Academic literature on the topic 'Teoria della struttura retorica'

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Journal articles on the topic "Teoria della struttura retorica"

1

Buscemi, Alfio Marcello. "La struttura retorica della Lettera ai Colossesi." Liber Annuus 58 (January 2008): 99–141. http://dx.doi.org/10.1484/j.la.3.5.

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2

Schroeter, Vincentia. "Revisione della struttura del carattere borderline." GROUNDING, no. 1 (June 2011): 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/gro2011-001007.

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Abstract:
Nel rivisitare la personalitŕ borderline, l'autrice riporta il pensiero di vari teorici sulla dinamica e l'eziologia del disturbo borderline. Esamina le insufficienze nel materiale didattico dell'Iiba. Riconsidera alcuni aspetti incluso la dinamica genitore-figlio: gli aspetti corporei includendo una nuova teoria sul perché non ci sia un solo tipo caratteriale su cui convenire. L'etŕ della ferita borderline, includendo una nuova teoria sia sull'etŕ sia sui blocchi corporei principali. Adatta il borderline sullo schema evolutivo della Mahler e della Horner. Avvertenze per il trattamento del paziente borderline sono dare la prioritŕ al respiro, al grounding e all'energia. Cita una nuova ricerca che conferma alcuni tratti del Bpd cui seguono interventi specifici per affrontare gli aspetti relazionali nel trattamento da un punto di vista bioenergetico.
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Allais, Maurice. "The Empirical Approaches of the Hereditary and Relativistic Theory of the Demand for Money: Results, Interpretation, Criticisms, and Rejoinders." Journal of Public Finance and Public Choice 4, no. 1 (April 1, 1986): 3–83. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117318.

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Abstract:
Abstract La teoria ereditaria e relativistica della dinamica monetaria è basata su alcuni nuovi principî-guida: la fondamentale analogia tra oblio e interesse, la considerazione del tempo psicologico, il condizionamento ereditario della psicologia dell’operatore.Questi principî sono applicabili a numerosi campi, come l’economia, la psicologia, la sociologia, la scienza politica.Dopo una breve esposizione della struttura fondamentale della teoria ereditaria e relativistica della domanda di moneta, viene effettuato un confronto, sulla base di due diverse impostazioni, tra le ipotesi della teoria ed i dati empirici.I risultati conseguiti dimostrano che nessun’altra teoria spiega con altrettanto rigore l’iper-inflazione tedesca e l’andamento dell’economia statunitense durante la «grande depressione».Se, quindi, si accetta come fondamentale criterio di validità di una teoria la sua verifica empirica, la teoria ereditaria e relativistica appare di gran lunga superiore alle teorie monetarie alternative.
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Poddighe, Elisabetta. "La funzione della conoscenza storica nella teoria politica e nella precettistica retorica secondo Aristotele: l’importanza della visione globale." Nova Tellus 35, no. 2 (December 10, 2017): 61–81. http://dx.doi.org/10.19130/iifl.nt.2017.35.2.768.

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Abstract:
Questo articolo affronta il problema del ruolo della conoscenza storica nel pensiero di Aristotele. In particolare considera il passo della Retorica (1.4.1359b 30-32) nel quale Aristotele afferma che solo l’essere storico (historikon einai) consente di raggiungere quella visione globale (synoran) che è una condizione indispensabile per la conoscenza e la comprensione della politica.
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Monni, Alessandra, and L. Francesca Scalas. "Contributo alla validazione della versione italiana del regulatory focus Questionnaire di Higgins." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 469–99. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002003.

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Abstract:
Due teorie particolarmente rilevanti nello studio delle tendenze di approccio ed evitamento sono la Teoria della Sensibilità al Rinforzo di Gray e la Teoria dei foci regolatori di Higgins. La teoria di Gray descrive l'approccio e l'evitamento come due sensibilità biologiche che guidano gli individui a raggiungere bisogni primari. La teoria di Higgins al contrario, afferma che queste tendenze influen-zano la regolazione di sé e guidano gli individui a raggiungere bisogni secondari. Mentre per la teoria di Gray è stata sviluppata la validazione italiana della relati-va scala di misura BIS-BAS, per la teoria di Higgins manca la versione italiana dello strumento Regulatory focus questionnaire (RFQ) e lo scopo del lavoro è quello di fornire un primo contributo alla sua validazione. Dall'analisi fattoriale esplorativa (n = 83 studenti universitari, età media = 22.89, DS = 6.07) e dalla successiva analisi fattoriale confermativa (n = 360, età media = 34.91, DS = 13.41) è emersa una solida struttura fattoriale e una buona validità interna. Nell'analisi dell'invarianza, la struttura fattoriale è risultata equivalente per ma-schi e femmine con eccezione di un singolo item. Infine, nell'analisi della validità divergente è risultata una chiara distinzione tra i foci regolatori del RFQ e le scale BIS BAS. In conclusione, la versione italiana del RFQ mostra soddisfacenti proprietà psicometriche, brevità e facilità nella somministrazione e, pertanto, rappresenta un valido strumento per la misura dell'approccio-evitamento secondo la teoria di Higgins.
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Cavanagh, W. G., and R. R. Laxton. "An Investigation into the Construction of Sardinian Nuraghi." Papers of the British School at Rome 55 (November 1987): 1–74. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008941.

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Abstract:
UNO STUDIO SULLA COSTRUZIONE DEI NURAGHI DELLA SARDEGNALo studio della struttura dei nuraghi è basato su accurate misurazioni di 24 volte in 15 monumenti. La parte principale analizza attraverso lo studio della loro forma la stabilità strutturale delle volte a modiglioni. La teoria, basata sulle condizioni necessarie alla stabilità, prevede che le volte debbano avere la forma:y = cxdI dati ricavati dalle volte concordano strettamente con questa previsione. Quindi le volte sono raggruppate secondo il valore dell'esponente d e la presenza o l'assenza di un ‘punto di variazione’ nella volta. Gruppi geografici sono riconosciuti. L'articolo discute anche dettagli generici della struttura e della forma dei nuraghi. L'appendice presenta reperti da un saggio di scavo al Nuraghe Sant'Antine, con importanti risultati riguardanti la data del monumento e la costruzione delle sue fondamenta.
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Mazzoli, Giansecondo. "Interventi: Alfred Adler e la Psicologia Individuale tra semplificazioni e complessità." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2022): 57–61. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001008.

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Abstract:
Questo commento sull'articolo di Cesare Romano (2022) costituisce una integrazione a questo testo che presenta in modo corretto, ma parziale, la relazione tra le vicende biografiche della vita di Alfred Adler e l'ideazione di costrutti psicologici che hanno concorso a dare struttura all'impianto teorico della Psicologia Individuale. Pur nella sua sinteticità, il commento integra quanto non pro-posto nell'articolo; ma è anche occasione per lasciar intravvedere la più significativa articolazione della teoria di Alfred Adler. Viene ripercorso, in poche righe, il topos che ha spesso accompagna-to l'interpretazione della Psicologia Individuale: di essere una teoria semplice, facilmente descrivi-bile con il ricorso ad alcuni concetti cardine. In realtà è una teoria che apre numerose prospettive per la comprensione della complessità del funzionamento mentale che, nel presente commento, è in parte descritta e in parte lasciata solo intendere.
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Ratzinger, Joseph. "Presentazione dell'Enciclica "Veritatis Splendor"." Medicina e Morale 42, no. 6 (December 31, 1993): 1101–10. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1031.

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Abstract:
Il presente articolo intende fornire alcune possibili coordinate per un approccio all'ultima Enciclica "Veritatis Splender" di Giovanni Paolo II. L'Autore, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, individua anzitutto due ragioni fondamentali per le quali l'Enciclica risulti necessaria: da una parte perché il cristianesimo non è pura teoria, ma prassi concreta, dall'altra a motivo della morale come questione di sopravvivenza per l'umanità. L'articolo prosegue poi illustrando la struttura ed i contenuti del documento papale.
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Pidone, Valerio, and Emanuele Mazzone. "Il prezioso contributo dei proverbi nella pratica clinica ericksoniana." IPNOSI, no. 2 (January 2022): 41–68. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002003.

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Abstract:
Erickson utilizzava i proverbi nella pratica clinica per trasmettere messaggi terapeutici attraverso un linguaggio condiviso, basato sull'esperienza. Il presente contributo, di carattere paremiologico, offre una descrizione delle origini storiche, delle fonti e della gnomica del proverbio, della sua diffusione geografica e analizza la struttura linguistica che ne è matrice: la metafora. L'articolo indaga il significato simbolico del proverbio con riferimento alle teorie cognitive, alle conoscenze neu-roscientifiche, alla teoria della mente e agli archetipi di Jung e si sofferma sul suo utilizzo nella pratica clinica ericksoniana.
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GIUDICE, FRANCO. "TEORIA DELLA LUCE E STRUTTURA DELLA MATERIA NELLO «SHORT TRACT ON FIRST PRINCIPLES» DI THOMAS HOBBES." Nuncius 11, no. 2 (1996): 545–61. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00042.

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Dissertations / Theses on the topic "Teoria della struttura retorica"

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Giurisato, Giorgio. "Struttura e teologia della Prima lettera di Giovanni : analisi letteraria e retorica, contenuto teologico /." Roma : Ed. Pontificio istituto biblico, 1998. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37649185v.

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Raspanti, Elisa. "La struttura della double bubble di area minima." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6173/.

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Abstract:
In questa tesi viene presentata una scelta dei passaggi fondamentali per arrivare alla dimostrazione della congettura della double bubble, dovuta ad Hutchings, Morgan, Ritoré e Ros. Questa dimostrazione assicura l'esistenza e l'unicità della superficie minima che permette di racchiudere due volumi nello spazio reale tridimensionale; si tratta quindi di un caso particolare del problema delle bolle di sapone, che ha richiesto la messa a punto di strumenti sofisticati di teoria geometrica della misura, calcolo delle variazioni ed equazioni differenziali non lineari.
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Milizi, Lorenzo. "Struttura e cinematica della Via Lattea." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10950/.

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Abstract:
In questa tesi si vuole fornire una descrizione delle proprietà morfologiche delle galassie per poi passare ad una analisi dettagliata della struttura e della cinematica della Via Lattea. Il primo capitolo è basato sulle informazioni generali che caratterizzano e classificano le galassie, partendo dalla classificazione di Hubble per poi analizzare nel dettaglio i diversi tipi di galassie. Il secondo capitolo si concentra in particolar modo sulla struttura della Via Lattea, descrivendo in modo dettaglio tutte le componenti morfologiche che la costituiscono. Il terzo ed ultimo capitolo si concentra sugli aspetti cinematici delle galassia a spirale applicati alla Via Lattea.
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Beccaceci, Lorenzo. "Struttura e cinematica della Via Lattea." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24856/.

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Abstract:
La nostra galassia, la Via Lattea (dal greco γάλα, γάλακτος), ha una struttura che mostra numerose complessità che si trasformano in un ordine elegante. La prima osservazione diretta risale ai tempi di Galileo Galilei, il primo a esaminarla attraverso l'uso del telescopio. E’ nota la sua forma a disco a spirale, struttura simile a molte altre galassie che osserviamo; contiene centinaia di miliardi di stelle, tra cui il nostro Sole e il sistema solare che ci ospita. Dopo un’esposizione della classificazione delle galassie e delle loro caratteristiche fondamentali nel primo capitolo, si introduce la struttura della nostra galassia, con un’analisi delle principali regioni che la compongono. Infine nel terzo capitolo si esamina la sua cinematica, introducendo la rotazione differenziale con i coefficienti di Oort e la curva di rotazione, che descrive la velocità con la quale le stelle orbitano attorno al centro galattico.
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Raveggi, Alessandro <1980&gt. "Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/836/1/Tesi_Raveggi_Alessandro.pdf.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense. Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would distinguish literature. These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact. Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its aesthetic moment. Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art? question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.
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Raveggi, Alessandro <1980&gt. "Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/836/.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.
Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense. Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would distinguish literature. These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact. Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its aesthetic moment. Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art? question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.
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D'Armenio, Enzo <1985&gt. "Tecnologie della semiosi. Il campo di una retorica intermediale nella produzione audiovisiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8185/1/D%27Armenio_Enzo_tesi.pdf.

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Abstract:
In questo studio proponiamo una teoria semiotica dei media capace di rendere conto del loro ruolo all’interno della produzione culturale e del sistema semantico. Nella prima parte, un confronto tra le teorie elaborate all’interno dei media studies e all’interno della semiotica mostra la necessità di un’integrazione tra le componenti più strettamente materiali e tecniche da un lato e quelle semantiche e culturali dall’altro. Ripartendo dalle considerazioni di Marshall McLuhan (1964), indaghiamo il modo in cui le tecnologie in genere si specializzano in tecnologie della significazione. Attraverso una rilettura della teoria dell’enunciazione di Émile Benveniste (1970), rivista alla luce delle riflessioni di Umberto Eco (1997, 1975) e Bruno Latour (2012), i media saranno intesi come tecnologie della semiosi: ognuna è contraddistinta da una specifica traiettoria di produzione, significazione e trasmissione. Grazie a una serie di esempi cinematografici individueremo le componenti interne che distinguono le rispettive traiettorie. Nella seconda parte proponiamo una focalizzazione su una specifica tecnologia della semiosi, quella audiovisiva: accostando teorie semiotiche, estetiche e neurofilmologiche, proponiamo un’ipotesi strutturale per lo studio dell’esperienza filmica. Infine, l’attenzione è rivolta a un campo più specifico, che indichiamo come il campo di una retorica intermediale: una serie di casi in cui l’accostamento tra generi differenti (la finzione e il documentario) o tra formati tecnici (alta definizione e bassa definizione, disegno animato e immagine fotografica) aumenta la forza persuasiva di un’opera o la sua efficacia narrativa. Con una serie di analisi mostreremo che il campo di una retorica intermediale, tradendo gli abiti tecnici ed estetici della cultura, ci permette di verificare come essi operino in maniera irriflessa all’interno del sistema semantico.
In this study we propose a semiotic theory which is able to take into account the role of media in both the cultural production and the semantic system. The first part of the work realises a comparison between media theories and semiotics ones in order to show the necessity of an integration between the material and technical components and the cultural and symbolic ones. Starting from the assumptions of Marshall McLuhan (1964), we investigate the processes of specialization which differentiate generic technology from semiotics technology. Taking the cue from some assumptions formulated by Umberto Eco (1997, 1975) and Bruno Latour (2012), we suggest a review of Émile Benveniste’s theory of enunciation (1970) through which considering media as technologies of semiosis: each of them is characterised by a specific trajectory of production, signification and transmission. A set of filmic analysis will be used in order to identify the internal components that differentiate these trajectories. In the second part we focus on a specific technology of semiosis, i.e. the audiovisual one: by comparing semiotic, aesthetic and neurofilmology theoretical backgrounds we propose a structural approach for the study of film experience. Finally, we direct our attention on a more specific field, which we specify as a field of intermedial rhetoric. The latter will be defined presenting a series of cases in which the gaps between genres (fiction and documentary) and technical formats (high and low definition, photographic images and cartoon) are used to maximise the persuasion or the efficiency of audiovisual discourses. Through the use of a set of filmic analysis, the thesis will show to what extent the field of an intermedial rhetoric, betraying cultural, technical and aesthetical habits, allow us to verify how they tacitly work in the semantic system.
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LEON, VALIDO DARIO ALEJANDRO. "Spettroscopia computazionale di materiali disomogenei secondo la teoria delle perturbazioni di molti corpi: sviluppo di metodi e applicazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1255662.

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Abstract:
Nel quadro dell'approssimazione GW, l'interazione schermata W è un potenziale non locale e dinamico che può avere una struttura complessa nella sua dipendenza dalla frequenza. Una descrizione completa di tale dipendenza in un ampio intervallo di energia è in molti casi proibitiva: per questo motivo, è pratica comune approssimarla utilizzando un modello di polo plasmonico (PP). L'approccio PP può tuttavia fallire per sistemi disomogenei, come interfacce e difetti, e anche per alcuni materiali sfusi, inclusi ad es. metalli. In questo lavoro esploro un approccio multipolare per ottenere una rappresentazione efficace di W. Dimostro che strategie di campionamento ottimali nel piano complesso possono portare a precisioni confrontabili con metodi a piena frequenza a costi molto inferiori e discuto l'applicazione di tali strategie ai sistemi prototipo pertinenti. Infine, mostrerò la rilevanza dello sviluppo proposto nel caso di un sistema ibrido molecola-grafene-metallo. Le proprietà strutturali, elettroniche e magnetiche di un insieme di questi tipi di interfacce vengono studiate a livello DFT, prima di applicare le approssimazioni della teoria delle perturbazioni di molti corpi.
In the framework of the GW approximation, the screened interaction W is a non-local and dynamical potential that may have a complex structure in its frequency dependence. A full description of such dependence in a large energy range is in many cases prohibitive: for this reason, it is common practice to approximate it using a plasmon pole (PP) model. The PP approach may however fail for inhomogeneous systems, such as interfaces and defects, and also for some bulk materials, including e.g. metals. In this work I explore a multi-pole approach for getting an effective representation of W. I show that optimal sampling strategies in the complex plane can lead to accuracies comparable with full-frequency methods at much lower costs, and discuss the application of such strategies to relevant prototype systems. Finally, I will show the relevance of the proposed development in the case of a hybrid molecule-graphene-metal system. The structural, electronic and magnetic properties of a set of these kinds of interfaces are studied at the DFT level, before applying many body perturbation theory approximations.
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Merlino, Enzo Maria. "Insiemi di perimetro finito e superfici minime in gruppi di Carnot." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17049/.

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Abstract:
In questo elaborato ci proponiamo di presentare i primi risultati riguardanti la teoria degli insiemi di perimetro finito e le superfici minime nei Gruppi di Carnot. In nostro scopo sarà infatti quello di studiare l’estensione di alcuni risultati riguardanti la teoria dall'ambito euclideo ai gruppi di Carnot. Negli ultimi anni l'interesse verso queste strutture matematiche è cresciuto ed alcuni classici problemi riguardanti la teoria geometrica della misura sono stati studiati in questo ambito. Dopo una breve introduzione ai gruppi di Carnot, ci soffermiamo prima su alcuni risultati di base riguardanti la teoria come il teorema di struttura delle funzioni BV e la disuguaglianza Isoperimetrica e su alcune semplici proprietà degli insiemi di perimetro finito per poi passare a trattare la questione della rettificabilità. Dimostriamo in particolare il teorema di Blow-up, che porta all'esistenza di un piano tangente generalizzato in ogni punto della frontiera ridotta di un insieme di perimetro finito. Cercheremo poi estendere il classico teorema di rettificabilità De Giorgi che permette di dare una caratterizzazione geometrica agli insiemi di perimetro finito, la cui definizione è puramente funzionale. Ci focalizziamo poi su alcuni risultati riguardati la teoria delle superfici minime. Proveremo un risultato di esistenza e vedremo un metodo di calibrazione che permette di dare condizioni sufficienti affinché un insieme minimizzi la misura perimetro ed esibire alcuni esempi di superfici minime. Qui troveremo una delle principali differenze con il caso euclideo. Se in ambito euclideo De Giorgi risolve completamente il problema della regolarità delle superfici minime, mostrando che in dimensione maggiore o pari a otto esistono dei coni minimizzanti (i coni di Simons), il problema della regolarità nei gruppi di Carnot è ancora aperto. Esempi di superfici minime con regolarità minore di quella C^1 possono essere trovati già nei primi semplici esempi presi in esame.
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Crescimanno, Marco. "STRUTTURA E MEMORIA NELL'OPERA DI MORTON FELDMAN." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/918153.

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Abstract:
Il ruolo della memoria nella musica di Morton Feldman è stato tematizzato da Feldman stesso fin dagli anni Ottanta e poi da molti contributi musicologici sulla sua opera. Tuttavia è mancata nella maggior parte dei casi una prospettiva più specificamente cognitivista, basata sul riconoscimento della relazione tra percezione, schemi strutturali e memoria. Gli studi sulla memoria hanno dimostrato come essa dipenda fortemente dalla presenza di schemi strutturali tra gli elementi con i quali entriamo in relazione. La presenza di una struttura riconoscibile che metta in relazione i vari elementi di una certa sequenza permette cioè di ricordare quella sequenza più facilmente rispetto ad un’altra in cui non vi siano collegamenti strutturali riconoscibili. Questo vale per sequenze di numeri, come per lettere, parole o suoni. Il modo in cui determinate caratteristiche sonore producono – a vari livelli – relazioni strutturali significative alla percezione è stato indagato tra gli altri in modo particolarmente approfondito da Albert Bregman che nei suoi studi su quella che viene definita Auditory Scene Analysis descrive i meccanismi che consentono al nostro sistema uditivo di rintracciare/riconoscere/costruire relazioni strutturali significative tra i suoni. In questo lavoro vengono analizzate alcune opere di Feldman appartenenti ai diversi periodi compositivi che si possono delineare all’interno della sua produzione, contraddistinte da caratteristiche affatto diverse. I principi dell’ASA saranno alla base dell'analisi che in questa prospettiva metterà in evidenza come le scelte compositive operate da Feldman in alcuni casi tendano ad assecondare la formazione di strutture percettive significative ed in altri invece a contrastare la formazione di relazioni strutturali. Nella sua produzione più tarda Feldman sembra infine tentare una paradossale ossimorica sintesi tra questi estremi. I principi dell’ASA forniscono inoltre una cornice esplicativa all’interno della quale dare ragione delle conseguenze di queste scelte sulla percezione e sulla memoria.
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Books on the topic "Teoria della struttura retorica"

1

Prassi e teoria della retorica in Roma. Galatina (Lecce): Congedo, 2004.

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2

Struttura e teologia della prima lettera di Giovanni: Analisi letteraria e retorica, contenuto teologico. Roma: Pontificio istituto biblico, 1998.

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3

Marchese, Angelo. Dizionario di retorica e di stilistica: Arte e artificio nell'uso delle parole retorica, stilistica, metrica, teoria della letteratura. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1987.

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4

Marchese, Angelo. Dizionario di retorica e di stilistica: Arte e artificio nell'uso delle parole, retorica, stilistica, metrica, teoria della letteratura. Milano: Mondadori, 1991.

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5

Zuliani, Luca. La descrizione letteraria: Tesine degli studenti del corso di Teoria e storia della retorica del professor Lorenzo Renzi, 2001-2002. Padova: CLEUP, 2003.

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6

Barilli, Renato. La retorica: Storia e teoria : l'arte della persuasione da Aristotele ai giorni nostri : Aristotele, Cicerone, Quintiliano, Pascal, Vico, McLuhan, Perelman. Bologna: Logo Fausto Lupetti, 2011.

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7

Borghesi, Giovanni Andrea. Una nuova teoria della struttura nucleare: La materia è energia apparentemente immobile e l'energia è materia che risolve questo suo stato di apparente immobilità. Pisa: Giardini, 1990.

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8

Brettoni, Augusta, Ernestina Pellegrini, Sandro Piazzesi, and Diego Salvadori, eds. Per Enza Biagini. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-404-6.

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Abstract:
In Studi per Enza Biagini sono confluiti saggi di teoria o di comparatistica, affondi in una singola letteratura o in più letterature, traduzioni, poesie, racconti e fumetti che costruiscono un testo di piacevole e agile lettura. Si intersecano generazioni di studiosi, fuori da ogni gerarchia accademica, che hanno condiviso nei decenni la lunga storia e i tanti campi della ricerca di Enza Biagini, rivelando pure il rigore metodologico e l’apertura, quasi senza confini, che ha contraddistinto la sua scuola. Al centro del volume c’è la teoria della letteratura con i suoi concetti e utensili d’analisi appartenenti alla tradizione della retorica, da non intendere qui come tassonomia di tropi e figure, ma quale somma di istanze vive (linguistiche, letterarie, filosofiche, semiotiche, ideologiche) portatrici di interrogativi fondamentali.
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9

Zaleska, Maria. Retorica Della Linguistica: Scienza, Struttura, Scrittura. Lang GmbH, Internationaler Verlag der Wissenschaften, Peter, 2015.

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10

Zaleska, Maria. Retorica Della Linguistica: Scienza, Struttura, Scrittura. Lang GmbH, Internationaler Verlag der Wissenschaften, Peter, 2015.

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