Academic literature on the topic 'Test standardizzati'

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Journal articles on the topic "Test standardizzati"

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Angelucci, Anna. "La scuola di tutti e per ognuno. Meritocrazia selettiva e cooperazione inclusiva." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 45 (February 2013): 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045004.

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Abstract:
La cooperazione appare, sia da un punto di vista biologico sia da un punto di vista culturale, come una modalitÀ comportamentale che gli esseri umani hanno sviluppato per garantirsi vantaggi evoluzionistici di tipo individuale e/o sociale. Anche nell'attivitÀ pedagogica e formativa, l'approccio cooperativo, centrato sulla costante valorizzazione dei processi di apprendimento nel percorso d'istruzione, costituisce la scelta privilegiata dai docenti italiani, nelle scuole di ogni ordine e grado. Tuttavia, negli ultimi anni, con l'istituzione di un sistema di valutazione nazionale (Invalsi), il Miur sta introducendo nuove forme di competizione tra docenti, studenti, classi e scuole, adottando modelli anglosassoni basati sul paradigma della meritocrazia misurata attraverso test standardizzati. Forme di competizione che favoriscono la diffusione di comportamenti opportunistici e individualistici e che impediscono la realizzazione del fine ultimo dell'istruzione e della conoscenza: l'emancipazione da condizioni di partenza svantaggiose o inique e l'acquisizione di un ventaglio di capacitÀ soggettivamente significativo per formulare e realizzare il nostro progetto di vita.
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Demartini, Silvia, Silvia Sbaragli, and Elena Franchini. "Il lessico specialistico della matematica in prospettiva interdisciplinare: rilievi dalle prove standardizzate." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 99–136. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.04.

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Abstract:
Il presente lavoro propone un’analisi interdisciplinare di 6 item inclusi nel pre-test delle prove standardizzate di matematica di quinta elementare del Canton Ticino (Svizzera). Il pre-test è stato somministrato nell’ottobre 2019 a un campione significativo di circa 440 studenti in ingresso in prima media e gli item qui esaminati riguardano la conoscenza del lessico specialistico. I risultati mostrano una diffusa difficoltà nella comprensione e nella gestione dei termini geometrici. In conclusione, questo articolo vuole ricordare che il lessico rappresenta un livello linguistico ricco e complesso, sul quale è importante investire tempo e attenzione nella didattica disciplinare.
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Grazzani, Ilaria, Valeria Cavioni, Veronica Ornaghi, and Alessandro Pepe. "Il Test of Emotion Comprehension (TEC): per bambini dai 3 ai 10 anni proprietà psicometriche, punteggi di riferimento e utilizzo in ambito tipico e atipico." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2020): 907–27. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-003006.

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Abstract:
Il presente lavoro è finalizzato a fornire ulteriore robustezza psicometrica al Test of Emotion Comprehension (TEC), strumento standardizzato per valutare la comprensione delle emozioni in età prescolare e scolare. Lo studio esplora la struttura fattoriale e l'invarianza di genere e di età in un ampio campione di bambini del nord e del centro Italia (N = 1,478, M =755; F =723) tra i 3 e i 10 an-ni. Presenta, inoltre, nuovi punteggi normativi di riferimento con benchmark di sei mesi. L'analisi fattoriale confermativa verifica la struttura psicometrica originale del TEC. Si discutono le implicazioni del suo utilizzo nella valutazione di profili tipici e atipici, e nell'ambito della ricerca.
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Tessari, Alessia, Alessio Toraldo, Alberta Lunardelli, Antonietta Zadini, and Raffaella Ida Rumiati. "Prova standardizzata per la diagnosi del disturbo aprassico ideomotorio selettivo per tipo di gesto e tipo di effettore." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2013): 311–39. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003001.

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Abstract:
Questo lavoro propone un nuovo strumento psicometrico per diagnosticare l'aprassia ideomotoria. A partire da modelli cognitivi che assumono l'esistenza di due processi cognitivi per l'imitazione di gesti, distinti funzionalmente e anatomicamente (una via semantica per l'imitazione dei gesti conosciuti e una via diretta per la riproduzione di gesti nuovi), il test mira a identificare deficit selettivi in base al contenuto (gesti conosciuti vs gesti nuovi) e al segmento dell'arto superiore che esegue il movimento (distale vs prossimale). Diagnosticare in modo adeguato il disturbo aprassico ideomotorio e infatti una condizione necessaria per programmare l'iter riabilitativo dei pazienti con lesioni cerebrovascolari.
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Galletti, Alessandra, and Beate Weyland. "LEA: una ricerca europea per diffondere la progettazione condivisa di spazi scolastici. Colegio Italiano a Bogotà: un caso applicativo." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 250–70. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.363.

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Abstract:
Architettura e pedagogia hanno un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità educativa di una scuola, il Progetto di Ricerca Europeo Learning Environment Applications (LEA), ha come fine la diffusione delle esperienze interdisciplinari partecipative per la progettazione degli spazi scolastici (Woolner, 2018), chiamata nei paesi germanofoni “fase zero”(Weyland, 2018). Nel Progetto LEA sono stati oggetto di indagine vari campi applicativi utili alla diffusione della “Fase 0” (Woolner, 2010); sarà quindi affrontato il tema della progettazione di strumenti (Weyland, 2017) rivolti a personale scolastico, progettisti, amministratori, per standardizzare le attività delle fasi 0 e velocizzare la raccolta delle esigenze dei partecipanti. Infine sarà presentata l’eperienza della fase di test dei prototipi, in un percorso di progettazione condivisa per il ripensamento degli spazi nella Scuola italiana Leonardo da Vinci a Bogotá in Colombia.
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Mozzanica, F., L. Scarponi, S. Pedrali, N. Pizzorni, C. Pinotti, F. Foieni, G. Zuccotti, and A. Schindler. "Dysphagia screening in subacute care settings using the Italian version of the Royal Brisbane and Women’s Hospital (I-RBWH) dysphagia screening tool." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 1 (February 2017): 25–31. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1057.

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Abstract:
La maggior parte dei test di screening per la disfagia è stato sviluppato per essere utilizzato in pazienti con stroke. Solo pochi strumenti risultano applicabili a popolazioni più eterogenee di pazienti, come quelli ricoverati nelle unità di cure per Sub-acuti. Tra questi, il Royal Brisbane and Women’s Hospital (RBWH) dysphagia screening tool è stato concepito per essere utilizzato da personale infermieristico e possiede un’eccellente sensibilità e specificità. Al momento non è disponibile una versione italiana di questo strumento. Scopo del lavoro è di analizzare l’affidabilità e l’accuratezza nello screening della versione italiana del RBWH (I-RBWH) dysphagia screening tool. A tal fine sono stati arruolati 105 pazienti, tutti ricoverati presso l’unità di cure Sub-acute. Ogni paziente è stato valutato con il I-RBWH dysphagia screening tool da personale infermieristico (per due volte) e da una logopedista. Quest’ultima, non solo era all’oscuro dei risultati ottenuti durante la valutazione infermieristica, ma ha anche eseguito una valutazione standardizzata delle abilità deglutitorie utilizzando il Mann Assessment of Swallowing ability (MASA). L’affidabilità intra- e inter-rater si sono rilevate soddisfacenti. Il confronto tra i risultati ottenuti dal personale infermieristico durante la somministrazione del I-RBWH e i punteggi del MASA hanno dimostrato un’eccellente sensibilità (93%), specificità (96%), valore predittivo positivo (90%) e valore predittivo negativo (97%). Questi dati supportano l’affidabilità e l’accuratezza del I-RBWH dysphagia screening tool nello screening della disfagia nei pazienti ricoverati nelle unità di cure per Sub-acuti. Il suo utilizzo in clinica è pertanto raccomandabile.
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Jáuregui-Renaud, K., C. Aranda-Moreno, and A. Herrera-Rangel. "Utricular hypofunction in patients with type 2 diabetes mellitus." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 05 (October 2017): 430–35. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1243.

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Abstract:
L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la funzione utricolare e la funzione dei canali semicircolari laterali in pazienti con diabete mellito di tipo 2, con o senza cadute, afferenti all’assistenza sanitaria di base. Sono stati arruolati 101 pazienti con diabete mellito di tipo 2 (26 con storia di cadute, 75 senza), di età compresa tra 34 e 84 anni, e 51 volontari sani di età compresa tra 40 e 83 anni, i quali hanno negato vertigini, capogiri, instabilità, ipoacusia o disordini neurologici. Nessuno di loro era in cerca di cure per deficit sensoriali o dell’equilibrio. Dopo aver effettuato una valutazione clinica e dopo aver indagato i sintomi relativi alla sfera dell’equilibrio con l’ausilio di un questionario standardizzato, la funzione dei canali semicircolari laterali è stata studiata con il test sinusoidale alle velocità di 0,16 Hz e 1,28 Hz (il picco della velocità è stato fissato a 60°/s); la funzione otolitica, invece, è stata studiata con la verticale visiva soggettiva, determinata sia tramite test statico sia tramite test dinamico, durante centrifugazione unilaterale (300°/s a 3.5 cm); è stata eseguita inoltre la posturografia statica, su pedana soffice e dura, ad occhi aperti e chiusi. Confrontando i risultati ottenuti nei pazienti diabetici e in quelli sani, i pazienti diabetici hanno mostrato risposte inferiori alla centrifugazione unilaterale, ma risposte simili alla stimolazione dei canali semicircolari laterali, indipendentemente da età, neuropatie periferiche o storia di cadute (ANCoVA p < 0.05). I pazienti con storia di cadute, rispetto a quelli senza storia di cadute, erano per lo più donne e hanno raggiunto più facilmente un punteggio maggiore o pari a 4 al questionario sui sintomi relativi al senso dell’equilibrio; tuttavia i due gruppi hanno mostrato simili età, indice di massa corporea e neuropatia periferica. Nei pazienti con diabete di tipo 2, afferenti all’assistenza sanitaria di base e non in cerca di cure per deficit sensoriali o dell’equilibrio, la funzione utricolare potrebbe essere alterata, anche in assenza di disfunzione dei canali semicircolari laterali o di storia di cadute.
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Dissertations / Theses on the topic "Test standardizzati"

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FIORE, BRUNELLA. "I ragazzi sono più bravi in matematica? Interpretare la relazione tra genere e competenze matematiche con il supporto dei dati PISA 2003." Doctoral thesis, Università di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/170781.

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Abstract:
Scopo di questa tesi è cercare di legare due dimensioni, quella del genere e quella delle performance nei test standardizzati in matematica , in un discorso che mira ad esplorarne la relazione. La riflessione su genere e matematica inizierà, nel capitolo 1, con un approfondimento di quelli che si ritengono i concetti chiave di natura sociologica in grado di riempire di significato il processo di riflessione dell’interazione tra costruzione sociale del genere ed apprendimenti in matematica. Per questa ragione l’attenzione si soffermerà sulla costruzione delle identità di genere e sulla strutturazione degli stereotipi di genere, sul modo in cui agiscono e sugli effetti che questi possono avere sulle performance in matematica. Il processo di socializzazione da un lato e le caratteristiche socio-economiche e culturali dall’altro possono in effetti esercitare un ruolo fondamentale nella definizione dei ruoli di genere e conseguentemente sulle differenti performance di ragazzi e ragazze negli apprendimenti. Nel capitolo 2, si vedrà come la scuola sia parte integrante di questo processo di definizione delle identità di genere perché, insieme alla famiglia, costituisce il soggetto di socializzazione più importante (Ghisleni, Moscati 2001). La lunga storia di esclusione delle donne dai luoghi del sapere matematico, ha fatto in modo che, per molto tempo, un sistema di disuguaglianze strutturato dalle differenze di genere negli apprendimenti fosse considerato come scontato e “naturale” anche all’interno dei processi di istruzione. Solo a partire dagli anni settanta, grazie ai movimenti di rivendicazione dei diritti delle donne, si è iniziato a mettere in discussione la naturalità delle differenze nei risultati degli apprendimenti e si è dato avvio ad un processo di decostruzione delle differenze che ha prestato particolare attenzione a quanto accade all’interno delle scuole. I sistemi educativi dei paesi occidentali tendenzialmente accolgono e traducono, a partire da questo periodo, le prospettive femministe in politiche educative volte ad intervenire sulla riduzione del gap nei risultati degli apprendimenti di ragazze e ragazzi. Nel capitolo 3 il focus dell’analisi si restringerà ai risultati di ricerca che hanno specificamente interessato lo studio delle relazioni tra risultati nei test di matematica nell’istruzione e il genere. Gli studi nel contesto nazionale sono ancora scarsi e necessariamente bisogna osservare quello che ormai da quarant’anni accade oltre i confini italiani. Il dibattito internazionale verte sul comprendere l’entità delle differenze di genere e la misura in cui queste siano riconducibili ai fattori di contesto sociale (sulle quali quindi è possibile intervenire) o ai fattori di tipo biologico che riguardano quindi caratteristiche ascritte dell’individuo. In merito a questo dibattito è necessario sottolineare come, tra i ricercatori, sia diffusa la convinzione della necessità di un approccio integrato (Halpern, Wai, Saw 2005). Nella seconda parte della tesi si verificheranno una serie di ipotesi con il supporto dei dati PISA 2003. I dati a disposizione non consentono di testare le ipotesi relativamente alle eventuali caratteristiche innate degli individui; ciononostante permettono di studiare alcune caratteristiche di contesto che forniscono informazioni sullo status socio-economico e culturale della famiglia di origine, su alcuni tratti del processo di socializzazione e sulle caratteristiche delle scuole in cui gli studenti e le studentesse sono inseriti. Nello specifico, i capitoli 4, 5, 6 e 7 affronteranno in modo dettagliato le ragioni della diffusione della cultura della valutazione nei sistemi di istruzione dei paesi occidentali oltre a evidenziarne i punti di forza ed i punti di debolezza che ancora presenta questo controverso sistema di indagine. Sempre in questa parte, proprio per restituire al lettore l’accuratezza della struttura di accountability e l’esperienza fatta propria rispetto alle precedenti indagini, si cercherà di offrire un quadro esaustivo della complessa metodologia sottostante al sistema di valutazione degli apprendimenti PISA. Le modalità di costruzione degli items si basano su una serie di prassi all’avanguardia come l’utilizzo delle tecniche DIF-Differential Items Functioning, una fitta rete di comunicazione tra i paesi, la continua ricerca di tecniche innovative di strutturazione, il ricorso alle metodologie di Rasch per il computo del livello di performance degli studenti, i plausible values, l’affidabilità di stime calcolate il metodo BRR “Belanced Repeated Replication” e l’analisi multilivello; tutti questi sono strumenti che PISA mette a disposizione per rendere più preciso ed accurato l’impianto metodologico dell’indagine. Nell’ultima parte, nei capitoli 9 e 10, infine, si entrerà nel cuore dell’analisi. Verranno qui presentati e testati gli interrogativi di ricerca. L’analisi condotta dal Consorzio Internazionale sui dati PISA 2003 evidenzia una serie di differenze di genere in matematica a svantaggio delle ragazze (Oecd 2003c).
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Cordoni, Melissa <1991&gt. "Valutazione delle abilità pragmatiche nella popolazione sorda: un primo tentativo di riadattamento e somministrazione del test standardizzato APACS." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12476.

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Abstract:
Questo progetto di ricerca ha come obiettivo quello di indagare le abilità pragmatiche della popolazione sorda attraverso il riadattamento di un test standardizzato. APACS (Assessment of Pragmatic and Cognitive Substrates) valuta le abilità pragmatiche verbali relativamente alla dimensione del discorso e del significato non-letterale, prevedendo la somministrazione di due task di Produzione (Intervista e Descrizione) e quattro task di Comprensione (Brani, Linguaggio Figurato 1, Umorismo e Linguaggio Figurato 2). APACS è stato riadattato al fine di renderlo accessibile alla popolazione sorda, utilizzando una modalità scritta invece che orale in molte delle sottoprove. La tesi riporterà in dettaglio la metodologia adottata e i primi risultati della somministrazione del test.
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ROMBI, MILENA. "LA CONOSCENZA DELLA STORIA DEL NOVECENTO IN USCITA DALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918461.

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Abstract:
SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA DOTTORATO CONSORTILE IN PEDAGOGIA SPERIMENTALE – XXIV CICLO Presentazione della tesi di dottorato di MILENA ROMBI La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado. Un’indagine empirica sui livelli di conoscenza, rappresentazioni ed esperienze didattiche degli studenti neo-diplomati dell’Università “Sapienza” Il nodo problematico da cui muove la ricerca è dato dalla percezione dell’esistenza di un vuoto di conoscenza a conclusione del ciclo di studi secondario superiore in ordine alla storia contemporanea, segnatamente di quella relativa alla seconda metà del Novecento. Vuoto di conoscenza che viene denunciato come particolarmente diffuso nonostante il mirato – e ormai non più recente – intervento legislativo con cui sono stati riformati i programmi al fine di “sancire il principio dell’inderogabilità di uno studio adeguato e approfondito della storia del XX secolo sino ai nostri giorni” (Decreto Ministero della Pubblica Istruzione n. 682, 4 novembre 1996). L’esperienza maturata, come docente, nel campo specifico dell’insegnamento della storia nelle classi terminali delle scuole superiori, implementata dal confronto con numerosi storici contemporaneisti e dall’acquisizione degli esiti di sondaggi recenti sul rapporto dei giovani con l’apprendimento storico, è stata determinante nella messa a fuoco del problema. In particolare, ha consentito di rilevare e approfondire una palese contraddizione: da una parte è ampiamente riconosciuto il contributo che la storia più recente arreca ai fini della comprensione delle “radici del presente”, all’acquisizione di fondamentali competenze di cittadinanza attiva, all’orientamento critico nella complessità del reale; dall’altra si riscontra una diffusa disattenzione alla traduzione di queste finalità in concrete pratiche didattiche, che lascia evaso un bisogno di formazione sulla storia contemporanea non solo chiaramente esplicitato dalla normativa vigente, ma anche particolarmente avvertito dagli stessi studenti. In considerazione del quadro problematico così delineato, la ricerca si prefigge di raccogliere elementi conoscitivi utili a delineare lo stato attuale dell’apprendimento della storia del Novecento al termine della scuola secondaria di II grado, fornendo un primo contributo alla ricognizione dell’esistente in un ambito disciplinare non ancora sottoposto a rilevazione empirica. Per il raggiungimento di questa finalità sono stati definiti i seguenti obiettivi di ricerca: • misurare i livelli di conoscenza della storia del Novecento raggiunti dagli studenti a conclusione della scuola secondaria di II grado; • identificare le variabili di sfondo individuali e i fattori di contesto scolastico che esercitano maggiore influenza sulle prestazioni degli studenti; • rilevare gli interessi, i punti di vista, le rappresentazioni degli studenti sulla storia del Novecento, con particolare attenzione alle fonti utilizzate per il suo apprendimento; • acquisire le dichiarazioni degli studenti in merito alla qualità dell’offerta formativa e all’esperienza maturata nell’apprendimento scolastico della storia contemporanea. Il lavoro di ricerca si è articolato in due fasi distinte, benchè tra loro strettamente connesse. La prima fase, relativa all’indagine di sfondo, ha avuto come oggetto lo statuto epistemico della storia contemporanea, esplorato sia sul piano teorico che su quello pratico lungo i seguenti assi: 1. excursus storico-critico dei programmi di storia contemporanea emanati in Italia dall’Unità a oggi; 2. analisi dei curricoli di storia vigenti in cinque tra i più importanti Paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Paesi Bassi); 3. disamina degli esiti delle principali indagini osservative condotte sull’insegnamento/apprendimento della storia negli ultimi decenni, in Italia e all’estero. Il quadro teorico di riferimento è stato ricostruito attraverso un’accurata rassegna bibliografica, che ha incluso anche documenti informali, quali articoli di giornale e dossier pubblicati in alcuni siti web sulla storia contemporanea. La seconda fase ha riguardato l’indagine empirica, il cui piano di sviluppo (ipotesi, campione, strumenti, metodologia, risultati) è illustrato all’interno della tesi in modo dettagliato, senza omettere i nodi problematici incontrati in itinere e le soluzioni di volta in volta adottate. Per il raggiungimento degli obiettivi di ricerca sono stati messi a punto i seguenti strumenti di rilevazione: • una prova oggettiva di profitto sulle rilevanze storiche del XX secolo, alla cui definizione ha concorso un panel di storici contemporaneisti e l’analisi comparativa dei 14 manuali di storia contemporanea più adottati nelle scuole superiori italiane. Tale prova è stata articolata in due parti simmetriche, relative rispettivamente alla prima e alla seconda metà del Novecento; • un questionario studenti, volto alla rilevazione di un’articolata gamma di variabili individuali, di contesto e di processo da correlare agli esiti di apprendimento e da analizzare per descrivere le linee di tendenza delle preferenze e delle esperienze didattiche maturate dagli studenti nell’apprendimento della storia contemporanea. Le dimensioni indagate dalla prova di profitto riguardano le conoscenze dichiarative sulla storia del Novecento, misurate attraverso 30 domande a scelta multipla semplice, 4 cloze test mirati, 8 tabelle cronologiche, mentre nel questionario le caratteristiche degli studenti e le variabili di sfondo (personali, motivazionali e scolastiche) sono state sondate attraverso 50 domande, prevalentemente strutturate. Gli strumenti, costruiti e validati attraverso procedure di analisi di tipo statistico, sono stati somministrati a un campione di giudizio non probabilistico costituito da 793 studenti frequentanti nove Facoltà o Corsi di laurea della Università “Sapienza”, di cui 621 matricole diplomate nell’Esame di Stato 2010, in larghissima misura provenienti da indirizzi liceali. I risultati della ricerca hanno posto in luce un ampio deficit di conoscenza in relazione alle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento: il numero di risposte sbagliate ammonta infatti al 57,3% del totale, con un tasso di omissioni molto elevato (15,7%). Di contro, gli studenti mostrano di possedere un bagaglio cognitivo più adeguato sugli eventi relativi alla prima metà del secolo (41,1% di risposte errate; 8,3% di risposte omesse). Questi esiti sono coerenti con quanto dichiarato dagli studenti in ordine al programma svolto nella classe terminale delle Superiori: sulla base dei dati raccolti, il 52% non ha studiato a scuola gli eventi storici successivi all’inizio della Guerra fredda, mentre oltre l’80% ha iniziato il programma con argomenti antecedenti la storia del XX secolo. Si può dunque affermare che la normativa scolastica, che prevede di riservare esclusivamente al Novecento l’insegnamento della storia nell’ultimo anno delle scuole superiori, risulta ancora ampiamente disattesa. I risultati della prova di profitto appaiono ancor più deludenti se posti in relazione ad alcune importanti caratteristiche del campione di ricerca rilevate attraverso il questionario, quali l’elevata provenienza socio-economica e la positività del profilo in uscita dalle scuole superiori: la votazione media conseguita agli Esami di Stato risulta superiore di quasi 14 punti al voto medio nazionale e, oltre ad essere positivamente correlata al profitto, si mostra capace di spiegare da sola circa il 34% della varianza dei punteggi. In controtendenza alla tradizionale superiorità femminile in prove concernenti materie umanistiche, la ricerca ha evidenziato una significativa differenza nei risultati di apprendimento a favore degli studenti maschi e l’esistenza di un notevole gap nelle prestazioni a vantaggio di quelli provenienti dal liceo classico. Tra le variabili risultate maggiormente esplicative degli esiti di apprendimento figurano la spiccata preferenza accordata dagli studenti al Novecento rispetto ad altre epoche storiche, l’alto consenso dato alla presenza della storia contemporanea tra le materie curricolari obbligatorie, l’utilizzo di fonti di apprendimento di tipo non scolastico, l’importanza assegnata alla storia del pensiero e della cultura, l’adozione da parte degli insegnanti di metodologie didattiche innovative, quali la considerazione in classe di diverse interpretazioni storiografiche e la scelta di presentare gli eventi storici muovendo dalle problematiche del presente. A completamento e chiusura della tesi sono state riportate le riflessioni sui risultati della ricerca sviluppate da alcuni esponenti di rilievo del sistema d’istruzione italiano e straniero, intervistati per il ruolo svolto in qualità di decisori politici (Berlinguer e Favini) o per quello di esperti nello specifico settore disciplinare dell’insegnamento/apprendimento della storia (Sabbatucci, Cajani, Kurstjens).
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Books on the topic "Test standardizzati"

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Curcio, Domenico, and Igor Gianfrancesco. Risposta alle consultazioni EBA sul rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario. AIFIRM, 2022. http://dx.doi.org/10.47473/2016ppa00034.

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Abstract:
Il 2 dicembre 2021 sono stati pubblicati dall'EBA tre documenti di consultazione in tema di rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario, in attuazione dei mandati contenuti nella CRD5. In particolare: - EBA/CP/2021/36 introduce Regulatory Technical Standards che riguardano l’implementazione del Supervisory Outlier Test (SOT) relativo sia all’approccio del valore economico che del margine di interesse; - EBA/CP/2021/37 aggiorna le linee guida EBA vigenti in materia di rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario e introduce specifici criteri per la valutazione e il monitoraggio del Credit Spread Risk from the Banking Book (CSRBB); - EBA/CP/2021/38 introduce Regulatory Technical Standards che disciplinano nel dettaglio la metodologia standardizzata e la metodologia semplificata per gli enti non complessi relative sia all’approccio del valore economico che all’approccio del margine di interesse. AIFIRM ha deciso di rispondere alla consultazione EBA riaprendo i lavori della Commissione che aveva già predisposto a febbraio 2021 il Position Paper n. 25 denominato “Rischio di Tasso di Interesse del Portafoglio Bancario (IRRBB): evoluzione normativa ed implicazioni gestionali”. La Commissione ha redatto i tre documenti riportati di seguito che sono stati validati dal Consiglio e dal Comitato Tecnico Scientifico il 30 marzo 2022 ed inviati all’EBA il 2 aprile 2022.
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