Academic literature on the topic 'Tradizione minore'

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Journal articles on the topic "Tradizione minore"

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Ramello, Laura. "Per un'edizione della versione 'Johannes' dell'Historia Karoli Magni et Rotholandi." Revista de Literatura Medieval 31 (December 31, 2019): 217–33. http://dx.doi.org/10.37536/rlm.2019.31.0.63198.

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Abstract:
La tradizione testuale della Cronaca dello Pseudo Turpino in area galloromanza rivela una complessità solo in parte chiarita dagli studi esistenti. La traditio dei volgarizzamenti appare tratteggiata nelle grandi linee ma risulta ancora imperfetta su scala minore, con filiazioni e contaminazioni solo parzialmente definite; anche la recensio presenta vari problemi, sia riguardo alla sua completezza che, soprattutto, dal punto di vista delle ricostruzioni stemmatiche. La disamina di queste problematiche costituisce la fase preparatoria dello studio della versione ‘Johannes’, di cui a tutt’oggi manca l’edizione critica, obiettivo finale dell’indagine.
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Ramello, Laura. "Per un'edizione della versione 'Johannes' dell'Historia Karoli Magni et Rotholandi." Revista de Literatura Medieval 31 (December 31, 2019): 217–33. http://dx.doi.org/10.37536/rpm.2019.31.0.63198.

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Abstract:
La tradizione testuale della Cronaca dello Pseudo Turpino in area galloromanza rivela una complessità solo in parte chiarita dagli studi esistenti. La traditio dei volgarizzamenti appare tratteggiata nelle grandi linee ma risulta ancora imperfetta su scala minore, con filiazioni e contaminazioni solo parzialmente definite; anche la recensio presenta vari problemi, sia riguardo alla sua completezza che, soprattutto, dal punto di vista delle ricostruzioni stemmatiche. La disamina di queste problematiche costituisce la fase preparatoria dello studio della versione ‘Johannes’, di cui a tutt’oggi manca l’edizione critica, obiettivo finale dell’indagine.
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Daalder, Hans. "SAMUEL E. FINER, L'INDIVIDUALISTA ERUDITO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 3 (December 2003): 409–26. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027404.

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Abstract:
IntroduzioneUn ritratto di Samuel E. Finer — Sammy per gli amici - deve inevitabilmente cominciare da due caratteri fuori dal comune: il suo è un caso di rara mobilità intellettuale, e di uno straordinario rapporto tra fratelli. Samuel Finer nasce nel 1915, figlio minore di una coppia di ebrei immigrati in Gran Bretagna dalla Romania nel 1900, e stabilitisi in uno dei più poveri quartieri londinesi. Il fratello, maggiore di 18 anni, sarebbe divenuto in breve un brillante junior lecturer alla London School of Economics, per poi spostarsi alla University of Chicago. Si narra che il giovane Sammy abbia presto detto: «voglio essere come mio fratello» (1980a). A circa 15 anni deve aver visto il fratello Herman affittare un cavallo e un calesse per portare al suo editore londinese un grosso manoscritto. Si trattava della prima stesura di The Theory and Practice of Modem Government. Secondo la tradizione l'editore insistette perché fosse ridotto della metà, ed esso apparve così nel 1932 in un'edizione in due volumi di più di 1.500 pagine fittamente stampate, più le appendici. Il libro fu una pietra miliare nella letteratura di comparative government, sostituendo i tradizionali confronti paese a paese con lunghe analisi istituzionali di Parlamento, Esecutivo e Civil Service, che comparavano dati inglesi, americani, francesi e tedeschi. Già nel 1934 usciva un'edizione ridotta di un solo volume, il che contribuì molto a diffondere il richiamo del libro (ma nella mia copia della nuova edizione del 1949 ci sono le 954 pagine a due colonne mancanti!). Con il successivo Constitutional Government and Democracy. Theory and Practice in Europe and America di Carl Friedrich (1937, e diverse altre edizioni con titoli leggermente differenti), l'opera di Herman Finer divenne per molto tempo il testo fondamentale di comparative government, rimpiazzando i seminali volumi di J. Bryce, A.L. Llowell et al. Esso divenne esemplare per la sua esaustività, per la forte componente storica delle analisi, e per l'erudizione generale. E tradiva anche il perenne problema di testi del genere, ovvero che la comparazione presuppone la conoscenza dei sistemi politici da comparare. Non stupisce quindi che Herman Finer abbia sentito la necessità di pubblicare un successivo libro dal titolo Governments of Greater European Powers (1956), che tornava sugli stessi quattro paesi con la vecchia formula dal confronto a due. Questo lavoro, che ebbe meno successo del primo pur se di pari erudizione, consta anch'esso di quasi 951 pagine a due colonne, con altre 94 pagine di appendici, commenti, indici, ecc.
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Di Benedetto, Paolo. "Costruire e ri-costruire la storia e l’identità d’Asia in età imperiale." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 47–63. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.47-63.

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Abstract:
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
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Guarnieri, Carlo, and Patrizia Pederzoli. "L'ESPANSIONE DEL POTERE GIUDIZIARIO NELLE DEMOCRAZIE CONTEMPORANEE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 2 (August 1996): 269–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024242.

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Abstract:
In una recente rassegna dei rapporti fra magistratura e politica – dal significativo titolo «L'espansione globale del potere giudiziario» (Tate e Vallinder 1995) – si è giunti parlare di un processo di «giudiziarizzazione della politica» che interessa ormai tutti i regimi democratici, e cioè di un'«espansione del raggio d'azione dei tribunali o dei giudici a spese dei politici e/o degli amministratori: in altre parole lo spostamento dei diritti di decisione dal legislativo, il governo o l'amministrazione verso i tribunali» (Vallinder 1995, 13). Le ragioni di questo fenomeno sono numerose e vanno collegate a tendenze di lungo periodo che si manifestano, ma con maggior o minor forza, in tutti i regimi democratici (Pederzoli 1990). In realtà, non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo in paesi come gli Stati Uniti, ma di recente si è manifestato anche nelle democrazie dell'Europa latina: Spagna, Francia e soprattutto Italia. Per comprendere le ragioni alla base di questa nuova rilevanza dell'azione giudiziaria analizzeremo questi tre casi insieme a Stati Uniti – un sistema politico da sempre contraddistinto da un notevole attivismo giudiziario – Inghilterra e Germania, due paesi che, pur appartenendo a due diverse tradizioni giuridiche – rispettivamente dicommonecivil law– sono stati caratterizzati, almeno fino ad oggi, da una minore propensione della magistratura a intervenire nel processo politico1.
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Rosenman, Stephen. "Psychiatric bed usage under different systems of care. A comparison of South Verona (Italy) and Canberra (Australia)." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 3 (December 1994): 163–70. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003663.

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Abstract:
RiassuntoScopo - Confrontare l'uso dei servizi ospedalieri per le principali malattie psichiatriche in una struttura che offre un «servizio psichiatrico territoriale» (Verona-Sud, Italia) con l'uso di questi servizi in una struttura più «tradizionale», dove l'ospedale è il centro dell'attività (Canberra, Australia). Disegno - Sono stati esaminati i registri dei ricoveri per i malati da psicosi schizofreniche e distimiche negli anni 1986, 1987 e 1988. Sono state comparate le seguenti caratteristiche: la mappa socio-demografica ed i tassi dei ricoveri per i pazienti, la durata del ricovero iniziale ed i tassi di ri-ricovero per questi pazienti nei dodici mesi seguenti. Risultati - Il servizio psichiatrico territoriale (Verona-Sud) ha ricoverato meno pazienti con psicosi schizofreniche e distimiche ma questi risultavano più gravi, restavano degenti più a lungo ed avevano una probabilità maggiore di essere ricoverati nuovamente. Il servizio psichiatrico «tradizionale» (Canberra) ha usato l'ospedale per una gamma più ampia di malattie, incluse le malattie con buona prognosi. La degenza in Canberra è stata più breve ed il ri-ricovero meno frequente. Sembra che il servizio «tradizionale» sia più orientato ad usare l'ospedale per l'inizio o per la stabilizzazione della terapia. Il servizio psichiatrico territoriale non portava ad una degenza più breve o ad un numero minore di ricoveri successivi al primo. Le differenze nella morbilità psichiatrica incontrata nelle popolazioni ha nascosto l'effetto della struttura del servizio sull'uso. Questa differenza nella distribuzione della morbilitù psichiatrica concentrata nel gruppo di più giovane età, rimane senza spiegazione.
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7

Cottatellucci, Claudio. "La pronuncia n. 21799/2010 delle Sezioni unite sull'art.31 del d.lgs. n. 286 del 1998: un mutamento di indirizzo che spetta alla giurisprudenza di merito approfondire." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (February 2011): 81–91. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-004006.

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Abstract:
1. Il quesito all'esame delle Sezioni unite.2. I profili processuali del giudizio di legittimitŕ sull'art. 31 del d.lgs. n. 286 del 19983. I profili sostanziali.- 3.1. Normazione a clausola generale e standard valutativi.- 3.2. La scelta interpretativa della giurisprudenza tradizionale.4. Il mutamento di indirizzo nella sentenza delle Sezioni unite n. 21799/10.- 4.1. Il superamento dell'eccezionalitŕ come condizione di operativitŕ della clausola dei "gravi motivi".- 4.2. La ricerca degli standard valutativi in relazione alla clausola generale.- 4.2.1. Le peculiaritŕ degli standard valutativi nel caso dell'art. 31.- 4.2.2. La necessitŕ di una recezione selettiva del metodo adottato dalla Corte Edu.- 4.2.3. La qualitŕ della relazione genitoriale vs. l'etŕ del minore.- 4.2.4. L'asimmetria delle condizioni dei genitori vs. la maturazione del progetto migratorio.
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8

De las Rivas Sanz, Juan Luis. "Dificultades del urbanismo comercial: El plan general de equipamiento comercial de Castilla y León." Ciudades, no. 10 (February 1, 2018): 109. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.109-142.

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Abstract:
La rete commerciale in Castilla y Léon evidenzia con chiararezza la relazione con il sistema insediativo regionale, con le sue debolezze e peculiarità. Lo sviluppo di nuove grandi strutture commerciali e di malls, benché nettamente minore di quello che si è registrato in altre regioni della Spagna, aumenta la dipendenza del territorio extraurbano dai centri maggiori e determina un rilevante impatto sulla rete distributiva tradizionale. Le aree rurali ed i centri o i sobborghi storici rischiano di vedere diminuita la propria vitalità. La pianificazione delle attività commerciali, gestita dalle Regioni, cerca di trovare un punto di equilibrio tra le strutture commerciali tradizionali e quelle nuove, e comunque la legislazione di settore impone in Spagna una specifica autorizzazione per i centri commerciali, i malls e in genere per i grandi formati della distribuzione moderna. Ma le azioni sono in ogni caso orientate dagli attori che intervengono nel processo decisionale, in un contesto di conflittualità tra gli interessi dei diversi operatori del settore. E’ risultata evidente la sottovalutazione dell’ impatto del commercio sui sistemi urbani e ambientali.
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9

Cooper, Donal. "‘Qui Perusii in archa saxea tumulatus’: the shrine of Beato Egidio in San Francesco al Prato, Perugia." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 223–44. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001811.

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Abstract:
‘QUI PERUSII IN ARCHA SAXEA TUMULATUS’: LA TOMBA DEL BEATO EGIDIO NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO AL PRATO, PERUGIAL'autore presenta una nuova ricostruzione della tomba del Beato Egidio (†1262), il terzo compagno di San Francesco ed una delle figure più importanti della prima storia francescana. La tomba di Egidio a San Francesco al Prato, Perugia, ha acquisito una notevole considerazione nello studio del primo patrocinio francescano grazie sia all'uso di un sarcofago paleocristiano che all'indiscutibile influenza di quest'arca sulla pala d'altare dipinta su entrambi i lati per la chiesa dal Maestro di San Francesco (c. 1272). Conseguentemente, gli studiosi hanno collocato il sarcofago di Egidio al di sotto dell'altare maggiore di San Francesco al Prato, in modo da formare un unico insieme visivo con il retroaltare. Tuttavia, una serie di fonti inedite indica che il Beato fu invece sepolto nel transetto meridionale. Secondo questa ricostruzione, la sua tomba va invece collocata nella tradizione delle tombe elevate a cassa, esemplificata dall'arca di tredicesimo secolo di San Domenico a Bologna. In termini di accesso e pratica devozionale, la tomba a cassa elevata era da un punto di vista funzionale più soddisfacente della sistemazione dell'altare maggiore impiegata nella stessa tomba di Francesco. La tomba di Egidio dimostra dunque come, quando necessario, i Frati Minori potessero rifiutare il modello fornito dalla loro Chiesa Madre di Assisi.
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Purola, Tiina. "The Greek Anthology - (F.) Maltomini Tradizione antologica dell'epigramma greco. Le Sillogi Minori di età bizantina e umanistica. (Pleiadi 9.) Pp. 214. Rome: Edizioni di Storia e Letteratura, 2008. Paper, €30. ISBN: 978-88-8498-480-7." Classical Review 60, no. 1 (March 8, 2010): 99–101. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x09990552.

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Dissertations / Theses on the topic "Tradizione minore"

1

Cavasin, Chiara <1987&gt. "La novitas di una matrona tradizionale: Antonia Minore." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3118.

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Abstract:
Lo studio si propone di approfondire la conoscenza di una delle figure femminili più rilevanti del primo impero, Antonia Minore, figlia del triumviro Marco Antonia e di Ottavia Minore, sorella dell'imperatore Augusto. L'obiettivo è quello di analizzare da un lato il rapporto della donna con la secolare tradizione di Roma e con il metodo convenzionale di rappresentazione della matrona; dall'altro, di evidenziare le eventuali novità che invece caratterizzano la sua figura e che riflettono i cambiamenti introdotti con l'avvento del principato di Augusto. Particolare attenzione viene inoltre rivolta ai legami di Antonia con l'Oriente, al fine di individuare una possibile eredità morale lasciatale dal padre, e al suo coinvolgimento nelle dinamiche politiche del tempo.
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DI, BENEDETTO PAOLO. "Racconti di fondazione di città eoliche d'Asia." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2020. http://hdl.handle.net/11563/159126.

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Abstract:
Il presente studio si è proposto di prendere in esame e ricostruire il quadro dei diversi racconti di fondazione e, più in generale, di archaiologiai che si possono trarre dalle fonti su alcune città della cosiddetta Endecapoli eolica, sita in Asia Minore (Hdt. I 149-151). Obiettivo del lavoro – che raccoglie un corpus di testi inedito, opportunamente tradotti e commentati – è stato di comprendere come tradizione o tradizioni di fondazione e racconti di altra natura (notizie di eponimia, stanziamenti generici) si incastrino, sotto il profilo storiografico, in un periodo complesso e movimentato a livello di migrazioni di Greci e a livello di disposizione di popoli sul suolo microasiatico interessato; si è cercato di fornire – pur in presenza di dati estremamente frammentari e disarticolati – una possibile ricostruzione del quadro dei racconti delle città eoliche. La problematicità legata a questo lavoro si deve alla frammentarietà dei riferimenti che le fonti tramandano e al significativo vuoto bibliografico, là dove gli studi esistenti sono relativi soltanto ad alcuni aspetti di alcune di queste città (archeologico, letterario e topografico). L’attenzione è stata rivolta, da una parte, ai particolari aspetti dell’elaborazione dei singoli racconti e, più generalmente, delle tradizioni – cercando di individuare l’origine di un racconto, la sua fissazione, rielaborazione e/o obliterazione –, e, dall’altra, su un’analisi dei racconti in una prospettiva etnicistica, secondo l’approccio degli studi più recenti (A. Smith; J. Hall): si è cercato – anche attraverso la stesura di tabelle esemplificative – di dare una ricostruzione di un quadro generale dei racconti (l’identificazione di ecisti e/o di eponimi, la collocazione cronologica di ciascun racconto e la possibile genesi) e di chiarire a quali periodi potessero risalire le differenti tradizioni attestate in Eolide e le varianti di una stessa tradizione e le ragioni per le quali un determinato racconto sia risultato strutturato in un certo modo. In particolare, la disamina di queste tradizioni è stata condotta soprattutto tenendo presente il versante degli studi di ‘storia intenzionale’ (H.J. Gehrke) e ‘memoria culturale’ (J. Assman): approdo del lavoro è stato che le diverse tradizioni e i diversi racconti conservati dalle fonti non avrebbero rispecchiato sempre una realtà storica autentica ma delle elaborazioni che di volta in volta sarebbero state create in un determinato contesto storico. *** L’indagine è stata condotta su una disamina distinta in due parti: una prima riguardante le tradizioni sulle archaiologiai eoliche ed una seconda, incentrata sull’analisi dei racconti cittadini veri e propri. Queste due sezioni sono, poi, state messe in relazione tra di loro ed hanno permesso di delineare una possibile visione d’insieme. Si è cercato di comprendere la tipologia delle tradizioni conservate dai testi relativamente a ciascuna città: esse sono risultate presentare non di rado varianti notevoli. La compresenza, non sempre rilevata, di differenti racconti nelle tradizioni di una medesima città ha portato, poi, a procedere ad una catalogazione dei singoli racconti entro una griglia specifica e distintiva che potesse rispondere ad un criterio classificatorio. Il prodotto della ricerca si è concretizzato nella redazione di una sezione dedicata ad una definizione teorica di cosa sia l’elaborazione di un racconto di una comunità (differenziandolo in stanziamento, eponimia e fondazione), di un capitolo introduttivo – nel quale si è dato spazio allo status quastionis relativo agli studi sul mondo eolico fino ai giorni nostri, ad un quadro generico del popolamento in Asia Minore (Amazzoni e Pelasgi) e più specificamente in Eolide, – e di cinque capitoli inerenti l’analisi ed il commento dei racconti sulle quattro città eoliche. È emerso che sarebbero esistiti racconti relativi alle loro origini secondo quanto segue: • Su Cuma sono stati individuati un racconto amazzonico ed uno eolico, che hanno permesso di inquadrare l’archaiologia della polis in una griglia di tradizioni ben definite, nella quale troverebbe posto anche uno momento pre-greco (pelasgico); • su Larisa il materiale è risultato incentrarsi sul subentrare del momento eolico ad uno pelasgico ma anche su una tradizione prettamente eolica; si è lasciato aperto il problema su un possibile racconto amazzonico, essendo documentato solo per via numismatica; • la polis di Neontico si inserisce entro un racconto di pre-fondazione eolica, a cui si affiancherebbe una presunta presenza pelasgica – tuttavia non attestata – ma non un racconto ‘amazzonico’; • Mirina si è distinta per una tradizione prevalentemente amazzonica – su cui si è supposta, pur nell’ipoteticità dell’argomentazione, un’elaborazione originatasi da un processo complesso, con la storicizzazione dell’epos –, e forse un’altra che mirerebbe alla ricerca dell’eponimo. La ricerca ha messo in luce che le archaiologiai cittadine delle aree considerate – a cui si aggiungono anche Lesbo e Tenedo – sono apparse fondate su tre nuclei di tradizione: Eoli, Amazzoni, Pelasgi. Tali tradizioni hanno consentito di individuare tre matrici (o tipologie) operanti nei racconti di stanziamento, eponimia e fondazione, che sono classificabili come segue: 1. racconti ‘amazzonici’, che risalirebbero – almeno in un loro nucleo originario – all’epos omerico e post-omerico, in cui però le Amazzoni compaiono sia come eponime e fondatrici di una città sia nell’ottica di uno stanziamento in massa o singolo; 2. racconti ‘pelasgici’, nei quali sono assenti casi di eponimia e fondazione e lo stanziamento dei Pelasgi sul suolo eolico si configura come una presenza pre-greca e rinvierebbe ad un’epoca del passato greco non meglio definibile; 3. racconti propriamente ‘eolici’, con i quali si può parlare di fondazioni vere e proprie, riconducibili all’azione degli Eoli, da collocare alla migrazione eolica. Eccettuando i problemi relativi all’interpretazione delle tradizioni pelasgiche – la cui questione, allo stato attuale delle ricerche, è dovuta rimanere aperta –, quelle amazzoniche ed eoliche si pongono – rientrando in una più ampia tradizione epica – su un livello di racconti e di cronologia assai diversificati, entro i quali si collocano le origini delle città dell’Eolide d’Asia: il racconto pelasgico e quello amazzonico, in particolare, metterebbero in evidenza una presenza ‘autoctona’ su territori che successivamente saranno conquistati dagli Eoli. Alle tradizioni di matrice eolica farebbe da contraltare la tradizione amazzonica, che risalirebbe ancora più indietro rispetto agli eventi di Troia (al tempo delle Amazzonomachie epiche) o presumibilmente da porre in un momento miticamente ‘altro’. Le due tipologie di racconti, in un’ottica puramente di elaborazione storiografica, rappresenterebbero per vie diverse il cosiddetto ‘mito motore’ che sarebbe alla base della formazione dei racconti cittadini e dell’identità degli Eoli.
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3

Fornai, Giulia. "Case elbane. La tradizione del moderno." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1190867.

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Abstract:
Nel 1939 i BBPR, probabilmente su incarico di Adriano Olivetti, redigono un piano di sviluppo turistico per l’Isola d’Elba, con l’intento di favorire uno sviluppo etico e adeguato per l’isola, “nel massimo rispetto delle risorse naturali”. Il progetto si inserisce in un dibattito di scala nazionale che riguarda proprio la costruzione dei litorali italiani, interessati come mai prima da una crescita rapida e spesso incontrollata delle attrezzature per la villeggiatura. L’Elba degli anni 30 è ancora terra turisticamente vergine, paesaggio incontaminato e a tratti selvaggio, abitato da vignaioli e pescatori, “schietta gente marinara”, e solo saltuariamente frequentato da qualche avventore amante del silenzio e della natura. Il piano dei BBPR non trova alcun seguito, ma, dopo la guerra, l’isola costruisce la sua piena vocazione turistica, unico volano di sviluppo economico: alberghi, lottizzazioni, piani interessano tutte le zone dell’Elba nell’arco di appena qualche decennio, cambiandone completamente il volto. Così molti protagonisti, più o meno noti, dell’architettura del dopoguerra italiano si trovano ad operare in questo luogo, mettendo qui in pratica quella particolarissima via italiana al Movimento Moderno che prende vita dal rapporto con la tradizione anonima dei luoghi. Le case di villeggiatura, realizzate o rimaste sulla carta, diventano la cellula primordiale che ri-costruisce questo paesaggio, e raccontano del proficuo legame tra una modernità misurata e le abitudini antiche di chi abita le campagne e le coste vicine e lontane. La ricerca intende dunque approfondire queste esperienze di architettura, che appaiono sì minute, limitate nel tempo e nello spazio, ma che invece sono capaci di riaffermare ancora una volta un modo di costruire e di abitare il paesaggio che, trovando origine nella tradizione minore, onesta e per certi versi necessaria, è ancora oggi valido perché modello di equilibrio e adeguatezza.
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Books on the topic "Tradizione minore"

1

Sansoni, Umberto. Il segno minore: Arte rupestre e tradizione nella Bassa Valcamonica : Pisogne e Piancamuno. Capo di Ponte (Brescia): Edizioni del Centro, 2001.

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Alberto, Marretta, and Lentini Salvatore, eds. Il segno minore: Arte rupestre e tradizione nella Bassa Valcamonica (Pisogne e Piancamuno). Capo di Ponte (Brescia): Edizioni del Centro, 2001.

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Italy) Giornata di studio sulla storiografia greca frammentaria (1st 2009 Genoa. Ingenia asiatica: Fortuna e tradizione di storici d'Asia Minore : atti della prima Giornata di studio sulla storiografia greca frammentaria : Genova, 31 maggio 2007. Tivoli (Roma): Tored, 2009.

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4

Paul, Ginsborg, and Ramella Francesco, eds. Un' Italia minore: Famiglia, istruzione e tradizioni civiche in Valdelsa. [Firenze]: Giunti, 1999.

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5

Tradizione antologica dell'epigramma greco: Le sillogi minori di età bizantina e umanistica. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2008.

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6

Varanini, Gian Maria, ed. Storiografia e identità dei centri minori italiani tra la fine del medioevo e l’Ottocento. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-482-0.

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Abstract:
Tra Cinquecento e Ottocento, le élites (laiche ed ecclesiastiche) dei tanti borghi, castelli, minori centri urbani che rendono così inconfondibile il paesaggio italiano ripensano profondamente il passato della propria “piccola patria”. L’eredità romana (ma anche preromana) e la tradizione medievale sono al centro dell’interesse; ardite “invenzioni” e manipolazioni si alternano a ricerche di solido impianto erudito. I saggi qui editi riguardano il Piemonte, la Romagna, l’Emilia, la Toscana, le Marche, l’Umbria, la Terra di Bari, la Campania. Emerge grazie ad essi un forte senso di identità, una robusta autocoscienza; e in definitiva la vitalità di quel tessuto connettivo di insediamenti, che costituisce un “carattere originale” rilevante nella vicenda storica italiana dal medioevo ad oggi.
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7

Angeli, Bernardini Paola, ed. L' epos minore, le tradizioni locali e la poesia arcaica: Atti dell'incontro di studio, Urbino, 7 giugno 2005. Pisa: Fabrizio Serra, 2007.

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8

Vincenzo, La Rosa, ed. Krētēs Minōidos: Tradizione e identità minoica tra produzione artigianale, pratiche cerimoniali e memoria del passato : studi offerti a Vincenzo La Rosa per il suo 70o compleanno. [Catania, Italy]: Centro di archeologia cretese, 2011.

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9

Lolli, Alessandro. L'amministrazione attraverso strumenti economici. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg240.

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Abstract:
L’amministrazione nell’esercizio di funzioni pubbliche ricerca efficienza e risparmi non solo riorganizzando la propria azione, ovvero esternalizzando tali funzioni, e cioè sostituendo un soggetto privato a se stessa per parti limitate dell’azione amministrativa, la quale ultima spesso resta comunque oggettivamente disciplinata dal diritto amministrativo. Più di recente, l’amministrazione persegue obiettivi di risparmio ed efficienza attraverso i privati anche valorizzando in modo più sistematico e ampio strumenti propri della vita economica e dei mercati per il perseguimento di interessi pubblici, in sostituzione (parziale) degli strumenti amministrativi tradizionali. Anziché esternalizzare funzioni pubbliche, si internalizzano in tal modo interessi pubblici (e i costi relativi) nell’ambito dell’attività privata e degli strumenti diffusi sul mercato. Tali strumenti sono conformati comunque dal diritto amministrativo e dall’intervento dell’amministrazione, per garantirne la funzionalità rispetto agli interessi pubblici, ma non fino al punto da snaturarne le caratteristiche economiche e di mercato e la relativa disciplina, in parte significativa privatistica. Essi trovano equilibri compatibili con l’interesse pubblico in modo più veloce, più flessibile, più informato e soprattutto – come dimostrano le analisi economiche – con costi significativamente minori per l’amministrazione rispetto a strumenti di tipo tradizionale. Si tratta di strumenti come lo scambio di titoli nei mercati artificiali (per ridurre l’inquinamento, fissando valori complessivi ammessi di emissioni e dei titoli corrispondenti), il rilascio di brand ambientali utili anche in una logica di vendita dei prodotti che ottengono tali brand (per riqualificare ambientalmente i processi produttivi), la stipulazione di accordi unilaterali da parte delle imprese, in una logica economica di miglioramento dell’immagine dell’impresa per ottenere più credibilità sia con i consumatori che con l’amministrazione, evitando così talora un’etero-regolamentazione amministrativa (per riqualificare l’attività delle imprese attraverso un coinvolgimento propositivo delle medesime). Alessandro Lolli è straordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Bologna. Ha svolto attività di ricerca, tra l’altro, con riferimento alla delimitazione della categoria degli atti amministrativi e all’ambito di applicazione della disciplina prevista per tale categoria; con riferimento ai limiti soggettivi del giudicato amministrativo; con riferimento a ulteriori tematiche di diritto amministrativo generale e di diritto dell’economia.
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Book chapters on the topic "Tradizione minore"

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Bramanti, Andrea. "I comici Latini minores nella tradizione grammaticale: forme e funzioni della sopravvivenza frammentaria di Nevio, Cecilio Stazio e Turpilio." In Sub palliolo sordido, 385–456. Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht, 2021. http://dx.doi.org/10.13109/9783949189234.385.

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Conference papers on the topic "Tradizione minore"

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Pultrone, Gabriella. "Turismo e centri urbani minori: possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Abstract:
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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