Journal articles on the topic 'Teoria della narrazione'

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Mazzone, Stefania. "Sovranità come narrazione in Paul Ricoeur." Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 2, no. 2 (September 20, 2019): 173–86. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v2i2.23258.

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Abstract:
L’articolo intende evidenziare attraverso l’analisi di alcune opere specifiche di Paul Ricoeur -quelle che indagano i rapporti tra storia e verità, identità e oblio-la relazione in cui l’autore pone la costruzione dell’identità individuale in quanto processo metaforico e performativo e quella dell’identità collettiva in quanto espressione drammatica, con i processi narrativi, che riguardano le percezioni individuali e le raffigurazioni sociali. Ne consegue una teoria della rappresentazione dell’alterità, della costruzione identitaria e della narrazione della sovranità che impiega le categorie ermeneutiche ed euristiche di una fenomenologia in trasformazione dinamica. In questa prospettiva, si rinviene la posizione funzionale di concetti in definizione quali la memoria, il ricordo, l’oblio, in relazione al rapporto tra l’individuo e la sua storia, così come di una comunità col proprio racconto. Ne emerge una concezione della sovranità quale metafora di identità in bilico che Ricoeur considera stabilizzarsi solo nell’equilibrio delle alterità e nello scambio delle narrazioni. Ne consegue la necessità di una riorganizzazione filosofica, politica, ma anche storiografica quale urgenza di ridefinizione continua e permanente del mito narrativo, in un confronto incessante e vitale con le narrazioni individuali e collettive degli altri. Lo stesso monito etico e politico che Ricoeur ci lascia nei suoi ultimi scritti.
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Ferro, Antonino. "Pensiero onirico e teoria del campo." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001004.

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Abstract:
L'Autore, attraverso delle vignette cliniche, descrive i punti chiave del proprio modello clinico e traccia il suo modello di mente: "thinking-feeling-dreaming". Il concetto di campo analitico, come vero e proprio luogo d'incontro emotivo e di trasformazione psichica, cosě come il pensiero onirico della veglia, si collocano al centro del lavoro analitico. Secondo l'Autore, il campo accoglie e genera quelle turbolenze protoemotive che le funzioni alfa del campo alfabetizzano di continuo; il lavoro del campo consente poi lo sviluppo degli apparati per sognare, sentire e pensare. In questa prospettiva, una narrazione clinica con un alto grado di insaturitŕ risulta essenziale per favorire il moltiplicarsi dei punti di vista, cosicché il campo analitico possa diventare matrice di storie possibili. In questo modo l'"impensabile" diventa una storia condivisa, attraverso una serie di passaggi emotivi che permettono di nominare ciň che il paziente non ha potuto fin lě rappresentare.
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Martino, Paolo. "Splendori e miserie della brevitas." Microtextualidades. Revista Internacional de microrrelato y minificción, no. 3 (May 25, 2018): 146–55. http://dx.doi.org/10.31921/microtextualidades.n3a11.

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Abstract:
Considerazioni sulle cause che hanno favorito la diffusione del microracconto. La brevità alle origini della narrazione e sua connessione con l’oralità. Opinioni di autori classici e prescrizioni della Retorica. Principio funzionale dell’economia. Forme espressive che richiedono la brevità. Ruolo della comunicazione digitale e fascino dell’incompiuto. Teoria della cooperazione del lettore; le presupposizioni e le implicature in pragmalinguistica. Il fenomeno della brevitas nella letteratura scientifica: l’abstract. Ruolo dei social networks: cinguettii e fandonie o bufale come microracconti efficaci Consideraciones sobre las causas que han favorecido la difusión de la microcuenta. La brevedad en los orígenes de la narración y su conexión con la oralidad. Opiniones de autores clásicos y prescripciones de Retórica. Principio funcional de la economía. Formas expresivas que requieren brevedad. Papel de la comunicación digital y fascinación de lo incompleto. Teoría de la cooperación del lector; las presuposiciones y las implicaciones en la pragmalingüística. El fenómeno de brevitas en la literatura científica: el resumen. Papel de las redes sociales: gorjeos y modas o búfalos como micro cuentas efectivas.
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Daddi, Cecilia. "Accettazione e cambiamento nella terapia di coppia: una prospettiva integrativa." TERAPIA FAMILIARE, no. 99 (August 2012): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/tf2012-099001.

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Abstract:
Questo lavoro viene presentato in una prospettiva integrativa di conoscenze consilienti, con un focus sulla teoria dell'attaccamento cui riferiscono vari approcci terapeutici con la coppia. Vengono analizzati contributi clinici con prospettive diverse per descrivere i processi di accettazione, il valore dell'autenticitŕ e la capacitŕ di regolazione emotiva, come dimensioni correlate. L'ipotesi di base č che l'ampliamento delle possibilitŕ adattive nella coppia comporta il riconoscimento e l'accettazione delle emozioni. Lo sviluppo di questi processi viene facilitato da capacitŕ di mindfulness e limitato da matching di attaccamento insicuro. L'autore descrive quattro sistemi adattivi intrapsichici e relazionali alla base dell'accettazione: disponibilitŕ all'esperienza, tolleranza delle emozioni, flessibilitŕ di risposta e funzione riflessiva. Tali sistemi possono ampliarsi nell'incontro tra le risorse della coppia e le capacitŕ di sintonizzazione e intersoggettivitŕ del terapeuta. In tal modo puň costituirsi una base sicura per l'espressione delle emozioni e lo sviluppo di una nuova narrazione condivisa.
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Moreno, Cesare. "La ricerca-azione nel contesto di un intervento sociale ed educativo: il progetto chance a Napoli dal 1998 al 2008." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 197–217. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003012.

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Abstract:
Chance č un progetto di ricerca-azione, promosso dal Ministero della Istruzione, dell'Universitŕ e della Ricerca alla fine degli anni '80, che ha affrontato il problema degli adolescenti in situazione di esclusione sociale, non affrontato dall'istituzione scolastica. Per il suo carattere sperimentale il progetto si č dotato di forti apparati di riflessione presidiati da professionisti di diversa estrazione culturale. Ciň ha premesso di esperire diversi cicli sperimentali, attingendo anche al livello teorico e di farlo a partire da punti di vista diversi. L'interazione con la ricerca scientifica teorica ed accademica ha prodotto una consapevolezza maggiore riguardo al ruolo della teoria e ha consentito di approfondire importanti temi derivati dalla riflessione sulle pratiche. Inoltre, l'attivitŕ di ricerca ha consentito di delineare diversi profili di competenze per i diversi operatori e un percorso per il loro sviluppo. L'acquisizione piů importante riguarda il ruolo dei conflitti in un particolare processo educativo: l'esistenza di conflitti e contraddizioni č la molla principale per lo sviluppo di una attivitŕ autentica di ricerca. Assumere la dimensione del conflitto nel progetto, sviluppare continue attivitŕ negoziali, č una dimensione isomorfa a quella della ricerca-azione e stabilisce un punto di contatto significativo tra ricerca-azione sul campo, intesa come ricerca di costrutti pedagogici operativi, e ricerca-azione di tipo teorico intesa come ricerca di costrutti di pensiero necessari a tenere insieme la complessitŕ delle attivitŕ messe in campo. L'approccio, fondato su diversi punti di vista, ha provocato emozioni e relazioni che possono trovare una espressione metaforica condivisa in quello che viene chiamato ‘mito di fondazione'. Questo ha un ruolo centrale per costruire una narrazione che rappresenti il punto di incontro tra le metodologie sperimentate e le storie professionali degli operatori.
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Wiseman, T. P. "Where was the Porta Romanula?" Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 231–37. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003548.

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Abstract:
DOV'ERA LA PORTA ROMANULA?Nel corso dell'articolo ‘The Scalae (ex Graecae) above the Nova Via’, Papers of the British School at Rome 74 (2006), 237–91, Henry Hurst ha posto l'attenzione su una ‘presunta struttura muraria spoliata, collocata entro un taglio del substrato sterile’ che egli cautamente suggerisce ‘potrebbe essersi originata come parte della Porta Romanula all'interno delle fortificazioni palatine ‘romulee’’ (pp. 241, 243). Il suggerimento è basato sul ‘consensus’ che la Porta Romanula, cui fa riferimento Varrone, era situata ‘all'angolo nord-ovest del Palatino nelle vicinanze del presente sito’ (p. 274). Cio che Varrone realmente dice è che la Porta Romanula era situata vicino a due siti nel Velabrum, in qualche modo legata all'uscita alla noua uia, e che il Velabrum era stato una volta uno sbarco per il traghetto dall'Aventino. Il supposto consensus implica che i traghetti dall'Aventino di cui parla Varrone approdavano presso il vicino Tempio di Vesta, il che è altamente improbabile. Nel presente articolo si argomenta (a) che il Velabrum era un toponimo specifico sul la strada che andava dal Foro al Circo Massimo (l'area di San Giorgio in Velabro), (b) che la narrazione del percorso di Otho dal Tempio di Apollo al milliarium aureum nel 69 d.C. non offre nessun supporto alla teoria del consensus, e pertanto (c) che non c'è nessuna ragione per supporre che la struttura spoliata di Hurst avesse qualcosa a che vedere con la Porta Romanula.
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Brunazzi, Fabio, and Marina Oggero. "L'apprendimento tra narrazione e fasi della vita." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 13 (February 2010): 47–59. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013004.

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Abstract:
Confrontando un modello di "apprendimento narrativo" con l'approccio psicosocioanalitico, emerge la differenza tra il processo di apprendimento ed il racconto dello stesso, che diventa una "ricostruzione della ricostruzione" e nel quale assumono importanza le particolari fasi di vita attraversate dagli intervistati, i momenti e le situazioni che portano all'avvicinamento ad un percorso di formazione personale. Vengono cosě individuate differenze e vicinanze tra le riflessioni delle teorie sulla narrativitŕ e quanto scaturisce dalle storie personali degli intervistati. Il modello teorico preso in considerazione sembra dare riscontro delle discontinuitŕ e delle crisi che si attraversano nel corso dell'apprendimento e del rafforzamento dell'identitŕ individuale e collettiva. Questo elemento č poi riferito al quadro teorico psicosocioanalitico e agli interventi formativi e di consulenza al ruolo che ne scaturiscono.
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Gallozzi, Marina, Anna Bruno, Assunta Maglione, and Greta Neri. "Il gruppo al lavoro: narrazioni, sguardi divergenti, altri setting." STUDI JUNGHIANI, no. 50 (January 2020): 101–14. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2019oa8882.

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Abstract:
L'articolo riporta l'elaborazione di un gruppo di lavoro svoltosi durante la giornata di studio dedicata al setting nella clinica junghiana contemporanea, tenutosi a Napoli nell'aprile del 2018. Vengono presentati due casi clinici attraverso una lettura delle peculiari caratteristiche assunte dal setting durante il trattamento e del senso che queste hanno avuto nella relazione analitica. Nel primo caso, l'e­la­bo­razione di contenuti legati al controtransfert vengono correlati alla possibilità di introdurre elementi della teoria della Psicoanalisi Multifamiliare in un lavoro individuale orientato analiticamente. Nel secondo caso, viene messa al centro della riflessione la problematica del denaro e del significato che può avere all'interno della relazione analitica in una continua dinamica di transfert e controtransfert. Infine, è riportato parte del fertile contributo dato dal gruppo al confronto, alla condivisione e alla riflessione clinica
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Bonati, Sara. "Dal climate denial alla natura da salvare: il riduzionismo nella narrazione dei cambiamenti climatici." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (June 2021): 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12032.

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Abstract:
Il concetto di ‘natura' nella narrazione dei cambiamenti climatici è spesso abusato e oggetto di strumentalizzazione. Ciò che ne consegue è una fitta rete di disinformazione e misinformazione. Il contributo, pertanto, vuole discutere i diversi modi in cui il concetto di natura è (ab)usato in relazione ai cambiamenti climatici, partendo dalla costruzione sociale della natura. A tale scopo è discusso il ruolo del riduzionismo nella promozione di un'idea di natura intesa unicamente in prospettiva antropocentrica, entro la quale si collocano diverse narrazioni dei cambiamenti climatici: da una parte, le retoriche di ‘saveclimate/nature', nel quale il clima/la natura sono intesi come risorsa da salvare; dall'altra, le teorie negazioniste, che sfruttano l'idea di natura costruita per mettere in discussione le evidenze offerte dalla scienza.
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De Pieri, Filippo. "Storie accademiche, storie pubbliche, patrimonio. La pianificazione urbana nell'Europa post-napoleonica attraverso i due siti Unesco di Nizza e La Chaux-de-Fonds/Le Locle." STORIA URBANA, no. 168 (November 2021): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168006.

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Abstract:
L'articolo pone a confronto due siti recentemente iscritti nella Lista del patrimonio mondiale Unesco - La Chaux-de-Fonds/Le Locle e Nizza - focalizzandosi sui modi in cui le storie della pianificazione urbana del primo Ottocento sono state mobilitate nella costruzione di narrazioni pubbliche associate al patrimonio urbano. Per quanto simili narrazioni possano apparire discutibili se confrontate con l'evidenza documentaria disponibile, esse sembrano anche capaci di assumere un ruolo di stimolo per l'emergere di nuove ricerche su temi finora scarsamente osservati. I casi di studio offrono un interessante punto di vista per approfondire i legami reciproci che potenzialmente esistono tra storie urbane accademiche da un lato e narrazioni socialmente condivise del cambiamento urbano dall'altro. Se osservati insieme, questi due siti Unesco mostrano la necessità di un riesame comparativo della storia dei piani di primo Ottocento basati sulla griglia, specialmente nell'Europa napoleonica. Già interpretati come l'esito di teorie urbane implicite che privilegiavano l'organizzazione razionale, l'iniziativa individuale, la distribuzione uniforme delle opportunità, questi piani sostennero di fatto una notevole pluralità di immaginari sociali - ben esemplificata in questo caso dalla contrapposizione tra piani concepiti come supporto per il turismo internazionale e le attività di svago lungo la costa francese, e un piano concepito come supporto alla produzione industriale tra le montagne svizzere.
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Bianchi, Lavinia. "La narrazione nella relazione educativa: le parole dell'intercultura." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Abstract:
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Ferro, Antonino. "Il mio debito con Bion." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 15 (December 2010): 64–69. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015006.

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Abstract:
Il corso di "Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni", che si č tenuto all'Universitŕ di Bergamo nell'autunno-inverno 2008, viene qui rivisto secondo una prospettiva teorica e con narrazioni di vicende che mettono in evidenza l'intersezione e la reciproca influenza tra aspetti diacronici e aspetti sincronici: i primi si riferiscono agli eventi e alle relazioni, ai pensieri e agli investimenti affettivi che hanno preceduto e che vengono trasmessi in ereditŕ all'istituzione che si organizza nell'aula del corso universitario; i secondi si riferiscono invece al "campo emotivo" che si forma, nell'aula universitaria, secondo gli inediti sviluppi relazionali (anche gruppali) che avvengono "qui e ora" e che aprono a legami (vicende e affetti) che possono trasformare e riscrivere quote della storia che ereditano.
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Di Donato, Flora. "Il super-giudice ovvero il giudice come garante della funzione epistemica del processo. Note a margine di un volume di Michele Taruffo." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 192–200. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001009.

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Abstract:
Processo - Fatti - Narrazioni - Veritŕ - Cultura. Veritŕ, accertamento del fatto, prova, narrazioni, sono alcuni dei significatichiave a partire dai quali č strutturato il volume La semplice veritŕ di Michele Taruffo. L'a., nel rispetto della migliore tradizione degli studi sul processo, si interroga sulla possibilitŕ di pervenire alla veritŕ come finalitŕ ultima all'interno di un sistema che costituzionalizza garanzie come quella del "giusto processo", operando un'identificazione tra decisione "giusta" e veritŕ "provata". Il modello logico cui Taruffo ŕncora la dimostrazione della tesi che "la veritŕ č possibile" - all'esito di un percorso di verificazione fattuale che vede il giudice come garante - fa principalmente riferimento all'epistemologia di Susan Haack. Lo studioso, sia pur critico nei confronti di orientamenti relativisti- ci di matrice post-moderna, non manca tuttavia di considerare e di integrare significativi spunti provenienti dal costruzionismo sociale ad orientamento culturale, che non poca influenza ha esercitato ed esercita nel panorama degli studi contemporanei di teoria del diritto. Il volume č di grande utilitŕ anche per gli interessanti profili di comparazione che esso offre tra sistemi giuridici differenti.
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Petrović, Ljiljana. "BARICCO E JAPRISOT TRA STORIA E MEMORIA-TRAUMA TRANSGENERAZIONALE." Nasledje Kragujevac 18, no. 49 (2021): 277–88. http://dx.doi.org/10.46793/naskg2149.277p.

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Abstract:
Sebastien Japrisot nel romanzo Una lunga domenica di passioni (Une longue dimanche de fiançailles) e Alessandro Baricco in Questa storia trattano lo stesso tema – la Prima guerra mondiale. I due romanzi sono caratterizzati da una specifica carica emotiva e da un realismo nelle descrizioni. Dato che entrambi gli scrittori non sono stati contemporanei degli eventi descritti, rimane poco chiaro quali siano state le fonti su cui è basata la loro narrazione. Infatti, il lettore non comprende se le due storie siano state costruite soltanto sui resti materiali, volontariamente cercati, di un’epoca passata, o se gli autori siano stati in contatto diretto e spontaneo con un “portatore vivente della memoria”. A questo proposito si esaminano le attuali teorie sulla memoria e le situazioni familiari degli autori. Si scopre che ognuno di questi due scrittori è cresciuto accanto a un nonno che aveva partecipato alla Prima guerra mondiale e ne era uscito con traumi specifici. Un’ulteriore analisi mette in luce, da un lato, la somiglianza tra i personaggi dei romanzi, i loro destini, i caratteri e gli atteggiamenti, e dall’altro i destini, i caratteri e gli atteggiamenti dei nonni di Japrisot e Baricco. Seguendo questa traccia, si esplora la possibilità della trasmissione transgenerazionale dei traumi di guerra subita da questi scrittori, concentrandosi soprattutto sul concetto di postmemoria di Marianne Hirsh. Viene esaminato anche il ruolo della narrazione nella liberazione dal trauma.
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Bianchini, Barbara. "La teoria del campo analitico e la psicoterapia psicoanalitica con la coppia." INTERAZIONI, no. 2 (November 2021): 102–19. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-002007.

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Abstract:
In questo contributo cerco di evidenziare come il modello del campo analitico, svilup¬pato da Ferro e dalla scuola di Pavia, possa essere significativo e fecondo anche per la psi¬coterapia psicoanalitica con le coppie, proprio perché può promuovere lo sviluppo degli strumenti per pensare insieme, con lo scopo di trasformare stati protoemotivi e protosenso¬riali in qualcosa di più comprensibile, e può sviluppare la creazione di nuove narrazioni cocostruite tra i partner e l'analista. Diventa così necessario un lavoro sul "luogo" dove pensare i pensieri, sul contenitore pri-ma che sul contenuto, lavoro che assume una valenza intrinsecamente estetica. L'analista, anch'egli luogo del campo, garantisce e salvaguarda il setting e partecipa all'attività creativa riorientando la percezione e il senso della relazione.
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Todaro, Vincenzo, and Annalisa Giampino. "Oltre l'emergenza Covid. Visioni e prospettive d'azione." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 39–42. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098006.

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Abstract:
Questo servizio riconduce a sistema alcune tra le più significative prospettive di riflessione teorica e relative ricadute sul piano della prassi che si sono avviate in Italia nell'ultimo anno, nel tentativo di superare alcune retoriche sul ritorno alla normalità che sembrano permeare discorsi, narrazioni e proposte operative per il post-pandemia. Un quadro composito di interventi in grado di delineare future agende di ricerca e di proporre per le città e i territori un progetto di futuro differente.
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Vitale, Vincenzo. "Cosa cercano i giuristi nella letteratura?" Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (May 6, 2019): 232–49. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819838206.

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Abstract:
Dopo una rapida carrellata sulle principali teorie che hanno meditato, da alcuni decenni a questa parte, il rapporto fra diritto e letteratura, ritenute non sufficienti, il saggio si sofferma ad argomentare come fra queste due dimensioni non si instauri alcun rapporto – come invece quello che è possibile registrare fra diritto ed informatica, fra diritto e psicologia, fra diritto ed economia – ma sia necessario cogliere una solidarietà profonda e originaria. In questa prospettiva, è possibile affermare che la letteratura altro non è che una dimensione costitutiva del diritto e, alla fine, della stessa coscienza giuridica del giurista. Per questa ragione, il giurista va in cerca di una letteratura che sia capace di svolgere nei confronti del diritto una funzione autenticamente palingenetica. Così, attraverso la letteratura, il diritto rinasce dalle ceneri a cui lo avevano relegato i riduzionismi contemporanei: il formalismo, il funzionalismo, il post-moderno … Due esempi emblematici e di sicuro pregio possono servire ad intendere questa funzione insostituibile della letteratura: un racconto di Stefan Zweig e uno, brevissimo, di Antòn Cechov. Da entrambe le narrazioni, il giurista può cogliere esigenze profonde della coesistenza umana, che lo inducono a fare i conti con la giustizia, che, del diritto, è la piena verità.
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Forti, Dario, and Paola Scalari. "Cantieri. Un maestro con lo sguardo bambino. Generare l'inedito." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 34 (January 2021): 123–35. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-034012.

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Abstract:
Voglio condividere, attraverso alcune pennellate, le immagini che emergono dalla mia me-moria a seguito della morte di Francesco Berto (8 maggio 1934-8 luglio 2020), psicosocioa-nalista e già socio di Ariele. Fa da sfondo alla narrazione l'incontro tra Berto e Pagliarani. Su questo intreccio umano e professionale, intellettuale ed emotivo emergono gli ambiti del pensiero nei quali Berto ha applicato il pensiero psicosocioanalitico. Quelli principali sono il mondo scolastico, la consulenza ai genitori, la formazione degli operatori dei servizi socio-educativi. Ne sono testimonianza i molti libri sull'argomento. La ricerca teorica e applicativa di Berto dunque si è attestata in un modello di apprendimento psicosocioanalitico capace di far emergere l'inconscio e di utilizzare il gruppo per rielaborarlo. Molto ci ha insegnato. Ora a tutti noi far germinare la sua eredità. Per dare avvio a questo impegno nel testo sono riportate le parole di amici e colleghi, di allievi e studiosi, di psicoanalisti e psicosocioanalisti che, alla sua morte, mi hanno inviato una riflessione riconoscendo la potenza del suo modo di operare con grandi e piccini, in aula e nella polis, con l'individuo e con i gruppi.
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Poggioli-Kaftan, Giordana. "Resisting the Mafia's oppression through children's literature." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies, October 2, 2022, 001458582211287. http://dx.doi.org/10.1177/00145858221128783.

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Abstract:
Attraverso l’analisi di quattro libri per l’infanzia ed adolescenza sulla mafia ed antimafia, questo articolo mette in risalto sia le funzioni narrative di tali racconti che quelle più propriamente sociali e culturali. Per l’analisi delle funzioni narrative, l’articolo si serve delle teorie strutturali di Vladimir Propp – soprattutto quelle relative alla persona drammatica dell’eroe e del “cattivo” – come delle teorie della narrazione del trauma. Queste ultime sono particolarmente favorevoli all’interpretazione degli orrori e tragedie causate dalla mafia nelle vite dei protagonisti. È proprio attraverso l’analisi delle funzioni narrative e letterarie che i racconti assumono il valore di testimonianze di una società che vuole cambiare sposando quei valori della legalità che possono creare una controcultura a quella mafiosa.
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Cattorini, Paolo M. "Narrative medicine. An ethical reappraisal." Medicina e Morale 64, no. 2 (April 30, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.26.

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Abstract:
La medicina narrativa focalizza le dimensioni dell’ascolto relazionale, in cui i partner dell’alleanza terapeutica esplorano e costruiscono assieme la trama della vicenda di malattia e dell’impresa di cura. La pratica del racconto evita la deriva naturalistica e tecnicistica in biomedica, ma esige una serie di competenze interpretative e deve guardarsi dai rischi di un approccio ingenuo e spontaneistico. Nel momento della decisione clinica, la ricchezza della narrazione può essere valorizzata, a condizione che la giustificazione etica mantenga in tensione storie e princìpi, simboli e concetti, ideali di vita buona e teorie razionali. ---------- Narrative based medicine focuses the humanistic dimension of the clinical encounter, that implies a mutual talking and listening, an expressing and an understanding effort between the patient and the care giver. The experience of getting ill, of searching for help, of receiving and/or giving medical support is interpreted as a plot of aiding sequences, and told as a covenant story. Some defects may nevertheless be observed: incompetence in narratology, naivety in the semantic discernment, depreciation of the psychoanalytic heritage, illusory therapeutic presumption, lack of an adequate ethical framework.
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Barbierato, A., E. Baretto, and A. Pepoli. "Esperienza in medicina narrativa nell’ospedale di Alessandria con il personale dell’Ematologia e della Neuroncologia." Working Paper of Public Health 3, no. 1 (June 15, 2014). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2014.6721.

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Abstract:
Obiettivi: chiunque di noi sia andato incontro, come operatore sanitario, come familiareamico o come paziente ad una malattia, in particolare una malattia grave, una malattia cronica, sa bene che, al di là dell’imprescindibile ricorso al pensiero logicoparadigmatico, che impone il giusto confronto con prove inconfutabili di efficacia dei trattamenti (evidence based medicine tr. medicina basata sulle prove), medico e paziente attraversano, spesso per lunghi tragitti, delle zone d’ombra in cui le scelte sono difficili, a volte subite passivamente dal malato, a volte vissute persecutoriamente, lasciando ampi margini di incertezza mai chiariti. La medicina basata sulle narrazioni si impone come metalinguaggio per la gestione dei limiti di condivisone diagnostico-terapeutica che il modello logicoparadigmatico, anziché ridurre, sta sempre più amplificando nella relazione operatore sanitario-malato. Metodologia: in questo articolo presentiamo la teoria della tecnica a cui gli autori hanno fatto riferimento nella conduzione di un gruppo in medicina narrativa, nel corso del 2013, con il personale di due realtà operative del Nostro Ospedale, centrati su elaborazioni di esperienze personali di malattia e di esperienze a fianco del malato. I formati si basano prevalentemente sulle scritture narrative e la rilettura-elaborazione in gruppo. Risultati: il gruppo in medicina narrativa favorisce l’espressione simbolica della personale e intima relazione con la malattia, attraverso l’attivazione di memorie episodico narrative (E.Tulving,1972 – J.Bowlby, 1980), l’autenticità, anche emotiva, dell’esperienza vissuta, e operando sulla decostruzione dei livelli semantici impersonali (l’inautenticità del linguaggio tecnico-paradigmatico e la conseguente dissociazione con i livelli personali e umani di consapevolezza di malattia).
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini, and Concetta La Rocca. "Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche: approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence: conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy)." Revista Eletrônica de Educação 12, no. 3 (October 7, 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

Full text
Abstract:
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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