzazione della PA. È noto infatti che, aderendo alle teorie di New Public Management, negli anni si sia dato avvio, oltre alla integrazione di strumenti privatistici all’interno della struttura amministrativa, anche ad una vera e propria delega di attività pubbliche a soggetti privati. Se emblema della prima tecnica è costituito dalla contrattualizzazione del pubblico impiego, manifestazione del secondo tipo di interazione, più intensa, tra enti pubblici e privati è la diffusione di strumenti di esternalizzazione nel settore pubblico. Laddove, tuttavia, l’ esternalizzazione, sia essa contrattuale od associativa, coinvolga un ente pubblico, è necessario che riflessioni specifiche siano svolte sul destino dei lavoratori coinvolti e sulla possibilità che su questo possa incidere il perseguimento di un interesse pubblico. La scelta metodologica è stata quella di valutare l’impatto sul lavoro innanzitutto sotto una prospettiva “classica”, ossia analizzando istituti già oggetto di studi in dottrina, il trasferimento d’attività delle Pubbliche Amministrazioni e la disciplina delle clausole sociali. Al tentativo di verificare se la fase “dinamica” di collocamento all’esterno della gestione dei SPL possa esser ascritta alla sfera applicativa dell’art. 31 del D.lgs. n. 165/2001 e, la fase “statica” di esecuzione del contratto od esercizio della gestione, possa esser regolata da previsioni di carattere sociale (contenute nei bandi od in apposite convenzioni), è seguita l’analisi delle nuove problematiche poste dal c.d. uso strategico degli appalti pubblici nonché dalla creazione di soggetti formalmente privati ma sostanzialmente pubblici. Se da tempo si è diffusa l’esigenza di un committente pubblico socialmente responsabile che sappia ottimizzare le potenzialità dell’aggiudicazione come strumento di lotta ad una concorrenza fondata sull’indebolimento delle garanzie, minore attenzione è stata prestata al lavoro svolto alle dipendenze di società pubbliche che, pur essendo sottoposto a contratti collettivi di diritto privato, presenta rilevanti peculiarità, prima tra queste la fase di accesso, dal 2008 equiparata alla selezione concorsuale pubblica. La natura pubblica del capitale ma soprattutto la natura pubblica delle finalità perseguite, distante dallo scopo lucrativo tipico dei soggetti imprenditoriali, meritano, quindi, adeguata attenzione e, soprattutto, un maggior coinvolgimento delle PA e delle Parti sociali, di fatto partecipi del mutamento solo nelle fattispecie di cui all’art. 31 D.lgs. 165/2001. La ricerca intende dimostrare la necessità di condurre, invece, una esternalizzazione controllata, ossia di riconoscere che la PA sia legittimata, anche ricorrendo a strumenti già esistenti all'interno dell'ordinamento (il controllo analogo), a realizzare un più stringente monitoraggio sull’impatto che la riorganizzazione può avere sul livello qualitativo e quantitativo dell’occupazione. Adottando quale parametro di valutazione il servizio pubblico - strumento di coesione sociale e territoriale - la PA potrebbe così incidere, ad esempio, su scelte legate al ricorso al lavoro non standard da parte degli enti affidatari, laddove si riscontri un eventuale peggioramento della qualità del servizio erogato in seguito alla precarizzazione dei rapporti di lavoro. La pretesa di un ruolo maggiormente rilevante e definito della PA nell’ambito dei processi di trasformazione dei SPL, è del resto legittimata dal vincolo di congruità dell’attività amministrativa, pubblica e privata, al perseguimento di finalità sociali, che da tempo autorevole dottrina ritiene sia sancito dall’art. 97 Cost..
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