Journal articles on the topic 'Test di risposta termica'

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Ferrandes, Giovanna, and Paola Mandich. "Riflessioni sulla medicina predittiva e sulla necessitŕ di integrazione delle discipline: proposta di un modello di consulenza genetica integrata." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2012): 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003002.

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Abstract:
"Chi sono?". E questa la domanda da sempre oggetto di riflessioni filosofiche nel corso dei secoli. Con l'avvento dell'analisi del DNA vi e stata una crescente attesa che la risposta si possa trovare nei nostri geni. Le nuove tecnologie hanno migliorato la diagnosi, la predizione e il trattamento di numerose malattie ereditarie. D'altra parte, l'entusiasmo per i possibili vantaggi derivanti dall'avanzamento della tecnologia deve essere bilanciato dalla valutazione rigorosa dell'utilita clinica, dal rapporto rischio-beneficio e dalle implicazioni etiche di tutti i test. Gli autori presentano il protocollo di consulenza genetica multidisciplinare per le malattie neurologiche ad insorgenza tardiva, sviluppato a Genova per i test pre-sintomatici, con lo scopo di aiutare le persone a rischio a decidere in base alle personali caratteristiche e scelte di vita e di prepararle a confrontarsi in modo costruttivo con il risultato del test. Il protocollo e caratterizzato dalla presenza contemporanea, durante l'intero iter di consulenza, del genetista e dello psicologo. Per le persone a rischio la decisione di effettuare il test genetico e complessa ed emotivamente impegnativa. Gli autori presentano due casi esemplificativi di questi percorsi.
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Torresan, Paolo. "Item Analysis di prove di ascolto a scelta multipla della certificazione di italiano per stranieri CILS." Signum: Estudos da Linguagem 18, no. 2 (January 10, 2015): 449. http://dx.doi.org/10.5433/2237-4876.2015v18n2p449.

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Abstract:
<p><strong> </strong>Il saggio si concentra sullo studio di tre prove di ascolto a scelta multipla della certificazione di italiano a stranieri CILS (livello B1, sessioni estive 2009, 2012). L’<em>Item Analysis</em> è la ricognizione, sulla base di dati statistici elaborati a partire dalle risposte di un campione, del comportamento di ogni singolo <em>item</em>. Viene data risposta a domande del tipo: per tramite degli <em>item</em> si discrimina a sufficienza tra candidati di diversa competenza? Chiavi e distrattori funzionano adeguatamente? Lo studio, oltre ad offrire un esempio di analisi critica di un test, consente al lettore di prendere coscienza delle difficoltà che la progettazione di un’esercitazione ampiamente usata, sia in sede di <em>testing</em> che in sede di didattica, qual è il quesito a scelta multipla, comporta.</p>
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Luini, Cecilia, Sara Boscolo, Martin Matscher, and Josef Bernhart. "Gestione partecipata della risposta all'emergenza Covid-19. L'esperienza unica della Provincia autonoma di Bolzano." MECOSAN, no. 121 (September 2022): 157–70. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13863.

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Abstract:
In Europa, diversi Paesi hanno introdotto lo screening di massa ma in, Italia, la Provincia di Bolzano &egrave; stata la prima ad averne fatto uso, introducendo un cambiamento di paradigma nella gestione dell'emergenza Covid-19. Il programma "Test rapidi in Alto Adige" (20-22 novembre 2020) ha testato circa il 65% della popolazione ed &egrave; stato seguito dal programma "Monitoraggio Alto Adige", finora unico in Europa, che ha monitorato un campione rappresentativo della popolazione di oltre 20.000 persone (dicembre 2020-aprile 2021). Il processo &egrave; stato caratterizzato dalla stretta collaborazione tra istituzioni pubbliche e tra queste e le associazioni private, dal forte investimento sulla ricerca e la sperimentazione di soluzioni innovative e dalla responsabilit&agrave; individuale e collettiva, considerando gli effetti delle scelte operate in termini non solo sanitari, ma anche economici e sociali.
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Torresan*, Paolo. "ANALISI DELLA PREDITTIVITÀ DI ITEM TRATTI DA PROVE DI COMPRENSIONE DELLA CERTIFICAZIONE. IT PER LA FASCIA DI COMPETENZA DELL'AUTONOMIA." Trabalhos em Linguística Aplicada 55, no. 1 (April 2016): 155–83. http://dx.doi.org/10.1590/010318134950176211.

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Abstract:
RIASSUNTO Nell'articolo introduciamo un valore percentuale (indice di predittività) adottabile nell'ambito dei processi di validazione di un test di competenza (proficiency test). L'indice ci informa sul grado di predittività di item di prove di comprensione esterni al testo oggetto di comprensione (i test di riordino sono esclusi). L'analisi si conduce somministrando gli item a un campione rappresentativo, senza fornire però i testi di ascolto/lettura corrispondenti. Al campione vien detto di provare a rispondere affidandosi alla logica e all'intuito. Orientativamente, abbiamo stabilito che un valore superiore a 50 indichi margini di predittività significativi e costringa, di conseguenza, l'item writer a ragionare sulla/e possibile/i causa/e che facilitano la risposta immediata. Nel saggio, il calcolo dell'indice di predittività viene applicato a 8 prove di comprensione, quattro di livello B1 e quattro di livello B2, tratte dalla certificazione di italiano per stranieri .IT, dell'Università di Studi Roma Tre (Roma), per un totale di 49 item. Le conclusioni cui giungiamo è che l'indice, secondo i parametri espressi, spieghi fenomeni di forte predittività, ascrivibili a diversi fattori (ovvietà delle risposte, facilità a rispondere sulla base di preconoscenze specifiche, correlazioni tra item, implausibilità dei distrattori). In due casi si sono evidenziati item con predittività significativa pur se con un indice appena al di sotto della soglia convenzionalmente definita; in un'altra circostanza, invece, un item presenta un'innegabile predittività pur con un indice piuttosto basso (è un caso specifico di predittività regressiva).
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M. C. "PREMESSA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 457–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024473.

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Abstract:
Due anni fa con il numero speciale dedicato alle elezioni del 1994 la Rivista Italiana di Scienza Politica si era assunta l'impegno di «prendere le misure» del sistema politico italiano nel momento del primo test istituzionale democratico dopo il terremoto dei primi anni '90. Si trattava di andare a vedere che cosa era successo in un contesto politico riassumibile nella formula «attori (parzialmente) nuovi e regole nuove». In concreto bisognava analizzare come si era ridefinita e articolata l'offerta politica degli attori partitici e coalizionali, come ad essa aveva risposto un elettorato scosso nelle sue vecchie consuetudini e animato da forti aspettative di novità e come i nuovi meccanismi elettorali avevano tradotto questo incontro tra offerta e risposta in seggi parlamentari.
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Armani, F., S. Bacciardi, and I. Rossi. "Ricerca e aggiornamento infermieristico in Nefrologia e Dialisi mediante internet." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 1 (January 24, 2018): 8–12. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1452.

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Abstract:
Lo scopo del lavoro è stato quello di verificare l'attitudine all'utilizzo dei siti di interesse nefrologico da parte degli infermieri di area nefrologica. Lo studio ha incluso 90 infermieri dell'area nefrologica, operanti in corsia, ambulatorio e dialisi degli ospedali di: Pisa, Livorno, Lucca, Lido di Camaiore (Versilia), Volterra, S. Miniato. Il questionario era composto da dieci domande a risposta multipla Sì - No - In Parte, preparato per valutare le conoscenze del personale infermieristico sui siti internet di interesse nefrologico. I risultati dell'indagine dimostrano una scarsa propensione degli infermieri intervistati all'uso di internet quale fonte di aggiornamento professionale. Durante la distribuzione e la raccolta dei test abbiamo sempre trovato molta disponibilità e interesse in tutti i Centri da noi reclutati. L'impressione è che l'interesse per l'aggiornamento sia presente ma sopito negli infermieri e che andrebbe solamente fatto emergere.
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Eugenio, Eugrnio. "Stress eco 2030." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (July 31, 2022): 1–8. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-1.

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Abstract:
L’ecostress si basa sulle alterazioni della cinetica regionale ed è oggi in una posizione centrale nella pratica cardiologica, con una indicazione di classe 1 per la diagnosi di coronaropatia nelle linee guida europee e americane. I test funzionali dovrebbero però esplorare anche altri aspetti della vulnerabilità fisiopatologica e prognostica del paziente, non solo la stenosi coronarica e l’ischemia inducibile. Nel protocollo stato dell’arte, lo stress eco valuta 5 diversi bersagli fisiopatologici che convergono concettualmente e logisticamente nel protocollo ABCDE. Lo step A valuta la cinetica regionale con eco bidimensionale. Lo step B valuta la congestione polmonare con le linee B all’eco polmonare. Lo step C valuta la riserva contrattile con la volumetria del ventricolo sinistro. Lo step D valuta il microcircolo coronarico con il Doppler pulsato nella coronaria discendente anteriore medio-distale. Lo step E valuta la risposta in frequenza mediante ECG. Sono finestre diagnostiche su 5 diverse riserve funzionali in un solo test: coronarica epicardica (A), diastolica (B), contrattile (C), coronarica microcircolatoria (D) e simpatica (E). Lo stress eco con protocollo ABCDE è ecumenico (adatto a tutti gli stress) e onnivoro (adatto a tutti i pazienti). L’ecocardiografia è ubiquitaria e democratica (disponibile ovunque e a chiunque), e si basa su una tecnologia sostenibile, perché a basso costo, senza radiazioni ionizzanti, e con minimo impatto ambientale.
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Ruggeri, Mirella, Rosa Dall'Agnola, and Giulia Bisoffi. "La misurazione delle aspettative e della soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari nei confronti dei servizi psichiatrici territoriali: la validazione della VECS e della VSSS. 1. Accettabilità e riproducibilità." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no. 3 (December 1993): 183–90. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007004.

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Abstract:
RiassuntoScopo - Studiare l'accettabilità e la riproducibilita (test-retest reliability) di due strumenti recentemente sviluppati dal nostro gruppo per misurare le aspettative e la soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari nei confronti dei servizi psichiatrici territoriali: la Verona Expectations for Care Scale (VECS) e la Verona Service Satisfaction Scale (VSSS). Strumenti - La VECS e la VSSS sono costituite da alcune domande a risposta libera e da un questionario di 82 items che indaga in maniera multidimensionale l'interazione degli utenti con i servizi psichiatrici. Setting - Il servizio psichiatrico di Verona-Sud. Soggetti - Sono stati selezionati per la somministrazione della VECS e della VSSS: a) tutti i pazienti che, secondo i dati del Registro Psichiatrico dei Casi, risultavano vivere con i familiari nell'area di Verona-Sud ed aver avuto almeno 18 contatti con il servizio nei tre anni precedenti l'intervista; b) il familiare che, in tale periodo, si è maggiormente occupato di ciascun paziente. Risultati - L'accettabilità della VECS e della VSSS ai soggetti è stata buona: la maggior parte degli items si è dimostrata facilmente comprensibile e la maggioranza dei soggetti si è mostrata accurata nei fornire le valutazioni. Nei retest effettuato dopo 1-2 settimane su di un campione di soggetti, la riproducibilita delle opinioni espresse dai pazienti e dai loro familiari (percentuale di accordo item per item e Kappa pesato di Cohen per ciascuna dimensione) è stata buona, sia per quanto riguarda la VECS che la VSSS. Conclusioni - I dati presentati in questo articolo dimostrano che è possibile misurare parametri soggettivi dell'interazione degli utenti con i servizi psichiatrici, quali le aspettative e la soddisfazione, in maniera accettabile e riproducibile e che la VECS e la VSSS possiedono adeguate proprieta psicometriche nei parametri studiati.
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Cardosi, Emilio. "Gli effetti delle agevolazioni finanziarie sulle decisioni di investimento e sulle performance delle imprese: una valutazione empirica della legge 488/92." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001006.

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Abstract:
La tematica delle agevolazioni finanziarie a favore delle imprese costituisce, da sempre, oggetto di notevole attenzione ed interesse da parte di studiosi, economisti e policy maker. La domanda di ricerca deriva da esigenze di policy - allo scopo di migliorare l'efficienza e l'efficacia delle norme di incentivazione - oltre che dalla richiesta di analisi empiriche per dare risposta a quesiti di tipo teorico. Gli studi presenti nella letteratura nazionale che esaminano gli effetti che le agevolazioni finanziarie producono sulle imprese - utilizzando dati d'impresa e non dati aggregati - non sono molto numerosi. L'articolo analizza gli effetti prodotti dalla legge 488/92 sulle imprese, partendo dal fondamentale ruolo che gli intermediari finanziari hanno svolto nella fase applicativa. A tal scopo č stata condotta un'indagine sperimentale attraverso la somministrazione di un questionario ad un campione di imprese agevolate e non, secondo la metodologia di analisi casi-controlli definita in letteratura comparison group design. I due gruppi di imprese sono stati esaminati in funzione degli investimenti effettuati, delle politiche di finanziamento, delle strategie, dei fattori di competitivitŕ, nonché delle performance conseguite. In particolare, tramite apposito test statistico inferenziale, č stata valutata l'addizionalitŕ dello strumento agevolativo, intesa come capacitŕ dello stesso di stimolare nuovi progetti di investimento. L'analisi empirica ha evidenziato come la misura d'incentivazione abbia favorito le decisioni di investimento delle micro e piccole imprese - generalmente piů esposte ai fenomeni di razionamento del credito - ma non quelle delle medie e grandi imprese, costituendo al contempo una leva importante per l'attivazione dei finanziamenti bancari ordinari. Č stata, inoltre, sviluppata un'analisi sull'andamento della redditivitŕ delle imprese del campione considerato, nell'arco temporale interessato dai programmi di investimento, in funzione dei fattori competitivitŕ adottati. Dall'indagine č emerso che le performance delle imprese che hanno fatto prevalentemente ricorso a fattori di tipo non-price competition - che dovrebbero caratterizzare la fase della selezione competitiva - tendono ad essere mediamente piů elevate, rispetto a quelle delle altre imprese e ciň indipendentemente dall'agevolazione ricevuta. Lo studio propone, quindi, un contributo al dibattito scientifico e di politica industriale in tema di valutazione degli effetti degli incentivi, secondo un approccio di tipo micro e con un'analisi di selezionati elementi dell'ambiente esterno ed interno delle imprese.
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Piccardi, Duccio. "TEACHING SOUND SYMBOLISM THROUGH JAPANESE POP CULTURE. A RESPONSE TO KAWAHARA (2018)." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 19, 2023): 724–58. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19725.

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Abstract:
This paper provides a quantitative assessment of Shigeto Kawahara’s phonetics teaching method. A senior high school class from a liceo scientifico in Scandicci (Florence) was involved in a small language awareness program. The students were taught about basic concepts concerning sound symbolism and social meaning through two lessons differing in modality of presentation, i.e., a “standard” lesson vs. a lesson containing multiple Japanese pop examples (Kawahara method). Students attending the latter performed better in an assessment test; moreover, their response accuracy grew along with the number of Japanese pop examples used to explain the related concepts. A statistical interaction between modality of presentation and student attitude towards the Florentine speech variety used to teach during the awareness program was also retrieved: students benefited from Kawahara’s method only when they manifested a positive attitude towards the teacher’s speech variety. Overall, this paper suggests a compact experimental procedure to test for the effectiveness of specific teaching methods in linguistics and beyond. Various strategies for achieving control in teaching experiments are advanced, concerning, among other factors, the evaluation of the individual student’s involvement in acquiring new knowledge, the teacher’s demeanor, and the scoring method. Lastly, future intersections between the scholarship of teaching and learning and sociophonetics are sketched out and promoted. Insegnare il simbolismo sonoro attraverso la cultura pop giapponese. Una risposta A Kawahara (2018) L’articolo esamina quantitativamente l’efficacia del metodo di insegnamento della fonetica di Shigeto Kawahara. Una classe quinta di un liceo scientifico a Scandicci (Firenze) è stata coinvolta in un breve programma di restituzione in seguito a un esperimento linguistico. Agli studenti sono stati insegnati concetti di base relativi al fonosimbolismo e al significato sociale durante due lezioni diverse per stile di presentazione, ovvero una lezione “standard” vs. una lezione con vari esempi presi dalla cultura pop giapponese (metodo Kawahara). Gli studenti che hanno assistito a quest’ultima hanno ottenuto risultati migliori in una successiva prova di valutazione; inoltre, le loro probabilità di rispondere correttamente sono state più alte qualora i concetti fossero stati spiegati con un numero consistente di esempi giapponesi pop. I risultati hanno anche messo in luce un’interazione statistica tra il metodo di insegnamento e l’atteggiamento dimostrato dagli studenti nei confronti della varietà linguistica fiorentina usata dall’insegnante durante le lezioni: il metodo di Kawahara è stato fruttuoso soprattutto per quegli studenti con atteggiamento positivo nei confronti della varietà dell’insegnante. In generale, l’articolo propone un protocollo sperimentale compatto per esaminare l’efficacia di metodi d’insegnamento in linguistica e oltre. Vengono inoltre suggerite varie strategie per ottenere controllo sperimentale nelle ricerche didattiche (quantificazione del coinvolgimento degli studenti nell’acquisizione di nuove conoscenze; comportamento e aspetto del docente; metodo di assegnazione di punteggi). L’articolo promuove infine future possibili intersezioni disciplinari tra la ricerca sulla didattica e la sociofonetica.
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Kucharczyk, W. "MRI of the Hypothalamic-Pituitary Region." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 1 (February 1994): 11–15. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700101.

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Abstract:
La risonanza magnetica ha consentito un nuovo approccio diagnostico e una piu-approfondita conoscenza dei disordini di sviluppo, funzione e morfologia della regione ipotalamo-ipofisaria. L'intensità di segnale in RM è primariamente dipendente dal rapporto reciproco tra concentrazione di H2O e tessuti «solidi», rappresentati questi ultimi da macromolecole proteiche e lipidiche, fosfolipidi di membrana e glicolipidi. Sia la concentrazione che la struttura macromolecolare dei complessi ormonali presenti nell'ipotalamo e nell'ipofisi, come pure l'assenza o la presenza di sostanze paramagnetiche e ferromagnetiche ne influenzano il segnale in RM consentendo una discriminazione tra stati normali e patologici. L'ipotalamo è un regolatore cruciale di funzioni endocrine e vegetative. Esso contiene nuclei responsabili della sintesi dei «releasing hormones» diretti all'adenoipofisi attraverso il sistema portale, e i nuclei sopraottico e paraventricolare che sintetizzano ossitocina e vasopressina, trasportate lungo i processi assonali dei nuclei alia neuroipofisi. I complessi nucleari ipotalamici non so no chiaramente identificabili con la RM, mentre 1' Anatomia macroscopica dell'ipotalamo, del peduncolo ipofisario e della ghiandola ipofisi, distinta in lobo anteriore e posteriore, è riconoscibile in dettaglio. La chiarezza di dimostrazione di queste strutture è la ragione principale dell'utilità della RM nella diagnosi di patologie di questa regione. L'aspetto unico e peculiare dell'ipofisi alla RM è la drastica differenza di segnale, sulle immagini «pesate» in T1, tra lobo anteriore e posteriore nonostante la loro analoga concentrazione di acqua e macromolecole. In particolare è 1' alta intensità di segnale del lobo posteriore ad essere unica. Benché ancora non si sia giunti ad una accettabile spiegazione per l'alto segnale della neuroipofisi, va sottolineato come esso sia un marker diagnostico importante: esso è assente nel diabete insipido centrale, aiuta nel distinguere il diabete insipido dalla polidipsia primaria e può servire come indicatore di alterazioni disembriogenetiche. Il significato diagnostico dell'assenza dell'alto segnale della neuroipofisi si è modificato dalla prima osservazione di tale reperto nel diabete insipido centrale, reperto che inizialmente si pensava costante e indice sicuro di tale situazione patologica. Successivamente tale assenza e stata riscontrata in alcuni soggetti normali e in altri con diabete insipido nefrogenico. Per contro la sua identificazione in alcuni soggetti con diabete insipido centrale ha portato a concludere che la dimostrazione dell'iperintensita della neuroipofisi non indica necessariamente integrita funzionale dell'asse ipotalamo-ipofisario. Pertanto la RM è, al meglio, un'indagine qualitativa ma non in grado di esplorare la funzionalità ipotalamo-ipofisaria in modo quantitativo. La RM ha contribuito in modo sostanziale alia comprensione delle anomalie morfologiche ipofisarie riscontrabili nel nanismo ipotalamo-ipofisario. Adenoipofisi ipoplasica, peduncolo ipofisario sottile o assente e posizione ectopica della iperintensità della neuroipofisi sono l'insieme di anomalie riscontrabili in soggetti con deficit multiplo di ormoni ipofisari e nel 50% di soggetti con deficit isolato di ormone della crescita. Il rimanente 50% di questi ultimi presenta solo un'adenoipofisi ipoplasica. Molto probabilmente le forme più severe di nanismo ipotalamo-ipofisario sono legate ad un difetto di sviluppo embrionale dell'asse ipotalamo-ipofisario. La posizione ectopica della neuroipofisi sarebbe un indicatore di un errore nell'organogenesi che porta ad una mancata discesa dell'abbozzo neuroipofisario nell'interno della cavità sellare. Da ultimo, un basso segnale dell'adenoipofisi specie sulle immagini «pesate» in T2, dovuto a deposito di ferro, si rileva in pazienti talassemici post-trasfusi che sono spesso affetti da ritardo puberale correlabile all'ipopituitarismo. L'RM, in tal caso, si è dimostrata un utile test qualitativo della funzionalità gonadotropinica in quanto un maggior grado di ipointensità dell'adenoipofisi alla RM sembra correlabile con una scarsa risposta dell'LH al test di stimolazione con GnRH.
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Pizzorni, Maria, Ombretta Caldarice, and Nicola Tollin. "A methodological framework to assess the urban content in climate change policies." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 123–32. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212909.

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Abstract:
By 2050, people in urbanized areas will account for 68% of the world’s population, 80% of which will be concentrated in Asia and Africa. The United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) introduced in 2011 the National Adaptation Plan (NAP) under the Cancun Adaptation Framework (CAF). Countries of the non-Annex I, described by the UN-General Assembly as especially vulnerable to the impacts of climate change, are invited to develop NAPs to identify adaptation challenges and devise appropriate climate adaptation responses. Recognizing the increasing vulnerability of urban systems to the effects of climate change, in 2019, UN-Habitat defined the supplement of the NAP process's technical guidelines for addressing urban and human settlement issues in NAPs. This paper aims to propose a methodology to assess the urban content of the NAPs after ten years from that the CAF comes into force. The evaluation is based, adapting and expanding, on the methodology used to assess the urban content of Nationally Determined Contributions (NDC) published by UN-Habitat in 2017. The methodology aims to analyse both key adaptation challenges and responses explicitly or implicitly related to urban systems. Moreover, it aims at understanding the interlinkage of urban content in NAP in relation to other key policies, such as NDCs and National Urban Policies (NUPs). In this perspective, 172 indicators were selected and clustered into nine groups: (i) Geographic Indicators; (ii) General Indicators; (iii) NAPs General Indicators; (iv) NAPs Urban Indicators; (v) NDCs Indicators; (vi) NUPs Indicators; (vii) Urban content in National Policies Indicators; (viii) International policy linkages (including SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Paris Agreement and New Urban agenda); (ix) National plans/policy/strategies/reports linkages. The methodology was tested on Brazil’s NAP, trying to find general considerations to apply to the countries that officially submitted their NAPs between 2014 to 2020. The test showed that: there is a stronger focus on defining climate adaptation challenges more than responses; climate adaptation challenges and responses are predominantly identified at the national scale, with a focus on policies and strategies at the national level; among the Brazilian NAP, there is "cities strategy", and it means that the NAP has a high urban content. In conclusion, the paper will highlight critical issues and improvements for each of the nine indices analysed. Entro il 2050, la popolazione urbana rappresenterà il 68% della popolazione mondiale. Di questa, l'80% sarà concentrata in Asia e in Africa. A partire da questo scenario di incrementale urbanizzazione, nel 2011 la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) ha introdotto, nell'ambito del Cancún Adaptation Framework (CAF), i Piani Nazionali di Adattamento (NAP). I NAP sono concepiti come strumento a supporto dei Paesi inclusi nel Non-Annex I, descritti dall'Assemblea generale dell'ONU come particolarmente vulnerabili alle transizioni in atto, per identificare le sfide e progettare le risposte più appropriate verso l’adattamento in risposta al cambiamento climatico. Riconoscendo la crescente vulnerabilità dei sistemi urbani, UN-Habitat nel 2019 ha predisposto delle linee guida per supportare la redazione dei NAP, in particolare per includere le questioni urbane e gli insediamenti umani. A dieci anni dall'entrata in vigore del CAF, il presente articolo presenta una proposta metodologica per valutare il contenuto urbano dei NAP. L’approccio valutativo proposto è un aggiornamento dalla metodologia utilizzata per analizzare il contenuto urbano dei Nationally Determined Contributions (NDCs), pubblicata da UN-Habitat nel 2017, e qui adattata ai NAP. La metodologia mira ad analizzare sia le sfide chiave per l’adattamento, ma anche le risposte esplicitamente o implicitamente connesse ai sistemi urbani e l'interconnessione del contenuto urbano dei NAP in relazione ad altre politiche chiave, quali NDCs e NUP (Politiche Urbane Nazionali). In questa prospettiva, la metodologia si compone di 172 indicatori, raggruppati in nove gruppi: (i) Indicatori geografici; (ii) Indicatori generali; (iii) Indicatori generali dei NAP; (iv) Indicatori che leggono il contenuto urbano dei NAP; (v) Indicatori degli NDC; (vi) Indicatori dei NUP; (vii) Indicatori che analizzano il contenuto urbano delle politiche nazionali; (viii) Collegamenti con le politiche internazionali (inclusi SDGs, Sendai Framework for Disaster Risk Reduction, Accordo di Parigi e New Urban Agenda); e (ix) Collegamenti nazionali tra piani/politiche/strategie/report. La metodologia è stata testata sul NAP del Brasile, al fine di individuare considerazioni generali da adottare anche per gli altri Paesi del sud del mondo che hanno presentato i loro NAP tra il 2014 e il 2020. In sintesi, questa sperimentazione ha mostrato che: (i) vi è una maggiore attenzione alla definizione delle sfide di adattamento al clima più che all’individuazione di risposte; (ii) le sfide e le risposte di adattamento al cambiamento climatico sono prevalentemente identificate su scala nazionale; (iii) il NAP del Brasile si caratterizza per un alto contenuto urbano. In conclusione, il paper mette in luce punti di forza e criticità della metodologia, identificando alcuni miglioramenti per ciascuno dei nove gruppi di indicatori, nella prospettiva di applicare questo approccio di valutazione anche in altri contesti territoriali.
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Cappiello, G., R. Rivitti, R. Longo, M. Visca, S. Romano, M. C. Cava, and A. Spanò. "INFEZIONE TUBERCOLARE:VALUTAZIONE DI UN TEST IMMUNOENZIMATICO BASATO SULLA RISPOSTA CELLULO-MEDIATA." Microbiologia Medica 20, no. 3 (September 30, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mm.2005.3476.

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Viele, A., A. Trivisonno, A. Pierro, G. Giannotti, P. Paolone, and A. Colavita. "P399 SVILUPPO DI SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA DOPO SOMMINISTRAZIONE DI VASCCINO ANTI–SARAS–COV2." European Heart Journal Supplements 24, Supplement_C (May 1, 2022). http://dx.doi.org/10.1093/eurheartj/suac012.385.

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Abstract Il SARS–CoV2 è trasmesso tra gli umani attraverso particelle respiratorie e l’infezione può determinare un largo spettro di manifestazioni cliniche. Precedenti studi hanno dimostrato il ruolo centrale dell’immunità cellulo–mediata nel limitare la gravità delle infezioni da virus respiratori. I linfociti T–helper CD4+ sono coinvolti in funzioni di coordinazione e regolazione dell’immunità anti–virale: determinano lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti ad alta affinità e la differenziazione dei centri germinali a cellule B in cellule della memoria secernenti anticorpi con lunga vita. Nessun dubbio sul ruolo cruciale della risposta a cellule T durante l’infezione da SARS–CoV2 o dopo la vaccinazione. Descriviamo il caso di un paziente di 39 anni, vaccinato con ChAdOx1–S. Dopo due settimane il paziente accusava dispnea e febbricola. Il test molecolare per SARS–CoV2 era negativo; agli esami ematici la PCR era aumentata. La TC del torace escludeva embolia polmonare e rivelava pattern a vetro smerigliato bilaterale, come da flogisi. All‘ecocardiogramma i parametri erano nella norma. L’ECG mostrava tachicardia sinusale. Il paziente veniva dimesso dal PS con terapia cortisonica. Una settimana dopo i sintomi peggiooravano. Una nuova TC torace mostrava difetti di opacizzazione di rami secondari dell’arteria polmonare ed aspetto bilaterale a vetro smerigliato. Si iniziava terapia con EBPM ed antibiotici a largo spettro. Il test molecolare e la sierologia per SARS–CoV2 erano negativi. Negativi i test per Mycoplasma, Chlamydia, Legionella e CMV DNA. L’emocromo mostrava ridotti linfociti (6,8%) con neutrofilia relativa (90,4%), ma normale valore dei bianchi. La TC–HR mostrava aspetto “crazy paving” bilaterale suggestivo per infezione virale o micotica (pattern come da infezione da Pneumocystis Jiroveci). Il test per HIV aveva esito positivo; alla tipizzazione linfocitaria ridotti i livelli di linfociti T–Helper (CD3+/CD4+) e rapporto CD3+/CD4+ 0%. Per il rapido deterioramento del quadro clinico il paziente veniva trasferito in terapia intensiva. Dopo 30 giorni dalla diagnosi di AIDS il paziente giungeva ad exitus. Il ruolo dei linfociti T nello sviluppo di anticorpi neutralizzanti e di cellule della memoria durante l’infezione da SARS–CoV2 è la chiave nella strategia di vaccinazione per ridurre il dilagare della pandemia, tuttavia nel nostro paziente questo meccanismo non ha funzionato rivelando il deficit del suo sistema immunitario da una latente infezione da HIV.
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Anna, Antonacci, Abbinante Antonia, De Vito Danila, Praino Emanuela, and Iannone Florenzo. "Alterazioni del cavo orale e qualità della vita nel paziente sclerodermico. Aspetti clinici. Capillaroscopici e condizionamenti psicologici." Journal of Advanced Health Care, January 8, 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2001-005.

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La Sclerosi Sistemica è una malattia infiammatoria del tessuto connettivo caratterizzata da una risposta autoimmune che causa vasculopatia e accumulo di collagene nella pelle e negli organi interni. Obiettivo: verificare gli effetti della malattia sul cavo orale del paziente sclerodermico e la sua influenza sulla qualità della vita, analizzando aspetti clinici, capillaroscopici e psicofisici. A tal fine è stato condotto uno studio osservazionale su 25 pazienti affetti. Sono stati rilevati indici specifici per la valutazione dello stato di salute dento-parodontale, eseguita la capillaroscopia orale e somministrati test per verificare l'impatto della patologia sulla qualità della vita. E’ stato impostato un protocollo preventivo-terapeutico per alleviare la sintomatologia presente e ritardare la progressione delle patologie orali. La deformità delle mani, l’ipomobilità di lingua e labbra, la microstomia e la xerostomia, compromettono le condizioni di igiene orale dei pazienti sclerodermici . La presenza di ectasie, microemorragie e megacapillari alterano gravemente il microcircolo. La progressiva disabilità, i continui cambiamenti del loro aspetto e le sofferenze fisiche favoriscono il peggioramento della qualità della vita Sulla base dei dati emersi, risulta fondamentale la collaborazione dell’igienista dentale con il reumatologo per l’attuazione di un piano personalizzato che consideri in modo prioritario il contesto bio-psico-sociale del paziente.
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Bellia, Loredana, Roberta Ruggiero, Gennaro Falivene, Mauro Cataldi, and Michele Nicolò. "Valutazione dell’efficacia terapeutica dell’aggiunta della terapia fotodinamica al trattamento parodontale non chirurgico." Journal of Advanced Health Care, August 23, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1908-011.

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Abstract:
Il trattamento meccanico delle superfici e la rimozione del biofilm sopra e sottogengivale (Ablazione del tartaro; SRP) sono considerati gli strumenti più idonei per il trattamento di malattie infiammatorie parodontali, con l’obiettivo di distruggere il bioflim batterico, ridurre i batteri, e rallentare la ricolonizzazione da parte dei microrganismi patogeni. Spesso, però, il solo S&RP non è sufficiente, in quanto ci sono pazienti che vanno incontro a recidive. Recentemente, la terapia Fotodinamica è stata suggerita come un potenziale strumento per migliorare l'esito del trattamento non chirurgico parodontale. L’obiettivo del seguente studio è stato quello di valutare la guarigione clinica di tasche parodontali trattate con terapia meccanica, scaling e root planing, e terapia Fotodinamica, rispetto a quella ottenuta con la sola terapia meccanica non chirurgica. Lo studio è stato disegnato come clinico controllato randomizzato. I pazienti del gruppo controllo (13 pazienti) sono stati sottoposti alla sola terapia non chirurgica convenzionale, mentre ai pazienti del gruppo test (13 pazienti) è stata associata al trattamento non chirurgico convenzionale, una seduta di terapia fotodinamica. Al baseline e dopo 1 e 3 mesi sono stati valutati i parametri di profondità sondaggio (PD), di sanguinamento al sondaggio (BOP), e la percentuale di sanguinamento (FMBS) La principale variabile di questo studio è stato il PD (profondità di sondaggio) La PDT è stata efficace rispetto alla terapia S&RP. Solo allo scadere del primo mese i parametri parodontali nel gruppo test hanno evidenziato maggiore riduzione rispetto al gruppo controllo. La PDT al primo mese, rispetto la terapia S&RP, ha evidenziato un miglioramento dei parametri parodontali, probabilmente perché promuove la riparazione tissutale permettendo un’attivazione più marcata della risposta riparativa. Da questo si deduce e si consiglia che la terapia Fotodinamica si dovrà effettuare nuovamente allo scadere del 3 mese dalla fase iniziale del trattamento parodontale non chirurgico.
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Agazzi, Evandro. "Il dolore e la sofferenza umana alla luce della ragione e della fede cristiana." Medicina e Morale 61, no. 5 (October 30, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.121.

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Abstract:
Il dolore e la sofferenza sono realtà negative la cui evidenza non può essere dissolta da sottili disquisizioni filosofiche. L’essere umano cerca di “dare una ragione e un senso” alla realtà che lo circonda, ma non riesce a farlo per la zona della realtà costituita dal male (ossia non trova una risposta razionale alla domanda “perché il male?”). Nell’ambito puramente “mondano” il male rimane un enigma, ma diventa un autentico problema quando si ammetta l’esistenza di Dio: “problema del male” e “problema di Dio” si condizionano mutuamente. “Se Dio esiste, da dove viene il male?” Non può venire da lui (tutto ciò che esiste è di per sé buono), ma è solo prodotto dal cattivo uso che l’uomo fa del suo libero arbitrio (male “morale”) e Dio “tollera” questo male perché rispetta il libero arbitrio umano. Dolore e sofferenza (male detto talora “fisico”) sono conseguenza (come espiazione) del male morale e Dio, pur essendo infinitamente buono e onnipotente, non li elimina perché è anche sommamente giusto. Questa la risposta più classica della teodicea. Essa tuttavia non spiega per davvero il dolore dell’innocente. In conclusione, il male rimane sostanzialmente inintelligibile utilizzando le categorie della razionalità umana e l’unica risorsa per una filosofia davvero razionalista (ossia che ritiene che una ragione deve esserci per ogni aspetto della realtà), è quella di ammettere che tale “ragione” supera le limitatezze della ragione umana e con ciò si apre verso l’accettazione della razionalità divina. La tesi che dolore e sofferenza umana sono espiazione del male morale è esplicitamente respinta da Gesú nel Vangelo ed egli ha compiuto molte opere miracolose per alleviare questi mali. D’altro canto ha liberamente accettato per se stesso il dolore, la sofferenza e la morte, mostrando così concretamente che anche Dio può soffrire, ma la sua resurrezione mostra nello stesso tempo l’onnipotenza di Dio, offrendo una risposta non concettuale, ma concreta alla compatibilità di dolore e onnipotenza divina. L’uomo è così invitato a combattere assieme a Dio dolore e sofferenza mediante opere effettive, e nello stesso tempo a dare un senso escatologico al dolore e al male presente nel mondo fondandosi sulla bontà e onnipotenza di Dio. Gesù ha anche rotto la spontanea convinzione che il male compiuto debba essere espiato infliggendo altro male (la pena) a chi lo commette. Due mali non si compensano, bensì si sommano. La compensazione del male consiste nel perdono, che ne spezza la spirale esterna, mentre il pentimento ripara la ferita interna che la colpa infligge all’animo di colui che la commette. Tutto ciò rientra nella nuova visione dei rapporti che debbono legare gli uomini fra di loro e con Dio, ossia la prospettiva dell’amore, anche se rimane pur sempre misterioso per la ragione umana perché l’amore debba passare attraverso il dolore come sua prova. ---------- Pain and suffering are negative realities whose evidence cannot be dissolved by subtle philosophical arguments. The human being tries to “find a reason and a sense” for the whole of reality surrounding him, but is unable to do this for that portion of reality constituted by evil (i.e. he cannot answer the question, “why evil?”). On the purely mundane plane evil remains an enigma but becomes a real problem when the existence of God is admitted: “problem of evil” and “problem of God” are mutually interrelated. If God exists “from where does evil come?” It cannot come from God (everything that exists is good in itself) but is produced by man when he makes bad use of his free will (moral evil) and God “tolerates” this evil because he respects human free will. Pain and suffering (often called “physical evil”) are the consequence of moral evil (are its expiation) and God, though being infinitely good and omnipotent, does not eliminate them because he is at the same time infinitely just. This is the most classical answer of theodicy. It does not really explain, however, the suffering of the innocent. In conclusion, evil remains essentially unintelligible by using the categories of human reason, and the only way out for a genuinely rationalist philosophy (i.e. a philosophy according to which there is a reason for whatever exists) is that of admitting that such a “reason” oversteps the limits of human rationality and in such a way opens itself to the admission af a divine rationality. The claim that pain and suffering are the expiation of moral evil is explicitly rejected by Jesus in the Gospel, and he has accomplished several miraculous works in order to diminish their impact. On the other hand, he has freely accepted pain, suffering and even death for himself, concretely showing in such a way that God himself can suffer, but his resurrection shows at the same time the omnipotence of God, thereby offering not a conceptual but a concrete answer to the question of the compatibility of pain with divine omnipotence. Hence man is invited to fight with God against pain and suffering by dong good works and at the same time to give a positive eschatological sense to the pain and evil that are present in the world, relying on God’s goodness and omnipotence. Jesus has also broken the spontaneous conviction that the evil committed must be compensated by another evil (the punishment) inflicted on the person who has committed it. Two evils do not compensate each other, but they sum up. The compensation of evil consists in forgiveness, that breaks the external spiral of evil, while repentance heals the internal wound that the wrong action produces in the soul of the person committing it. All this is part of the new perspective regarding the relations that humans must entertain among themselves and with God, that is, the perspective of love, though it still remains mysterious for human reason why love should pass through pain as its test.
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Musio, Alessio. "The “pathos” of the decision: a philosophical reading through the reproduction." Medicina e Morale 61, no. 5 (October 30, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.120.

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Abstract:
I dibattiti bioetici sul progetto di eliminare la “casualità dell’origine”, attraverso la tecnologia genetica, hanno posto al centro dell’analisi la questione dello spazio da lasciare all’autonomia dell’uomo nell’epoca della tecnoscienza. In queste discussioni filosofiche, spesso solo fantascientifiche, fa capolino, tuttavia, un fatto: una parte di quanto, nell’ambito della generazione umana, prima non poteva essere oggetto di decisione, oggi attraverso la tecnologia può in una certa misura esserlo. Ci troviamo di fronte, così, ad un ampliamento dello spazio di ciò che può essere deciso. Ma sino a che punto il nesso responsabilità-sapere-decisione è possibile quando si parla di generazione? La novità radicale di ogni generato, mentre dice la falsità di ogni pretesa esaustiva di programmazione del figlio, allo stesso tempo illumina qualcosa di fondamentale dell’azione umana. Sul filo dell’analisi bioetica, il saggio si concentra, così, sul rapporto tra sapere e decisione per vedere, non solo in che misura le nostre decisioni possano poggiare su un sapere adeguato, ma se sia vera quella ricostruzione, promossa da Derrida, per cui si decide in senso proprio solo quando non si sa in anticipo che cosa si deve, o sia conveniente, fare. Davvero il sapere annulla come tale la decisione? Che cosa ci insegna la natura stessa imprevedibile di ogni figlio a proposito delle nostre scelte? Sono queste alcune delle domande a cui il saggio cerca di dare risposta. ---------- Bioethical debates on the plan of removing the “casualty of origin” through genetic technology have raised the crucial issue of the place to be left to man’s autonomy in our techno-scientific era. However, in such philosophical debates, rarely grounded and often merely fantascientific, one fact clearly emerges: in the field of human reproduction there’s something that today, unlike in the past, may be at least partially determined by technology. So, today we are facing with a broadening of the decision “space”. Now, to what extend does the link between responsibility-knowledge-decision function when it comes to human reproduction? The radical novelty of each newborn underlines the falseness of every expectation to plan a child, at the same time highlighting a fundamental feature of the human action. So, drawing from a bioethical analysis, this essay focuses on the relation between knowledge and decision in order to determine whether and to what extend are our decisions supported by an adequate knowledge as well as to test the assumption proposed by Derrida, according to which we truly decide only when we don’t know in advance what we should do or what is convenient for us to do. Is it true that knowledge as such could revoke our possibility to decide? What does the unpredictable nature of each newborn teach us about our own decisions? These are some of the questions we would like to answer in the present essay.
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Mattioli, Sara. "Il problem-based learning come metodologia di aggiornamento degli infermieri: esperienza nelle realtà dei gruppi ristretti di una residenza protetta per anziani/Problem-based learning as a training methodology for nurses: experience in small groups in a retirement home." Italian Journal of Wound Care 3, no. 1 (March 22, 2019). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2019.38.

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Abstract:
L’adulto è visto come un essere che continua ad apprendere. Il modo in cui esso apprende è descritto nell’andragogia, di cui il massimo esponente è Malcom Knowles. Nel modello andragogico risulta centrale il ruolo che riveste l’esperienza dell’adulto nel modo di apprendere e di questo contesto fanno parte gli esercizi del problem solving. Negli anni ’60, il neurologo Barrows inizia a introdurre la metodologia del problem-based learning nelle sue lezioni, proponendo una metodologia di apprendimento basata sulla risoluzione di un problema, reale o realistico, da parte dei discenti che, collaborando tra loro, cercano di dargli una soluzione, in modo che le nozioni apprese possano essere applicate alla realtà lavorativa quotidiana. Questa metodologia è stata applicata a un piccolo gruppo di dieci infermieri di una residenza protetta per anziani, riguardo alla cura delle lesioni che maggiormente si trovano a trattare nella loro realtà, al fine di vedere concretamente se potesse essere uno strumento valido da proporre come corso di aggiornamento, in alternativa agli attuali corsi in plenaria. È stato somministrato loro un questionario di 10 domande, a risposta multipla, relativo alla pratica delle medicazioni di tre tipologie di lesioni: lesioni da pressione, skin tears e lesioni venose. Questo è stato somministrato all’inizio e al termine del lavoro di gruppo, svolto su tre casi reali di lesioni e sono stati messi a confronto i risultati. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti, gli infermieri hanno dimostrato di avere imparato nuove nozioni e corretto quelle errate: si passa da un 61% di risposte corrette nel test iniziale a un 97% in quello finale. Il lavoro è stato apprezzato anche dagli stessi infermieri che lo hanno svolto, si sono sentiti coinvolti e hanno partecipato attivamente e con attenzione al corso. Questi aspetti positivi suggeriscono che si potrebbe adottare maggiormente questa metodologia applicandola ai corsi di diverse figure professionali (infermieri, medici, OSS, ecc.). The adult is seen as being who continues to learn. The way in which it learns is described in andragogy, whose leading exponent is Malcom Knowles. The role played by the adult’s experience in the way of learning is central in the androgical model and problemsolving exercises are part of this context. In the 1960’s the neurologist Barrows begins to introduce the methodology of problem-based learning in his lessons, by proposing a learning methodology based on the resolution of an issue, real or realistic, by learners. Learners had to cooperate with each other trying to find a solution and they would have applied those learned lessons to their working daily reality. This methodology was applied to a small group of ten nurses, who were working in a protected residence for the elderly, in order to verify, in a very concrete way, whether it could be considered as a valid instrument and proposed in the form of an updating course, as a possible alternative to the current plenary courses. The nurses were asked to answer a questionnaire based on ten multiple choice questions, concerning the practice of medication to three types of ulcers: pression ulcers, skin tears and venous ulcers. The questionnaire was administered at the beginning and end of group work carried out on three real cases of ulcers and the results were compared. The results obtained were satisfactory, nurses shown to have learned new knowledge and correct those incorrect: they have increased from 61% of correct answers in the initial test at the 97% by the end. The work was also appreciated by the nurses themselves because they felt involved and participated actively and carefully to the course. These positive aspects suggest that you could adopt this methodology by applying it to the various professional figures (nurses, doctors, socio healthcare workers, etc.).
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