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Dissertations / Theses on the topic 'Torella'

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1

Cancelliere, Maria Pina. "Lo Stato feudale dei Caracciolo di Torella. Poteri, istituzioni e rapporti economico-sociali nel Mezzogiorno moderno." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/260.

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Abstract:
2009 - 2010
La necessità di un ritorno ad un serio studio filologico del materiale che il passato ci ha lasciato, in una prospettiva che allontani lo spettro delle facili interpretazioni sistematiche all'interno di intelaiature filosofiche forzate, sembra riportare alla luce uno dei nodi problematici più complessi ma, nel medesimo tempo, più dibattuti dell'indagine storiografica, quello della necessità di "ricollocare lo studio dei processi di formazione dell ‘identità nobiliare all'interno della costruzione dei sistemi di potere su scale differenti: locale, nazionale, sovranazionale. La presente ricerca ha trovato le sue radici nella ricostruzione storica per una contestualizzazione più ampia del periodo attinente alle fonti rinvenute, dando la preminenza ai settori poco indagati della storia degli stati feudali nell'età moderna, occupandosi di dare spazio alla dimensione territoriale del feudo anche in relazione ai meccanismi amministrativi del suo governo e alla prassi giudiziaria praticata nel corso di tre secoli, non dimenticando di offrire una riproduzione del territorio occupato, dei suoi caratteri, della vocazione produttiva, delle risorse presenti, con la tecnologia del GIS, per un'interessante geoiconografia dei luoghi, secondo le indicazioni di Giovanni Brancaccio. Attenzione particolare è stata posta alle modalità di conservazione e potenziamento del prestigio della famiglia Caracciolo nel corso di quasi tre secoli, a partire dal '600, facendo riferimento ai tre potenti strumenti d'integrazione dinastica adottati dalla monarchia spagnola per legare a sé i potenti lignaggi nel Regno di Napoli durante il Seicento: il controllo delle unioni matrimoniali fra le ereditiere dei grandi stati feudali, le ricompense significative per i nobili mobilitati sui fronti di guerra e, in ultimo, l'esercizio del patronage con la distribuzione di risorse materiali ma, soprattutto, simboliche, poiché nel Mezzogiorno della rifeudalizzazione notevole disponibilità di denaro e di onori era sempre presente. L'analisi di relevi, apprezzi e rendite del fondo archivistico ha chiarito le modalità di gestione delle risorse territoriali, disegnando l'evoluzione delle rendite in seno a ciascun feudo, favorendo una ricostruzione delle vicende che hanno permesso ai principi di Torella di acquisire titoli e signoria, di caratterizzare il rapporto fra feudatario e vassalli, di esaminare i rapporti fra i membri della famiglia e la corona ed, infine, di valutare il tipo di spese e le strategie per mantenere solida la ricchezza durante il secolo delle rivendicazioni rivoluzionarie. L'indagine non si limita ad una storia dei Caracciolo principi di Torella, né era tale l'intento della ricerca, ma analizza aspetti e problemi legati alle modalità di acquisto dei feudi, di conservazione del patrimonio nel corso di più di tre secoli, di ricerca del consenso presso la comunità su cui si esplicava la signoria e di mantenimento dell’identità nobiliare consona ad una famiglia di tale rango nel viceregno spagnolo. L'attenzione ancora viva su aspetti economico-sociali tracciati da tempo e sull'importanza di distinguere fra i feudi camerali lombardi ed i feudi tradizionali del Regno meridionale, i rapporti di collisione e di collusione fra Stato moderno e baroni, regi officiales del Regno, e l'impossibilità di applicare a lutti i lignaggi la formula di Labrot dei "baroni in città", per rappresentare lo spostamento in massa della nobiltà verso Napoli, sono gli ultimissimi risultati delle ricerche storiche, che rendono ancora necessaria l'attenzione sul feudalesimo, ben lontano dalla risoluzione nella semplicistica formula crociana della nobiltà meridionale atta unicamente ad ostentare vani e pomposi titoli... [a cura dell'Autore]
IX n.s.
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2

Szendröi, Balázs. "Calabi-Yau threefolds and the Torelli problem." Thesis, University of Cambridge, 1999. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.624530.

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3

MONTORFANI, PIETRO. "Le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/285.

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Abstract:
La presente ricerca rappresenta la prima monografia complessiva sul teatro di Pomponio Torelli, conte di Montechiarugolo, con una lettura esaustiva delle cinque tragedie “Merope”, “Tancredi”, “Galatea”, “Vittoria” e “Polidoro”. Ampio spazio è dato alle fonti letterarie utilizzate, che danno ragione della vasta cultura del torelli (da Euripide a Dante, dal Tasso al Castiglione).
The goal of this dissertation is an introduction to Torelli's five tragedies (Merope, Tancredi, Galatea, Vittoria e Polidoro) and to his complex culture, engrained with ancient authors (Ovid, Euripides Vergil) and modern (Dante, Boccaccio, Tasso, Castiglione) .
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MONTORFANI, PIETRO. "Le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/285.

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Abstract:
La presente ricerca rappresenta la prima monografia complessiva sul teatro di Pomponio Torelli, conte di Montechiarugolo, con una lettura esaustiva delle cinque tragedie “Merope”, “Tancredi”, “Galatea”, “Vittoria” e “Polidoro”. Ampio spazio è dato alle fonti letterarie utilizzate, che danno ragione della vasta cultura del torelli (da Euripide a Dante, dal Tasso al Castiglione).
The goal of this dissertation is an introduction to Torelli's five tragedies (Merope, Tancredi, Galatea, Vittoria e Polidoro) and to his complex culture, engrained with ancient authors (Ovid, Euripides Vergil) and modern (Dante, Boccaccio, Tasso, Castiglione) .
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Calcut, Jack Samuel. "Torelli actions and smooth structures on 4-manifolds." College Park, Md. : University of Maryland, 2004. http://hdl.handle.net/1903/1396.

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Abstract:
Thesis (Ph. D.) -- University of Maryland, College Park, 2004
Thesis research directed by: Mathematics. Title from t.p. of PDF. Includes bibliographical references. Published by UMI Dissertation Services, Ann Arbor, Mich. Also available in paper.
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Stylianakis, Charalampos. "Braid groups, mapping class groups, and Torelli groups." Thesis, University of Glasgow, 2016. http://theses.gla.ac.uk/7466/.

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Abstract:
This thesis discusses subgroups of mapping class groups of particular surfaces. First, we study the Torelli group, that is, the subgroup of the mapping class group that acts trivially on the first homology. We investigate generators of the Torelli group, and we give an algorithm that factorizes elements of the Torelli group into products of particular generators. Furthermore, we investigate normal closures of powers of standard generators of the mapping class group of a punctured sphere. By using the Jones representation, we prove that in most cases these normal closures have infinite index in the mapping class group. We prove a similar result for the hyperelliptic mapping class group, that is, the group that consists of mapping classes that commute with a fixed hyperelliptic involution. As a corollary, we recover an older theorem of Coxeter (with 2 exceptional cases), which states that the normal closure of the m-th power of standard generators of the braid group has infinite index in the braid group. Finally, we study finite index subgroups of braid groups, namely, congruence subgroups of braid groups. We discuss presentations of these groups and we provide a topological interpretation of their generating sets.
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Mohajernaser, Abolfazl [Verfasser]. "Shimura subvarieties and the Torelli locus / Abolfazl Mohajernaser." Mainz : Universitätsbibliothek Mainz, 2014. http://d-nb.info/1047736004/34.

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8

Zanon, Stefania. "LO SPETTACOLO DI GIACOMO TORELLI AL TEATRO NOVISSIMO." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426980.

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Abstract:
THE SHOW OF GIACOMO TORELLI AT THE TEATRO NOVISSIMO This Dissertation aims to analysing four performances, with the stage design by Giacomo Torelli, at the Teatro Novissimo in Venice between 1641 and 1644. After a brief introduction meant to contextualize the theme, the attention has been focused on the primary sources describing the four mises en scène here analysed, demonstrating the credibility of such sources as regards the descriptions of the concrete performance they deal with. The operas staging examined are: La Finta Pazza, which opened at the Novissimo in 1641, with libretto by the academician Giulio Strozzi, Il Bellerofonte in 1642, written by Incognito Vincenzo Nolfi, La Venere Gelosa staged in 1643, with a libretto by Cavaliere Niccolò Enea Bartolini, and la Deidamia in 1644, whose libretto was composed by the member of the Accademia Scipione Herrico. The outline of every staging, which introduces every chapter, furnishes information on the number of stage setting, the characters, the name of some actors playing the opera, and, furthermore, offers indications regarding the people who collaborate to realize the setting and the drawings that guarantee a record of the stage. The Dissertation is mainly focused on the visual aspect of the four stagings, that is to say stage settings (every single décor is analysed in depths thanks to the engravings that visually translate the descriptions of the apparatus contained in the sources), stage machinery, costumes, but also, lights, singers’ actions and music. The Dissertation first analyses every stages components of the four operas, taken singularly, then it newly reconstruct the complex mise en scène, according to a significant interpretation, connecting the different spectacular components between themselves. We have found some main themes recurring in all stagings: from the praise of Venice to the despise of Rome, from the regret of the classic age, which is seen like the Golden Age, and from which the Serenissima Society has risen, to the Christian religion. The last chapter, finally, is devoted the hypothesis about Giacomo Torelli being the staging mind behind these performances. The analysis of Venetian shows suggests the possibility of a staging conceived according to a unitary vision: Torelli’s. The artist, in fact, not only creates stage settings and stage machineries, but also draws costumes and, partly decides on the actors’ actions; Torelli care of the lights, so that the scenic components follow one ordering principle and the same style. His overall work is, in that way, the harmonic fusion of factors, which are linked by the same meaning.
LO SPETTACOLO DI GIACOMO TORELLI AL TEATRO NOVISSIMO La tesi ha come obiettivo l’analisi di quattro spettacoli dati al Teatro Novissimo di Venezia con le scenografie di Giacomo Torelli tra il 1641 e il 1644. Dopo una breve introduzione intesa a contestualizzare il tema, l’attenzione si è riversata sulle fonti di prima mano che descrivono le quattro messinscene oggetto d’esame, e se ne è dimostrata la credibilità relativamente alla descrizione delle concrete rappresentazioni che esse tratteggiano. Gli allestimenti indagati sono: La Finta Pazza con cui si inaugura il Novissimo nel 1641 e il cui libretto è opera dell’accademico Giulio Strozzi, Il Bellerofonte del 1642, scritto dall’Incognito Vincenzo Nolfi, La Venere Gelosa allestito nel 1643, i cui versi sono del Cavaliere Niccolò Enea Bartolini, e La Deidamia del 1644 le cui parole sono ideate dal membro dell’accademia Scipione Herrico. La scheda delle singole rappresentazioni, con la quale è introdotto ogni capitolo, permette di conoscere il numero delle scenografie, i personaggi e i nomi di alcuni degli attori che recitano nel melodramma, ed offre inoltre indicazioni riguardo alle figure che collaborano alla realizzazione della messinscena e delle stampe che garantiscono la memoria dell’allestimento. L’attenzione della tesi si è riversata prevalentemente sull’aspetto visivo delle quattro scritture sceniche, ossia sul loro assetto scenografico (ogni singolo décor è analizzato nel dettaglio in primo luogo grazie alle incisioni che traducono visivamente le descrizioni degli apparati contenute nelle fonti), macchinistico e costumistico, ma anche, per quanto possibile, sulle luci, sulle azioni dei cantanti e sulla musica. La tesi prima analizza ogni coefficiente spettacolare dei quattro melodrammi preso singolarmente, e poi ne ricostruisce la complessiva messinscena secondo una lettura interpretativa, mettendo in relazione tra loro le diverse componenti. Si sono rintracciati, così, alcuni fili conduttori che ricorrono in ogni lavoro: dall’elogio di Venezia, al disprezzo per Roma, dal rimpianto della classicità vista come età dell’oro e da cui deriva la società della Serenissima, alla religione cristiana. L’ultimo capitolo, infine, è dedicato all’ipotesi di Giacomo Torelli come allestitore. Lo studio delle rappresentazioni veneziane fa pensare a messinscene concepite secondo una visione unitaria: quella di Torelli, appunto. L’artista, infatti, non solo inventa le scenografie e le macchine, ma disegna i costumi, stabilisce, almeno in parte, le azioni degli attori, si occupa delle luci, sicché i vari coefficienti di uno spettacolo rispondono ad un unico principio ordinatore e ad un medesimo stile, il lavoro complessivo risultando, così, la combinazione armoniosa di fattori legati da un significato comune.
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Liebsch, Thomas. "Stefano Torelli, Hofmaler in Dresden sein Werk in Sachsen, Bayreuth, Lübeck und Sankt Petersburg." Berlin dissertation.de, 2005. http://deposit.d-nb.de/cgi-bin/dokserv?id=2926449&prov=M&dok_var=1&dok_ext=htm.

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Liebsch, Thomas. "Stefano Torelli, Hofmaler in Dresden : sein Werk in Sachsen, Bayreuth, Lübeck und Sankt Petersburg /." Berlin : dissertation.de, 2007. http://deposit.d-nb.de/cgi-bin/dokserv?id=2926449&prov=M&dokv̲ar=1&doke̲xt=htm.

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11

Patzt, Peter [Verfasser]. "Representation stability for filtrations of Torelli groups / Peter Patzt." Berlin : Freie Universität Berlin, 2017. http://d-nb.info/113107601X/34.

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Voisin, Claire. "Théorème de Torelli pour les cubiques de Ip⁵ (C)." Paris 11, 1986. http://www.theses.fr/1986PA112035.

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Abstract:
On propose une solution au problème de Torelli pour les cubiques de dimension quatre : la démarche comporte trois étapes : on étudie le problème de Torelli pour les cubiques contenant un plan ; ce sont des fibres en quadriques, et leur structure de Hodge se déduit de celle d'une surface K, pour laquelle le théorème de Torelli est connu, modulo la donnée d'une « classe d'extension ». On prouve que si la structure de Hodge d'une cubique possède une classe entière de type(2,2) satisfaisant les conditions numériques de la classe d'un plan, la cubique contient un plan via l'application d'Abel-Jacobi, le problème est ramené à l'effectivité d'un diviseur sur la variété des droites de la cubique. On conclut en prouvant que l'application des périodes globale est non-ramifiée, et en utilisant l'amplitude de l'hypersurface des cubiques contenant un plan ; enfin, le théorème de Torelli infinitésimal entraine que "Torelli générique" équivaut à "Torelli global".
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Bloß, Patrick Alexander [Verfasser]. "The Infinitesimal Torelli Theorem for Irregular Varieties / Patrick Alexander Bloß." Hannover : Gottfried Wilhelm Leibniz Universität, 2021. http://d-nb.info/1232405256/34.

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SPELTA, IRENE. "On Shimura Subvarieties of the Torelli Locus and Ramified Prym Maps." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2020. http://hdl.handle.net/11571/1367134.

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Abstract:
The purpose of the thesis is two-fold: to investigate the existence of totally geodesic subvarieties of the moduli space of principally polarized abelian varieties, Ag, contained in the Jacobian locus and to study the geometry of certain positive dimensional fibres of some ramified Prym maps. Totally geodesic subvarieties constitute a useful tool to study the extrinsic geometry of the Jacobian locus inside Ag and they are involved in the rather famous Coleman-Oort conjecture. Furthermore, they motivate our interest in Prym maps. Indeed it turns out that certain positive dimensional fibres represent a good place to look for totally geodesic subvarieties.
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Laszlo, Yves. "Théorème de Torelli pour les intersections complètes de trois quadriques de dimension paire." Paris 11, 1988. http://www.theses.fr/1988PA112366.

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Abstract:
Dans ce travail, nous étudions la structure de Hodge des fibrés en quadriques X de dimension paire au-dessus du plan projectif. On associe à X une surface S: le revêtement double de P² ramifié au-dessus de la courbe discriminante C paramétrisant les fibres singulières de X. On montre que la cohomologie primitive de S est extension de F₂ par la cohomologie primitive de X; les morphismes définissant cette extension sont des morphismes de structures de Hodge. On calcule également la classe d'extension correspondante. Celle-ci fournit une theta-carctéristiques sur C. D'autre part, on associe de manière géométrique une autre theta-carctéristiques sur C qui détermine X dans de nombreux cas. On bute ici sur deux problèmes: les deux theta-carctéristiques sont-elles égales ? la courbe discriminante est-elle générique ? La réponse est affirmative dans deux cas complètement analogues, à savoir le cas des fibrés en quadriques obtenus à partir des intersections de trois quadriques de dimension paire et des hypersurfaces cubiques de P2m+3 contenant un 2m-plan. Ceci nous permet de d'appliquer le théorème de Torelli générique de Donagi pour les plans doubles et de conclure que le théorème de Torelli est vrai pour ces deux classes de variétés
Ln this work, we study the Hodge structure of even-dimensional quadric bundles X over the projective plane. We associate to X a surface S: the double cover of P² ramified over the discriminant curve C parametrising the singular fibers of X. We prove that the primitive cohomology of S is an extension of F₂ by the primitive cohomology of X; the morphisms involving in this extension are morphims of Hodge structures. We also calculate the extension class. This extension class gives a theta-characteristic of C. Ln another way, more geometrically, we associate another theta-characteristic of C, which determine X in many cases. Here appear two problems: is the discriminant curve generic? are the two theta-characteristic equal ? The answer is yes in two completely analogous cases: the cases of the quadric bundles obtained from intersection of three quadrics of even dimension and from the cubic hypersurface in P2m+3 containing a 2m-linear space. This allows us to applicate the generic Torelli theorem for the double-plane of Donagi and we conclude that the Torelli theorem is true for these two classes of varieties
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TAMBORINI, CAROLINA. "On totally geodesic subvarieties in the Torelli locus and their uniformizing symmetric spaces." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/371476.

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Abstract:
Oggetto di questa tesi sono le sottovarietà totalmente geodetiche dello spazio dei moduli A_g di varietà abeliane principalmente polarizzate e la loro relazione con il luogo di Torelli. Questo è definito come la chiusura in A_g dell'immagine dello spazio dei moduli M_g di curve algebriche complesse lisce di genere g tramite la mappa di Torelli j: M_g-->A_g. Lo spazio dei moduli A_g è un quoziente dello spazio di Siegel, che è uno spazio simmetrico. Una sottovarietà algebrica di A_g è totalmente geodetica se è l'immagine, tramite la naturale mappa di proiezione, di una qualche sottovarietà totalmente geodetica dello spazio di Siegel. Ci si aspetta che j(M_g) contenga poche sottovarietà totalmente geodetiche di A_g. Questo è anche in accordo con la congettura di Coleman-Oort. La geometria differenziale degli spazi simmetrici si può descrivere attraverso la teoria di gruppi e algebre di Lie. In particolare, le sottovarietà totalmente geodetiche di spazi simmetrici possono essere caratterizzate in termini di algebre di Lie. Queste considerazioni sono alla base della trattazione svolta in questa tesi, in cui utilizziamo alcuni strumenti della teoria di Lie per indagare alcuni aspetti geometrici dell'inclusione di j(M_g) in A_g. I principali risultati presentati sono i seguenti. Nel Capitolo 2, consideriamo il pull-back dell'operazione di Lie-bracket sullo spazio tangente ad A_g tramite la mappa di Torelli e lo caratterizziamo in termini della geometria della curva. Per farlo usiamo il nucleo di Bergman associato alla curva. Inoltre, colleghiamo il nucleo di Bergman alla seconda forma fondamentale della mappa Torelli. Nel Capitolo 3, determiniamo quale spazio simmetrico uniforma ciascuno dei controesempi noti alla congettura di Coleman-Oort attraverso il calcolo della decomposizione dell'algebra di Lie associata. Questi esempi noti erano stati ottenuti studiando famiglie di rivestimenti di Galois. Nel capitolo 4 ci concentriamo sullo studio di queste famiglie e descriviamo una nuova costruzione topologica di famiglie di G-rivestimenti di P^1.
This thesis deals with totally geodesic subvarieties of the moduli space A_g of principally polarized abelian varieties and their relation with the Torelli locus. This is the closure in A_g of the image of the moduli space M_g of smooth, complex algebraic curves of genus g via the Torelli map j: M_g-->A_g. The moduli space A_g is a quotient of the Siegel space, which is a Riemannian symmetric space. An algebraic subvariety of A_g is totally geodesic if it is the image, under the natural projection map, of some totally geodesic submanifold of the Siegel space. Geometric considerations lead to the expectation that j(M_g) should contain very few totally geodesic subvarieties of A_g. This expectation also agrees with the Coleman-Oort conjecture. The differential geometry of symmetric spaces is described through Lie theory. In particular, totally geodesic submanifolds can be characterized via Lie algebras. This motivates the discussion carried out in this thesis, in which we use some Lie-theoretic tools to investigate geometric aspects of the inclusion of j(M_g) in A_g. The main results presented are the following. In Chapter 2, we consider the pull-back of the Lie bracket operation on the tangent space of A_g via the Torelli map, and we characterize it in terms of the geometry of the curve. We use the Bergman kernel form associated with the curve. Also, we link the Bergman kernel form to the second fundamental form of the Torelli map. In Chapter 3, we determine which symmetric space uniformizes each of the known counterexamples to the Coleman-Oort conjecture via the computation of the associated Lie algebra decomposition. These known examples were obtained studying families of Galois coverings of curves. Chapter 4 focuses on these families for their own sake, and we describe a new topological construction of families of G-coverings of the line.
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Gauß, Falko [Verfasser], and Claus [Akademischer Betreuer] Hertling. "Period maps and Torelli results for marked hypersurface singularities / Falko Gauß ; Betreuer: Claus Hertling." Mannheim : Universitätsbibliothek Mannheim, 2018. http://d-nb.info/1167683250/34.

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Tilouine, Jacques. "Autour de la conjoncture principale anticyclotomiqueLe théorème de Donagi : Torelli générique pour les hypersurfaces." Paris 11, 1989. http://www.theses.fr/1989PA112030.

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Abstract:
Soit K un corps quadratique imaginaire dans lequel le nombre premier p se décompose en deux facteurs p et p̄. Au couple (K,p), Katz et Yager ont su associer une fonction L p-adique interpolant des valeurs spéciales de fonctions L de caractères de Hecke de K. D'autre part, Coates et Greenberg ont formula la conjecture principale dà deux variables, reliant cettre fonction L p-adique à la série caractéristique du module d'iwasawa non ramifié hors de p. Dans cette thèse, nous démontrons (pour "la moitié" des caractères diédraux) que cette conjoncture spécialisée à la variable anticyclotomique est vraie. Notre méthode est assez indirecte et fait usage de la théorie du module de congruences des formes Δ-adiques ordinaires développée par H. Hida. Nous montrons d'abord la divisibilité de la série caractéristique du module d'iwasawa par la série caractéristique du module de congruences, en construisant une représentation galoisienne Δ-adique sur un sous-quotient de la cohomologie Δ-adique de la "courbe modulaire de niveau Np∞¹¹. Nous montons ensuite la divisibilité de la série caractéristique du module de congruences par la fonction. L p-adique spécialisée à la variable anticyclotomique. Pour cela, nous utilisons l'existence d'une mesure p-adique à trois variables dont les moments sont donnés par les valeurs spéciales de la fonction L p-adique du produit tensoriel de deux formes modulaires
Let K be an imaginary quadratic field in which the rational prime p splits in two factors, say p and p̄. To the pair (K,p), Katz and Yager were able to associate a p-adic L function with two variables. Coates and Greenberg formulated the so-called main conjecture asserting the equality of this p-adic L fuction with the characteristic power series of the unramified outside p Iwasawa module. In this thesis, we prove (for "half" of the diedral charcters) that this conjecture, specialised to the antyciclotomic variable is true. Our proof is rather heavy because of its extensive use of the theory of congruence module of Δ-adic ordinary forms built by H. Hida. However, it may be well suited for the generalisations to CM-fields
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Bauer, Lisa [Verfasser], and Bernd [Akademischer Betreuer] Siebert. "Torelli theorems for rational elliptic surfaces and their toric degenerations / Lisa Bauer ; Betreuer: Bernd Siebert." Hamburg : Staats- und Universitätsbibliothek Hamburg, 2018. http://d-nb.info/1158899904/34.

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Bauer, Lisa Verfasser], and Bernd [Akademischer Betreuer] [Siebert. "Torelli theorems for rational elliptic surfaces and their toric degenerations / Lisa Bauer ; Betreuer: Bernd Siebert." Hamburg : Staats- und Universitätsbibliothek Hamburg, 2018. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:gbv:18-90996.

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Ivinskis, Ke̜stutis. "Torellisätze für zyklische Überlagerungen /." Bonn : [Math.-Naturwiss. Fak. der Rheinischen Friedrich-Wilhelms-Univ.], 1991. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=003506003&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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Pavanello, Agnese. "Il concerto grosso romano : questioni di genere e nuove prospettive storiografiche /." Turnhout : Brepols, 2006. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb410782565.

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Mérindol, Jean-Yves. "Singularités, périodes des structures de Hodge mixtes et géométrie." Paris 11, 1985. http://www.theses.fr/1985PA112097.

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Abstract:
On démontre ici un théorème de Torelli pour certaines variétés affines lisses U : la structure de Hodge mixte polarisée sur H*(U) détermine U. C’est le cas si par exemple U est une surface cubique affine ou une intersection de deux quadriques. L’étude du morphisme des périodes de ces SMH permet d’obtenir des renseignements sur les déformations du cône sur U/U. On obtient ensuite une interprétation géométrique de la polarisation de la SHM en utilisant la théorie des systèmes de racines et le diviseur thêta
We prove here a Torelli theorem for some affine varieties U: the polarized mixed Hodge structure on H*(U) determines u. For example it is true for an affine cubic surface or an intersection of two quadrics. The study of the period map of the MHS gives some results on the deformations of the cone over U/U. Then we can obtain a geometric interpretation of the polarization of the MHS by the mean of the theory of roots systems and theta divisor
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André, José Carlos Mendes. "Elementos para uma leitura da obra de Aparício Torelly, o Barão de Itararé: humor, projeto & design gráfico." Universidade de São Paulo, 2004. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16131/tde-06052010-113840/.

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Abstract:
Esta dissertação é uma monografia sobre a obra do humorista Aparício Torelly, o Barão de Itararé. A idéia principal foi levantar um escopo de elementos analíticos: históricos, documentais, metodológicos e teóricos, necessários à formulação de hipóteses futuras. A dissertação foi concebida em três partes distintas. A primeira é dedicada aos antecedentes: aspectos da História do Brasil relevantes para o tema; sumário biográfico de autor e obra; levantamentos, inventário e comentário das fontes de pesquisa, e futuros desdobramentos. A segunda parte é dedicada às questões metodológicas e aponta para discussões: da Filosofia da Ciência e da Epistemologia; sobre as contribuições da nova historiografia relacionadas aos aspectos formais do discurso das artes visuais e, por último, sobre o debate a respeito do Humor . A terceira parte é dedicada à questão do processo criativo e produtivo nas Artes Gráficas vis-a-vis o resumo da história destas artes; apresentação de novos dados inéditos coletados a partir da pesquisa de campo; e descrição e comentário analítico sobre os elementos formais do discurso da obra estudada.
This essay is a monograph about the work of the humorist Aparício Torelly, nicknamed Barão de Itararé. The main idea was to report a set of analytical elements: historical, documental, methodological and theoretical, essentials to formulate future hypothesis. The essay was conceived in three different parts. The first one is dedicated to the antecedents: aspects of Brazilian History important to the theme; biographic and work briefing; searches, inventory and comments on the research sources and future unfolding. The second part is dedicated to the methodological questions and point to discussions about: Philosophy of Science and Epistemology; the contribution of the new history related to the structural aspects of the visual arts speech and, at last, the discussion on humour. The third part is dedicated to the question of creative and productive process in Graphic Arts, presentation of unpublished new data collected from the field research; and description and analytical comments about the structural speech elements of the studied work.
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Torelli, Valentina [Verfasser], and Michael [Gutachter] Schmidt. "Scale dissonances between local and world heritage : the rural landscape of the Palladian villa / Valentina Torelli ; Gutachter: Michael Schmidt." Cottbus : BTU Cottbus - Senftenberg, 2021. http://d-nb.info/1240764251/34.

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Laszlo, Yves. "Un Théorème de Torelli générique pour les intersections complètes lisses de trois quadriques dans un espace projectif de dimension impaire." Grenoble 2 : ANRT, 1988. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37615032d.

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Jacobus, Rodrigo Maciel. "Um nobre bufão no reino da grande imprensa : a construção do personagem Barão de Itararé na paródia jornalística do semanário A Manha (1926-1935)." reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2010. http://hdl.handle.net/10183/24327.

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Abstract:
A presente dissertação problematiza a construção do personagem Barão de Itararé, criado pelo jornalista Apparício Torelly (1895-1971), ou simplesmente Apporelly, em meio à paródia à grande imprensa que caracterizou o seu semanário humorístico A Manha (1926-1959). O período selecionado para proceder este estudo compreende a gênese do personagem, entre o surgimento do A Manha em maio de 1926 no Rio de Janeiro e a prisão do jornalista pela repressão do governo Getúlio Vargas em dezembro de 1935, quando encerra-se um ciclo da publicação. O Barão de Itararé popularizou-se como uma espécie de projeção de Apporelly nas páginas do periódico e, por intermédio deste personagem, o jornalista desenvolveu uma contundente sátira às elites brasileiras. O objeto de estudo aglutina estas três perspectivas, o homem, o seu jornal e o personagem que o representa, por indissociáveis que são, em torno dos quais se desenvolve a análise. Trata-se de uma pesquisa histórico-documental com caráter exploratório e descritivo, que procura situar este objeto no seu tempo e espaço, considerando-se não apenas o período do recorte proposto, mas também os antecedentes intrínsecos às relações sócio-culturais da sociedade de então. No mesmo sentido, busca-se identificar o papel da imprensa neste período, bem como o jornalismo praticado pela mesma e os traços do humor paródico intrínseco à obra de Apparício Torelly. Compreende-se, nestes aspectos, a base teórica para identificar a relação entre o objeto e a grande imprensa da época. Estes pressupostos reunidos são confrontados junto à análise do corpus, formado por 20 matérias selecionadas ao longo da trajetória do personagem no intervalo estipulado, calcando-se na teoria do personagem e na narratologia enquanto ferramental polarizador dos âmbitos teórico e metodológico propostos. A pesquisa apontou que, ao longo destes dez anos, A Manha realmente fundou-se em uma categórica paródia à grande imprensa da época, apropriando-se dos mais variados aspectos desta para conformar as bases da sua sátira. Igualmente, o personagem inserido neste âmbito é construído como uma representação dos setores sociais hegemônicos de então, cuja participação nos principais momentos históricos e aproximação com a imprensa da época, revelavam as relações de poder intrínsecas à participação destes agentes sociais nos eventos que orientavam os rumos do país. Neste sentido, este personagem inicia sua carreira como proprietário de um grande jornal, o nosso querido diretor, transformando-se no militar que comanda a Revolução de 1930, o marechal-almirante, para, então, tornar-se herói de uma batalha que não ocorreu, o Barão de Itararé, estendendo sua paródia satírica às mais diversas representações das oligarquias nacionais. A sátira do Barão, por sua vez, será ainda mais amplificada com as condecorações subseqüentes, que o elevariam a Duque, Grão-Duque e Imperador. Trata-se de um percurso linear, no qual as características progressivamente vão somando-se umas às outras, em uma construção hiperbólica do mesmo personagem. De modo complementar, inferiu-se que este personagem metaforicamente representava uma fantasia que o homem Apporelly vestia nas páginas d’A Manha, através do qual se transfigurava em uma espécie de bufão-mor da cena política brasileira.
This thesis searches the character Baron of Itararé’s construction by journalist Apparício Torelly (1895-1971), or simply Apporelly, amid the parody to the great press that characterized his humorous weekly publication A Manha (1926-1959). The period selected for this thesis to developing understand the character's genesis, among the appearance of A Manha in May of 1926 in Rio de Janeiro and the journalist's prison by Getúlio Vargas government's repression in December of 1935, when he closes up a cycle of the publication. The Baron of Itararé became popular as a type of projection of Apporelly in the pages of the newspaper and, through this character, the journalist developed a fierce satire to the Brazilian elites. The study object, then, agglutinates these three perspectives, the man, his newspaper and the character that represents him, impossible to dissociate, around which grows the analysis. It is treated of a historical-documental research with exploratory and descriptive character, which tries to place this object in its time and space, not just considering the period of the proposed cutting, but also the intrinsic antecedents to the partner-cultural relationships of the society of this epoch. In the same sense, it tries to identify the paper of the press in this period, as well as the journalism practiced and the lines of the parodic humor intrinsic to Apparício Torelly's work. It is understood, in these aspects, the theoretical base to identify the relationship between the object and the great press of the time. These gathered presuppositions are confronted to the analysis of the corpus close to, formed by 20 matters selected along the character's path in the stipulated interval, being stepped on in the character's theory and in the narratology while polarizer tools in theoretical and methodological extents proposed. The research showed that, along these ten years, A Manha was really founded in a categorical parody to the great press of the time, appropriating most varied aspects of this to conform the bases of its satire. Equally, the character inserted in this extent is built as a representation of the hegemonic social sections of this period, whose participation in the main historical moments and approach with the press of the time, revealed the intrinsic relationships of power to these social agents' participation in the events that guided the ways of the country. In this sense, this character begins his career as owner of a great newspaper, our dear director, becoming the military that commands the Revolution of 1930, the marshal-admiral, for, then, to turn hero of a battle that didn't happen, the Baron of Itararé, extending his satirical parody to the most several representations of the national oligarchies. The Baron's satire, for its time, will still be more amplified with the subsequent decorations, which would elevate him to Duke, Grain-duke and Emperor. It is a lineal course, in which the characteristics progressively are going being added each other, in a hyperbolic construction of the same character. As a complement, it was inferred that this character metaphorically represented a fantasy that the man Apporelly dressed in the pages of A Manha, through which he was transfigured in a type of biggest buffoon of the Brazilian political scene.
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Lindell, Erik. "Stable phenomena for some automorphism groups in topology." Licentiate thesis, Stockholms universitet, Matematiska institutionen, 2021. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:su:diva-193355.

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Abstract:
This licentiate thesis consists of two papers about topics related to representation stability for different automorphisms groups of topological spaces and manifolds. In Paper I, we study the rational homology groups of \textit{Torelli groups} of smooth, compact and orientable surfaces. The Torelli group of a smooth surface is the group of isotopy classes of orientation preserving diffeomorphisms that act trivially on the first homology group of the surface. In the paper, we study a certain class of stable homology classes, i.e. classes that exist for sufficiently large genus, and explicitly describe the image of these classes under a higher degree version of the \textit{Johnson homomorphism}, as a representation of the symplectic group. This gives a lower bound on the dimension of the stable homology of the group, as well as providing some further evidence that these homology groups satisfy representation stability for symplectic groups, in the sense of Church and Farb. In Paper II, we study pointed homotopy automorphisms of iterated wedge sums of spaces as well as boundary relative homotopy automorphisms of iterated connected sums of manifolds with a disk removed. We prove that the rational homotopy groups of these, for simply connected CW-complexes and closed manifolds respectively,  satisfy representation stability for symmetric groups, in the sense of Church and Farb.
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Torelli, Francesca [Verfasser], Frank [Gutachter] Seeber, Emanuel [Gutachter] Heitlinger, and Carsten [Gutachter] Lüder. "Role of Immunity-Related GTPases (IRGs) for maintaining virulent Toxoplasma gondii in wild rodents / Francesca Torelli ; Gutachter: Frank Seeber, Emanuel Heitlinger, Carsten Lüder." Berlin : Humboldt-Universität zu Berlin, 2020. http://d-nb.info/1209129477/34.

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Mégy, Damien. "Sections hyperplanes à singularités simples et exemples de variations de structure de Hodge." Phd thesis, Université de Grenoble, 2010. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00502378.

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Abstract:
Dans cette thèse, on construit puis on étudie une classe d'exemples de variations de structure de Hodge (VSH) sur des variétés complexes compactes. Dans la première partie, on construit des variétés projectives lisses munies de VSH à partir de certaines familles de sections hyperplanes à singularités simples. Les deux parties suivantes correspondent à l'étude de ces VSH de deux points de vue différents: on montre d'abord que leur application des périodes est génériquement immersive, puis on utilise le théorème décomposition de M. Saito pour calculer certains invariants cohomologiques.
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Pi, Chevrot José Javier. "La ciudad de Donostia-San Sebastián antes de 1813 : reivindicación de su presencia." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2019. http://hdl.handle.net/10803/672918.

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Abstract:
The history of the urban development of Donostia San Sebastian before its near total destruction by the Anglo-Portuguese troops of Wellington in 1813 has been little studied and never in a comprehensive and orderly manner. This work aims to fill the gap and provide a new vision of this history, as complete as possible. In this work several layers emerge. The first one is the reconstruction, by means of a CAD 3D model, of the city towards 1800, covering a great part of the municipal territory, beyond its intramural nucleus. A dialectical relation is created between the requirements of reconstitution and the necessity of its verification in the plans, drawings and texts found in several archives, notably in France. The old plans are presented, confronted in chronological order and in detail. They are complemented by written testimonies and translated into sober images, in a clear line style, "vedutist", drawn from the 3D model. All this in order to explain the city of yesterday, but also its permanences, which determine the present and project themselves into the future. Everything is contextualized and the corresponding examples of the near surroundings and the history of architecture are put to contribution. The second deals with its development, between its merchant and maritime vocation and its military destiny, with the limit set in 1813. The documentation used was thought scarce but it turned out to be abundant and profitable, largely unknown and unpublished. Contradictions are solved, new hypotheses are proposed and forgotten elements of the urban history of the city appear, such as the bell tower of Santa María, the palace of Idiaquez, the "cubertizos", the houses of Berastegui and Babaça, and the three peripheral convents of Antigua, San Bartolomé and San Francisco. The work can be also considered as a compilation of all available knowledge on the subject The third layer refers to the endless debate between simplifying and rational modernity, and complex, organic roots and permanence. A constant in San Sebastian, linked to the debate about his goodness and beauty. Putting these debates into perspective over time is another axis of the work. Two examples of this are the creation of the Plaza Nueva at the beginning of the 18th century and the hygienist and rationalist policy of the city's ediles at the end of that century. Finally, the new urban frame proposed by the architect Pedro Manuel de Ugartemendía in 1815 could have meant the disappearance of the previous layout of the intramural city, but this one lasted, undergoing some alignments of street and other levelings of ground. The fourth and final layer involves the rediscovery of some important people in the history of San Sebastian's urban planning, such as the Italian architect Hercules Torelli. It appears as a thread of the story, intervening in the fortifications of the city, the convent of San Bartolomé and the Plaza Nueva, town hall included. We should also mention Gabriele Tadino de Martinengo, artilleryman and engineer of Charles V, author of the "obra perpetua", with his powerful "cubo imperial" as a frontal defense of the city, but which limited his expansion, Don Miguel de Aristeguieta, promoter of the risky project of the church of Santa Teresa, perched on the side of Mount Urgull, and Don Joseph Miguel de Bildasola, prior of the Consulate, representative for the project of Plaza Nueva, founder and first director of the Compañía Guipuzcoana de Caracas in 1728, mayor of the city in 1736 and promoter of the new church of Santa María.
La historia del desarrollo urbano de la ciudad de Donostia San Sebastián antes de su casi total destrucción por las tropas anglo-portuguesas de Wellington en 1813 ha sido poco estudiada y nunca de una manera global y ordenada. El trabajo que aquí se presenta persigue llenar este vacío y aportar una nueva visión de dicha historia, lo más completa posible. En él se articulan varios estratos. El primero es la recreación, gracias al instrumento CAD, de la ciudad hacia 1800 en un modelo digital 3D que abarca gran parte del término municipal, más allá de su núcleo intramuros, junto a otros más puntuales de ciertas partes representativas en varias fases de su devenir. Es el eje director de la investigación científica, del estudio morfológico y tipológico. Se establece una relación dialéctica entre las exigencias de la reconstitución y la necesidad de su verificación en los planos, dibujos y textos rescatados en varios archivos, entre ellos especialmente los de Francia. Se muestran los planos antiguos, confrontándolos en el orden cronológico y en su detalle. Se cotejan con los testimonios escritos, y se traducen en imágenes sobrias, con un estilo de línea clara, “vedutista”, sacadas del modelo 3D. Todo ello para explicar la ciudad tanto en su pasado como en sus permanencias que determinan el presente y se proyectan en el futuro. Se contextualizan y se recurre a ejemplos semejantes del entorno y de la historia de la arquitectura. El segundo trata de la formación de la ciudad, entre su vocación comerciante y marítima y su destino de plaza militar, con el límite fijado en 1813. La documentación utilizada se pensaba escasa, pero resulta ser abundante y provechosa, en gran parte desconocida e inédita. Se solventan contradicciones, se plantean nuevas hipótesis y se muestran elementos olvidados de la historia urbana de la ciudad, como la torre campanario de Santa María, el palacio de Idiaquez, los “cubertizos”, las casas de Berastegui y Babaça, y los tres conventos periféricos de la Antigua, de San Bartolomé y de San Francisco. El trabajo se plantea también como una recopilación de todo el saber disponible sobre el tema. El tercer estrato se refiere al eterno debate entre la modernidad simplificadora y racional, y las raíces, las permanencias complejas y orgánicas. Una constante en San Sebastián, unida al debate sobre su bondad y belleza. La puesta en perspectiva de dichos debates a lo largo del tiempo es otro eje del trabajo, sacando a la luz la creación modélica de la Plaza Nueva a principios del siglo XVIII y la política higienista y racionalista de los ediles de la ciudad a finales de dicho siglo. Por último, la nueva trama urbana propuesta por el arquitecto Pedro Manuel de Ugartemendía en 1815 podría haber significado la desaparición del anterior trazado de la ciudad intramuros, pero este se mantuvo con algunas alineaciones de calle y nivelaciones de cota. El cuarto y último estrato implica el redescubrimiento de algunos personajes relevantes de la historia del urbanismo donostiarra, destacando el arquitecto italiano Hércules Torelli. Aparece como hilo conductor del relato, con sus intervenciones en las fortificaciones de la ciudad, en el convento de San Bartolomé y en la Plaza Nueva, con su Casa Concejil. Hay que citar también Gabriele Tadino de Martinengo, artillero e ingeniero de Carlos V, autor de la ¿obra perpetua¿, con su potente “cubo imperial” para poner a resguardo la ciudad del enemigo pero que limitó su expansión, al indiano Don Miguel de Aristeguieta, impulsor de la arriesgada obra de la iglesia de Santa Teresa, colgada en la ladera del monte Urgull, y al poderoso Don Joseph Miguel de Bildasola, prior del Consulado de San Sebastián, apoderado para la obra de la Plaza Nueva, fundador y primer director de la Compañía Guipuzcoana de Caracas en 1728, alcalde de la ciudad en 1736 y promotor de la renovada iglesia de Santa María.
La ville de Donostia-Saint Sébastien antérieure à l’incendie de 1813, triste épisode des guerres napoléoniennes, reste une inconnue. Elle a été peu étudiée, ne se considérant digne d’intérêt que sa reconstruction postérieure. De là, la nécessité de mener à bien une étude détaillée et méthodique pour récupérer un savoir justifié et documenté à propos de l’urbanisme du 18ème siècle de cette ville européenne et atlantique. Cette étude se présente comme un exercice indispensable de progrès dans la connaissance de la ville du passé, origine de la ville d’aujourd’hui.
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Eizaguirre, i. Garaitagoitia Xabier. "Los componentes formales del territorio rural: los modelos de estructuras agrarias en el espacio metropolitano de Barcelona : la masia como modelo de colonización en Torelló." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 1990. http://www.tdx.cat/TDX-0309110-143501.

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Abstract:
Si la urbanística ha desarrollado una ciencia propia de los procesos urbanos, de sus estructuras y de sus formas y de las lógicas de formación y cambio, así como, en definitiva, de su capacidad como soporte de nuevas situaciones de construcción física y de uso, parece que esté pendiente un esfuerzo análogo para construir una disciplina rigurosa sobre el territorio no urbano (capítulo 1).

Este trabajo nace de la preocupación por establecer valores estructurales y formas del suelo que incidan en la comprensión de las operaciones constructivaqs del espacio rural en aras a su reconocimiento como territorio que contribuye a alcanzar los objetivos generales de la Ordenación.

En este sentido el trabajo se propone ofrecer un método de análisis del territorio rural a partir de su forma. Método que descansa en la lectura codificada de las relaciones sintéticas entre los elementos formales y los factores naturales de la construcción rural (capítulos II, III, y VI). Quiere ello decir que nuestra aproximación se apoya en un corpus cuya función es verificar hipótesis teóricas acerca de las implicaciones morfológicas del territorio. Este contexto es ilustrativo, sin duda, de la abstracción metodológica anterior pero también ampara su elaboración teórica.

No pretendemos descubrir el "método líneal", sino analizar empíricamente producciones constructivas del espacio a partir de sus componentes morfológicos, quiere ello decir que entendemos el territorio como un artificio elaborado. Ante la ingenuidad de quienes postulan un isomorfismo entre territorios y modelos formales, creemos que existe la posibilidad de construir hipótesis formales circunscritas a determinados territorios, dado que consideramos la tierra des de su orden arquitectónico, esto es, des de las abstracciones geométricas que la guían, pero ello, no como valoración aislada de los elementos físicos que los componen, sino atendiendo a la relación y repartición de los mismos por las diferentes situaciones del territorio.

Con nuestra propuesta, apostamos por una metodologia de la Ordenación del Territorio que centra su análisis en las relaciones entre elementos y factores. Tal proceder, por supuesto, supone una toma de posición por nuestra parte el situar la disciplina del Análisis del Territorio en la confluencia entre la Geografía y la Urbanística, o, dicho de otra manera, en la intersección entre la descripción y la proposición. Nos acercamos así a un principio básico del análisis territorial que sostiene que, analizar el territorio no es únicamente representarlo, sino describir el estatuto que el hombre le da en una situación geográfica determinadada.

Esta concepción y la voluntad de percibir las manifestaciones de divergencia y afinidad de los términos rurales en su expresión formal, nos ha llevado a una presentación sistemática de modelos de orden como materialización paradigmática de las pautas, usos y costumbres que existen sobre diferentes relieves. Para esta puesta en carga del código de lectura hemos partido de nuestros propios trabajos profesionales realizados con anterioridad, y mas en concreto, los estudios previos para el Plan del Espacio Rural Metropolitano y para los Planes Generales de Torelló y Manlleu (capítulo IV y V).

En el Área Metropolitana de Barcelona se ha trabajado el territorio como resultado, es decir, en su visión atemporal y poniendo énfasis en el ejercicio cartográfico como instrumento para descubrir su identidad formal y sus modelos de orden rurales (capítulo IV). Para profundizar uno de estos modelos en el territorio de Torelló hemos recurrido a una visión diacrónica con la ayuda instrumental de los catastros de rústica. El examen de cerca nos ha permitido constatar las diferentes variaciones de la identidad del modelo "masia" y su implementación en este territorio (capítulo V).

El carácter contrastivo de nuestra investigación hace que consideremos cada tejido-modelo como un todo abierto a la discusion y a la reformulación, rasgos ambos inherentes a las hipótesis espacio-temporales en que nos movemos.

Los propósitos aquí planteados obedecen a un objetivo primordial cual es el de contribuir, des de la Urbanística, al debate académico sobre las bases epistemológicas de la Ordenación Territorial (capítulo VI). Convencidos como estamos de que el territorio es en si mismo un objeto inagotable, no pretendemos haber llegado a un punto final; nuestra contribución es una más entre otras, todas igualmente legítimas, per todas incapaces de abarcar el objeto en su totalidad.

Nota: El lector puede optar por la lectura correlativa que el índice expresa, no obstante invitamos a órdenes alternativos de lectura, como puede ser iniciar por los capítulos I, IV y V y continuar por VI, II y III. O leer el VI previa a la experimentación del IV y V.
The models of agrarian structures in the metropolitan area of Barcelona. The "masia" as a model of colonization in Torelló. The idea of approaching this subject was due to the concern with the treatment that the rural soil receives within the framework of the planning and the territorial development.

The need to insert our study in a concrete space has determined its process of elaboration to be related to planning works already done: the territory of the metropolitan area of Barcelona, other towns in the catalan territory (Torelló, Manlleu, Sabadell, etc.), and a region in the High Guadalquivir (Andalusia).

Among the objectives we aimed at with our research, two of them must be emphasized in this memory:
a) to propose a codified reading, in order to establish the rural processes, their structures and forms, from a viewpoint of the territory as a constructed object.
b) to verify and contrast the method applied in a sinchronical and diachronical way, expounding the agrarian models and structures.

To give an account of the leading hypothesis of the work, we based our analysis on the territorial constructions as they appear and are produced in the places abovementioned. Our methodology is, thus, eclectic and empirical at the same time, where the analytical technique we consider most appropiate is applied to each agrarian structure.
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ZHAO, YAN. "Deformations of nodal surfaces." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/453882.

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Abstract:
In this thesis, we studied the Hodge theory and deformation theory of nodal surfaces. We showed that nodal surfaces in the projective 3-space satisfy the infinitesimal Torelli property. We considered families of examples of even nodal surfaces, that is, those endowed with a double cover branched on the nodes. We gave a new geometrical construction of even 56-nodal sextic surfaces, while we proved, using existing constructions, that the sub-Hodge structure of type (1,26,1) on the double cover S of any even 40-nodal sextic surface cannot be simple. We also demonstrated ways to compute sheaves of differential forms on singular varieties using Saito's theory of mixed Hodge modules.
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Swisher, Eric. "Georg Philipp Telemann's Use Of The Trumpet In Tafelmusik II-TWV 55: D1 (1733) Together with Three Recitals of Selected Works by Kennan, Torelli, Chaynes and Others." Thesis, connect to online resource, 2005. http://www.unt.edu/etd/all/Dec2005/swisher%5Feric/index.htm.

Full text
Abstract:
Thesis (D.M.A.)--University of North Texas, 2005.
System requirements: Adobe Acrobat Reader. Accompanied by 4 recitals, recorded June 25, 2001, Apr. 15, 2002, June 23, 2003, and Oct. 17, 2005. Includes bibliographical references (p. 38-39).
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Menegatti, Paolo. "Action du groupe de Klein sur une surface K3." Thesis, Poitiers, 2019. http://www.theses.fr/2019POIT2297.

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Abstract:
L’objet de ce travail est la classification des actions du groupe de Klein G≃(ℤ/2ℤ)² sur une surface K3, X, où G contient une involution non-symplectique qui agit trivialement sur le réseau de Neron-Severi de X, ainsi que la détermination du nombre de points qui en composent le lieu fixe.Cela est accompli avec des méthodes purement algébriques, grâce à la théorie de Smith, qui permet de relier la cohomologie du lieu fixe H*(Xᴳ, F₂) à la G-cohomologie de H*(X, F₂).Nous commençons par déterminer les différentes possibilités pour la cohomologie du G-module H²(X, F₂) (et par conséquent la cohomologie du lieu fixe Xᴳ), en donnant aussi des résultats partiels pour le cas plus général G≃(ℤ/pℤ)ⁿ.Ensuite nous étudions l’extension du réseau de cohomologie H²(X, ℤ) induite par l’action de G et nous donnons une formule reliant le nombre des point fixes qui composent Xᴳ, à certains invariants numériques de l’ex-tension: notamment les dimensions des groupes discriminants des réseaux invariants, mais aussi un nouvel invariant numérique, que nous montrons être indépendant des autres et nécessaire pour le calcul du lieu fixe.Pour conclure, en utilisant le théorème de Torelli, nous déterminons tous les possibilités pour une action de G sur X et nous donnons aussi des exemples géométriques avec les fibrations elliptiques, confirmant les résultats prouvés
The aim of this work is to classify the actions of the Klein group G on a K3 surface X, where G≃(ℤ/2ℤ)² contains a non-symplectic involution which acts trivially on Neron-Severi lattice, as well as computing the number of points composing the fixed locus.This result is achieved through purely algebraic methods, due to Smith’s theory, which relates the cohomology of the fixed locus H*(Xᴳ, F₂) to the group cohomology H*(X, F₂).Firstly, we identify all possibilities for the cohomology of the G-module H²(X, F₂) (and therefore the cohomology of fixed locus Xᴳ), providing some partial results for the general case G≃(ℤ/pℤ)ⁿ.Thereafter, we study the extension of the cohomology lattice H²(X, ℤ) induced by the action of G and we prove a formula giving the number of fixed points composing Xᴳ from some numerical invariants of the extension.Namely the dimensions of discriminant groups of invariant lattices, but also a new numerical invariant, essential for the computation of the fixed locus, which we prove to be unrelated to other ones.Finally, via Torelli theorem, we find all possibilities for G acting on X and we provide some geometric examples -confirming our results- using elliptic fibrations
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Sébastiani, Florence. "Dieux et machines : L'Andromède de Pierre Corneille et les techniques de l'illusion théâtrale au dix-septième siècle." Paris 7, 1987. http://www.theses.fr/1987PA070024.

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Abstract:
La représentation en 1650 de l'Andromède de Pierre Corneille, tragédie mythologique, en machines et en musique, est une des manifestations les plus achevées de l'art théâtral du siècle. L'etude s'attache à décrire les décors et les machines de Torelli, à expliquer leur fabrication, et à reconsiderer d'après cela le jeu des genres et des règles, et la nature de l'illusion théâtrale
The representation in 1650 of Pierre Corneille's Andromede, a mythological tragedy, with machines and music, is one of the achievements of the stage craft of that century. The work describes the decors and machines by Torelli, explains how they were made, and then reconsiders the policy of genres and rules, and the nature of theatrical illusion
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Cattaneo, Alberto. "Non-symplectic automorphisms of irreducible holomorphic symplectic manifolds." Thesis, Poitiers, 2018. http://www.theses.fr/2018POIT2322/document.

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Abstract:
Nous allons étudier les automorphismes des variétés symplectiques holomorphes irréductibles de type K3^[n], c'est-à-dire des variétés équivalentes par déformation au schéma de Hilbert de n points sur une surface K3, pour n > 1.Dans la première partie de la thèse, nous classifions les automorphismes du schéma de Hilbert de n points sur une surface K3 projective générique, dont le réseau de Picard est engendré par un fibré ample. Nous montrons que le groupe des automorphismes est soit trivial soit engendré par une involution non-symplectique et nous déterminons des conditions numériques et géométriques pour l’existence de l’involution.Dans la deuxième partie, nous étudions les automorphismes non-symplectiques d’ordre premier des variétés de type K3^[n]. Nous déterminons les propriétés du réseau invariant de l'automorphisme et de son complément orthogonal dans le deuxième réseau de cohomologie de la variété et nous classifions leurs classes d’isométrie. Dans le cas des involutions, e des automorphismes d’ordre premier impair pour n = 3, 4, nous montrons que toutes les actions en cohomologie dans notre classification sont réalisées par un automorphism non-symplectique sur une variété de type K3^[n]. Nous construisons explicitement l’immense majorité de ces automorphismes et, en particulier, nous présentons la construction d’un nouvel automorphisme d’ordre trois sur une famille de dimension dix de variétés de Lehn-Lehn-Sorger-van Straten de type K3^[4]. Pour n < 6, nous étudions aussi les espaces de modules de dimension maximal des variétés de type K3^[n] munies d’une involution non-symplectique
We study automorphisms of irreducible holomorphic symplectic manifolds of type K3^[n], i.e. manifolds which are deformation equivalent to the Hilbert scheme of n points on a K3 surface, for some n > 1. In the first part of the thesis we describe the automorphism group of the Hilbert scheme of n points on a generic projective K3 surface, i.e. a K3 surface whose Picard lattice is generated by a single ample line bundle. We show that, if it is not trivial, the automorphism group is generated by a non-symplectic involution, whose existence depends on some arithmetic conditions involving the number of points n and the polarization of the surface. We also determine necessary and sufficient conditions on the Picard lattice of the Hilbert scheme for the existence of the involution.In the second part of the thesis we study non-symplectic automorphisms of prime order on manifolds of type K3^[n]. We investigate the properties of the invariant lattice and its orthogonal complement inside the second cohomology lattice of the manifold, providing a classification of their isometry classes. We then approach the problem of constructing examples (or at least proving the existence) of manifolds of type K3^[n] with a non-symplectic automorphism inducing on cohomology each specific action in our classification. In the case of involutions, and of automorphisms of odd prime order for n=3,4, we are able to realize all possible cases. In order to do so, we present a new non-symplectic automorphism of order three on a ten-dimensional family of Lehn-Lehn-Sorger-van Straten eightfolds of type K3^[4]. Finally, for n < 6 we describe deformation families of large dimension of manifolds of type K3^[n] equipped with a non-symplectic involution
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Auclair, Emmanuel. "Les Surfaces et invariants de type fini en dimension 3." Phd thesis, Université Joseph Fourier (Grenoble), 2006. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00113863.

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Abstract:
Cette thèse porte sur les invariants des sphères d'homologie entière de dimension 3, et en particulier sur les invariants de type fini pour la filtration de Goussarov-Habiro.
Dans une première partie, on étudie la variation d'un invariant de degré 2n après chirurgie le long d'une surface par un élément du 2n-ième terme de la série centrale descendante du groupe de Torelli. Dans le cas d'un commutateur de 2n éléments du groupe de Torelli, on exprime cette variation en fonction de l'homomorphisme de Johnson évalué sur ces 2n éléments et du système de poids de l'invariant.

Le calcul des claspers de Goussarov-Habiro donne des équivalences topologiques entre des chirurgies sur des corps en anses plongés dans les variétés. Ce calcul a déjà permis de préciser le comportement des invariants de type fini lors de nombreuses modifications topologiques. La deuxième partie de cette thèse est consacrée à un raffinement de ce calcul. Ce raffinement est ensuite appliqué à l'obtention d'une formule de chirurgie géométrique sur les noeuds pour les invariants de degré 4, c'est-à-dire que l'on exprime la variation d'un tel invariant après chirurgie sur un noeud en fonction d'invariants de courbes tracées au voisinage d'une surface de Seifert de ce noeud.
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Toinet, Emmanuel. "Automorphisms of right-angled Artin groups." Thesis, Dijon, 2012. http://www.theses.fr/2012DIJOS003.

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Abstract:
Cette thèse a pour objet l’étude des automorphismes des groupes d’Artin à angles droits. Etant donné un graphe simple fini G, le groupe d’Artin à angles droits GG associé à G est le groupe défini par la présentation dont les générateurs sont les sommets de G, et dont les relateurs sont les commutateurs [v,w], où {v,w} est une paire de sommets adjacents. Le premier chapitre est conçu comme une introduction générale à la théorie des groupes d’Artin à angles droits et de leurs automorphismes. Dans un deuxième chapitre, on démontre que tout sous-groupe sous-normal d’indice une puissance de p d’un groupe d’Artin à angles droits est résiduellement p-séparable. Comme application de ce résultat, on montre que tout groupe d’Artin à angles droits est résiduellement séparable dans la classe des groupes nilpotents sans torsion. Une autre application de ce résultat est que le groupe des automorphismes extérieurs d’un groupe d’Artin à angles droits est virtuellement résiduellement p-fini. On montre également que le groupe de Torelli d’un groupe d’Artin à angles droits est résiduellement nilpotent sans torsion, et, par suite, résiduellement p-fini et bi-ordonnable. Dans un troisième chapitre, on établit une présentation du sous-groupe Conj(GG) deAut(GG) formé des automorphismes qui envoient chaque générateur sur un conjugué de lui-même
The purpose of this thesis is to study the automorphisms of right-angled Artin groups. Given a finite simplicial graph G, the right-angled Artin group GG associated to G is the group defined by the presentation whose generators are the vertices of G, and whose relators are commuta-tors of pairs of adjacent vertices. The first chapter is intended as a general introduction to the theory of right-angled Artin groups and their automor-phisms. In a second chapter, we prove that every subnormal subgroup ofp-power index in a right-angled Artin group is conjugacy p-separable. As an application, we prove that every right-angled Artin group is conjugacy separable in the class of torsion-free nilpotent groups. As another applica-tion, we prove that the outer automorphism group of a right-angled Artin group is virtually residually p-finite. We also prove that the Torelli group ofa right-angled Artin group is residually torsion-free nilpotent, hence residu-ally p-finite and bi-orderable. In a third chapter, we give a presentation of the subgroup Conj(GG) of Aut(GG) consisting of the automorphisms thats end each generator to a conjugate of itself
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Stowman, William J. (William John). "A Guide for the Preparation, Analysis and Performance of the Brass Quintet Literature of Thom Ritter George, with Three Recitals of Selected Works by Bach, Bitsch, Handel, Torelli, Suderberg, Ketting and Others." Thesis, University of North Texas, 1998. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc935818/.

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Abstract:
An examination of the musical style, compositional techniques and performance practice issues of American composer Thom Ritter George with special attention paid to his Quintet No. 4 written in 1986. The document also includes a short history of brass instruments in chamber music, history of the brass quintet in America, discussion of the role of the trumpet in the quintet, overview of the composers contributions to music and brass quintet in America, discussion of the role of the trumpet in the quintet, overview of the composers contributions to music and brass quintet, and background information on the composer.
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Huang, Pengfei. "Théorie de Hodge non-abélienne et des spécialisations." Thesis, Université Côte d'Azur, 2020. http://www.theses.fr/2020COAZ4029.

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Abstract:
La premiére partie de cette thèse est la géométrie de la théorie de Hodge non-Abélienne, en particulier l’étude des propriétés géométriques des espaces de modules.Le premier résultat principal de cette partie est la construction d’un système dynamique sur l’espace de modules des fibrés de Higgs, nous montrons que les points fixes de ce système dynamique sont exactement ceux fixés par l’action de C* sur l’espace de modules des fibrés de Higgs, c’est-àdire tous les C-VHS dans l’espace de modules. Dans le même temps, nous étudions sa première variation et son comportement asymptotique.Le deuxième résultat principal de cette partie est la preuve d’une conjecture (forme faible) par Simpson sur la stratification de l’espace de modules des fibrés plats, nous prouvons que la strata d’opérateurs est la strata fermée unique de dimension minimale en étudiant l’espace de modules des chaînes holomorphes de type donné.Le troisième résultat principal de cette partie est une généralisation de la construction par Deligne en l’espace de twistor de Hitchin dans le cas de surface de Riemann, nous construisons des sections holomorphes pour ce nouvel espace de twistor, c’est-à-dire les sections de de Rham. Nous calculons les fibrés normals de ces sections, et nous avons constaté que les sections de de Rham dans l’espace de twistor de Deligne–Hitchin ont également la propriété wight 1, donc ce sont des courbes rationnelles amples. Dans le même temps, nous montrons le théorème de type Torelli pour l’espace de twistor.La deuxième partie de cette thèse est l’étude de certaines spécialisations de la correspondance de Hodge non-Abélienne. Celui-ci comprend principalement deux chapitres, le premier est une preuve fondamentale d’une conjecture liée aux représentations de carquois proposée par Reineke en 2003, nous montrons pour les représentations de carquois de type An , il existe un système de poids tel que les représentations stables par rapport à ce système de poids sont précisément celles indécomposables. Pour la deuxième, nous construisons la correspondance de Kobayashi–Hitchin pour les fibrés de carquois sur les variétés Kähleriennes généralisées
The first part of this thesis is the geometry of non-Abelian Hodge theory, especially the study of geometric properties of moduli spaces.The first main result of this part is the construction of a dynamical system on the moduli space of Higgs bundles, we show that fixed points of this dynamical system are exactly those fixed by the C*-action on the moduli space of Higgs bundles, that is, all C-VHS in the moduli space. At the same time, we study its first variation and asymptotic behaviour.The second main result of this part is the proof of a conjecture (weak form) by Simpson on the stratification of the moduli space of flat bundles, we prove that the oper stratum is the unique closed stratum of minimal dimension by studying the moduli space of holomorphic chains of given type.The third main result of this part is a generalization of Deligne’s construction of Hitchin twistor space in Riemann surface case, we construct holomorphic sections for this new twistor space, namely the de Rham sections. We calculate the normal bundles of these sections, and we found that de Rham sections in the Deligne–Hitchin twistor space also have wight 1 property, so they are ample rational curves. We also show the Torelli-type theorem for this new twistor space
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Haettel, Thomas. "Compactifications géométriques dans les groupes, les espaces symétriques et les immeubles." Phd thesis, Université Paris Sud - Paris XI, 2011. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00662021.

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Abstract:
Dans cette thèse, nous nous intéressons à des compactifications géométriques variées. Nous décrivons l'espace des sous-groupes fermés du groupe RxZ. Nous étudions la compactification de Chabauty des espaces symétriques de type non compact. Nous définissons et étudions la compactification de Chabauty de l'espace des plats maximaux des espaces symétriques de SL3(R) et de SL4(R). Nous étudions les limites géométriques de plats maximaux de l'espace symétrique ou de l'immeuble de Bruhat-Tits associé à SL3 sur un corps local. Nous définissons et étudions une compactification à la Thurston des espaces de classes d'isométrie de réseaux marqués. Nous définissons une compactification à la Thurston de l'espace de Torelli d'une surface et nous décrivons la stratification naturelle d'une partie de son bord.
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Tari, Kévin. "Automorphismes des variétés de Kummer généralisées." Thesis, Poitiers, 2015. http://www.theses.fr/2015POIT2301/document.

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Abstract:
Dans ce travail, nous classifions les automorphismes non-symplectiques des variétés équivalentes par déformations à des variétés de Kummer généralisées de dimension 4, ayant une action d'ordre premier sur le réseau de Beauville-Bogomolov. Dans un premier temps, nous donnons les lieux fixes des automorphismes naturels de cette forme. Par la suite, nous développons des outils sur les réseaux en vue de les appliquer à nos variétés. Une étude réticulaire des tores complexes de dimension 2 permet de mieux comprendre les automorphismes naturels sur les variétés de type Kummer. Nous classifions finalement tous les automorphismes décrits précédemment sur ces variétés. En application de nos résultats sur les réseaux, nous complétons également la classification des automorphismes d'ordre premier sur les variétés équivalentes par déformations à des schémas de Hilbert de 2 points sur des surfaces K3, en traitant le cas de l'ordre 5 qui restait ouvert
Ln this work, we classify non-symplectic automorphisms of varieties deformation equivalent to 4-dimensional generalized Kummer varieties, having a prime order action on the Beauville-Bogomolov lattice. Firstly, we give the fixed loci of natural automorphisms of this kind. Thereafter, we develop tools on lattices, in order to apply them to our varieties. A lattice-theoritic study of 2-dimensional complex tori allows a better understanding of natural automorphisms of Kummer-type varieties. Finaly, we classify all the automorphisms described above on thos varieties. As an application of our results on lattices, we complete also the classification of prime order automorphisms on varieties deformation-equivalent to Hilbert schemes of 2 points on K3 surfaces, solving the case of order 5 which was still open
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CATTANEO, ALBERTO. "NON-SYMPLECTIC AUTOMORPHISMS OF IRREDUCIBLE HOLOMORPHIC SYMPLECTIC MANIFOLDS." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/606455.

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Abstract:
La tesi si concentra sullo studio degli automorfismi di varietà olomorfe simplettiche irriducibili di tipo K3^[n], ovvero varietà equivalenti per deformazione allo schema di Hilbert di n punti su una superficie K3, per n > 1. Negli ultimi anni, molti teoremi classici riguardanti la classificazione degli automorfismi non-simplettici di superfici K3 sono stati estesi alle varietà di tipo K3^[2]. Siamo quindi interessati a comprendere se tali risultati possono essere ulteriormente generalizzati anche al caso di varietà di tipo K3^[n], per n > 2. Nella prima parte della tesi descriviamo il gruppo degli automorfismi dello schema di Hilbert di n punti su una superficie K3 proiettiva generica, il cui reticolo di Picard è generato da un singolo fibrato ampio. Mostriamo che, se il gruppo non è triviale, esso è generato da una involuzione non-simplettica, la cui esistenza è determinata da condizioni aritmetiche che coinvolgono il numero n di punti e la polarizzazione della superficie. In aggiunta a tale caratterizzazione numerica, individuiamo anche delle condizioni necessarie e sufficienti per l'esistenza dell'involuzione riguardanti la struttura del reticolo di Picard dello schema di Hilbert. La seconda parte della tesi è dedicata allo studio degli automorfismi non-simplettici di ordine primo su varietà di tipo K3^[n]. Dopo aver investigato le proprietà del reticolo invariante dell'automorfismo e del suo complemento ortogonale all'interno del secondo reticolo di coomologia della varietà, forniamo una classificazione per le loro classi di isometria. Affrontiamo quindi il problema di individuare varietà di tipo K3^[n] dotate di automorfismi non-simplettici che inducano ognuna delle possibili azioni in coomologia presenti nella nostra classificazione. Nel caso delle involuzioni, e degli automorfismi di ordine primo dispari per n=3, 4, siamo in grado di realizzare tutti i casi ammissibili, presentando una costruzione esplicita della varietà o almeno dimostrandone l'esistenza. Tra i numerosi esempi esibiti, è di particolare rilievo un nuovo automorfismo di ordine tre su una famiglia di dimensione dieci di varietà di Lehn-Lehn-Sorger-van Straten di tipo K3^[4]. Infine, per n < 6 descriviamo le famiglie di deformazione massimali di varietà di tipo K3^[n] dotate di una involuzione non-simplettica.
We study automorphisms of irreducible holomorphic symplectic manifolds of type K3^[n], i.e. manifolds which are deformation equivalent to the Hilbert scheme of n points on a K3 surface, for some n > 1. In the first part of the thesis we describe the automorphism group of the Hilbert scheme of n points on a generic projective K3 surface, i.e. a K3 surface whose Picard lattice is generated by a single ample line bundle. We show that, if it is not trivial, the automorphism group is generated by a non-symplectic involution, whose existence depends on some arithmetic conditions involving the number of points n and the polarization of the surface. We also determine necessary and sufficient conditions on the Picard lattice of the Hilbert scheme for the existence of the involution. In the second part of the thesis we study non-symplectic automorphisms of prime order on manifolds of type K3^[n]. We investigate the properties of the invariant lattice and its orthogonal complement inside the second cohomology lattice of the manifold, providing a classification of their isometry classes. We then approach the problem of constructing examples (or at least proving the existence) of manifolds of type K3^[n] with a non-symplectic automorphism inducing on cohomology each specific action in our classification. In the case of involutions, and of automorphisms of odd prime order for n=3,4, we are able to realize all possible cases. In order to do so, we present a new non-symplectic automorphism of order three on a ten-dimensional family of Lehn-Lehn-Sorger-van Straten eightfolds of type K3^[4]. Finally, for n < 6 we describe deformation families of large dimension of manifolds of type K3^[n] equipped with a non-symplectic involution.
Nous allons étudier les automorphismes des variétés symplectiques holomorphes irréductibles de type K3^[n], c'est-à-dire des variétés équivalentes par déformation au schéma de Hilbert de n points sur une surface K3, pour n > 1. Dans la première partie de la thèse, nous classifions les automorphismes du schéma de Hilbert de n points sur une surface K3 projective générique, dont le réseau de Picard est engendré par un fibré ample. Nous montrons que le groupe des automorphismes est soit trivial soit engendré par une involution non-symplectique et nous déterminons des conditions numériques et géométriques pour l’existence de l’involution. Dans la deuxième partie, nous étudions les automorphismes non-symplectiques d’ordre premier des variétés de type K3^[n]. Nous déterminons les propriétés du réseau invariant de l'automorphisme et de son complément orthogonal dans le deuxième réseau de cohomologie de la variété et nous classifions leurs classes d’isométrie. Dans le cas des involutions, e des automorphismes d’ordre premier impair pour n = 3, 4, nous montrons que toutes les actions en cohomologie dans notre classification sont réalisées par un automorphism non-symplectique sur une variété de type K3^[n]. Nous construisons explicitement l’immense majorité de ces automorphismes et, en particulier, nous présentons la construction d’un nouvel automorphisme d’ordre trois sur une famille de dimension dix de variétés de Lehn-Lehn-Sorger-van Straten de type K3^[4]. Pour n < 6, nous étudions aussi les espaces de modules de dimension maximal des variétés de type K3^[n] munies d’une involution non-symplectique.
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Toinet, Emmanuel. "Automorphismes des groupes d'Artin à angles droits." Phd thesis, Université de Bourgogne, 2012. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00698614.

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Abstract:
Cette thèse a pour objet l'étude des automorphismes des groupes d'Artin à angles droits. Etant donné un graphe simple fini $\Gamma$, le groupe d'Artin à angles droits $G_\Gamma$ associé à $\Gamma$ est le groupe défini par la présentation dont les générateurs sont les sommets de $\Gamma$, et dont les relateurs sont les commutateurs $[v,w]$, où {$v$,$w$} est une paire de sommets adjacents. Le premier chapitre est conçu comme une introduction générale à la théorie des groupes d'Artin à angles droits et de leurs automorphismes. Dans un deuxième chapitre, on démontre que tout sous-groupe sous-normal d'indice une puissance de $p$ d'un groupe d'Artin à angles droits est résiduellement $p$-séparable. Comme application de ce résultat, on montre que tout groupe d'Artin à angles droits est résiduellement séparable dans la classe des groupes nilpotents sans torsion. Une autre application de ce résultat est que le groupe des automorphismes extérieurs d'un groupe d'Artin à angles droits est virtuellement résiduellement $p$-fini. On montre également que le groupe de Torelli d'un groupe d'Artin à angles droits est résiduellement nilpotent sans torsion, et, par suite, résiduellement $p$-fini et bi-ordonnable. Dans un troisième chapitre, on établit une présentation du sous-groupe $Conj(G_\Gamma)$ de $Aut(G_\Gamma)$ formé des automorphismes qui envoient chaque générateur sur un conjugué de lui-même.
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André, José Carlos Mendes. "Quem não chora não mama! Panorama do design gráfico brasileiro através do humor 1837-1931." Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16133/tde-04102010-100708/.

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Abstract:
Esta tese é um panorama da história gráfica brasileira de 1837 até 1931, visto pela ótica da representação cômica, do design gráfico e da mentalidade. A idéia principal foi partir de um plano geral para encontrar na década de 1920 a obra conjunta do humorista Aparício Torelly, o Barão de Itararé, e do artista gráfico paraguaio Andrés Guevara. Passando pelos autores mais relevantes deste período, a inspiração rizomática é a própria cronologia, onde os assuntos relacionados a humor, design e mentalidade trepidam e se desdobram em conexões pertinentes e interessantes para o próprio tema. A tese foi concebida em três partes, a saber: A primeira versa sobre o objeto de conhecimento, objeto de estudo, metodologias e fontes; assim como fala brevemente sobre os autores principais Barão & Guevara , mote da estratégia de abordagem do assunto. A segunda parte destrincha os antecedentes históricos sob as óticas propostas através de uma amostragem de fontes primárias (imagens & autores) em contraponto com trechos de importantes fontes secundárias, costurado com comentários que vão propondo novas interpretações e olhares para os mesmos temas e objetos, sem aplicação de juízos de valor, mas apenas mostrando que foi assim que as coisas se passaram. A terceira parte está focada na década de 1920, e é onde encontro os autores alvo e aplico um detalhamento maior, evidenciando um momento de forte gênese e experimentação no design gráfico brasileiro frente à mudança completa de paradigmas com a introdução da estética modernista, e a assimilação e difusão acentuada dos valores burgueses no campo social.
This thesis is an overview of the Brazilian graphic history from 1837 to 1931, seeing by comic graph representations, graphic design and historical mentalities. The main idea was start from a general plan to reach in the 1920s the four hands works of the humorist Aparício Torelly (Barão de Itararé) and the Paraguayan graphic artist Andrés Guevara. Passing by the more relevant artists of this period, the root inspiration is the chronology itself, were the subjects related to humor, design and mentality tremble and unfolding pertinent and interesting connections for the own theme. The work was conceived in three parts: The first one runs upon the knowledge subject, application subject, methodologies and the wellspring of informations; as well as talk briefly about the main authors Barão de Itararé & Guevara , reason of the strategy subject approach. The second part clear up the historical foregoings under the proposed look through an stamp of original wellsprings (images and authors) put against extracts of the more important Brazilian bibliography, sewed with comments that proposes new interpretations and new looks over the same themes and subjects, without judgements, but just showing that was the way the things took place. The third part is focused on 1920 decade, and is where I meet the target authors and apply for more details, making evident the moment of strong creation and experimentation in the Brazilian graphic design face to the complete change of paradigms in order of the introduction of modernist esthetics and the assimilation and great dissemination of burgess values in the social field.
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Ritzenthaler, Christophe. "Aspects arithmétiques et algorithmiques des courbes de genre 1, 2 et 3." Habilitation à diriger des recherches, Université de la Méditerranée - Aix-Marseille II, 2009. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00459554.

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Abstract:
Nous présentons divers résultats obtenus sur les courbes de genre 1,2 et 3, notamment une caractérisation des classes d'isogénie de surfaces abéliennes qui contiennent une jacobienne sur les corps finis et le calcul de l'obstruction de Serre en genre 3. Un chapitre résume également diverses applications cryptographiques.
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Massuyeau, Gwénaël. "Quelques aspects de la théorie des invariants de type fini en topologie de dimension trois." Habilitation à diriger des recherches, Université de Strasbourg, 2012. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00734378.

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Abstract:
En topologie de dimension trois, les invariants de type fini se caractérisent par leur comportement polynomial vis-à-vis de certaines opérations chirurgicales qui préservent l'homologie des variétés. Motivée par l'approche perturbative des "invariants quantiques", la notion d'invariant de type fini a été initialement formulée par T. Ohtsuki qui en contruisit les premiers exemples ; les fondements théoriques des invariants de type fini ont ensuite été posés par plusieurs auteurs dont M. Goussarov et K. Habiro. Grâce à une construction de T. Le, J. Murakami & T. Ohtsuki basée sur l'intégrale de Kontsevich, on dispose pour les sphères d'homologie d'un invariant de type fini universel à valeurs diagrammatiques. Ce mémoire expose d'une manière synthétique certains aspects de la théorie des invariants de type fini, pour les variétés de dimension trois en général, et pour les cylindres d'homologie en particulier. Nous présentons notamment une extension fonctorielle de l'invariant LMO à une certaine catégorie de cobordismes, et nous appliquons ce foncteur à l'étude du monoïde des cylindres d'homologie. Nous expliquons comment nos constructions et résultats se relient aux travaux antérieurs de D. Johnson, S. Morita et R. Hain sur le groupe de Torelli d'une surface. Nous concluons par quelques problèmes et perspectives de recherche. Certains des travaux exposés dans ce mémoire ont été réalisés en collaboration avec D. Cheptea, K. Habiro et J.-B. Meilhan.
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Payne, Andrew J. "The Development of the Bassoon Idiom as Seen in Three Concerti by Antonio Vivaldi, Johann Christian Bach, and Wolfgang Amadeus Mozart." Ohio University / OhioLINK, 2020. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ohiou1607082064118953.

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Beri, Pietro. "On birational transformations and automorphisms of some hyperkähler manifolds." Thesis, Poitiers, 2020. http://www.theses.fr/2020POIT2267.

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Abstract:
Mon travail de thèse porte sur les doubles EPW sextiques, une famille de variétés hyperkähleriennes qui, dans le cas général, sont équivalentes par déformation au schéma de Hilbert de deux points sur une surface K3. Notamment j'ai utilisé le lien que ces variétés ont avec les variétés de Gushel-Mukai, qui sont des variétés de Fano dans une Grassmannienne si leur dimension est plus grande que deux, des surface K3 si la dimension est deux.Le premier chapitre contient quelques rappels de théorie des équations de Pell et des réseaux, qui sont fondamentals pour l’étude des variétés hyperkähleriennes. Ensuite je rappelle la construction qui associe un revêtement double à un faisceau sur une variété normale.Dans le deuxième chapitre j’aborde les variétés hyperkähleriennes et je décris leurs premières propriétés ; j’introduis aussi le premier cas de variété hyperkählerienne qui a été étudiée, les surfaces K3. Cette famille de surfaces correspond aux variétés hyperkähleriennes en dimension deux.Je présente ensuite brièvement certains des derniers résultats dans ce domaine, notamment je définis différents espaces de modules de variétés hyperkähleriennes et je décris l’action d’un automorphisme sur le deuxième groupe de cohomologie d’une variété hyperkähleriennes.Les outils introduits dans le chapitre précédent ne fournissent pas de description géométrique de l'action de l'automorphisme sur la variété, dans le cas où la variété est un schéma de Hilbert de points sur une surface K3. Dans le troisième chapitre, j’introduis donc une description géométrique à une certaine déformation près. Cette déformation prend en compte la structure du schéma de la variété de Hilbert. Pour ce faire, j'introduis un isomorphisme entre une composante connexe de l'espace de modules des variétés de type K3[n] avec une polarization, et l'espace de modules des variétés de même type avec une involution dont le rang de l'invariant est un. Il s’agit d’une généralisation d’un résultat obtenu par Boissière, An. Cattaneo, Markushevich et Sarti en dimension deux. Les deux premières parties de ce chapitre sont un travail en collaboration avec Alberto Cattaneo.Dans le quatrième chapitre, je définis les EPW sextiques, en présentant l'argument de O'Grady, qui montre qu'un double revêtement d'un EPW sextique dans le cas général est une variété de type K3[2]. Ensuite, je présente les variétés Gushel-Mukai, en mettant l'accent sur leur lien avec les EPW sextiques ; cette approche a été introduite par O'Grady, poursuivie par Iliev et Manivel et systématisée par Kuznetsov et Debarre.Dans le cinquième chapitre, j’utilise les outils introduits dans le quatrième chapitre dans le cas où on peut associer une surface K3 à une EPW sextique X. Dans ce cas je donne des conditions explicites sur le groupe de Picard de la surface pour que X soit une variété hyperkählerienne. Cela permet d'utiliser le théorème de Torelli pour une surface K3 pour démontrer l'existence de quelques automorphismes sur X. Je donne des bornes sur la structure d'un sous-groupe d'automorphismes d'une EPW sextique sous conditions d'existence d'un point fixe pour l'action du groupe.Toujours dans le cas d'existence d'une surface K3 associée à une EPW sextique X, j’améliore la borne obtenue précédemment sur les automorphismes de X, en donnant un lien explicite avec le nombre de coniques sur la surface K3. Je montre que la symplecticité d'un automorphisme sur X dépend de la symplecticité d'un automorphisme correspondant sur la surface K3.Le sixième chapitre est un travail en collaboration avec Alberto Cattaneo. J'étudie le groupe d'automorphismes birationels sur le schéma de Hilbert des points sur une surface projective K3, dans le cas générique. Cela généralise le résultat obtenu en dimension deux par Debarre et Macrì. Ensuite j’étudie les cas où il existe un modèle birationel où ces automorphismes sont réguliers. Je décris de façon géométrique quelques involutions dont on avait prouvé l'existence auparavant
My thesis work focuses on double EPW sextics, a family of hyperkähler manifolds which, in the general case, are equivalent by deformation to Hilbert's scheme of two points on a K3 surface. In particular I used the link that these manifolds have with Gushel-Mukai varieties, which are Fano varieties in a Grassmannian if their dimension is greater than two, K3 surfaces if their dimension is two.The first chapter contains some reminders of the theory of Pell's equations and lattices, which are fundamental for the study of hyperkähler manifolds. Then I recall the construction which associates a double covering to a sheaf on a normal variety.In the second chapter I discuss hyperkähler manifolds and describe their first properties; I also introduce the first case of hyperkähler manifold that has been studied, the K3 surfaces. This family of surfaces corresponds to the hyperkähler manifolds in dimension two.Furthermore, I briefly present some of the latest results in this field, in particular I define different module spaces of hyperkähler manifolds, and I describe the action of automorphism on the second cohomology group of a hyperkähler manifold.The tools introduced in the previous chapter do not provide a geometrical description of the action of automorphism on the manifold for the case of the Hilbert scheme of points on a general K3 surface. In the third chapter, I therefore introduce a geometrical description up to a certain deformation. This deformation takes into account the structure of Hilbert scheme. To do so, I introduce an isomorphism between a connected component of the module space of manifolds of type K3[n] with a polarization, and the module space of manifolds of the same type with an involution of which the rank of the invariant is one. This is a generalization of a result obtained by Boissière, An. Cattaneo, Markushevich and Sarti in dimension two. The first two parts of this chapter are a joint work with Alberto Cattaneo.In the fourth chapter, I define EPW sextics, using O'Grady's argument, which shows that a double covering of a EPW sextic in the general case is deformation equivalent to the Hilbert square of a K3 surface. Next, I present the Gushel-Mukai varieties, with emphasis on their connection with EPW sextics; this approach was introduced by O'Grady, continued by Iliev and Manivel and systematized by Kuznetsov and Debarre.In the fifth chapter, I use the tools introduced in the fourth chapter in the case where a K3 surface can be associated to a EPW sextic X. In this case I give explicit conditions on the Picard group of the surface for X to be a hyperkähler manifold. This allows to use Torelli's theorem for a K3 surface to demonstrate the existence of some automorphisms on X. I give some bounds on the structure of a subgroup of automorphisms of a sextic EPW under conditions of existence of a fixed point for the action of the group.Still in the case of the existence of a K3 surface associated with a EPW sextic X, I improve the bound obtained previously on the automorphisms of X, by giving an explicit link with the number of conics on the K3 surface. I show that the symplecticity of an automorphism on X depends on the symplecticity of a corresponding automorphism on the surface K3.The sixth chapter is a work in collaboration with Alberto Cattaneo. I study the group of birational automorphisms on Hilbert's scheme of points on a projective surface K3, in the generic case. This generalizes the result obtained in dimension two by Debarre and Macrì. Then I study the cases where there is a birational model where these automorphisms are regular. I describe in a geometrical way some involutions, whose existence has been proved before
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