Academic literature on the topic 'Teoria della pratica'

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Journal articles on the topic "Teoria della pratica"

1

Pidone, Valerio, and Emanuele Mazzone. "Il prezioso contributo dei proverbi nella pratica clinica ericksoniana." IPNOSI, no. 2 (January 2022): 41–68. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002003.

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Abstract:
Erickson utilizzava i proverbi nella pratica clinica per trasmettere messaggi terapeutici attraverso un linguaggio condiviso, basato sull'esperienza. Il presente contributo, di carattere paremiologico, offre una descrizione delle origini storiche, delle fonti e della gnomica del proverbio, della sua diffusione geografica e analizza la struttura linguistica che ne è matrice: la metafora. L'articolo indaga il significato simbolico del proverbio con riferimento alle teorie cognitive, alle conoscenze neu-roscientifiche, alla teoria della mente e agli archetipi di Jung e si sofferma sul suo utilizzo nella pratica clinica ericksoniana.
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2

Rebughini, Paola. "Teoria e pratica della pace." Quaderni di Sociologia, no. 48 (December 1, 2008): 169–72. http://dx.doi.org/10.4000/qds.848.

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3

Arezzo, Anna. "Teoria e pratica della tolleranza nel Medioevo." Quaestio 14 (January 2014): 334–40. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.5.103620.

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4

Baudry, Francis. "La psicologia dell'Io, 1950-2010: stasi o evoluzione?" PSICOANALISI, no. 2 (February 2013): 11–44. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-002002.

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Abstract:
L'articolo si propone di illustrare le idee centrali di Hartman, Kris e Loewenstein nei primi anni '50 e di mostrare come siano servite a strutturare quella che era stata fino ad allora un'impresa terapeutica alquanto caotica. Nella seconda parte l'autore analizza come dall'idea dell'analisi terapia del singolo si siano sviluppati altri punti di vista la persona Inserire riassunto di massimo 10 righe, soprattutto in Inghilterra e in Francia. Questi nuovi sviluppi si sono soffermati sul ruolo delle prime relazioni oggettuali con i contributi dei kleiniani e di Winnicott e sull'importanza della fase pre-edipica dello sviluppo. Nella terza parte l'Autore esamina brevemente come la pratica della cosiddetta psicologia dell'Io si sia silenziosamente evoluta, senza aver tuttavia dato vita a una nuova teoria ed esamina le conseguenze della disconnessione tra teoria e tecnica.
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5

FRANGENBERG, THOMAS. "EGNATIO DANTI'S OPTICS. CINQUECENTO ARISTOTELIANISM AND THE MEDIEVAL TRADITION." Nuncius 3, no. 1 (1988): 3–38. http://dx.doi.org/10.1163/182539188x00014.

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Abstract:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Il presente articolo riguarda le fonti della teoria ottica presente nelle edizioni della Prospettiva di Euclide (1573) e de Le Due Regole della Prospettiva Pratica del Vignola (1583), curate da Egnazio Danti (1536-1586). Danti si basa ampiamente su un commentario aristotelico del tempo. Accetta in misura molto limitata l'ottica medievale e rifiuta alcuni concetti fondamentali della teoria medievale della visione. Questo saggio dimostra in maniera esemplare l'influenza dell'aristotelismo nel XVI secolo ed è, insieme, un tentativo di ulteriore conferma delle analisi compiute da Charles B. Schmitt sul ruolo di Aristotele nel pensiero del Cinquecento.
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6

Erba, Sergio. "Clinica, teoria, metodo nella terapia e nella formazione." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 116 (February 2011): 51–57. http://dx.doi.org/10.3280/rt2011-116006.

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7

Crameri, Stefania. "GRUPIT: un dialogo tra pratica e teoria." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): 117–30. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.06.

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Abstract:
L’insegnamento dell’italiano nelle scuole elementari del Grigioni tedescofono è contestato. In risposta a ciò nel 2019 è stato lanciato il progetto Gruppo di sperimentazione didattica per l’italiano L2 con l’obiettivo di promuovere la materia italiano L2. A tale scopo è stata instaurata una rete di collaborazione tra insegnanti di scuola elementare e Alta scuola pedagogica dei Grigioni, creando così un dialogo tra teoria e pratica. Inizialmente si sono sondate varie forme di collaborazione per capire quali fossero le più apprezzate, praticabili ed efficaci. Ciò ha gettato le basi per un successivo sviluppo della disciplina italiano L2 improntato sulla ricerca-azione, valorizzando così la figura dell’insegnante quale esperta/o della pratica che contribuisce in maniera importante allo sviluppo teorico.
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8

Erba, Sergio. "Clinica, teoria, metodo nella terapia e nella formazione." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 122 (February 2013): 62–68. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122005.

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Abstract:
In questa sezione il direttore della rivista trae spunto da vignette e situazioni cliniche attinte dalla sua pratica di terapeuta e formatore per illustrare aspetti della teoria clinica de Il Ruolo Terapeutico.
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9

Ferenczi, Sŕndor, and Otto Rank. "Prospettive di sviluppo della psicoanalisi. Sull'interdipendenza tra teoria e pratica (1923 [1924])." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2012): 487–538. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-004001.

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Abstract:
Dopo una Nota redazionale, viene tradotta integralmente per la prima volta in italiano e con una nuova traduzione la monografia Prospettive di sviluppo della psicoanalisi. Sull'interdipendenza tra teoria e pratica di Sándor Ferenczi e Otto Rank, scritta nel 1923 e pubblicata nel 1924 (precedentemente erano stati tradotti in italiano solo i capitoli 1, 3 e 5, pubblicati nel terzo volume dei Fondamenti di psicoanalisi dell'editore Guaraldi nel 1974 e delle Opere dell'editore Raffaello Cortina nel 1992). Viene anche pubblicata una postfazione di Michael Turnheim a una ristampa tedesca dell'editore Turia & Kant di Vienna del 1996. Prospettive di sviluppo della psicoanalisi rappresenta una importante tappa del dibattito sulla teoria della tecnica psicoanalitica, e mostra come giŕ agli inizi degli anni 1920 fossero ben presenti alcune tematiche discusse attualmente all'interno del movimento psicoanalitico.
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10

Galli, Pier Francesco, and Alberto Merini. "Tracce. Storie e persone." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2021): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001010.

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Abstract:
Vengono riprodotti alcuni brani di un seminario tenuto il 30 maggio 1992 alla scuola Il Ruolo Terapeutico di Milano, che lo ha pubblicato nel 1996 col titolo La persona e la tecnica. Appunti sulla pratica clinica e la costruzione della teoria psicoanalitica e che è stato ristampato nel 2002 dall'editore FrancoAngeli con aggiunte e integrazioni. In queste pagine vengono fatte alcune riflessioni sul problema della ricostruzione storica in psicoanalisi, sottolineando come sia indispensabile non basarsi solo sulla storia ufficiale, scritta, ma che sia di fondamentale importanza conoscere anche la storia affettiva e le vicissitudini di vita delle persone che sono state protagoniste nella costruzione teorica. La storia emozionale, trasmessa attraverso canali informali, è un elemento costitutivo della definizione stessa della disciplina psicoanalitica.
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Dissertations / Theses on the topic "Teoria della pratica"

1

Dal, Prato Sara <1992&gt. "Didattica della Letteratura attraverso il Cinema: Teoria e Pratica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12324.

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Abstract:
Il presente elaborato affronta la tematica della didattica della letteratura attraverso il cinema. Nella prima parte vengono analizzate le potenzialità del prodotto filmico in classe a supporto dell'educazione letteraria. La seconda parte presenta alcune proposte didattiche.
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2

Manchisi, Armando. "L'idea del bene in Hegel. Una teoria della normatività pratica." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3427287.

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Abstract:
The subject of this dissertation is the chapter on the idea of the good in Hegel’s Logic. In order to develop my interpretation, I try to demonstrate three main mutually related hypotheses: a) that the idea of the good concerns the relation between practical normativity and reality; b) that it is possible to read it as a metaethics, namely as an ontological, epistemological and methodological reflection about the domain of free agency; c) that it can successfully engage with the contemporary metaethical reflection. The dissertation is divided in four chapters. The first one provides the main coordinates to read and understand the idea of the good. The purpose of this chapter is most of all to show the relevance of the Hegelian analysis for a theory of practical normativity. Starting from this point, the thesis engages those that can be considered the three fundamental coordinates of the normativity: objectivity (in chapter 2), reality (in chapter 3), and truth (in chapter 4). The second chapter focuses on Hegel’s definition of the idea of the good as self-determination. The core of these pages is the comparison between Hegel’s text and the metaethical example of Kantian constructivism (Korsgaard). The third chapter examines the definition of the idea of the good as realization, by developing a comparison with the ethical position of projectivism (Mackie). The arrival point of both these analyses is the critics to ethical antirealism, namely to the conception for which reality has no moral charge and the domain of values and duties is restricted within the boundaries of the subjectivity. The fourth chapter lastly deals with the idea of the good under a double perspective: on one side, in relation to the idea of the true, on the other side, to its transition to the absolute idea. This analysis refers mainly to the ethical debate on non-cognitivism. According to Hegel’s affirmation that the practical idea can fulfil itself only if it assimilates the theoretical idea, we can read in an original way the relation between knowledge and will and, more generally, between normativity and reality.
Oggetto del presente lavoro è il capitolo sull’idea del bene nella Logica di Hegel. Alla sua base si collocano tre ipotesi interpretative, fra sé legate: a) che l’idea del bene riguardi il rapporto fra normatività pratica e realtà; b) che sia possibile leggerla come una metaetica, ovvero come una riflessione di carattere ontologico, epistemologico e metodologico intorno alla sfera dell’agire libero; c) che sia in grado di dialogare in modo proficuo con la riflessione metaetica contemporanea. La tesi si divide in quattro capitoli. Il primo fornisce le coordinate generali per leggere e comprendere l’idea del bene. Obiettivo di queste pagine è soprattutto mostrare la rilevanza dell’analisi hegeliana per una teoria della normatività pratica. A partire da ciò, il lavoro si confronta con quelle che possono essere considerate le tre coordinate fondamentali della normatività, ossia: oggettività (nel capitolo 2), realtà (nel capitolo 3), e verità (nel capitolo 4). Il secondo capitolo si concentra sulla definizione hegeliana dell’idea del bene come autodeterminazione. Al centro di queste pagine si colloca il confronto fra il testo di Hegel e il modello metaetico costruttivista di matrice kantiana (Korsgaard). Il terzo capitolo analizza la definizione dell’idea del bene come realizzazione, sviluppando un confronto con la posizione etica del proiettivismo (Mackie). Il punto di arrivo di entrambe queste analisi è la critica all’antirealismo etico, ossia alla concezione che intende la realtà come priva di portata morale e che relega quindi la sfera dei valori e dei doveri entro i confini della soggettività. Il quarto capitolo, infine, prende in considerazione l’idea del bene sotto una duplice prospettiva: da una parte, in rapporto all’idea del vero, dall’altra, nel suo passaggio all’idea assoluta. Questa analisi fa riferimento soprattutto al dibattito etico sul non-cognitivismo. L’affermazione di Hegel secondo la quale l’idea pratica può compiersi solo se integra quella teoretica consente di leggere in modo originale il rapporto fra conoscenza e volontà e, più in generale, fra normatività e realtà.
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3

Bazzo, Valentina <1986&gt. "UN APPROCCIO CRITICO ALLA TEORIA E ALLA PRATICA DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE D'IMPRESA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1730.

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Abstract:
Nella tesi viene dato grande rilievo alla problematica delle imprese irresponsabili, cioè quelle imprese che si rendono artefici di casi di violazione delle leggi per motivi di convenienza economica, nonché di politiche e pratiche aziendali antisociali, insensibili alle esigenze umane e/o non rispettose dell’ambiente naturale. A finire sotto accusa sono, in particolar modo, le grandi corporation multinazionali, generalmente quotate e aventi una grande influenza sull’ambiente esterno.Il fenomeno in questione ha conosciuto una significativa espansione, nei paesi industrializzati, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso. Nel lavoro si è cercato di mettere in evidenza le cause del problema. In particolare, si è visto come perseguendo l’obiettivo della massimizzazione del valore delle azioni in un’ottica di breve termine, le imprese abbiano cominciato a curarsi sempre meno delle conseguenze del loro operato, scaricando sulla società alti costi sociali e ambientali, non tenendo conto dei valori, delle aspettative e degli interessi dei vari stakeholder, al di fuori degli azionisti di controllo.Tra le molteplici forme attraverso le quali si manifesta l’irresponsabilità sociale delle imprese, in particolare si è focalizzata l’attenzione, a seguito dei numerosi e recenti scandali finanziari, sulla cattiva gestione dei risparmi affidati alle imprese da parte delle famiglie sotto forma di azioni, obbligazioni e fondi pensione.La questione relativa all’irresponsabilità sociale delle imprese rappresenta, ancora oggi, una problematica di grande interesse, dato che nel corso del tempo gli effetti negativi dell’attività delle grandi imprese sulla società e sull’ambiente sembrano non aver accennato a diminuire in modo significativo. Nel frattempo, si è sviluppato un ampio dibattito su quali azioni intraprendere al fine di contrastare i comportamenti delle imprese irresponsabili. Negli ultimi anni, per molti la teoria e la pratica della responsabilità sociale d’impresa hanno rappresentato la via d’uscita più efficace al problema.In questo lavoro si è voluto focalizzare l’attenzione su un aspetto ben preciso dell’argomento. In particolare, si è cercato di mettere in luce come, nonostante l’aumento della discorsività e delle iniziative sulla tematica della responsabilità sociale d’impresa, ancora permangano dei dubbi sul fatto che, al di fuori della creazione di un crescente attivismo in questo campo, questo abbia di fatto avuto gli effetti sperati nella prospettiva di una maggiore responsabilizzazione dei comportamenti aziendali.L’analisi ha fatto emergere come, nel corso del tempo, la teoria e la pratica della responsabilità sociale d’impresa siano state oggetto di una grande quantità di critiche, come, ad esempio, quelle relative all’uso strumentale della RSI oppure le perplessità riguardo al fatto che la responsabilità sociale vada esercitata in via esclusiva su base volontaria.Infine, si sono analizzate le strade da percorrere, indicate da alcuni autori in letteratura, al fine di rendere responsabili o, se si vuole adottare una visione meno utopistica, meno irresponsabili, le imprese, soprattutto le grandi corporation.
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4

Rusticali, Viola. "La traduzione audiovisiva: Teoria e pratica della sottotitolazione applicate al cortometraggio "Diez minutos"." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7465/.

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Abstract:
L'elaborato consiste in una sottotitolazione, dallo spagnolo verso l'italiano, del cortometraggio spagnolo "Diez minutos". La parte pratica precede una parte teorica sulla traduzione audiovisiva in generale, con particolare attenzione alla sottotitolazione.
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5

Castagnetti, Riccardo <1977&gt. "Andrea Basili (1705-1777). La didattica della composizione nel secolo XVIII fra teoria e pratica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8244/1/Castagnetti_Riccardo_Tesi.pdf.

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Abstract:
Numerosi studi musicologici si sono recentemente concentrati sulla storia della pedagogia musicale con particolare attenzione ai diversi metodi didattici in uso nel Settecento. Queste ricerche si sono principalmente occupate dell'educazione musicale impartita all’interno di ambienti istituzionali, come i conservatori napoletani, mentre minore attenzione ha ricevuto l’attività di insegnamento svolta da docenti privati. Andrea Basili (1705-1777) rappresenta in tal senso un interessante caso di studio per analizzare la metodologia didattica di un maestro italiano del XVIII secolo. Basili è noto principalmente come autore della Musica universale armonico pratica (Venezia, 1776). Quest’opera, l’unica edita in vita da Basili, è suddivisa in 24 esercizi in tutte le tonalità maggiori e minori. Ogni esercizio contiene in nuce un corso di composizione e di esecuzione alla tastiera scandito in quattro fasi: una scala, per praticare la "regola dell'ottava", un partimento, per applicare i diversi "movimenti del basso", un fuga in partimento, o interamente realizzata, e un brano in forma sonata o in forma libera. Tuttavia, la Musica universale costituisce solo l’esito finale della riflessione metodologica di Basili sull’insegnamento della composizione. Nel corso della ricerca sono emerse infatti numerose fonti manoscritte inedite che attestano un complesso e affascinante sviluppo della sua attività didattica. Questa tesi ricostruisce l'evoluzione della metodologia di Basili, situandola nel contesto della pedagogia musicale italiana del XVIII secolo. Il primo capitolo delinea la biografia di Basili, collegando la sua formazione musicale con le successive scelte in campo didattico. Il secondo capitolo contiene una disamina delle fonti manoscritte relative al suo magistero. Il terzo capitolo è dedicato all’analisi del contenuto e della metodologia implicita della Musica universale. In appendice viene infine presentata l'edizione integrale della corrispondenza intrattenuta da Basili con Giambattista Martini e con Gianandrea Bellini.
Recent musicological studies have focused on historical music pedagogy and particularly on the teaching methods in use during the eighteenth century. Most of these researches have concentrated on formal music education, given in specific institutions such as the Neapolitan Conservatori. Less attention has been paid to the methods followed by teachers in private music tuition. Andrea Basili (1705-1777) is an interesting case study to investigate the teaching methodology of an eighteenth century Italian “maestro”. Basili is primarily known for the Musica universale armonico pratica (Venezia, 1776), a collection of lessons in composition and performance at the keyboard. This work, who represents his sole publication during Basili’s life, consists of 24 exercises in all the keys. Each exercise is a complete music course in four steps: a scale, to practice the “rule of the octave”, a partimento, to apply the different “movimenti del basso”, a partimento-fugue or a fully-fledged fugue, and a keyboard piece in sonata form or in free form. However, the Musica universale constitutes only the final outcome of Basili’s music teaching method. My research documents and analyzes several unpublished manuscript sources of his didactic activity, testifying a complex and fascinating development. This dissertation tries to reconstruct the evolution of Basili’s methodology and to situate it in the Italian musical pedagogy of the eighteenth century. The first chapter outlines Basili’s biography, trying to connect his musical training with his subsequent didactic choices. The second chapter furnishes a review of the manuscript sources related to his teaching. The third chapter is devoted to analyze the content and the implicit methodology of the Musica universale. The appendix presents the edition of Basili’s correspondence with Giambattista Martini and Gianandrea Bellini.
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6

Andreatta, Filippo. "Istituzioni per la pace : teoria e pratica della sicurezza collettiva da Versailles alla ex Jugoslavia /." Bologna : Il mulino, 2000. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb38857220r.

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7

Iseppon, Tomas <1979&gt. "La pratica della scrittura come esercizio spirituale negli Scritti a se stesso di Marco Aurelio Antonino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1866.

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Abstract:
Gli Scritti a se stesso di Marco Aurelio Antonino rappresentano l'esempio privilegiato di ciò che Pierre Hadot definisce esercizio spirituale. Secondo lo studioso francese la filosofia antica aveva una chiara valenza terapeutica, sorretta da delle pratiche spirituali, come la scrittura, volte al miglioramento morale del singolo. Le meditazioni che compongono i dodici libri dell' εις εαυτòν sono il continuo ripetersi dei dogmi stoici, calati nella quotidianità della vita dell'imperatore. Così per Pierre Hadot allora “Marco Aurelio scrive con il solo scopo di avere sempre presenti nel suo animo i dogmi e le regole di vita”, e gli Scritti a se stesso dimostrerebbero come la filosofia antica fosse ricca di tali esercizi.
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Chiappini, Michele <1984&gt. "La scrittura dell'interpretazione: Teoria e pratica della trascrizione musicale durante gli ‘anni veneziani’ di Bruno Maderna (1946-1952)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7140/1/Michele_Chiappini%2C_La_scrittura_dell%27interpretazione%2C_dissertazione_dottorale.pdf.

Full text
Abstract:
La definizione di «scrittura dell’interpretazione» comprime in una sola locuzione la descrizione dell’oggetto principale del nostro studio, ovvero il problema della trascrizione musicale, descritta, non tanto come un determinato genere musicale, quanto come una ragione di osmosi e interferenze tra il fatto compositivo e quello interpretativo. Ad una traversata di quel territorio ci si appresta incentrando la trattazione intorno alla figura e all’opera del giovane compositore e direttore Bruno Maderna, autore di diverse trascrizioni della cosiddetta musica antica (dall’Odhecaton A, Monteverdi, Viadana, Frescobaldi, Legrenzi, ed altri ancora). Attraverso gli esempi presentati si intende mostrare come l’approccio maderniano alla trascrizione musicale si giustifichi a partire dalla sua stessa teoria e pratica dell’interpretazione musicale, più che in base a concetti forti definiti sul versante della scrittura, quali ad esempio quelli di analisi e parodia. Pari attenzione si offre al contesto storico degli anni in cui egli gravita, opera e si afferma come musicista (1946-1952 circa), dedicando ampio spazio alle figure di Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian e Luigi Nono, autori a loro volta di trascrizioni e revisioni di opere del Cinquecento, del Seicento e del Settecento. Intorno ai loro rapporti viene fornita una documentazione significativa, in buona parte inedita o poco conosciuta dagli studiosi, resa disponibile grazie alle ricerche d’archivio di cui si avvantaggia la nostra trattazione.
The definition of “writing of the interpretation” summarises in one expression the main object of our study, namely the problem of the musical transcription. Here it described as a process of osmosis and interference between the processes of composition and interpretation, rather than as a musical genre on its own. This issue is addressed to focusing the discussion around the figure and the work of the young composer and orchestra leader Bruno Maderna, who produced several transcriptions of pieces from the so-called early music. Through the examples presented , this thesis aims to show how the approach of Maderna to musical transcription stems from his own theory and practice of the musical interpretation, rather than from other concepts, i.e. analysis and parody, typical of the concept of writing. In addition, we carefully examine the historical background between the years of 1946 and 1952, where he worked and established himself as a musician. To this end, a great space is dedicated to the figures of Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian and Luigi Nono, who themselves are authors of transcriptions and revisions of the works of the sixteenth, seventeenth and eighteenth centuries. By means of archive research, this thesis provides a significant documentation on the relationships between these authors, largely unpublished or little known by scholars.
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Chiappini, Michele <1984&gt. "La scrittura dell'interpretazione: Teoria e pratica della trascrizione musicale durante gli ‘anni veneziani’ di Bruno Maderna (1946-1952)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7140/.

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Abstract:
La definizione di «scrittura dell’interpretazione» comprime in una sola locuzione la descrizione dell’oggetto principale del nostro studio, ovvero il problema della trascrizione musicale, descritta, non tanto come un determinato genere musicale, quanto come una ragione di osmosi e interferenze tra il fatto compositivo e quello interpretativo. Ad una traversata di quel territorio ci si appresta incentrando la trattazione intorno alla figura e all’opera del giovane compositore e direttore Bruno Maderna, autore di diverse trascrizioni della cosiddetta musica antica (dall’Odhecaton A, Monteverdi, Viadana, Frescobaldi, Legrenzi, ed altri ancora). Attraverso gli esempi presentati si intende mostrare come l’approccio maderniano alla trascrizione musicale si giustifichi a partire dalla sua stessa teoria e pratica dell’interpretazione musicale, più che in base a concetti forti definiti sul versante della scrittura, quali ad esempio quelli di analisi e parodia. Pari attenzione si offre al contesto storico degli anni in cui egli gravita, opera e si afferma come musicista (1946-1952 circa), dedicando ampio spazio alle figure di Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian e Luigi Nono, autori a loro volta di trascrizioni e revisioni di opere del Cinquecento, del Seicento e del Settecento. Intorno ai loro rapporti viene fornita una documentazione significativa, in buona parte inedita o poco conosciuta dagli studiosi, resa disponibile grazie alle ricerche d’archivio di cui si avvantaggia la nostra trattazione.
The definition of “writing of the interpretation” summarises in one expression the main object of our study, namely the problem of the musical transcription. Here it described as a process of osmosis and interference between the processes of composition and interpretation, rather than as a musical genre on its own. This issue is addressed to focusing the discussion around the figure and the work of the young composer and orchestra leader Bruno Maderna, who produced several transcriptions of pieces from the so-called early music. Through the examples presented , this thesis aims to show how the approach of Maderna to musical transcription stems from his own theory and practice of the musical interpretation, rather than from other concepts, i.e. analysis and parody, typical of the concept of writing. In addition, we carefully examine the historical background between the years of 1946 and 1952, where he worked and established himself as a musician. To this end, a great space is dedicated to the figures of Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian and Luigi Nono, who themselves are authors of transcriptions and revisions of the works of the sixteenth, seventeenth and eighteenth centuries. By means of archive research, this thesis provides a significant documentation on the relationships between these authors, largely unpublished or little known by scholars.
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FANTASIA, Francesca. "Il tempo dell´agire libero. Dimensioni della filosofia pratica di Kant.(Die Zeit des freien Handelns. Dimensionen der praktischen Philosophie Kants)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91270.

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Abstract:
Il presente lavoro si divide in tre parti. La PRIMA PARTE Il tempo qualitativo della soggettività morale indaga gli elementi della determinazione della volontà intesa come sintesi di elementi normativi, valutativi e motivanti. Mostrando gli elementi di universalizzazione delle massime e di concretizzazione della legge come un unico processo di formazione delle massime, si sottolinea un elemento dinamico proprio della scelta; lo stesso ‘fatto della ragione’ si mostra come un’attività dinamica d’instaurazione di un’ontologia della prassi. Analizzando la struttura aperta della massima e del processo del suo formarsi sembra che la teoria morale kantiana abbia implicitamente posto a priori le basi di una struttura di successione di elementi qualitativi, fondata sul criterio di costruzione o meno dell’accordo degli elementi della soggettività razionale pratica. Lo sviluppo del carattere intelligibile indica l’identità morale costruita ininterrottamente dal soggetto in tutti gli atti concreti della volontà. Nello sviluppo del carattere s’instaura un nesso tra la qualità della massima (maggiore o minore aderenza alla legge morale) e la persistenza della sua assunzione. Il processo di formazione risulta essere, dunque, un processo di miglioramento progressivo dei contenuti delle massime all’interno della totalità identitaria del soggetto, vale a dire un consolidarsi delle sue configurazioni normative e valoriali, primi motivi sufficienti ad agire. Il rapporto tra il piano noumenico della determinazione all’azione (Handlung) e l’agire nel suo aspetto fenomenico (Begebenheit) si traduce nel rapporto tra un tempo intelligibile puramente pensato, consecutio della formazione della Handlung, e il tempo empirico dell’azione in quanto fenomeno. La SECONDA PARTE L’infinita durata della personalità e il postulato di Dio distingue due piani di analisi: quello della durata infinita e con essa dell’idea di Duratio Noumenon e quello della realizzazione del sommo bene e la postulazione di Dio come sommo bene originario. Alla luce dei risultati emersi dalla nozione di carattere intelligibile si analizza il tempo della Unsterblichkeit come la durevolezza dello homo noumenon, la cui esistenza intelligibile è scandita in grandezze qualitative. Il progresso morale mostra una struttura qualitativa di un dinamico e successivo procedere di momenti, indipendenti dal tempo, che costituiscono il miglioramento morale. Con la nozione di Duratio Noumenon si approfondiscono, inoltre, le specifiche differenze tra la Zeit e la Ewigkeit, che permettono di chiarire il rapporto tra tempo e durata e individuare nella ‘durata senza tempo’ un concetto paradossale di una grandezza di tempo senza successione. Poiché in uno stato di quiete non sarebbe concepibile alcun progresso, all’essere sensibile non resta altro che agire affinché tutti i cambiamenti e gli sviluppi etici in suo potere accadano nel presente. Tale dimensione assume così un ruolo centrale nell’analisi del tempo dell’agire libero. Con l’argomento del postulato di Dio emerge il contemporaneo concorso di più serie causali, noumeniche e sensibili, vale a dire il modello di una contemporaneità (Zugleich) di azioni libere di tutti gli individui in ogni momento di tempo pensati in una struttura sincronica. La TERZA PARTE La mediazione della Dauer con il tempo della Zeit. Sviluppo e Rivoluzione analizza i primi due capitoli della Religionsschrift. Importante chiave per la comprensione della struttura dell’agire è il ruolo centrale assunto qui dalla Gesinnung, elemento inscindibile dall’importantissima distinzione tra volontà e arbitrio. Il male si comprende come scelta, unica condizione di possibilità della stessa ‘conversione del cuore’. Solo in assenza di un fondamento oggettivo del principio contrario alla legge, è possibile distinguere Hang e Anlage, propensio e dispositio, tendenza al male e disposizione al bene. Soltanto in questo peculiare incrocio di piani normativi propri della struttura dell’agire – fondata sulla dialettica tra la Willkür e il Wille – è possibile per Kant porre le basi, antropologicamente indagate, della possibilità di un ristabilimento al bene a partire dal dominio del male. Solo ponendosi in un puro presente il soggetto può determinare il differente ordine normativo del suo agire. Il momento della rivoluzione del modo di pensare rimanda, qui più esplicitamente, a un tempo proprio del dominio morale e intelligibile della Gesinnung; quest’ultima emergerà come una peculiare contrazione delle dimensioni di tempo del futuro, del presente e del passato.
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Books on the topic "Teoria della pratica"

1

Roberto, Puggioni, ed. Teoria e pratica della traduzione letteraria. Roma: Bulzoni, 2006.

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2

Carrer, Francesco, and Marco Andrea Seniga. L'etica della polizia: Teoria e pratica. Santarcangelo di Romagna (Rimini): Maggioli, 2011.

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3

Giuseppe, Donato, Hensel Witold, Tabaczyński Stanisław, Instytut Historii Kultury Materialnej (Polska Akademia Nauk), and Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Italy), eds. Teoria e pratica della ricerca archeologica. [Torino]: Quadrante, 1986.

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4

Sabato, Bruna Di. Per tradurre: Teoria e pratica della traduzione. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1993.

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5

Vox arcana: Teoria e pratica della voce. Milano: Rugginenti, 2005.

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6

Pezzin, Claudio. Teoria e pratica della scienza: Appunti di filosofia della scienza. Foggia: Bastogi, 2003.

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7

La valutazione possibile: Teoria e pratica della valutazione della ricerca. Bologna: Il mulino, 2015.

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8

Vittoria, Molinari Maria, ed. Teoria e pratica della traduzione nel medioevo germanico. Padova: Unipress, 1994.

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9

Maso, Vania Dal. Teoria e pratica della musica italiana del Rinascimento. Lucca: Libreria musicale italiana, 2017.

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10

Labili tracce: Per una teoria della pratica videoamatoriale. Milano: Mimesis, 2019.

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Book chapters on the topic "Teoria della pratica"

1

Morelli, Anna. "Teoria e spiritualità del canto: aspetti della musica disciplina nell’alto Medioevo tra pensiero scientifico e pratica liturgica." In The Medieval Paradigm, 221–45. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.nutrix-eb.1.101240.

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2

De Simone, R. "Breve storia delle cefalee." In Le cefalee: manuale teorico-pratico, 3–7. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0754-3_1.

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3

Lukoschik, Rita Unfer. "Teatro italiano nel segno di Schiller: teoria e pratica della ricezione." In Vie Lombarde e Venete, edited by Helmut Meter and Furio Brugnolo. Berlin, Boston: DE GRUYTER, 2011. http://dx.doi.org/10.1515/9783110235043.105.

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4

Francesco Cervellini. "Dal Connettere. Note ed esercizi per una Teoria della Pratica del Disegno della forma visiva." In CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.60.

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5

Balboni, Paolo E. "11 • Modelli operativi: tradurre la ricerca in materiali didattici." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/011.

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Abstract:
Ho sempre ritenuto che un glottodidatta dovesse rispondere alla natura teorico-pratica della linguistica educativa: fare ricerca a livello di approccio e metodo, e realizzare percorsi operativi a livello di metodo e di metodologia didattica.Per me ‘azione didattica’ ha significato due cose: formazione di futuri insegnanti e di insegnanti in servizio e realizzazione di materiali didattici. Creare materiali didattici è la verifica dell’impianto teorico, è il momento in cui le riflessioni devono diventare azione che coinvolge la vita di milioni di studenti consentendo loro di culturizzarsi, socializzare, autorealizzarsi.
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6

Ranfa, Elena. "Il “lettore ibrido”. Teorie e pratiche della lettura nei momenti di transizione." In 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 269–72. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1551.

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Budriesi, Laura. "Performare la Natura. Dal dispositivo rappresentazionale al ‘teatro delle specie’. Tra pratica e teoria in Donna Haraway, Una Chaudhuri e Marta Cuscunà." In Animal Performance Studies, 162–86. Accademia University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.12385.

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Conference papers on the topic "Teoria della pratica"

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Canfora, Fabrizio. "Il centro direzionale di Napoli: verso una città-territorio?" In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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