Academic literature on the topic 'Terapia della spondilite anchilosante'

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Journal articles on the topic "Terapia della spondilite anchilosante"

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Cammisa, M., M. G. Bonetti, G. M. Giannatempo, and G. Guglielmi. "I segni elementari della degenerazione articolare del rachide." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 3_suppl (October 1994): 37–52. http://dx.doi.org/10.1177/19714009940070s306.

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Abstract:
Grande importanza riveste nella pratica quotidiana la patologia degenerativa del rachide. Essa può presentarsi in quattro forme principali: come alterazioni degenerative del disco intersomatico [condrosi (vacuum discale, riduzione in altezza del disco, etc.) e osteocondrosi (ernie discali intraspongiose e altre irregolarità delle limitanti discosomatiche, osteosclerosi reattiva subcondrale, etc.)]; come artrosi delle articolazioni sinoviali (atlo-assiale, interapofisaria, costo-vertebrale); come spondilosi (caratterizzata dalla presenza di grossolani spondilofiti con relativo risparmio, almeno all'inizio, dello spazio intersomatico); come diffuse calcificazione ed ossificazione dei tessuti molli paravertebrali di sostegno (iperostosi scheletrica diffusa idiopatica, DISH, o malattia di Forestier). Tra i segni elementari ben evidenziabili radiograficamente (ma riconoscibili anche con TC e RM), utili per una diagnosi differenziale vanno ricordati: gli spondilofiti od osteofiti (osteoproduzioni a decorso inizialmente orizzontale), marginali (piccoli, triangolari, da degenerazione del nucleo polposo, nell'osteocondrosi intervertebrale), submarginali (grossolani, con tendenza a saldarsi a ponte, da lesioni delle fibre di Sharpey dell'anello fibroso con trazione sul punto di inserzione del legamento longitudinale anteriore sul soma, nella spondilosi), riparativi (da osteoproduzione reattiva a lesioni traumatiche, flogistiche, neoplastiche, ad instabilità), iperostosici (nella DISH); i sindesmofiti (osteoproduzioni a decorso verticale), marginali (da calcificazione delle fibre periferiche dell'anulus, nella spondilite anchilosante e nella MDPC), non marginali (parasindesmofiti, paradiscali, nelle spondiloartriti seronegative), la cui patogenesi è però flogistica; le ossificazioni e calcificazioni ligamentose paravertebrali (idiopatiche, da spondiloartriti seronegative, da DISH). Due sono le complicanze più comuni della patologia degenerativa del rachide: la spondilolistesi e la stenosi del canale vertebrale. Esse si giovano sempre di un'integrazione di studio con TC e/o RM.
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Dissertations / Theses on the topic "Terapia della spondilite anchilosante"

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Radicioni, Erika. "L'efficacia della fisioterapia respiratoria sui parametri polmonari e funzionali nei pazienti con Spondilite Anchilosante: revisione della letteratura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21951/.

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Abstract:
Background: la spondilite anchilosante (SA) è una patologia infiammatoria sistemica cronica ad evoluzione progressiva ed anchilosante che colpisce principalmente le articolazioni sacro-iliache e lo scheletro assiale. Sono frequenti manifestazioni extra-articolari a livello polmonare, con quadri respiratori restrittivi e ridotta capacità funzionale. Il trattamento convenzionale prevede esercizi di mantenimento del ROM e allungamento muscolare. Ad oggi non sono presenti studi a sufficienza sul miglioramento della funzione polmonare e della capacità di esercizio in questi pazienti. Obiettivo: verificare l’efficacia della fisioterapia respiratoria rispetto all’usual care in termini di funzionalità polmonare e capacità funzionale nei pazienti con SA. Metodi: la ricerca è stata condotta tra marzo 2020 e ottobre 2020 attraverso le seguenti banche dati biomediche: PubMed, The Cochrane Library, PEDro. Sono stati applicati i seguenti criteri di inclusione, senza limiti temporali: RCT in lingua italiana o inglese e con punteggio ≥ 5 secondo la PEDro Scale, che trattano l’efficacia della fisioterapia respiratoria nella SA rispetto al trattamento convenzionale, in termini di outcome funzionali e respiratori. Risultati: Sono stati inclusi sei RCT. Le misure di outcome erano: mobilità spinale, capacità aerobica, capacità funzionale, capacità di esercizio, funzionalità polmonare, forza dei muscoli respiratori e attività della malattia. Conclusioni: sia la fisioterapia respiratoria che l’usual care risultano efficaci nella mobilità spinale, capacità funzionale e attività di malattia. La fisioterapia respiratoria determina benefici ulteriori soprattutto nella capacità aerobica e di esercizio, ed in misura minore in termini di espansione toracica, funzionalità polmonare e forza dei muscoli respiratori. Un programma di fisioterapia respiratoria associato al trattamento convenzionale ha effetti positivi nella riabilitazione della SA. Sono necessari ulteriori studi a riguardo.
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Augello, Angela. "L’efficacia della Rieducazione Posturale Globale rispetto al trattamento convenzionale nei soggetti affetti da Spondilite Anchilosante: una revisione sistematica della letteratura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25940/.

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Abstract:
Background: La spondilite anchilosante (SA) è la più frequente forma di spondilo-artropatia sieronegativa, a patogenesi ignota. L'infiammazione che interessa prevalentemente lo scheletro assiale e determina dolore, perdita di movimento spinale, rigidità, alterazioni posturali, ridotta escursione respiratoria e grave disabilità. L'RPG è un metodo fisioterapico molto utilizzato nel trattamento dei disturbi spinali. Esso si basa sull’allungamento globale delle catene cinetiche e sul controllo della respirazione, per correggere le retrazioni muscolari e migliorare la morfologia. Obiettivo: Valutare l’efficacia dell' RPG in soggetti con SA, rispetto alla fisioterapia convenzionale. Outcome primario: attività della malattia. Outcome secondari: dolore, mobilità del rachide, espansione toracica e funzionalità. Materiali e metodi: Questa revisione sistematica è stata condotta seguendo le linee guida del PRISMA 2020 Statement. La ricerca è stata effettuata tramite PubMed, Cochrane Central Register of Controlled Trials, PEDro e Trip medical database, previa formulazione del PICOS: P: SA; I: RPG; C: fisioterapia convenzionale; O: attività della malattia; S: RCT. Risultati: Sono stati inclusi 5 RCT. Gli outcome esaminati sono: BASDAI, VAS, BASFI, Schöber test modificato, rotazione cervicale, distanza dito-pavimento ed espansione toracica. La qualità degli studi è mediamente discreta (6/10 della Pedro Scale). Tutti gli studi includono una terapia farmacologia Conclusioni: Entrambi i trattamenti sono benefici nel migliorare l’indice di attività della malattia nei soggetti con SA. Alcuni studi suggeriscono che l’RPG potrebbe avere maggiore efficacia, soprattutto nel miglioramento della mobilità assiale. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere a pieno gli effetti dell’RPG sulla SA e le sue implicazioni nella pratica clinica.
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VIAPIANA, Ombretta. "Efficacia dei bisfosfonati nella terapia della spondilite anchilosante: confronto con infliximab." Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11562/338106.

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Abstract:
La spondilite anchilosante è una patologia che appartiene alle spondiloartriti (European Spondyloarthtritis Study Group). Il gruppo delle spondiloartriti comprende, oltre alla spondilite anchilosante, l’artrite reattiva, l’artrite psoriasica, l’artrite associata alle malattie infiammatorie intestinali (rettocolite ulcerosa o morbo di Crohn) e altre forme che sfuggono a criteri classificativi specifici e che vengono chiamate indifferenziate. La caratteristica delle spondiloartriti è la presenza di dolore infiammatorio al rachide e/o di sinovite asimmetrica (prevalentemente a carico degli arti inferiori) associata a familiarità, psoriasi, malattia infiammatoria intestinale, uretrite, cervicite o diarrea acuta nel mese antecedente la comparsa dell’artrite, dolore gluteo alternante, enteropatia o sacroileite.
Non disponibile
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TROPLINI, Sonila. "Valutazione delle caratteristiche dei pazienti affetti da Artrite Reumatoide, Artrite Psoriasica e Spondilite Anchilosante in trattamento con farmaci biologici nella coorte di Verona: risultati dal Registro Biologici della Regione Veneto (STUDIO BIOREVE)." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11562/965116.

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Abstract:
Characteristics of patients with Ankylosing Spondylitis, Rheumatoid and Psoriatic Arthritis in treatment with biologics in Verona’s cohort: results from Veneto’s Region Biologics Register ( BIOREVE STUDY). Background: Since 2013, in Veneto’s Region, data registration is mandatory for all patients affected by Rheumatoid arthritis (RA), Psoriatic Arthritis (PA), Ankylosing Spondylitis (AS) in treatment with biologic agents. The biologic DMARDs currently marketed in Italy are: anti-TNF (originator and biosimilar infliximab, etanercept, adalimumab, certolizumab and golimumab), anti-IL6 (tocilizumab), anti-CD20 (rituximab), CTLA-4 like (abatacept) and anti IL-12/23 (ustekinumab). Objectives: The aim of this study was first to describe the characteristics of patients with RA, PA, AS under biologics and then, to extract and analyze real-life data regarding rheumatic treatments in Verona’s cohort. Methods: The study has been carried out on behalf of Regione del Veneto, Giunta regionale- Ricerca Sanitaria Finalizzata-Venezia-Italy. Data used for analysis were retrieved from Veneto’s Region Biologics Register (VRBR). VRBR provides that core variables such as onset and type of disease, anthropometric characteristics (age, sex, body weight, height) are registered at the beginning. Furthermore, prior and concomitant rheumatic treatment (conventional and biologic DMARDs, corticosteroids, NSAIDs), disease activity indicators (DAS 28-PCR, ASDAS-PCR, pain-NRS), prognostic factors (positivity for rheumatoid factor and/ or anti-citrulline antibodies in AR, presence of radiological erosions) were assembled at baseline, every 6 months and at the time of biologic’s switch or swap. Results: A total of 983 patients under biologics were examined; 543 (55,2 %) with AR, 272 (27,7% ) with AP and 168 (17,1%). Between these, 262 ( 27,2%) patients were naïve to biologics, 128 with AR, 84 with AP, 50 with SA. Mean duration of disease was of 15,3, 10,7 and 12,6 years respectively for RA, PA and AS. Radiological erosions were present in 73% of RA-patients and the percentage was higher in those with positivity for rheumatoid factor and/ or anti-citrulline antibodies ( 84,4% versus 56,2%). More than half of the patients in this cohort were treated at least with one biologic agent; anti-TNFs were the main biologic used (RA:54,8%, PA:92,7%, AS: 100%) followed by Abatacept ( 25,4%), tocilizumab ( 12,3%) and rituximab ( 5,9%) in patients with RA. Methotrexate (MTX) was the prevalent associated c-DMARDs ( 41,8% in RA and 34,2% in PA) with mean dose of 11,9 mg/week in RA and 12,1 mg/week in PA. The optimal dose of methotrexate was not achieved prevalently because of drug intolerance. Conclusions: Profile of both conventional and biological DMARDs looks very different according to the type of rheumatic disease. The first data show an underuse of MTX in patients with RA and PA under biologics with a low mean dosage due to intolerance. Next step is to evaluate long-term outcomes in clinical practice.
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