Academic literature on the topic 'Teoria e prassi dell'argomentazione giuridica'

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Journal articles on the topic "Teoria e prassi dell'argomentazione giuridica"

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Robertazzi, Mariella. "Giurisprudenza e responsabilità morale: Il "Buon Giudice" Magnaud = Jurisprudence and moral responsibility: "The Good Judge" Magnaud." UNIVERSITAS. Revista de Filosofía, Derecho y Política, no. 28 (July 11, 2018): 85. http://dx.doi.org/10.20318/universitas.2018.4312.

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Abstract:
RIASSUNTO: Paul Magnaud, magistrato e politico francese operante tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo e divenuto noto con l'appellativo di "bon juge", ci offre l'opportunità di riflettere su un nodo ineliminabile della teoria e della prassi giuridica: il rapporto tra legge ed equitá, tra certezza del diritto ed esigenze di giustizia. Nel saggio vengono ricostruiti i casi principali di cui egli si occupò quando era presidente del Tribunale di Chateâu-Thierry al fine di riportare alla luce un episodio della storia del diritto che può dire ancora molto al dibattito giuridico e politico contemporaneo.ABSTRACT: Paul Magnaud, who was a French politician and magistrate, mainly active between the end of 19thand the beginning of 20th century and known as the “bon juge” provides the opportunity to reflect on an unavoidable issue concerning both legal theory and practice. The specific object of that focuses on the correlation between law and fairness, as well as, legal certainty and need of justice. This essay will retrace the most important legal cases he dealt with, when he was the president of the court of Chateâu-Thierry, in order to shed light on a specific case, pertaining to the annals of the history of law, which can enhance the current judicial and political debate.PAROLE CHIAVE: legge, equità, certezza del diritto, giustizia.KEYWORDS: law, fairness, legal certainty, justice.
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Cafagno, Maurizio. "L'evoluzione delle procedure di gara, alla ricerca di un bilanciamento tra le ragioni dell'efficienza economica e le ragioni dell'imparzialità amministrativa." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003003.

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Abstract:
Lo scritto muove dalla constatazione che studi ed osservazioni empiriche illu-strano come la disomogenea distribuzione di informazioni tra soggetti che si tro-vano a negoziare alimenta l'incertezza e concede spazio all'opportunismo, in-nalzando i costi di transazione. Calando, però, la questione strategica della miti-gazione dell'opportunismo all'interno dei tre diversi ordini di rapporti chiamati in causa dalle negoziazioni pubbliche, ossia il rapporto tra pubblica amministrazio-ne e funzionari, tra pubblica amministrazione e concorrenti e tra pubblica am-ministrazione e contraenti, possono affiorare delle prospettive legittime che, uscendo dalle strettoie della modellistica contabile familiare alla prassi giuridica , consentano di acquisire e sfruttare nuova informazione, in corso di gara, adat-tando stime e proposte e consentendo, in tal modo, di guadagnare parecchio in termini di efficienza. In definitiva ed in sintesi, teoria ed esperienza, che trovano ampio supporto ed ispirazione nel diritto europeo, inducono a pensare che l'obiettivo di innalzare efficienza e convenienza dei meccanismi di gara postula il ricorso a modelli di-versificati, aperti a gradi variabili di flessibilità. A ben vedere il diritto europeo, assumendo il patrocinio di procedure contrattuali più aperte e di criteri di bilan-ciamento più flessibili, ispirati dall'idea che la stretta sorveglianza dei funzionari e delle amministrazioni non sia la finalità incondizionatamente prioritaria, ac-credita piuttosto l'idea che gli oneri del formalismo vadano sopportati soltanto sinché si può supporre che ne discendano benefici superiori in termini di stimolo all'intensificazione degli scambi. Lo scritto approda alla conclusione che l'efficienza vada considerata alla stregua di una variabile endogena, e non esogena, rispetto alle politiche di promozione della concorrenza. Onde, sarebbe utile convalidare anche nel nostro ordinamento un criterio di libertà delle forme procedimentali, almeno per i cosiddetti contratti esclusi, che non sempre e non necessariamente siano tenute a tradursi in procedure di gara, fatta salva la possibilità di accesso alla tutela giurisdizionale per l'aspirante che dimostri di aver subito gli effetti lesivi e discriminatori della violazione dei principi generali.
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Dissertations / Theses on the topic "Teoria e prassi dell'argomentazione giuridica"

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PALANDRI, LUCREZIA. "Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.

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Abstract:
Il tentativo di conciliare l’indagine sulla libertà di espressione artistica con il metodo costituzionale comparato mi ha portato alla scelta di concentrarmi sullo sviluppo giurisprudenziale di tale diritto nel contesto della Corte Suprema degli Stati Uniti, seguendo in particolare l’evoluzione definitoria del concetto di arte e dei suoi limiti, insieme alla conseguente variazione del livello di tutela della sua libertà. L’annoso dibattito che ruota attorno alla domanda “cosa è arte?” imperversa da secoli tra studiosi di filosofia, estetica, storia e critica dell’arte. Il lavoro di tesi cerca di mettere in luce come questa stessa domanda non resti confinata nei suddetti campi, ma si ritrovi scritta anche in diversi ambiti del diritto, nonostante arte e diritto vengano tradizionalmente ed intuitivamente ritenuti terreni inconciliabili. Il Capitolo I parte da questa considerazione per inquadrare in via generale il problema della definizione di un concetto giuridico di arte, preparando così il terreno per l’analisi giurisprudenziale dei due capitoli successivi. Concentrandomi, infatti, sull’approccio dei giudici alla domanda “cosa è arte”, preliminare alla risoluzione di controversie in materia di libertà artistica, l’intento sarà quello di mostrare quanto questo modus operandi possa essere funzionale ad una indagine non tanto sul fenomeno artistico quanto sul ruolo stesso dei giudici. Usando come parametri di riferimento i metodi di interpretazione giudiziale e le teorie interpretative costituzionali – oltre ad un terzo parametro di tipo trasversale che è l’unicità della materia in esame –, i Capitoli II e III affrontano il problema della definizione di arte ai fini della tutela del Primo Emendamento ed analizzano, rispettivamente, i casi in cui i giudici cercano di dare una risposta alla domanda “cosa è arte?”, ed i casi, molto più frequenti, in cui i giudici decidono “cosa non è arte”, entrambi valutando l’esistenza e la solidità di argomentazioni e criteri decisori forniti dalla Corte nelle sue opinioni. Il proposito, dunque, non è affatto quello di trovare una volta per tutte la definizione di arte o di sostenere l’assurda pretesa che i giudici sarebbero in grado di risolvere eterni dilemmi artistici. Piuttosto il fine vuole essere quello di dimostrare che i casi in cui i giudici devono decidere se un oggetto costituisce o meno un’opera d’arte possono rivelare molto di più sulla natura del giudicare piuttosto che sulla natura dell’arte. Nell’ultimo Capitolo, il IV, accennerò anche ad alcuni elementi di confronto tra l’esperienza della Corte Suprema degli Stati Uniti e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel momento in cui si trovano a dover decidere sulla definizione del concetto di arte e della sua libertà.
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Books on the topic "Teoria e prassi dell'argomentazione giuridica"

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Valli, Gianantonio. La razza nel nazionalsocialismo: Teoria antropologica, prassi giuridica. Genova: Effepi, 2010.

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La razza nel nazionalsocialismo: Teoria antropologica, prassi giuridica. Genova: Effepi, 2010.

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3

Ganarin, Manuel. L'interpretazione autentica nelle attuali dinamiche evolutive del diritto canonico. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg290.

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Abstract:
Questo contributo mira a tracciare un quadro di sintesi sull’istituto dell’interpretazione autentica delle leggi universali della Chiesa. La teoria e la prassi dell’attività di interpretazione hanno costituito da sempre un tema rilevante nell’evoluzione dell’ordinamento canonico: ancor più dopo la scelta di dar vita ad una codificazione universale. Come per il Codex Iuris Canonici del 1917 Benedetto XV aveva istituito una Commissione ad hoc, così per quello attualmente in vigore tale compito è stato assegnato prima alla Pontificia Commissione per l’Interpretazione Autentica del Codice di Diritto Canonico e poi al Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi (ora Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi). Il presente volume, mentre analizza in maniera sistematica tutto lo spettro nel quale si può articolare e tentare di catalogare lo sforzo ermeneutico, cerca al contempo di indagarne motivazioni e dimensioni entro le marcate specificità che caratterizzano lo ius Ecclesiae. La coerenza intrinseca dell’opera interpretativa va individuata non nella ricerca metodologica di una perfezione formale (come non di rado si è registrato invece nella dommatica giuridica secolare di stampo giuspositivistico), ma nell’esigenza di far emergere e trionfare le esigenze sostanziali di giustizia, ripristinando così in tutta la sua effettività, risolvendone dubbi e contraddizioni, la rationabilitas della legge. La domanda ultima investe il possibile anacronismo dell’istituto dell’interpretazione autentica, stante, da una parte, il progressivo affermarsi di una deregulation che si diffonde in tutti gli ordinamenti e, dall’altra, un orientamento apparentemente meno confidente nel ruolo e nella capacità dello strumento giuridico quale mezzo di composizione dei conflitti che sembra in particolare segnare le attuali dinamiche evolutive del diritto canonico. Questo studio non risolve (né potrebbe) il problema, consapevole di come esso vada ben al di là del perimetro qui indagato, ma non rinuncia a farlo trasparire in filigrana dall’illustrazione compiuta ed esigente di un istituto giuridico, quale l’interpretazione autentica, ricco di implicazioni e sviluppi nelle diverse stagioni della Chiesa e, conseguentemente, della scienza canonistica.
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