Dissertations / Theses on the topic 'Tesi di laurea in architettura'

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1

Clon, Elisa. "Palazzo Marenzi: restauro e riuso di un edificio seicentesco sul colle di San Giusto a Trieste." Bachelor's thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/22186.

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Abstract:
2014/2015
Il tema della tesi di laurea è identificabile come il restauro e il riuso di uno degli edifici del patrimonio storico e culturale di Trieste, oggi purtroppo in totale stato di abbandono. Rientra quindi nelle politiche di rinnovamento e decoro del quartiere di Città  Vecchia. Le analisi effettuate hanno riguardato gli aspetti storici, funzionali, strutturali e compositivi dell'edificio proponendo un progetto conservativo per quanto riguarda le facciate esterne e di rinnovo degli spazi interni compreso un accenno alla componente impiantistica ad oggi completamente dismessa. La nuova funzione dell'edificio è quella di un Ostello, funzione decisa in merito alla posizione centralissima dell'edificio, alle dinamiche turistiche della città  e alle tipologie di strutture ricettive presenti nel territorio comunale.Il tema della tesi di laurea è identificabile come il restauro e il riuso di uno degli edifici del patrimonio storico e culturale di Trieste, oggi purtroppo in totale stato di abbandono. Rientra quindi nelle politiche di rinnovamento e decoro del quartiere di Città  Vecchia. Le analisi effettuate hanno riguardato gli aspetti storici, funzionali, strutturali e compositivi dell'edificio proponendo un progetto conservativo per quanto riguarda le facciate esterne e di rinnovo degli spazi interni compreso un accenno alla componente impiantistica ad oggi completamente dismessa. La nuova funzione dell'edificio è quella di un Ostello, funzione decisa in merito alla posizione centralissima dell'edificio, alle dinamiche turistiche della città  e alle tipologie di strutture ricettive presenti nel territorio comunale.
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2

Conciatore, Francesca. "Le prime assolute di Giacinto Gallina al teatro Armonia di Trieste con la compagnia Moro-Lin." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2001. http://hdl.handle.net/10077/21675.

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3

De, Facchinetti Valeria. "La Deputazione di Borsa e gli spazi economici della Trieste di fine Settecento." Bachelor's thesis, Università degli studi di Trieste, 2005. http://hdl.handle.net/10077/23218.

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4

Uxa, Lorena. "Valutazione del progetto scuolambiente (1989-1996). Il centro di educazione all'ambiente marino di Miramare (Trieste)." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2000. http://hdl.handle.net/10077/21663.

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5

Jelicich, Marianna. "Le opere letterarie di Gianrinaldo Carli." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2002. http://hdl.handle.net/10077/21677.

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6

Bubula, Laura. "La sala della città di Trieste alla Biennale di Venezia del 1910." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/21679.

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7

Giachin, Nensi. "Il dramma italiano di Fiume." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2002. http://hdl.handle.net/10077/21676.

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8

Zilli, Elisa. "Le stampe del fondo 'Ritratti regionali' al Civico Museo teatrale Carlo Schmidl di Trieste: dalla descrizione bibliografica al catalogo." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/21662.

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9

Tomasetig, Francesca. "Usi civici e proprietà collettive sull'altopiano della provincia di Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2001. http://hdl.handle.net/10077/21882.

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10

Romanzin, Ilaria. "Gli incunaboli miniati nella Biblioteca Civica di Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1997. http://hdl.handle.net/10077/21884.

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De, Incontrera Carlo. "Biblioteca del Conservatorio Giuseppe Tartini di Trieste : il Fondo antico." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2001. http://hdl.handle.net/10077/21886.

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Carpani, Tatiana. "Resti umani nelle grotte del Carso triestino." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1999. http://hdl.handle.net/10077/21673.

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13

Marin, Ilenia. "Per uno studio dei 'Diari' di Biagio Marin: il primo quaderno (3 maggio - 11 novembre 1941): testo, analisi e proposte." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1999. http://hdl.handle.net/10077/21674.

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14

Sartori, Francesca. "Il volto umano della satira. Analisi linguistica e tematica della produzione satirica di Carpinteri e Faraguna nel dopoguerra triestino (1945-1954)." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/21888.

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Abstract:
1999/2000
La tesi si propone di analizzare l'attività satirica portata avanti da Lino Carpinteri e Mariano Faraguna negli anni del dopoguerra triestino (1945-1954). Attraverso l'esemplificazione e il commento di articoli tratti dal quindicinale umoristico «Caleidoscopio» e il settimanale satirico «La Cittadella», il lavoro si è proposto di dimostrare due aspetti principali propri del genere satirico: sul piano tematico, la tendenza a riconsegnare personalità, più o meno rilevanti della schiera avversaria, alla sfera precaria della natura umana, offrendo di essi un'immagine lontana da quella ufficiale e solenne trasmessa dagli organi ufficiali di stampa; sul piano retorico-discorsivo, la satira della «Cittadella» dà vita ad un prodotto linguistico codificato con chiarezza e incentrato su alcune tecniche specifiche come l'ironia, il paradosso, la critica in versi (...). Si è insistito molto anche sul carattere eterogeneo di questa produzione che passa, a seconda della personalità di chi scrive, dai toni dell'invettiva e della denuncia anche pesante, a quelli tipici della comicità e di una ironia bonaria e indulgente. Il primo capitolo, dopo aver brevemente esposto la vita, il pensiero e la produzione satirica dei due autori, si concentra a considerare alcuni poli fondamentali della comunicazione satirica: il rapporto con il pubblico, con la censura e infine con alcuni modelli classici della satira latina e volgare. I capitoli successivi sono invece dedicati alla rappresentazione dei maggiori avversari di questa produzione: gli alleati (cap.2), il popolo slavo (cap.3), il personaggio di Druse Mirko, stereotipo del carsolino sloveno (cap.4) e infine il comunista (cap.5).
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15

Della, Giustina Caterina. "Lussino tra storia e memorie. Dal fascismo alle guerre jugoslave." Bachelor's thesis, Università degli studi di Trieste, 2017. http://hdl.handle.net/10077/22185.

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16

Brandi, Antonello. "Il LLOYD triestino e i traffici con l'India: merci, passeggeri, scambi tra Trieste e l'oriente indiano." Bachelor's thesis, Università degli studi di Trieste, 1996. http://hdl.handle.net/10077/23217.

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17

Bardelotto, Jannifer. "L'ordinamento criminale negli statuti di Trieste del 1550." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2000. http://hdl.handle.net/10077/21660.

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Seudi, Kouamo Dorine. "Recupero di metalli e terre rare dai rifiuti elettrici ed elettronici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7044/.

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19

Crusi, Irene. "Scultura monumentale a Trieste fra Sette e Ottocento." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/21661.

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20

Braini, Massimo. "Trieste antica: nuovi dati per la forma urbis." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2003. http://hdl.handle.net/10077/21666.

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Nuovo, Lorenzo. "Silvio Benco critico d'arte: la formazione (1890-1914)." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/21678.

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Giorgesi, Massimo. "La campagna elettorale per le elezioni amministrative del 1949 a Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2003. http://hdl.handle.net/10077/21890.

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Guidi, Nicoletta. "Pietro Nobile : regesto degli atti conservati nell'archivio storico del comune di Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1998. http://hdl.handle.net/10077/21885.

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Di, Marco Adriana. "La Basilica suburbana di Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2002. http://hdl.handle.net/10077/21887.

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Stolfo, Anna Maria. "Il mestiere dell'arte a Trieste tra Settecento e Ottocento nelle lettere di Antonio Bosa scultore bassanese." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1998. http://hdl.handle.net/10077/21671.

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Scocchi, Raffaella. "Il partito fascista repubblicano a Trieste." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 1996. http://hdl.handle.net/10077/21664.

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De, Tullio Valeria. "Lilian Caraian,dagli anni '50 agli anni '70 del Novecento,nel fervente ambiente artistico triestino." Bachelor's thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/23219.

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Curci, Arianna. "Un esempio di edilizia tardomedievale sul Carso triestino: l'enigmatico edificio di S. Croce." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2001. http://hdl.handle.net/10077/21891.

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Placitelli, Elena. "L'emergenza abitativa a Trieste attori locali, media e prospettive d'intervento." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2007. http://hdl.handle.net/10077/21672.

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Pizzamei, Daniele. "Monthly report: la società triestina nel primo dopoguerra, 1945-1947." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/21667.

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Crisma, Emanuele. "Storia del trasporto pubblico urbano a Trieste (1921-1954): uomini, strumenti e tecnologie." Bachelor's thesis, Università degli Studi di Trieste, 2004. http://hdl.handle.net/10077/21668.

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Gustinelli, Gregorio. "Pieve del vescovo - riqualificazione strutturale, artistica e sociale di una residenza fortificata." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12302/.

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Abstract:
L'elaborato analizza due interventi di restauro strutturale necessari alla completa fruizione del Castello di Pieve del Vescovo, un'antica residenza vescovile fortificata nel comune di Corciano (PG). Gli interventi riguardano il ripristino delle coperture in due parti significative del castello e il consolidamento della volta superiore alla Chiesa di San Giovanni, fulcro del complesso fortificato. Dal momento che il complesso ospita i corsi di formazione della Scuola Edile di Perugia, lo studio propone anche un'estensione del progetto di restauro, al fine di garantire sia il regolare svolgimento dei corsi, sia il completamento degli interventi di recupero di cui la struttura necessita.
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Vecchio, Chantal Julie Dorothy, and Claudia Zignani. "Un nuovo polo culturale per la città di Rimini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12520/.

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Abstract:
Il progetto si sviluppa nell'ottica di riqualificare un'area urbana dismessa nel comune di Rimini, adiacente all'aeroporto nella zona Miramare, ai confini con l'attiguo comune di Riccione. Sono state di seguito analizzate le sue criticità e di conseguenza sono state identificate delle aree più circoscritte collocate in punti strategici al cui interno sono state individuate tre tipologie di intervento: ridefinizione dei bordi attraverso la ricucitura del tessuto urbano costruito, collocazione di poli attrattivi per creare una nuova centralità e infine ridisegno dei principali vuoti urbani risultanti dalla nuova configurazione dell'area. In seguito ad indagini condotte a scala urbana è emersa la mancanza di un polo culturale di rilevanza e dimensioni significative riguardante il settore universitario che è risultato essere in sempre maggiore crescita, pertanto si è ritenuto necessario collocare all'interno dell'area una serie di nuove strutture per la cultura e l'università, potenziandole tramite la riqualificazione delle due ex colonie assegnando loro nuove destinazioni d'uso. A saturazione del nuovo complesso universitario si è ritenuto opportuno creare un grande parco verde che fungesse come polmone e fulcro dell'intera area di progetto, una zona dedicata al settore ricettivo nelle immediate vicinanze dell'aeroporto, una stazione intermodale che fungesse come passaggio diretto tra le due zone altrimenti divise, un nuovo complesso residenziale dedicato anche agli studenti, una nuova biblioteca universitaria e un edificio adibito a centro sportivo. Si sono poi identificati diversi temi progettuali che hanno sostenuto e meglio definito la tipologia di interventi effettuati.A seguire infine sono stati trattati in maniera più dettagliata i progetti riguardanti la stazione intermodale e il complesso universitario, descrivendone i caratteri architettonici e le scelte progettuali e di riferimento che hanno portato alla loro conformazione definitiva.
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Venturi, Veronica. "La Ex Chiesa di Santa Maria del Carmine a Medicina: analisi, miglioramento strutturale e rifunzionalizzazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Il presente elaborato di tesi consiste nella redazione di un progetto di recupero, miglioramento strutturale e rifunzionalizazzione dell'ex Chiesa di Santa Maria del Carmine sita a Medicina (BO). Detto progetto è realizzato in collaborazione con lo studio di ingegneria Ing. Marco Pasquini e finanziato con un contributo riferito al Programma Operativo Regionale Sisma 2015-2016, volto alla realizzazione di progetti di riparazione e miglioramento sismico negli edifici pubblici classificati come beni architettonici. In seguito all'analisi evolutiva, resa possibile da una ricerca storico-costruttiva, viene effettuata una caratterizzazione costruttiva degli elementi tramite rilievi dello stato di fatto. Ai fini della valutazione della sicurezza sismica globale della Chiesa si è effettuata un’analisi qualitativa attraverso il modello di Analisi LV1, di applicazione dei contenuti delle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, che consente di ottenere una valutazione qualitativa del periodo di ritorno cui corrisponde il raggiungimento dello Stato Limite di salvaguardia della Vita. In seguito, ai fini di una valutazione della sicurezza sismica locale, viene effettuata una verifica di stabilità mediante metodo grafico delle volte e degli archi presenti e svolta un'analisi quantitativa mediante l'applicazione delle schede C.I.N.E. che analizzano e verificano i meccanismi locali attesi. Sulla base dei risultati ottenuti, sono stati progettati diversi interventi strutturali, con lo scopo di migliorare la sicurezza sismica dell’edificio, di eliminare o limitare la vulnerabilità sismica, concentrandoci in particolar modo sul tema delle coperture e della scatolarità. Al progetto strutturale viene inoltre affiancato un progetto architettonico di rifunzionalizzazione che vede la realizzazione di un cambio di destinazione in una sala polivalente, per mostre o conferenze.
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Arboritanza, Loreno <1991&gt. "1945-1973. Il museo monumento dei BBPR a carpi. Il campo politico e culturale di una architettura in memoria della deportazione politica e razziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10441/1/Tesi%20Dottorato_Loreno%20Arboritanza_Il%20Museo%20Monumento%20di%20Carpi%20dei%20BBPR.pdf.

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Abstract:
Il Museo Monumento al Deportato politico e razziale nel Castello dei Pio a Carpi (MO), a pochi passi dal Campo nazionale della deportazione razziale e politica di Fossoli, è il risultato di un concorso pubblico nazionale bandito nel 1963, frutto dell’impegno civile tra istituzioni, associazioni e intellettuali. Tra questi il gruppo BBPR il quale, in collaborazione con l’artista Renato Guttuso, si aggiudicheranno la vittoria del concorso. Il progetto vincitore, pur apportando alcune modifiche in fase di realizzazione, manterrà la sua impostazione antiretorica, utilizzando un linguaggio rigoroso e astratto. Partendo dalle caratteristiche che rendono quest’opera una struttura unica nel suo genere, obiettivo principale di questa ricerca di Dottorato è quello di restituire una genealogia del Museo Monumento al Deportato politico e razziale dei BBPR, ricostruendo il quadro culturale e politico italiano nel lasso di tempo che intercorre dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) e l’anno della sua inaugurazione (1973). Tale approccio metodologico scelto costituisce l’aspetto di novità della ricerca: un punto di vista ancora inedito con cui guardare il Museo-Monumento, differenziandosi, così, dalle più recenti pubblicazioni sullo stesso, le quali si concentrano soprattutto sulle logiche progettuali del Museo. In conclusione, lo scopo di questa tesi è quella di dare una nuova chiave interpretativa al Museo, che sia non solo un arricchimento alla sua conoscenza ma che, altresì, attesti l’esistenza di un’identità, altrettanto unica e irripetibile, della memoria della deportazione nella cultura architettonica italiana presa in esame, frutto di una “cultura condivisa” tra architetti, artisti, scrittori, politici e intellettuali, accumunati dalle tragiche vicende che in quest’opera si vogliono narrare.
The Museum Monument to the political and ratial Deported in the Castello dei Pio in Carpi (province of Modena), near the national transit camp of Fossoli, is the result of a public national competition of 1963, and of the civil engagement of institutions, associations, and intellectuals. Among them the BBPR group, which won the competition in collaboration with the artist Renato Guttuso. The winner project, even if changed in some aspects during the realization phases, will maintain its antirethoric structure, using a rigorous and abstract language. Starting from the features that characterize this work as one of the best of its kind, the main goal of this PhD research is to build a genealogy of the Museum Monument to the political and ratial Deported designed by the BBPR group, reconstructing the cultural and political Italian background in the period between the end of the Second World War (1945) and the year of its inauguration. In this chosen methodological approach lies the research novelty aspect: a quite unknown point of view used to look at the Museum-Monument, which differentiate from the most recent publications on the same architectural item that focus on the design process of the Museum. In conclusion, the aim of the present work is to give a new interpretative key to read the Museum, not only to have an enrichment of its knowledge but also a witness of its identity, unique and irrepetible, of the memory of the deportation in the Italian architectural culture: result of a “shared culture” among architects, artists, writers, polititians and intellectuals sharing the same tragic histories this work is going to narrate.
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Valois, Bertha Lilia e. Silva. "Publicidade dirigida à criança : a necessidade de uma regulamentação específica." Universidade Católica de Pernambuco, 2013. http://www.unicap.br/tede//tde_busca/arquivo.php?codArquivo=848.

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Abstract:
O presente estudo tem por objetivo verificar a necessidade de uma regulamentação específica no que diz respeito à publicidade dirigida à criança. Para tanto serão levantados estudos apontando de que maneira esse mecanismo de comunicação social de massa, que tem como finalidade única o lucro, induz a criança à relação de consumo, passando por cima de valores e princípios éticos, legais e sociais, desconsiderando a condição natural da criança, como ser em estado de formação biopsicossocial, isto é, hipervulnerável. Serão ainda apresentados dados, pesquisas, gráficos e documentos com o objetivo de verificar se a regulamentação existente no Brasil é suficiente para o efetivo controle das mensagens publicitárias voltadas às crianças. No tocante aos procedimentos técnicos, a pesquisa envolverá um levantamento bibliográfico, constituída, fundamentalmente da análise de livros, artigos de periódicos e material disponibilizados na Internet; documental, com a análise da legislação brasileira, e de outros países, acerca da publicidade e da proteção da criança. O método aplicado será o indutivo, que se fundamenta na observância dos fatos de realidades particulares, e constata a ocorrência do fenômeno de forma generalizada. O resultado da pesquisa tem o azo de corroborar a necessidade de um mecanismo com força de lei, de modo a tornar mais efetivo e eficiente o controle sobre esse fenômeno mercadológico que assume um papel de grande alcance em nossa sociedade.
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IPPOLITO, ALFONSO. "Tesi di Dottorato:Interazione tra Disegno e Architettura Digitale." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/401455.

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Abstract:
Nella tesi di dottorato viene studiato il percorso realizzativo delle nuove superfici in architettura. Viene affrontato il problema sotto molteplici aspetti: quello concettuale filosofico che analizza le motivazioni che spingono verso nuove ricerche formali per la ideazione e rappresentazione di superfici libere, le problematiche inerenti l’architettura digitale; viene operata una ricognizione dello stato di fatto in cui si analizzano le nuove modalità del disegno di progetto e si prendono in considerazione i lavori di alcuni progettisti che si sono dedicati a tali tematiche con risultati particolarmente interessanti; viene analizzata la modellazione tridimensionale, sia per quanto riguarda le Mesh che le Nurbs, ponendo particolare attenzione su queste anche dal punto di vista storico e quindi sulla loro genealogia; negli ultimi capitoli vengono descritte e analizzate varie metodologie per la realizzazione delle nuove superfici che possono essere realizzate eseguite direttamente su modellatori tridimensionali o realizzate manualmente e acquisite attraverso scanner laser 3D; in conclusione viene fatta una applicazione sul plastico della Città della scienza di Massimo Pica Ciamarra, che è stato scansito completamente e da cui si sono tratte le sezioni significative, confrontate con i disegni definitivi del progetto stesso.
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Debandi, Michele. "Sistemi web di content management con funzionalità di redazione distribuita. Tesi di Laurea. Relatori: Prof. Fulvio Corno, ing. Giovanni Squillero." Thesis, 2003. http://eprints.rclis.org/4823/1/debandi.pdf.

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Abstract:
Analysis of free and available CMS (Content Management Systems) in relation to a previous application at the Comune di Torino (information site on disabilities). Description of WCMS characteristics. The second chapter explains the meanings of content and content management, and offers an overview of the available open source management systems. The thesis describes XML and the use of DTD for content definition, and the use of CSS for XML documents presentation.
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IPPOLITI, ELENA. "Il rilievo dei centri storici per la conoscenza e la conservazione. Tesi del dottorato di ricerca in “Rilievo e Rappresentazione del Costruito”, VI ciclo, sede amministrativa Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Facoltà di Architettura, Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo, 1995. Tutor prof. Mario Docci." Doctoral thesis, 1995. http://hdl.handle.net/11573/218823.

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Abstract:
Il principale tema della tesi riguarda la definizione di un quadro di riferimento (culturale, metodologico, di esperienza scientifica e operativa) nel rilievo urbano e, nello specifico, nel settore dei centri storici, che stabilisca non solo in cosa debbano consistere e quali debbano essere gli elaborati, quali precisioni debbano essere rispettate, quali tecniche e strumentazioni debbano essere utilizzate, ma, soprattutto, quali temi debbano essere indagati, quali attenzioni debbano essere rivolte e a che cosa, quali approfondimenti siano necessari. Per la definizione di questa metodologia critico-operativa e’ stato necessario costruire un “quadro di riconoscimento” della realta’ indagata (del centro storico nella sua totalita’, nelle relazioni con il contesto territoriale e nelle sue componenti elementari) attraverso il quale pervenire all'individuazione dei “temi” di indagine rispetto ai quali progettare e organizzare le operazioni di rilievo. Successivamente sono state poi definite le “categorie” di analisi attraverso cui condurre l'indagine, ed infine i “modi” e le “forme” in cui si attua la conoscenza stessa attraverso il rilievo, inteso come costituito delle due fasi complementari, quella del momento dell'acquisizione del dato e quella della costruzione dell'informazione attraverso la rappresentazione. Per il raggiungimento di questo obiettivo il primo passo e’ consistito nell'approfondimento della letteratura e delle esperienze connesse e riferibili al tema della ricerca, il rilievo di un centro storico, realizzato attraverso una ricerca bibliografica e la valutazione ed elaborazione critica degli studi e delle posizioni culturali, legislative ed operative inerenti e connesse. In questo senso gli argomenti trattati hanno avuto principalmente l'obiettivo di chiarire e approfondire, e nello stesso tempo di definire e delimitare, il senso, il significato e il valore dei due termini di riferimento fondamentali per la presente ricerca: rilievo e centro storico. Presupposto del presente studio e’ che l'azione della conoscenza, e quindi la comprensione, e’ pregiudiziale all'azione di tutela, salvaguardia e conservazione. Il rilievo - nelle sue accezioni di comprensione, evidenziazione, ricostruzione - si propone come processualita’ di atti che si realizza nella concretezza dello svolgersi delle operazioni: e’ nel procedere stesso, nell'operare, che si attua la conoscenza. Il rilievo non e’ semplice riproduzione meccanica del reale, ma ha soprattutto un carattere interpretativo: del fenomeno che ci si appresta a studiare e’ necessario preventivamente formulare dei modelli interpretativi, che riducano la complessita’ dell'oggetto in modo che questo diventi a noi conoscibile. Nell'ambito di questa ricerca il rilievo e il rilevare sono strumenti di lettura e di analisi irrinunciabili per la conoscenza del reale, conoscenza che si attua attraverso una pratica intellettuale con la quale il fenomeno indagato viene dapprima riconosciuto, quindi interpretato - discretizzato ed infine classificato. Questo vuol dire che per conoscere e’ necessario innanzitutto riconoscere, e che la stessa conoscenza non puo’ essere comunicata, trasmessa se non viene classificata, tipizzata. Il significato che qui si vuole attribuire al rilievo e’ quello della documentazione, sincronica e diacronica (per la conoscenza e la conservazione) che sappia cogliere dell'oggetto di studio sinteticamente l'individualita’ e comprenderne analiticamente gli elementi che lo compongono. Una concezione che e’ ben conscia dell'impossibilita’ del raggiungimento dell'esaustivita’ e della completezza, ma che d'altra parte nega valore alla conoscenza settoriale condizionata da un uso limitato e specifico che perde i contatti con la globale comprensione della realta’ indagata. Questo porta alla proposta della definizione di rilievo “tematizzato” (tipizzato), che significa invece impostare la processualita’ delle operazioni di un rilievo intorno a dei temi che ne costituiranno la struttura e il progetto. Un rilievo, dunque, indipendente dal fine, ma che per contro ammette molte utilizzazioni. Le successive argomentazioni hanno riguardato la definizione del quadro di riferimento, ovvero la "tipizzazione delle sue caratteristiche", il che ha necessitato l'approfondimento dell'oggetto della presente ricerca, il centro storico, un manufatto complesso, risultato di successive modificazioni, trasformazioni e stratificazioni, ma anche espressione, immagine di un'idea, di una determinata cultura e di una determinata organizzazione sociale. Un fenomeno dunque molto articolato, in cui una determinata organizzazione dello spazio (sia nelle sue connotazioni fisico-spaziali sia in quelle simboliche) esprime l'appartenenza degli uomini ad un particolare luogo in un determinato tempo, e quindi le relazioni tra questi la storia e gli eventi naturali. La comprensione di un fenomeno cosi’ complesso puo’ attuarsi solo a patto di considerare tanto il sistema di relazioni che il centro storico intrattiene con il territorio, quanto il sistema di relazioni che lega gli elementi che lo costituiscono. Per la definizione della una metodologia per la lettura e l'analisi dei centri storici e’ stata cosi’ proposta una articolazione, una gradualita’ del processo conoscitivo, relazionata ad una corrispondente articolazione riscontrabile nel fenomeno che ci apprestiamo ad indagare, facendo cosi’ corrispondere ai modelli interpretativi della realta’ indagata dei modelli operativi strumentali alla messa in atto del processo conoscitivo del rilievo. Il punto di partenza e’ consistito nella scomposizione del fenomeno da analizzare e nella classificazione degli elementi che lo compongono. Il metodo proposto individua all'interno del fenomeno urbano una qualificazione scalare dei fatti costruiti in funzione della loro “ampiezza” (la scala territoriale, la scala urbana, la scala edilizia, la scala architettonica) a cui corrisponde una gradualita’ della conoscenza, che si attua con modalita’ e procedure differenziate. Il percorso conoscitivo proposto procede dal generale al particolare, ma affrontando iterativamente il fenomeno prima nella sua totalita’ e poi nei suoi elementi costitutivi. Pertanto i fenomeni individuati ed analizzati dapprima in funzione delle “classi d'ampiezza” sono poi analizzati in quanto individuo, organismo, struttura, elemento. Ad esempio, il centro storico nella sua complessita’ e totalita’ e’ stato considerato in quanto manufatto unico, individuale, irripetibile, ma e’ stato anche analizzato come particolare attuazione concreta di una tipologia insediativa, ed e’ anche stato studiato come composto di parti, di elementi considerati come tasselli di un mosaico, dotati ognuno di determinate qualita’ organizzative dello spazio. Infine sono poi definite le categorie con cui condurre l'analisi di un centro storico, sia nei rapporti con il territorio, sia nelle relazioni con i singoli elementi costituenti. Si e’ ritenuto basilare verificare via via le ipotesi teoriche che si andavano delineando, attraverso la sperimentazione condotta su un campione di studio, un centro storco di limitate dimensioni, individuato in Monte Castello di Vibio, in provincia di Perugia a dieci chilometri da Todi. Dal confronto tra ipotesi metodologiche e risultati sperimentali ottenuti sono state tratte le conclusioni della ricerca. I risultati della ricerca sono stati raccolti in un volume e organizzati in due parti. Nella prima, dal titolo “Il quadro teorico”, vengono sviluppati, indagati e sistematizzati i temi e gli argomenti di tipo teorico, considerati irrinunciabili e indispensabili per lo sviluppo della ricerca. Nella seconda parte, dal titolo “La sperimentazione. Il rilievo di un centro storico tipo: Monte Castello di Vibio”, sono stati applicati e verificati alcuni dei temi teorici sviluppati precedentemente, in riferimento al centro storico tipo prescelto per la sperimentazione.
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VALERIANI, ANDREA. "La città di latta e la città di vetro. Utopie e distopie della metropoli brasiliana contemporanea." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1448511.

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Abstract:
La tesi proposta tratta principalmente due temi: la promessa dell’utopia e il tradimento della stessa. Essendo la città la protagonista della ricerca, è dall’essenza stessa di città del III Millennio che l’indagine trae i propri spunti fondamentali. Il necessario assioma alla base della linea di pensiero seguita consiste in primo luogo nel qualificare la città contemporanea come luogo del conflitto. Conflitto tra crescita ed equità sociale, tra sostenibilità e insostenibilità ambientale (Finocchiaro, 1999). Essa è un’entità pachidermica, inquinata e sovrappopolata, matrice di diseguaglianze e di tensioni tra classi. In particolare, le grandi metropoli dei cosiddetti “Paesi Emergenti” mostrano, dagli anni Ottanta ad oggi, una certa irrequietezza, decisamente più marcata rispetto a quelle occidentali, che invece si possono considerare - tutto sommato - “consolidate”. Ancora più nel dettaglio, le città brasiliane costituiscono uno stimolante affresco degli effetti che l’obesità patologica della città contemporanea ha sulla società e sui suoi spazi. Il principio cardine della tesi proposta è che l’attuale stadio di sviluppo delle più grandi (e problematiche) metropoli brasiliane è dovuto sostanzialmente a un processo evolutivo costantemente altalenante tra aspirazioni ideali e utopie disattese. Nella ricerca, l’evoluzione urbana di alcune delle metropoli più popolose del mondo (São Paulo, 20 milioni di abitanti; Rio de Janeiro, 12,1 milioni; Fonte: IBGE) - che non riescono a smettere di crescere - viene imputata sostanzialmente a due fenomeni diametralmente opposti, l’uno la nemesi dell’altro: da una parte un processo di gentrificazione e dall’altro uno di favelizzazione. Ad opulenti quartieri (metaforicamente chiamati “città di vetro”) fatti di luce, di spazi dilatati e di ampie aree verdi, fanno da contraltare sterminati insediamenti a-gerarchici, gigantesche baraccopoli (favelas) incancrenite sulle alture tipiche del paesaggio carioca (morros). Questa tipologia viene invece metaforicamente definita “città di latta”. Le forti diseguaglianze alla base della difficile convivenza tra queste due città - l’una contro l’altra armata - hanno portato nel corso della seconda metà del XX secolo all’emergere e all’acuirsi di un forte rancore urbano, che sfocia ogni giorno in una forte incidenza della microcriminalità da parte degli abitanti dei quartieri più poveri, con conseguenti contromisure di autodifesa da parte della gentry (condomini iperprotetti, alti muri con filo spinato, guardie private…). Nella prima parte della tesi si fa un’analisi critica dell’evoluzione storico-politica del Brasile dell’ultimo secolo, attraverso alcune selezionate tappe fondamentali (Guerra di Canudos, Riforma urbana di Pereira Passos, Dittatura Militare e “Lulismo”), seguendo un filo conduttore comune. Si intende infatti dimostrare che l’attuale assetto urbano e sociale delle metropoli carioca è il risultato di un’irrequieta alternanza tra aspirazioni ideali e utopie disattese (la città di vetro tende all’utopia mentre quella di latta viene trascinata verso la distopia da un sistema iniquo e corrotto). Ma l’evoluzione stessa della città risente anche dell’avvicendamento tra utopia e ideologia (Mannheim, 1957), come durante il ventennio di dittatura (1964-1985). Gli eventi storico-politici cui si è fatto cenno vengono integrati con alcuni casi-studio di utopie e distopie urbane (Belo Horizonte, Brasilia, Rio de Janeiro). Nell’corso dell’analisi si opera una riflessione sulle problematiche che hanno portato all’acuirsi delle eclatanti disparità alla base dell’evoluzione urbana recente, soffermandosi in particolare sull’individuazione e sulla riflessione intorno al ruolo di tre attori fondamentali: lo Stato, il popolo e il capitalismo finanziario. Nella seconda parte, la ricerca si addentra ad un livello più profondo di indagine dell’assetto urbanistico e dell’aspetto figurativo delle due metropoli più significative e “problematiche”: São Paulo e Rio de Janeiro. L’adozione di un metodo di osservazione e di percezione dell’ambiente urbano (che prende spunto dagli studi di Kevin Lynch; gestalt) porta all’assunzione come dato di fatto dell’immagine estremamente variegata delle spazialità delle città prese in esame. La tesi propone una tassonomia di tali spazialità che si differenzia da altri tipi di classificazioni rese disponibili dallo stato dell’arte (come per esempio le ricerche di Françoise Choay, anni Settanta) in quanto difficilmente corrispondenti alla sfaccettata realtà di São Paulo e di Rio. Le tre “urbanità” che vengono di conseguenza definite sono:  Lo spazio di difesa. Dei tre attori individuati nella Parte I (Stato, popolo, capitalismo finanziario), questo è lo spazio che afferisce al popolo. Si tratta della città a-gerarchica (favela). Questa definizione intende sottolineare la stretta connessione tra forma e funzione: nel caso della favela brasiliana la configurazione urbana compatta e tortuosa è legata sia a necessari “adattamenti orografici” sia al controllo e alla gestione di un territorio che vive in un’altra legalità, in larga parte al di fuori del controllo statale (spesso dominato dalla criminalità organizzata, tranne che in alcuni casi di favelas “pacificate”). La pianificazione non è data dall’applicazione di convenzioni e strumenti urbanistici ma dalle peculiarità territoriali. Il tessuto è estremamente fitto e non ci sono piazze. La sua dimensione spaziale è di conseguenza il vicolo; l’esplicitazione architettonica è l’edificio autocostruito. L’edificato è immediato e disallineato: la percezione visiva è stimolata da prospettive accidentali. È un tipo di urbanità trascinata verso il distopico (casi studio: favela Tiquatira a São Paulo e favela/conjunto di Cidade de Deus a Rio de Janeiro). La figura retorica di riferimento è la sineddoche (la parte per il tutto).  Lo spazio d’immagine. Dei tre attori definiti nella Parte I, questo è lo spazio che afferisce al capitalismo industriale/finanziario. È la città gentrificata, avida consumatrice di suolo, pianificata e sviluppata su di un tracciato urbano razionale e regolare, che non sempre tiene conto dell’orografia (a differenza delle favelas che “si adattano” a ogni dislivello). La sua dimensione spaziale è il viale, quindi le grandi assialità nelle quali la ricca borghesia glorifica se stessa attraverso i propri feticci (l’esplicitazione architettonica di tale urbanità è il grattacielo). È uno spazio in cui il simulacro (Baudrillard, 1981) prende il sopravvento: iconico, l’immagine esteriore è tutto; il materiale, le forme e le insegne sono una forma di alterazione della realtà per scopi propagandistici (casi studio: Avenida Paulista a São Paulo; Avenida presidente Vargas, Rio de Janeiro). La percezione visiva è stimolata dalla prospettiva a quadro inclinato, che esalta il verticalismo. La figura retorica è l’allitterazione (la ripetitività delle immagini e degli slogan per enfatizzare, promuovere e invogliare al consumo).  Lo spazio di dottrina (o d’autorità). Dei tre attori definiti nella Parte I, questo è lo spazio che afferisce alle istituzioni (lo Stato ma anche l’autorità ecclesiastica, molto forte in Brasile). È il tipo di urbanità che più tende all’utopia, trovandosi di conseguenza esattamente agli antipodi della città a-gerarchica. È lo spazio di celebrazione del Sistema ma anche dei principi e dei valori comuni della Nazione ed è pertanto caratterizzato da una forte carica simbolica e figurativa. La percezione visiva non può che essere stimolata dalla prospettiva centrale, che esalta simmetria e solennità. La sua dimensione spaziale è la piazza, un vuoto ampio e solenne, che tende a valorizzare quella che è l’esplicitazione architettonica di una tale urbanità, ovvero il Monumento. Casi studio: Praça da Sé (São Paulo); Largo da Paço (Rio de Janeiro); Praça dos Tres Poderes (Brasilia). Figura retorica: allegoria (espressione di un concetto astratto tramite un’immagine concreta).
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MARIANO, Carmela. "La filosofia del partenariato come alternativa alla privatizzazione dello spazio pubblico. La separazione tra pubblico e privato rende più complessa, in Italia, la produzione e la gestione dello spazio pubblico rispetto all’esperienza della città moderna. Condizioni e innovazioni nelle pratiche italiane per l’affermazione di tale filosofia. Tesi di Dottorato di ricerca in Riqualificazione e Recupero insediativo XVIII ciclo, Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma, in padis@uniroma1.it." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/427882.

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Abstract:
Ripercorrendo la dinamica della trasformazione dello spazio pubblico, dalla città storica alla città contemporanea, la ricerca analizza i motivi della “crisi” dello spazio pubblico della città contemporanea e propone una lettura critica delle recenti esperienze di pianificazione in tema di spazi pubblici che si caratterizzano per il ricorso, da parte delle amministrazioni locali, a forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati (partenariato). L’obiettivo è quello di individuare una possibile procedura di realizzazione di spazio pubblico che garantisca, il raggiungimento della qualità del progetto e la sua efficacia nel tempo.
Going through the dynamics of transformation of public space, from the historical to the contemporany city, this study evaluates the reasons of the crisis of the public space in the contemporany city and suggests a critical interpretation of recent experiences in public space planning that consisted by a kind of collaboration between public Administration and private subject. The aim of this study is to individuate a new kind of public space and a possible procedure of development able to garantee quality and efficiency of the project during a long period of time
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RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

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Abstract:
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
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