Academic literature on the topic 'Teoria e prassi'

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Journal articles on the topic "Teoria e prassi"

1

Milinković, Snežana. "Zogović, Mirka (2007). Barok: književna teorija i praksa [Teoria e prassi del barocco letterario]." Italica Belgradensia 2014, no. 1 (2014): 129–30. http://dx.doi.org/10.18485/italbg.2014.1.7.

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2

Tripodi, Francesca, Filippo Maria Nimbi, Adele Fabrizi, Roberta Rossi, and Chiara Simonelli. "L'approccio integrato in sessuologia Teoria e prassi clinica." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2016): 52–71. http://dx.doi.org/10.3280/psob2016-002004.

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3

Cataldi, Giuseppe. "R. Pisillo Mazzeschi. Diritto internazionale dei diritti umani. Teoria e prassi." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 13, no. 1 (March 8, 2021): 1153. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2021.6025.

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4

Croci, Osvaldo. "Le medie potenze: teoria e prassi in politica estera." Canadian Foreign Policy Journal 25, no. 1 (June 4, 2018): 113–14. http://dx.doi.org/10.1080/11926422.2018.1478316.

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5

Coller, Graziano. "L'eterno divario tra teoria e prassi del pricing nel Management Accounting." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (March 2018): 11–33. http://dx.doi.org/10.3280/maco2018-002002.

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6

Lentano, Mario. "Alice Accardi: Teoria e prassi del beneficium da Cicerone a Seneca." Gnomon 91, no. 7 (2019): 608–11. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417-2019-7-608.

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7

Buccini, Francesca. "L'educazione di genere tra teoria e prassi: itinerari di ricerca per l'infanzia." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 355–66. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9485.

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Abstract:
Il superamento del gender gap nei percorsi di studio, in particolare in quelli scientifici, necessita di una formazione attenta alle differenze fin dai primi gradi dell'istruzione. L'interesse verso le differenti discipline presenti nel curricolo scolastico tende a manifestarsi proprio durante le prime fasi di scolarizzazione influenzando, in modo determinante, le scelte formative e professionali future. È fondamentale considerare l'influenza che la famiglia e la scuola esercitano nell'indirizzare, seppur in modo implicito, le bambine/ragazze verso un determinato percorso di studio e quindi poi professionale e riconoscere l'importanza dell'educazione soprattutto nella prima fase di vita. In questa prospettiva, alla luce delle recenti evidenze neuroscientifiche, il contributo intende riflettere sul ruolo che la scuola di base e i relativi ambienti di apprendimento possono svolgere nella decostruzione di stereotipi e pregiudizi attraverso gli stimoli offerti dai docenti che, grazie alle loro capacità relazionali, saranno in grado di orientare le pratiche educative e cogliere in ogni alunna/alunno l'unicità, il suo essere irripetibile e portatore della propria diversità
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8

Lepschy, Laura, and Angelo M. Mangini. "Letteratura come anamorfosi: Teoria e prassi del fantastico nell'Italia del primo Novecento." Modern Language Review 103, no. 4 (October 1, 2008): 1139. http://dx.doi.org/10.2307/20468079.

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9

Della Coletta, Cristina. "Teoria Realista e Prassi Fantastica: "Un Vampiro" di Luigi Capuana." MLN 110, no. 1 (1995): 192–208. http://dx.doi.org/10.1353/mln.1995.0005.

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10

Garriga, Concepciň. "Una biografia personale e terapeutica." GROUNDING, no. 2 (December 2011): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002003.

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Abstract:
L'autrice ripercorre la propria biografia e le esperienze familiari che l'hanno resa sensibile ai temi di genere. Ci racconta dei suoi studi di psicologia e della scelta di diventare psicoterapeuta, per poi approfondire sia la critica a Freud che lo sviluppo di un pensiero critico nei confronti della psicoanalisi per valorizzare la cultura di genere nel campo della teoria e della prassi terapeutica.
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Dissertations / Theses on the topic "Teoria e prassi"

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Quaranta, Anna <1966&gt. "Teoria e prassi di Sergiu Celibidache." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/539/1/quaranta_anna_tesi.pdf.

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Quaranta, Anna <1966&gt. "Teoria e prassi di Sergiu Celibidache." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/539/.

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3

CAVALIERI, MATTEO. "La creazione di valore tra teoria e prassi." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/775.

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Abstract:
Le modalità attraverso le quali taluni investitori istituzionali operano, con riferimento al mercato dei capitali ed in particolare al controllo societario, hanno profondamente influenzato il modo di fare “attività d’impresa”. Infatti, gli orizzonti temporali delle strategie risultano totalmente stravolti a favore di logiche speculative di gestione dell’impresa e di realizzazione del valore per gli azionisti nel breve periodo. Le strategie delle organizzazioni vengono spinte verso comportamenti più tipicamente speculativi, risultando distaccate dalle logiche di creazione di valore legate alla produzione. Le conseguenze di quanto detto mettono a dura prova il modello della società per azioni e, in particolare, richiedono una riflessione sulla concezione di “capitale di rischio” nonché una rimeditazione delle logiche e dei modelli di governance.
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4

Tonetto, Chiara <1991&gt. "Gianna Manzini tra teoria e prassi della narrazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7880.

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Abstract:
Uno dei tratti che più caratterizzano la produzione di Gianna Manzini è la costante tendenza alla riflessione sulla scrittura. Questo tema si realizza di volta in volta in forme diverse e il presente studio ha lo scopo di osservare le diverse modalità con cui viene affrontato. Ogni capitolo focalizza l’attenzione su alcuni anni della vita della scrittrice e sulle opere che risultano essere più significative in relazione all’argomento scelto; l’ordine cronologico di presentazione delle opere e la puntuale analisi dei testi permettono di seguire l’evoluzione del pensiero della scrittrice. Il punto di partenza sono i racconti giovanili nei quali emerge da parte dell’autrice l’interesse ad esplicitare e discutere le proprie idee di poetica; segue un periodo di intenso sperimentalismo al punto che la riflessione sulla scrittura e sulla forma romanzo diventano oggetto stesso della narrazione; infine, la produzione di Gianna Manzini si conclude con opere che coniugano istanza metaletteraria e motivi autobiografici. Emergono, grazie a questo studio, l’originalità della posizione di Gianna Manzini nel panorama letterario e il suo intimo rapporto con il mestiere di scrittrice.
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5

GIUDICI, ANDREA. "L'INESIGIBILITÀ NEL DIRITTO PENALE TRA TEORIA E PRASSI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/547066.

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Abstract:
È configurabile un argomento difensivo per l’imputato che, nel corso di un processo penale, ammetta di aver commesso il fatto che gli è addebitato, ma al tempo stesso affermi di non aver potuto agire altrimenti in ragione delle circostanze? E dunque, nella formulazione del giudizio di responsabilità penale può assumere rilievo autonomo l’accertamento dell’esigibilità, da parte del singolo, del comportamento conforme al precetto? A questi interrogativi fondamentali si propone di fornire risposta la presente indagine, dedicata, dunque, a un tema di parte generale per certi versi tradizionale, ma recentemente posto nuovamente in discussione dalla prassi: la teoria delle scusanti e, in particolare, il margine di operatività del c.d. principio di inesigibilità in materia penale. Il lavoro prende le mosse da un approfondimento di carattere storico e comparato, volto a ricercare le origini storiche del problema e a descrivere stato dell’arte nell’ordinamento attuale, in relazione al quale si ripercorrono le più comuni obiezioni opposte alla configurabilità di una vera e propria clausola di inesigibilità nella formulazione del giudizio di colpevolezza. Rilevata l’insufficienza delle classificazioni proposte in dottrina, si evidenziano le ragioni per cui la tematica dev’essere rivista alla luce dei principi costituzionali che disciplinano la colpevolezza e si forniscono spunti utili per la sua concretizzazione e per le sue applicazioni pratiche. Proprio alla prassi è dedicata, infine, ampia parte del lavoro, per esaminare le conclusioni cui è già pervenuta – non senza qualche ambiguità – e cui potrebbe pervenire in futuro la giurisprudenza, con particolare riguardo ai casi di c.d. necessità economica.
Should a Defendant be allowed to plead her innocence by saying that, given the circumstances, she had no real choice but to break the law? Does the Judge, while assessing her criminal liability, have to check whether she was able to do what she was required to by a relevant provision? These are, in short, the questions this essay aims to answer to. Their roots go deep into a traditional subject of the general part, such as the theory of excuses and the role of superlegal defences, which has been brought back into light by the most recent case-law. The essay shall begin from an in-depth historical and comparative analysis, trying to describe the reason why interest raised upon this topic and to highlight the most common objections that oppose it. After underlining how insufficient is the categorisazion ordinarily brought forward by the legal doctrine, the author explains why the whole issue has to be reviewed in the light of the constitutional principles ruling culpability and blame, and tries to give some hints for its possibile future empyrical applications. The final part, then, is dedicated to an analysis of the recent case-law, in order to assessing the Courts’ approach to the subject and removing random ambiguities; a particular attention is drawn on cases of the so-called ‘economic necessity’.
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6

SERRANI, Lavinia. "Problemi e prospettive del telelavoro tra teoria e prassi." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30692.

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Abstract:
The main purpose of this research project was to investigate the reasons for the limited use of teleworking, particularly as a tool to reconcile employers’ and workers’ needs. After providing a review of teleworking in Italy in both the public and the private sector, the research focus concentrated on the analysis of one of the possible reasons causing teleworking to be poorly implemented: the old rules governing this form of employment. Teleworking is regulated by Article 4 of the Workers’ Statute, which was drafted in the 1970s, thus addressing different contexts and issues. The use of technological devices in teleworking is not intended to ease “workers’ ‘remote’ control”, but to allow them to carry out their tasks, an aspect which highlights the need for specific legislation. These theoretical considerations were followed by a review of some practical cases, which pointed out how social partners and employers are not yet ready to teleworking, as they have not understood its main principles. Most of the provisions in collective agreements, also those concluded at company level, seem to limit workers’ autonomy, thus neglecting the possible advantages for employers in terms of productivity, cost savings related to the use of facilities, and a reduction of absenteeism due to sickness. What emerges is a difficulty in moving on from the “command and control” model, which was widely implemented in the past. Employers are wary of change and do not trust their employees. A move away from this state of affairs is only possible if considerations on the duration of the task will be replaced by objective-based initiatives.
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Perez, Zafrilla Pedro Jesus <1981&gt. "La democrazia deliberativa negli Stati Uniti: teoria e prassi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3433/1/Perez_Zafrilla_Pedro_Jesus_Tesi.pdf.

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Abstract:
This dissertation aims to analyse the development of the deliberative model of democracy in the U.S., both in an empirical and theoretical levels, from its origins in the eighties of the last century until now. In the first part we study the political and historical elements that build the crisis of the Liberal political system in the seventies in the U.S. and its effects on the political behaviour of citizens. In the second part we discuss the origins and development of the deliberative theory of democracy, its main authors, approaches and elements. The key aspect of this model of democracy is to reverse the apathy and strength the political participation of citizens through public deliberation. In the last part we expose the practical level of the deliberative democracy: how this theory of has been put into practice in the American political domain. We describe the main projects of deliberative democracy rose from civil society from the eighties until today. Finally, we expose the James Fishkin’s proposal of deliberative poll. This is the link between the empirical and theoretical levels of the deliberative model of democracy.
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Perez, Zafrilla Pedro Jesus <1981&gt. "La democrazia deliberativa negli Stati Uniti: teoria e prassi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3433/.

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Abstract:
This dissertation aims to analyse the development of the deliberative model of democracy in the U.S., both in an empirical and theoretical levels, from its origins in the eighties of the last century until now. In the first part we study the political and historical elements that build the crisis of the Liberal political system in the seventies in the U.S. and its effects on the political behaviour of citizens. In the second part we discuss the origins and development of the deliberative theory of democracy, its main authors, approaches and elements. The key aspect of this model of democracy is to reverse the apathy and strength the political participation of citizens through public deliberation. In the last part we expose the practical level of the deliberative democracy: how this theory of has been put into practice in the American political domain. We describe the main projects of deliberative democracy rose from civil society from the eighties until today. Finally, we expose the James Fishkin’s proposal of deliberative poll. This is the link between the empirical and theoretical levels of the deliberative model of democracy.
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9

Serrau, Andrea <1986&gt. "Stile. Teoria e prassi nell'opera di Viollet-le-Duc." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6324/1/Serrau_Andrea_Tesi.pdf.

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Abstract:
Per Viollet-le-Duc lo “stile” «è la manifestazione di un ideale fondato su un principio» dove per principio si intende il principio d’ordine della struttura, quest’ultimo deve rispondere direttamente alla Legge dell’”unità” che deve essere sempre rispettata nell’ideazione dell’opera architettonica. A partire da questo nodo centrale del pensiero viollettiano, la presente ricerca si è posta come obiettivo quello dell’esplorazione dei legami fra teoria e prassi nell’opera di Viollet-le-Duc, nei quali lo “stile” ricorre come un "fil rouge" costante, presentandosi come una possibile inedita chiave di lettura di questa figura protagonista della storia del restauro e dell’architettura dell’Ottocento. Il lavoro di ricerca si é dunque concentrato su una nuova lettura dei documenti sia editi che inediti, oltre che su un’accurata ricognizione bibliografica e documentaria, e sullo studio diretto delle architetture. La ricerca archivistica si é dedicata in particolare sull’analisi sistematica dei disegni originali di progetto e delle relazioni tecniche delle opere di Viollet-le- Duc. A partire da questa prima ricognizione, sono stati selezionati due casi- studio ritenuti particolarmente significativi nell’ambito della tematica scelta: il progetto di restauro della chiesa della Madeleine a Vézelay (1840-1859) e il progetto della Maison Milon in rue Douai a Parigi (1857-1860). Attraverso il parallelo lavoro di analisi dei casi-studio e degli scritti di Viollet- le-Duc, si è cercato di verificare le possibili corrispondenze tra teoria e prassi operativa: confrontando i progetti sia con le opere teoriche, sia con la concreta testimonianza degli edifici realizzati.
Viollet-le-Duc accounts “style” as «the expression of an ideal, founded on a principle» in which principle embodies the principle of order of the structure. The latter must aswer directly to the Law of “units” that must always be respected in the design of the architecture. Starting from this central crux of the mindset of Viollet-le-Duc, this research has the goal of exploring the links between theory and practice in the work of Viollet-le-Duc, in which the “style” marks a constant thread, arising as a possible intepretation of this starring figure in the history of architecture and restoration of the nineteenth century. The research project focuses on a new reading of both published and unpublished documents, in addition to a careful bibliographical and documentary survey and a direct study of architectures. The examination of the archive is dedicated to the systematic analysis of the original drawings of projects and to the technical connections among the works of Viollet-le-Duc. Starting from this first investigation, two case-studies emerged as especially significant under the elected subject matter: the restoration project of the Madeleine a Vezelay church (1840-1859) and the work of the Maison Milon in rue Douai a Paris (1857-1860). Through the simultaneous work of analysis of the case-studies and the writing of Viollet-le-Duc, they tried to verify the possible correlations between theory and operational practise, comparing the projects to both the theoretical works and the tangible evidence of the buildings.
Selon Viollet-le-Duc, le “style” est la «manifestation d'un idéal établi sur un principe», où avec principe l'on entend le principe de structure qui doit satisfaire directement la loi d'unité, et cette dernière doit être toujours respectée lors de la conception d'une œuvre d'architecture. À partir de cet élément crucial de le pensée de Viollet-le-Duc, ce travail a pour objet d'explorer les liens entre théorie et pratique dans l'œuvre de l'architecte français, où le “style” représente un “fil rouge”, et même une possible clef de lecture pour mieux interpréter ce protagoniste dans le domaine de la restauration et de l'architecture du XIXème siècle. Le travail c’est concentré sur une nouvelle lecture des documents, soit publiés soit inédits. Davantage je me suis basé sur une soignée reconnaissance bibliographique et documentaire, et sur l’étude des architectures. La recherche des archives s’est dédiée en particulier à l’analyse systématique des dessins originals de projet et des relations techniques des oeuvres de Viollet-le-Duc. À partir de cette première reconnaissance, ont été sélectionnés deux cas- étude considérés particulièrement importants en ce qui concerne la thématique choisie: le projet de restauration de l’église de la Madeleine à Vézelay (1840-1859) et le projet de la Maison Milon en rue Douai à Paris (1857-1860). À travers le parallèle travail d’analyse des cas-étude et des écrits de Viollet- le-Duc, on a cherché vérifier les possibles correspondances entre théorie et pratique en vigueur: en confrontant les projets soit avec les oeuvres théoriques, soit avec le témoignage concret des édifices réalisés.
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Serrau, Andrea <1986&gt. "Stile. Teoria e prassi nell'opera di Viollet-le-Duc." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6324/.

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Abstract:
Per Viollet-le-Duc lo “stile” «è la manifestazione di un ideale fondato su un principio» dove per principio si intende il principio d’ordine della struttura, quest’ultimo deve rispondere direttamente alla Legge dell’”unità” che deve essere sempre rispettata nell’ideazione dell’opera architettonica. A partire da questo nodo centrale del pensiero viollettiano, la presente ricerca si è posta come obiettivo quello dell’esplorazione dei legami fra teoria e prassi nell’opera di Viollet-le-Duc, nei quali lo “stile” ricorre come un "fil rouge" costante, presentandosi come una possibile inedita chiave di lettura di questa figura protagonista della storia del restauro e dell’architettura dell’Ottocento. Il lavoro di ricerca si é dunque concentrato su una nuova lettura dei documenti sia editi che inediti, oltre che su un’accurata ricognizione bibliografica e documentaria, e sullo studio diretto delle architetture. La ricerca archivistica si é dedicata in particolare sull’analisi sistematica dei disegni originali di progetto e delle relazioni tecniche delle opere di Viollet-le- Duc. A partire da questa prima ricognizione, sono stati selezionati due casi- studio ritenuti particolarmente significativi nell’ambito della tematica scelta: il progetto di restauro della chiesa della Madeleine a Vézelay (1840-1859) e il progetto della Maison Milon in rue Douai a Parigi (1857-1860). Attraverso il parallelo lavoro di analisi dei casi-studio e degli scritti di Viollet- le-Duc, si è cercato di verificare le possibili corrispondenze tra teoria e prassi operativa: confrontando i progetti sia con le opere teoriche, sia con la concreta testimonianza degli edifici realizzati.
Viollet-le-Duc accounts “style” as «the expression of an ideal, founded on a principle» in which principle embodies the principle of order of the structure. The latter must aswer directly to the Law of “units” that must always be respected in the design of the architecture. Starting from this central crux of the mindset of Viollet-le-Duc, this research has the goal of exploring the links between theory and practice in the work of Viollet-le-Duc, in which the “style” marks a constant thread, arising as a possible intepretation of this starring figure in the history of architecture and restoration of the nineteenth century. The research project focuses on a new reading of both published and unpublished documents, in addition to a careful bibliographical and documentary survey and a direct study of architectures. The examination of the archive is dedicated to the systematic analysis of the original drawings of projects and to the technical connections among the works of Viollet-le-Duc. Starting from this first investigation, two case-studies emerged as especially significant under the elected subject matter: the restoration project of the Madeleine a Vezelay church (1840-1859) and the work of the Maison Milon in rue Douai a Paris (1857-1860). Through the simultaneous work of analysis of the case-studies and the writing of Viollet-le-Duc, they tried to verify the possible correlations between theory and operational practise, comparing the projects to both the theoretical works and the tangible evidence of the buildings.
Selon Viollet-le-Duc, le “style” est la «manifestation d'un idéal établi sur un principe», où avec principe l'on entend le principe de structure qui doit satisfaire directement la loi d'unité, et cette dernière doit être toujours respectée lors de la conception d'une œuvre d'architecture. À partir de cet élément crucial de le pensée de Viollet-le-Duc, ce travail a pour objet d'explorer les liens entre théorie et pratique dans l'œuvre de l'architecte français, où le “style” représente un “fil rouge”, et même une possible clef de lecture pour mieux interpréter ce protagoniste dans le domaine de la restauration et de l'architecture du XIXème siècle. Le travail c’est concentré sur une nouvelle lecture des documents, soit publiés soit inédits. Davantage je me suis basé sur une soignée reconnaissance bibliographique et documentaire, et sur l’étude des architectures. La recherche des archives s’est dédiée en particulier à l’analyse systématique des dessins originals de projet et des relations techniques des oeuvres de Viollet-le-Duc. À partir de cette première reconnaissance, ont été sélectionnés deux cas- étude considérés particulièrement importants en ce qui concerne la thématique choisie: le projet de restauration de l’église de la Madeleine à Vézelay (1840-1859) et le projet de la Maison Milon en rue Douai à Paris (1857-1860). À travers le parallèle travail d’analyse des cas-étude et des écrits de Viollet- le-Duc, on a cherché vérifier les possibles correspondances entre théorie et pratique en vigueur: en confrontant les projets soit avec les oeuvres théoriques, soit avec le témoignage concret des édifices réalisés.
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Books on the topic "Teoria e prassi"

1

Giglioni, Paolo. Inculturazione: Teoria e prassi. Città del Vaticano: Libreria editrice vaticana, 1999.

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2

Enzo, Scrivano, Alonge Roberto, and Centro nazionale di studi pirandelliani (Italy), eds. Teatro, teoria e prassi. Roma: La Nuova Italia scientifica, 1986.

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3

Restauro dalla teoria alla prassi. [Naples]: Electa Napoli, 2000.

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4

Il discernimento: Teoria e prassi. Milano: Paoline, 2009.

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5

Garzone, Giuliana. Il metalinguaggio dell'interpretazione: Teoria e prassi. Roma: Il calamo, 2001.

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6

Caprioli, Vincenzo. Teoria e prassi della nuova ipnosi. Pavia: La Goliardica Pavese, 1988.

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7

Chistolini, Sandra. Scuola Rudolf Steiner: Teoria, prassi, sviluppo. Roma: EURoma, 1988.

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8

Giovanna, Calabrò, and Università degli studi di Salerno. Dipartimento di studi linguistici e letterari., eds. Teoria, didattica e prassi della traduzione. Napoli: Liguori, 2001.

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9

Garzone, G. Il metalinguaggio dell'interpretazione: Teoria e prassi. Roma: Il calamo, 2001.

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10

Il restauro urbano: Teoria e prassi. Torino: UTET libreria, 2003.

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Book chapters on the topic "Teoria e prassi"

1

Bozzo, Luciano. "La guerra pensata: narrazioni, teoria, prassi." In Studi e saggi, 69–79. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-595-0.06.

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Abstract:
The study of war and strategy has been at the core of the theory of international relations since the birth of the academic discipline. Strategy is a key factor in any conflict, first of all in violent conflicts. Military strategy is the bridge between politics and war. Strategic studies have mainly focused on military doctrines and the means to wage war for too long a time. Limited attention was paid to the cultural dimension of violent confrontations. Then, in the second half of the XX century the Western attention to the technological dimension of war became almost obsessive. However, if war is the continuation of politics by other means we must be aware that the human factor is of utmost importance among those “means”. The willingness of soldiers to sacrifice their life on the battlefield is the precondition to wage war. At the same time, it is also the basis of any political obligation. Hence, death is the continuation of politics by other means. Various “narratives” of war have been created in history in order to justify the individual commitment to fight and eventually die in war to attain political aims. Starting in the classical age the Western world has been developing two related narratives of war: the republican model and the decisive battle one. According to the first one the good citizen was a good soldier too, and vice-versa, while the second required the concentration of violence in space and time to break the enemy’s will to fight in the shortest possible time. The two concepts gave both moral and military sense to the violent, insensate, and chaotic environment of the battle. After the end of the cold war in most Western countries such a way of thinking on the relationship between war and politics has been undermined by several factors, first of all the unwillingness to sacrifice one’s life in war. The readiness to die in order to attain a political aim has almost vanished. On the contrary, the concept of the “decisive battle” has survived thanks to technological evolution. As a consequence, on the one hand, old figures of warriors reappeared on the battlefield: soldiers of fortune, God’s fighters, pirates, and criminals. On the other, the unwillingness to die coupled to the strategic archetype of the decisive battle is bringing more and more machines and AI into war, making it both post-heroic and post-human.
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2

Ajzenhamer, Vladimir. "Teorija iza prakse?" In Novi put svile: evropska perspektiva, 83–99. Beograd: Fakultet bezbednosti Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/fb_nps.2018.ch6.

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3

Campoy, María Arcas. "El criterio de los juristas malikíes sobre los alimentos y las bebidas de los ḏimmíes: entre la teoría y la práctica." In Law and Religious Minorities in Medieval Societies: Between Theory and Praxis, 85–100. Turnhout: Brepols Publishers, 2016. http://dx.doi.org/10.1484/m.relmin-eb.5.109351.

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4

Dojčinović, Biljana. "Prihvatanje razlika: feministička kritika u Srbiji u postsocijalističkom periodu." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 13–23. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch1.

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Vučenović, Nataša, and Zorana Simić. "Temati i prikazi u časopisu „Genero” (2002-2016)." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 206–27. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch10.

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Đurić, Dubravka. "Platforma časopisa „ProFemina”." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 231–44. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch11.

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Vojinović, Mila. "O feminizmu u uvodnicima časopisa „ProFemina”." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 245–62. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch12.

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Lalatović, Jelena. "Književna kritika u „ProFemini” (1994−1999): portret feminističke avangarde." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 263–80. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch13.

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Milinković, Jelena. "„ProFemina”, feminističke kontrajavnosti i književna prošlost." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 281–311. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch14.

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10

Simić, Zorana. "„Knjiženstvo”: susret ginokritike i digitalne humanistike." In Feministički časopisi u Srbiji. Teorija, aktivizam i umetničke prakse u 1990-im i 2000-im, 315–27. Beograd: Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu, 2018. http://dx.doi.org/10.18485/femjis.2018.ch15.

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Conference papers on the topic "Teoria e prassi"

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Cosentino, Paola. "Machiavelli e il Discorso o dialogo: teoria e prassi dell’intreccio comico." In Pensée et pratique de l'intrigue comique (France-Italie, XVIe-XVIIIe siècles). Fabula, 2020. http://dx.doi.org/10.58282/colloques.6529.

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2

Simović, Miodrag N., Dragan Jovašević, and Vladimir M. Simović. "KRIVIČNO DJELO AGRESIJE – TEORIJA I PRAKSA MEĐUNARODNOG I NACIONALNOG KRIVIČNOG PRAVA." In DAYTONSKI MIROVNI SPORAZUM I BUDUĆNOST BOSNE I HERCEGOVINE. Akademija nauka i umjetnosti Bosne i Hercegovine, 2016. http://dx.doi.org/10.5644/pi2016.166.03.

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3

Opačić, Ana, and Vladimir Vrhovšek. "VLADAVINA PRAVA NA „USLUZI“ NARODU, KROZ TEORIJU I PRAKSU." In XVII majsko savetovanje. Pravni fakultet Univerziteta u Kragujvcu, 2021. http://dx.doi.org/10.46793/uvp21.081o.

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Abstract:
We, as the authors of this text, have found it important to point out the close connection between law and justice, theory and practice, because citizens go to court for justice. The judge says what justice is. However, when the legal norm is available and well known to the persons, to whom it refers, and when it is predictable and the case law is uniform, the persons to whom the legal norm refers, can know their rights and obligations concretely, and thus know how to treat them. In order to that they must behave and anticipate the consequences of their behavior. When all the above has been fulfilled, it can be said that the requirements of the rule of law and legal security have been met, so it can be freely said that law and justice are at the "service of the people", through theory and practice. It should be reminded that the precision of the legal norm is one of the basic elements of the rule of law and is a key factor for the emergence and maintenance of the legitimacy of the legal order, which applies to all branches of law, and that court decisions are binding on all.
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Sadiković, Elmir, and Mirko Pejanović. "SAVREMENE TEORIJE I PRAKSE PARTICIPATIVNE DEMOKRATIJE U LOKALNIM ZAJEDNICAMA." In Participacija građana/građanki u odlučivanju o javnim poslovima u jedinicama lokalne samouprave u Bosni i Hercegovini. Academy of Sciences and Arts of Bosnia and Herzegovina, 2022. http://dx.doi.org/10.5644/pi2022.205.01.

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5

Purwanti, Retno. "BAHASA AUSTRONESIA DARI SUMATERA." In Seminar Nasional Arkeologi 2019. Balai Arkeologi Jawa Barat, 2020. http://dx.doi.org/10.24164/prosiding.v3i1.7.

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Abstract:
Austronesia merupakan suku bangsa terbesar yang mendiami wilayah Indonesia. Kajian mengenai tanah asal suku bangsa melayu-polynesia ini menarik dikaji dari berbagai aspek, baik dari arkeologi, sejarah, dan bahasa. Bahasa sebagai alat untuk menyampaikan ide dan pesan antar manusia mulai muncul pada permulaan abad ke Sembilan belas. Marsden berpendapat bahwa penduduk kepulauan Pasifik berasal dari Asia (dari wilayah Tartar). Hanya penduduk dibagian barat kepulauan pasifik yang ia maksudkan tentu Melanesia kemungkinan besar berasal dari irian. Tonggak pegangan Marsden lebih condong pada pertimbangan terhadap kesukubangsaan dari pada fakta kebahasaan. Setelah itu muncul beberapa teori mengenai asal usul bahasa. Kajian terbaru menganggap bahwa asal usul bahasa Austronesia dari Kalimantan. Bahkan ada yang mengatakan dari Sumatera. Hampir semua kajian bahasa didasarkan pada aspek linguistik dan tidak menyertakan data materi. Penelitian terhadap prasasti dan manuskrip yang terdapat di Sumatera bagian Selatan sejak tahun 2009-2019 memberikan gambaran bahwa bahasa Melayu sudah digunakan di daerah ini pada abad ke-7 Masehi. Prasasti-prasasti dari masa Kedatuan Sriwijaya sebagian besar menggunakan bahasa Melayu. Pada masa kemudian ditemukan prasasti-prasasti yang dituliskan pada timah, tanduk, rotan, dan bambu yang ditulis dengan menggunakan aksara lokal dan menggunakan bahasa Melayu. Di Sumatera Selatan sampai tahun 2019 ini tercatat ada 54 bahasa pengakuan (Melayu). Jumlah tersebut belum termasuk bahasa yang digunakan pada prasasti-prasasti dan manuskrip yang ditemukan di Jambi dan Bengkulu. Berdasarkan bukti-bukti prasasti dan manuskrip dapat diduga bahwa bahasa Melayu berasal dari Sumatera.
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González Tamez, Carlos Adrián, Carlos Ramiro Marmolejo Duarte, and Jesús Manuel Fitch Osuna. "Una aproximación a las dinámicas de segmentación en el mercado inmobiliario residencial ocasionadas por la migración intraurbana: una propuesta teórica empírica para la modelación de los procesos de reorganización territorial." In International Conference Virtual City and Territory. Rio de Janeiro: Universidade Federal do Rio de Janeiro, 2012. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7873.

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Abstract:
La evolución dinámica del mercado inmobiliario, así como las sofisticaciones de las interacciones de los actores que intervienen en el mismo han ocasionado que contrario a la teoría económica clásica, cada vez más se piense en el mercado inmobiliario como un conjunto de submercados. Esto es entre otras cosas porque la modelación de un mercado de vivienda segmentado permite por una parte, diseñar políticas de vivienda que se adapten de mejor manera a las necesidades de la población, pero por otro lado, permite generar estrategias tanto de mercadeo como de oferta inmobiliaria orientadas a sectores poblacionales específicos. Dichas estrategias en teoría, se deberían de comportar como opciones con una incertidumbre relativamente baja, representando de esta manera una oferta atractiva a todos los actores del mercado. Sin embargo en la praxis, la segmentación de los mercados inmobiliarios se modelan generalmente desde la oferta. Es por tanto que este paper propone una modelación desde las preferencias observadas2 vista esta a través de las migraciones intraurbanas. En concreto se propone modelar el mercado a través del valor de interacción de Coombes, escalando dimensionalmente los resultados para poder visualizar la estructura de submercados resultante a partir de la construcción de un PAM (Partitioning Algorithm Medoids).
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Vukelić, Marija, Vlaho Mihač, and Sandra Janković. "SPECIFIČNOSTI REVENUE MANAGEMENTA I PRODAJE U KAMPOVIMA." In Hotelska kuća 2022. University of Rijeka, Faculty of Tourism and Hospitality Management, 2022. http://dx.doi.org/10.20867/hk.1.11.

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Abstract:
Svrha – Pojam Revenue management odnosno upravljanje prihodima najčešće se definira kao prodati pravi proizvod, pravom kupcu, u pravo vrijeme, po pravoj cijeni, uz pravi kanal distribucije i pravi trošak te uz pravu komunikaciju. Revenue management predstavlja skup instrumenata i aktivnosti posvećeni ostvarenju optimalne razine neto prihoda i GOPa, odnosno proces prodaje relativno f iksnog iznosa neuskladištive imovine najprofitabilnijem mix-u kupaca kako bi se maksimizirao profit. Danas je to nezaobilazan dio poslovne teorije i prakse u hotelijerstvu koji primjenjuje čitav niz taktika i strategija koje determiniraju ponašanje kupaca i optimiziraju cijenu i raspoloživost kapaciteta. Radi se o disciplini u razvoju ali i o ažuriranom i inoviranom sustavu pravila igre, koji se sve više bazira na primjeni umjetne inteligencije. Neke stare tehnike primjenjuju se u nekim novim oblicima i usklađuju sa zahtjevima tržišta u doba razvijene informacijske tehnologije i novih kanala prodaje. Svrha ovog rada je istražiti i predstaviti u kojoj mjeri se pojedine tehnike primjenjuju u kampovima u Hrvatskoj, posebno u domeni prodaje mobilnih kućica, koje danas sve češće postaju i dio hotelskih resorta. Metode – Istraživanje je provedeno primjenom anketnog upitnika koji je poslan svim kategoriziranim kampovima u RH odnosno na 153 email adrese, te korištenjem baze podataka PHOBS rezervacijskog sustava. Dobiveni rezultati analiziranu su s aspekta veličine kampa, pripadnosti lancu, kvalitete kampa (broja zvjezdica) te lokaciji, koristeći elemente deskriptivne statistike. Zaključci – Rezultati ukazuju na primjenu instrumenata Revenue managementa u prodaji mobilnih kućica kao i na primjenu dinamičnog formiranja cijena. Kampovi su u prosjeku otvoreni 6,4 mjeseci. Prosječni postotak udjela stalnih gostiju u ukupnom zauzeću u 2021. godini kod pojedinačnih objekata iznosio je 34%, dok je isti kod grupnih objekata iznosio 35%. Rezultati također ukazuju na porast online prodaje u posljednje 3 godine kao i na veći udio direktne prodaje, pri čemu kod OTA kanala najveći udio ima Booking.com, Adriacamps (Gaveia), Camping Vision i Pincamp. Rezervacijski sustav na Internet stranicama koristi ~80% ispitanika od čega njih 100% koji upravljaju s više objekata i ~73% koji upravljaju s pojedinačnim objektima. Broj povratnih gostiju u 2021. godini u prosjeku je iznosio 34%, dok je udio walk in gostiju u grupnim objektima u većem dijelu u padu dok isti u manjim objektima zauzima veći udio i u rastu je u odnosu na prošlu godinu. Doprinos – Ovo je prvo istraživanje provedeno na uzorku od 49 ispitanika u kampova u RH koje ukazuje na primjenu pojedinih instrumenata Revenue managementa te koristi od njihove implementacije. Rezultati ovog istraživanja trebali bi potaknuti i ostale kampove na primjenu koncepta Revenue managementa i dinamičnog formiranja cijena. Osim kod kampova, primjena ovog koncepta od velikog je značaja i za male i obiteljske hotele u RH, budući da rezultira većim udjelom direktne prodaje, što rezultira povećanjem prihoda, smanjenjem troškova provizije pa time i većim poslovnim rezultatom.
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Mijović, Pavle. "Izborni zakon Bosne i Hercegovine i limiti etnonacionalne paradigme." In Naučno-stručni simpozij: Reforma izbornog zakonodavstva Bosne i Hercegovine. Academy of Sciences and Arts of Bosnia and Herzegovina, 2021. http://dx.doi.org/10.5644/pi2021.198.11.

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Abstract:
Izborni zakon Bosne i Hercegovine predstavlja, u svojoj specifičnoj pravnoj formi, vjeran odraz općih načela definiranih Daytonskim ustavom koja su i kalcificirala etničku podjelu zemlje. Interdisciplinarni pristup konstitucionalnim odrednicama prisutnim i u izbornom zakonu pokazuje jasne crte političke svijesti koja ga je donijela. Prvi dio članka pokušava rekonstruirati dominantnu političko-društvenu ideju u pozadini izbornog zakona. Izborni zakon Bosne i Hercegovine ogledni je primjer nedovršene konstitucionalne i državne arhitekture, posebice u vidu nedovršenog etnonacionalnog fiksizma te problematike ljudskih prava. Etnonacionalna paradigma, evidentna još od prvih višestranačkih izbora u Bosni i Hercegovini, više od samog izbornog procesa ukazuje na etničko svrstavanja. Stoga će koncept „statističke nacionalizacije“ biti analiziran. Drugi dio članka konfrontira dominantnu ideju izbornog zakona Bosne i Hercegovine s određenim aspektima političke teorije. Ustavna kategorija konstituenata je privilegirana u odnosu na kategoriju „Ostalih“, što predstavlja eklatantan primjer diskriminatorne prakse, koji očekivano, nije u skladu s bilo kojim normativnim dokumentom vezanim za ljudska prava. Čak i iz etnonacionalne perspektive, navedeni Izborni zakon je nedovršen. Nadalje, inherentni limiti konsocijacijskog okvira su analizirani. Treći dio članka analizira ograničenja etno-partitokracija pokazujući kako je u jednom takvom sistemu, individualna perspektiva gotovo nepostojeća. Obrisi kritičke teorije ukazuju na nužnost alteracije određenih društvenih stvarnosti te stvaranja društvenog modele osjetljivog na različitosti ali usmjerenog prema razvijenim demokratskim tekovinama.
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Sosa, Ricardo. "Soy un bucle creativo: Hacia estudios integradores en diseño y tecnologías creativas." In LINK 2021. Tuwhera Open Access, 2021. http://dx.doi.org/10.24135/link2021.v2i1.153.g288.

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Abstract:
“Soy un bucle extraño” es una profunda declaración del erudito Douglas Hofstadter, quien integra ideas de Filosofía, Neurociencia e Informática para analizar conceptos del “yo” y la conciencia (Hofstadter, 2007). Sobre los hombros de una idea tan gigantesca (parafraseando la máxima de Newton), intento examinar mi identidad como diseñador-investigador como una forma de desencadenar la reflexión y sintetizar propuestas para un nuevo tipo de pedagogías de estudio que unan la teoría y la práctica, que parecen haberse distanciado en la educación del diseño convencional y la investigación del diseño. Los pensadores de todas las epistemologías y épocas geohistóricas se han preocupado por las preguntas: “¿Quién soy? ¿Quiénes somos?”. Encontré una perplejidad similar a la de un estudiante hace tres décadas entre los diseñadores que se preguntaban: “¿Qué es el diseño? ¿Quién es diseñador?” (Roberts, 1982), preguntas que continúan provocando debates en la actualidad. Utilizo y amplío aquí el concepto de “sentipensante” (Borda y Moncayo, 2009) para reflexionar sobre mi experiencia personal de sentir-pensar-crear en el diseño y sobre el “bucle creativo” bastante confuso que conecta las identidades de investigación y diseño en mí y en nuestros estudiantes de posgrado (Yee, 2017). Para hacer estas ideas más concretas, me refiero a tres experiencias recientes específicas: dos son lecciones aprendidas de mi enseñanza en el programa de Tecnologías Creativas en AUT y una de mi trabajo de investigación en un espacio de creación después de la escuela en colegio del sur de Auckland en Tāmaki Makaurau entre 2016 y 2021. Estas viñetas ilustran algunos de los profundos abismos que dividen las actividades de diseño e investigación en la academia moderna, en particular, el divorcio entre la llamada teoría y la práctica. Las escuelas de diseño de hoy tienen una división paradójica, en gran parte arbitraria y perversa, entre estas formas de conocimiento. Sugiero que, en la educación del diseño, lo que llamamos teoría no es realmente teoría, y lo que llamamos práctica no es realmente práctica. Hemos estado ejerciendo mal ambas cosas, en gran parte debido al abismo que hemos abierto entre ellas. Me preocupo aquí por las formas en que se planifica la currícula en la educación del diseño, las pedagogías y las prácticas de horarios que usamos, y los discursos entre nuestros estudiantes y profesores. La última parte del artículo adopta una postura constructiva en un viaje que comenzó filosóficamente, se volvió crítico y se cierra generativamente con ideas concretas para el futuro de la erudición del diseño. Para ello, profundizo en la noción de “praxis del diseño” para reformular lo que Studio puede significar en la educación del diseño: un espacio integrador donde las formas pluriversales de conocimiento pueden unirse en “bucles creativos” para generar, aplicar y evaluar conocimientos de diseño.
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Ercegovac, Petra, Ana Globočnik Žunac, and Petra Tišler. "Employee personality assessment applying the DISC method." In Kvaliteta-jučer, danas, sutra (Quality-yesterday, today, tomorrow), edited by Miroslav Drljača. Croatian Quality Managers Society, 2021. http://dx.doi.org/10.52730/xfak2552.

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Abstract:
Abstract: Contemporary organizations focus on team work and methods and techniques for resolving communication barriers within the team oblige managers to take long term actions. The DISC method for assessing the characteristics and behavior of persons is a tool for grouping individuals before business activities. By combining the personality and temperament of members, an effective team for specific business situation is created. Theoretical research showed that DISC method was accepted as one of the tool to improve communication within the team, but also answered the questions if the DISC method is a scientifically accepted method as well as due to the complexity of the DISC method if there an obligation to acquire the necessary competencies of those who implement and use it and if the method is recognized in the practice of HR management. This paper is to use desk analysis of existing research to analyze DISC methods of personality analysis that are often used in human resource management. The results show that DISC method is of very good measurement quality, and can be adviced to the HR managers as effective and useful tool. Sažetak: Suvremene organizacije se fokusiraju na timski rad čime metode i tehnike za rješavanje komunikacijskih prepreka unutar timova postaju dugoročni zadaci menadžera. DISC metoda za procjenu karakteristika i ponašanja pojedinaca je alat za stvaranje timova prije početka poslovnog djelovanja. Kombiniranjem osobnosti i temperamenta članova tim će postati efektivan za specifičnu poslovnu situaciju. Istraživanje teorije je pokazalo da se radi o prihvaćenoj metodi za poboljšanje timske komunikacije, ali je odgovorilo i na pitanja radi li se o znanstveno prihvatljivoj metodi te obzirom na kompleksnost metode postoji li obveza posjedovanje određenih kompetencija za one koji će metodu primjenjivati. Istraživanje odgovara i na pitanje koliko je ova metoda prepoznata u hrvatskoj praksi. Članak prikazuje deskriptivnu analizu postojećih istraživanja DISC metode i primjene iste u području upravljanja ljudskim resursima. Rezultati pokazuju da je DISC metoda visoke mjerne kvalitete i može se prikazati kao koristan i upotrebljiv alat.
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