Academic literature on the topic 'Terapia antiaggregante'

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Journal articles on the topic "Terapia antiaggregante"

1

Zito, Giovanni Battista. "Duplice terapia antiaggregante dopo sindrome coronarica acuta. Per quanto tempo?" Cardiologia Ambulatoriale, no. 2 (December 13, 2017): 75–78. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2017-2-2.

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2

Fimiani, Luigi, Giuseppe Andò, and Marta Belmonte. "Gestione della terapia antitrombotica dopo angioplastica coronarica nei pazienti complessi." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 92–106. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-2.

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Abstract:
La doppia terapia antiaggregante (DAPT) costituisce il gold standard del trattamento dei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione miocardica percutanea (PCI), riducendo il rischio ischemico a breve ed a lungo termine, a costo di un aumento del rischio emorragico. Il rischio ischemico ed emorragico riconoscono cause comuni e spesso vanno contestualizzati nel quadro clinico globale di pazienti complessi, con plurime comorbidità. Verranno quindi delineati gli elementi da considerare per una adeguata gestione della DAPT in casi clinici complessi.
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3

Fimiani, Luigi, Giuseppe Andò, and Marta Belmonte. "Gestione della terapia antitrombotica dopo angioplastica coronarica nei pazienti complessi." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 2 (October 14, 2021): 92–106. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-2.

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Abstract:
La doppia terapia antiaggregante (DAPT) costituisce il gold standard del trattamento dei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione miocardica percutanea (PCI), riducendo il rischio ischemico a breve ed a lungo termine, a costo di un aumento del rischio emorragico. Il rischio ischemico ed emorragico riconoscono cause comuni e spesso vanno contestualizzati nel quadro clinico globale di pazienti complessi, con plurime comorbidità. Verranno quindi delineati gli elementi da considerare per una adeguata gestione della DAPT in casi clinici complessi.
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Jose Vicente Catalá Ripoll, Jose Ángel Monsalve Naharro, Esther Domingo Chiva, Pablo Cuesta Montero, and Jose María Jiménez Vizuete. "Terapia antitrombótica en pacientes con hemorragia intracraneal. ¿Revertimos?" Revista Electrónica AnestesiaR 10, no. 8 (August 31, 2018): 6. http://dx.doi.org/10.30445/rear.v10i8.599.

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Abstract:
Realizamos una revisión de la guía de práctica clínica de la reversión de la terapia antitrombótica en pacientes con hemorragia intracraneal que hayan recibido terapia antiagregante, anticoagulante o fibrinolítica. Se analizan recomendaciones para la reversión de antagonistas de vitamina K, anticoagulantes orales de acción directa, heparinas no fraccionadas y de bajo peso molecular, trombolíticos y antiagregantes plaquetarios, en el contexto de una hemorragia intracraneal. ABSTRACT Review the clinical practice guidelines for the reversal of antithrombotic therapy in patients with intracranial hemorrhage with antiplatelet, anticoagulant or fibrinolytic therapy. We analyzed the most important recommendations for the reversal of vitamin K antagonists, direct-acting oral anticoagulants, unfractionated and low-molecular-weight heparins, thrombolytics and platelet antiaggregants, in the context of an intracranial hemorrhage.
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5

Fontanella, A., M. Campanini, C. Nozzoli, and R. Nardi. "Medicina interna perioperatoria - Il paziente chirurgico complesso: il ruolo dell’internista nell’ospedale snello, a misura del paziente, organizzato per intensità di cure." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 21, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.2.

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Abstract:
<p class="titolo"><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /></p><p class="titolo"><strong>Perché l’internista è necessario nella gestione dei pazienti complessi candidati ad intervento chirurgico</strong><br /><em>F. Gilioli, G. Chesi</em></p><p class="titolo"><strong>La medicina interna nell’assistenza del paziente chirurgico complesso</strong><br /><em>M. Fabbri, S. Galli, A. Morettini</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente cardiopatico</strong><br /><em>G. Chesi, F. Gilioli</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong><br /><em>M. Candela</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente diabetico</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>La chirurgia nel grande anziano: rischi e opportunità</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, G. D’Onofrio, G. Paroni, D. Sancarlo, M. Lauriola, D. Seripa</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente candidato ad intervento chirurgico a rischio trombo-embolico</strong><br /><em>R. Re, M. Campanini</em></p><p class="titolo"><strong>Concetto di <em>Ospedale snello</em>, <em>hospitalist</em> e di <em>co-management</em></strong><br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di Ortopedia: il percorso del paziente ricoverato per frattura prossimale di femore</strong><br /><em>R. Nardi, M. Mazzetti, C. Marchetti</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di neurochirurgia</strong><br /><em>C. Cicognani, S. Zaccaroni</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di ostetricia</strong><br /><em>A. Maina, V. Donvito, L. Balbi</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel Centro Trapianti di fegato</strong><br /><em>L. Fontanella, M. Imparato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore post-operatorio in ambito internistico</strong><br /><em>M. Bosco, R. Bertè, G. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome da rialimentazione</strong><br /><em>R. Risicato, G. Scanelli, L. Tramontano, U. Politti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia infusionale pre-intra-post-operatoria: solamente un problema dell’anestesista?</strong><br /><em>F. Sgambato, G. Pinna, S. Prozzo, E. Sgambato</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente ad elevato rischio emorragico: valutazione e management</strong><br /><em>A.M. Pizzini, I. Iori</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione perioperatoria o periprocedurale della terapia anticoagulante-antiaggregante in elezione e in urgenza</strong><br /><em>A. Fontanella, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Le complicanze mediche e gli eventi avversi indesiderabili più frequenti nel paziente internistico complesso operato</strong><br /><em>M. Silingardi</em></p><p class="titolo"><strong>Pazienti <em>chirurgici</em> ricoverati in Medicina Interna: i pazienti a rischio, selezione delle priorità e delle emergenze urgenze e pianificazione dell’assistenza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Percivale</em></p><p class="titolo"><strong>Qualità, indicatori ed <em>audit</em> come strumento di miglioramento nell’assistenza del paziente complesso in chirurgia</strong><br /><em>S. De Carli, A. Montagnani</em></p><p class="titolo"><strong>Quali proposte ed evidenze per nuovi modelli organizzativi in cui l’internista può assumere un ruolo fondamentale?</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Campanini</em></p>
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Caravaggio, E., R. Cammarata, G. L. Guido, M. L. Savi, and I. Casagranda. "Reazioni avverse da antiaggreganti e antitrombotici in Pronto Soccorso." Working Paper of Public Health 2, no. 1 (June 15, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6762.

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Abstract:
La Farmacovigilanza è una scienza clinica che si pone come obiettivi la sorveglianza, la segnalazione e la valutazione di effetti non desiderabili di prodotti farmaceutici impiegati nelle terapie mediche. Comprendela diffusione di nuove informazioni e misure regolatorie adottate al fine di evitare e prevenire effetti indesiderati che potrebbero potenzialmente verificarsi. In questo modo può essere valutato meglio il profilo di sicurezza dei farmaci e il rapporto rischio/beneficio (18). La segnalazione spontanea di tali effetti costituisce la fonte principale delle informazioni. La Farmacovigilanza si occupa della valutazione del rischio e monitoraggio della incidenza di effetti indesiderati associati al trattamento farmacologico (9-10-11). Le ADR (Adverse Drug Reaction) da farmaci sono un problema sociale ed economico di grande rilevanza, i trial clinici pre-marketing non sono sufficienti per garantire che un farmaco in commercio sia sicuro, inoltre non tutti i rischi possono essere individuati prima che il farmaco venga commercializzato su larga scala. Essi potranno essere noti solo quando il farmaco sarà stato somministrato ad un gran numero di pazienti e per un periodo di tempo prolungato di tempo (12-14) . Per capire le dimensioni del problema basti pensare che su 18 molecole, maggiormente associate ad eventi avversi sono in commercio da più di 20 anni (7- 8-13). L’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) di un nuovo farmaco concessa dall’Autorità regolatoria (Agenzia Italiana del Farmaco , AIFA) non preclude l’eventuale insorgenza di rischi considerati gravi riconducibili a tale specialità medicinale durante la pratica clinica futura (19) . E’ stato stimato che i costi annualmente attribuibili agli eventi avversi da farmaci sono sempre in crescita si stima una spesa tra i 7 e i 18 milioni di euro per milione di abitanti (1).
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Dissertations / Theses on the topic "Terapia antiaggregante"

1

PATA, FRANCESCO. "Sclerobanding (legatura elastica con scleroterapia mediante polidocanolo foam al 3%) nel trattamento della malattia emorroidaria in pazienti ad alto rischio in terapia antiaggregante/anticoagulante non sospesa: uno studio pilota." Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/11573/1668523.

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Abstract:
L’ipertensione arteriosa rappresenta una delle condizioni più frequenti nella popolazione generale con una prevalenza stimata di 1 miliardo di persone, destinata ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione globale. La denominazione di “killer silenzioso” sintetizza la sua frequente asintomaticità e le sue sequele in termini di complicanze cardiovascolari (infarto del miocardio), renali, cerebrali e del sistema arterioso periferico. La terapia antiaggregante e anticoagulante rappresenta uno dei cardini della prevenzione primaria e secondaria di queste condizioni, delle quali l’ipertensione è una delle cause principali. Nel 2010, il clopidrogel è stato il secondo farmaco più prescritto al livello mondiale, con un ricavato di 9 miliardi di dollari. Con il diffondersi dell’utilizzo di questi farmaci nella popolazione aumenta però l’incidenza di eventi avversi, specie emorragici, che rappresentano un temibile effetto collaterale, con un rischio di sanguinamento dal tratto gastrointestinale dall’1.5 al 4.5%. La malattia emorroidaria è la più frequente causa di sanguinamento anorettale e colpisce, con almeno un episodio, fino al 50% della popolazione sopra i 50 anni. In pazienti in terapia antiaggregante o anticoagulante gli episodi emorragici correlati all’emorroidi possono essere più severi e meno responsivi alla terapia medica. In questi casi, l’intervento ambulatoriale o chirurgico rappresenta l'unica opzione, ma comporta rischi aggiuntivi di eventi emorragici postoperatori, se la terapia viene continuata, o di nuovi eventi cardiovascolari e cerebrali per sospensione prudenziale della terapia nel periodo perioperatorio. La presente tesi è espressione di un filone di ricerca sulla malattia emorroidaria in termini di anatomia, biologia vascolare e fisiopatologia che il sottoscritto ha intrapreso durante il dottorato e che ha fatto da terreno di coltura a uno studio pilota su una nuova tecnica chirurgica, lo Sclerobanding, che in modo non invasivo, economico e senza anestesia (o se richiesto con anestesia locale) si propone di trattare la malattia emorroidaria e il sintomo principale, il sanguinamento, anche in pazienti ad alto rischio nei quali la sospensione della terapia anticoagulante/antiaggregante per un intervento tradizionale potrebbe comportare un rischio aggiuntivo per il presentarsi di eventi trombotici legati alla sospensione del trattamento e al fenomeno della rebound ipercoagulability. Tale studio è stato preceduto da una descrizione della tecnica sulla rivista ufficiale della Società Europea di Coloproctologia (ESCP), Colorectal Disease e da uno studio sulla fattibilità della metodica in pazienti in buone condizioni di salute pubblicato nel 2021 sul Journal of Clinical Medicine e che rappresenta il terzo capitolo di questa tesi. Il percorso del dottorato mi ha consentito una conoscenza più approfondita sul tema dell’ipertensione e delle sue conseguenze. La possibilità di unire queste nuove conoscenze, anche in termini di trattamenti anticoagulanti/antiaggreganti, per la realizzazione di uno studio su un tema, quello della malattia emorroidaria, a me caro in quanto chirugo colorettale, è stata per me fonte di soddisfazione e di arricchimento culturale. La tesi è cosi strutturata: Il Capitolo I, tratta dell’anatomia, biologia vascolare, fisiologia e fisiopatologia della malattia emorroidaria ed è stato pubblicato nel 2020 in Reviews on Recent Clinical Trials. Il Capitolo II descrive, in una chiave di evoluzione storica, gli interventi e le procedure ambulatoriali per il trattamento della malattia emorroidaria ed è stato pubblicato nel 2021 sulla rivista scientifica Frontiers in Surgery . È stato tra i 10 articoli più letti della rivista nel 2021. Il Capitolo III descrive uno studio di fattibilità e di sicurezza dello Sclerobanding su 97 soggetti non in terapia anticoagulante ed è stato pubblicato sul the Journal of Clinical Medicine. Il Capitolo IV è, infine, uno studio pilota sulla sicurezza, la fattibilità dello Sclerobanding in un campione di 51 pazienti ad alto rischio in terapia anticoagulante e antiaggregante, sottoposti alla procedura senza interrompere la terapia e che rappresenta la parte sperimentale della presente tesi.
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Berteotti, Martina, Anna Maria Gori, Betti Giusti, Renato Valenti, Carlo Di Mario, Niccolò Marchionni, and Rossella Marcucci. "Improving the net clinical benefit of dual/triple antithrombotic therapy in patients with atrial fibrillation and acute coronary syndrome: discovery and validation of prognostic factors for a tailored therapy." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1264944.

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Abstract:
We sought to identify possible clinical and laboratory predictors of bleeding and ischaemic risk in a real-world population with concomitant atrial fibrillation and PCI, discharged from our cardiology ward with double antithrombotic therapy (DAT) or triple antithrombotic therapy (TAT). Nell'ambito della tesi sono stati ricercati predittori clinici o laboratoristi di eventi ischemici o emorragici in una popolazione di pazienti con storia di fibrillazione atriale, sottoposti ad angioplastica, e dimessi in duplice o triplice terapia antitrombotica.
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