Journal articles on the topic 'Teoria di campo'

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1

Fabbroni, Roberto. "Teoria del Campo di Consapevolezza Unificata." Scienze Biofisiche 1, no. 1 (March 2021): 1–16. http://dx.doi.org/10.48274/ibi7.

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Abstract:
In questo lavoro si intende presentare la Teoria della Consapevolezza Unificata che ha l’intendimento di spiegare i processi di funzionamento legati alla salute di una persona in relazione ai campi di Energia-Informata che lo compongono e le loro interazioni con tutti gli altri campi esistenti in natura. Questo, secondo correlazioni e interconnessioni esistenti in una visione sistemica e unitaria dell’Universo e non solo. In questo contesto si conferma la visione in cui corpo-mente e Spirito sono correlati e che la Consapevolezza è un processo profondo, intimo e fondamentale per la Salute e che non è semplicemente uno stato di coscienza attiva ma è un Ente senziente mediatore tra i campi che compongono l’essere umano in una accezione non-locale e che potremmo anche chiamare Anima.
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2

Ferro, Antonino. "Pensiero onirico e teoria del campo." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001004.

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Abstract:
L'Autore, attraverso delle vignette cliniche, descrive i punti chiave del proprio modello clinico e traccia il suo modello di mente: "thinking-feeling-dreaming". Il concetto di campo analitico, come vero e proprio luogo d'incontro emotivo e di trasformazione psichica, cosě come il pensiero onirico della veglia, si collocano al centro del lavoro analitico. Secondo l'Autore, il campo accoglie e genera quelle turbolenze protoemotive che le funzioni alfa del campo alfabetizzano di continuo; il lavoro del campo consente poi lo sviluppo degli apparati per sognare, sentire e pensare. In questa prospettiva, una narrazione clinica con un alto grado di insaturitŕ risulta essenziale per favorire il moltiplicarsi dei punti di vista, cosicché il campo analitico possa diventare matrice di storie possibili. In questo modo l'"impensabile" diventa una storia condivisa, attraverso una serie di passaggi emotivi che permettono di nominare ciň che il paziente non ha potuto fin lě rappresentare.
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3

Leoni, Federico Albano. "Attualitŕ di Bühler." PARADIGMI, no. 3 (December 2011): 121–34. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003009.

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Abstract:
L'articolo propone una succinta lettura dellae di altri scritti di Bühler da un'angolatura linguistica. Viene cosě richiamata l'attenzione su alcuni punti ancora attuali e non del tutto messi a frutto nel dibattito teorico contemporaneo sulle scienze del linguaggio. In particolare l'Autore si sofferma su: a) il concetto di campo; b) la teoria dei due campi e l'integrazione tra il campo simbolico e il campo deittico, con un accenno alla questione dell'ellissi; c) l'assiomatica di B., con particolare riferimento al suo modello di segno e sul sistema simbolo/campo; d) la prospettiva gestaltica nella rappresentazione del piano fonico delle lingue.
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Manzalini, Antonio. "Campo e Potenziale Quantistico della Coscienza." Scienze Biofisiche 1, no. 3 (September 2022): 1–11. http://dx.doi.org/10.48274/ibi16.

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Abstract:
Gli organismi viventi, dal punto di vista termodinamico, sono simili a dei sistemi aperti, che operano lontano dall’equilibrio. Infatti, i processi metabolici della vita si basano su continui flussi interni e scambi di energia, materia e informazioni degli organismi con l’ambiente circostante. Ad un livello fisico più profondo, tuttavia, questi scambi sono mediati da oscillazioni quantistiche ondulatorie che comprendono, ad esempio: oscillazioni meccaniche, elettromagnetiche, nucleari e termiche. Anche il vuoto, secondo la Teoria Quantistica dei Campi (Quantum Field Theory – QFT), è sede di inarrestabili fluttuazioni quantistiche. Alla luce di questo, è ragionevole sostenere che gli organismi viventi sono sistemi aperti lontani non solo dall’equilibrio termodinamico, ma anche dall’equilibrio quantistico. Questo determina ed influenza anche i diversi livelli di coscienza degli organismi viventi. L’articolo propone un modello della coscienza degli organismi viventi, basato su un approccio più ampio rispetto a quello della Meccanica Quantistica e della QFT: questo nuovo approccio si propone infatti di considerare i processi della coscienza, oltre l’equilibrio quantistico, caratteristica fondamentale della vita. Il modello di coscienza proposto fa leva sulla teoria di de Broglie-Bohm che ha portato alla definizione del campo e potenziale quantistico: in particolare, la coscienza viene definita come un campo quantistico, il cui potenziale associato viene elaborato dall’organismo vivente, come informazione attiva. In analogia con il campo quantistico della teoria di de Broglie-Bohm per la materia inanimata, anche il campo quantistico della coscienza della materia vivente non ha sorgenti e la sua forma o curvatura ha più importanza fisica dell’ampiezza: in particolare, si propone che tale curvatura sia associata a condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone (come previsto dalla QFT) a seguito di rotture di simmetria di tale campo.
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5

Macaluso, Mercurio Albino. "Oltre il modello Perls-Goodman. Dal campo organismo/ambiente al campo relazionale." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (April 2013): 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002005.

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Abstract:
Nel testo fondante della psicoterapia della Gestalt, Teoria e pratica della terapia della Gestalt, il concetto di "contatto" indica l'esperienza, considerata da una prospettiva centrata sull'individuo, piuttosto che sulla relazione. Oggi abbiamo bisogno di un modello, che, rimanendo coerente con i presupposti epistemologici della psicoterapia della Gestalt, ci permetta di tener conto della reciprocitŕ dello scambio che avviene tra paziente e terapeuta. Nei contributi innovativi di Gordon Wheeler e di Margherita Spagnuolo Lobb l'autore rintraccia i presupposti di un approccio gestaltico di tipo relazionale, in grado di consentire un'analisi dettagliata di come paziente e terapeuta creino insieme l'esperienza del loro incontro momento per momento.
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6

Fabbroni, Roberto, Andrea Sassola, and Lorenzo Paride Capello. "Psicosomatica, PNEI e PNEIS spiegate attraverso la Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato – TCCU." Scienze Biofisiche 3, no. 1 (October 2021): 1–32. http://dx.doi.org/10.48274/ibi11.

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Abstract:
La Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato – TCCU, analizza lo stato di Benessere e quello di Malessere attraverso la Consapevolezza che l’essere umano possiede della vita che sta vivendo. Si intende qui spiegare i processi psicologici di funzionamento legati alla salute di una persona in relazione ai campi di Energia-Informata che lo compongono e le loro interazioni con tutti gli altri campi esistenti in natura. Questo, secondo correlazioni e interconnessioni esistenti, di tipo Biofisico e Energetico-Informazionale, ci porterebbero alla conferma in cui lavisione di corpo-mente e Spirito è frutto di interconnessioni, che sono sostanzialmente uniti e sicuramente non separati. In questo contesto diviene rilevante l’acquisizione e l’aumento della personale Consapevolezza che è un processo profondo, intimo e fondamentale per la Salute e che non è semplicemente uno stato di coscienza attiva ma è un Ente senziente mediatore tra i campi che compongono l’essere umano. La Psicosomatica, la PNEI e la PNEI-S, rappresentano tre percorsi dello stato di benessere/malessere di una persona che vanno a sovrapporsi tra di loro in un processo evolutivo di analisi dello stato d’essere che inizia con la Psicosomatica ed evolve in PNEI e in ultima battuta in PNEI- S come vedremo. La Teoria del Campo di Consapevolezza Unificato rappresenta una evoluzione/integrazione di questi tre percorsi.
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7

Manzalini, Antonio. "Immagini Interiori come Informazione Quantistica della Vita." Scienze Biofisiche 1, no. 2 (March 17, 2023): 1–8. http://dx.doi.org/10.48274/ibi17.

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Abstract:
Questo articolo trae ispirazione dal modello della coscienza come campo quantistico descritto in [1] e ne estende la prospettiva da punto di vista psico-analitico. In particolare, modello di coscienza adottato è basato sull'estensione, per gli esseri viventi, della teoria di de Broglie – Bohm: il potenziale di coscienza associato a tale campo è definito come un'informazione quantistica attiva (denominato onda pilota della vita) che organizza e dirige la vita di un organismo attraverso processi di rottura della simmetria, come descritti dalla Teoria Quantistica dei Campi [2]. Inoltre, tale informazione attiva (associabile alla curvatura del campo di coscienza) si dimostra essere espressione di condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone derivanti dalle suddette rotture di simmetria. In particolare, il contributo di questo articolo riguarda l’idea che l’organismo vivente crei e percepisca delle corrispondenze tra delle “immagini interiori” e le dinamiche dell’onda pilota della vita (estensione del concetto di potenziale quantistico), ovvero di quella informazione quantistica attiva che organizza e dirige la sua vita. In questo caso il concetto di immagine va inteso in senso allargato. Le immagini sono viste come emozioni, sensazioni, simboli, archetipi... che a loro volta corrispondono, dal punto di vista della fisica quantistica, a condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone.
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Bianchini, Barbara. "La teoria del campo analitico e la psicoterapia psicoanalitica con la coppia." INTERAZIONI, no. 2 (November 2021): 102–19. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-002007.

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Abstract:
In questo contributo cerco di evidenziare come il modello del campo analitico, svilup¬pato da Ferro e dalla scuola di Pavia, possa essere significativo e fecondo anche per la psi¬coterapia psicoanalitica con le coppie, proprio perché può promuovere lo sviluppo degli strumenti per pensare insieme, con lo scopo di trasformare stati protoemotivi e protosenso¬riali in qualcosa di più comprensibile, e può sviluppare la creazione di nuove narrazioni cocostruite tra i partner e l'analista. Diventa così necessario un lavoro sul "luogo" dove pensare i pensieri, sul contenitore pri-ma che sul contenuto, lavoro che assume una valenza intrinsecamente estetica. L'analista, anch'egli luogo del campo, garantisce e salvaguarda il setting e partecipa all'attività creativa riorientando la percezione e il senso della relazione.
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9

Lenti, Gabriele. "I paradossi della congiunzione crescente di W. Bion alla luce della teoria della complessitŕ." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 67–80. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001006.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta del rapporto tra la psicoanalisi e la teoria della complessitŕ, un'impostazione epistemologica che si č andata sviluppando negli ultimi decenni. Si sostiene che il contributo teorico necessario sia da individuare nello studio della logica sottostante il campo di indagine della psicoanalisi, in questo modo si individuano i concetti di non-linearitŕ, di autopoiesi e di ologramma del campo analitico che devono essere tenuti presenti per comprendere appieno la natura reale dei fenomeni studiati. La psicoanalisi potrŕ cosě dare il suo contributo alla teoria della complessitŕ proponendo nuovi sviluppi di senso. Psicoanalisi e complessitŕ potranno cosě entrare in un rapporto conviviale che feconderŕ en- trambe le discipline.
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Zaccagnini, Corrado. "Attaccamento, funzione riflessiva e affetti tra teoria e clinica." GROUNDING, no. 1 (November 2010): 33–41. http://dx.doi.org/10.3280/gro2010-001006.

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Abstract:
Le osservazioni cliniche di Winnicott, Kohut, Bion avevano sottolineato il ruolo del caregiver nello sviluppo emotivo e della personalitŕ. La Ainsworth, sulla scia di Bowlby, aveva mostrato come il costituirsi di un modello operativo interno efficace nel bambino dipenda dalla "sensibilitŕ" materna nel rispondere alle aspettative e ai bisogni del figlio. Strumenti sempre piů raffinati consentono di indagare la relazione caregiver-bambino e si trasformano in una piů raffinata capacitŕ di intervento terapeutico che chiama prepotentemente in campo il corpo. Da qui nasce la possibilitŕ e l'opportunitŕ di un dialogo tra teoria dell'attaccamento e analisi bioenergetica
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Pievani, Telmo. "La teoria dell'evoluzione oggi. Un approccio neo-lakatosiano." PARADIGMI, no. 3 (December 2012): 27–43. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-003003.

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Abstract:
La teoria dell'evoluzione nel suo secolo e mezzo di storia č passata attraverso continue revisioni ed estensioni, teoriche e sperimentali, senza alcun evidente cambiamento radicale di "paradigma". La transizione in corso fra la Sintesi Moderna e la cosiddetta "Sintesi Estesa" viene qui interpretata attraverso la Metodologia dei Programmi di Ricerca Scientifici, proposta da Imre Lakatos e successivamente ag- giornata. La situazione attuale in campo evoluzionistico viene cosě rappresentata come uno slittamento "progressivo" del programma di ricerca neodarwiniano, che abbandona il quadro teorico piuttosto rigido della Sintesi Moderna per approdare a un programma di ricerca piů inclusivo, dotato di un "nucleo teorico" allargato (il "darwinismo esteso" illustrato da Stephen J. Gould) e di una "cornice protettiva" di tipo pluralista. Questa analisi della dinamica continuativa e razionale di crescita della conoscenza biologica č della massima utilitŕ anche per una disamina critica dei piů diffusi fraintendimenti e delle controversie riguardanti l'evoluzione.
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Motta, Riccardo. "LE COALIZIONI REGIONALI IN ITALIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 3 (December 1988): 447–85. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012612.

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Abstract:
IntroduzioneScopo di questo articolo è analizzare i processi politici che danno luogo alla formazione delle coalizioni nei sistemi politici locali. Tranne rare eccezioni, le teorie delle coalizioni hanno privilegiato come campo di indagine i governi nazionali, e su di essi ne è stata verificata la capacità predittiva. Le ricerche empiriche fino ad oggi effettuate consentono una valutazione di tali teorie e la individuazione dei punti deboli; restano però, per molti versi, sconosciuti i problemi che pongono i comportamenti coalizionali all'interno delle assemblee elettive locali. In particolare, la domanda che si pone è se esistano problemi specifici, al di là di quelli conosciuti, finora trascurati e, tuttavia, importanti. A questi interrogativi si darà una risposta nel corso di questo articolo applicando la teoria delle coalizioni sulle giunte delle prime tre legislature delle regioni a statuto ordinario.
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Sinopoli, Franca. "Recenti modelli di transnazionalismo nella cultura e letteratura contemporanee dal punto di vista comparatistico." ENTHYMEMA, no. 28 (January 2, 2022): 231–39. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/16852.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione intorno alla categoria di “transnazionalismo”, di derivazione storica e sociologica, al fine di coglierne le opportunità di impiego nel campo della teoria della comparatistica letteraria. In particolare, sono chiamati in causa alcuni temi centrali della storia della disciplina, quali la “letteratura mondiale” e il “canone”, i quali alla luce della dimensione transnazionale – da non confondere con quella internazionale – si aprono a nuove declinazioni e ai mutati panorami letterari della contemporaneità.
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Garriga, Concepciň. "Una biografia personale e terapeutica." GROUNDING, no. 2 (December 2011): 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-002003.

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Abstract:
L'autrice ripercorre la propria biografia e le esperienze familiari che l'hanno resa sensibile ai temi di genere. Ci racconta dei suoi studi di psicologia e della scelta di diventare psicoterapeuta, per poi approfondire sia la critica a Freud che lo sviluppo di un pensiero critico nei confronti della psicoanalisi per valorizzare la cultura di genere nel campo della teoria e della prassi terapeutica.
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Francesetti, Gianni. "La prospettiva di campo nella psicopatologia e nella psicoterapia della Gestalt contemporanea." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (June 2021): 227–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-002003.

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Abstract:
A partire dagli anni 1930, la psicoterapia della Gestalt si è sviluppata dalla psicoanalisi attraverso l'integrazione di altre influenze: la psicologia della Gestalt e la prospettiva olistica, la fenomenologia e il pragmatismo americano, le avanguardie artistiche berlinesi e in seguito newyorkesi, l'attivismo sociale e politico. Due concetti centrali di questo approccio sono la concezione del sé come processo emergente e la prospettiva di campo. In quest'ottica, l'esperienza del terapeuta e del paziente sono influenzate delle tensioni intrinseche alla situazione, cioè dalle intenzionalità del campo, che tendono a completare il processo di assimilazione di quanto non è stato attraversabile. La psicopatologia emerge nell'incontro come assenza, cioè difficoltà a essere pienamente presenti. Il processo terapeutico implica una partecipazione patica e corporea da parte del terapeuta, che lascia emergere quanto spinge per prender forma ed essere integrato. Viene presentata una vignetta clinica per illustrare i tre paradigmi (mono-personale, bi-personale e di campo) utilizzabili per descrivere il cambiamento in terapia, e viene discussa una seduta terapeutica alla luce della teoria del campo.
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Ugazio, Valeria, Lisa Fellin, Roberto Pennacchio, Attŕ Negri, and Francesca Colciago. "L'ermeneutica triadica sistemica č davvero estranea al senso comune?" TERAPIA FAMILIARE, no. 92 (April 2010): 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-092002.

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Abstract:
La teoria sistemico-narrativa del cambiamento terapeutico suppone che le persone: a) normalmente non utilizzino schemi esplicativi triadici, b) ma siano in grado di contribuire a costruirli in seduta, grazie alle tecniche di conduzione del terapeuta. Per verificare questi presupposti sono state analizzate le spiegazioni fornite da 400 soggetti (studenti universitari) ad un comportamento inaspettato presentato attraverso 4 situazioni-stimolo in cui č stata manipolata l'ampiezza del campo di osservazione. I risultati dimostrano che le spiegazioni triadiche sono inconsuete, ma non del tutto estranee al senso comune e aumentano significativamente con l'allargamento del campo di osservazione dalla monade alla triade. Č soprattutto la situazione- stimolo "triadica enigmatica" che - aggiungendo una discrepanza disorientante nel comportamento degli attori - sollecita una frequenza maggiore di spiegazioni triadiche. I risultati emersi, se confermati da un campione clinico, accreditano tecniche terapeutiche che privilegiano ridefinizioni costruite attivamente dai pazienti anziché reframing "preconfezionati". Sembrano inoltre suggerire ai terapeuti di esaminare, assieme ai loro pazienti, le contraddittorietŕ che proprio l'allargamento del campo di osservazione spesso rivela.
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MASTROBISI, GIORGIO JULES. "IL «MANOSCRITTO DI SINGAPORE» (1923) DI ALBERT EINSTEIN. PER UNA TEORIA DEL «CAMPO UNIFICATO» TRA POSSIBILITÀ FISICA E NECESSITÀ MATEMATICA." Nuncius 17, no. 1 (January 1, 2002): 269–305. http://dx.doi.org/10.1163/221058702x00698.

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Bocian, Bernd. "Freud, Goodman e le scissioni." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (September 2012): 121–38. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001012.

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Abstract:
In questa rubrica viene presentato un breve e denso saggio psicologico di Paul Goodman, nel quale l'autore si confronta criticamente con la teoria freudiana della mente. L'argomento di Goodman in questo lavoro č la scissione tra sé e mondo, pulsione e oggetto: da ultimo, tra me e l'altro. A ciň egli contrappone la concezione (propria e di Perls) di un campo unitario dialetticamente strutturato; una concezione i cui punti di partenza egli ritrova continuamente nel lavoro di Freud. Nell'annesso commento al tema, Bernd Bocian accenna al fatto che l'odierna cosiddetta "relational turn" nella psicoanalisi venne anticipata da Perls e Goodman. In merito, un ruolo di grande importanza fu giocato dalla loro visione unitaria di quelli che Freud chiamava processi primario e secondario, cosě come dalla successiva continuazione, da parte di Perls e Goodman, della teoria e prassi delle correnti radicali della psicoanalisi. L'analisi del carattere di Wilhelm Reich si porrebbe in quest'ambito come una fase di transizione fra la tradizione della psicoanalisi critico-sociale e Fritz Perls.
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Balello, Lucia, and Raffaele Fischetti. "Alcune note sull'osservazione." GRUPPI, no. 1 (July 2022): 53–60. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14020.

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Abstract:
Quando l'osservatore ha cominciato a considerare gli effetti della sua presenza nel campo dell'osservazione, si è reso conto che osservava nello stesso campo dove egli stesso veniva osservato. Da qui sono andate emergendo posizioni diverse su questa situazione (la figura dell'osservatore partecipante, una teoria del controtransfert, una concezione dell'implicazione) che hanno portato a una "lenta dissoluzione" della neutralità dell'osservatore e ad approfondire la situazione di inclusione nella quale si sta lavorando.
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Perls, Fritz. "Resolution (La risoluzione)." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (April 2013): 93–98. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002007.

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Abstract:
In questa rubrica viene presentato un articolo di Fritz Perls, che č stato pronunciato come discorso all'Ospedale Statale di Mendocino, in California, nel 1959. In questo saggio Perls cerca di condurci dal gioco degli opposti - centrale nel lavoro gestaltico - all'unitŕ della loro risoluzione, all'altra faccia della medaglia: l'unitŕ al posto della divisione. Perls parla della sua idea di creare in psicologia una "teoria unificata del campo", della "consapevolezza universale", del "punto zero dell'indifferenza", del Taosimo e, alla fine, del "conflitto creativo".
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Eagle, Morris N., and Jerome C. Wakefield. "La psicologia della Gestalt e la scoperta dei neuroni specchio." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (May 2012): 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002005.

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Abstract:
Studi recenti nel campo delle neuroscienze evidenziano che, nel momento in cui osserviamo un'altra persona compiere un'azione, si attivano nella nostra corteccia motoria gli stessi neuroni che si attiverebbero se noi stessimo compiendo l'azione osservata; tali neuroni sono stati chiamati "neuroni specchio". Il principio dell'isomorfismo esterno o interpersonale, formulato dagli psicologi della Gestalt Köhler e Koffka nel periodo tra gli anni '20 e gli anni '40, ha di fatto anticipato molti aspetti emersi dalla scoperta dei neuroni specchio. Inoltre, tanto la teoria dei gestaltisti, basata sul principio dell'isomorfismo interpersonale, quanto l'attuale teoria di Gallese (2003) sulla "simulazione incarnata", ispirata dalla scoperta dei neuroni specchio, convergono con l'affermazione centrale che la nostra generale abilitŕ di comprendere le azioni, le emozioni e le intenzioni degli altri sia implicita, automatica e non inferenziale.
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Moreno, Cesare. "La ricerca-azione nel contesto di un intervento sociale ed educativo: il progetto chance a Napoli dal 1998 al 2008." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 197–217. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003012.

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Abstract:
Chance č un progetto di ricerca-azione, promosso dal Ministero della Istruzione, dell'Universitŕ e della Ricerca alla fine degli anni '80, che ha affrontato il problema degli adolescenti in situazione di esclusione sociale, non affrontato dall'istituzione scolastica. Per il suo carattere sperimentale il progetto si č dotato di forti apparati di riflessione presidiati da professionisti di diversa estrazione culturale. Ciň ha premesso di esperire diversi cicli sperimentali, attingendo anche al livello teorico e di farlo a partire da punti di vista diversi. L'interazione con la ricerca scientifica teorica ed accademica ha prodotto una consapevolezza maggiore riguardo al ruolo della teoria e ha consentito di approfondire importanti temi derivati dalla riflessione sulle pratiche. Inoltre, l'attivitŕ di ricerca ha consentito di delineare diversi profili di competenze per i diversi operatori e un percorso per il loro sviluppo. L'acquisizione piů importante riguarda il ruolo dei conflitti in un particolare processo educativo: l'esistenza di conflitti e contraddizioni č la molla principale per lo sviluppo di una attivitŕ autentica di ricerca. Assumere la dimensione del conflitto nel progetto, sviluppare continue attivitŕ negoziali, č una dimensione isomorfa a quella della ricerca-azione e stabilisce un punto di contatto significativo tra ricerca-azione sul campo, intesa come ricerca di costrutti pedagogici operativi, e ricerca-azione di tipo teorico intesa come ricerca di costrutti di pensiero necessari a tenere insieme la complessitŕ delle attivitŕ messe in campo. L'approccio, fondato su diversi punti di vista, ha provocato emozioni e relazioni che possono trovare una espressione metaforica condivisa in quello che viene chiamato ‘mito di fondazione'. Questo ha un ruolo centrale per costruire una narrazione che rappresenti il punto di incontro tra le metodologie sperimentate e le storie professionali degli operatori.
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Civilini, Emanuela, and Paolo Musso. "Il concetto di tempo nel dibatitto tra Einstein e Bergson." EPISTEMOLOGIA, no. 1 (July 2012): 112–29. http://dx.doi.org/10.3280/epis2012-001009.

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Abstract:
Il 6 Aprile del 1922 alla Sorbona di Parigi ebbe luogo un famosissimo dibattito circa la natura del tempo tra Bergson, Einstein e altri filosofi e scienziati che rappresenta tuttora una pietra miliare in questo campo. Generalmente gli studiosi concordano sul fatto che, nonostante Bergson avesse sicuramente frainteso molti importanti punti della teoria di Einstein, le sue idee meritano di essere considerate molto piů attentamente di quanto i fisici siano soliti fare. Tuttavia, fino ad oggi nessuno ha ancora chiarito bene quali precisamente delle idee di Bergson dovrebbero essere considerate corrette, e, soprattutto, perché. Il presente saggio č un tentativo di rispondere a queste domande.
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Gligorov, Vladimir. "A Sure Loss: Dutch Books, Money Pumps, Logrolling, and Vote-Trading*." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 159–69. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539941.

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Abstract:
Abstract Sia nel campo della teoria della scelta razionale che in quello delle scelte pubbliche si verificano casi di impossibilità generale di soddisfare un numero di condizioni di coerenza che di solito sono collegate con la razionalità.Questo scritto dimostra che lo stesso problema si verifica sia nell’ambito delle scelte private che in quello delle scelte collettive. Esiste infatti tra queste scelte un rapporto di complementarità e ciò ha conseguenze rilevanti per la valutazione dei guadagni attesi su cui si fonda la filosofia politica contrattualista. Gli individui possono avere preferenze perfettamente logiche e coerenti, ma che nell’aggregazione danno luogo a configurazioni irrazionali.Paradossalmente, non è sull’aspettativa di guadagni, ma sulla certezza di perdite che si basa la filosofia contrattualista.
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Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Sola, Giorgio. "LA DEMOCRAZIA RIVISITATA DA SARTORI: UNA NOTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 113–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017512.

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Abstract:
IntroduzioneL'uscita diThe Theory of Democracy Revisited(Chatham, N.J., Chatham House, 1987, 2 voll.) è un avvenimento di grande rilievo, non solo per la comunità politologica internazionale, ma anche per un pubblico colto ed informato. La ragione principale consiste nel fatto che questa opera di oltre cinquecento pagine rappresenta il punto di arrivo e la sintesi di trent'anni di studi e di ricerche condotte da Giovanni Sartori nel campo della politica, con particolare riguardo ai problemi del metodo, allo studio dei partiti e dei sistemi di partito, all'edificazione di una teoria della democrazia in cui trovino coerente collocazione sia gli aspetti descrittivi che quelli prescrittivi, sia le aspirazioni che le valutazioni che accompagnano questo termine fin dal suo apparire nel IV secolo a.C.
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Pino, Luca. "Esperimento: estetica e reciprocità nella clinica contemporanea." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (June 2021): 109–19. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001012.

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Abstract:
L'autore offre una riflessione rispetto all'utilizzo dell'esperimento nella clinica gestaltica. Partendo dagli sviluppi e dagli studi attuali sulla Conoscenza Relazionale Estetica e sulla reci-procità in psicoterapia (Spagnuolo Lobb, 2017a; 2017b; 2020), presenta l'uso dell'esperimento come possibilità del campo fenomenologico, piuttosto che come una tecnica rigida e pre-ordinata. L'attenzione epistemologica è finalizzata a chiarire come il focus terapeu-tico sia principalmente il contatto e il sé in contatto. L'esperimento può essere un modo per inserire la "novità" nel processo terapeutico utilizzando gli strumenti estetici e fenomenologici della terapia della Gestalt. In particolare, l'autore, vuole definire l'esperimento in un'ottica rela-zionale e di campo. Si tratta di ricontestualizzare un tema importante dell'epistemologia gestal-tica riconducendolo sia alla teoria del sé, che ai bisogni e alle sofferenze che oggi i pazienti portano in terapia.
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Giuseppe, Civitarese. "L'intermedietŕ come paradigma epistemologico in psicoanalisi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 17 (December 2011): 40–55. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017004.

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Abstract:
La psicoanalisi si occupa specificamente di processi intermedi. Freud chiama quest'area "das Zwischenreich", il regno di mezzo, il "qualcosa tra": l'in-between o l'halfway region delle traduzioni inglesi. Si puň dire che ciň che potremmo definire come "il paradigma dell'intermedietŕ" č assolutamente centrale in psicoanalisi. In questo lavoro viene illustrato il "paradigma dell'intermedietŕ" a partire dalla prospettiva della teoria del campo analitico, la sua declinazione, nell'opinione dell'autore, piů recente, coerente e radicale. Si affrontano inoltre i temi correlati del soggetto dell'analisi e del parametro simmetria/ asimmetria nella relazione terapeutica.
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Gramantier, Riccardo. "Carl Gustav Jung e la Veggente di Prevorst." STUDI JUNGHIANI, no. 50 (January 2020): 37–53. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2019oa8232.

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Abstract:
La figura di Justinus Kerner e la sua opera più famosa, La veggente di Prevorst, vengono spesso citate da Carl Gustav Jung. L'analista svizzero si interessò a questo caso clinico di possessione durante gli anni dei suoi studi universitari e nei primi anni della sua professione, quando si occupava di schizofrenia e praticava la psichiatria. Successivamente, quando aveva già formulato la sua teoria sulle personalità, ritornò a citare La veggente di Prevorst anche in maniera estesa, come fece durante i seminari del 1933-34 al Politecnico di Zurigo. Nel lavoro di Kerner Jung vedeva un antesignano della propria opera. Scopo di questo lavoro è presentare La veggente di Prevorst, spesso ricordata nel solo campo della parapsicologia, come scrittura di un caso clinico in senso moderno e, soprattutto, evidenziare come Jung sia stato influenzato da questo esempio di caso clinico proto-psicoanalitico.
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Bianchi, Maria. "Il potere curativo della giustizia: un'esplorazione dei rapporti tra psicologia analitica e diritti umani." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 38–52. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9896.

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Abstract:
Esiste un archetipo della giustizia? E se esiste quale immagine ne danno le mitologie delle diverse culture? Come un tale archetipo ha contribuito alla formazione delle visioni religiose e filosofiche alla base dei diritti umani? La teoria dei tipi psicologici di C.G. Jung può far luce sulla tensione esistente tra legge e giustizia? La giustizia ha un potere curativo? L'autrice propone elementi di risposta alle domande poste per dimostrare l'importanza di abbinare l'azione legale a un approccio psicoterapeutico junghiano nel trattamento delle vittime di violazioni dei diritti umani.L'articolo presenta la progressiva convergenza tra il diritto relativo ai diritti umani e la psicologia, così come le similitudini tra il lavoro di chi opera nel campo dei diritti umani e nella pratica analitica.
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Bianchi, Maria. "Il potere curativo della giustizia: un'esplorazione dei rapporti tra psicologia analitica e diritti umani." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 38–52. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9896.

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Abstract:
Esiste un archetipo della giustizia? E se esiste quale immagine ne danno le mitologie delle diverse culture? Come un tale archetipo ha contribuito alla formazione delle visioni religiose e filosofiche alla base dei diritti umani? La teoria dei tipi psicologici di C.G. Jung può far luce sulla tensione esistente tra legge e giustizia? La giustizia ha un potere curativo? L'autrice propone elementi di risposta alle domande poste per dimostrare l'importanza di abbinare l'azione legale a un approccio psicoterapeutico junghiano nel trattamento delle vittime di violazioni dei diritti umani.L'articolo presenta la progressiva convergenza tra il diritto relativo ai diritti umani e la psicologia, così come le similitudini tra il lavoro di chi opera nel campo dei diritti umani e nella pratica analitica.
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Zani, Bruna, Francesca Emiliani, Giuseppina Speltini, and Dino Giovannini. "Aree tematiche di ricerca in psicologia sociale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 259–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12611.

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Abstract:
Partendo dagli studi di Canestrari, che fin dai primi anni '50 aveva mostrato interesse per i problemi sociali riguardanti gli adolescenti, i gruppi, il pregiudizio e le relazioni tra gruppi sociali, l'articolo analizza lo sviluppo delle ricerche in questi ambiti, che saranno progressivamente affrontati con un'ottica di psicologia sociale. Il compito di approfondire gli aspetti teorici, svincolandosi dall'impostazione mainstream comportamentista, e di realizzare interventi sul campo utilizzando metodologie innovative, in uno scambio fecondo tra teoria e pratica, è proseguito con Augusto Palmonari e il suo gruppo di collaboratori e allievi. Vengono presentate in questo articolo le aree tematiche più significative che costituiscono ancora oggi oggetto di analisi e di ricerca del gruppo bolognese di psicologi sociali: il sé e l'identità, l'adolescenza, le rappresentazioni sociali, i gruppi, il pregiudizio etnico e le relazioni intergruppi, la comunità.
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Stella, Amedeo. "Il contributo della pulsione di morte alla trasmissione transgenerazionale della vita psichica inconscia." PSICOANALISI, no. 1 (September 2012): 81–112. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-001006.

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Abstract:
Il presente lavoro propone un percorso di rivisitazione della nozione clinica di pulsione di morte, all'interno di una cornice costituita dalla teoria di Balint sul "difetto fondamentale", gli ultimi studi di Ferenczi sui contesti relazionali dei processi d'identificazione in rapporto al trauma, le riflessioni di Green sul "lavoro del negativo". Osservando il modo in cui queste tre prospettive s'incontrano nell'osservazione clinica, č possibile affermare che il vettore inconscio della trasmissione transgenerazionale del trauma č rappresentato dalla situazione in cui l'area del difetto fondamentale costituisce un elemento fondamentale del campo intersoggettivo inconscio. Il lavoro collusivo inconscio compiuto dall'area del difetto fondamentale e dalle identificazioni negative genera processi di defusione pulsionale, di scissione e d'idealizzazione che finiscono per liberare, anche a dispetto delle intenzioni coscienti, quote significative di pulsione di morte, odio e invidia, che costituiscono nuclei insidiosi di distruttivitŕ. L'efficacia di queste ipotesi č supportata attraverso l'esame di due casi clinici.
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Gallese, Vittorio. "Le due facce della mimesi. La teoria mimetica di Girard, la simulazione incarnata e l'identificazione sociale." PSICOBIETTIVO, no. 2 (March 2010): 77–100. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002005.

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Abstract:
Cruciale nella Teoria Mimetica di Girard č il concetto di desiderio mimetico, visto come mimesi di appropriazione, la fonte principale dell'aggressivitŕ e della violenza che caratterizza la nostra specie. Il valore intrinseco degli oggetti del nostro desiderio non č rilevante cosě come il fatto che gli oggetti stessi sono gli obiettivi del desiderio altrui. Si potrebbe obiettare in principio contro tale visione del genere umano cosě apparentemente negativa e unilaterale, in generale, e della mimesi, in particolare. Tuttavia, tale argomento traviserebbe il pensiero di Girard. Girard stesso ha riconosciuto che il desiderio mimetico č anche un bene in sé, perché č alla base dell'amore, e cosa ancora piů importante perché č il rivelarsi dell'individuo. Partendo dal concetto di desiderio come apertura agli altri discuterň, da un punto di vista neuroscientifico, le implicazioni per la cognizione sociale della mimesi sullo sfondo della Teoria Mimetica di Girard, un quadro di partenza ideale per favorire un approccio multidisciplinare allo studio dell'intersoggettivitŕ umana. Sarŕ postulato che una differente, non mutualmente esclusiva, lettura della mimesi conduce all'identificazione sociale e quindi alla socialitŕ. La mimesi non č intrinsecamente buona o cattiva, ma ha le potenzialitŕ per portare non solo alla violenza mimetica, ma anche agli aspetti piů creativi della cognizione umana. I risultati della ricerca empirica nel campo delle neuroscienze e della psicologia dell'etŕ evolutiva mostrano che questa spiegazione della mimesi trova solide prove a sostegno. Concluderemo che una spiegazione approfondita e biologicamente plausibile dell'intersoggettivitŕ umana richiede l'integrazione di entrambe le facce della mimesi.
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Poggiolini, Ilaria. "LA DIPLOMAZIA PUBBLICA È IMPORTANTE? IL DIBATTITO SUI TEMI E GLI ATTORI DELLA DIPLOMAZIA PUBBLICA IMPEGNO DIPLOMATICO PUBBLICO." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 5–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.558.

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Abstract:
A seconda di come definiamo la diplomazia pubblica (PD), le sue radici possono essere fatte risalire al periodo tra le due guerre, agli anni '40, o più recentemente, agli anni '60 e all'era post guerra fredda. Attualmente, politici, diplomatici e studiosi sono sempre più attratti, interessati e coinvolti nella pratica e nella teoria di questo campo impegnativo e in rapidissimo sviluppo. L'accademia, così come il mondo della politica e della diplomazia, si stanno sforzando di capire da un lato, modellare e influenzare dall'altro, il flusso di impegno diplomatico pubblico che può lanciare e sostenere molteplici dialoghi con i pubblici stranieri in una strada a doppio senso senza precedenti, ma anche, inevitabilmente, permette al lato oscuro della disinformazione e della propaganda di trarre vantaggio da un ambiente diplomatico sempre più digitalizzato.
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Bortolotti, Alessandro, and Martina Delprete. "FARE ESPERIENZA DELLE POSSIBILITÀ DEL CORPO MEDIANTE LA CONTACT IMPROVISATION DANCE." Revista Tempos e Espaços em Educação 12, no. 28 (January 1, 2019): 95–110. http://dx.doi.org/10.20952/revtee.v12i28.10165.

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Abstract:
Basandosi sulla dimensione epistemologica di rottura fornita dalla Prasseologia motoria elaborata da Pierre Parlebas, che mira a superare le scissioni dicotomiche corpo/mente e teoria/pratica, intendiamo sia sottolineare il valore comunicativo o semiomotorio del movimento, sia evidenziare quanto risulti incorporata la conoscenza. Da tali premesse prende il via la ricerca empirica qualitativa di taglio etnografico qui presentata, la quale, riportando la voce di chi ne fa esperienza, consente d’avanzare una serie di riflessioni circa la danza Contact Improvisation. I temi riportati, articolati mediante continui richiami al campo della pratica, illustrano come tale dispositivo formativo risulti adeguato ad esperire il corpo in quanto Leib, ovvero un elemento vivo e pulsante, nonché depositario di saperi legati ad una visione ecologica, permettendo non solo di contrapporsi alla concezione del Körper o corpo-cosa della scienza spersonalizzante, ma anche di contribuire alla ridefinizione di una contemporanea pedagogia del corpo centrata sulla dimensione del possibile.
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Todisco, Vincenzo, and Francesca Cangemi. "“Tandem”: una sperimentazione didattica per promuovere il doppio profilo di competenza." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 207–18. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.08.

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Abstract:
Grazie al doppio profilo di competenza, chi opera nel campo dell’insegnamento e delle didattiche disciplinari dispone di conoscenze e abilità sia teorico-scientifiche sia applicative. Un tale profilo è sempre più richiesto nell’ambito delle Alte scuole pedagogiche (ASP). Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile avvicinare la pratica alla teoria. Con il progetto “QUATTRO/Tandem_PHGR” l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni sta lavorando a un modello che prevede la collaborazione tra docenti, insegnanti di scuola elementare, ricercatrici/ricercatori e studenti/studentesse nell’ambito della didattica disciplinare italiano lingua straniera (L2). L’articolo presenta il progetto nel suo insieme e le modalità secondo le quali, in una prima fase sperimentale, gli e le insegnanti di scuola elementare hanno avuto la possibilità di partecipare alla ricerca didattica e all’insegnamento di moduli di glottodidattica dell’italiano L2. Si presentano e discutono inoltre i dati raccolti per la valutazione della fase sperimentale del progetto.
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Zanelli, Enrico. "Diritto, economia e giustizia. Da Pindaro a Amartya Sen." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (September 2010): 175–82. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001007.

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Abstract:
Spostandosi dal campo dell'economia a quello della filosofia etica e del diritto, Amartya Sen ha recentemente pubblicato una trattazione di ampio respiro, pur se non del tutto sistematica, sulla presenza o l'assenza della giustizia nel mondo (The Idea of Justice, 2009, ora anche in italiano). Negli ultimi decenni era risultata dominante la costruzione di John Rawls, che Sen respinge come "trascendentale", perseguendo invece l'obiettivo - non tanto pragmatico quanto ideologico (in netta contrapposizione anche ai liberisti Dworkin e Nozick) - di una giustizia da realizzare caso per caso con la rimozione di ogni singola ingiustizia sociale dovuta essenzialmente alle discriminazioni ed agli squilibri tra societŕ avanzate e paesi emarginati, troppo stridenti nel quadro della globalizzazione. Ne risulta complessivamente quella che si potrebbe definire non tanto un'idea di giustizia quanto una "teoria dell'ingiustizia". Il presente articolo rappresenta un'ampia integrazione di alcuni passaggi ripresi dal volume Diritto, economia e forse giustizia (2010).
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Iofrida, Manlio. "Il soggetto come "sistema": prospettive del dibattito filosofico contemporaneo." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (November 2010): 9–33. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-003002.

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Abstract:
Le ricerche di Louis Sander e Ed Tronick hanno riproposto, in campo psicoanalitico, l'attualitŕ della teoria dei sistemi, sulla base di temi come quelli del comportamento procedurale, dei SOC (States of consciousness), dei DSC (Dual states of consciousness) e della DEC (Diadic expansion of consciousness). Non si tratta forse di una nuova veste del vecchio positivismo, che riduce l'uomo a macchina e il soggetto a qualcosa di determinato? Per rispondere a questa obiezione, vengono esaminati il pensiero di Edgar Morin, di Kurt Goldstein, di Alois Riegl e di Maurice Merleau-Ponty, mettendone in rilievo la convergenza verso un'idea antimeccanicistica di vita e di natura: porre una continuitŕ fra uomo e natura non significa assorbire il primo termine nel secondo. Per consolidare questo asserto, viene poi approfondito il senso della libertŕ: un concetto di libertŕ non assoluta, ma condizionata, una libertŕ non come decisione, ma come "lasciar essere" č l'altra faccia di una concezione che non pone salti fra la vita, l'animale e l'uomo e puň servire come base di un nuovo concetto di soggetto, assai differente da quello metafisico della filosofia moderna.
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Vanni, Fabio. "La consultazione psicologica in adolescenza." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2011): 79–101. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001006.

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Abstract:
Il testo traccia le linee generali di un modello di consultazione psicologica con l'adolescente che si rifŕ alla teoria del soggetto relazionale elaborata all'interno della Societŕ Italiana di Psicoanalisi della Relazione. Una volta richiamati i punti principali del pensiero teorico sull'etŕ adolescenziale che fa da retroterra alla clinica, viene declinata l'impostazione della consultazione a partire dalla concezione sistemica degli attori in campo, sia per la parte clinica che per quella dell'adolescente, il contesto, gli obiettivi. La consultazione viene assunta come momento centrale della clinica psicologica dell'etŕ adolescenziale e descritta in tutta la sua complessitŕ conoscitiva, decisionale, interattiva e dinamica. Viene proposta come un processo diagnostico e terapeutico che puň concludersi in sé o fare da premessa a sviluppi terapeutici diversificati co-costruiti sulle esigenze specifiche di quel sistema che ha al centro l'adolescente. Numerose esemplificazioni cliniche aiutano a comprendere le proposte tecniche.
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Fabbroni, Roberto, Claudio Molinari, and Antonio Sanna. "Riconnettere Corpo, Mente e Anima-Spirito per recuperare Salute e Benessere in una visione sistemica e unitaria che porti alla guarigione." Scienze Biofisiche 5, no. 1 (July 2022): 1–32. http://dx.doi.org/10.48274/ibi15.

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Abstract:
Scopo di questo articolo è quello di recuperare la visione unitaria della salute e del benessere riunendo in una visione sistemica corpo, mente e Anima-Spirito che dal 1800 ad oggi hanno vissuto una separazione che ha portato ad un processo specialistico in ambito medico-scientifico pesantemente riduzionistico e limitante. Tale processo di riunificazione passa per la conoscenza dell’essere umano dal punto di vista delle più recenti scoperte nel campo della Biofisica e Fisica Quantistica integrate con le più recenti e verificate metodologie ad approccio bioenergetico, basate sul Metodo Summa Aurea® unite alla Psicologia, nell’accettazione originaria del termine. Ciò consente, sia a livello teorico che pratico, la rivitalizzazione dei processi di autoguarigione sopiti o limitati in persone affette da varie patologie o se preferite da varie tipologie di squilibri energetici che incidono, a vari livelli, sull’equilibrio psicofisico della persona. In questo contesto indagheremo la possibilità che il Metodo, preso qui in esame, sia in grado di migliorare la connessione tra l’Anima e la personalità, favorendo la diminuzione delle crisi interiori, causa dei malesseri e delle patologie sia umane che sociali. Tale percorso conoscitivo del Metodo Summa Aurea® e delle sue applicazioni, è frutto di 13 anni di attività teorico e pratica, basata sulla conduzione e formazione di oltre un migliaio di persone che a vario livello hanno appreso il Metodo, sia nelle forme più basilari, a livello di crescita personale e spirituale, sia in quelle più scientifiche dedicate agli Operatori professionisti sia sanitari sia delle Discipline del Benessere. Tale macro analisi è frutto inoltre anche della sperimentazione e applicazione in ambito di ricerca e trattamento che in questi ultimi anni è stata svolta sia sugli Operatori che sui loro assistiti. Alla base di questa indagine c’è il ruolo del cuore, della sua frequenza cardiaca e del suo campo scalare, elementi basilari per una visione unitaria del funzionamento dell’essere umano che trovano la loro spiegazione formale attraverso la Teoria del campo di Consapevolezza Unificato.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Lo sviluppo polifonico dei domini. Verso una prospettiva evolutiva della psicoterapia della Gestalt." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (April 2013): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002003.

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Abstract:
Rispondendo alla domanda "quale prospettiva sullo sviluppo č coerente con i principi della psicoterapia della Gestalt e dunque utilizzabile a livello clinico dai gestaltisti?", l'autrice afferma che ciň che serve al clinico non č tanto una teoria dello sviluppo in sé, ma una "mente evolutiva", ossia una mappa per comprendere come il passato si rivela nel presente, che possa aiutarlo a intuire sia l'evoluzione delle modalitŕ di contatto del paziente che il suo movimento interrotto, l'intenzionalitŕ di contatto bloccata che chiede di essere liberata nel presente. Presenta dunque un modello per osservare come le risorse del paziente sono ancora disponibili nella relazione o sono dormienti. La chiave concettuale di questo lavoro č lo sviluppo polifonico di domini, che l'autrice propone come una prospettiva epistemologicamente coerente di guardare, nel qui e ora della seduta, allo sviluppo del paziente, come una funzione del campo fenomenologico, allo scopo di sostenere l'eccitazione per il contatto che ha perduto la sua spontaneitŕ, nel quadro di riferimento della domanda di terapia del paziente. Descrive i domini gestaltici, le loro caratteristiche e i rischi che implicano nel caso di un confine di contatto desensibilizzato.
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Filippi, Luca. "Per una rilettura marxiana del paesaggio agrario italiano." CRIOS, no. 21 (November 2021): 18–33. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021003.

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Abstract:
Come recuperare la lettura marxista del paesaggio agrario italiano proposta da Emilio Sereni (1961) entro una teoria critica della società e del territorio in grado di confrontarsi con i nuovi potenti processi estrattivi ed espropriativi (Mezzadra, 2019; Harvey, 2019), messi in campo dal capitalismo contemporaneo? Una domanda che muove, da un lato, dalla sempre più diffusa - e problematica per l'autore - ricezione di Sereni entro la tradizione riformista della geografia umana, dall'altro lato, dalla necessità di individuare una continuità tra i risultati del suo lavoro e le prospettive del marxismo e della geografia critica contemporanea (Gough e Das, 2017). La rilettura proposta dal saggio individua l'attualità di quest'opera nell'uso che Sereni fa della nozione di paesaggio agrario come dispositivo per indagare e criticare, marxianamente, il singolare processo di transizione al capitalismo delle campagne italiane e il discorso economico politico - ma anche paesaggistico - che intorno ad esso e alle sue forme spaziali viene elaborato dal riformismo agrario italiano. Assumendo questa prospettiva, il saggio fa emergere nell'opera di Sereni una inedita tensione a sondare, attraverso questa categoria, dimensioni specifiche dei processi di assoggettamento e soggettivazione prodotti dall'emergere dei rapporti di produzione capitalistici.
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Mucci, Clara, and Andrea Scalabrini. "Sé e altri nel sistema mente-cervello-corpo: verso un'organizzazione intersoggettiva del Sé." SETTING, no. 44 (March 2021): 79–116. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044004.

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Abstract:
Il concetto di Sé sta assumendo un interesse sempre maggiore nelle Neuroscienze. Parecchi autori hanno approfondito i correlati neurologici del Sé ed affermato che il Sé potrebbe svolgere un ruolo central nell'architettura neurale del cervello (Panksepp, 1998; Northoff e Bermpohl, 2004; Northoff e Panksepp, 2008); ad esempio, nel porre a confronto gli stimoli Sé-specifici e non Sé-specifici, essi hanno scoperto le modificazioni principali nella struttura corticale mediana (CMS) e in quella sub-corticale mediana (SCMS). Il concetto di Sé sembra costituire una predisposizione alle differenze individuali di comportamenti, cognizioni, emozioni, ecc., ossia del profilo di personalità del singolo. La posizione teorica secondo la quale la relazionalità interpersonale e le caratteristiche della definizione del Sé sono determinanti nei disturbi di personalità e nello sviluppo della personalità è stata fortemente influenzata dalla Teoria dell'Attaccamento (Fonagy & Luyten, 2009; Fonagy et al., 2010; Levy, 2005) e dalle formulazioni dell'approccio contemporaneo interpersonalista (Pincus, 2005). Teoria e ricerca in questo campo hanno affermato il ruolo delle relazioni primarie di accudimento nello sviluppo delle rappresentazioni di sé e degli altri, sia nello sviluppo normale sia in quello non lineare (Blatt, Auerbach e Levy, 1997). Questa concettualizzazione ha un alto grado di concordanza con più formulazioni psicoanalitiche che evidenziano come esperienze di accudimento relativamente soddisfacenti siano potenzialmente facilitanti lo sviluppo di un senso del Sé differenziato e coeso, la capacità di una relazionalità interpersonale progressivamente sempre più matura e la capacità di intimità (Blatt & Blass, 1996; Kernberg, 1975; Kohut, 1971). Intersoggettività e concetto di Sé sembrano strettamente in relazione tra loro. Noi ci volgiamo agli altri come a simili a noi, cioè come dotati di esperienze mentali e corporee (sentimenti, sensazioni simili alle nostre e diverse da quelle del mondo inanimate). Stiamo andando verso un nuovo modello, che può sviluppare un ponte tra le neuroscienze, le formulazioni della Psicoanalisi e la prassi clinica. Il concetto neuroscientifico relazional-costruttivistico di Sé e lo studio della Resting State Activity nei test di laboratorio possono illuminare l'importanza dell'inter-soggettività e della risonanza intenzionale (Gallese, Eagle, Migone, 2007) tra soggetti. Il nostro intento è di proporre le nostre scoperte empiriche sulla relazione tra Resting State Activity e prove sperimentali basate sul tatto (intenzione di toccare la mano umana animata versus la mano inanimata di un manichino), assodato che il tatto gode di uno statuto privilegiato nel rendere possibile l'attribuzione sociale di una personalità viva agli altri. I nostri risultati indicano che il nostro cervello, durante lo stato di riposo, sembra essere inevitabilmente relazionale, di default: esso è dotato dell'autocoscienza necessaria alla relazione con gli altri soggetti ma non con gli oggetti inanimati. Specificatamente, queste scoperte riguardano la corteccia somato-sensoriale, un'area-chiave del cervello implicata nell'empatia e nella sensazione tattile.
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SANTOS, Rayane Pereira, and Ana Cláudia da Silva RODRIGUES. "Currículo contextualizado em escolas do campo: relatos de uma experiência." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 254. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243595.

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RESUMOEste trabalho apresenta um recorte de uma discussão sobre contextualização a partir da pesquisa intitulada: “Currículo contextualizado: trilhando caminhos para a valorização da identidade campesina”, cujo objetivo foi analisar como o processo de contextualização curricular contribui para a valorização da realidade do campo. A abordagem metodológica utilizada foi qualitativa do tipo estudo de caso; como instrumento de coleta de dados, utilizou-se a entrevista semiestruturada realizada com nove profissionais da educação do campo de uma instituição escolar da zona rural, localizada no município de Bananeiras/PB. Os dados foram analisados por meio da Análise de Conteúdo de Bardin (2011); foram organizadas quatro categorias: currículo, contextualização, identidade e educação do campo. Apresenta-se aqui a categoria Contextualização, enfatizando como o contexto campesino pode contribuir para que o ensino seja significativo. Constatou-se que a contextualização reforça a valorização da identidade campesina, da escola e do local em que a mesma está inserida.Contextualização. Currículo. Educação do Campo.Contextualized curriculum in country schools: reports of an experience ABSTRACT This paper presents a clipping of a discussion about contextualization from the research entitled: “Contextualized Curriculum: Walking Paths for the Appreciation of Peasant Identity”, whose objective was to analyze how the process of curricular contextualization contributes to the appreciation of the reality of the field. The methodological approach used was a qualitative case study, as a data collection instrument was used the semi-structured interview conducted with nine field education professionals from a rural school institution located in Bananeiras/PB. Data were analyzed using Bardin's Content Analysis (2011), four categories were organized: curriculum, contextualization, identity and field education. The category Contextualization is presented here, emphasizing how the peasant context can contribute to meaningful teaching. It was found that the contextualization reinforces the appreciation of the peasant identity, the school and the place where it is inserted. Contextualization. Curriculum. Field Education. Curriculum contestualizzato ne le scuole de le aree rurali: il raconto di un vissuto RIASSUNTO Questo lavoro espone una discussione sulla contestualizzazione basata sulla ricerca dal titolo: "Curriculum contestualizzato: la via per la valorizzazione dell'identità rurale", il cui obiettivo é analizzare come il processo ha contribuito ne la valutazione del le persone che vivono ne le aree rurali. Un approccio metodologico utilizzato per il tipo qualitativo di studio, come strumento per la raccolta di dati utilizzati in un'intervista semi-strutturata condotta con il nove maestri di un istituto scolastico dell'area rurale nella cittá di Bananeiras/PB. Per le analisi é stata scelta na teoria de Bardin (2011) o datto sono stati organizzati in quattro categorie: curriculum, contestualizzazione, identità e educazione rurale. È presentato qui nella categoria Contextualização, sottolineando come o il contesto contadino può contribuire in modo che non sia significativo. La conclusione fa pensare che contextualizare contribuisce per la valorizzazione dell'identità contadina.Contestualizzazione. Curriculum. Educazione Rurale. Plan de estudios contextualizado en escuelas rurales: informes de una experiencia RESUMEN Este artículo presenta un recorte de una discusión sobre la contextualización de la investigación titulada: “Currículum contextualizado: senderos para la apreciación de la identidad campesina”, cuyo objetivo era analizar cómo el proceso de contextualización curricular contribuye a la apreciación de la realidad del campo. El enfoque metodológico utilizado fue un estudio de caso cualitativo; Como instrumento de recolección de datos, utilizamos una entrevista semiestructurada con nueve profesionales de educación rural de una institución escolar rural, ubicada en el municipio de Bananeiras / PB. Los datos se analizaron utilizando Bardin Content Analysis (2011); Se organizaron cuatro categorías: currículum, contextualización, identidad y educación sobre el terreno. La categoría Contextualización se presenta aquí, enfatizando cómo el contexto campesino puede contribuir a una enseñanza significativa. Se encontró que la contextualización refuerza la apreciación de la identidad campesina, la escuela y el lugar donde se inserta. Contextualización. Plan de estúdios. Educación de campo.
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Fiorelli, Fabio. "La scomparsa della realtà." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2021): 143–63. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-002010.

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In questo lavoro l'autore si interroga sulle possibili conseguenze delle trasformazioni attuali in campo tecnologico sulla teoria e sulla pratica psicoanalitiche. In particolare, viene presa in considerazione la progressiva "virtualizzazione" della realtà che molti autori, in ambito filosofico e no, rilevano. Se viene meno la nozione di realtà per come la si è sempre pensata - per esempio contrapposta alla fantasia e all'immaginazione - sono ancora valide le categorie che la psicoanalisi utilizza e che derivano da un pensiero che si è costituito prima che tali trasformazioni avvenissero? La stessa nozione di genealogia sembra in profonda trasformazione: come incide su alcuni dei fondamenti su cui la psicoanalisi poggia, per esempio la differenza tra le generazioni? Anche il corpo appare soggetto alla stessa opera di smaterializzazione e disseminazione; ne sarebbero testimonianza le opere recenti di artisti che utilizzano ciò che le nuove tecnologie mettono a disposizione. Non occorre allora ripensare alcuni fondamenti della psicoanalisi proprio a partire, però, dal metodo classico che può fornire comunque una sonda e uno sguardo scientifico su questa nuova categoria di umano che sembra andare costituendosi? Anche nell'ambito psicoanalitico stesso si sta riflettendo sull'impatto di tali cambiamenti, forse irreversibili, e confrontando con l'esigenza di individuare un possibile, ma probabil-mente necessario, punto di equilibrio tra la tradizione psicoanalitica, con i suoi strumenti di indagine, e il "nuovo" che si sta manifestando.
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Macaro, Ernesto. "Review of recent research (2000–2008) on applied linguistics and language teaching with specific reference to L2 Italian." Language Teaching 43, no. 2 (March 3, 2010): 127–53. http://dx.doi.org/10.1017/s0261444809990358.

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L'apprendimento della lingua italiana come lingua straniera (L2), probabilmente per motivazioni storico-culturali, è di carattere specialistico. Di conseguenza, l'impronta globale della lingua italiana, rispetto ad altre lingue straniere come l'inglese, lo spagnolo ed il francese, risulta essere abbastanza limitata. Sorprende quindi il fatto che in diversi progetti di ricerca, nel campo della linguistica applicata e dell'apprendimento delle L2, l'italiano sia la lingua studiata dai partecipanti oggetto di studio. Questa rassegna di studi verte ad identificare gli approfondimenti della ricerca nel campo dell'apprendimento della lingua italiana come seconda lingua piuttosto che il contributo dell'italiano alla teoria della SLA in genere. Inoltre, ha l'obbiettivo di valutare lo stato attuale della lingua italiana nell'ambito dell'istruzione formale. L'autore suggerisce la presenza di un rapporto tra la comprensione del processo di apprendimento della lingua italiana e la richiesta dell'italiano come L2. Questa rassegna riassume e categorizza quasi settanta studi condotti in una varietà di contesti educativi e offre proposte e stimoli per futuri progetti di ricerca.Italian has for many years been considered somewhat of a specialist language when studied as a second language (L2) and this is perhaps due to historical and cultural factors. Its footprint worldwide compared to such languages as English, Spanish and French is therefore somewhat limited. Surprisingly, however, there is a considerable body of research in applied linguistics and second language acquisition (SLA) in which Italian features as the language being studied. This review sought to identify the extent to which the research provided specific insights into how Italian as a second or foreign language (L2 Italian) is learnt as opposed to the ways in which it has contributed to SLA theory-building more generally. In addition, it sought to assess how well Italian is holding up as a language being learnt in formal instructed contexts. The author suggests that insights into the learning of Italian and uptake by Italian students may be inter-related. The present review summarises and categorises nearly seventy empirical studies conducted in a variety of educational contexts and offers suggestions for future avenues of research.
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Serra, A., G. Spinato, S. Cocuzza, L. Licciardello, P. Pavone, and L. Maiolino. "Adaptive psychological structure in childhood hearing impairment: audiological correlations." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 3 (June 2017): 175–79. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1291.

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La presente ricerca affronta i problemi clinici e sociali che riguardano lo sviluppo linguistico e cognitivo nei bambini sordi. Attualmente, lo sviluppo della “Teoria della mente” rappresenta un importante campo di ricerca nello studio della sordità. Questi studi internazionali hanno evidenziato nei bambini sordi una significativa alterazione nello sviluppo della “Teoria della Mente”, soprattutto in caso di perdita congenita o preverbale dell’udito. In particolare, la ricerca si concentra sulle competenze dei bambini sordi nel riconoscere emozioni e desideri, attraverso metodi sia cognitivi che percettivi, per la valutazione delle capacità psico-cognitiva attraverso una serie di domande composte da alcuni test adeguati, da somministrare ai pazienti con perdita uditiva. L’esperimento è stato condotto su un gruppo composto da 10 bambini (5 maschi e 5 femmine), di età compresa tra 4 e 9 anni e tra 54 e 108 mesi), affetti da perdita uditiva congenita bilaterale (da grave a cofosi), o da perdita uditiva preverbale sviluppata sia in bambini che attendono l’ultimo anno prima di frequentare la scuola elementare, sia in quelli che frequentano il quarto anno di scuola elementare. I criteri di selezione sono stati basati su: valutazione audiologica, somministrazione di test neuropsicologici al fine di valutare, in generale, le capacità cognitive e percettive e osservazioni cliniche effettuate, al fine di valutare la psicopatologia del campione, attraverso dei test che valutano più facilmente lo sviluppo sia della percettività visiva (Coloured Progressive Matrices), sia della rappresentazione grafica (Test di disegno sulla figura umana e il Test di disegno sulla famiglia). Lo strumento di misurazione “cognitiva” è stato il “Deaf Children Series”, test strutturato da noi, che consiste in un esame dello stato mentale (MSE), capace di valutare: il livello di capacità cognitiva (conoscenza-correlato), l’umore e modelli di discorso e di pensiero di un paziente al momento della valutazione. I bambini sordi mostrano sul lato percettivo una sensibilità ridotta alle espressioni di tristezza. Nel test possiamo osservare un meccanismo di difesa psicodinamico per quanto riguarda la prestazione percettiva. Al contrario, per quanto riguarda i bambini normoudenti, la paura è l’emozione più difficile da identificare. I bambini sordi sembrano essere maggiormente predisposti al riconoscimento di emozioni visive. Inoltre, i bambini sordi presentano notevoli capacità di “problem solving”, capacità di riconoscimento emotivo, probabilmente a causa del loro problema.
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Pedro, Ketilin Mayra, and Miguel Claudio Moriel Chacon. "Softwares educativos para alunos com Deficiência Intelectual: estratégias utilizadas." Revista Brasileira de Educação Especial 19, no. 2 (June 2013): 195–210. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-65382013000200005.

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Abstract:
o computador está presente no cotidiano escolar e sua utilização, por meio de softwares educativos, deve ser mediado e planejado para que esse recurso contribua para a aprendizagem dos alunos, inclusive aqueles com deficiência intelectual (DI). Sendo assim, tivemos por objetivo propor atividades específicas de informática para alunos com DI, por meio de softwares educativos, além de quantificar e analisar as estratégias técnicas e pedagógicas utilizadas. Participaram da pesquisa seis alunos categorizados como DI, matriculados em duas escolas públicas. Para coletar informações utilizamos protocolos de observação e diário de campo. Os dados foram analisados de maneira quantitativa e qualitativa, sendo estes baseados nos conceitos de mediação e zona de desenvolvimento proximal da teoria histórico-cultural. Os resultados indicaram que se os conteúdos trabalhados nas aulas de informática convergirem com as atividades propostas em sala de aula, os alunos com DI têm oportunidades de experienciar atividades diferenciadas que lhes possibilitem o sucesso. Observamos que foram as estratégias de ensino que possibilitaram aos alunos participantes compreender e realizar corretamente as atividades propostas. Dessa maneira, consideramos que os conhecimentos técnicos a respeito dos softwares educativos e os conhecimentos pedagógicos sobre o conteúdo que está sendo trabalhado, não são suficientes para que a atividade proposta contribua para o desenvolvimento de alunos com DI.
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Pelucchini, Margherita. "Sentire osservando: un percorso insieme Formazione-trasformazione attraverso l'esperienza di osservazione del neonato." SETTING, no. 44 (March 2021): 165–96. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044009.

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Questo articolo presenta l'esperienza di Infant Observation come centrale per la formazione analitica, in quanto capace di sviluppare la capacità di "osservare per vedere" del terapeuta ed il contatto con il proprio bambino interiore; essa predispone altresì all'ascolto del proprio controtransfert nel rapporto con l'altro-da-Sé entro un gioco relazionale carico di significati. Emerge dallo scritto come il concetto di formazione-trasformazione connoti l'intera esperienza, riguardando trasversalmente tutte le menti coinvolte. A modifi-carsi sono, in tal senso, il sentire dell'osservatore, con il proprio setting interno, il bam-bino che viene osservato e le funzioni genitoriali in gioco all'interno del campo d'osservazione; a trasformarsi è inoltre la mente gruppale dei colleghi, che accoglie l'esperienza dell'osservatore per rileggerla ed attribuire ad essa nuovi e più estesi signi-ficati. Si palesa come osservare e sentire il bambino nel contesto consenta di prendere coscienza del suo percorso di sviluppo, sperimentandolo dal vivo. La vicinanza a Valeria nel primo anno di vita ha permesso all'osservatrice di assistere al passaggio dai vissuti originari di fragilità e dipendenza dalla madre pur con l'apporto della propria agentività, alla lenta e progressiva strutturazione di un Io ai primordi, garantito dalle relazioni Io-Tu, di pari passo al presentarsi di difese arcaiche. Nel corso dell'Infant Observation la funzione della pelle della piccola e l'integrazione progressiva tra soma, psiche ed affettività sono risultate centrali, anche nel manifestarsi di sintomi di disagio all'interno delle relazioni primarie. È stato possi-bile assistere allo sviluppo sensoriale e motorio-prassico di Valeria, parallelamente a quello verbale ed insieme alla maturazione di capacità cognitive, dell'abilità imitativa e di quella che è parsa una nascente teoria della mente. Sono inoltre comparsi le rou-tine e lo sviluppo sociale. La riflessione sul costrutto dell'attaccamento è stata cruciale in tutto il percorso. Nel complesso, l'articolo mostra come l'Infant Observation comporti un costante lavorio interiore nell'osservatore, una lettura e rilettura degli innumerevoli elementi del campo di osservazione, quali sensazioni, emozioni, pensieri, dubbi, paure, alla ricerca di una trama ed un senso. Un aspetto cardine è quello del pensiero sul "dopo" e sui saluti, ossia la possibilità della separazione dall'altro con buoni pensieri, con la fiducia verso di lui e verso le sue risorse. Una fase di elaborazione del lutto risulta necessaria, fonte anch'essa di profondi insegnamenti e metamorfosi interna.
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