Dissertations / Theses on the topic 'Teoria del progetto architettonico'

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CESAREO, FEDERICO. "Dalle parole ai fatti. Analisi dei processi di legittimazione del progetto architettonico tra morfogenesi narrativa e prescrizione contrattuale." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2021. http://hdl.handle.net/11583/2934674.

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BRUNI, VALERIA. "L'autodeterminazione dello spazio nel carcere italiano, il ruolo del progetto nella teoria e nella pratica per la riqualificazione delle carceri." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2017. http://hdl.handle.net/11583/2694785.

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Abstract:
Quelli del carcere sono spazi fortemente determinati da condizioni di tipo burocratico e politico dove i contenuti dell’Architettura e dell’Urbanistica hanno scarsa, o nulla, rilevanza. In virtù, quindi, della ricerca di un nuovo significato del progetto, la dissertazione vuole affermare la coerenza della riqualificazione delle attuali strutture detentive per poi delinearne le caratteristiche. Si definiscono così i principi per un intervento che avvenga “da dentro”, attraverso l’uso delle risorse interne e dunque attraverso l’autodeterminazione. La tesi dimostrerà il campo di utilità del progetto architettonico e la sua rilevanza in quanto strumento di ridistribuzione di diritti e risorse in un ambito che ne soffre fortemente la scarsità.
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3

FREGONESE, EDOARDO. "Una filosofia del progetto. Critica e costruzione metodologica per l¿indagine sul progetto architettonico." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2020. http://hdl.handle.net/11583/2844164.

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4

Bassoli, Irene. "Il teatro romano di Urbs Salvia. Ipotesi ricostruttiva del progetto architettonico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’obiettivo di questo studio è stato definire un’ipotesi di ricostruzione digitale del teatro romano di Urbs Salvia il più fedele possibile, basata innanzitutto sui dati archeologici a disposizione e, per le parti mancanti, su uno studio approfondito dell’evoluzione dei teatri nel tempo. L’analisi in questione è partita dallo studio delle caratteristiche teatro romano; si è reso poi necessario un approfondimento sui singoli macro-elementi. In particolare, l’analisi si è concentrata sulla progettazione della cavea, il luogo destinato agli spettatori, e all’edificio scenico, destinato invece agli attori. Il pessimo stato di conservazione del teatro ha reso necessaria un’ampia ricerca che permettesse di effettuare i confronti necessari per integrare le parti mancanti. Questa ricerca si è basata su due fonti principali: la prima è lo stato di fatto, che attraverso il rilievo ha permesso di stabilire alcuni punti fermi; la seconda è la testimonianza di Vitruvio, che dedica il V libro del “De Architectura” interamente ai teatri, indicando le regole da seguire per la progettazione. Tuttavia, i precetti vitruviani non sono verificati nella maggior parte dei teatri ancora oggi conservati; è nata quindi una riflessione sulla relazione che intercorre tra i precetti vitruviani e i metodi effettivi di progettazione dei teatri romani. Grazie ai recenti studi di Wladyslaw Fuchs, che hanno messo in evidenza come i progettisti lavorassero con uno schema flessibile che veniva adattato alle diverse situazioni, è possibile ipotizzare che anche il teatro di Urbs Salvia sia stato progettato non applicando le "regole fisse" indicate da Vitruvio, quanto schemi geometrici e principi generali. Sintesi finale di questo lavoro è il raggiungimento di un modello ideale del progetto per il teatro, comunicato attraverso un modello tridimensionale e un modello fisico che permette una maggiore consapevolezza spaziale degli elementi.
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Calleo, Alberto. "Progetto di recupero urbano e architettonico del Policlinico Universitario S. Orsola - Malpighi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12929/.

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Abstract:
Il Policlinico Universitario Sant’Orsola-Malpighi si configura come un sistema di rilevanza strategica sia nel contesto urbano bolognese sia in quello culturale e scientifico della Città Universitaria. Infatti, la storia del Policlinico è strettamente legata alla crescita demografica cittadina, e il suo sviluppo scientifico è stato alimentato dagli stimoli provenienti dalla ricerca accademica. Nato al di fuori delle mura, a seguito all’espansione urbana avvenuta nei secoli, il Policlinico si trova oggi a occupare una porzione centrale della città. La configurazione attuale è caratterizzata da una stratificazione di interventi, modifiche e ampliamenti che ne rendono meno semplice la fruibilità e che ostacolano possibili sviluppi. Il lavoro proposto nella tesi parte da un’analisi urbana per evidenziare e quantificare le relazioni che intercorrono tra il comparto del Sant’Orsola e il resto della città. L’analisi viene sviluppata attraverso le teorie formulate da Bill Hillier sulla Space Syntax per creare mappe che consentono di evidenziare queste relazioni. La stessa metodologia viene applicata a una scala minore per valutare la qualità del sistema di connessioni interne al comparto. Viene sviluppato un modello per visualizzare i flussi e vengono redatte tavole tematiche per analizzare i punti di forza e le criticità del sistema. Viene di seguito formulata una proposta di intervento per la riqualificazione urbana dell’area. L’intervento ha un duplice obiettivo: intervenire sulla viabilità proponendo un approccio sostenibile e accentrare le attività didattiche e di ricerca creando un nuovo Polo Universitario. La proposta prevede la realizzazione di un nuovo padiglione dedicato alla didattica e il trasferimento dei Dipartimenti della Scuola di Medicina e Chirurgia presso il Padiglione 11. contestualmente alla Torre Biomedica, verrà a costituirsi un sistema – ricerca, didattica e amministrazione – che si integrerà con l’attività assistenziale del policlinico.
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6

VALCANOVER, MARGHERITA. "Spazializzazione delle pratiche rigenerative. Riuso del patrimonio architettonico montano alpino. Dagli scenari spontanei al ruolo del progetto." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2022. http://hdl.handle.net/11583/2972204.

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7

Nazzari, Luca. "Ingegnerizzazione del processo architettonico: progetto di un impianto sportivo nell'area Prati di Caprara a Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5837/.

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8

DELLA, SCALA VALERIO. "Pristina, oltre l'aporia urbana. L'agency del progetto architettonico in un contesto di state-building postbellico." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2021. http://hdl.handle.net/11583/2933758.

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9

PISANO, CARLO. "PATCHWORK METROPOLIS. Un modello teorico per il progetto dei territori contemporanei." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266773.

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Abstract:
In 1989 the young Dutch architect Willem Jan Neutelings developed a project for the area in between Rotterdam and the Hague that was going to face, in the following years, a huge increment of population and activities. In this context Neutelings proposed his personal reinterpretation of the urban form called “De Tapijtmetropool” or “Patchwork Metropolis” . The analyses of his work has been the methodological pretext to further investigate the different declinations of the figure of the patchwork in the urban discipline from its origins, mainly related with the work of “The Regional Planning Association of America” and ecologists such as Richard T.T. Forman, until today. Interpreted as a general manifesto or as the explanation of a specific territorial configuration, the patchwork discourse crosses many of the preeminent topics of the modernity – the figure of the fragment, the issue of the peripheral condition and the territorial layout of the contemporary city – but also many other metaphors and researches – cities in between , the territory as a palimpsests , the city territory , the città diffusa , the archipelago city – preserving and enriching each time its precious ambiguity. The thesis is articulated in four parts that assemble a circular story that opens and closes in the same sector of the Dutch territory. Starting with a new reading of the Neutelings’ manifesto (I) and finishing with the analyses of the political, social and territorial configuration of the Netherlands (IV), the research demonstrates retrospectively the presence of an implicit project, recognizing the elements and the typical working mechanisms of the patchwork model. The central part of this thesis (II-III) questions the operational validity of the patchwork metaphor for the urban discipline, aiming to transform the six-pages long article of Neutelings into a more coherent and grounded paradigm to interpret and design the contemporary territories. As a project of coexistence, the patchwork deserves a preeminent role in the contemporary urban discourse, for the willingness to seek an order, even if a weak one, in a territory which is apparently missing it and to address one of the most important themes of the entire Western culture: the relationship between the one and the multiple .
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10

Eusebi, Cristina. "Contributo dell'italiano alla formazione del lessico architettonico rinascimentale inglese." Doctoral thesis, University of Trento, 2013. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/981/1/tesi_Eusebi.pdf.

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Abstract:
La ricerca presentata nella tesi verte sui rapporti tra lessico architettonico italiano e lessico architettonico inglese in età rinascimentale, con particolare attenzione all’ingresso degli italianismi nella tradizione vitruviana europea. Le questioni a cui si è cercato di rispondere sono: quali siano le vie di diffusione della terminologia esaminata; quale sia la consistenza degli italianismi e quale quella dei latinismi nel lessico architettonico inglese del periodo preso in esame (e quale sia il ruolo degli studi vitruviani italiani nella diffusione della terminologia latina); quale sia la rispettiva presenza delle due anime del linguaggio architettonico italiano (termini di tradizione orale e termini di tradizione colta) nei testi tecnici (traduzioni e trattati) e nella prosa di artisti e appassionati d’arte inglesi; se vi siano differenze tra l’acquisizione del linguaggio architettonico italiano nell’Inghilterra elisabettiana e in epoca Stuart e quali siano. Per rispondere a tali interrogativi sono stati presi in esame testi eterogenei (trattati, traduzioni di testi italiani, opere lessicografiche, diari di viaggio, appunti e notazioni di artisti), di cui si è ricostruita la storia e la fitta rete di legami, e si sono descritte le scelte linguistiche, oggetto di uno spoglio confluito nel glossario finale. Si sono inoltre prese in considerazione le fonti capaci di testimoniare il clima culturale che fa da sostrato a tale produzione, attraverso l’analisi di inventari di biblioteche, documenti relativi alla presenza di artisti italiani in Inghilterra, lettere etc. Dopo un breve excursus relativo alla tradizione e alla definizione del lessico architettonico italiano in età medievale e rinascimentale, la tesi si sofferma sulle tradizioni lessicografiche italiana e inglese tra Cinquecento e inizio del Seicento, ponendo a confronto le prime raccolte di vocaboli a carattere enciclopedico in cui è testimoniato il lessico dell’arte del costruire ("La fabrica del mondo" di Francesco Alunno, "La Tipocosmia" di Alessandro Citolini, "La piazza universale" di Tommaso Garzoni), la prima edizione del "Vocabolario della Crusca" e il "World of Words" di John Florio. Vengono poi analizzate le vie di penetrazione del lessico italiano in Inghilterra, individuando i principali protagonisti e i testi che maggiormente contribuiscono all’introduzione delle teorie architettoniche italiane e del lessico che le definisce. Sono a tal proposito analizzati "The first and chief groundes of Architecture" di John Shute, Il "Tracte" di Richard Haydocke, "The First [Fift] Booke of Architecture", che forniscono numerose prime attestazioni del lessico legato alla teoria degli ordini, ma anche, seppur in minor grado, di altri termini più genericamente connessi alla progettazione architettonica. Tali testi vengono fatti interloquire con i modelli italiani a cui si ispirano (o che traducono), ponendo in rilievo la scelta degli autori inglesi di adottare, nei confronti del lessico dei propri modelli, un processo selettivo che privilegia la forma latina di tradizione vitruviana. Sono poi analizzati gli apporti linguistici di alcuni testi della prima metà del XVII secolo: i diari di viaggio di Lassels, Rychard ed Evelyn che, nelle descrizioni delle città e dei monumenti, utilizzano termini architettonici non testimoniati dalla letteratura inglese precedente; un trattato, "The Elements" di Henry Wotton, che riscuote un enorme successo di pubblico e giunge ad avere numerose ristampe e traduzioni; le postille di Inigo Jones a margine della propria copia dei "Quattro Libri dell’architettura" di Andrea Palladio. Queste ultime costituiscono un documento unico dell’uso della terminologia architettonica nella prima metà del Seicento, sia per la figura d’eccezione a cui appartengono, sia per la natura non sorvegliata del testo, che è denso di tratti tipici della lingua orale e testimonia numerose forme non altrimenti attestate o presenti qui per la prima volta. La tesi è corredata di un glossario, che costituisce il frutto dello spoglio dei testi della prima metà del XVII secolo presi in considerazione nel corso della ricerca.
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11

Camporeale, Antonio. "ARCHITETTURA PLASTICA - L'impiego organico del calcestruzzo armato nel progetto contemporaneo." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2018. http://hdl.handle.net/10251/100088.

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Abstract:
Las siguientes notas representan el inicio de una investigación cuyos supuestos y creencias están ligados a la experiencia diaria con la arquitectura. Se hará referencia al método crítico de análisis e interpretación sobre los que la "Escuela Romana" ha definido la base teórica. Este método tiene como objetivo identificar los caracteres permanentes, que pueden ser leídos en las distintas realidades construidas en los lentos cambios que tuvieron lugar a lo largo de la historia. Una historia que no se entiende como una serie de episodios arquitectónicos particulares en los que los edificios especiales representan la singularidad, sino como una secuencia de transformaciones necesariamente vinculadas unas a las otras que implican la totalidad del mundo construido, desde los tejidos urbanos, pasando por la ciudad, hasta el territorio antropizado. De esa manera se alcanzan, además, las razones de la forma y la expresión, debidas a la consolidación y la transmisión, a través del tiempo y del espacio, de necesidades y costumbres constructivas, típicas de las distintas áreas geográfica-culturales. ¿Por qué el hormigón armado? Porque hoy es el material de construcción por excelencia. Si por un lado se puede hablar con claridad de "desarrollo elástico", ampliamente demostrado por el uso difundido del marco estructural en la arquitectura, su "potencial plástico", por otro lado sin embargo, parece aún no haber encontrado una definición arquitectónica clara. Con "plástico" aquí no se hace referencia al aspecto "escultórico" de tal material, sino a la acepción constructiva del término; es decir, plástico como capacidad del material de reproducir nuevas configuraciones tras la "rotura" ocurrida causada por carga excesiva; plástico como unión entre cantidades y capacidades de transmisión de las cargas; plástico, finalmente, como capacidad de resistencia del material debido a las formas de los elementos. A través de este filtro crítico se puede leer la historia de la arquitectura como un proceso continuo que ha afectado a la materia que constituye la realidad; materia por primera vez "encontrada" por el hombre nómada y de la que luego se reconoció su capacidad especial para ser utilizada como material de construcción dadas las necesidades sedentarias que surgieron. El material se transforma en elemento de construcción, a través de un mayor empeño del hombre en su elaboración. Tales elementos se pueden ensamblar en una estructura de la que serán legibles los caracteres en función del área geográfica-cultural de formación. El área geográfica-cultural se entiende como porción de territorio en que se puede reconocer un gran número de caracteres comunes en los materiales, en los elementos y en las estructuras de las construcciones (Strappa, 1995). La combinación de hormigón con hierro produce un material que es totalmente nuevo, desconocido, mágico. Una "piedra fundida", moldeable en cualquier forma que se desee, que trabaja a compresión y al mismo tiempo resistente a la tracción. Pier Luigi Nervi en Italia y Eduardo Torroja en España han intentado llevar a cabo una síntesis entre el mero diseño estructural, que se creía propio de los ingenieros, y la contribución creativa de los arquitectos, dando a la construcción una función unificadora.
The following notes represent the beginning of an investigation whose assumptions and beliefs are linked to the daily experience with architecture. Reference will be made to the critical method of analysis and interpretation on which the "Roman School" has defined the theoretical basis. This method aims to identify the permanent characters, which can be read in the different realities constructed in the slow changes that took place throughout history. A history that is not understood as a series of particular architectural episodes in which the special buildings represent the singularity, but as a sequence of transformations necessarily linked to each other that imply the totality of the constructed world, from the urban fabrics, passing through the city, to the anthropized territory. In this way, the reasons for form and expression are also reached, due to the consolidation and transmission, through time and space, of constructive needs and customs, typical of the different geographical-cultural areas. Why reinforced concrete? Because today is the building material par excellence. If on the one hand one can speak clearly of "elastic development", amply demonstrated by the widespread use of the structural framework in architecture, its "plastic potential", on the other hand however, seems to have not yet found a clear architectural definition. With "plastic" there is no reference to the "sculptural" aspect of such material, but to the constructive meaning of the term; that is, plastic as the ability of the material to reproduce new configurations after the "break" occurred caused by excessive loading; plastic as a union between quantities and capacities of transmission of loads; plastic, finally, as the ability to resist the material due to the shapes of the elements. Through this critical filter one can read the history of architecture as a continuous process that has affected the matter that constitutes reality; matter for the first time "found" by the nomadic man and from which his special capacity was later recognized to be used as construction material given the sedentary needs that arose. The material becomes a building element, through a greater effort of man in its development. Such elements can be assembled in a structure from which the characters will be legible according to the geographic-cultural area of formation. The geographic-cultural area is understood as a portion of territory in which a large number of common characters can be recognized in the materials, in the elements and in the structures of the constructions (Strappa, 1995).
Les següents notes representen l'inici d'una recerca que els seus suposats i creences estan lligats a l'experiència diària amb l'arquitectura. Es farà referència al mètode crític d'anàlisi i interpretació sobre els quals la "Escola Romana" ha definit la base teòrica. Aquest mètode té com a objectiu identificar els caràcters permanents, que poden ser llegits en les diferents realitats construïdes en els lents canvis que van tenir lloc al llarg de la història. Una història que no s'entén com una sèrie d'episodis arquitectònics particulars en els quals els edificis especials representen la singularitat, sinó com una seqüència de transformacions necessàriament vinculades unes a les altres que impliquen la totalitat del món construït, des dels teixits urbans, passant per la ciutat, fins al territori **antropizado. D'aqueixa manera s'aconsegueixen, a més, les raons de la forma i l'expressió, degudes a la consolidació i la transmissió, a través del temps i de l'espai, de necessitats i costums constructius, típiques de les diferents àrees geogràfica-culturals. Per què el formigó armat? Perquè avui és el material de construcció per excel·lència. Si d'una banda es pot parlar amb claredat de "desenvolupament elàstic", àmpliament demostrat per l'ús difós del marc estructural en l'arquitectura, el seu "potencial plàstic", d'altra banda no obstant açò, sembla encara no haver trobat una definició arquitectònica clara. Amb "plàstic" ací no es fa referència a l'aspecte "escultòric" de tal material, sinó a l'accepció constructiva del terme; és a dir, plàstic com a capacitat del material de reproduir noves configuracions després del "trencament" ocorregut causat per càrrega excessiva; plàstic com a unió entre quantitats i capacitats de transmissió de les càrregues; plàstic, finalment, com a capacitat de resistència del material a causa de les formes dels elements. A través d'aquest filtre crític es pot llegir la història de l'arquitectura com un procés continu que ha afectat a la matèria que constitueix la realitat; matèria per primera vegada "trobada" per l'home nòmada i de la qual després es va reconèixer la seua capacitat especial per a ser utilitzada com a material de construcció donades les necessitats sedentàries que van sorgir. El material es transforma en element de construcció, a través d'una major obstinació de l'home en la seua elaboració. Tals elements es poden assemblar en una estructura de la qual seran llegibles els caràcters en funció de l'àrea geogràfica-cultural de formació. L'àrea geogràfica-cultural s'entén com a porció de territori en què es pot reconèixer un gran nombre de caràcters comuns en els materials, en els elements i en les estructures de les construccions (**Strappa, 1995). La combinació de formigó amb ferro produeix un material que és totalment nou, desconegut, màgic. Una "pedra fosa", emmotllable en qualsevol forma que es desitge, que treballa a compressió i al mateix temps resistent a la tracció. **Pier Luigi **Nervi a Itàlia i Eduardo **Torroja a Espanya han intentat dur a terme una síntesi entre el mer disseny estructural, que es creia propi dels enginyers, i la contribució creativa dels arquitectes, donant a la construcció una funció unificadora.
Camporeale, A. (2018). ARCHITETTURA PLASTICA - L'impiego organico del calcestruzzo armato nel progetto contemporaneo [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/100088
TESIS
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LO, TURCO MASSIMILIANO. "Software interoperabili a supporto della progettazione edilizia. Trasmissione e condivisione dei dati tra progetto architettonico e modello di calcolo strutturale. Analisi condotta sul progetto del nuovo ristorante Ferrari a Maranello." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2007. http://hdl.handle.net/11583/2498006.

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Abstract:
L’utilizzo di software parametrici nel settore architettonico ha posto il modello tridimensionale al centro del processo edilizio. Il ruolo del disegno si presenta in una veste completamente rinnovata; da strumento di rappresentazione o di supporto alla progettazione diventa progetto a tutti gli effetti: il disegno è metodo di progetto, principale strumento di coordinamento e controllo dell’intero processo progettuale. L’utilizzo dei software parametrici consente di sperimentare l’interoperabilità tra software che si occupano di tematiche differenti, (strutture, impianti, computi, termodinamica), in modo tale da produrre un unico modello condivisibile, atto a costituire la base di un vero e proprio archivio di progetto integrato. Il caso studio è il nuovo ristorante della Ferrari a Maranello, opera dell’ingegnere architetto Marco Visconti. Dopo la costruzione del modello architettonico, si è verificata l’interoperabilità del suddetto modello con altri software che rispettano lo standard IFC, con particolare attenzione alla condivisione dell’informazione tra architettura e struttura e viceversa. Il presente contributo è frutto della collaborazione tra il D.I.S.E.T. del Politecnico di Torino, il Dipartimento B.E.S.T. del Politecnico di Milano ed il Capitolo Italiano dell’IAI (International Alliance for Interoperability). La tesi di dottorato è suddivisa in tre parti: 1) L’utilizzazione degli strumenti informatici nella progettazione architettonica, in cui si illustra sinteticamente lo sviluppo delle tecnologie infografiche applicate al settore architettonico; 2) L’analisi su un caso studio: il nuovo ristorante Ferrari a Maranello, in cui si esaminano in parallelo pregi e difetti dei CAD tradizionali in rapporto nuovi strumenti BIM per il settore architettonico, applicati ad un caso studio. 3) Software interoperabili per la progettazione edilizia, parte di ricerca e sperimentazione, in cui si valuta la possibilità di rendere il modello architettonico realizzato con tecnologie BIM un modello interoperabile, ossia capace di condividere e scambiare dati in modo automatico con software che sviluppano altre tematiche (strutture, impianti, computi metrici, simulazioni energetiche e Facility Management), concentrandosi particolarmente sul binomio architettura-struttura.
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Petrin, Diana <1989&gt. "Una valutazione del Progetto Rotatorie Sociali nell’A.ULSS n.15 “Alta Padovana”. Dalla teoria alla pratica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5044.

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Abstract:
Valutazione del Progetto Rotatorie Sociali attivato in alcuni territori dell’A.ULSS 15 “Alta Padovana”. Verrà affrontata, in primo luogo, un’esposizione introduttiva sulla tematica della valutazione e i suoi significati; successivamente, si proseguirà verso una descrizione approfondita del progetto Rotatorie Sociali precisando, in base alla risposta territoriale, le differenti applicazioni avvenute nei quattro paesi prescelti. Infine, sarà sviluppato il progetto di ricerca e analisi approfondita per indagare, attraverso l’opinione degli attori partecipanti al progetto, quali aspetti e dinamiche hanno determinato la scelta di proseguire verso una strada, piuttosto di un’altra.
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Zaffagnini, Alberto. "Strumenti della geomatica per la documentazione archivistica dell'evoluzione di un progetto architettonico: il caso del Grand'Arco d'ingresso alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di approfondire e testare, utilizzando strumenti della Geomatica, moderne modalità di documentazione di un Bene Culturale, nello specifico un oggetto architettonico, quale il Grand'Arco di Ingresso alla Galleria Vittorio Emanuele II, situato a Milano, ed il relativo materiale archivistico conservato oggi a Fontanelice (Bo). La ricerca condotta nasce dalla richiesta dell'ente "Archivio Museo Giuseppe Mengoni - Centro studi per l'architettura - Centro documentazione Valle del Santerno", ubicato a Fontanelice, di migliorare la fruibilità dell’immenso patrimonio di documenti progettuali conservato relativo all’Arco progettato da Giuseppe Mengoni, e la condivisione del sapere ad esso annesso. Si è voluto strutturare un percorso conoscitivo ed un approccio metodologico multi-fase e multi-disciplinare, applicabile sia al restante materiale presente in archivio, sia ad altri casi di studio simili. L'elaborato si divide in tre parti: - la prima, legata alla ricerca storico-conoscitiva dell'oggetto indagato, dell'ingegnere-architetto che sviluppò il progetto e del luogo di conservazione del materiale archivistico; - la seconda, finalizzata all'inquadramento generale delle tecniche geomatiche atte alla documentazione dei Beni Culturali, approfondendo gli aspetti teorici della fotogrammetria digitale, tecnica applicata per il rilievo sia dell’Arco sia del materiale archivistico; - la terza, atta alla definizione della miglior soluzione per soddisfare la richiesta dell'Archivio Storico, quindi la descrizione delle fasi operative del rilievo e di elaborazione dati, fino all’ottenimento del risultato finale, consistente in un sistema digitale su piattaforma GIS di archiviazione e consultazione della documentazione archivistica, del patrimonio documentario; a questo si affianca, e potrà in futuro interfacciarsi, un modello digitale tridimensionale dell’Arco.
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VANINI, CRISTINA. "Il disegno del progetto architettonico: dalle origini alla contemporaneità. Ricerca di costanti e varianti tra le regole espressive nella storia, dal disegno manuale al disegno digitale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/266258.

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Abstract:
La ricerca propone uno studio del rapporto tra il progetto di architettura ed il disegno, che lo rappresenta, nelle diverse fasi che lo caratterizzano e nelle molteplici esigenze comunicative che questo impone. Attraverso l'analisi di esempi appartenenti a varie epoche storiche, si giunge all'identificazione di alcuni aspetti comuni del disegno nel processo progettuale, con l'obiettivo di metterne in luce i complessi rapporti esistenti con il progetto di architettura. Analizzare e mettere in relazione il maggior numero possibile di aspetti di osservazione sul tema ha sostenuto la ricerca di un filo conduttore, di una sorta di continuità di intenti e di necessità espressive, che accompagna il disegno di progetto dalle origini all'attualità, definendosi in elementi costanti e varianti nella storia, a seconda del contesto culturale e scientifico in cui si collocano. Oggi il disegno sembra perdere il suo ruolo formatore e chiarificatore dell'idea progettuale, sommerso dalla crescente complessità dell'opera architettonica e degli strumenti tecnologici coinvolti nel suo processo progettuale e costruttivo. Il disegno sta rischiando di essere relegato alla sola comunicazione dei risultati e di confondere la propria identità con quella dell'immagine. La riflessione sull'evoluzione storica ed il tentativo di comprensione degli attuali cambiamenti sostengono una maggiore consapevolezza, utile anche al controllo dei nuovi strumenti grafici per la rappresentazione del progetto. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- My research introduces a study of the relation between architectural design and its drawing, in its many different phases and depending on the communicative exigences that it requires. Through the analisys of examples that belong to different historical periods, the research identifies some common aspects of drawing in the design process, with the aim to make the complex relation with architectural design clear. By analyzing and comparing as many points of view as possible, the research finds a sort of continuity of purposes and of expressive necessities, that characterizes the drawing of architectural design, from the origins to the present time, and defines some constant elements and some changing elements depending on the various cultural and scientific contexts. Today drawing seems to lose its role of creator and clarifier of the project idea, because it is overwhelmed by the increasing complexity of architectural work and of the technological instruments used to realize its design and constructive process. Drawing risks to be relegated only to results communication and to confuse its own identity with the identity of image. The reflection about the historical evolution and the attempt to understand current changes enable us to have greater consciousness, also useful to control the new graphical instruments used for architectural representation.
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Galeotti, Claudia. "Il "Palatium Novum" in Imola: Valorizzazione, restauro e miglioramento sismico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’oggetto della tesi è la parte del Palazzo Comunale di Imola detta Palazzo Nuovo. L’intendo è quello di promuovere una serie di interventi volti alla valorizzazione del palazzo, all'adeguamento normativo e al miglioramento sismico della struttura. Nella produzione della tesi si sono quindi succedute varie fasi partendo dalla ricerca storica che ha interessato l’intero Palazzo Comunale. Si è poi proseguito con analisi tematiche mirate a determinare le caratteristiche meccaniche, geometriche e tipologiche della fabbrica. Sono stati valutati gli orizzontamenti, gli allineamenti murari, l’IQM, l’IQCM. Parallelamente è stato individuato il quadro fessurativo delle strutture e il degrado delle superfici. È stato poi elaborato un progetto delle campagna di indagini diagnostiche prima di svolgere l’analisi del comportamento sismico e la valutazione dei cinematismi attivabili. In conclusione è stata elaborata una proposta di progetto che permette l’adeguamento dell’edificio alla normativa vigente e gli interventi per migliorarne il comportamento sismico.
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Bortolotti, Laura. "La ricomposizione del rudere: un centro polifunzionale per Villa Sampieri - Talon di Casalecchio di Reno." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17805/.

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Abstract:
Il tema progettuale propone un intervento teso alla ricomposizione del rudere di Villa Sampieri - Talon, che ora si erge abbandonata tra la vegetazione nel Parco della Chiusa di Casalecchio di Reno (BO). Nel lavoro di ricerca presentato, l’aspetto primario è stato individuato nella relazione con l’antico, che fornisce le linee guida progettuali per l’intervento compositivo, posto come un innesto teso a restituire la configurazione di una villa atipica nel panorama storico, governata dalle innovazioni e dalle capacità illusionistiche dei fratelli Bibiena. Data la particolare natura dell’intervento non si può prescindere da quelli che sono i dettami del restauro: leggibilità e reversibilità, che vengono posti alla base della progettazione. Il volume delineato si pone dunque come il riempimento della lacuna in una trasposizione materica del rigatino brandiano, mediante una pelle esterna di listelli orizzontali continua su tutta la superficie, capace di enfatizzare la forza compositiva dell’esistente e di regolare i fattori di luce e privacy necessari. All’interno trovano posto un centro intergenerazionale e un polo espositivo. In particolare la ricerca condotta analizza gli anziani, i loro bisogni, i centri diurni e la relazione con i bambini, ritenuta altamente proficua per entrambe le generazioni.
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RICCOBONO, Alessia. "Architectural Design in the Digital Era. Identifying computer influences and new expressive trends in current architecture." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91050.

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Abstract:
La ricerca propone una riflessione sull’architettura contemporanea in funzione del ruolo sempre più preponderante che le tecnologie digitali hanno assunto all’interno del processo progettuale. L'introduzione dei computer nel panorama dell'architettura ha prodotto una rivoluzione nei metodi e nei processi progettuali che contribuiscono alla generazione della forma architettonica. Si è osservato che l'uso pervasivo dei software ha contribuito a modificare sostanzialmente il linguaggio architettonico. Obiettivo della tesi è capire in che modo l'espressività dell'architettura si è modificata e si sta modificando, quanto pervasivo sia l'uso del computer e quali possano essere gli sviluppi futuri. La ricerca è stata condotta attraverso un'analisi di 60 casi di studio scelti tra architetture di riconosciuta qualità, realizzati negli ultimi quindici anni e in cui l'influsso degli strumenti digitali sia fortemente evidente. I casi di studio sono stati studiati e classificati secondo una struttura teorica, composta da diverse categorie e parametri, che consente di analizzare aspetti singoli e generali. I risultati suggeriscono che una nuova era sta arrivando: il punto di partenza concettuale degli architetti nasce spesso nello spazio digitale, sfruttando le aumentate capacità di rappresentazione nel controllare e manipolare le forme. A partire da un'interpretazione critica dei risultati, si definiscono alcune tendenze trasversali in cui è possibile classificare l'architettura contemporanea digitale.
The research concerns the field of the contemporary architecture evolution related to the increasingly massive use of digital technologies in the design process. The introduction of computers in architecture has produced a real revolution in design methods and processes, which contribute to the generation of architectural shape. It was understood that the pervasive use of software has substantially altered the architectural language in the last years. Therefore, main goal of the research has been to understand how architectural expressivity is changing, how much pervasive are digital influences on architectural design and which may be future developments. The research is carried out through the development of an analytical database with sixty recent case studies, recognized digital influenced architectures, as expression of what is really happening inside architectural scenario. The case studies have been studied and classified according to a logical theoretical framework, consisting of different categories and parameters, that allows to analyze several aspects. The results suggest that a new era is coming, where the conceptual starting point of designers is often born in the digital space, taking advantage of the augmented representation skills to control and manipulate form. Starting from a critical interpretation of the results, we have identified some transversal trends, representative of contemporary digital architecture.
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VALENTIN, NILDA MARIA. "La scala urbana del progetto architettonico. La restituzione al progetto dell'intenzionalità urbana." Doctoral thesis, 1994. http://hdl.handle.net/11573/499878.

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BERTI, MAURIZIO. "Conservazione del patrimonio architettonico di pietra corallina. Conoscenza, restauro e fruizione." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/11573/351492.

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Abstract:
Tesi di dottorato
Conservation of the coral stone architectural heritage: knowledge, restoration and use. Abstract. In my studies about conservation of the coral stone architectural heritage, I’ve dealt with five main themes. The first one describes the organization method of the subjects concerning the natural and historical contexts. Nature and art form an important part of our cultural heritage and, as such, they can be critically interpreted. In the second theme I have developed the issue of how coral reefs have been studied and the interest they have raised, using the fundamental works of the naturalists, geologists and travellers of the 19th and early 20th centuries. In the third theme I have focused on the previous studies on the use of coral limestone in buildings. The fourth theme examines the methodologies aimed at conserving the historical settlements on the tropical coasts, giving special attention to the environmental aspects. Then, in the fifth and last theme I have analysed the experiences related to field studies. Particular attention has been given to coastal settlements in East Africa: Zanzibar, Lamu, Ilha do Ibo, Ilha de Mozambique, Inhambane, discussing the technology and methodology used, a field still relatively unexplored.
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Causarano, R. M., and P. Gregory. "Sviluppi del pensiero sistemico nell'architettura contemporanea. Il principio di organizzazione/autorganizzazione nel progetto architettonico." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11583/2617160.

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Abstract:
Relatore della tesi di dottorato di R. M. Causarano "Sviluppi del pensiero sistemico nell'architettura contemporanea. Il principio di organizzazione/autorganizzazione nel progetto architettonico", XXV ciclo del Dottorato di Ricerca in "Architettura. Teorie e progetto", Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma, discussa nel Dicembre 2013. La dissertazione di Roberta Maria Causarano, incentrata su alcune delle ricerche architettoniche contemporanee legate alla “rivoluzione informatica”, affronta il difficile tema del “processo progettuale” con un ampio respiro critico e un'articolata capacità metodologica, nell’intento di ripercorrere l’emergere di un nuovo paradigma che, nella reciproca influenza fra arte, pensiero e tecnica – memoria delle ragioni originali della Τέχνη greca (come ποίησις ed ἐπιστήμη) – fornisca nuovi orizzonti di sviluppo all’architettura. La tesi ha vinto il premio "Etic 2013-2014. Etica e Tecnologie dell'informazione e della comunicazione" (2014).
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RACCAH, DANIEL. "La demolizione dell opere in calcestruzzo armato: teoria, progetto e controllo del rischio." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/918395.

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MASI, MASSIMO. "Metodo per il Progetto Preliminare di Turbomacchine Assiali Basato sulla Teoria del Potenziale." Doctoral thesis, 1999. http://hdl.handle.net/11577/2490980.

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Abstract:
Questa tesi presenta un metodo di progetto preliminare di turbomacchine assiali fondato su un metodo a potenziale. Il lavoro si articola su due diversi aspetti del problema, dapprima la costruzione di un modello teorico capace di simulare il campo di moto fluido in una turbomacchina, quindi la determinazione di una serie di relazioni tra parametri analitici e grandezze fisiche che permettano di applicare il modello alla progettazione. L’approccio è non viscoso, irrotazionale e bidimensionale, quindi studia separatamente le superficie meridiane ed interpalari, i cui campi di moto sono interconnessi esclusivamente da vincoli di tipo geometrico e di continuità. Il modello riesce quindi a prevedere l’influenza sul deflusso di tutti quegli elementi che la teoria monodimensionale non può contemplare, cioè ripercussioni su velocità e gradienti di pressione dovute alla geometria meridiana, ed effetti sul deflusso interpalare legati a spessore, calettamento, incidenza, curvatura e solidità dei profili palari. La parte successiva dello studio, più strettamente ingegneristica, consente di pervenire al disegno preliminare di una macchina di prestazioni desiderate a partire dalla sola conoscenza dei numeri caratteristici, attraverso la scelta da parte del progettista di opportuni vincoli sulle geometrie possibili. Il lavoro presenta anche alcune applicazioni progettuali a titolo di esempio.
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CONTINI, Matteo. "Stile di attaccamento personale e autoconsapevolezza del proprio funzionamento emotivo: un progetto di formazione rivolto agli educatori extrascolastici." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/397148.

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Abstract:
Lo scopo della presente ricerca è di creare un percorso di formazione per educatori extrascolastici incentrato sull’autoconsapevolezza del proprio funzionamento psicologico ed emotivo, a partire dallo stile di Attaccamento personale. Contemporaneamente, a partire dai dati raccolti, è stata verificata la possibilità di creare in futuro percorsi formativi personalizzati incentrati sulla promozione di tecniche meta-cognitive che provengono dalla psicologia clinica cognitivista e che , progressivamente interiorizzate, possono essere un utile strumento di gestione degli episodi critici con gli utenti da parte degli operatori. La ricerca, che si struttura come una ricerca-intervento, è divisa in due fasi nelle quali sono stati usati rispettivamente strumenti di analisi quantitativa e qualitativa. I soggetti coinvolti lavorano al “Progetto Piano Urbano”, un progetto di riabilitazione psichiatrica attivo sul territorio di Milano. Ogni operatore è stato coinvolto in un breve percorso di autoconoscenza in cui i dati emersi dai questionari, somministrati nella prima fase della ricerca, sono stati riferiti e discussi con i soggetti in apposite interviste individuali di restituzione. Nella prima fase della ricerca ogni soggetto oltre che rispondere ai questionari su Attaccamento, Burn-out e Credenze personali, ha anche stilato una breve autodescrizione. Nella seconda fase, durante l’intervista, è stato inoltre chiesto ad ogni soggetto di raccontare un episodio critico e invalidante avvenuto con un utente sul luogo di lavoro: l’analisi del contenuto del testo delle interviste è stata fatta con l’obiettivo di far emergere la presenza di competenze meta-cognitive specifiche mostrate dai soggetti nella narrazione dell’episodio critico, legate in particolare al Monitoraggio Meta-cognitivo. Una seconda analisi del contenuto è stata fatta con l’obiettivo di osservare, nella parte relativa alla restituzione dei risultati dei questionari, le modalità di reazione a punteggi inaspettati e non condivisi. Per quanto riguarda l’autodescrizione è stata effettuata un’analisi quantitativa e qualitativa del sistema di costrutti implicati della realizzazione del compito. L’analisi dei risultati, oltre a mostrare il “profilo personale” di ogni soggetto sulle variabili prese in considerazione, offre indicazioni sulla possibilità di creare percorsi formativi personalizzati per gli educatori extrascolastici, incentrati oltre che sulla consapevolezza del proprio funzionamento psicologico, anche sulla progressiva interiorizzazione di alcune tecniche Meta-cognitive, utilizzate prevalentemente in ambito terapeutico e clinico.
The purpose of the present research is to create a training pathway for the Helping Figures, focused on self-consciousness of one's psychological and emotional working, starting from personal attachment style. At the same time it was investigated the possibility to assess personalized training pathways focused on the promotion of meta-cognitive techniques arising from cognitive clinical psychology, that, once progressively inwarded, could be an useful instrument for the operator to manage the critical episodes with the users. The research, which was built as an intervention-research, was divided in two phases in which quantitative and qualitative instruments were used. The involved subjects were working to the "Progetto Piano Urbano", a psychiatric rehabilitation project on Milano territory. Each operator was involved in a short self-knowledge pathway, during which the data coming from the questionnaires administered in the first research phase were reported and discussed in suitable individual restitution interviews. In the first phase of the research each subject was asked to write a short self-description and to answer to Attachment, Burn-Out and Personal Beliefs. Moreover, in the second phase each subject was asked to relate about a critical and disabling episode happened on work place: the content of the interviews was analyzed in the purpose of identify the specific meta-cognitive skills showed by the subjects in the critical episode relation, particularly linked to the Meta-Cognitive Monitoring. A further analysis was performed on the questionnaires results restitution, aimed to observe the reaction to unespected or non-shared results. As for the self description, a quantitative and qualitative analysis was performed on the meanings system involved in the task fulfillment. The results analysis, besides showing the "personal profile" of each subject as for the considered variables, offers indications about the possibility to create personalized training pathways for extra-scholastic educators, focused not only on the self-consciousness of own psychological working, but also on the progressive inwarding of some meta-cognitive techniques, mostly used in therapeutics and clinics.
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MU, XINGYU. "Per la tutela delle città storiche in Cina : il caso di Wuhan, criteri di conservazione e sviluppo in riferimento ai principi del restauro architettonico e urbano italiano." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/1319957.

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Abstract:
Una ricerca iniziata dallo studio della storia della città di Wuhan e, parallelamente, della teoria di restauro italiano. Seguendo la modalità di studio utilizzate per la conservazione di alcune città italiane, si è ugualmente condotta la ricerca storica su Wuhan. Questa fase di ricerca ha fatto capire il processo di formazione della città di Wuhan e come la concezione urbana occidentale abbia influenzato, in questi ultimi tempi, le città cinesi. Ovviamente, il cambiamento in atto nelle città non è tanto un risultato della teoria urbanistica né, tanto meno, di un’attenzione alle ragioni del restauro, ma anche un frutto degli sviluppi della cultura, dell’economia e della politica. In certo modo, l’influenza economica e politica è la più consistente e rappresenta un potente fattore pratico. Con lo sviluppo della ricerca, l’impatto ‘politico’ riguardo alla conservazione si è fatto più forte, perciò nella tesi c’è un capitolo che illustra la relazione tra l’espansione delle città e la produzione legislativa sulla conservazione dei monumenti e la tutela della zone storiche in Cina. Saranno discusse anche alcune idee e proposte per la conservazione delle città cinesi. Approfondendo la ricerca, si è potuta sempre più riconoscere l’importanza di riscoprire l’antica cultura tradizionale cinese, al fine di trovare una strada culturale e operativa propria, che fosse adatta per la Cina. Se si conosce a fondo la cultura tradizionale, si possono capire più facilmente le idee originali cinesi riguardo alle città storiche, anche con prospettive che possono sembrare strane da un punto di vista occidentale. L’architettura cinese, infatti, è nata all’interno della cultura cinese tradizionale, che è molto diversa dalla cultura occidentale e tanti atteggiamenti altrimenti incomprensibili possono venire spiegati solo attingendo alla logica originale cinese. Sulla base di questa idea la ricerca si è orientata verso l’approfondimento della filosofia cinese antica e dei suoi concetti fondamentali.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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