Journal articles on the topic 'Transizione alla vita adulta'

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1

Traina, Ivan, Marco Andreoli, Luca Ghirotto, and Geraldine Leader. "I programmi a sostegno della transizione al lavoro di giovani con disabilità intellettiva: una integrative." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2022): 264–83. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14236.

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Abstract:
L'obiettivo della presente integrative review consiste nel fornire una mappatura dei programmi di transizione scuola-lavoro rivolti a giovani adulti con disabilità intellettiva realizzati nell'ultimo decennio. I programmi discussi in letteratura potrebbero, infatti, informare potenziali percorsi nel contesto italiano. Tramite il processo di revisione sistematica abbiamo inizialmente identificato il divario nella ricerca, maggiormente focalizzata sull'età infantile e adolescenziale che sull'età adulta delle persone con disabilità intellettiva, e in particolare rispetto ai programmi di transizione al lavoro e alla vita adulta. Per far fronte alla necessità di un approfondimento dei programmi basati su studi empirici, è stato impiegato il metodo della integrative review, perché in grado di contribuire all'individuazione di pratiche educative basate sull'evidenza. L'analisi e la sintesi dei risultati degli studi selezionati hanno consentito di individuare sei ricerche, che sono state inseguito valutate dal punto di vista della qualità. I risultati sono stati discussi e le implicazioni per future ricerche in questo ambito messe in luce, al fine di arricchire il dibattito sui programmi di transizione rivolti a giovani adulti con disabilità intellettiva.
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2

Giancola, Orazio, and Luca Salmieri. "Disuguaglianze nel mercato del lavoro e transizione alla vita adulta. Una comparazione europea." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 144 (December 2016): 118–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2016-144008.

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3

Bertolini, Sonia, and Rosy Musumeci. "Autonomia e transizione alla vita adulta in situazioni d'insicurezza lavorativa: un confronto fra Germania, Italia e Polonia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 243–63. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158012.

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Abstract:
In questo articolo analizziamo il processo di transizione alla vita adulta, in particolare il raggiungimento dell'autonomia di giovani che vivono una situazione d'insicurezza lavorativa, in tre diversi contesti istituzionali di tre paesi europei: Germania, Italia, Polonia. I paesi coinvolti nello studio rappresentano diversi regimi di welfare in Europa (Esping-Andersen, 1990, 2000): quello familistico del Sud Europa (Italia), quello conservatore-corporativo (Germania) e quello ibrido post-comunista (Kazepov e Carbone, 2018) dell'Europa orientale (Polonia). Diventare adulto mette, infatti, in campo elementi macro, quali i riferimenti culturali e istituzionali, risorse meso, le relazioni sociali e familiari, e micro, legate alla capacità di attivare risorse personali per affrontare l'incertezza lavorativa ed economica. Nell'articolo i tre livelli di analisi sono ricostruiti e messi in relazione attraverso una metodologia qualitativa comparativa che collega il contesto macro istituzionale a dati micro-qualitativi per individuare i meccanismi sociali.
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4

Romanazzi, Grazia. "Giovani a bassa generatività: la transizione alla vita adulta tra crisi, paura e progettualità." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (January 2020): 302–15. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2019oa8848.

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Abstract:
The author investigates the universe of the young people in the Italian context, starting from the political impediments which affect the job placement and, consequently, delay the acquisition of economic independence and housing autonomy, and considering the cultural conditions of a society that "holds" children in their maternal houses and inhibits their transition to adult life and the formation of their own family. The portrait of a community with a low birth rate emerges as an unequivocal sign of a personal and social crisis. But still in young people survives and persists a hidden desire for family which is a yearning for planning as an ontological category of human beings. Therefore, the hope and commitment at the same time are the definition of adult education pathways, focused on parenting, birth and care education.
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5

Bertolini, Sonia. "Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Abstract:
Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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6

Mombelli, Marina. "La transizione separativa." INTERAZIONI, no. 2 (November 2020): 48–61. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002004.

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Abstract:
Nella mia attività clinica seguo spesso famiglie che si trovano nel mezzo della vicenda se-parativa e l'ottica di lavoro è tesa ad individuare segnali di evoluzione possibile, di risorse che, pur nel dolore di perdite subite e di progetti non pienamente realizzati, permettano di poter transitare ad una nuova fase di vita familiare. L'impressione ricorrente è che elementi impor-tanti relativi alla storia della relazione di coppia e riguardanti eventi critici che l'hanno attraversata, rimangano sottointesi, ostacolando di fatto il transito ad una nuova fase di vita e di rior-ganizzazione familiare. Il presente articolo ha lo scopo di individuare alcuni di questi elementi fondamentali e necessari affinché si possa promuovere il passaggio ad una risposta familiare nuova che consenta una reale crescita delle singole persone e dei legami.
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7

Smorti, Martina, and Silvia Guarnieri. "Le relazioni fraterne durante la vita adulta." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2012): 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001003.

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Abstract:
Le relazioni fraterne costituiscono un punto di riferimento centrale per la vita affettiva dell'individuo durante l'intero arco di vita in quanto promuovono la sua competenza cognitiva, affettiva e sociale e contribuiscono fortemente al suo generale benessere psicologico. Nonostante la rilevanza di tali relazioni, risultano ancora scarsi gli studi sulla qualità che connota questi legami durante la vita adulta. La presente ricerca intende quindi indagare la qualità delle relazioni fraterne durante la vita adulta ed esaminare il ruolo che tali relazioni hanno nella promozione della globale qualità di vita dell'individuo. Partecipanti. 288 soggetti (124 maschi e 164 femmine), divisi in due diverse fasce d'età: 148 giovani adulti d'età compresa tra i 20 e i 35 anni e 140 adulti di età compresa tra i 40 e i 55 anni. Strumenti. Per misurare gli aspetti qualitativi che connotano la relazione fraterna è stata utilizzata la versione italiana (Tani, Guarnieri, Ingoglia, submitted) dell'Adult Sibling Relationship Questionnaire - ASRQ (Stocker, Lanthier, Furman, 1997). Per rilevare la qualità di vita è stato utilizzato il cluster Qualità di Vita del Psychological Treatment Inventory - PTI (Gori, Giannini, Schulberg, 2008). I risultati hanno evidenziato come durante la vita adulta, in relazione al raggiungimento di una maggiore maturità, si attenuino alcuni aspetti del legame fraterno legati alla conflittualità e alla rivalità e, parallelamente, acquistino maggiore rilevanza gli aspetti legati all'affettività. La qualità della relazione fraterna risulta inoltre essere un significativo predittore della qualità di vita anche durante l'età adulta.
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8

de Vincenzo, Domenico. "La transizione energetica nell'attuale contesto globale." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 81–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13368.

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Abstract:
La transizione energetica è un processo di trasformazione del mix di fonti primarie di energia, ma è anche un processo di cambiamento che implica una profonda trasformazione, che porti a una modificazione degli stili di vita e a una trasformazione dei processi economici, affinché si arrivi anche alla riduzione della domanda di energia. Messo da parte (almeno per il momento) il problema dell'esaurimento dei combustibili fossili, che per decenni ha occupato il dibattito sull'energia, vista la rinnovata vitalità nella produzione di petrolio, la transizione energetica è ora esclusivamente dedicata alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla mitigazione delle cause del cambiamento climatico. Il processo di sostituzione dei combustibili fossili con energia pulita e rinnovabile, però, non può non tener conto degli aspetti economici (prezzo, domanda e offerta) e tecnici (capacità ecostanza produttiva) che condizionano l'utilizzo delle diverse fonti di energia. Gli scenari della transizione, dunque, dovrebbero tenere conto degli aspetti economici, ma spesso sono completamente avulsi da essi. Il contesto economico globale pone una sfida alla transizione energetica perlomeno sotto due aspetti: 1) la riduzione del prezzo del petrolio e 2) l'abbondante offerta di petrolio. Il prezzo del petrolio, in calo dal 2014 (anche se in ripresa nel 2021) è stato profondamente colpito dal crollo della domanda di energia causata dalla pandemia Covid-19. Questo crollo del prezzo può rendere problematica la transizione energetica, in quanto le fonti rinnovabili potrebbero diventare meno convenienti dei combustibili fossili. La pandemia, peraltro, ha reso improvvisamente obsoleti tutti gli scenari elaborati in precedenza producendo incertezza sugli sviluppi futuri della transizione energetica. L'abbondante offerta di petrolio (causa essa stessa della crisi del suo prezzo), a sua volta, accresce tale incertezza. Infatti, se fino al primo decennio degli anni 2000 era l'esauribilità del petrolio a aprire la strada alla transizione energetica, ora è la sua ampia disponibilità a ostacolarla: è necessario affrontare la transizione non a causa dell'esauribilità del petrolio, ma nonostante l'abbondanza di esso, per contrastare l'effetto serra.
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Semenzato, Luca, Clara Baldin, Maria Laura Mitra, Giuseppe Pappalardo, Laura Giovanna Giannoni, and Massimo Di Grazia. "Riflessioni sull'attuale percorso di transizione in Italia." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (November 2020): 83–100. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002005.

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Abstract:
In questo articolo gli autori esamineranno l'attuale situazione italiana per quanto concerne i trattamenti di conferma del genere (GCT) e, alla luce delle ulti-me ricerche e review della letteratura sui GCT, verranno analizzate e confrontate le linee guida dell'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (ONIG) e della World Professional Association for Transgender Health (WPATH). Gli autori mostreranno come l'attuale percorso, che prevede, prima dell'accesso ai GCT, la risoluzione di ogni altro disagio psichico presente, potrebbe essere modificato per mi-gliorare lo stato di benessere delle persone transgender e gender non-conforming (TGNC), trattando la disforia prima o contemporaneamente ai disturbi secondari. Si evidenzierà inoltre come la popolazione affetta da disforia di genere risulti par-ticolarmente suscettibile allo sviluppo di disturbi psichiatrici, con evidenti costi in termini di qualità di vita per la persona e per il sistema sanitario che deve farsene carico. Infine, verrà evidenziato che il miglioramento dei servizi sociosanitari per le persone transgender contribuirebbe a migliorare la qualità della vita della popola-zione TGNC italiana anche grazie ad una depatologizzazione delle identità non coerenti col genere assegnato.
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Piccinni, Mariassunta, and Francesca Succu. "L'amministrazione di sostegno come strumento di supporto nel passaggio all'età adulta." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 96–105. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004011.

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Abstract:
Le autrici, individuate le coordinate normative di riferimento e presentati alcuni casi emblematici di ricorso a misure di protezione delle persone prive in tutto o in parte di autonomia nel passaggio dalla minore alla maggiore età, propongono una riflessione sul funzionamento delle misure di protezione, ed in particolare dell'amministrazione di sostegno, come strumenti di partecipazione del minore con disabilità nelle scelte che lo riguardano anche nella delicata fase di transizione verso l'età adulta.
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Golsch, Katrin. "La flessibilitŕ come principio guida: conseguenze sull'inserimento lavorativo, i piani di vita individuali e le decisioni legate alla formazione di una famiglia da parte dei giovani in Gran Bretagna." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 58–74. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124004.

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Abstract:
Questo articolo sintetizza le implicazioni che l'incremento del livello di deregolazione del mercato del lavoro e della flessibilitŕ hanno avuto sui giovani in Gran Bretagna negli ultimi decenni. La sintesi dei dati offerti si sofferma sulla transizione scuola-lavoro e la qualitŕ del primo impiego ottenuto, la percezione dell'insicurezza del lavoro, il salario ottenuto e le prospettive di promozione, i rischi di disoccupazione e le opportunitŕ di uscita da questi stato, i rischi di mobilitŕ discendente, la formazione di una unione di coppia e la transizione alla paternitŕ/maternitŕ.
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Berardi, Donato, Filippo Galimberti, Antonio Pergolizzi, and Michele Tettamanzi. "La transizione ecologica: dalle persone alle politiche e viceversa." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 159–81. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003007.

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Abstract:
È necessario ricostruire i modelli di produzione e di consumo, abilitando il reddito come strumento in grado di generare sostenibilità. Tra gli strumenti atti a misura-re la relazione tra ambiente e sviluppo economico vi sono la curva di Kuznets e il disaccoppiamento: il primo indaga i modelli di consumo e il rapporto che inter-corre fra il reddito pro capite e l'inquinamento prodotto da ciascun cittadino quale relazione tra reddito e diseguaglianza sociale. L'ipotesi di questa teoria è che al crescere del reddito pro capite l'impatto ambientale cresca fino a segnare un picco, per poi decrescere disegnando una curva ad "U rovesciata". Il disac-coppiamento, invece, si occupa dei modelli di produzione e ha un'accezione più ampia, studiando l'esistenza di un sistema nel quale il benessere e la qualità della vita delle persone possono crescere senza generare ulteriore pressione sull'ambiente: in altre parole, quando alla crescita economica non corrisponde un aumento proporzionale della produzione di rifiuti da parte delle attività eco-nomiche. Il progresso tecnologico è chiamato a trovare il modo di coniugare il miglioramento del tenore di vita con la tutela dell'ambiente. Se i modelli di con-sumo saranno orientati all'ambiente anche la produzione vi si dovrà adeguare. È questo il senso più intimo della transizione ecologica.
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Da Roit, Barbara, and Francesco E. Iannuzzi. "Trasformazioni del lavoro operaio tra mutamento tecnologico e contesto socioproduttivo. Una ricerca nella manifattura veneta." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 137–57. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158007.

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Abstract:
Partendo dal presupposto che i contesti sociali e produttivi influiscano sugli effetti della trasformazione tecnologica, l'articolo analizza le esperienze soggettive dei lavoratori della manifattura veneta a seguito delle trasformazioni introdotte nella transizione verso Industria 4.0. Attraverso casi studio, la ricerca mette a fuoco il rapporto tra lavoratori, processi, organizzazione produttiva e vita quotidiana, prestando attenzione alle aspettative, percezioni ed esperienze che i lavoratori associano alla qualità del lavoro. La trasformazione tecnologica contribuisce alla costruzione di nuove istanze di soggettività osservabili nell'aumentato interesse dei lavoratori per gli aspetti espressivi e relazionali del lavoro e nella ridefinizione del valore associato alle diverse attività quotidiane. Tuttavia, non sempre queste istanze trovano adeguate risposte sul terreno dell'innovazione organizzativa, creando tensioni e insofferenza tra i lavoratori.
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Mencarelli, Paolo. ""Meritarsi la libertŕ" Conflitto sociale e ordine pubblico nelle carte del Ctln." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 597–610. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265004.

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Abstract:
Le carte dell'archivio del Comitato toscano di liberazione nazionale (Ctln) restituiscono un quadro assai variegato delle funzioni svolte dall'organismo di direzione politica della Resistenza toscana soprattutto nell'opera di autogoverno della cittŕ di Firenze nel periodo che intercorre tra la liberazione di quest'ultima (agosto-settembre 1944) e la cessazione della sua attivitŕ (marzo 1946). Lo studio si sofferma in particolare sui complessi problemi di legalitŕ ed equitŕ legati alla contraddittoria transizione alla normalitŕ della vita politica in un periodo ancora segnato dalla guerra civile. Il Ctln, malgrado un contrastato rapporto con il prefetto, svolse un'opera significativa di mediazione sia in tema di ordine pubblico ed epurazione in relazione ai non rari episodi di conflitto sociale (manifestazioni di disoccupati, partigiani e reduci, ecc.) sia tra le istanze centrali e quelle periferiche della stessa rete ciellenistica.
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Paterlini, Federica. "Esordi psicotici in adolescenza e giovane età adulta: prospettive teoriche e di trattamento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 31–60. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003003.

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Abstract:
La letteratura scientifica, negli ultimi anni, è sempre più costellata di articoli che trattano il tema del riconoscimento e dell'intervento precoce evidenziandone l'importanza al fine di intercettare il malessere dei giovani e ridurre la loro sofferenza soggettiva, il rischio di transizione alla psicosi e ridurne la successiva disabilità. Da una meta-analisi su larga scala è stato rilevato che il 12,3% dei disturbi psicotici si verifica prima dei 18 anni e il 47,8% prima dei 25, con un picco di insorgenza a 20,5 anni [1]. Una parte di questi disturbi ha il suo esordio anche prima dei 18 anni. È ormai noto che il periodo prodromico in cui emergono sintomi sottosoglia e aspecifici può essere anche di oltre 10 anni. A fronte di ciò è utile valutare il rischio di esordio psicotico nella fase adolescenziale. I servizi che si occupano di minori dovrebbero, sempre più, avere uno sguardo rivolto anche a ciò che emerge prima del disturbo psicotico, a quei fenotipi a rischio di transizione. Obiettivo di questo lavoro è analizzare, senza la presunzione di esser esaustivo, quali modelli di valutazione precoce sono utilizzabili per l'adolescenza e la giovane età al fine di riconoscere, valutare e aiutare giovani help seeker a rischio di sviluppare psicosi e conoscere quali sono, ad oggi, i possibili trattamenti psicosociali attivabili nei servizi al fine di prendersi cura di questa fascia di popolazione che sperimenta angoscia e stigmatizzazione causate dalla loro condizione già al momento in cui si rivolgono ai servizi [2-5]. Non verrà trattato l'aspetto psicofarmacologico di pertinenza dei colleghi psichiatri e neuropsichiatri. La ricerca deve continuare per poter fornire più risposte ai clinici che quotidianamente incontrano la sofferenza di ragazzi e famiglie e avere ulteriori risposte alle domande relative alla miglior identificazione e ai più efficaci trattamenti psicosociali.
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Biasin, Chiara. "La costruzione di partnership scuola-università per facilitare la transizione degli studenti." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 63–78. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12116.

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Abstract:
Questo contributo si propone di indagare modelli e forme relativi alla continuità tra scuola superiore e accademia a partire dal concetto di transizione, tematizzato non come il semplice iter che lo studente compie dalla secondaria all'università, né come quella serie di attività di preparazione, che iniziano l'ultimo anno della scuola secondaria e che terminano con l'inizio della prima annualità universitaria. A partire dall'esperienza del progetto SUPER - Piani di Orientamento e Tutorato, questo contributo evidenzia l'importanza della partnership scuola-università nella co-progettazione e realizzazione di attività di orientamento e di programmi di tutorato learner-centred rivolti agli studenti superiori e universitari. A partire dalla lesson learned del progetto POT, la transizione scuola-università è qui inquadrata come processo complesso e multiforme di sviluppo e trasformazione che riguarda la vita e l'identità dello studente ma pure le dimensioni istituzionali e pedagogiche che concernono le istituzioni scolastiche e accademiche.
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Lodigiani, Rosangela. "I nuovi termini della socializzazione (alla cittadinanza) lavorativa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117005.

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Abstract:
La transizione al lavoro dei giovani si realizza attraverso percorsi lunghi, flessibili, individualizzati. Ciň influisce sulla socializzazione lavorativa nonché sulla cultura e sull'etica del lavoro dei giovani, rendendo piů difficile la costruzione di una carriera occupazionale stabile e di una solida identitŕ professionale. I processi di socializzazione lavorativa divengono ricorsivi, discontinui, frammentati; non riescono piů a trasmettere il senso di una appartenenza, ma - inquadrati nel paradigma europeo dell'attivazione e dell'occupabilitŕ - richiamano a una cittadinanza occupazionale nei fatti difficile da conquistare e mantenere e spesso incapace di rispondere ai bisogni di realizzazione di sé e riconoscimento sociale. Ne derivano nuove disuguaglianze tra i giovani e una ridefinizione del significato del lavoro nel corso di vita. Emerge dunque la necessitŕ di politiche tese a supportare le transizioni lavorative affinché conservino un profilo professionalizzante, consentano la capitalizzazione di competenze, siano sostenibili dentro la biografia individuale. Occorre perň ridare valore al lavoro dei giovani, integrando l'obiettivo dell'occupabilitŕ con quello della capability di scegliere un lavoro che abbia valore per sé.
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Carducci, Michele. "LE PREMESSE DI UNA “ECOLOGIA COSTITUZIONALE”." Veredas do Direito: Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 17, no. 37 (May 13, 2020): 89–111. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v17i37.1760.

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Abstract:
L’articolo discute il tema del rapporto tra diritto e approccio ecosistemi-co nella prospettiva dei limiti del diritto costituzionale di fronte alla con-dizione attuale di “deficit ecologico” del Pianeta (“tirannia delle piccole decisioni”, disfunzionalità dei poteri, irresponsabilità). Questi limiti sono la conseguenza del carattere “fossile” del diritto moderno, definitivamente separato dai bisogni naturali di sopravvivenza della specie umana. Attual-mente esistono due tentativi di superamento di questi limiti in nome della “conversione ecologica” degli stili di vita e della “transizione ecologica” del sistema di produzione: il metodo “ottativo”, strutturato per obiettivi e regole secondarie; il metodo “prescrittivo”, fondato su regole primarie di nuovi doveri verso la natura.
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Cataudella, Stefania, Nicola Congiu, and Giulia Langiu. "L'impatto psicologico della pandemia da Covid-19 sul periodo perinatale: una breve review dei primi dati della letteratura sul contesto italiano ed internazionale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (February 2022): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001003.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha influenzato molti aspetti della vita, inclusa l'esperienza della nascita e la transizione alla maternità. È stata condotta una review narrativa con l'obiettivo di sintetizzare le prime evidenze sull'impatto psicologico della pandemia sul periodo perinatale, facendo luce, inoltre, sui dati emersi su scala nazionale rispetto ai Paesi, europei ed extraeuropei. La selezione degli studi è stata condotta attraverso le banche dati Scopus e Google Scholar. Sono stati inclusi 36 studi pubblicati da marzo a ottobre 2020 e che rispettavano i criteri di in-clusione ed esclusione stabiliti a priori. Aumento di stress, di sintomatologia ansiosa e depressiva sono risultati trasversali a tutti gli studi, concentrati prevalentemente nella fase prenatale. Il supporto di familiari, del partner, l'attaccamento materno sicuro ed una corretta informazione sono emersi come fattori protettivi. La fase perinatale della vita, quindi, si è caratterizzata come una fase di vulnerabilità che ha ricevuto poca attenzione nei suoi risvolti psicologici. È importante che i contesti di cura che ruotano intorno alla nascita tengano conto che situa-zioni di crisi, come quella attuale, possono acuire alcuni aspetti di vulnerabilità delle donne, sia da un punto di vista medico che psicologico, e avere conseguenze sul benessere della coppia madre-bambino.
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Colloca, Carlo. "Le condizioni di vita dei migranti nel ragusano fra processi di deterritorializzazione ed ecomafie." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 53–73. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002003.

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Abstract:
L'articolo analizza l'organizzazione spaziale e sociale della "fascia trasformata del ragusano" dove abitano e lavorano cittadini stranieri immigrati. L'obiettivo è restituire - con il supporto di dati statistici, della cartografia e della fotografia - i risultati di un'attività di ricerca svolta fra il febbraio 2020 e il novembre 2021 sulle caratteristiche socio-territoriali di un contesto, dove il passaggio dalla stagionalità alla colture intensive in serra non si è configurato come una transizione ad una nuova produzione di territorialità, con nuove formulazioni della relazione co-evolutiva fra insediamento umano e ambiente, ma è l'esito di un sistema socio-economico per sua natura deterritorializzato e, dunque, organizzato in uno spazio astratto, omologato, casuale e artificiale. Si tratta di un territorio dove si concen-trano gli effetti di un'agricoltura divenuta sempre più industrializzata e globalizza-ta che si alimenta di un crescente sfruttamento del lavoro migrante e dell'ecosistema, anche per mano di una criminalità organizzata che controlla la gestione della plastica, degli agrochimici e dei rifiuti che questi materiali determi-nano.
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Girardi, Marta, Adele Fabrizi, and Chiara Simonelli. "Popolazione transgender over 50: un intervento clinico psicosessuologico." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (November 2020): 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002001.

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Abstract:
Il concetto di identità di genere è stato motivo di interesse e di studio negli anni fino a giungere alla sua concezione transgender, caratterizzata da un lungo percorso di depatologizzazione che parte dai primi studi di differenziazione tra sesso e genere fino ad arrivare alle classificazioni che i vari manuali diagnostici oggi ci presentano. La concezione transgender dei generi supera la concezione binaria, proponendo una visione fluida che legittima l'esistenza di una varietà di identità di genere in cui potersi riconoscere. I bisogni relativi all'invecchiamento e alla salute degli anziani LGBT sono scarsamente affrontati nei servizi, nelle politiche o nella ricerca. La popolazione transgender over 50, la quale ha vissuto in un contesto so-ciale e storico caratterizzato da forti discriminazioni, si trova ad affrontare una fase di transizione della vita in cui è importante considerare le caratteristiche peculiari di tale vissuto come transgender e gli aspetti relativi alla salute fisica e al supporto sociale. Affacciarci alla visione di invecchiamento transgender vuol dire adottare una prospettiva che si distanzia dagli script eteronormativi prevalenti nella società, e che si avvale di concezioni tipiche di tale vissuto, come quella di queer time e queer space. L'obiettivo di tale contributo è quello di evidenziare le problematiche e le esigenze della popolazione considerata per poter promuovere una figura di clinico attento e consapevole delle peculiarità dell'utenza considerata e un intervento clinico psicosessuologico ad hoc che adotti un approccio biopsicosociale.
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Zanardi, Claudia. "Il desiderio erotico nella differenza di genere. Una rilettura del mito di Psiche e Eros." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 45–55. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018006.

Full text
Abstract:
L'articolo prende in considerazione la sessualitŕ esplorando le sue origini in una cornice relazionale e alla luce della differenza di genere. Le primarie sensazioni erotiche dell'infante a contatto con il corpo della madre e condivise con lei, producono un'area di piacere e di vita che accompagna il bimbo e la bimba nel loro processo emozionale di crescita. Questo erotismo primario determina lo sviluppo di una sessualitŕ vitale adulta, parte integrante e sostegno dell'identitŕ. L'articolo analizza in particolare le radici e l'evoluzione della sessualitŕ femminile e il suo intreccio con l'acquisizione di una propria soggettivitŕ. Infine il percorso del desiderio femminile viene illustrato in una rilettura del mito di Psiche e Eros.
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Bernardi, B., and A. Zimmerman. "Valutazione RM delle malformazioni midollari dell'infanzia (0–2 anni)." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 57–64. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s111.

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Abstract:
Le malformazioni vertebro-midollari possono essere classificate in diversi gruppi, le forme phù comuni sono comprese in due grandi categorie: 1- disrafismi spinali (spina bifida aperta, disrafismo spinale occulto), 2- altre anomalie spinocaudali. La conoscenza sia dell'embriologia normale che degli aspetti anatomici delle lesioni congenite porta alla comprensione del momento e della fase di sviluppo in cui la normale sequenza era stata interrotta e permette la classificazione delle malformazioni midollari. La risonanza magnetica fornisce la migliore descrizione delle relazioni anatomiche nelle lesioni congenite e quindi rappresenta il modo migliore per pianificare ii trattamento. Alcune anomalie congenite, sebbene presenti alla nascita, non giungono all'attenzione clinica fino all'età adulta. Altre lesioni sono tipicamente evidenti alla nascita o nei primi anni di vita. Il diffuso uso della RM riduce la diagnosi tardiva delle malformazioni occulte e fornisce le informazioni richieste per la pianificazione chirurgica. La proposta di questo lavoro è di utilizzare l'esperienza acquisita dalla revisione della casistica del Children's Hospital di Philadelphia per evidenziare il ruolo della RM nella scoperta e nella valutazione delle malformazioni midollari nei primi due anni di vita. I problemi diagnostici per la giovane eta dei pazienti (0–2 anni), particolarmente importanti nello studio del neonato sono dovuti a considerazioni anatomiche sulla colonna in sviluppo ed alla necessità di ottenere immagini in tempi brevi per avere un controllo del movimento senza anestesia. Sono stati valutati retrospettivamente 64 esami RM di 52 pazienti con evidente o sospetto disrafismo spinale. Sedici presentavano alla nascita una massa dorsale coperta o non coperta da cute. Trentasei erano disrafismi spinali sospetti senza massa dorsale associata (disrafismi spinali occulti) di cui nove presentavano una RM negativa. La RM è attualmente una procedura diagnostica sicura, sensibile e di facile esecuzione e pertanto va utilizzata non appena se ne renda evidente la necessità.
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Giullari, Barbara, and Giulia Rossi. "Le diseguaglianze nei percorsi formativi e nelle transizioni al lavoro in provincia di Bologna: promuovere contesti capacitanti." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 215–32. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120011.

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Abstract:
Lo scopo del saggio č illustrare i risultati piů significativi di un'esperienza di ricerca progettata nell'ambito della definizione di politiche locali per la promozione dell'apprendimento per tutto l'arco della vita in un contesto locale, avente quale oggetto la qualitŕ dei processi formativi e di transizione tra scuola e lavoro. I dati mostrano che gli esiti dei percorsi di istruzione e le transizioni verso il mondo del lavoro sono indissolubilmente legati, dispiegandosi in spazi dai confini sfumati. Si tratta di spostare l'attenzione di indagine dalla inclusione formale nella scuola e nel lavoro verso la comprensione della qualitŕ di questa inclusione (in riferimento alla stratificazione del sistema educativo, all'insuccesso scolastico, ai processi di precarizzazione del mercato del lavoro, ecc.) e della multidimensionalitŕ che caratterizza il divenire di processi di capacitazione/incapacitazione per comprendere ile illa scuola prima e il lavoro poi promuovono la libertŕ di agire e di scegliere il cammino che si ha ragione di apprezzare.
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Cassibba, Rosalinda, Caterina Balenzano, and Anna Santa Settanni. "La depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ: attaccamento, problematiche psicopatologiche ed eventi di vita stressanti come fattori di rischio." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (December 2010): 73–94. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002006.

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Abstract:
Lo studio intende analizzare l'evoluzione della depressione materna nella transizione alla genitorialitŕ, valutando il ruolo di alcuni fattori di rischio quali l'insicurezza dell'attaccamento, la presenza di problematiche psicopatologiche e di eventi di vita stressanti. La ricerca, condotta su un campione di 30 primipare (etŕ: M = 31.60; d.s. = 4.12) ha previsto un disegno longitudinale. Nella prima rilevazione, al 3° trimestre di gravidanza, sono state somministrate l'Edinburgh Depression Scale (EDDS, Cox, Holden e Sagovsky, 1987); la Mini-International Neuropsychiatric Interview (MINI, Sheehan et al., 1998); la Scala degli Eventi Stressanti (Paykel et al., 1980) e l'Attachment Style Interview (ASI: Bifulco et al., 2002). A 10 giorni e a 3 mesi dopo il parto, č stata prevista solo la somministrazione telefonica dell'EDDS. Le analisi dei dati hanno messo in luce un decremento lineare della depressione dalla gravidanza al postnatale e un'associazione significativa tra la depressione prenatale e postnatale e tutti e tre i fattori di rischio considerati; tali fattori sono, a loro volta, significativamente associati tra loro. I risultati ottenuti sottolineano la possibilitŕ di individuare i fattori di rischio per la genitorialitŕ giŕ in gravidanza e l'utilitŕ, di conseguenza, di implementare interventi di sostegno al fine di rendere meno problematica l'assunzione del ruolo genitoriale e la strutturazione della relazione madre-bambino.
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Lucantoni, Davide. "Covid-19 e comunicazione istituzionale e mediatica." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001004.

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Abstract:
L'articolo descrive i risultati di un'indagine condotta nell'area medio-adriatica durante la prima ondata della pandemia, sulle condizioni di vita della popolazione nel periodo di quarantena, raccogliendo informazioni sulle aspettative future del campione alla luce delle trasformazioni sociali portate dalla pandemia. Inoltre, viene fornito un quadro interpretativo in merito all'impatto che la compenetrazio-ne tra comunicazione politica e scientifica, all'interno delle dinamiche e dei mec-canismi narrativi dei diversi media, ha avuto sui comportamenti sociali e sulle formazioni identitarie in un contesto pandemico che mina la sicurezza ontologica degli individui. Infine, i dati relativi alle percezioni del campione sulla comunica-zione politica e scientifica vengono analizzati alla luce del fenomeno dell'infodemia, in particolare rispetto alle trasformazioni dell'agire comunicativo imposte dalla transizione digitale forzata del Paese. I risultati hanno mostrato che la fiducia nella credibilità e nelle fonti scientifiche è giudicata principalmente come sufficiente, anche se una parte non residuale del campione tende a dubitarne o a credere che si tratti di pura manipolazione. L'articolo sostiene che la comunicazio-ne scientifica non ha saputo uscire dall'impasse in cui lo scienziato legittima le sue affermazioni esercitando l'autorità che gli viene dogmaticamente attribuita dal buon senso, accettando la credibilità che gli viene offerta dal capitale simbolico proprio dei sistemi di credenze.
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Leone, Stefania. "La lenta transizione all'età adulta nel modello mediterraneo italiano. Traguardi di indipendenza, orientamenti valoriali, progettualità di vita e rappresentazione di sé." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 118 (May 2019): 51–69. http://dx.doi.org/10.3280/sr2019-118003.

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Guarnieri, Silvia, and Martina Smorti. "Legame genitoriale, capacità di resistere alla pressione dei pari e guida pericolosa durante la transizione tra adolescenza e prima età adulta." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (April 2013): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/rip2012-001002.

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Luisa Miscioscia, Carla, and Maria Caterina Pugliese. "Prevenire le crisi adottive: esperienze di gruppo per adolescenti e adulti adottati." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (November 2020): 130–41. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002011.

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Abstract:
La letteratura definisce come molto complesso il passaggio dall'adolescenza e all'eta adulta per le persone adottate le quali devono fare i conti con un importante lavoro di integrazione tra diverse appartenenze, identita etnica, il possibile riemergere di vissuti di natura traumatica e l'assunzione del ruolo adulto. Queste sfide influiscono sul processo di individuazione e separazione, sullo svincolo dalla famiglia, sulla costruzione di una relazione di coppia matura e sul modo di vivere l'essere genitore. E evidente quanto sia importante accompagnare le famiglie adottive e i figli adottati sia nella fase che precede la costituzione della famiglia, sia soprattutto nelle fasi successive con proposte adeguate alla fase del ciclo di vita individuale e familiare. Scopo del presente lavoro e quello di illustrare due esperienze di gruppo, campus esperienziali per adolescenti adottivi e gruppi di confronto per adulti adottati condotti dalle autrici, quali proposte di particolare valore preventivo di possibili situazioni di crisi adottiva o disagio personale che valorizzano le risorse degli adottati.
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Sommaruga, Pierluigi. "Il tempo presente." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 117 (June 2011): 31–45. http://dx.doi.org/10.3280/rt2011-117004.

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Abstract:
Due sono i contributi dell'autore. Nella prima parte, utilizzando delle vignette cliniche, raccoglie alcune riflessioni personali sul tema del "qui ed ora" all'interno del processo terapeutico. Lo sforzo č quello di sostenere la complessitŕ di quello che si verifica nell'analisi, tra il paziente e il suo analista, con l'apporto teorico di alcuni autori come Fonagy, Baron-Cohen e Rizzolati. Nella seconda parte, l'argomentazione verte sul tema dell'inconscio e della memoria: spesso siamo ignari di ciň che ha predeterminato la nostra storia. Che cosa ricordiamo? Quante esperienze siamo impossibilitati a ricordare? Č in queste esperienze dimenticate che ha origine il transfert e gran parte della vita affettiva adulta. Risulta quindi importantissimo per il processo terapeutico, il valore dato alla storia autobiografica del paziente da parte dell'analista. Il contributo ricorda anche che la conoscenza della teoria della mente del paziente non deve stare nel luogo dell'aspettativa dichiarata ma che deve trovare il suo giusto collocarsi in quella posizione che lo possa far stare "semplicemente" lě, con il bisogno piů profondo e segreto dell'altro.
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Sani, Giacomo, and Paolo Segatti. "PROGRAMMI, MEDIA E OPINIONE PUBBLICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 459–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024485.

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Abstract:
Dall'inaugurazione del governo Berlusconi (maggio 1994) al giuramento della compagine guidata da Prodi intercorrono solo ventiquattro mesi. Ma sono due anni caratterizzati da una densa e convulsa vicenda politica nel corso della quale si verificano tutta una serie di episodi di rilievo. Tra i più salienti spiccano: la rottura dell'alleanza di centro-destra nata alla vigilia del 27 marzo 1994 (il cosiddetto «ribaltone»); il ricorso ad un governo «tecnico» che doveva costituire una soluzione provvisoria ma finisce col durare più del previsto; la nuova spaccatura che si produce nella maggior formazione di centro (il Ppi) nella primavera del 1995 e che porta alla nascita del Cdu e fa quindi salire a tre gli eredi della vecchia Dc; una ulteriore modifica delle regole del gioco con l'adozione di un nuovo sistema per le elezioni dei consigli regionali; e, infine, lo svolgimento di ben tre consultazioni elettorali a carattere nazionale (le elezioni per il Parlamento europeo 1994, le elezioni regionali ed amministrative dell'aprile 1995, la tornata referendaria del giugno dello stesso anno).Gli avvenimenti del biennio segnalano le evidenti difficoltà di un processo di transizione per il quale non si riesce a trovare una via di uscita. Dopo la fase di destrutturazione del periodo 1992-1993, con le elezioni del 1994 il sistema dei partiti pareva avviato ad assumere una configurazione di tipo (quasi) bipolare, accompagnata da una significativa riduzione del grado di frammentazione. Ma la dinamica della vita politica nei mesi successivi alla formazione del governo Berlusconi smentiva entrambe le ipotesi. Essa dimostrava, in primo luogo, che la doppia e anomala alleanza risultata vincente il 27 marzo era solo un precario cartello elettorale destinato a dissolversi nel breve periodo. In secondo luogo, risultava evidente che nonostante la prevalenza della quota maggioritaria e la clausola di sbarramento, il nuovo meccanismo elettorale non era riuscito ad incidere in maniera significativa sul numero delle formazioni politiche presenti nell'arena parlamentare e nel paese. Infine, che si trattasse di un bi-polarismo assai imperfetto risultava chiaro dal fatto che, caduto il governo di centro-destra per la defezione della Lega, risultava impraticabile la formazione di una maggioranza alternativa. In sostanza, le nuove regole e gli assetti usciti dalla consultazione e dai successivi rimescolamenti degli schieramenti e dell'offerta elettorale non avevano prodotto né un governo destinato a durare, né una opposizione pienamente in grado di sostituirlo.
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Piovan, E., and A. Beltramello. "Patologia infiammatoria encefalica." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 51–55. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s311.

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Abstract:
Nonostante i progressi terapeutici degli ultimi anni le infezioni del Sistema Nervoso Centrale rappresentano ancor oggi un importante problema clinico. Soprattutto il rapido aumento delle infezioni correlate alla Sindrome da Immuno Deficenza Acquisita (AIDS) rendono ragione del crescente interesse per questo tipo di patologia. Per un corretto inquadramento della patologia infiammatoria è innanzi tutto da considerare l'età del paziente: la medesima noxa patogena può produrre infatti effetti molto diversi a seconda del periodo della vita in cui il soggetto viene colpito. La tipica classificazione delle infezioni in età adulta prevede una distinzione in 3 gruppi: Infezioni del tessuto cerebrale (encefalite, cerebrite, ascesso, ventriculite); Infezioni meningee (meningite, empiema sottodurale, empiema epidurale); Infiammazioni dei vasi (arteriti, tromboflebiti sino-durali e profonde). La tomografia computerizzata nella patologia infiammatoria encefalica, stante la ben nota maggior sensibilità della risonanza magnetica nel riconoscimento di queste lesioni, conserva i vantaggi della facilità di accesso all'esame per l'elevato numero di apparecchiature presenti nel territorio ed i costi minori. Questi ultimi vanno presi seriamente in considerazione soprattutto in relazione a quei casi che devono essere sottoposti più volte ad esame per monitorizzare l'andamento della lesione. Inoltre la tomografia computerizzata permette di esaminare anche pazienti non collaboranti, quali spesso sono questi soggetti soprattutto nella fase acuta, data l'elevata velocità di acquisizione delle immagini.
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Curto, Natascia, and Cecilia Maria Marchisio. "Inclusion processes for persons with intellectual disability through multiple negotiation networks." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 229–44. http://dx.doi.org/10.36253/form-12568.

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Abstract:
This article explores multiple aspects of the inclusion processes related to the CRPD (Convention on the Rights of persons with disabilities) implementation process carried out in Asti (NW Italy) between 2016 and 2020. For the purpose of this article, data have been collected regarding the work of social work professionals, who supported individuals and families following the methodology of “enabling co-design”. The results show the necessity to allow interventions that create a support network to achieve full and equal citizenship, rethinking the transition to adult life through new epistemological categories that make it possible to overcome, both in theory and in practice, what is currently defined as a special adulthood. This goal may be achieved by adopting approaches that are more coherent with the scenario defined by the approval of the CRPD for the rights of persons with disabilities. Processi di inclusione per persone con disabilità intellettiva attraverso le reti negoziali multiple. Questo articolo esplora molteplici aspetti dei processi di inclusione relativi al percorso di attuazione della CRPD svolto ad Asti tra il 2016 e il 2020. Ai fini del presente articolo sono stati raccolti dati relativi al lavoro degli operatori che hanno sostenuto persone con disabilità e famiglie seguendo l’approccio della coprogettazione capacitante. I risultati mostrano la necessità di promuovere interventi che creino una rete di supporto per raggiungere una cittadinanza piena e paritaria, ripensando il passaggio alla vita adulta attraverso nuove categorie epistemologiche che permettano di superare, sia in teoria che in pratica, ciò che è attualmente definito come un adulto speciale. Questo obiettivo può essere raggiunto adottando approcci più coerenti con lo scenario definito dall'approvazione della CRPD per i diritti delle persone con disabilità.
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Hoeppner, Vernon. "Comparing the Clinical Course of Tuberculosis with the Musical Flow of Chopin’s Prelude No. 4." Music and Medicine 8, no. 4 (October 26, 2016): 207. http://dx.doi.org/10.47513/mmd.v8i4.464.

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Abstract:
Frederic Chopin is a widely known composer and pianist who probably died of tuberculosis at age 39. The symptoms of the disease dominated much of his life, starting from early adulthood. He was extraordinarily creative, preferring to express his emotions through music, telling his piano things that weighed heavily on his mind. Early in his life, as he perused art, he would hear music; when he said his goodbyes he did so with music. The dominant weight that he carried privately, but grew heavier on his mind, with time was his illness, tuberculosis. His sister probably and friends whose deaths he’d witnessed also had tuberculosis. He was aware that he had a disease without hope and he foresaw his own death. He composed the Prelude No. 4 in E minor in Majorca during the winter of 1838-39 when his symptoms brought him near to death.The Prelude has been described by experts as an expression of illness. Chopin requested that it be played at his funeral. While we do not know his thoughts about the Prelude, this paper considers how he expressed himself with music, the gathering burden of tuberculosis, and compares the clinical course of tuberculosis with the musical course of the Prelude. Keywords: Chopin, music, prelude, tuberculosisSpanishComparación el curso clínico de la Tuberculosis con el flujo musical del Preludio nro. 4 de Chopin Frederic Chopin es un compositor y pianista ampliamente conocido que murió de una supuesta tuberculosis a la edad de 39 años. Los síntomas de su enfermedad dominaron la mayor parte de su vida, comenzando en la temprana adultez. Él fue extraordinariamente creativo, prefiriendo expresar sus emociones a través de la música, utilizando el piano para expresar cuestiones que pesaban mucho en su mente. Tempranamente en su vida, mientras se encaminaba hacia el arte , él escuchaba música, cuando fue el momento de las despedidas también lo hizo con la música. El peso dominante que llevaba de manera privada, pero que crecía en el tiempo en su mente fue su enfermedad, la tuberculosis. Fue testigo de la muerte de su hermana y de amigos que también tuvieron tuberculosis. Estaba consciente que la enfermedad que tenía era una lenta condena, y sin esperanza el previó su propia muerte. Compuso el preludio Nro 4 en Mi menor en Mayorca, durante el invierno del 1838/39 cuando sus síntomas lo llevaron cerca de la muerte. Este preludio ha sido descripto por expertos como una expresión de la enfermedad. Chopin pidió que la obra sea ejecutada en su funeral. Si bien no conocemos sus pensamientos acerca del Preludio, este trabajo considera el modo en el que se expresó con la música, la carga de la tuberculosis y compara el curso clínico de la enfermedad con el curso musical del PreludioPalabras claves: Chopin , musica , preludio , tuberculosis GermanVergleich des klinischen Verlaufs von Tuberkulose mit dem musikalischen Fluss von Chopin’s Prelude No. 4Vernon H. HoeppnerFrederic Chopin ist ein weithin bekannter Komponist und Pianist, der im Alter von 39 Jahren an vermuteter Tuberkulose starb. Die Symptome der Krankheit dominierten die meiste Zeit seines Lebens von Beginn seines frühen Erwachsenenlebens an. Er war außergewöhnlich kreativ, er drückte seine Gefühle vorzugsweise durch Musik aus, und nutzte das Klavier, um Dinge auszudrücken, die schwer auf seiner Seele lagen. Schon früh in seinem Leben, von der Kunst überzeugt, hörte er Musik; wenn immer er sich verabschiedete, tat er das mit Musik. Der dominierende Schmerz, den er privat zu tragen hatte und der mit der Zeit immer schwerer seine Seele belastete, war seine Krankheit, die Tuberkulose. Eine Schwester und Freunde, deren Tod er miterlebte, hatten ebenfalls Tuberkulose. Er wusste, dass er eine Krankheit hatte, die sich schicksalhaft hinzog, ohne seinen eigenen Tod vorhersagen zu können. Während des Winters 1938/39 auf Mallorca komponierte er das Prélude No 4, in der Zeit, als ihn seine Symptome beinahe töteten. Experten beschrieben dieses Prèlude als Ausdruck seiner Krankheit. Chopin bestimmte, dass es bei seiner Beerdigung bespielt werden solle. Wir kennen seine Gedanken über das Prèlude nicht – dieser Artikel denkt darüber nach, wie er sich selbst durch Musik ausdrückte, die gesammelte Last der Tuberkulose, und vergleicht den klinischen Verlauf von Tuberkulose mit dem musikalischen Verlauf des Prèludes.Keywords: Chopin, Musik, Prelude, Tuberkulose ItalianConfrontando il Decorso Cliico della Tubercolosi con il Flusso della Musica di Chopin’s Prelude No. 4Vernon H. Hoeppner Frederic Chopin è un compositore e un pianista molto conosciuto che è morto di sospetta tubercolosi all’età di 39 anni. I sintomi della malattia hanno dominato gran parte della sua vita, a partire dalla prima età adulta. Era estremamente creativo, preferendo di esprimere le sue emozioni attraverso la musica, usando il pianoforte per esprimere I problemi che pesavano pesantemente sulla sua mente. All’inizio della sua vita, mentre guardava l’arte, sentiva la musica; quando ha detto I suoi addii lo ha fatto con la musica. Il peso dominante che portava in privato, ma che cresceva più pesante nella sua mente, con il tempo era la sua malattia, la tubercolosi. Sua sorella e I suoi amici la cui morte era testimone, avevano anche loro la tubercolosi. Era consapevole del fatto di avere una malattia in cui la sorte indugiava, e senza speranza previde la propria morte. Ha compost oil preludio n 4 in Mi minore a Majorca durante l’inverno del 1838-39 quando I suoi sintomi lo hanno portato vicino alla morte. Il preludio è stato descritto dagli esperti come espressione di malattia. Chopin ha chiesto che al suo funerale lo avrebbero suonato. Anche se non conosciamo il suo pensiero circa il Preludio, questo documento considera come egli si espresse con la musica, l’onere di raccolta della tubercolosi’ e confront ail decorso clinico della tubercolosi con il corso musicale del Preludio.Parole Chiave: Chopin, musica, preludio, tubercolosi Chinese肺結核臨床病程與蕭邦第四號前奏曲音樂流動之比較蕭邦是為人所熟知的作曲家與鋼琴家,他在39歲時疑似死於肺結核。這些疾病的症狀從他的成年早期即支配著他大部分的生活。蕭邦非常富於創意,喜歡透過音樂表達他的情緒,用鋼琴來表現壓在他心頭的沉重問題。在蕭邦生命早期,他追求藝術,聆聽音樂,而到了生命盡頭,他也以音樂向生命告別。他獨自扛下隨著時間在心中越來越沉重地負擔─他的疾病─肺結核。他曾目睹姊姊與一些朋友同樣因為肺結核而離世。他知道自己在厄運中徘徊,毫無希望的預見了自己的死亡。1838-39年的冬天,他的症狀已逐步帶領他走向死亡,他在馬略卡島創作了第四號E小調前奏曲。這首前奏曲被形容為透徹的表現出疾病的狀態。蕭邦自己要求在他的葬禮上演奏這首曲子。我們或許無從得知蕭邦對這首前奏曲的想法,但僅以本文探討他如何透過音樂表達自我─肺結核帶來的沉痾,並以此前奏曲的音樂進程與肺結核的臨床病程兩相比較。 Japaneseショパンのプレリュード4番における音楽的流れと、肺結核の進行段階の比較 Vernon H. Hoeppnerフレデリック・ショパンは、世界に知られた作曲家およびピアニストであり、肺結核により39歳で死没した。この病気の症状は成人になってからすぐ始まっており、彼の人生のほとんどを占めた。彼は、並外れた創造性を持っていて、自身の感情を音楽でくまなく表現することを好み、ピアノ演奏を通じて自分の精神状態に重くのしかかっていた問題を表していた。彼は若い頃から音楽を聴き芸術を探求していたが、人生に別れを感じたとき音楽にも別れを告げた。 私生活で時間と共に彼を苦しめた大きな重荷は、彼の持病である肺結核であった。彼の妹や友人たちも同じ病に苦しみ、ショパンは彼らを看取っていた。彼は自身の病気に運命を感じ、絶望的に死を覚悟していた。ショパンは、プレリュード4番、イ短調を 1838年末から1839年にかけた冬の時期に作曲し、この間彼の症状はほぼ死期に近づいていた。このプレリュードは、専門家たちによっても、病の表現であると言われている。ショパンが、自身の葬儀で弾いてほしいと依頼した曲でもある。我々は、彼がプレリュードに対して感じていた本当の気持ちはわからないが、本論文では彼が音楽で自身や肺結核の辛さをどのように表現したかについて考察し、肺結核の進行状態とプレリュードの音楽的展開を比較する。キーワード:ショパン、音楽、プレリュード、肺結核Korean쇼팽의 서곡 No.4의 음악적 흐름과 결핵의 임상학적 과정 비교하기 Vernon H. Hoeppner쇼팽은 널리 알려진 작곡가이자 피아니스트이며, 39세 나이에 결핵으로 죽었다. 그 질병의 증상들은 성인기 초반에 시작되어 그의 삶의 대부분을 지배했다. 그는 아주 창의적이었으며, 자신의 감정을 음악으로 표현하는 것을 좋아하였고, 피아노로 내면의 중요한 문제들을 표현했다. 생애 초반, 그는 예술에 대한 진지함을 가지고 음악을 들었다. 그는 작별을 고할 때도 음악으로 했다. 그는 이러한 음악에 대한 진중함을 은밀하게 유지하고자 하였으나 그의 질병은 시간이 갈수록 마음속에서 그를 더무겁게 했다. 그가 죽음을 목격했던 그의 누이와 친구들도 결핵을 앓았다. 그는 죽게 될 질병을 갖고 있다는 것을 인식했으며, 희망 없이 자신의 죽음을 예견했다. 그는 그의 증상이 그를 죽음으로 내몰던 1838-39년 겨울 동안 Majorca에서 Prelude No.4 in E minor를 작곡했다.전문가들은 그 곡이 질병을 표현한 것이라고 말한다. 쇼팽은 그 곡을 자신의 장례식에서 연주해 달라고 요구했다. 우리가 그 곡에 대한 그의 생각을 알지 못하지만, 본 논문은 그가 음악으로 자기 자신을 표현한 방법과 결핵을 고려하며 작곡되었을 서곡의 음악적 과정과 결핵의 임상학적 과정을 비교했다. 키워드: 쇼팽, 음악, 서곡, 결핵
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Giglio, Francesca. "Reviews." TECHNE - Journal of Technology for Architecture and Environment, July 29, 2021, 286–87. http://dx.doi.org/10.36253/techne-11542.

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Abstract:
Transizione circolare e progetto. Un tema particolarmente presente, quello della Transizione, nell’attuale quotidianità politica, televisiva e di stampa, quasi abusato e non sempre completamente compreso. In relazione al progetto, la Transizione circolare assume una configurazione più specialistica, diventando al contempo una sfida, un obiettivo, un metodo per tutti gli stakeholder del mondo della progettazione. Una dinamica che coinvolge da diversi anni l’industria e che trova riscontro nel settore delle costruzioni, partendo da un assunto ormai consolidato rispetto alla necessità di modificare il rapporto tra consumo di risorse non rinnovabili e produzione di rifiuti, delineando il concetto di rifiuto come errore di progettazione e ripensando i cicli di vita di qualsiasi prodotto/componente. Edo Ronchi, nel suo recente testo “Le sfide della transizione ecologica”1, ribadisce non solo la necessità ma soprattutto la possibilità che le sfide della transizione ecologica possono segnare un cambiamento storico profondo della società e dell’economia, un vero e proprio cambiamento di civiltà per poter puntare su un benessere sostenibile.
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Viviana, Perfetto, and D'Ambrosio Antonio. "La riabilitazione con tecniche cognitivo-comportamentali nel paziente con sindrome di asperger per una transizione nell’etá adulta." Journal of Advanced Health Care, May 18, 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2005-005.

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Abstract:
E’ stata ormai ampiamente dimostrata l’efficacia delle tecniche cognitivo – comportamentali in moltissimi disturbi di natura psichiatrica, ma ancora oggi le evidenze lasciano una zona d’ombra sull’applicazione di questi interventi ai disturbi generalizzati dello sviluppo. Questo studio si propone quindi di individuare e trattare alcune delle problematiche tipicamente presenti in questi soggetti, riconducibili alle aree del contatto visivo, della risposta al nome, e del linguaggio espressivo e recettivo. Il campione è rappresentato da dieci pazienti adolescenti con diagnosi di Sindrome di Asperger, afferenti al PAIDèS (polo aziendale di intervento sui disturbi generalizzati dello sviluppo) dell’ASL Napoli 2. Per ogni paziente, valutato utilizzando ADI-R e ADOS, sono stati individuati tre obiettivi mediante la compilazione di un’apposita check list; lo scopo dello studio è quello di stimare l’apprendimento di tali abilità su breve termine, verificando se l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali rappresenti un metodo più rapido per migliorare alcuni aspetti del comportamento e dell’interazione in questi soggetti. Gli obiettivi sono stati concordati con i genitori dei pazienti, in modo tale da evidenziare gli aspetti maggiormente problematici ed individuare target terapeutici raggiungibili in un breve periodo di tempo. L’ADI-R e l’ADOS si sono rivelati ottimi strumenti di valutazione, completi e complementari, che consentono una visione ampia del passato e del presente dei pazienti coinvolti; la check list è stata invece utilizzata durante i primi incontri per individuare gli obiettivi su cui impostare il lavoro successivo, ed alla fine dello studio per poterne valutare l’effettivo raggiungimento. E’ previsto, infine, un follow up a 6 mesi con ADOS e check list per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
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Casini, Carlo. "IV Rapporto del Movimento per la Vita Italiano sulla attuazione della Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 per l’anno 2010 Esame e commento della relazione del Ministro della Salute presentato al Parlamento italiano il 28 giugno 2012." Medicina e Morale 61, no. 4 (April 4, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.126.

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Abstract:
Il contributo è dato dall’esame e dal commento della Relazione del Ministro della Salute sull’attuazione della Legge 40 del 19 febbraio 2004 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”, presentata, al Parlamento ai sensi dell’art. 15, comma 2 della legge stessa. Il Movimento per la Vita Italiano (MpVI) per valutare i dati di volta in volta riportati nei documenti ministeriali ha finora presentato quattro Rapporti al Parlamento: il primo nel 2007, il secondo nell'aprile 2009, il terzo a luglio 2011 e il quarto – oggetto del presente articolo – nell’agosto 2012. L’attenzione della Relazione ministeriale è rivolta soprattutto alla realizzazione del desiderio degli adulti di avere un figlio, in base allo scopo dichiarato dalla legge di “favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana”. Perciò la descrizione del percorso seguito dalle varie tecniche e gli incroci tra i vari dati a disposizione fanno riferimento prevalente alla coppia adulta. Tuttavia, si sottolinea nella Rapporto del “MpVI” non si deve sottovalutare l’art. 1 della legge indica l’altro fondamentale obiettivo della legge e cioè quello di: “assicurare i diritti di tutti i soggetti coinvolti compreso il concepito”. I soggetti di cui è doveroso tener conto non sono solo gli adulti desiderosi di avere un figlio, ma anche i figli fin dal primo momento della loro esistenza (proprio l’evento che le nuove tecniche intendono determinare), cioè fin dal momento del concepimento. L’articolato, documentato e ricco Rapporto del MpVI richiama sinteticamente l’impianto della normativa – seriamente alterato dalla sentenza costituzionale 151/2009 – e gli interventi giudiziari che lo riguardano; rimarca con forza la grande differenza – in ordine alla protezione del diritto alla vita – tra la morte dell’embrione dopo il trasferimento nelle vie genitali della donna e la sua soppressione deliberata, diretta, concordata, che avviene quando l’embrione, non trasferito nelle vie genitali della donna viene selezionato, reso oggetto di sperimentazione, distrutto, congelato; contesta la teoria del c.d. “diritto affievolito” con riferimento al diritto alla vita del concepito; si sofferma sulla necessità di rimuovere le cause impeditive della procreazione alternative alla procreazione artificiale (a questo proposito viene segnalata la significativa esperienza dell’Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI di ricerca sulla fertilità e infertilità umana operante presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma dal 2003). Infine, il rapporto si conclude con alcune domande e proposte di lavoro rivolte al Ministro della Salute. Non vi è dubbio, comunque, che quella dello statuto giuridico dell’embrione umano non deve essere emarginata nella relazione annuale del Ministro: “se nell’attuazione della L. 40/04 vogliamo raggiungere un adeguato bilanciamento tra l’obiettivo di superare la sterilità e l’infertilità da un lato e il rispetto della vita dall’altro, occorre assolutamente valorizzare il principio dell’art. 1 che qualifica soggetto titolare di diritti il concepito, al pari degli altri soggetti coinvolti nella vicenda procreativa”. ---------- This article is the review and comment of the Report of the Italian Minister of Health on the implementation of Law 40, February 19, 2004 on medically assisted procreation, submitted to the Parliament under article 15 paragraph 2. The Italian Pro-Life Movement (MpVI) to evaluate the data from time to time within ministerial documents has up to now submitted four reports to Parliament: the first in 2007, the second in 2009, the third in July 2011 and the fourth – subject of this article – in August 2012. The Ministerial Report focuses mainly on the realization of the desire of adults to have a child, according to the stated purpose of the law of “helping to resolve problems arising from human sterility or infertility”. Therefore the description of the path followed by various techniques and the connections between the various available data refer mainly to the adult couple. However, it is observed in the Report of the (MpVI), we shouldn’t neglect the article 1 of the Law indicating another key objective of the same Law which is: “to ensure the rights of all subjects involved including the human embryo”. So, the subjects we must take into account are not only the adults longing to have a child, but also the children from the first moment of their existence (just the event that the new techniques intend to be determined), that is, from the moment of conception. The articulated, documented and rich Report MpVI recalls briefly the system of Law – seriously altered by constitutional judgment 151/2009 – and the judicial interventions concerning it; it strongly emphasizes the great difference – as for the protection of the right to life of human embryo – between the death of the embryo after transfer into the genital tracts of women and his deliberate killing, direct, agreed that occurs when the embryo is not transferred to the genital tract of women is selected, but he is destroyed, made the object of experimentation, frozen, selected; it desputes the theory of the so-called “Weakened Law” dealing with the right to life of the unborn child; it focuses on the need to remove the causes hindering human procreation alternative to artificial procreation (in this regard is reported significant experience of the International Scientific Institute Paul VI on research on fertility and infertility human, working at the Policlinico Gemelli in Rome since 2003). Finally, the Report of MpVI concludes with some questions and work proposals addressed to the Minister of Health. There is no doubt, however, that the legal status of the human embryo should not be neglected in the annual Report of the Minister: “if about the implementation of the L. 40/2004 we want to achieve an appropriate balance between the objective of overcoming infertility and infertility on the one hand and respect for life on the other, it is essential to enhance the principle of article 1 that qualifies human embryo subject holder of human rights, like the other subjects involved in the medically assisted procreation”.
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Bellini, Rosetta. "Nuovi scenari di cura nella medicina tecnologica: cronicità della malattia e la sua evoluzione." Medicina e Morale 60, no. 4 (August 30, 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.160.

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Abstract:
Il progresso compiuto dalla medicina in tutti i suoi settori fa emergere sempre più questioni che non sono più solo di tipo clinico ma che anche inevitabilmente pongono interrogativi di tipo etico. Attraverso gli strumenti che la scienza offre si è portati a riflettere non solo sulla validità clinica di una scelta circa un percorso di cura e l'iter attraverso cui affrontarlo, ma anche sull'opportunità di intraprenderlo, sulla proporzionalità dell'intervento e sull'effettivo beneficio. La professione medica nell'analisi di un riscontro sociale, è continuamente a confronto con i vari punti di vista per cui non sempre la soluzione felice di un caso appare uguale anche per gli altri. L'etica medica considera l'individuo come un agente morale, come persona in toto i cui diritti devono essere rispettati per quanto riguarda le decisioni sulla propria vita. L'evoluzione della ricerca scientifica ha completamente sconvolto la fase di progressiva transizione verso il termine della vita, portandolo ad un rilevante prolungamento della durata media, di fronte anche ad un male degenerativo, suggerendo l'approccio alla malattia con strumenti atti a conciliare un equilibrio, anche quando la cura non vuol dire per forza guarigione. L'obbiettivo da tutelare e realizzare è l'attenzione per il malato, perseguire il suo migliore interesse di fronte alle più svariate fasi delle patologie croniche, ricorrendo ai più attuali sistemi di cura, per il vantaggio psico-fisico del paziente e per una corretta ed etica gestione delle risorse disponibili offerte. L'approccio con il malato non si traduce solo come cura del corpo ma anche come attenzione agli aspetti psicologici, la cui mancata considerazione rischia di amplificare i sentimenti di disagio, solitudine e dolore. Il rapporto con il malato include molto spesso un'equipe di medici che collaborano con i suoi familiari, portando avanti un ideale di assistenza umanizzata, proprio perchè a volte un paziente desidera empatia e comprensione oltre la semplice terapia medica, favorendo così un percorso di sollievo al suo stato. La valutazione della qualità della vita o della diversa condizione di salute, è del tutto soggettiva: ogni individuo è assolutamente unico ed irripetibile, con i suoi valori e le sue scelte di libertà che rispecchiano la propria dignità e ne esprimono il rispetto, anche quando, spesso, ci si trova di fronte a un punto di non ritorno. ---------- The progress achieved in all fields of medicine does not longer raise clinical issues only, but also ethical ones. The instruments that science offers lead us to think not only about the clinical validity of the choice of therapy and the process to deal with, but also about the opportunity of undertake it, the proportionality of intervention and the actual benefits. Hardly a good solution seems to be good to others, because, in the analysis of a social comparison, the medical profession is always compared with various points of view. Medical ethic considers the individual as a person and a subject whose rights and decisions regarding its life, are binding. The evolution of scientific research has completely unsettled the phase of gradual transition to the end of life, bringing it to a relevant protraction of the average lifespan, even in case of degenerative condition, suggesting the approach to disease with instruments able to strike a balance, even when therapies don’t bring to healing. The goal to achieve is the care for the patient, to pursue his personal interest in all the phases of a chronic pathology resorting to the most up-to-date medical approaches, to take the best of patient’s psychophysical resources but with a correct and ethical resource management too. The approach to the patient does not include the healing only, but the care of patient’s state of mind, because a careless approach would increase patient’s malaise, his feelings of loneliness and pain. The relation with a sick person often includes a team of medics co-operating with patient’s family, pursuing an ideal of humanized medical assistance, because sometimes a patient needs empathy and comprehension beyond medical therapy. The quality-of-life evaluation or the different health condition, is utterly subjective: every single person is absolutely unique, with his value system and his choices reflecting his dignity even when, often, approaching a point of no return.
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Gentile, Rosalba. "Dall’homo patiens all’homo rebellis: analisi della nuova percezione di salute e malattia in epoca contemporanea." Medicina e Morale 61, no. 6 (December 30, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.117.

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Abstract:
È davvero possibile circoscrivere la variegata realtà della salute e della malattia entro un dato schema concettuale, senza rischiare di misconoscere l’essenza più autentica di queste nozioni antonimiche, eppure complementari? Muovendo da questo interrogativo, il presente articolo propone una riflessione sulla malattia e sulla salute attraverso l’analisi dei paradigmi ontologico e positivistico, dei quali si è cercato di illustrare l’impianto epistemologico e l’evoluzione teorica, allo scopo di cogliere le numerose implicazioni socio- antropologiche oltreché bioetiche della realtà suddetta. La disamina dei paradigmi in questione ha inoltre consentito di evidenziare la polivalenza semantica della salute e della malattia e quindi di concludere che la loro complessità è irriducibile sia alla visione dualistica del modello ontologico, che scinde l’unità sostanziale dei due fenomeni anzidetti, sia all’ottica quantitativa del paradigma positivista, incentrata invece sull’idea della misurabilità della natura. Infatti, come la vita contempla il grado ed esclude il metro, così le manifestazioni vitali del normale e del patologico si sottraggono a soffocanti inquadramenti epistemologici, che di essi trascurano quelle significazioni ulteriori e quelle iridescenze ermeneutiche, rilevabili, viceversa, attraverso una speculazione meno dogmatica, e dunque aperta all’interdisciplinarietà. Si ritiene altresì che le visioni ontologica e positivistica, avallando e contribuendo a diffondere specifici modelli di salute e di malattia, ne abbiano, più o meno consciamente, incentivato il graduale impoverirsi etico e simbolico; culminante, in sintesi, nella rimozione culturale delle dimensioni della morte e del dolore, nell’alterarsi del rapporto medico-paziente e nella riduzione materialistica dell’idea di salute. Ciò consegue al passaggio dall’impostazione ontologica a quella positivista: mentre la prima interpreta la salute e la malattia secondo una logica di dualismo manicheo, e dunque potenzialmente moralista, la seconda ne fornisce invece una lettura per lo più laicista e talora amorale. Questa transizione paradigmatica delinea pertanto una nuova mentalità collettiva, che, negando la realtà del patologico e assolutizzando il valore del normale, esalta il dominio di una medicina dell’utopia; la quale, non più consentanea ai bisogni effettivi della persona sofferente, tradisce una superficialità inconciliabile con la sua intima vocazione umanitaria. ---------- Is it really possible to restrict the multi-faceted reality of health and disease to a given conceptual scheme, without the risk of ignoring the essence of these opposing, but complementary notions? On the basis of this question, this article proposes a reflection on disease and health through the analysis of the ontological and the positivistic paradigms. An attempt was made to explain their epistemological systems and theoretical evolution, in order to understand the many socio-anthropological and bioethical implications of health and disease. The study of the aforesaid paradigms has also allowed to highlight the semantic polyvalence of health and illness, and to conclude that their complexity is irreducible to both the dualistic view of the ontological model – which does not maintain the essential unity of the two phenomena examined here – and to the quantitative perspective of the positivist paradigm, focused on the idea of measuring nature. In fact, as human life requires gradual change and excludes measurability, similarly the vital manifestations of the normal and the pathological escape suffocating epistemological frameworks. This is because they disregard the additional meanings and the hermeneutical nuances of health and disease that are instead detectable through a less dogmatic speculation, which would hence be open to an interdisciplinary approach. It has also been opined that the ontological and the positivist visions have, more or less consciously, induced the gradual, ethical and symbolic impoverishment of the concepts of health and disease, through endorsing and helping to disseminate specific models of them. This impoverishment culminated, in summary, in the cultural removal of death and pain, in an altered relationship between doctors and patients, and in a materialistic idea of health. This ensues from the shift from the ontological to the positivistic framework: while the first interprets health and disease according to the manichaean dualism, and therefore to a potentially moralistic view, the second explains them in a more secularist and sometimes amoral way. This paradigmatic transition outlines a new collective mentality, which denies the reality of the pathological, absolutises the value of the normal, and thus enhances the dominance of an utopian medicine. This one, as no longer corresponds to the real needs of suffering people, reveals its superficial heart and so is incompatible with its humanitarian nature.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini, and Concetta La Rocca. "Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche: approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence: conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy)." Revista Eletrônica de Educação 12, no. 3 (October 7, 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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Abstract:
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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