Dissertations / Theses on the topic 'Traduzioni umanistiche'

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1

Valentini, Francesca. "RICEZIONI, TRADUZIONI E RISCRITTURE. IL CASO CUBANO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/11000.

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Abstract:
2012/2013
Il presente studio ha come obiettivo quello di mettere in luce le relazioni che esistono tra la letteratura italiana e quella cubana. Partendo dall’analisi generale del boom delle letterature sudamericane degli anni ’60, fenomeno che ha interessato l’Europa in generale, è stato possibile stabilire come l’esperienza cubana abbia rivestito un ruolo fondamentale all’interno del mercato editoriale italiano per la peculiare opera di mediazione culturale di Giangiacomo Feltrinelli, Alba de Céspedes e Italo Calvino. Attraverso lo studio delle problematiche che riguardano la ricezione è stato sottolineato il ruolo degli stereotipi culturali che hanno condizionato la lettura delle prime opere tradotte e i fattori che hanno determinato la delineazione di un canone letterario sudamericano e cubano in particolare. L’analisi delle tendenze generali della traduttologia ha messo in evidenza i limiti delle traduzioni per quanto concerne sia la poesia che la narrativa cubana. L’ultima sezione dello studio si occupa della ricezione da parte degli intellettuali italiani delle opere cubane ponendo l’attenzione sul richiamo del capolavoro di José Lezama Lima nel Petrolio pasoliniano.
The present study aims to underline the relationships that exist between the Italian and the Cuban literature. Starting from the analysis of the general boom in Latin American literature of the '60s, a phenomenon that has affected Europe in general, be established as the Cuban experience has played a key role within the Italian publishing market for the particular work cultural mediation of Giangiacomo Feltrinelli, Alba de Céspedes and Italo Calvino. Through the study of the issues concerning the reception was stressed the role of cultural stereotypes that have influenced the reading of the first works translated and the factors that led to the delineation of a literary canon South American and Cuban in particular. The analysis of the general trends of the translations it has highlighted the limits in terms of both the poetry that the Cuban narrative. The last section of the study deals with the reception by the works of Italian intellectuals Cuban focusing on the recall of the masterpiece by José Lezama Lima in Petrolio by Pasolini
El presente estudio pretende arrojar luz sobre las relaciones que existen entre la literatura italiana y la de Cuba. A partir del análisis del boom general de la literatura latinoamericana de los años 60, un fenómeno que ha afectado a Europa en general, se establecerá como la experiencia cubana ha desempeñado un papel clave en el mercado de la edición italiana de la obra en particular mediación cultural de Giangiacomo Feltrinelli, Alba de Céspedes e Italo Calvino. A través del estudio de las cuestiones relativas a la recepción se destacó el papel de los estereotipos culturales que han influido en la lectura de las primeras obras traducidas y los factores que llevaron a la delimitación de un canon literario latinoamericano y cubano en particular. El análisis de las tendencias generales de las traducciones que ha puesto de relieve los límites en términos tanto de la poesía que la narrativa cubana. La última sección del estudio se refiere a la recepción de las obras cubanas de los intelectuales italianos, poniendo la atención en la retirada de la obra maestra de José Lezama Lima en Petrolio de Pasolini.
XXVI Ciclo
1983
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2

Favero, Alessandra. "Sul "De ingenuis moribus et liberalibus studiis adulescentiae" di Pier Paolo Vergerio il Vecchio. Circolazione, ricezione e interpretazione di una raccolta pedagogica umanistica." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10145.

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Abstract:
2012/2013
La tesi è uno studio sulla circolazione del "De ingenuis moribus" dell’umanista Pier Paolo Vergerio all’interno di una raccolta pedagogica che ebbe grande fortuna, in particolare nei decenni a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento. Si compone di tre parti. Nella prima presento l’opuscolo vergeriano, soffermandomi in particolare sulle tematiche in esso affrontate, sul valore attribuito ai modelli, sulle principali fonti utilizzate. Nella seconda espongo i risultati di un’indagine sulla tradizione della raccolta in libri miscellanei, distinguendo la circolazione all’interno dei codici da quella all’interno di incunaboli e cinquecentine. Nella terza propongo una lettura della silloge come insieme coeso di testi, collegati sia da elementi tematici e formali, sia dal fatto che tutti possono essere ricondotti allo stesso ambito culturale, cioè la Firenze dei primi anni del Quattrocento.
XXVI Ciclo
1973
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3

Grion, Anna. "Martiani Capellae De Nuptiis Philosopiae et Mercurii liber VII. Introduzione, traduzione e commento." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/9141.

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Abstract:
2011/2012
La tesi verte sul settimo libro del De Nuptiis Philologiae et Mercurii del cartaginese Marziano Capella, dedicato all'aritmetica. Il lavoro presenta il testo latino, stabilito sulla base delle edizioni critiche esistenti, la traduzione e puntuali note di commento di tipo filologico e contenutistico. L'introduzione fornisce un inquadramento del libro all'interno dell'opera e presenta le fonti e i caratteri dell'Aritmetica di Marziano.
XXV Ciclo
1984
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4

Viano, Maurizio. "La traduzione letteraria sumerica negli archivi siro-anatolici durante il Tardo Bronzo." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3495.

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Abstract:
2008/2009
Il lavoro di tesi ha come oggetto lo studio della documentazione a carattere letterario in lingua sumerica ritrovata negli archivi delle città di Hattusa, Emar ed Ugarit durante il periodo compreso tra il XVI e il XII secolo a. C. L’obiettivo della ricerca è quello di capire le relazioni della documentazione siro-anatolica esistenti da una parte con la produzione letteraria paleo-babilonese e dall’altra con quella coeva medio-babilonese al fine di comprendere la tradizione dei testi e i percorsi attraverso i quali queste opere giunsero in Siria ed Anatolia.
XXII Ciclo
1980
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5

MARCELLINO, GIUSEPPE. "Flavio Biondo, De verbis Romanae locutionis. Introduzione, edizione critica, traduzione e commento." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2014. http://hdl.handle.net/11384/113458.

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6

Giacomozzi, Christian. "Otlone di Sant'Emmerano, Vita sancti Nicolai (BHL 6126). Edizione critica, traduzione e commento." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2018. https://hdl.handle.net/11572/367972.

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Abstract:
Prima edizione critica di una Vita latina di San Nicola di Myra, celebre taumaturgo di origine turca. Si tratta inoltre dell'unica opera inedita del monaco benedettino Otlone di Sant'Emmerano, originario di Ratisbona, vissuto nel secolo XI.
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7

LIBONI, Gionata. "SOZZINO BENZI, DE SOMNIO. TESTO CRITICO, TRADUZIONE E NOTE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2389206.

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Abstract:
The manuscript Classe II 102 kept in the Ariostea Library of Ferrara represents the only known witness of the De somnio, an unpublished work written in 1546 by the physician Sozzino Benzi from Ferrara. Using the formal model of Dante’s Commedia, the physician tells about a dream in which he sets out with his genius a research journey of happiness through all the degrees of universe, in a speculative ascent animated by love that rises from the contemplation of beauty. Going through the world, the physician observes the images and myths in which had set the great tradition of Ficino’s philosophy of love, and thanks to the incessant mediation of his genius he is constantly urged to understand the symbolical meaning of that language. Pushed by the unceasing wish of new beauty, but unable to go beyond of her physical dimension, the physician reaches the limits of universe without finding any satisfaction, and he understands only thanks to the divine help that the only way to reach happiness is the abandon to the grace. Telling a history of a conversion from the research of a corporeal beauty to the research of true beauty, which is God, Benzi’s work becomes thus a radical criticism of the surrounding cultural reality. Although it is unknown, the De somnio represents a precious witness of the philosophical culture in Ferrara at the middle of XVIth century, and proves the capacity of some characteristic themes of philosophy of love of answering the worries of a period of great political, cultural and religious changes.
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8

Villacara, Giulia <1994&gt. "I carmina latina di Giovanni Pico della Mirandola: traduzione, analisi e commento della produzione latina in versi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18706.

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Abstract:
I carmina latina di Giovanni Pico della Mirandola: una produzione, ricca di rimandi classici e intrisa di un'esperienza biografica importante, ma purtroppo giunta a noi in modo lacunoso. L'obiettivo della ricerca è quello di costruire un corpus dei componimenti latini attribuibili all'autore, facendo riferimento alle principali edizioni moderne che ne hanno curato l'analisi in precedenza. L'elaborato prende avvio da un excursus biografico di Pico e, esponendo le tematiche e le caratteristiche principali della sua produzione letteraria, si prefigge l'obiettivo di tracciare un quadro il più completo possibile della produzione latina in versi. Si fornirà pertanto una traduzione e un'analisi accurata, cogliendo i più rilevanti aspetti culturali, letterari e biografici.
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9

Filip, Ireneo. "Martiani Capellae De Nuptiis Philologiae et Mercurii liber VI [§§ 567 - 642]. Introduzione, traduzione e commento." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4500.

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Abstract:
2009/2010
Il lavoro consiste nella traduzione e nel commento del libro VI [de geometria] del De Nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella, limitatamente ai §§ 567-642. Il testo latino è stato criticamente rivisto rispetto a quello presente nelle edizioni esistenti dell'opera.
XXIII Ciclo
1974
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10

Zivec, Stefano. "Sonuit domino dictante taberna. Edizione critica, traduzione e commento dei Sosii fratres di Giovanni Pascoli." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4813.

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Abstract:
2009/2010
La tesi presenta una ricerca articolata sul poemetto latino di Giovanni Pascoli Sosii fratres bibliopolae (1899). L’edizione del testo è affiancata da una nuova traduzione; segue un capitolo dedicato all’analisi degli autografi conservati presso l’Archivio di Castelvecchio. Degli autografi si offre una dettagliata trascrizione interpretativa, sulla quale si è costruita poi l’edizione critica, strumento indispensabile per lo studio della costituzione del testo. In una delle appendici conclusive è inserita l’edizione con commento di un testo finora sconosciuto, la prima bozza del componimento, scoperta durante i sondaggi autoptici per l’integrazione del materiale autografo. Il commento privilegia i confronti interni all’opera di Pascoli (punto di riferimento è la teoria del ‘bilinguismo’ di Alfonso Traina) e indica di volta in volta le fonti di quello che è un testo ‘dotto’, punto di incontro tra i paradigmi classici e le sperimentazioni moderne. Non si sono sottovalutate le particolarità morfologiche, sintattiche, stilistiche del latino pascoliano e gli aspetti psicologici che influenzano alcuni meccanismi della composizione. L’ultimo capitolo è dedicato ad uno studio metrico che illustra alcune tendenze prosodico-ritmiche dell’esametro dei Carmina. In conclusione si trovano tre appendici. Della prima si è già detto; le due rimanenti sono tratte dal commento e sono presentate come unità autonome per la loro estensione e il grado di approfondimento della ricerca. Il lavoro di tesi si propone di colmare una lacuna della critica pascoliana, che finora non si è occupata in maniera sistematica dei Sosii.
XXIII Ciclo
1980
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11

BRESCIA, ANGELA. "I Chronica Roberti Biscardi et fratrum ac Rogerii comitis Mileti o Historia Sicula del cosiddetto Anonimo Vaticano: introduzione, edizione critica e traduzione italiana." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/149924.

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Abstract:
L’obiettivo preliminare della tesi è stato, oltre all’edizione critica e alla traduzione, la contestualizzazione dell’Historia Sicula nel panorama cronachistico dei secoli XI-XII, rapportandola alle cronache che da sempre hanno rivestito un ruolo principale nella storiografia di ambito normanno. Proprio a questo proposito, dopo una breve sintesi delle già menzionate cronache principali , si è ritenuto opportuno offrire un confronto serrato tra gli episodi narrati in tutte le cronache, così da evidenziare i tratti distintivi di ognuna di esse, ma soprattutto farne risaltare i parallelismi. Terminato il raffronto tra le cronache, è stata analizzata in maniera più specifica la figura del cosiddetto Anonimo Vaticano, così da poter presentare in maniera metodologicamente più fondata, su basi filologiche adeguate, alcune ipotesi relative alle circostanze in cui la cronaca fu scritta. Nella Nota al testo, che precede l’edizione critica, è contenuta una dettagliata descrizione dei sei manoscritti noti e delle relazioni che intercorrono tra essi. Al termine, con lo stemma codicum si rappresenta graficamente il lavoro di recensio effettuato al fine di stabilire il testo. Infine, si è ritenuto utile far emergere con evidenza le differenze tra la cronaca dell’Anonimo e quella di Malaterra da sempre considerate molto vicine.
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12

SILVI, DANIELE. "Traduzione e ricezione:i Canti di Giacomo Leopardi in Spagna nell’ottica del polisistema." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/202627.

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Abstract:
La tesi analizza le teorie della ricezione e della traduzione dai primi anni del Novecento per giungere al pensiero di Itamar Even-Zohar e alla scuola di Tel Aviv. Dopo un primo capitolo di ricognizione storica si passa, nel secondo capitolo, a presentare la fortuna europea dei Canti di Giacomo Leopardi. Si analizza inoltre il rapporto culturale tra Italia e Spagna dai primi dell’Ottocento fino agli anni Venti del Novecento. Nel terzo capitolo si applicano le teorie del polisistema di Even-Zohar alla ricezione dei Canti di Leopardi in Spagna tra gli anni 1855-1920. L’analisi tiene conto di: antologie poetiche, attività editoriale, riviste letterarie e la pubblicazione di alcuni saggi critici. Nella disamina verrà particolarmente sottolineata l’importanza del polisistema filosofico che giustifica l’ingresso della poesia di Leopardi in terra spagnola e del Krausismo come fattore storico-filosofico determinante alla predisposizione a tale ingresso. L’ultimo capitolo propone infine una applicazione di metodologie di analisi testuale informatica a due antologie poetiche trattate nella tesi per evidenziare i caratteri dello stile traduttivo utilizzato nei diversi periodi
This thesis is focused on reception and translation theories from the beginning of the 20th century to the Tel-Aviv School and Itamar Even-Zohar. After a historical review (chapter I), the second chapter is centered on the success of Giacomo Leopardi’s Canti in Europe. The cultural relationship between Italy and Spain between the beginning of the 19th century and 1920s is taken into account. In the third chapter, Even-Zohar’s polysystem theories are employed in order to analyze the reception of Leopardi’s Canti in Spain between 1855 and 1920. The analysis is based on: poetry anthologies, publishing activities, literary journals and critical essays. The importance of the philosophical polysystem will be particularly highlighted (since it justifies Leopardi’s initial success in Spain) as well as Krausism’s influence, which created a historical and philosophical framework. The last chapter will employ textual analysis tools on two poetry anthologies in order to stress the different translation styles according to the different periods
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13

Modonutti, Rino. "Il De gestis Italicorum post Henricum septimum Cesarem di Albertino Mussato. Edizione critica e traduzione dei libri I-IV." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423618.

Full text
Abstract:
The thesis consists in the critical edition of the first four books of De gestis Italicorum post Henricum septimum Cesarem by Albertino Mussato (1261-1329). The critical text is enriched by several notes concerning Mussato’s language and style as well as the period of Italian history, 1313-1314, which is the matter of the four books. The thesis also offers a translation of the De gestis from Latin into Italian. The philological introduction describes the relations between the manuscripts and provides the first accurate description of codex Vat. lat. 4962, the only one which hands down all the De gestis. The general introduction analyses Mussato’s historical project and its connections with Trecento culture and with the Latin historiography of ancient Rome.
La tesi presenta l’edizione critica dei primi quattro libri del De gestis Italicorum post Henricum septimum Cesarem di Albertino Mussato (1261-1329). Il testo critico è accompagnato da un apparato di note di carattere linguistico, stilistico, letterario e storico-istituzionale, nonché da una traduzione italiana. La nota al testo ricostruisce i rapporti tra i testimoni dell’opera e offre, tra le altre cose, una prima accurata descrizione del cod. Vat. lat. 4962, unico manoscritto a tramandare tutto il De gestis Italicorum. L’introduzione cerca di definire le coordinate del progetto storiografico mussatiano, cogliendone i rapporti con la cultura del primo Trecento ed evidenziandone i legami con la tradizione storiografica latina antica.
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14

Quinci, Carla. "Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3353174.

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Abstract:
A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento.
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Quinci, Carla. "Translators in the Making: An Empirical Longitudinal Study on Translation Competence and its Development." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10986.

Full text
Abstract:
2013/2014
ABSTRACT. In the last few decades, research on translation competence (TC) has been quite productive and fostered the conceptualisation and analysis of translation-specific skills. TC is generally assumed to be a non-innate ability (Shreve 1997, 121), which is “qualitatively different from bilingual competence” (PACTE 2002, 44–45) and, as a “basic translation ability[,] is a necessary condition, but no guarantee, for further development of a (professional) competence as a translator” (Englund Dimitrova 2005, 12). However, apart from these agreed-on assumptions, the definition and modelling of TC still remain open questions and have resulted in a wide variety of concurrent (near-synonymic) terms and conceptual frameworks aiming to identify the essential constitutive components of such competence. From the mid-1980s, empirical studies have considerably contributed to the investigation of TC and, in some cases, led to the development of empirically validated definitions and models (e.g. PACTE 2003; Göpferich 2009). However, most empirical analyses focus on the translation process, i.e. the behavioural and procedural features of (un)experienced translators, and aim to identify possible patterns which might be conductive to high (or poor) translation quality. To provide a complementary perspective to this approach, an empirical longitudinal study was designed which is mainly product-oriented but also encompasses process-related data. The aim of the study is to observe whether different levels of competence reflect on different linguistic patterns and common procedural practices, which might be used to define TC and the stages of its development. The study monitored the performances of a sample of professional translators and BA- and MA-level translation trainees, who carried out six translation tasks over a three-year period. Each translation task involved the translation of a non-specialist English source text into the participants’ L1 (i.e. Italian) as well as the compilation of a post-task questionnaire inquiring on their translation processes. The synchronic and diachronic analysis of data mainly adopted a descriptive perspective which considered both product-related data, i.e. mainly lexical and syntactical features, and the process-related data concerning delivery time and the participants’ responses to the post-task questionnaires. Moreover, the assessment of translation acceptability and errors allowed for the association of specific descriptive trends with the different levels of translation quality which have been identified. The findings led to the profiling of three different stages in the acquisition of TC (i.e. novice, intermediate, and professional translator) and to the development of training guidelines, for both translation trainers and trainees, which may help anticipating and preventing possible unsuccessful behaviours and speeding up the learning process.
RIASSUNTO. A partire dalla seconda metà del XX secolo, la ricerca sulla competenza traduttiva ha conosciuto un forte sviluppo, che portato all’individuazione di abilità specifiche ai fini della traduzione. La competenza traduttiva viene generalmente concepita come un’abilità non innata (Shreve, 1997, p. 121) e distinta dalla competenza bilingue (PACTE 2002, p.44–45); quest’ultima, nella sua forma embrionale, rimane una condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo di una competenza traduttiva di tipo professionale (Englund Dimitrova 2005, p. 12). Fatte salve queste premesse, la natura e la struttura della competenza traduttiva rimangono ancora da definire. Nel tentativo di individuarne le componenti, la ricerca ha prodotto un’ampia varietà di termini e concetti simili e spesso sovrapponibili. Dalla metà degli anni ’80, un significativo contributo allo studio della competenza traduttiva è giunto dalla ricerca empirica, grazie alla quale è stato possibile sviluppare e testare alcuni dei modelli e delle definizioni proposti (ad es., PACTE 2003; Göpferich 2009). Gli studi empirici sulla competenza traduttiva hanno generalmente adottato un approccio orientato al processo, ovvero volto a individuare le caratteristiche comportamentali e procedurali di traduttori più o meno esperti che potessero essere associate a determinati livelli di qualità del testo tradotto. Allo scopo di fornire un approccio complementare a quello appena citato, è stato progettato uno studio empirico volto ad indagare la traduzione principalmente come testo tradotto, ma anche, in seconda battuta, come processo. Obiettivo principale dell’analisi è osservare se traduttori con livelli di competenza ed esperienza simili producono traduzioni con caratteristiche simili e/o seguono gli stessi modelli procedurali, così da definire la competenza in base alle tendenze eventualmente emerse dall’analisi sia del testo, sia del processo traduttivo. A questo scopo, l’indagine ha monitorato per tre anni la performance traduttiva di un campione di traduttori professionisti e di studenti dei corsi di Laurea triennale e magistrale in traduzione presso l’Università di Trieste. Sono state svolte in tutto sei prove di traduzione (due per anno accademico), che consistevano nella traduzione di un testo non specialistico dall’inglese all’italiano (la lingua madre dei partecipanti), seguita dalla compilazione di un questionario sul processo traduttivo. Lo studio ha adottato un approccio sincronico e diacronico principalmente di tipo descrittivo e rivolto all’analisi lessicale e sintattica del testo tradotto e dei dati relativi ai tempi di consegna e agli aspetti procedurali analizzati attraverso le risposte al questionario. È stata inoltre svolta un’analisi qualitativa delle traduzioni basata sulla valutazione dell’accettabilità del testo tradotto e degli errori di traduzione, così da associare le tendenze individuate nell’analisi descrittiva a specifici livelli di qualità. I risultati dell’indagine hanno permesso di tracciare il profilo di tre stadi nel processo di sviluppo della competenza traduttiva (‘principiante’, ‘intermedio’ e ‘professionista’) e di sviluppare delle linee guida per docenti e studenti che possono aiutare a prevedere e prevenire errori procedurali e ad accelerare il processo di apprendimento.
XXVII Ciclo
1985
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16

Collura, Alessio. "«Sens e Razos d'una Escriptura»: edizione e studio della traduzione Occitana dell'Evangelium Nicodemi = «Sens e Razos d'una Escriptura»: édition et étude de la traduction Occitane de l'Evangelium Nicodemi." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368548.

Full text
Abstract:
La tesi fornisce la prima edizione critica commentata del poema occitano 'Sens e razos d'una escriptura', il cosiddetto Vangelo occitano di Nicodemo. Si tratta di un testo in couplets d'octosyllabes, di origine linguadociana orientale e attribuibile, verosimilmente, agli anni '80/'90 del XIII secolo. Un'ampia introduzione di carattere storico-letterario, filologico e codicologico anticipa l'edizione stessa (corredata da traduzione in italiano) e fornisce un primo tentativo di contestualizzazione del testo.
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Brambilla, Emanuele. "THE QUEST FOR ARGUMENTATIVE EQUIVALENCE.An Interpreting-oriented Argument Analysis of Political Source Texts on the Economic Crisis." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10985.

Full text
Abstract:
2013/2014
L’interpretazione ha spesso luogo in situazioni argomentative, vale a dire eventi comunicativi miranti alla “soluzione” di una divergenza di opinioni in merito a una specifica questione. Nel tentativo di difendere o delegittimare determinate posizioni, gli oratori fanno solitamente ricorso a tecniche argomentative che determinano la forza pragmatica del discorso. In questo senso, l’argomentazione è essenzialmente relativa, poiché dipende da convenzioni culturali, vincoli contestuali e fattori soggettivi. La relatività delle tecniche argomentative complica il compito interpretativo, soprattutto considerando che, nelle situazioni argomentative, la qualità dell’interpretazione è determinata dall’abilità dell’interprete di trasmettere lo scopo argomentativo del testo di partenza. L’equivalenza passa, cioè, per il rispetto delle convinzioni dell’oratore, senza il quale l’interpretazione è destinata a produrre un testo non equivalente all’originale a livello pragmatico. Guidato anche dall’intenzione di sopperire, seppur in misura minima, alla scarsa considerazione che le teorie dell’argomentazione godono nella ricerca in interpretazione, il presente progetto di ricerca circoscrive lo studio delle situazioni argomentative all’analisi dell’argomentazione in ambito politico, perseguendo due obiettivi principali: la definizione di una metodologia appropriata per l’analisi descrittiva dell’argomentazione nei testi di partenza e la valutazione empirica della relatività delle tecniche argomentative, mirante alla formulazione di indicazioni per l’interpretazione di discorsi politici. Lo studio si basa su un corpus comparabile multilingue denominato ARGO. Il corpus contiene trecentotredici discorsi politici sull’attuale crisi economico-finanziaria, pronunciati da Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy e François Hollande. L’analisi di ARGO è mirata all’individuazione e alla descrizione di schemi argomentativi, “ragionamenti” stereotipati che vengono spesso usati in ambito politico per legittimare o screditare determinate posizioni. Alla luce della natura relativa dell’argomentazione, la presenza di schemi argomentativi estremamente eterogenei è stata ipotizzata sin dall’inizio del progetto. I risultati dell’analisi contrastiva confermano l’ipotesi iniziale, poiché Obama, Cameron, Sarkozy e Hollande fanno ricorso a diversi schemi argomentativi che richiedono l’utilizzo di diverse strategie interpretative a seconda dell’oratore in questione, del destinatario del discorso e del contesto in cui il discorso viene pronunciato. I risultati trovano pertanto utile applicazione in ambito didattico, poiché, insieme ad ARGO, forniscono materiale e indicazioni teoriche per sensibilizzare gli studenti a concetti argomentativi pertinenti all’interpretazione nella prospettiva di un graduale sviluppo della competenza argomentativa, intesa come l’abilità di anticipare le argomentazioni degli oratori. In maniera più generale, i risultati confermano la natura relativamente prevedibile dei discorsi politici; di conseguenza, avvalorano le implicazioni positive dell’analisi argomentativa dei testi di partenza in ambito interpretativo, il cui utilizzo sistematico è destinato a fornire risultati sempre più consistenti, affidabili e utili per promuovere la ricerca dell’equivalenza argomentativa nei testi interpretati.
Interpreting activity is frequently performed in argumentative situations, i.e. communicative events whose purpose is the discursive “solution” of a conflict between different standpoints regarding one specific question. In their attempts at defending and attacking standpoints, speakers generally resort to argumentative techniques which determine the pragmatic force of speeches. In this respect, argumentation is essentially relative, as it depends on cultural conventions, contextual constraints and subjective factors. The relativity of argumentation compounds the interpreting task, as the quality of the interpreter’s performance within argumentative situations is determined by his/her ability to convey the argumentative purpose of the source text by reproducing the speaker’s convictions. Failure to do so is bound to lead to the production of pragmatically inequivalent interpreted texts. Guided also by the intention partially to cater for the marked neglect of argumentation theories in interpreting research, the present research project focuses on political argumentation and pursues two main objectives: streamlining a suitable analytical methodology for the descriptive study of source-text argumentation in interpreting research and empirically assessing the relative nature of argumentation techniques with a view to providing suggestions for the interpretation of political speeches. The study is based on a multilingual comparable corpus named ARGO. It is composed of three hundred and thirteen political speeches on the current financial and economic crisis, delivered by Barack Obama, David Cameron, Nicolas Sarkozy and François Hollande. The analysis focuses on the identification and description of content-related argumentation schemes, i.e. stereotypical patterns of reasoning recurrently exploited by politicians to legitimise or delegitimise given courses of action. In the light of the relative nature of argumentation, the presence in the corpus of significantly different argumentation schemes was hypothesised at the outset. The findings of the contrastive analysis corroborate the initial hypothesis, as Obama, Cameron, Sarkozy and Hollande generally resort to extremely different argument schemes, which call for the adoption of specific interpreting strategies according to the speaker in question, the communicative context of speech delivery and the relevant audience. The results, thus, find useful application in interpreter training, in that, together with ARGO, they provide material and theoretical indications to sensitise students to relevant argumentation concepts with a view gradually to enhance their argumentative competence, understood as the ability to anticipate speakers’ arguments. More broadly, the results shed light on the predictability of political speeches and, consequently, foster the systematic adoption of argumentation analysis as a source-text research methodology, which could yield increasingly substantial findings paving the way for argumentative equivalence in interpreted argumentative situations.
XXVII Ciclo
1985
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18

Marzi, Federica. "Letteratura estranea. Rappresentazioni e scritture dell'altro(ve) nella migrazione italiana in Germania." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4605.

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Abstract:
2009/2010
Al centro delle scritture letterarie, sorte fuori dall’Italia, che hanno elaborato l’esperienza delle emigrazioni italiane nella Germania Federale del secondo dopoguerra vi è la questione della rappresentazione dell’altro (Gastarbeiter, straniero, estraneo, diverso). Nei testi tutto ciò si traduce nel tentativo di abrogare e demistificare una serie di immagini codificate già disponibili e funzionali a incorporare l’alterità, e nella ricerca di modalità alternative della narrazione dell’altro. Questo produce uno spostamento delle linee di demarcazione fra l’identità e l’alterità, fra il maggiore e il minore, fra lingue e culture diverse ed è funzionale a una negoziazione di nuovi spazi culturali. Fra i risultati più sorprendenti di simili esperimenti letterari (in tedesco, in italiano o bilingui) vi è che, con le immagini e le rappresentazioni, divengono estranei e si alterano anche le lingue, i testi e le scritture. Tutto ciò ha delle conseguenze fondamentali per quanto concerne la riformulazione di identità e comunità, intese come frutto di contatti, passaggi, scambi e traduzioni, e per una diversa concezione di cultura, di lingua e di letteratura, ripensate come esposte all’altro e dunque non normative, non originali, non collegate in modo esclusivo a un territorio, a una provenienza, a una classe, a una località o a una minoranza, ma allargate e allargabili, già eterogenee e interrelate ad altri, ampie e condivise, aperte e processuali. Die Frage nach der Repräsentation des Anderen rückt ins Zentrum eines Korpus außerhalb Italiens veröffentlichter literarischer Schriften, die sich mit der Erfahrung der italienischen Auswanderungen in die Bundesrepublik Deutschland nach dem Zweiten Weltkrieg auseinandersetzen. In den auf Deutsch oder Italienisch verfassten oder zweisprachig angelegten Texten ist nicht nur die Demontage geläufiger Darstellungen des Anderen zu beobachten, der Leser wohnt auch der Suche nach alternativen Narrationsarten der Alterität bei, die sich in der Verschiebung der Grenzlinien zwischen Identität und Alterität, zwischen majeur und mineur, zwischen unterschiedlichen Sprachen und Kulturen manifestiert, und zur Entstehung neuer kultureller Zwischenräume führt. Eine der überraschendsten Auswirkungen solcher Überschreitungen besteht darin, dass sich mit den Bildern und Repräsentationen auch die Sprachen, Texte und Schreibweisen der Literatur verändern und somit gleichsam fremd werden. All diese Verfahren haben grundlegende Auswirkungen auf die Reformulierung von Identitäten und Gemeinschaften als Resultaten von Kontakten, Übergängen, Austauschbeziehungen und Übersetzungen. Die Basis dafür bildet zweifelsohne eine andere Konzeption von Kultur, Sprache und Literatur: Dem Anderen ausgesetzt sind sie nicht normativ, nicht echt oder exklusiv, an kein Territorium, keinen Ursprung, keine Klasse, keinen Ort und keine Minderheit gebunden, sondern erscheinen erweitert und erweiterbar, schon heterogen und mit anderen verflochten, breit und teilbar, offen und prozesshaft.
XXII Ciclo
1974
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19

Stellino, Gaetano. "Il Synodus di Guarnerio di Basilea. Introduzione, testo, traduzione e commento." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/101811.

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20

Pressin, Roberto. "La versione greca dell’orazione „Pro Archia poeta” di Mikołaj Żórawski (1595-1665): contributi all’analisi del testo." Doctoral thesis, 2019. https://depotuw.ceon.pl/handle/item/3402.

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Abstract:
Argomento della dissertazione è il cd. greco umanistico, lingua sfoggiata dagli eruditi rinascimentali tra XV e XVIII sec. Il fenomeno, sempre più oggetto del'attenzione degli studiosi, nacque in Italia alla fine del XIV sec. e si propagò a poco a poco per tutta l'Europa fino alla Scandinavia. La tesi analizza e commenta la traduzione greca dell'orazione "Pro Archia poeta" di Cicerone eseguita dal secentesco erudito polacco Nicolaus Zoravius e pubblicata a Cracovia nel 1632. Vi sono contenuti: l'introduzione, descrivente lo stato della ricerca, il fine e il metodo dello studio condotto; due capitoli, di cui il primo offre una panoramica storico-letteraria sul "ritorno del greco" in occidente dopo il discusso iato medievale, e sugli interessi grecistici in Polonia a partire dal XVI sec., notizie biografiche sull'autore e sulle circostanze intorno alla nascita dell'operetta; il secondo capitolo costitituisce l'analisi fliologico-glottologica del testo greco, i cui risultati sono raccolti e divisi per sezioni in un riepilogo; le conclusioni permettono di riassumere e discutere i risultati dell'analisi, di avanzare alcune ipotesi sull'uso dei sussidi lessicografici da parte del traduttore, nonché di proporre una futuri approfondimenti sui testi coevi necessari a una migliore inquadratura del fenomeno in un contesto europeo.
Przedmiotem dysertacji jest problematyka związana z tzw. „greką humanistyczną”, którą posługiwali się europejscy erudyci mówiący i piszący w języku greckim w XV-XVIII wieku. Znajomość greki jako zjawisko kulturowe narodziło się w humanistycznej Italii po kilku wiekach przerwy i szybko rozprzestrzeniło się na wiele innych krajów zaalpejskich aż po Skandynawię. Badania nad tym fenomenem to wyłoniona ze studiów nowołacińskich nowa gałąź wiedzy, która cieszy się w ostatnich latach coraz większym zainteresowaniem uczonych. W dysertacji, napisanej w języku włoskim, analizuję grecki przekład oracji Cycerona Pro Archia poeta (wydany w 1632 r. w Krakowie) autorstwa Mikołaja Żórawskiego (1595-1665). Jedyny znany drukowany egzemplarz przekładu przechowywany jest w Bibliotece PAN w Gdańsku. Praca składa się ze wstępu, dwóch głównych części, wniosków, bibliografii oraz dwóch aneksów. We Wstępie opisany jest przedmiot badań, cele oraz metodologia. W nawiązaniu do renesansowego zwrotu ad fontes w Rozdziale I rozważam humanistyczną recepcję antyku, przede wszystkim greckiego. Omawiam ponowne zainteresowanie studiami helleńskimi w Europie począwszy od końca XIV wieku, które stało się możliwe dzięki ówczesnej sytuacji politycznej i kontaktom uczonych bizantyńskich z włoskimi dworami. Następnie podkreślam ważną rolę, jaką odegrały humanistyczne przekłady łacińskie dzieł greckich w rozpowszechnieniu odkrytych utworów i omawiam cechy nowej praktyki translatorskiej, która wykazywała się odmiennością w stosunku do wieków poprzednich. Praktyka ta, znana rzymskim pedagogom i mająca przede wszystkim cele dydaktyczne, obejmowała również, choć w znacznie mniejszym stopniu, przekłady z łaciny na grekę, czego przykładem jest przedmiot moich badań. Na tle szerszej europejskiej perspektywy kreślę sytuację w Rzeczypospolitej między XVI a XVII w., szczególną uwagę skupiając na krakowskim środowisku akademickim i na początkach grecystyki w tamtejszym środowisku, wyszczególniając najczęściej czytanych autorów greckich i najwybitniejszych polskich tłumaczy oraz pisarzy w języku greckim. Następnie przedstawiam biografię Mikołaja Żórawskiego oraz środowisko, w którym tworzył i nauczał ten wszechstronny hellenista, jak również przytaczam okoliczności powstania greckiej translacji Pro Archia. Rozdział II stanowi trzon pracy. Tekst przekładu jest analizowany według zasad wypracowanych w badaniach kontrastywnych nad tłumaczeniami renesansowymi (W. Olszaniec, E. Sironen) i nad tekstami dwujęzycznymi z późnego antyku (R. Ferri). Korzystając z tych metod, zestawiłem tekst źródłowy i tekst docelowy, uwydatniając różnice i podobieństwa w strukturach obydwu tekstów i badając proces translatorski. W komentarzu zamieszczonym po każdej partii tekstu odnotowuję cechy graficzno-fonetyczne, morfologiczne, składniowe i leksykalne. Analiza dała interesujące wyniki związane z metodą i wyborami przekładowymi, zwłaszcza leksykalnymi, lecz także dotyczące poziomu znajomości greki w akademickim Krakowie u schyłku Renesansu. Dla większej przejrzystości wyniki analizy zostały podzielone na kategorie gramatyczne, rodzaje pojawiających się nieścisłości oraz wykaz rzadkich lub niepoświadczonych wyrazów. Zebrany materiał pozwolił w części Wnioski zarówno wyrazić opinię o jakości przekładu i trudnościach, z którymi borykał się jego autor, oraz wskazać domniemane źródła leksykograficzne, z których korzystał. Sformułowany został postulat, by dogłębnie przebadać pod względem językowym dzieła greckie innych autorów współczesnych Żórawskiemu. Postuluje się także ściślejszą współpracę badaczy greki humanistycznej, która mogłaby doprowadzić do stworzenia wspólnego zasobu leksykalnego, m.in. po to, aby rozwiązać kwestie związane z cyrkulacją słowników i ich użytkowaniem. Zamykają dysertację: Aneks I, stanowiący glosariusz łacińsko-grecki oraz Aneks II, zawierający reprodukcje fotograficzne gdańskiego starego druku.
The main subject of my PhD thesis is related to Humanist Greek, with special regard to 17th century in Poland. Humanist Greek as a definition is generally described as a literary movement of erudites writing and speaking Old Greek, which spread throughout Europe from the end of 14th till 18th century. It can be considered as a cultural phenomenon beginning in Italy and later involving the central regions of Europe, as well as the Nordic countries. More specifically, my dissertation presents a Greek Humanistic translation of the famous oration "Pro Archia poeta" by Cicero, made by Polish learned Nicolaus Zoravius (Mikołaj Żórawski) and printed in 1632 in Cracow. The dissertation contains an introduction, two main chapters, a conclusion, a bibliography and two appendices. In the introduction I describe the state of the art, the aims and the methods of my research. The first chapter attempts to give an overview to the broad topic of Humanistic reception of the antiquity. It especially concentrates on the most important moments of the revival of the Hellenic studies in Western Europe, after their general decay during the Middle Ages. This part deals mainly with the following matters: the contacts between the Italian Renaissance courts and the Byzantine scholars who made possible to learn Greek. The next part focuses on the topic of Humanistic translations. Translating from Greek into Latin became a common and appreciated practice, aiming at making new acquired books from the Eastern monasteries and libraries accessible to non-Greek readers. Moreover, original Latin texts were also occasionally converted into Greek by Byzantine scholars who wanted to learn Latin, as well as by teachers and their students. This aspect, to which belongs the subject of my study, is by the way rarer and mostly fulfilling didactic needs. The next part is dedicated to the study of Greek in 16th and 17th centuries Polish-Lithuanian Commonwealth, with special attention to the Cracow milieu and its best renowned exponents. There is an attempt to introduce the most read and translated ancient authors and to describe the methods of teaching Greek. The erudite literature (mostly poetic) written by Polish Hellenists in Ancient Greek is eventually mentioned. Biographical information about the author of the Greek translation and the context in which the text was developed are given in the next section. Some hypotheses on what could be the reason for the choice of such a work are also taken into account. In the second chapter, the focus is put on the Greek text. An in-depth linguistic analysis is conducted by comparing the original text to the translated one (according to the studies by W. Olszaniec, M. Cortesi, R. Ferri). The method of combining contrastively the texts, fragment by fragment, is meant to evidence differences and similarities between the versions and to understand the translation processes that were involved. In the comments following every excerpt of text, I observe the morphological features, the syntactical structures and vocabulary. The analysis brought to light a number of interesting results, showing the peculiarities of Zoravius’ grammatical and stylistic choices. For a more comprehensible scrutiny of this outcome, in the next part the most valuable linguistic facts are displayed in a schematic way. The collected material allows to discuss some conclusions in the last part, about the quality of the translation and the lexicograpgic tools (dictionaries and lexica) that seem to have been used by Zoravius. Few last recommendations are added on the need for deeper investigation of other contemporary Humanist Greek texts from a linguistic point of view, and for promoting collaboration with other scholars to create a lexical database. It has been provided an implementation in Appendix 1 with a Latin-Greek glossary with the terms of the oration and their Greek counterparts, and the photographic reproduction of part of the old book in Appendix 2.
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