Dissertations / Theses on the topic 'Topografía de Roma'

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1

Abdo, Amr. "Alexandria in antiquity: a topographical reconstruction." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2019. http://hdl.handle.net/10803/670088.

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Abstract:
Una reconstrucció topogràfica d’Alexandria a l’antiguitat és un intent de trobar un camí en un laberint arqueològic d’evidències fragmentàries. A la llum de les recents troballes, per tant, es tracta d’un intent complementari a d’altres anteriors (Adriani 1934, 1966; Tkaczow 1993). L’estudi actual, té en compte els darrers dos segles de recerca sistemàtica sobre la topografia de l’antiga ciutat, que té com a objectiu: (i) un catàleg de jaciments arqueològics, des de l’Expedició francesa (1798-9) fins ara; (ii) inferir la planta urbana i el paisatge de la ciutat en la seva fundació (segle IV aC), i els subsegüents canvis que van tenir lloc fins a la conquesta àrab d’Egipte (VII dC). Per aquesta raó, s’adopta una aproximació holística a la reconstrucció topogràfica, a on la cultura material s’estudia conjuntament amb el registre històric (vol. I: text). Vol. II de la tesis (imatges; plantes d’AutoCAD) serveixen per mostrar els resultats.
Una reconstrucción topográfica de Alejandría en la antigüedad es un intento de encontrar un camino en un laberinto arqueológico de evidencias fragmentarias (capít. II y III). A la luz de los recientes hallazgos, por lo tanto, se trata de un intento complementario a otros anteriores (Adriani 1934, 1966; Tkaczow 1993). El estudio actual, tiene en cuenta los últimos dos siglos de investigación sistemática sobre la topografía de la antigua ciudad, que tiene como objetivo: (i) un catálogo de yacimientos arqueológicos, desde la Expedición francesa (1798-9) hasta la actualidad; (ii) inferir la planta urbana y el paisaje de la ciudad en su fundación (siglo IV aC), y los subsiguientes cambios que tuvieron lugar hasta la conquista árabe de Egipto (VII dC). Por esta razón, se adopta una aproximación holística a la reconstrucción topográfica, donde la cultura material se estudia conjuntamente con el registro histórico (vol. I: texto). Vol. II de la tesis (imágenes; plantas de AutoCAD) sirven para mostrar los resultados.
A topographical reconstruction of Alexandria in antiquity is attempting to find a way through an archaeological labyrinth of fragmentary evidence. In the light of the recent discoveries, therefore, a new attempt becomes complementary to earlier ones (Adriani 1934, 1966; Tkaczow 1993). The current study, taking into account the last two centuries of systematic research into the topography of the ancient city, aims at: (i) cataloguing the archaeological sites, from the French Expedition (1798-99) to date; (ii) infer the urban plan and cityscape of the foundation (4th cent. BC), and the subsequent changes taking place to the Arab conquest of Egypt (7th cent. AD). To this end, a holistic approach to topographical reconstruction is adopted, where ‘material culture’ is studied in conjunction with the ‘historical record’ (vol. I: text). Vol. II of the thesis (plates; AutoCAD maps) serves to display the results.
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2

Guaglianone, Andrea <1988&gt. "Topografia delle distribuzioni frumentarie a Roma : le Porticus Minuciae duae." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11978.

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Abstract:
Lo studio del servizio delle frumentationes a Roma si lega indissolubilmente con l'identificazione delle porticus Minuciae, un argomento che fa discutere da sempre sui limiti propri di una ricerca condotta, fin'ora, avvalendosi quasi esclusivamente di un sistema di fonti storiche non esiguo ma insufficiente e spesso contraddittorio. Con il presente progetto si cercherà di affiancare alla ricerca storica un approccio diretto ai monumenti e alle loro relazioni spaziali, temporali e culturali.
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3

LADDAGA, FRANCESCO. "Uso e percezione della topografia nel Leggendario Romano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/202641.

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Abstract:
Pur se il Leggendario Romano in passato è stato analizzato da diversi punti di vista e con finalità differenti, l’aspetto topografico non solo è stato spesso relegato ad un ruolo marginale, ma è stato prevalentemente affrontato in contributi incentrati solo su una parte del repertorio disponibile o su limitati settori di Roma o del suburbio; questa ricerca, che si inserisce in quel filone che negli ultimi anni ha visto tra gli altri Augusto Fraschetti e Lucrezia Spera attingere ad alcune passioni romane per chiarire questioni storiche ed archeologiche, ha invece inteso considerare il repertorio topografico del Leggendario Romano nella sua globalità (ad eccezione delle passioni in greco, quelle -numericamente irrilevanti- rielaborate su testi di II o III secolo e quelle interamente ambientate al di fuori dall’Urbe), prendendo in esame le 53 passiones latine tardo-antiche e altomedievali contenenti almeno un toponimo riferibile con certezza alla città di Roma. Il primo dei quattro capitoli riprende le fila del dibattito tra quanti pensano che l'inaffidabilità delle passioni ne infici completamente il valore come fonti storiche e quanti invece ne hanno dimostrato, soprattutto negli ultimi anni, il notevole potenziale informativo. Inserendosi in questo secondo gruppo, la ricerca ripercorre la storia degli studi sul Leggendario Romano illustrando la genesi delle passiones e commentando le diverse ipotesi in merito al periodo di redazione, ai destinatari e ai possibili autori. Questi ultimi vengono identificati con alcuni ecclesiastici romani, i quali, grazie alla loro conoscenza del territorio e dei contesti monumentali cristiani dell’Urbe, per dare maggiore credibilità alle loro ricostruzioni arricchirono il racconto agiografico di dettagli topografici. Segue quindi il capitolo dedicato ai testi, organizzati in schede e ordinati secondo l’ordine dei titoli tradizionali delle passiones. Le schede sono corredate da sintetiche introduzioni sulle figure dei martiri protagonisti, da note riepilogative degli studi sulle singole passioni e da un esaustivo apparato bibliografico. Grande spazio è dedicato al riassunto del testo, con utili rimandi ai paragrafi degli Acta Sanctorum, nel quale sono riportate, letteralmente e senza traduzione, le menzioni dei toponimi romani e suburbani. Nel terzo capitolo è presentato il repertorio dei toponimi: di ogni lemma è stata riportata la ricorrenza nei vari testi e l’eventuale similitudine esistente tra toponimi menzionati in differenti passioni. Questo tipo di analisi, oltre ad aver confermato l’esistenza di casi in cui le interrelazioni tra alcune passiones sono molto strette, è stato utilizzato come parametro per una migliore definizione della cronologia relativa tra le sopramenzionate passioni con caratteristiche affini. Tra le menzioni topografiche prese in esame, una particolare attenzione viene prestata a quelle non immediatamente associabili ad edifici o contesti noti per le quali viene puntualmente fornita un’ipotesi di localizzazione. Viene inoltre confermato, attraverso l’individuazione di casi di defunzionalizzazioni di edifici e di cambiamenti di destinazioni d’uso di alcune aree urbane, come le passioni possano fornire informazioni utili anche alla comprensione di alcune delle grandi trasformazioni avvenute a Roma in età tardo-antica. L’ultimo capitolo, riprendendo alcuni dei temi già trattati nei capitoli precedenti, concentra la sua attenzione sulle possibili finalità che avrebbero condizionato gli agiografi nell'utilizzo del repertorio topografico di Roma. Secondo la proposta avanzata gli autori delle passiones utilizzarono gli elementi topografici quasi sempre in modo strumentale; in base a tale convinzione sono state individuate 7 categorie nelle quali suddividere le intenzioni degli agiografi nel momento in cui introdussero elementi topografici nel racconto: • per mistificare la realtà storica con lo scopo di amplificare il prestigio dei luoghi ed edifici di culto; • per riconfigurare lo spazio in senso cristiano; • per ambientare in modo simbolico la narrazione; • per sviluppare la narrazione; • per adottare dei topoi della letteratura di genere; • per tracciare dei percorsi; • per accreditare la veridicità del racconto in relazione a tombe e santuari. In conclusione si suggeriscono alcune modalità attraverso le quali il repertorio topografico che emerge dal Leggendario Romano può essere utilizzato come preziosa fonte per ricerche di tipo storico, archeologico e/o agiografico
Although in the past, the Roman Legendary has been analyzed from different points of view and with different aims, not only the topography has often been relegated to a marginal role, but it was discussed with papers primarily focused on only part of the available repertoire or on limited areas of Rome; this research, which is part of that trend in recent years has seen among other Augusto Fraschetti and Lucrezia Spera, draw on some Roman passions to clarify historical and archaeological issues, but he intended to consider surveying the repertoire of the Roman Legendary in its entirety (with the exception of the passions in greek, the - numerically insignificant - revised texts of the second or third century, and those fully placed out from the Urbe), considering the 53 late ancient and high medieval Latin passiones containing at least one name referable with certainty to the city of Rome. The first of the four chapters resumes the debate between those who think that the unreliability of the passions completely cancels the value as historical sources, and among those who have shown however, especially in recent years, the considerable potential of information. By introducing this second group, the work traces the history of studies on the Roman Legendary, illustrating the genesis of passiones and commenting on various assumptions concerning the preparation period, recipients and potential authors. These are identified with some Roman ecclesiastics, who, thanks to their knowledge of the area and Christian monumental contexts of Rome, to give credibility to their accounts embellished the hagiographic story of topographical details Then follows a chapter devoted to the texts, organized into tabs and sorted in the order of the traditional titles of passiones. The cards are accompanied by synthetic introductions on the figures of martyrs characters, with notes of studies on individual passions and an exhaustive bibliography. Large space is devoted to the summary of the text, with useful references to sections of the Acta Sanctorum, in which, literally and without translation, the lists of Roman and suburban place names are contained. In the third chapter is presented the repertoire of place names: each word is was reported with the recurrence in different documents and with any similarity between place names mentioned in different passions. This type of analysis, in addition to confirming the existence of cases in which the interrelationships between some passiones are very narrow, was used as a parameter for a better definition of the relative chronology between the above mentioned passions with similar characteristics Among the studied topographical indications, particular attention is paid to those not immediately associated with known buildings with a hypothesis localization. It also confirmed, through the identification of cases of defunctionalization of buildings and changes of uses of some urban areas, such passions can provide useful information to the understanding of some of the great transformations that occurred in Rome in Late Antiquity. The last chapter, taking up some of the themes dealt with in previous chapters, focuses his attention on the possible purposes that would have affected the sacred writers to use the repertoire topography of Rome. According to the proposal, the authors used the topographical features of passiones almost always in an instrumental mode; based on this conviction, we identified 7 categories in which to divide the sacred writers' intentions when they introduced topographic elements in the story: • to mystify the historical reality in order to boost the prestige of the buildings and places of worship; • to reconfigure the space in the Christian sense; • in a symbolic way for the setting of the narrative; • to develop the narrative; • to adopt the topoi of genre literature; • to draw paths; • to authenticate the veracity of the story in relation to tombs and shrines. In conclusion, we suggest some ways in which the topography that emerges from the Roman Legendary may be used as a valuable source for historical, archaeological and / or angiographical research
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Marucci, Francesca <1980&gt. "I luoghi della politica - la politica dei luoghi : la topografia della comunicazione negli anni della 'Rivoluzione Romana'." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1119.

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Abstract:
Lo studio si concentra sulla topografia della comunicazione nel periodo della “Rivoluzione Romana” (133-31 a.C.) e verifica il valore semiotico di alcuni luoghi pubblici in cui si concentrano azioni politiche significative. A tale scopo si indagano le diverse strategie comunicative della tarda repubblica romana, associando le memorie delle fonti all’indagine sul valore culturale di quattro luoghi di Roma. Nel primo capitolo si ricostruisce la contesa politica intorno al culto, alla simbologia e al luogo dei Dioscuri (da pertinenza di una gens aristocratica a simbolo della factio popularis). L’oggetto del secondo capitolo è il tempio della Concordia: come spazio fisico (ma anche in quanto virtù politica e slogan) costituisce una dotazione permanente della factio degli optimates. Nel terzo capitolo si esaminano occasioni di interazione politica sviluppatesi in o sul teatro. La domus rostrata (IV capitolo), è indagata come elemento legittimante nell’ideologia pompeiana, un valore recepito anche dai successivi detentori della casa del Magno.
This dissertation focuses on the topography of communication during the “Roman revolution” (133-31 B.C.) and investigates the semiotic value of some public sites where highly significant political actions took place. The different strategies of communication at the time of the late Roman Republic are analysed by matching the memory of ancient sources to the investigation of the cultural value of four Roman sites. Chapter 1 reconstructs the political debate concerning the worship, the symbol and the site of the Dioscuri (from its association with an aristocratic gens to a symbol for the factio popularis). Chapter 2 revolves around the Temple of Concord, which constitutes as an actual place, as well as a political virtue and a slogan, a permanent endowment of the factio of the optimates. Chapter 3 examines cases of relationships developed in or on the theatre. The domus rostrata (Chapter 4) is taken as a legitimising element in the ideology of Pompeius, and one which was also appropriated by the subsequent proprietors of the house of Pompeius
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ROGGIO, BARBARA. "Roma: uno studio diacronico delle trasformazioni dell'area Ostiense." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1358.

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Abstract:
Questo lavoro ha come obiettivo lo studio delle trasformazioni del territorio oggi occupato dai quartieri Ostiense-Garbatella-Valco San Paolo tra le epoche romana arcaica, repubblicana e imperiale, articolato in fasi cronologiche e con particolare riferimento al condizionamento ambientale (geomorfologico in primo luogo) sull’organizzazione della viabilità e degli insediamenti. Alle lacune sulla conoscenza della topografia antica di questo territorio si è cercato di sopperire non solo raccogliendo quante più informazioni possibili dal punto di vista strettamente archeologico (contenute nelle pubblicazioni periodiche, nella bibliografia edita e nei documenti inediti di scavo e d’archivio), ma anche rintracciando in altri tipi di fonti (storico – cartografiche e geografiche innanzitutto) elementi diversi (dai più vaghi disegni antiquari ai più tecnici resoconti geomorfologici) di un paesaggio oggi irriconoscibile perché completamente urbanizzato. I dati raccolti sono stati organizzati e gestiti in un GIS, che si è rivelato strumento particolarmente utile sia in fase analitica che nelle sintesi successive. Al termine della ricerca, il dato principale che sembra emergere è quello di un’area anticamente caratterizzata da una multiforme e per certi aspetti inaspettata vitalità, che non corrisponde all’immagine di un territorio periurbano desolato o confinato alla sola funzione funeraria. Se è innegabile il carattere prevalentemente sepolcrale del territorio antico, la sovrapposizione dei dati raccolti suggerisce la presenza di insediamenti e infrastrutture legati a intense attività portuali, commerciali e produttive in genere. La possibilità di sovrapporre layers diversi è stata di grande aiuto anche nell’identificazione di siti noti per ora solo dalle fonti classiche o epigrafiche e ancora poco conosciuti. Queste e altre ricostruzioni topografiche hanno tenuto conto dell’uniformità cronologica e del rapporto funzionale tra vari reperti spazialmente vicini, oltre che della loro distribuzione geografica, soprattutto in relazione alle risorse agricole ed estrattive locali (ad esempio sovrapponendo le informazioni bibliografiche alla Carta delle Unità di Paesaggio appositamente elaborata). L’integrazione dei diversi dati è stata quindi utile alla comprensione dei resti che, visibili o meno, apparivano all’inizio della ricerca come un mero accumulo di informazioni difficilmente correlabili, sia l’una all’altra che in relazione all’ambiente originario circostante.
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6

Montalbano, Riccardo <1985&gt. "Il sistema stradale di Roma antica : aspetti amministrativi, archeologici e topografici (Foro Boario, Foro Olitorio e Campo Marzio)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14956.

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Mimmo, Milena. "Lo stoccaggio delle merci a Roma. Analisi architettonica, topografica e funzionale dei magazzini di età romana." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423542.

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Abstract:
One of the main purposes of this work is to provide an overall view of all urban storage structures, an aspect which was lacking in studies about the topography and urbanism of Rome. Another primary aim is to highlight the technical aspects of buildings, analyzing their structural and planimetric characteristics. This thesis furthermore went beyond mere technical aspects, identifying from the very beginning the importance of functional aspects, able to give back the real utilitarian nature of this kind of buildings. Lastly, the management aspects were considered. The research was conducted on storage structures within the urban space, which has been considered within the limits of the administrative organization of the Augustan regions. From a chronological point of view the research extended from the middle Republican age to the Severian age, periods which the examined structures are referred to. The research was conducted in a systematic way, dealing with a substantial amount of extremely heterogeneous data. Through an accurate survey, which considered all available sources, 195 warehouses were individuated. Each structure has been recorded according to homogeneous entries, in order to gather together, in a methodical and orderly way, the available data, end make them comparable. With regard to the methodology, the study carried out an accurate bibliographic examination, which entailed the consultation of a sizable bibliography based on issues related to the storage structures in Rome, the topography of Rome and storehouses in general. After this consultation, a review of epigraphic sources followed, affording evident information about ownership, kind of goods and of activities carried out in the structures. In addition to the consultation of principal catalogues, also on-line database was used (www.manfredclauss.de). At a later stage it took place a careful review of the fragments of Forma Urbis Romae, the marble map of Severian age, in which, among others represented buildings, numerous storehouses have also been recognized. Several revisions of the fragments then occurred, putting first the ones with a known topographical positioning. For such a work it has been possible to count on the Stanford Digital Forma Urbis Project on-line database (developed by Stanford University and by Soprintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma). Where it was possible, the direct approach to the structures has been preferred, so making a series of autoptic analysis to the remaining buildings, in order to obtain technical and structural information. Direct analysis were conducted not only in structures situated within archaeological areas but also in buildings situated in the underground part of some Churches. Upon these artifacts many direct surveys and analysis of the masonry structures were accomplished, and everything was equipped with photographic shoots. Finally there was the archive research (in particular on Archivio di Documentazione Archeologica at SSBAR), with the aim to make clear and complete some aspects that from other sources were incomplete. All the collected data merged into the Catalogue and represented then the foundation for the development and elaboration of the research. The work was developed in collaboration with some ongoing studies about similar subject matters, very important for an updated development. Among these, the project Entrepòts et lieux de stockage dans le monde grèco-romain antique (ANR-CNRS-IRAA-EFA), that dealing with warehouses within the Mediterranean basin, gave the chance of having an important comparison. Furthermore there is an ongoing collaboration for the completion of the on-line database Entrepots, of which the present research is integral part. Another collaboration was created with the Porticus Aemilia Project (SSBAR-KNIR), focused on the direct study, by excavation and structural analysis, of one of the most important buildings of Rome, and of this research itself. Finally an important contribution was given by the Chair of Archaeology at Sapienza Università di Roma, that from the very beginning provided the data of the project Imago Urbis, in this way giving a tangible support to the development of the topographic aspects and to the location of warehouses. The research work highlighted some particularly interesting aspects. The analysis of structural features for instance underlined the high level of attention used in making these serviceable buildings, from the foundations to the roofing, with specific devices directed to ensure the good stability of the building and the healthiness of the rooms for the conservation of goods. In particular the analysis was carried out distinguishing the constructive aspects of original phases from the following transformations, in order to make clear, through changes and holdovers, what really was important in the different ages. From this point of view modifications during Traian and Severian ages turned out to be particularly interesting. An original aspect of the research was the creation of a planimetric typology of storage structures. Although the previous literature about warehouses had already expressed in terms of “types”, there was a lacking of a systematic study thanks to which it was possible to distinguish various types. The work led to the identification of six basic types, whose variations are represented by the features of storage compartments and of logistic spaces (courtyards, aisles, compartments composition). The analysis of appearance and permanence of planimetric types permitted to individuate in functional aspects and in topographic conditionings the real reason which led to the diffusion and development of different planimetric plants. It is also fundamental the comprehension of topographic aspects, which see the storehouses concentrated in some specific areas. From the beginning the work individuated two urban macro-contexts, represented by the river compartment and by the inner one. It turned out to be particularly interesting the river context, hosting the main part of the warehouses. In this context the research individuated the chronological sequence of occupation of the river banks with storage structures and focused on the peculiarity in relation to the directions of arrival and to the types of goods. Thus the specificity of some riparian areas emerged, areas which were assigned to the reception and storage of some particular kinds of goods. This part of the research, that took in consideration also the infrastructures and urban contexts in which the storage buildings rose, can be considered as an important integration to the topographic knowledge of the city. Finally the research dutifully dealt with the analysis of functional aspects of the storage structures. The ongoing studies dealing with similar matters have a propensity for considering the warehouses not only as storage buildings, but also as multifunctional buildings, in which also other activities were practiced, such as sales, manufacturing, housing. From this research it emerged that Rome’s warehouses are perfectly compatible with this innovative view, which includes the storehouses in a much more dynamic consideration than the traditional one. Within the research some diagnostic elements were individuated, in order to define the exclusive storage function, or the multifunctional feature of the building, completing the analysis with the epigraphic sources. In the end, the epigraphic and literary sources contributed in a decisive way to the comprehension of managements aspects. Both the influence of private sector, and the influence of public one were analyzed, identifying a line of demarcation between these two sectors less clear than how it was expected. Both in fact provided transportation and storage of goods in the capital city, and both considering the warehouse building not only as a storage for goods, but also as a real estate able to give a return in terms of capital (through rents). The research thus gave the chance of highlight many interesting aspects about warehouses operation: on one side the careful planning and the large organization, on the other side the great versatility and variety of functions, goods and aims to which the warehouses were intended.
Uno degli obiettivi principali del lavoro è stato quello di fornire un quadro d’insieme di tutte le strutture urbane di stoccaggio, aspetto che mancava nell’ambito degli studi di topografia e di urbanistica di Roma. Altro obiettivo fondamentale è stato quello di mettere in luce gli aspetti tecnici degli edifici, analizzandone le caratteristiche strutturali e planimetriche. La tesi, in terzo luogo, si è spinta oltre i meri aspetti tecnici, individuando fin da subito l’importanza degli aspetti funzionali, in grado di restituire la vera natura utilitaria di questo tipo di edificio. Da ultimo sono stati considerati gli aspetti gestionali. La ricerca è stata condotta sulle strutture di stoccaggio all’interno dello spazio urbano, considerato nei limiti dell’organizzazione amministrativa delle regioni augustee. Dal punto di vista cronologico la ricerca si è estesa su un panorama compreso tra la media età repubblicana e l’età severiana, periodi a cui si riferiscono le strutture in esame. La ricerca è stata condotta con sistematicità, affrontando una cospicua mole di dati estremamente disomogenei. Tramite un accurato censimento, che ha preso in considerazione tutte le fonti disponibili sono stati individuati 195 magazzini, che hanno costituito la base del lavoro. Ciascuna struttura è stata schedata secondo voci omogenee, allo scopo di raccogliere in maniera sistematica e ordinata i dati disponibili e renderli confrontabili. Per quanto concerne la metodologia, la ricerca ha previsto un accurato spoglio bibliografico, che ha comportato la consultazione di una cospicua bibliografia incentrata sulle tematiche afferenti alle strutture di stoccaggio di Roma, la topografia di Roma e i magazzini in generale. A questa è seguita una revisione delle fonti epigrafiche, in grado di restituire informazioni esplicite riferite a proprietà, tipi di merci e di attività svolte all’interno delle strutture. Oltre alla consultazione dei principali repertori si sono sfruttate anche le banche-dati on-line. E’ seguita un’attenta revisione dei frammenti della Forma Urbis Romae, mappa marmorea di età severiana, nella quale, tra gli edifici rappresentati, sono stati riconosciuti anche numerosi magazzini. Il lavoro è proceduto con più revisioni dei frammenti, dei quali sono stati privilegiati quelli con collocazione topografica nota. Il lavoro ha potuto contare sull’utilizzo della banca-dati on-line del Stanford Digital Forma Urbis Project (curata dalla Stanford University e dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma). Dove possibile la ricerca ha prediletto l’approccio diretto alle strutture, conducendo quindi una serie di analisi autoptiche agli edifici superstiti, con il fine di ricavare informazioni tecniche e strutturali. Le analisi dirette sono state condotte tanto in strutture conservate all’interno di aree archeologiche, quanto in edifici conservati nei sotterranei di alcune Chiese. Su tali manufatti sono stati eseguiti rilievi diretti e analisi delle strutture murarie, corredando il tutto con riprese fotografiche. Infine sono state eseguite delle ricerche d’archivio (in particolar modo nell’Archivio di Documentazione Archeologica della SSBAR), con il fine di chiarire e completare alcuni aspetti cha dalle altre fonti risultavano incompleti. Tutti i dati raccolti sono confluiti nel Catalogo e hanno costituito la base per lo sviluppo e l’elaborazione della ricerca. Il lavoro ha potuto svilupparsi in collaborazione con alcune ricerche in corso su tematiche affini, fondamentali per uno sviluppo aggiornato del presente studio. Tra queste il progetto Entrpôts et lieux de stockage dans le monde grèco-romain antique (ANR-CNRS-IRAA-EFA), che occupandosi dei magazzini nel bacino del Mediterraneo ha fornito la possibilità di disporre di abbondanti confronti. Inoltre è in corso la collaborazione per il completamento della banca-dati on-line Entrpôts, di cui la presente ricerca è divenuta parte integrante. Si è sviluppata poi una collaborazione con il Porticus Aemilia Project (SSBAR – KNIR), incentrato sullo studio diretto, tramite scavo e analisi strutturale, di uno degli edifici più importanti di Roma e di questa ricerca. Infine un contributo importante è stato dato dalla cattedra di Archeologia dell’Università di Roma, cha ha messo fin dagli inizi a disposizione i dati del progetto Imago Urbis, fornendo così un tangibile aiuto allo sviluppo degli aspetti topografici e di posizionamento dei magazzini. Il lavoro svolto ha messo in luce alcuni aspetti particolarmente interessanti. L’analisi degli aspetti strutturali ha evidenziato ad esempio l’elevato grado di attenzione con cui queste strutture utilitarie furono costruite, dalle fondazioni alle coperture, con accorgimenti specifici volti a garantire la buona stabilità dell’edificio e la salubrità degli ambienti per la conservazione delle merci. In particolar modo l’analisi si è sviluppata distinguendo gli aspetti costruttivi delle fasi originarie dalla trasformazioni successive, in maniera da rendere evidente, tramite le modifiche e i mantenimenti, cosa realmente risultasse importante nelle varie età e cosa abbia costituito un progresso. Particolarmente interessanti, da questo punto di vista, sono risultate le tecniche costruttive, e dunque le modifiche strutturali, d’età traianea e severiana. Aspetto originale della ricerca è stata la creazione di una tipologia planimetrica delle strutture di stoccaggio. Sebbene la precedente letteratura, riferita a magazzini, si sia espressa parlando di “tipi”, si registrava l’assenza di uno studio sistematico di supporto per poter realmente distinguere tali “tipi”. Il lavoro ha portato all’individuazione di 6 tipi base, le cui varianti sono rappresentate dalle caratteristiche dei vani di stoccaggio e degli spazi logistici (cortili, corridoio, composizione dei vani). L’analisi della comparsa e della permanenza dei tipi planimetrici ha permesso di individuare negli aspetti funzionali e nei condizionamenti topografici le reali motivazioni che portarono alla diffusione e allo sviluppo dei diversi impianti planimetrici all’interno della città di Roma. Fondamentale è anche la comprensione degli aspetti topografici, che vedono i magazzini concentrati in alcune aree specifiche. Il lavoro è stato organizzato fin dall’inizio individuando due macrocontesti urbani, rappresentati dal comparto fluviale e da quello interno. Particolarmente interessante è risultato il contesto fluviale, ospitante la maggior parte dei magazzini. In esso la ricerca ha portato ad individuare la sequenza cronologica di occupazione delle rive con strutture di stoccaggio e ne ha messo a fuoco le peculiarità in relazione alle direttrici di arrivo e ai tipi di merci. E’ emersa così la specificità di alcune aree rivierasche deputate al ricevimento e allo stoccaggio di particolari tipi di merci. Questa parte della ricerca, che ha preso in considerazione anche le infrastrutture e i contesti urbani in cui sorsero gli edifici di immagazzinamento, si configura come un’integrazione alle conoscenze topografiche della città. Infine la ricerca si è doverosamente spinta nell’analisi degli aspetti funzionali delle strutture di stoccaggio. Le ricerche in corso che si occupino di tematiche affini, sono propense a considerare i magazzini non solo come edifici di stoccaggio, ma anche come edifici multifunzionali, nei quali fossero praticate cioè anche attività di vendita, lavorazione o abitazione. Dalla presente ricerca è emerso che i magazzini di Roma sono perfettamente compatibili con questo quadro innovativo, che inserisce i magazzini in un’ottica molto più dinamica di quella che la tradizione ha sino ad ora tramandato. Nella ricerca sono stati individuati ed esposti gli elementi diagnostici per determinare la funzione di stoccaggio esclusivo o di edificio multifunzionale, completando l’analisi con il contributo delle attestazioni epigrafiche. Infine le attestazioni epigrafiche e le fonti letterarie hanno contribuito in maniera determinante alla comprensione degli aspetti gestionali. E’ stata analizzata l’influenza del comparto privato e del comparto statale nella gestione dei magazzini, individuando una demarcazione meno netta del previsto tra le due realtà, entrambe coinvolte nella conduzione e nello stoccaggio di merci nella capitale ed entrambe in grado di sfruttare l’edificio magazzino, non solo come deposito per le merci, ma anche come bene immobiliare in grado di produrre capitali (tramite gli affitti). La ricerca ha permesso dunque di evidenziare molti aspetti interessanti correlati al funzionamento dei magazzini: da un lato, l’attenta programmazione e la grande organizzazione, dall’altro la grande versatilità e la varietà di funzioni, merci e usi cui i magazzini erano destinati.
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de, Toro Alfonso. "La escritura de imaginación como construcción de memoria: La escritura de imaginación como construcción de memoria: topografía del dolor y del placer o Más allá de la culpa: La vida doble de Arturo Fontaine." Archivo y memoria / ed. por Fernando A. Blanco ... Tempe, Ariz. 2013, S. 67-90 (Chasqui / Special issue series ; 5), 2013. https://ul.qucosa.de/id/qucosa%3A13115.

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Abstract:
La vida doble de Arturo Fontaine, premio de las Américas 2011, alcanza una segunda edición pocos meses de su primea publicación, ha sido por meses una de las diez novelas más leídas en Chile y ha sido recibida elogiosamente por una amplia crítica mundial, ya sea por Carlos Fuentes en El País, por David Gallagher en The Times Literary Supplement del The Sunday Times, por la Nación (de Buenos Aires) o el Mercurio (de Santiago/Chile). Es una de esas novelas que como se escribe en La Nación/Cultura "merecen perdurar"; yo diría una de las pocas que perdurarán y esto no por su transfondo político, que – con pocas excepciones – desgraciadamente es más o menos el aspecto más fuerte que se pone en relevancia en las críticas. La novela según Fontaine mismo, "es la historia de dos traiciones, es más psicológica que política" (YouTube), por ello, el impacto de la novela no radica en un tema general ya tratado tantas veces como lo es el de la tortura en la era de Pinochet, sino en la forma de tratar, de investigar una particularidad de esa tortura y en la bien acabada (vollendete) forma de narrarla. A este aspecto, dentro del tema de nuestro congreso Archivos y Memoria, es al cual dedicaré las próximas páginas: hacer resaltar la literariedad de la literatura.:E testimonio intestimoniable. - Vibración y sufrimiento con el cuerpo-martirizado y el sistema del torturador. - La voluptuosidad de la víctima-victimaria. - Resumen y conclusiones: "Inherencia de la contrario" y para qué sirve la memoria
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Moreau, Hélène. "Entre deux rives-entre deux ponts : l'île Tibérine de la Rome antique : histoire, archéologie, urbanisme des origines au Vè siècle après J.C." Thesis, Lille 3, 2014. http://www.theses.fr/2014LIL30047/document.

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Abstract:
L'île tibérine est l'île fluviale se trouvant sur le Tibre, à hauteur de Rome. sa première occupation connue remonte au iiie siècle av. j.-c., lors de l'installation d'un culte en l'honneur d'Esculape. Ll'île est également au centre d'un noeud de communication entre les deux rives du fleuve. L'objectif du travail sera d'étudier la place de l'île dans la ville de Rome, de retracer son évolution, déterminer ses fonctions ainsi que ses liens et interractions avec les quartiers mitoyens : le trastevere ou le forum boarium, par exemple. L'étude s'ouvrira donc aux ponts de Rome et à certaines zones riveraines de l'île.l'étude sera réalisée en reprennant les textes des historiens et géographes antiques, les inscriptions, les vestiges archéologiques et les récits des voyageurs modernes. Cette disposition topographique de Rome, au bord d'un fleuve, à proximité d'un îlot central, se retrouve dans d'autres villes antiques. Il sera intéressant, après avoir développé l'étude de l'île, de comparer la situation avec celle d'autres villes qui présentent les mêmes caractéristiques, comme Paris ou Antioche par exemple
Tiber Island, between Vrbs and Trastevere, is one of the topographical characteristic of the site ofRome. Its history and fame begun with the arrival of Asclepius, the Greek god of medicine brought fromEpidauros. No study went thoroughly back over the history and topography of this significant component ofroman scenery since the monograph written by M. Besnier in the early years of the 20th century. Nowadayscurrent developments in archeological research and new perspectives in roman topography throw new light onmany issues. This thesis aims to go back over the development, the town-planning but also the place the Tiberislet occupied in town. In this perspective, this is not just about grasping the island as a place but also as acomponent of roman landscape and urban development. Indeed Tiber island can only be apprehended at firstwithin its natural surroundings then its urban one. The island shows a high concentration of cults, which begunwith the advent of Aesculapius, who made it the “sacred island” thus permanently marking its topography.However, studying its planning and administration reveals it was real district too, with all the features as regardsarrangements and activities. At first on the fringe of the city, its integration to the city begun in the 2nd centuryBC until it was established as uicus Censori by the augustean reform. During the Imperial period, the island isalready seen as an old-settled part of the city, which will only know new changes with the banning ofpolytheistic cult
L’isola Tiberina, tra l’Vrbs e il Trastevere, costitui una delle particolarità topograficedel sito di Roma. La sua storia, ma supratutto la sua notorietà, comincia quando arriveEsculapio, il dio greco della medicina, importato da Epidauro. Dalla monografia di M.Besnier, pubblicata all’inizio del XX secolo, nessuna studia è tronata su questo soggetto inmodo approfondito. Ora, l’attualità della ricerca archeologica e le nuovi approci in topografiaromana getteno nuova luce su molte problematice. Duncque, questo lavoro propone diriesaminare l’evoluzione, gli insediamenti ma anche il ruolo dell’isola nella città. Inquest’ottica, non si considera solo l’isola in quanto luogo ma come elemento del paesaggio etdel urbanismo romani. Perché si posse capire l’isola Tiberina unicamente nel suo ambiante,innazi tutto naturale, poi urbano. L’isola si define soprattuto per la concentrazione di culti sulsuo territorio, iniziata dall’arrivo di Esculapio che l’insedia nel suo ruolo d’ « isola sacra » emarca definitavamente la sua topografia. Tuttavia, la studia del suo spazio et della suaamministrazione mostra che era anche un vero quartiere, di cui aveva tutti gli attributi inmateria di strutture ed attività. Inizialmente fuori dalla città, la sua intergrazione nelfunzionamento della città comincia dal II secolo a.C. fino alla riforma di Auguto che laistituisce uicus Censori. All’epoca imperiale, l’isola ostituisce già parte integrante della cittàda molto tempo, che conoscerà nuove trasformazioni col divieto del culto politeisti.Parole chiavi
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CANALE, Alessandra. "Dinamiche di popolamento e processi di trasmissione culturale nel comprensorio madonita attraverso la ricostruzione della viabilità antica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/444789.

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Abstract:
La ricerca sulle Madonie nasce con l’intenzione di approfondire l’evoluzione storica del popolamento sulla regione montana della Sicilia nord-occidentale. Il territorio, che solo in anni recenti è divenuto oggetto di più approfondite ricerche storico-archeologiche, si presenta estremamente ricco di risorse naturali e caratterizzato da un sostrato culturale variegato che abbraccia territori d’alta montagna, dediti ad una economia silvo-pastorale prettamente conservativa, e insediamenti costieri fortemente proiettati allo scambio e al commercio. A fine di comprendere lo sviluppo delle dinamiche d’insediamento di un’area molto estesa, si è proceduto anzitutto con la restituzione ipotetica dei principali assi viari antichi, fondata su documenti storici e cartografici di epoca medievale e moderna, seguita dalla verifica di eventuali resti di questi sul campo. Sono stati presi in esame dati noti da scavi, da indagini di superficie nonché da rinvenimenti fortuiti e occasionali. Si è proceduto quindi alla ricerca di insediamenti antichi sul territorio con un approccio metodologico basato sulla ricognizione estensiva di aree campione. Queste ultime sono state selezionate osservando una serie di parametri prestabiliti che tengono conto dell’aspetto geomorfologico e del rapporto dell’area in esame con le risorse naturali ad essa circostanti. La relazione topografica diretta con la maglia stradale antica, ipotizzata in precedenza, è un termine di preferenza costante nella scelta dei luoghi. Lo studio concede una panoramica storica aggiornata su un territorio ancora poco noto e sul rapporto uomo-ambiente nel corso del tempo, mettendo in luce l’importanza della viabilità antica come elemento dinamico del paesaggio antropico e veicolo di analisi dello stesso. L’elaborato, suddiviso in cinque capitoli, comprende: l’analisi del paesaggio naturale, il vaglio della documentazione storica, la descrizione della metodologia di ricerca sul campo, la redazione di una carta archeologica dei siti rinvenuti, la ricostruzione della maglia stradale antica basata sull’incrocio di dati noti con tutti i dati raccolti e si chiude con alcune note conclusive attraverso le quali si tenta una definizione delle dinamiche storiche di popolamento sulle Madonie.
The research on the Madonie mountains was born to investigate the historical evolution of settlement in the mountainous region of northwestern Sicily. The territory, which only in recent years has become the subject of more in-depth historical-archaeological research, is extremely rich in natural resources. It is also characterized by a varied cultural background that embraces high-mountain areas, dedicated to a naturally conservative agropastoral economy, and the settlements coastal areas heavily focused on trade and cultural exchanges. Having to understand the development of the settlement dynamics of a very large area, first of all, we have proceeded to the hypothetical restitution of the main ancient roads system using historical and cartographic documents of the medieval and modern times, followed by the verification of any remains of pavement and ancient infrastructures in place. After examining data from excavations and surface surveys, as well as accidental discoveries, the search has then carried on by a methodological approach based on the selection of samples areas. That latter was chosen by observing a series of pre-established parameters that take into account the geomorphological aspect and the relationship of the area in question with the surrounding natural resources. The direct topographical relationship with the ancient viability, previously hypothesized, is a term of constant preference in the choice of places to investigate. Overall, the study provides an updated historical overview of a still little known territory and of the relationship between man and environment over time, highlighting the importance of ancient roads as a dynamic element of the anthropic landscape and at the same time vehicle of its analysis. The paper, divided into five chapters, includes the analysis of the natural landscape, the sifting of historical documentation, the description of the field research methodology, the drafting of an archaeological map of the sites found, the reconstruction of the ancient road system based on the crossing of the known data and all the data collected and ends with some concluding notes with which a definition of the historical dynamics of the population on the Madonie is attempted.
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DUCATI, Fabrizio. "Aspetti tipo-cronologici e archeometrici delle ceramiche africane nel territorio di Cignana (Naro, AG, Sicilia)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/444196.

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Abstract:
Il progetto di ricerca, condotto in cotutela tra l'Università di Palermo e Aix-Marseille Université, si basa sullo studio delle ceramiche africane importate in Sicilia tra la fine del I e il VII secolo d.C.. La ricerca si basa sui frammenti - tutte le classi incluse - raccolti dal gruppo di ricerca di Palermo durante le ricognizioni archeologiche nei dintorni della villa romana di Cignana (Agrigento) e nell'entroterra di Termini Imerese (Palermo). L'approccio multidisciplinare archeologico ed archeometrico, condotto in collaborazione con diversi specialisti di queste discipline, ha permesso di definire l'origine delle diverse produzioni e di riflettere sulla loro circolazione in Sicilia, in un'ottica microregionale. Ciò permette di comprendere meglio l'evoluzione degli scambi economici tre le due province e di ricostruire le possibili rotte marittime e i circuti commerciali. I risultati saranno esposti in sei capitoli che tratteranno: Problematiche, metodologia e obiettivi della ricerca (Capitolo 1), Cignana: i luoghi e la loro storia (Capitolo 2), Catalogo dei siti e dei materiali ceramici (Capitolo 3), Analisi ragionata dei frammenti ceramici (Capitolo 4), Bilancio complessivo e confronto dei dati (Capitolo 5), Riflessioni conclusive per un'interpretazione storica, economica e sociale (Capitolo 6). La tesi termina con due appedici: Ceramiche dagli scavi di Cignana: campagne 1990, 1992, 2006 (Appendice 1) e Tavole (Appendice 2).
The research project, jointly carried out by the University of Palermo and Aix-Marseille University, focuses on the study of African potteries imported into Sicily between the end of the 1st and 7th century AD. The research is based on shards - all ceramic categories - collected by the Palermo team during archaeological surveys around the Roman villa of Cignana (Agrigento) and in the hinterland of Termini Imerese (Palermo). The multidisciplinary archaeological and archaeometric approach, carried out with the collaboration of several specialists in these disciplines, made it possible to define the origin of the different productions and to reflect on their circulation in Sicily, in a micro-regional framework. This allows us to better understand the evolution of economic exchanges between the two provinces and to reconstruct the potential maritime routes and commercial circuits. The results will be exposed in six chapters dealing with the Problems, methodology and objective of the research (Chapter 1), the site of Cignana: the places and their history (Chapter 2), the Catalog of sites and potteries (Chapter 3), the Analysis of pottery shards (Chapter 4), a Global evaluation and comparison of data (Chapter 5), and Conclusive observations for a historical, economic and social interpretation (Chapter 6). The thesis ends with two appendices: Pottery from the Cignana excavations: campaigns 1990, 1992, 2006 (Appendix 1), and Tables (Appendix 2).
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De, Simone Leopoldo. "Ecological aspects of plants inhabiting Mediterranean cliffs. Challenges and prospects of life in vertical environments." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2021. http://hdl.handle.net/10251/159877.

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Abstract:
[ES] Esta tesis investiga las oportunidades, desafíos y limitaciones para la investigación en el campo de la ecología vegetal, en el contexto de los acantilados mediterráneos. En concreto, las especies casmofiticas, cuyos hábitats naturales se caracterizan por su acusada pendiente. Las laderas de las montañas de piedra caliza en la proximidad del mar, en la parte central y occidental del área mediterránea se consideran objetos de estudio. Los estudios se llevaron a cabo en los cinturones costeros de montaña de las costas del noroeste de Sicilia y la costa diánica en la Comunidad Valenciana. El primer capítulo, titulado "The complexity of environmental factors: cliff microclimate", investiga la variabilidad del microclima del acantilado en tres áreas diferentes en Sicilia y España, analizando las condiciones ambientales creadas por el acantilado en una escala muy estrecha. Se recopilaron seis conjuntos de datos independientes y comparables que recogen las principales variables meteorológicas a lo largo de un período total de 18 meses. La gama resultante de condiciones ambientales se compara por pares a lo largo de dos gradientes ambientales principales: la orientación del acantilado Norte/Sur y la proximidad al mar. Además, los rasgos foliares intraespecíficos se utilizan para estudiar la variación en la respuesta funcional de las plantas que viven en las orientaciónes opuestas en una misma área de investigación. La variación resultante se correlaciona con la influencia de las condiciones microclimáticas creadas por la pendiente y el aspecto en los rasgos de la planta antes mencionados. El segundo capítulo, titulado "Compositional data and analyses of areas and plant communities in the coastal cliffs of the Valencian Community (Spain)", presenta una ordenación de los sitios de estudio y de las especies vegetales que habitan en las zonas de acantilados del cinturón montañoso a lo largo de las costas de la región diánica en el este de España. El estudio reveló correlaciones significativas entre las unidades de vegetación y los sitios con referencia a la amplia orientación geográfica Norte/Sur. Sin embargo, fue poco informativo con respecto a revelar las principales diferencias observadas en la estructura del conjunto de plantas relacionadas con laa variaciones microtopográficas registradas en el conjunto de datos. En el tercer capítulo, titulado "UAV (drone) surveys for the study of plant- microtopography relationships and for the conservation of rare species", se describe la metodología propuesta para investigar entornos verticales poco accesibles. También se analizaron los desafíos y las oportunidades de la investigación ecológica vegetal en estas áreas tipicamente inaccesibles. Un primer conjunto de datos comprende un censo visual parcial y total de dos especies endémicas de acantilados estrechos en las áreas de estudio españolas e italianas. Mediante el uso de la fotogrametría aérea de corto alcance y el modelado 3D, fue posible estudiar los efectos de la micro topografía en la segregación de nichos, tanto a nivel de comunidad como de especie. Se utilizaron métodos de ordenación para correlacionar las especies endémicas seleccionadas y conjuntos de plantas con factores ambientales como el aspecto local y global, la pendiente y la distancia desde los bordes de los acantilados. En el cuarto capítulo, titulado "Distribution, ecology, conservation status and phylogeography of Pseudoscabiosa limonifolia, a paleo-endemic chasmophytic species from Sicily (Italy)", se analiza en detalle la estructura filogeográfica de una especie endémica de acantilados, Pseudoscabiosa limonifolia (Caprifoliaceae, subfamilia Dipsacaceae), también considerando las relaciones filogeográficas con sus taxones más próximos. Además, su distribución total se determinó mediante observaciones de campo, caracterizando su hábitat y evaluando su estado de conservación como Vulnerable de acuerdo con las
[CA] Aquesta tesi va investigar les oportunitats, reptes i limitacions per a la investigació en el camp de l'ecologia vegetal, en el context dels penya-segats mediterranis. En concret, les espècies casmofitiques, amb hàbitats naturals que es caracteritzen pel seu acusat pendent. Les vessants de les muntanyes de pedra calcària en la proximitat del mar, a la part central i occidental de l'àrea mediterrània són considerats objectes d'estudi. Els estudis es portaren a terme als cinturons costers de muntanya de les costes del nord de Sicília i la costa diànica a la Comunitat Valenciana. El primer capítol, titulat "The complexity of environmental factors: cliff microclimate", investiga la variabilitat del microclima del penya-segat en tres àrees diferents de Sicília i Espanya, analitzant les condicions ambientals creades pel penya-segat a una escala molt estreta. Es recopilen sis conjunts de dades independents i comparables que reconeixen les principals variables meteorològiques a llarg termini durant un període total de 18 mesos. Les dades resultants de les condicions ambientals es comparen per parells al llarg de dos gradients ambientals principals: l'orientació del penya-segat Nord/Sud i la proximitat a la mar. A més, els trests foliars intraespecífics s'utilitzen per estudiar la variació en la resposta funcional de les plantes que habiten orientacions oposades dins d'un àrea d' investigació. La variació resultant es correlaciona amb la influència de les condicions microclimàtiques creades pel vessant i els aspectos funcionals dels trets vegetals esmentats. El segon capítol, titulat "Compositional data and analyses of areas and plant communities in the coastal cliffs of the Valencian Community (Spain)", presenta una ordenació dels llocs d'estudi i de les espècies de plantes que habiten a les zones de penya- segats del cinturó de muntanya al llarg de les costes de la regió diànica de España. L'estudi va a revelar correlacions significatives entre les unitats de vegetació i els llocs amb referència a l'amplias orientació geogràfica Nord/Sud. No obstant aixó, va ser poc informatiu per poder revelar les diferències observades en l'estructura del conjunt de plantes relacionades amb les variacions microtopogràfiques registrades al conjunt de dades Al tercer capítol, titulat "UAV (drone) surveys for the study of plant-microtopography relationships and for the conservation of rare species", es descriu la metodologia proposada per a investigar entorns verticals poc accessibles. També es van analitzar els reptes i les oportunitats de la investigació ecològica vegetal en aquestes àrees normalment inaccesibles. Un primer conjunt de dades inclou el cens visual parcial i el total de dues espècies endèmiques de penya-segats a les àrees d'estudi espanyoles i italianes. Mitjançant la fotogrametria aèrea a curt abast i el modelat 3D, va ser possible estudiar els efectes de la microtopografia en la segregació de nínxols, tant a nivell comunitari com d'espècies. Es van utilitzar mètodes d'ordenació per a correlacionar les espècies endèmiques seleccionades i conjunts vegetals sencers amb factors ambientals com ara l'aspecte local i global, el pendent i la distància de les vores dels penya-segats. En el quart capítol, titulat "Distribution, ecology, conservation status and phylogeography of Pseudoscabiosa limonifolia, a paleo-endemic chasmophytic species from Sicily (Italy)", que s'analitza en detall l'estructura filogeográfica d'una espècie endèmica de penya-segats, Pseudoscabiosa limonifolia (Caprifoliaceae, subfamilia Dipsacaceae), considerant tambè les relacions filogeogràfiques amb els seus taxons més propers. A més, la seva distribució total es va determinar mitjançant observacions de camp, caracteritzant el seu hàbitat i avaluant el seu estat de conservació com a Vulnerable, d'acord amb les directrius de la llista roja de la UICN.
[EN] This thesis investigated opportunities, challenges and limitations for plant ecological research in the context of Mediterranean cliffs. In particular, chasmophytic species, whose natural habitats are very steep, limestone mountain slopes in the proximity of the sea, in the Central and Western part of the Mediterranean area are considered as study objects. Studies were carried out in the coastal mountain belts of both North-western Sicily and Dianic coasts in the Valencian Community (Spain). The first chapter, entitled "The complexity of environmental factors: cliff microclimate", investigates the variability of cliff microclimate in three different areas in Sicily and Spain, analysing the environmental conditions created by the cliff at very fine scale. Six independent and comparable datasets including the main meteorological variables were compiled in a total period of 18 months. The resulting spectra of environmental conditions are compared pairwise along two key environmental gradients: North/South cliff orientation and proximity to the sea. Intraspecific leaf traits are used in order to investigate variations in the functional response of plants living on opposite orientations. The resulting variation is then correlated with the influence of microclimatic conditions created by slope and functional aspects of the aforementioned plant traits. The second chapter, entitled "Compositional data and analyses of areas and plant communities in the coastal cliffs of the Valencian Community (Spain)", presents an ordination of the study sites and of the plant species inhabiting the cliff zones of the mountain belt along the coasts of the Dianic region in Eastern Spain. The study revealed significant correlations between the vegetation units and the sites with reference to the broad North/South geographical orientation. However, it was poorly informative in respect to reveal the major differences observed in the structure of the plant assemblage related to the micro- topographic variations recorded in the dataset. In the third chapter, entitled "UAV (drone) surveys for the study of plant- microtopography relationships and for the conservation of rare species", a proposed survey methodology for investigating inaccessible vertical environments is described. Challenges and opportunities of plant ecological research in these typically inaccessible areas were also analysed. A first set of data is comprised of partial and total visual census of two narrow endemic cliff species in the Spanish and Italian study areas. Through the use of aerial close- range photogrammetry and 3D modelling, it was possible to study the effects of micro-topography on niche segregation, both at community and species level. Ordination methods were used to correlate selected endemic species and entire plant assemblages to environmental factors such as local and global aspect, slope and distance from cliff edges. The fourth chapter, entitled "Distribution, ecology, conservation status and phylogeography of Pseudoscabiosa limonifolia, a paleo-endemic chasmophytic species from Sicily (Italy)", is addressed to analyse in details the phylogeographic structure of a cliff narrow endemic species, Pseudoscabiosa limonifolia (VAHL) DEVESA (Caprifoliaceae, subfamily Dipsacaceae), also taking in consideration its closest sister taxa. Furthermore, its total distribution was determined by field surveys, characterizing its habitat, and assessing its conservation status as Vulnerable according to IUCN red list guidelines.
De Simone, L. (2020). Ecological aspects of plants inhabiting Mediterranean cliffs. Challenges and prospects of life in vertical environments [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/159877
TESIS
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LOPEZ, GARCIA ANTONIO. "Las estructuras de la Piazza della Madonna di Loreto (Roma): ¿El Athenaeum de Adriano?" Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/856101.

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Abstract:
Italiano: A partire dal 2007, nell’area di Piazza Venezia a Roma, sono stati realizzati alcuni sondaggi archeologici per la costruzione di una stazione per la Linea C della metropolitana. Nel sondaggio S14, quello realizzato nella Piazza della Madonna di Loreto, sono state trovate una serie di strutture appartenenti a diversi periodi storici:dal periodo tardo-repubblicano all’età moderna. Le strutture, appartenenti all’età adrianea, hanno aperto un intenso dibattito tra gli studiosi poiché i tecnici della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma hanno proposto l’identificazione di queste strutture con quelle dell’Athenaeum dell’imperatore Adriano, un’istituzione accademica a noi nota grazie alle fonti letterarie. Purtroppo le scarse fonti a nostra disposizione, relative a questa istituzione, non hanno permesso fino ad ora di proporre un’ubicazione per l’Athenaeum di Adriano. Español: A partir del 2007, en el área de la Piazza Venezia en Roma, se realizaron una serie de sondeos arqueológicos para la construcción de una estación para la Línea C del metro. En el sondeo S14, realizado en la Piazza della Madonna di Loreto, se han encontrado una serie de estructuras pertenecientes a diversos periodos de la historia: desde el periodo tardo-republicano a la Edad Moderna. Las estructuras pertenecientes a la época adrianea han abierto un intenso debate entre los estudiosos, pues los técnicos de la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma han propuesto la identificación de estas estructuras con las del Athenaeum del emperador Adriano, una institución académica conocida gracias a las fuentes literarias. Por desgracia, la ausencia de fuentes a nuestra disposición relativas a esta institución, no han permitido hasta ahora proponer una ubicación para el Athenaeum de Adriano. English: Since 2007, in the area of ​​the Piazza Venezia in Rome, a series of archaeological surveys for the construction of a station for Metro Line C were performed. In the survey S14, conducted in the Piazza della Madonna di Loreto, found a number of structures belonging to different periods of history from the late-Republican period to the Modern Age. The structures belonging to the Hadrian era have opened an intense debate among scholars, because technicians from the Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma have proposed the identification of these structures with the Athenaeum of Emperor Hadrian, an academic institution known through literary sources. Unfortunately, the absence of sources at our disposal concerning this institution have not allowed yet to propose a location for Hadrian's Athenaeum.
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VALLI, BARBARA. "I funerali imperiali dai precedenti tardo-repubblicani a Settimio Severo: aspetti topografici e rituali." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/558342.

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MELMELUZZI, EDOARDO. "Divinità, riti e culti dei soldati in servizio a Roma, in rapporto con le pratiche religiose dei civili e con la topografia cittadina." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1637595.

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Abstract:
Nella tesi vengono indagate le forme di vita religiosa dei corpi militari in servizio a Roma in età imperiale (coorti pretorie, statores, equites singulares Augusti, frumentarii, coorti dei vigili, coorti urbane, distaccamenti delle flotte) partendo da un riesame di tutta la documentazione epigrafica disponibile. La prima parte è dedicata ad un’attenta analisi storico-religiosa delle singole milizie, mentre negli ultimi capitoli vengono proposti un repertorio generale dei culti militari, un inquadramento topografico delle iscrizioni votive, un’analisi delle relazioni sociali sul piano religioso e infine un’analisi dei rapporti tra le datazioni epigrafiche e il calendario militare. Lo studio nel suo complesso permette di mettere in luce le analogie e differenze esistenti tra popolazione militare e popolazione civile nell’approccio alla sfera del sacro, sottolineando comunque le particolarità dei singoli corpi militari rispetto agli altri.
The thesis investigates the forms of religious life of the military corps serving in Rome in the Imperial Age (cohortes praetoriae, statores, equites singulares Augusti, frumentarii, cohortes vigilum, cohortes urbanae, fleet detachments), starting from a review of all the available epigraphic documentation. The first part is dedicated to a careful historical and religious analysis of each corps. Whereas the last chapters propose a general repertoire of military cults, a topographical framework of votive inscriptions, an analysis of the social relations on the religious level and lastly an analysis of the relationships between the epigraphic dating and the military calendar. The study as a whole makes it possible to highlight the similarities and differences between the military population and the civilian population in the approach to the sphere of the sacred, while underlining the particularities of each military corps compared to the others.
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GRAZIAN, ANDREA. "Il Cispio e le sue adiacenze in età antica. Storia urbana e analisi topografica di un settore dell'Esquilino." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1189402.

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Abstract:
La ricerca è stata avviata col fine di analizzare la topografia storica di uno dei settori della città antica meno conosciuti: il Cispio. Ci si è così proposti di restituire la storia urbana di una delle aree di Roma che, a causa di una marginalità evidente all’interno delle fonti letterarie risulta tra le più neglette negli studi contemporanei. A livello metodologico si è operato distinguendo tre differenti livelli: analitico, sintetico e interpretativo. Nella struttura della ricerca si è imposta una qualche ridondanza nella organizzazione e nell’analisi delle fonti disponibili, interrogandole sulle diverse tematiche affrontate e riarticolandole secondo prospettive interpretative differenti. La natura stessa del dossier non ha consentito, infatti, una narrazione continua e cronologicamente ordinata, a cui si è così rinunciato. La raccolta dei dati ha mirato a ricostruire ogni ritrovamento occorso lungo la superficie del Cispio, confluito poi nella carta archeologica, che costituisce la parte catalogica di questo lavoro. Ad un livello successivo, quello di sintesi, si è scelto di esaminare ogni tematica topografica sotto una duplice prospettiva quella delle fonti archeologiche e quella delle fonti scritte, cercando in questo modo sia di distinguere il più possibile la lettura dall’interpretazione, sia di valorizzare un dossier di sua natura poco “parlante”. Sono state così affrontate problematiche quali la toponomastica e la topografia, le suddivisioni dello spazio urbano, la viabilità e gli spazi pubblici e i luoghi di culto nell’ambito delle fonti scritte. Per quelle archeologiche, invece, si sono esaminate le dinamiche dello sviluppo pre-urbano, il tessuto insediativo, la viabilità e, seppur brevemente, l’analisi dei reperti mobili. Un apposito spazio, inoltre, è stato dedicato alla complessa problematica della localizzazione del tempio di Giunone Lucina sul Cispio, di fatto il solo edificio che le fonti antiche situano con certezza sul mons. La proposta di localizzazione, ottenuta tramite l’analisi integrata del dossier archeologico con quello letterario ed epigrafico, si è giovata in gran parte della ricerca archivistica sopramenzionata. Si è tentato comunque, per quanto possibile, di restituire un quadro e un areale accettabile per la localizzazione del luogo di culto, e successivamente indagare le distinte possibilità, avanzando una proposta specifica. Infine, ad un ultimo livello più interpretativo si sono analizzate le problematiche di storia urbana dell’area. In questo senso, proprio a causa della limitatezza delle fonti letterarie disponibili il lavoro si è giovato del dossier epigrafico per approfondire il paesaggio religioso e la storia sociale del quartiere. Sulla prima tematica, sostanzialmente limitata alla festività dei Matronalia ci si è proposti di chiarire la ritualità connessa alla celebrazione delle feste in onore della dea, al suo contesto storico ed alle vicende connesse alla fondazione del tempio, tra le più dibattute nella storia degli studi. Sulla storia sociale del quartiere è stata indagata e verificata la presenza di specifiche forme di sociabilità connessa alla eventuale caratterizzazione “professionale” di alcune aree del Cispio. Contestualmente si è cercato di comprendere e ricostruire la presenza di memorie di famiglie nella toponomastica, ed infine, di tracciare un quadro degli abitanti del quartiere, provando a riconoscerne le abitazioni e analizzando i caratteri specifici del popolamento. L’obiettivo finale è stato quello di colmare un vuoto nella storia urbana della città antica, cercando di comprendere l’area nella sua integrità e il complesso sistema di fonti ad essa associate.
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