Journal articles on the topic 'Teoria del gioco'

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1

Busso, Emanuela. "Il nuovo paradigma della psicoanalisi infantile: l'importanza del "procedurale" in un approccio terapeutico integrato." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (October 2011): 77–93. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003007.

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Abstract:
Il testo traccia le linee generali di un nuovo paradigma dalla psicoanalisi infantile, definito "Approccio terapeutico integrato". Il modello nasce all'interno della teoria dei sistemi complessi e tiene conto dei dati dell' e delle scoperte neuro scientifiche sulla memoria procedurale. Si tratta di un intervento ad orientamento psicoanalitico sulle diverse componenti del sistema genitori-bambino, sistema che si estende ad altre persone significative per il bambino e di cui entra a far parte l'analista. L'intervento clinico, articolato su più livelli (interattivo, relazionale e intrapsichico), è caratterizzato dal coinvolgimento dei genitori nel processo terapeutico, dall'elasticità della tecnica e dall'utilizzo del gioco come espressione del sistema bambino-genitori-analista. Nelle vignette cliniche proposte, i bambini in seduta fanno apparentemente lo stesso gioco, ma con significati molto diversi in ogni singolo caso. L'analista non interpreta il contenuto del gioco, ma il lavoro terapeutico si svolge in gran parte su un livello implicito, procedurale del "come si gioca e si sta insieme". Ogni cambiamento nel modo di giocare segnala ed esprime un cambiamento nel sistema bambino-genitori-analista.
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2

Angelici, Giovanni. "La supervisione come esperienza del "sapere della pulsione"." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 73–88. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10484.

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Abstract:
Viene proposto un modello di supervisione clinica basato sull'elaborazione della personale esperienza del terapeuta rimessa in gioco nell'incontro col paziente. Tale modello utilizza il dispositivo dello psicodramma analitico e integra il percorso formativo basato sulla conoscenza della teoria e della tecnica.
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3

Civitarese, Giuseppe. "La sublimazione reinventata." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2022): 21–43. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002002.

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Abstract:
La teoria della sublimazione riassume la teoria freudiana dell'arte. Benché sia così intuitiva da essere passata nella cultura popolare, è sempre stata ritenuta una teoria lacunosa. In questo articolo, l'ipotesi di lavoro dell'autore è che sia possibile "reinventarla" a partire dalla teoria estetica del sublime. Difatti sublimazione e sublime esprimono entrambe l'idea di un'ascesa del soggetto verso le vette più alte dell'umanità. Entrambe sono teorie dell'elevazione spirituale e di conquista "morale" dell'uomo, ed entrambe tentano di spiegare il mistero dell'esperienza estetica. Quel che l'estetica del sublime ci aiuta a vedere in maniera più chiara e distinta è che si tratta di un processo intrinsecamente intersoggettivo. In gioco nella crescita psichica è sempre la tessitura di nuovi legami, che però siano anche legami affettivi. Dal confronto tra le due teorie possono scaturire intuizioni suggestive sulla costituzione sociale ed estetica (cioè basata sulle sensazioni corporee) del soggetto alla nascita: al punto di partenza del processo di soggettivazione, e poi in seguito per tutta la vita (non si smette mai di "nascere"). Così reinterpretato, il concetto di sublimazione, una metafora che Freud prende in prestito dalla chimica, dove designa il passaggio di una sostanza dallo stato solido allo stato aeriforme, indica a meraviglia il processo di ascesa dal caos all'ordine, dal concreto al simbolico, dal corpo allo spirito. La sublimazione-come-riconciliazione con l'altro, che si svolge simultaneamente sul piano del pensiero verbale e dell'intenzionalità corporea, può fungere allora da modello dell'azione terapeutica.
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Perls, Fritz. "Resolution (La risoluzione)." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (April 2013): 93–98. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002007.

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Abstract:
In questa rubrica viene presentato un articolo di Fritz Perls, che č stato pronunciato come discorso all'Ospedale Statale di Mendocino, in California, nel 1959. In questo saggio Perls cerca di condurci dal gioco degli opposti - centrale nel lavoro gestaltico - all'unitŕ della loro risoluzione, all'altra faccia della medaglia: l'unitŕ al posto della divisione. Perls parla della sua idea di creare in psicologia una "teoria unificata del campo", della "consapevolezza universale", del "punto zero dell'indifferenza", del Taosimo e, alla fine, del "conflitto creativo".
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Rubino, Francesco. "Costituzionalismo e governamentalismo." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 2, no. 1 (October 4, 2019): 184–205. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v2n1.2019.p184-205.

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Abstract:
Questo saggio analizza le origini della definizione di governance e tenta di stabilire le linee di sviluppo e applicazione del stesso concetto. La dialettica tra costituzionalismo (visione, interpretazione, prospettive delle regole del gioco politico-legale) e governamentalismo (tentativo di semplificare la complessità delle democrazie contemporanee) è alla base della teoria del governo come forma specifica e imperfetta di governance (sopra) dell'economia.
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6

Parin, Paul. "La dipendenza dal potere. Appunti per una politologia psicoanalitica." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (February 2012): 35–64. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-001002.

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Abstract:
Viene esaminato, da un punto di vista psicoanalitico, il problema della brama di potere (politico, economico, sociale, ecc.) e viene fatta la proposta che essa possa configurarsi come una vera e propria dipendenza, come nel caso della tossicodipendenza o del gioco d'azzardo patologico. L'Autore riflette su vari aspetti della "dipendenza dal potere", proponendo una scienza psicoanalitica del potere politico, ovvero una politologia psicoanalitica, che in questo settore utilizzi anche le conoscenze provenienti dalle ricerche sulle dipendenze patologiche. Viene fatta una critica alla teoria freudiana della libido, considerata riduttiva come chiave esplicativa del fenomeno della dipendenza dal potere, la cui origine è più radicata nella cultura e nei valori della società piuttosto che nella natura umana. Anche la teoria evoluzionistica è ritenuta insufficiente come chiave esplicativa della dipendenza dal potere. L'etnopsicoanalisi è considerata uno strumento imprescindibile per l'analisi di questo complesso fenomeno.
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Bruni, Francesco. "I cani dentro e fuori la stanza di psicoterapia." PSICOBIETTIVO, no. 3 (February 2013): 71–92. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003006.

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Abstract:
La relazione con i cani nella quotidianitŕ e durante la psicoterapia č esaminata a partire dalla considerazione che essi sono nostri compagni di vita. Questo discorso tiene conto delle ricerche psicologiche sul mondo non umano, sulla teoria dell'attaccamento e dei processi di comunicazione e relazione. Per analizzare la partecipazione del cane alla psicoterapia vengono discussi i metodi analogici, l'integrazione fra processi primari e secondari e la funzione "come se" che ci riporta al gioco. In tal senso vengono illustrati diversi casi clinici che evidenziano la funzione svolta dal cane come "oggetto terapeutico" o "oggetto flottante". In quanto l'incontro con il cane, fa vibrare le nostre emozioni, ci riporta al linguaggio analogico, ci introduce al "gioco" e a procedure che sono metafore delle relazioni e contribuiscono al cambiamento in psicoterapia.
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8

Iacono, Alfonso Maurizio. "I bambini giocano nei mondi intermedi." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 16 (September 2011): 124–32. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016009.

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Abstract:
Questo lavoro intende mettere a confronto la teoria di Donald Winnicott e quella di Gregory Bateson in rapporto ai temi del gioco e dell'imitazione. I bambini, come ci ricorda una poesia di Tagore, costruiscono mondi, creando e imitando. I bambini inventano mondi intermedi. Essi creano imitando e imitano creando. Giambattista Vico aveva osservato che i bambini sono dotati di fantasia, imitazione, memoria. La fantasia ha bisogno dell'imitazione e della memoria, perché essi non creano dal nulla, ma da qualcosa e questo qualcosa č dato da ciň che hanno visto, sentito, toccato. Un mondo nuovo, un mondo intermedio, fatto di fantasia, nasce dall'imitazione e dal ricordo di un altro mondo.
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9

Bovero, Michelangelo. "Che cosa è non decidibile: cinque regioni del coto vedado." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 1, no. 1 (December 13, 2018): 129–41. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v1n1.2018.p129-141.

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Abstract:
In questo articolo, l’A. richiama l’attenzione sul concetto di «sfera dell’indecidibile» coniato da Luigi Ferrajoli, ponendolo a confronto con la nozione di «coto vedado» di Ernesto Garzón Valdés e con l’analoga idea di «territorio» o «frontiera» inviolabile elaborata da Norberto Bobbio: le tre nozioni indicano l’insieme di principi e regole costituzionali che nessun potere politico può violare negli stati democratici di diritto, al centro del quale si trovano i diritti individuali fondamentali. L’A. propone un’interpretazione estensiva della teoria della democrazia di Bobbio capace di offrire una soluzione più avanzata al problema dei limiti del potere politico democratico. Invita a riconoscere nelle «regole del gioco» indicate da Bobbio le condizioni (in senso logico) della democrazia, articolate in due serie: cinque condizioni formali, contenute nelle regole di competenza e di procedura che riguardano il «chi» e il «come» delle decisioni collettive; e cinque condizioni sostanziali, contenute nei principi normativi impliciti nella «sesta regola» dell’elenco di Bobbio, che prescrivono limiti e vincoli al «che cosa», ossia alla sostanza delle medesime decisioni. Tali condizioni sostanziali corrispondono a quelle che l’A. chiama le «cinque regioni del coto vedado». L’A. torna in conclusione sulla concezione di Ferrajoli, in cui riconosce un miglioramento teorico rispetto alle elaborazioni esplicite sia di Bobbio sia di Garzón Valdés; ma sostiene che la teoria delle condizioni e precondizioni della democrazia ricavata per interpretazione estensiva dalla costruzione teorica di Bobbio offre un miglior fondamento razionale alla costruzione della «sfera dell’indecidibile».
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Stefana, Alberto. "Introduzione al pensiero di Marion Milner." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 3 (September 2011): 355–74. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-003003.

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Abstract:
Viene analizzato l'utilizzo che la psicoanalista inglese Marion Milner (1900-1998) fa degli scenari immaginativi, suoi e del paziente, nella situazione analitica - considerata metafora del rapporto genitore-bambino - in cui il paziente introietta le modalitŕ di cura del terapeuta. L'illusione di unitŕ, di fusione "me-non me", avente una funzione strutturante ma che puň non trovare spazio nella prima infanzia, costituita ora dall'analisi, permette al paziente di regredire alle esperienze piů precoci per poterle elaborare in modo che possa riprendere, o avere luogo, un processo di sviluppo. Vengono presi in considerazione alcuni aspetti della teoria e della tecnica, e trattati i concetti di controtransfert, concentrazione nel corpo, vuoto, dubbio, cornice, fusione, creativitŕ, gioco, prelogica.
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Meyer, Stefan. "Pensieri all’aperitivo. Imparare a padroneggiare il sistema di numerazione decimale posizionale in situazioni divertenti." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 8 (November 23, 2020): 28–47. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.20.8.2.

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Abstract:
L’articolo descrive come è possibile sviluppare il pensiero logico-matematico e le competenze operative concernenti il sistema di numerazione decimale posizionale in modo creativo, operativo ed esemplificativo. Teoricamente l’articolo è vicino al costrutto di «accelerazione cognitiva» (Adey, 2008) che collega in una “scuola del pensiero” la teoria genetica dello sviluppo cognitivo (Piaget, 1977a, 1977b; Piaget & Voelin, 1980), il Piano di studio in vigore (Lehrplan21), la zona di sviluppo prossimale (Vygotskij, 1986) e la metacognizione. Inoltre, l’articolo integra il gioco di ruolo nel senso di esperimento sociometrico (Moreno, 1996; 2007), il metodo dell’esplorazione critica (Piaget, in Inhelder, Sinclair & Bovet, 1974) e l’abaco scolastico come mezzo operativo di rappresentazione del sistema di numerazione decimale posizionale (Johann, 2002; Johann & Matros, 2003). Questi metodi possono orientare il processo di comprensione durante l’apprendimento della matematica.
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Fontana, Massimo. "La diagnosi in psicoanalisi relazionale: una prospettiva unitaria." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (May 2012): 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002006.

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Abstract:
In questo articolo l'autore puntualizza gli elementi teorici, metodologici e clinici che rendono necessaria una considerazione rigorosa della diagnosi in psicoanalisi relazionale e si sofferma sul particolare uso che di essa si puň fare nella terapia. Nella prima parte del lavoro, considerando anche i recenti contributi di Albasi, Lingiardi, Shedler e Westen, si ribadisce la specificitŕ della diagnosi psicologica, volta a cogliere l'insieme delle caratteristiche e del disagio psicologico delle persone, piuttosto che a individuare malattie come fa la diagnosi medica, e l'importanza di tenere conto di tutte le dimensioni conoscitive in gioco nel processo diagnostico: la dimensione nosografica (nomotetica), la formulazione del caso clinico (idiografica) e la dimensione relazionale (implicita). Tesi fondamentale dell'autore č che i presupposti epistemici del modello relazionale, la teoria dei sistemi e il paradigma della complessitŕ consentano una visione unitaria della personalitŕ, intesa come un sistema dotato di coerenza e capace di autoorganizzantesi all'interno del sistema sociale di cui fa parte.
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Pelucchini, Margherita. "Sentire osservando: un percorso insieme Formazione-trasformazione attraverso l'esperienza di osservazione del neonato." SETTING, no. 44 (March 2021): 165–96. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044009.

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Abstract:
Questo articolo presenta l'esperienza di Infant Observation come centrale per la formazione analitica, in quanto capace di sviluppare la capacità di "osservare per vedere" del terapeuta ed il contatto con il proprio bambino interiore; essa predispone altresì all'ascolto del proprio controtransfert nel rapporto con l'altro-da-Sé entro un gioco relazionale carico di significati. Emerge dallo scritto come il concetto di formazione-trasformazione connoti l'intera esperienza, riguardando trasversalmente tutte le menti coinvolte. A modifi-carsi sono, in tal senso, il sentire dell'osservatore, con il proprio setting interno, il bam-bino che viene osservato e le funzioni genitoriali in gioco all'interno del campo d'osservazione; a trasformarsi è inoltre la mente gruppale dei colleghi, che accoglie l'esperienza dell'osservatore per rileggerla ed attribuire ad essa nuovi e più estesi signi-ficati. Si palesa come osservare e sentire il bambino nel contesto consenta di prendere coscienza del suo percorso di sviluppo, sperimentandolo dal vivo. La vicinanza a Valeria nel primo anno di vita ha permesso all'osservatrice di assistere al passaggio dai vissuti originari di fragilità e dipendenza dalla madre pur con l'apporto della propria agentività, alla lenta e progressiva strutturazione di un Io ai primordi, garantito dalle relazioni Io-Tu, di pari passo al presentarsi di difese arcaiche. Nel corso dell'Infant Observation la funzione della pelle della piccola e l'integrazione progressiva tra soma, psiche ed affettività sono risultate centrali, anche nel manifestarsi di sintomi di disagio all'interno delle relazioni primarie. È stato possi-bile assistere allo sviluppo sensoriale e motorio-prassico di Valeria, parallelamente a quello verbale ed insieme alla maturazione di capacità cognitive, dell'abilità imitativa e di quella che è parsa una nascente teoria della mente. Sono inoltre comparsi le rou-tine e lo sviluppo sociale. La riflessione sul costrutto dell'attaccamento è stata cruciale in tutto il percorso. Nel complesso, l'articolo mostra come l'Infant Observation comporti un costante lavorio interiore nell'osservatore, una lettura e rilettura degli innumerevoli elementi del campo di osservazione, quali sensazioni, emozioni, pensieri, dubbi, paure, alla ricerca di una trama ed un senso. Un aspetto cardine è quello del pensiero sul "dopo" e sui saluti, ossia la possibilità della separazione dall'altro con buoni pensieri, con la fiducia verso di lui e verso le sue risorse. Una fase di elaborazione del lutto risulta necessaria, fonte anch'essa di profondi insegnamenti e metamorfosi interna.
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Esposito, Maurizio, and Lucio Meglio. "Una prospettiva internazionale sul gioco d'azzardo: teorie superate, questioni emergenti." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (April 2022): 15–29. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-001003.

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Abstract:
Nel dibattito pubblico contemporaneo il tema del gioco d'azzardo risulta essere uno degli argomenti più dibattuti. Gli sviluppi informatici con le nuove modalità di giochi online hanno permesso infatti di ampliare il fenomeno rendendolo sempre più diffuso all'interno dei tessuti sociali delle nostre città. La riflessione teorica sembra però non stare al passo con le implicazioni sociali aperte da questo fenomeno. È del 1949, grazie agli studi di Edward Devereux, la prima analisi esplicitamente sociologica del gioco d'azzardo. Nell'ambito della sociologia non era ancora emerso un filone di studi sulle implicazioni sociali del gioco d'azzardo. Nel presente contributo si ripercorrerà la storia del contributo che le teorie sociologiche hanno dato allo studio di questo fenomeno, dividendo le prospettive ed i temi di analisi in due grandi scuole di pensiero: gli approcci funzionalisti, da Devereux in poi, e gli approcci disfunzionalisti, che hanno avuto in Herbert Bloch (1951) il loro capostipite.
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Michela Schenetti and Cristina Li Pera. "Riscoprire il gioco all’aperto per innovare i servizi educativi e le competenze professionali degli adulti." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 120–32. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.187.

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Abstract:
Promuovere pratiche di educazione all’aperto richiede all’adulto un’attenta analisi dei bisogni evolutivi dell’infanzia, una tensione costante a ricercare coerenza tra teorie pedagogiche e pratiche educative e disponibilità a mettere in gioco le proprie abitudini professionali per restituire al bambino centralità nei processi di apprendimento. Il valore del gioco in ambiente, le sue peculiarità e il ruolo che svolge in relazione alla promozione di conoscenze e competenze può essere il punto di partenza. Il contributo esplora il tema del gioco all’aperto in contesti naturali e della sua funzione all’interno di percorsi di formazione. Partendo dall’analisi della letteratura scientifica si indagheranno le potenzialità che il tema può avere nell’innovazione dei servizi educativi e nel sostegno delle competenze professionali degli adulti.
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Sasso, Giampaolo. "Il terapeuta gioca a tennis." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 93–107. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001006.

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Abstract:
A partire dall'interrogativo sul perché il paziente gli sembri improvvisamente estraneo, e dalla lunga rêverie in cui si immagina impegnato con lui in una partita a tennis in cui il paziente impugna la racchetta con uno stile diverso dal consueto, l'autore riflette su alcune regole implicite del lavoro terapeutico che il gioco del tennis man mano gli suggerisce. Vale in questo caso il conteggiare i punti vinti e persi, o il gioco sfuma in una dinamica più problematica, in cui l'alleanza di lavoro sottintende che un punto sia realmente vinto quando si vince in due? E può questa strana regola permettere di riconsiderare i sottili ma necessari mutamenti avvenuti nella storia clinica e teorica della psicoanalisi proprio affinché il gioco terapeutico divenisse gradualmente meno sterotipato, meno legato a schemi volti a dimostrare assunti teorici, e invece più una fonte consonante dello stare insieme in un impegno condiviso, interessato a una reciproca aspirazione vitale? Attorno al campo in cui paziente e terapeuta si confrontano in questa immaginaria partita a tennis, intuiamo uno scenario di figure passate su cui ci interroghiamo per capire se davvero il gioco è mutato e come, e se abbiamo davvero appreso da loro e dalle loro disillusioni che un punto è realmente vinto solo se si vince in due.
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Fersurella, Sandrina. "Mobbing. Dal set del mondo lavorativo al setting psicoterapeutico." PSICOBIETTIVO, no. 1 (December 2009): 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-001004.

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Abstract:
L'identitŕ del modello sistemico si fonda sul portare un'esperienza correttiva di cambiamento nella relazione tra il paziente e i suoi familiari, anche grazie all'impatto degli sconvolgimenti epistemologici prodotti dalle primissime sedute, e quindi ancor prima che una vera alleanza terapeutica cooperativa e continuativa abbia potuto stabilirsi. L'intensitŕ del primo impatto deve poi svilupparsi in varie forme nel processo terapeutico: si utilizza la dimensione d'équipe per la tenuta di un'alleanza terapeutica che incida simultaneamente su piů soggetti e sottosistemi. L'intensitŕ dell'alleanza terapeutica passa attraverso la capacitŕ del terapeuta di utilizzare tecniche e teorie in modo integrato con il suo mettersi in gioco fino in fondo come persona. In questo processo č fondamentale "pensare per andirivieni" nel senso di far dialogare coerentemente tra loro le diverse dimensioni delle diagnosi individuali e relazionali.
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Caglioni, Valentina. "La "mancanza" di gioco nelle strutture perverse." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 1 (June 2021): 72–90. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001005.

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Abstract:
In questo articolo, l'autrice, propone una ipotesi teorica con cui potersi muovere negli angusti spazi che si avvertono nella terapia con i pazienti con struttura perversa. L'autrice, dopo aver meglio delineato il paziente con strutturazione perversa a cui si riferisce, propone di pensare a questi pazienti come a persone che "non hanno abbastanza gioco", così come si può dire di una vite che non gira bene perché "non ha gioco", non ha spazio sufficiente per poter dispiegare il proprio movimento naturale. Riferendosi alla concezione del gioco di Winnicott, inteso nel suo doppio statuto di spazio che permette il gioco e contemporaneamente di gioco che avviene in quello spazio, l'autrice propone di pensare ai tipici meccanismi perversi di controllo dell'oggetto, manipolazione, costruzione di una neo-realtà, ecc. come tentativi di ripristinare il proprio movimento psichico che non ha potuto dispiegarsi a sufficienza nell'esperienza psichica del soggetto e che si sclerotizza pervertendosi, ripiegandosi all'interno. L'autrice porta un caso clinico a sostegno di questa ipotesi di lavoro sottolineando alcuni aspetti che caratterizzano l'esperienza perversa, in particolare un tipo di abuso psichico che non permette una buona espressione dell'aggressività con un conseguente ripiegamento verso l'interno dello spazio potenziale e d'azione del soggetto.
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Colao, Floriana. "La sovranità della Chiesa cattolica e lo Stato sovrano. Un campo di tensione dalla crisi dello Stato liberale ai Patti Lateranensi, con un epilogo nell'articolo 7 primo comma della Costituzione." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 257–312. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19255.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce la genesi della ‘Premessa’ al Trattato del Laterano del 1929, in cui le Due Alte Parti – governo italiano e Santa Sede, con le firme di Mussolini e del cardinale Gasparri – garantirono alla Chiesa «una sovranità indiscutibile pur nel campo internazionale». Da qui la «necessità di costituire, con particolari modalità, la Città del Vaticano […] con giurisdizione sovrana della Santa Sede», e l’art. 2, «l’Italia riconosce la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione ed alle esigenze della sua missione». Il saggio considera che i giuristi – Vittorio Emanuele Orlando, che, da presidente del Consiglio nel maggio giugno 1919 tentò una trattativa con la Santa Sede per la risoluzione della Questione romana, e Amedeo Giannini, che tra i primi suggerì a Mussolini un «nuovo codice della legislazione ecclesiastica» – legarono la Conciliazione alla crisi dello Stato liberale ed al «regime diverso», insediatosi in Italia il 28 Ottobre 1922. Il saggio considera che già nel 1925 il guardasigilli Alfredo Rocco coglieva nelle ‘due sovranità’ una pietra d’inciampo nella costruzione dello Stato totalitario, anche se dichiarava di dover abbandonare l’«agnostico disinteresse del vecchio dottrinarismo liberale». Il saggio considera che Rocco rimase ai margini delle trattative con la Santa Sede, dal momento che metteva in guardia dal riconoscimento del «Pontefice sovrano, soggetto di diritto internazionale», e da «un altro Stato nello Stato», principio su cui convergevano giuristi quali Ruffini, Scaduto, Schiappoli, Orlando. Le trattative segrete furono affidate a Domenico Barone – consigliere di Stato, fiduciario del Duce – e Francesco Pacelli, avvocato concistoriale e fiduciario del cardinal Gasparri; la sovranità della Chiesa ed un suo ‘Stato’ appariva come la posta in gioco. Il saggio considera che la nascita dello Stato della Città del Vaticano complicava l’‘immagine’ del Regno d’Italia persona giuridica unitaria, ‘costruita’ dalla giuspubblicistica nazionale, difesa anche da Giovanni Gentile sul «Corriere della Sera». Mostra che il fascismo intese riconoscere il cattolicesimo «religione dominante dello Stato» per rafforzare la legge 13 Maggio 1871 n. 214, «sulle guarentigie pontificie e le relazioni fra Stato e Chiesa», che aveva previsto un favor religionis per la Chiesa cattolica. La Conciliazione risalta come l’approdo di un lungo processo storico, che offriva forma giuridica al ruolo che il cattolicesimo aveva e avrebbe rivestito per l’identità italiana; non a caso nel Marzo 1929 Agostino Gemelli celebrava una «nuova Italia riconciliata con la Chiesa e con sè stessa, con la propria storia e la propria bimillenaria civiltà». Il saggio mostra che la sovranità della Chiesa e lo Stato della Città del Vaticano furono molto discusse nel dibattito parlamentare sulla ratifica dei Patti firmati l’11 Febbraio 1929, con i toni duri di Mussolini, che definì la Chiesa «non sovrana e nemmeno libera». Rocco affermò che il «regime fascista» riconosceva «de iure» una sovranità «immutabile de facto»; rispondeva agli «improvvisati e non sinceri zelatori dello Stato sovrano, ma anticlericale», che «lo Stato è fascista, non abbandona parte alcuna della sua sovranità». Jemolo e Del Giudice – estimatori delle « nuove basi del diritto ecclesiastico – colsero il senso di questa «pace armata» tra governo e Santa Sede. Il saggio esamina l’ampio dibattito sulla «natura giuridica» della sovranità della Chiesa e sulla «statualità» dello Stato della Città del Vaticano, tra diritto pubblico, ecclesiastico, internazionale, teoria generale dello Stato. Coglie uno snodo nel pensiero di Santi Romano, indicato da Giuseppe Dossetti alla Costituente come assertore del «principio della pluralità degli ordinamenti giuridici». Il saggio esamina poi il confronto sullo Stato italiano come Stato confessionale, teoria sostenuta da Santi Romano, negata da Francesco Scaduto. Taluni – Calisse, Solmi, Checchini, Schiappoli – guardavano ai Patti Lateranensi come terreno del rafforzamento della sovranità dello Stato; Meacci scriveva di «Stato superconfessionale, cioè al di sopra di tutte le confessioni»; Piola e Del Giudice tematizzavano uno «Stato confessionista». Jemolo – che nel 1927 definiva la «sovranità della Chiesa questione forse insolubile» – affermava che, dopo gli Accordi, «il nostro Stato non sarà classificabile tra i Paesi separatisti, ma tra quelli confessionali». Il saggio esamina poi il dibattito sulla sovranità internazionale della Chiesa – discussa, tra gli altri, da Anzillotti, Diena, Morelli – a proposito della distinzione o unità tra la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano – prosecuzione dello Stato pontificio o «Stato nuovo» – e della titolarità della sovranità. Il saggio si sofferma poi sul dilemma di Ruffini, «ma cos’è precisamente questo Stato», analizzando uno degli ultimi scritti del maestro torinese, il pensiero di Orlando, Jemolo, Giannini, una monografia di Donato Donati e una di Mario Bracci, due dense «Lectures» di Mario Falco sul Vatican city, tenute ad Oxford, Ordinamento giuridico dello Stato della Città del Vaticano di Federico Cammeo, in cui assumeva particolare rilievo la «sovranità, esercitata dal Sommo Pontefice», per l’«importanza speciale» nei «rapporti con l’Italia». Quanto agli ecclesiasticisti, il saggio esamina le prospettive poi sviluppate nell’Assemblea Costituente, uno scritto del giovane Giuseppe Dossetti – docente alla Cattolica – sulla Chiesa come ordinamento giuridico primario, connotato da sovranità ed autonomia assoluta non solo in spiritualibus; le pagine di Jannaccone e D’Avack sulla «convergenza tra potestas ecclesiastica e sovranità dello Stato come coesistenza necessaria della Chiesa e dello Stato e delle relative potestà»; un ‘opuscolo’ di Jemolo «per la pace religiosa in Italia», che nel 1944 poneva la libertà come architrave di nuove relazioni tra Stato e Chiesa. Il saggio conclude il percorso della «parola sovranità» – così Aldo Moro all’Assemblea Costituente – nell’esame del sofferto approdo all’articolo 7 primo comma della Costituzione, con la questione definita da Orlando «zona infiammabile». Sull’‘antico’ statualismo liberale e sul ‘monismo giuridico’ si imponeva il romaniano pluralismo; Dossetti ricordava la «dottrina dell’ultimo trentennio contro la tesi esclusivista della statualità del diritto». Rispondeva alle obiezioni dei Cevolotto, Calamandrei, Croce, Orlando, Nenni, Basso in nome di un «dato storico», «la Chiesa cattolica […] ordinamento originario […] senza alcuna compressione della sovranità dello Stato». Quanto al discusso voto comunista a favore dell’art. 7 in nome della «pace religiosa», Togliatti ricordava anche le Dispense del 1912 di Ruffini – imparate negli anni universitari a Torino – a suo dire ispiratrici della «formulazione Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Tra continuità giuridiche e discontinuità politiche, il campo di tensione tra ‘le due sovranità’ si è rivelato uno degli elementi costitutivi dell’identità italiana, nel segnare la storia nazionale dei rapporti tra Stato e Chiesa dall’Italia liberale a quella fascista a quella repubblicana, in un prisma di temi-problemi, che ancora oggi ci interroga.
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Caldara, Patrizio. "Etica e politica nel dibattito sul realismo in Italia." Balthazar, no. 3 (January 19, 2022): 187–232. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/17077.

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Abstract:
Dobbiamo davvero preoccuparci dei concetti di realtà e verità? Come è proceduto, negli ultimi quindici anni, il dibattito italiano in merito? In questo articolo proveremo a dare risposta a queste e altre domande. Nel §1 introdurremo il dibattito e i suoi attori. Nel §2 ci concentreremo sulle connessioni tra i principali concetti coinvolti nella discussione cercando di proporne un’interpretazione che abbia l’obbiettivo di evidenziare eminentemente cosa è in gioco in termini etico-politici. Nel §3 cercheremo di dare un assaggio delle teorie proposte da ciascun autore per portare alla luce le reali motivazioni che muovono le differenti visioni. Infine, nel §4, trarremo delle conclusioni per quanto riguarda la validità e il valore del dibattito sottolineando cosa è comune alle varie posizioni e cercando di connettere il dibattito teorico con la situazione critica in cui attualmente versa il dibattito pubblico e con le problematiche etico-politiche che sono in gioco.
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Termini, Massimo. "Quel che accade." ATTUALITŔ LACANIANA, no. 9 (April 2009): 128–34. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009011.

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Abstract:
- La testimonianza scorre lungo lo sviluppo del percorso analitico, evidenziando i principali effetti sul versante dell'articolazione e riduzione significante, portandosi cosě rapidamente sulla fine analisi, dove č l'evento di corpo a balzare in primo piano: una congiuntura su cui si sofferma la riflessione teorica per esplorare il rapporto che intrattiene con la messa in gioco dell'oggetto indicibile nel transfert. Parole chiave: sospensione - evento di corpo - sconnessione tra S1 e S2 - intrusione - marchio sul corpo - significante che ex-siste - resto - cifra in estensione.
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Magnolo, Stefano, and Alessandro Taurino. "Il Diritto, La Scienza e La Tecnologia." Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 16, no. 23 (July 1, 2018): 13. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v16i23.p13-27.2018.

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Abstract:
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione giocano un ruolo rilevante per i sistemi sociali coinvolti. Per questo la descrizione teorica della società non può trascurare la dipendenza sempre maggiore della società moderna dalla tecnologia. Il nostro articolo si prefigge l’obiettivo di esaminare il progresso tecnologico dal punto di vista della evoluzione degli strumenti giuridici regolativi delle nuove tecnologie. Si tratta di un punto di vista sociologico-giuridico dove è in gioco la dinamica dell’evoluzione del diritto rispetto alla evoluzione della società. Diversamente da altri settori del diritto, esempio classico il diritto di famiglia, qui non c’è una tradizione consolidata alla quale riferirsi o da rigettare. Ciò significa che le soluzioni devono essere “inventate” alla luce di paradigmi nuovi che, pur facendo appello a figure giuridiche fondamentali, abbiano una capacità visionaria, siano cioè, come dice Luhmann, “gravidi di futuro”. Il nostro discorso partirà dunque da un inquadramento teorico generale delle dinamiche diritto-tecnologia-società per concludere avendo come riferimento il caso specifico della intelligenza artificiale.
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Cavalli, Giulia. "Tu chiamale se vuoi.. Emozioni." RICERCA PSICOANALITICA, no. 1 (March 2010): 53–65. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001005.

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Abstract:
Cosa sono le emozioni? Che funzionalitŕ hanno per l'uomo? Quale ruolo gioca la relazione nello sviluppo della capacitŕ di vivere le emozioni? Che utilizzo fa il terapeuta delle emozioni del paziente durante il processo analitico? Si tratta di domande importanti, le cui risposte mettono in luce le sottostanti idee di uomo e di cura. L'A. avvia una riflessione sulle concezioni attuali di emozione e competenza emotiva e sui risultati delle ricerche in questo ambito, proponendo una visione differente del significato delle emozioni e del vivere le emozioni, alla luce della teoria dei sistemi dinamici non lineari, nell'ottica dell'epistemologia della complessitŕ.
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Pintore, Anna. ""A rule-governed gunman writ large?" Il posto della coercizione in The Concept of Law." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (December 2011): 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002001.

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Abstract:
Oggi molti teorici del diritto ritengono che Herbert Hart, con la sua critica a Austin e a Kelsen, abbia dimostrato in modo conclusivo che la coercizione non č un elemento essenziale del diritto e che perciň non presenta alcun interesse per il filosofo del diritto. Contro l'opinione corrente, Pintore ritiene che la coercizione vada tuttora considerata un tema basilare della filosofia del diritto, almeno per il positivismo giuridico. L'autrice mostra inoltre che inla coercizione gioca un ruolo cruciale in tre ŕmbiti: (i) l'analisi delle regole e degli obblighi sociali, morali e giuridici; (ii) la teoria dei sistemi giuridici come unione di norme primarie e secondarie; (iii) l'idea del contenuto minimo del diritto naturale.
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Selvini, Matteo. "Un terapeuta sistemico cacciatore e allevatore." PSICOBIETTIVO, no. 1 (August 2010): 59–69. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001004.

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Abstract:
L'identitŕ del modello sistemico si fonda sul portare un'esperienza correttiva di cambiamento nella relazione tra il paziente e i suoi familiari, anche grazie all'impatto degli sconvolgimenti epistemologici prodotti dalle primissime sedute, e quindi ancor prima che una vera alleanza terapeutica cooperativa e continuativa abbia potuto stabilirsi. L'intensitŕ del primo impatto deve poi svilupparsi in varie forme nel processo terapeutico: si utilizza la dimensione d'équipe per la tenuta di un'alleanza terapeutica che incida simultaneamente su piů soggetti e sottosistemi. L'intensitŕ dell'alleanza terapeutica passa attraverso la capacitŕ del terapeuta di utilizzare tecniche e teorie in modo integrato con il suo mettersi in gioco fino in fondo come persona. In questo processo č fondamentale "pensare per andirivieni" nel senso di far dialogare coerentemente tra loro le diverse dimensioni delle diagnosi individuali e relazionali.
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Miglietta, Donata. "Quando i conflitti sono in gioco. Gruppi, formazione, diversitŕ." GRUPPI, no. 1 (October 2010): 103–10. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001009.

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Abstract:
Il passaggio dalla posizione dell'ascolto al coinvolgimento corporeo del terapeuta che avviene nei gruppi di bambini č stato spesso sentito come eretico sia rispetto alla psicoanalisi sia rispetto alle teorie sui gruppi analitici. Nella formazione non si deve perdere di vista il fatto che, anche all'interno della stessa scuola, la pratica unificata č un'illusione (Schaffer). Il lavoro dei formatori č un lavoro di confine che regola il flusso della discordanza e della differenza e siamo noi a dovere vigilare affinché la diversitŕ non si trasformi in guerra. Quando le diversitŕ entrano in campo si tratta di affrontarne gli effetti. Nei gruppi di formazione per psicoterapeuti infantili il conflitto assume spesso figurazioni visibili e invisibili. Nei processi formativi con lo psicodramma si evidenziano percorsi evocatori di immagini che vanno dallo scontro tra bande armate al gioco dei bisticci fino all'integrazione delle differenze. Le psicoterapie sono oggi una galassia dai confini incerti e, come formatori, dobbiamo pensare ad un sistema aperto di conoscenza. Si dovrebbe mantenere la consapevolezza che non č impossibile che il processo vari da analista a analista, forse da paziente a paziente, in modo molto significativo (Meltzer). La questione č in visibile nei processi formativi della scuola COIRAG alla quale affluiscono sottogruppi con matrici teorico cliniche complesse e non certo univoche. La formazione si dovrebbe muovere nello spirito della COIRAG volto a costruire una storia comune in un tempo in cui tutti abbiamo bisogno di pace. Appare dunque significativo percorrere alcuni passaggi di questo percorso attraverso la formazione dei conduttori per gruppi in etŕ evolutiva. Si descrive il percorso tra emersione delle differenze teoriche, scontro e confronto nella formazione dei conduttori di gruppi in etŕ evolutiva. In analogia con il gioco dei bambini anche i conduttori modulano l'intensitŕ del conflitto attraverso la comparsa e la circolazione di immagini ludiche. Il conflitto che si trasforma in gioco puň facilitare il confronto tra diversitŕ teorico-tecniche.
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Camarero, Jesús. "La théorie de l’autobiographie de Georges Gusdorf." Çédille 4 (April 1, 2008): 57. http://dx.doi.org/10.21071/ced.v4i.5380.

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Abstract:
Un análisis sistematizado de la aportación de Georges Gusdorf a la teoría de la autobiografía, desde distintos puntos de vista: histórico, psicológico, fenomenoló- gico, ontológico, existencialista, estéticolingüístico y ético. Gusdorf es el fundador o iniciador de los estudios sobre la escritura autobiográfica y en sus trabajos presenta un enfoque original, sistemático, riguroso y documentado de la evolución del género autobiográfico. Pero su aportación fundamental es el conjunto de conceptos, definiciones y formulaciones realizadas desde la óptica del filósofo, profesor y humanista que fue Georges Gusdorf. Se incluye una bibliografía completa de la obra del autor.
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Sánchez-Sánchez, Arturo, Fermín Anguiano Salazar, Héctor Daniel Molina Ruíz, Lidia Amalia Zallas Esquer, Wilfrido Isidro Aldana-Balderas, Gabriel Pérez Crisanto, Abigail Quezada Castro, and Cruz García Lirios. "Estructura categorial y subcategorial en la exploracio?n de notas de prensa relativas a la administracio?n de la seguridad migratoria." Revista de Investigación Académica Sin Frontera: División de Ciencias Económicas y Sociales, no. 28 (December 16, 2018): 23. http://dx.doi.org/10.46589/rdiasf.v0i28.192.

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Abstract:
El objetivo del presente estudio es establecer un ciclo sociopsicolo?gico de la inseguridad relativa a la migracio?n y su correspondiente i?ndice para medir el grado de mediatizacio?n de la prensa en torno a las notas periodi?sticas sobre la problema?tica. Para tal propo?sito, se utilizo? la teori?a de los ciclos y la Teori?a del Establecimiento de la Agenda. Se consideraron diez categori?as para el ana?lisis del contenido de las noticias y su ponderacio?n en la estimacio?n del i?ndice. El i?ndice de mediatizacio?n fue considerado bajo a partir del cual se dedujo que el sesgo informativo de la prensa no influiri?a en la opinio?n pu?blica. Sin embargo, al enfocarse la mediatizacio?n de los perio?dicos en la categori?a peligro esta permitio? abrir la discusio?n en torno a las dimensiones y niveles de ana?lisis de las categori?as.
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Eiguer, Alberto. "La crisi della coppia: tre ipotesi teorico-cliniche alternative." INTERAZIONI, no. 2 (July 2010): 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002002.

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Abstract:
La crisi della coppia: tre ipotesi teorico-cliniche alternative, di Alberto Eiguer. L'autore studia in questo testo tre ipotesi che privilegiano l'idea di novitŕ: 1) la psiche della coppia non č il prodotto esclusivo della psiche individuale dei partner, bensě la creazione di un processo psichico specifico; 2) la crisi della coppia č animata da funzionamenti originali perché non si potrebbe spiegarla con la sua strutturazione abituale; 3) č specifica rispetto alle altre crisi: č l'espressione di conflitti aperti aspri e manifesti che mettono in gioco la differenza tra i generi. Pertanto, l'autore ricorda i concetti teorici sulla teorica della crisi e le manifestazioni di quest'ultima quando colpisce la coppia. Nonostante corroda profondamente la coppia, questa puň uscirne rafforzata dalla prova. La crisi svela le faglie del riconoscimento dell'altro nella sua alteritŕ. L'esempio di terapia psicanalitica di coppia permette di illustrare queste idee.
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Menjura Escobar, Maria Inés. "La formación integral de la estudiante rosarista a partir del trabajo pedagógico centrado en el Paradigma Pedagógico Rosarista, la teoría de las inteligencias múltiples y la enseñanza para la compresión. Visión prospectiva»." Plumilla Educativa 3, no. 1 (June 9, 2004): 125–30. http://dx.doi.org/10.30554/plumillaedu.3.637.2004.

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Abstract:
Una propuesta que justifique un ejercicio pedagó-gico centrado en el desarrollo holista de las estu-diantes del Colegio Nuestras Señora del Rosario de la ciudad de Manizales, pertinente con los cambios y adelantos de la época y con el carisma Institucional, supuso desde siempre la construcción colectiva de un plan de formación orientado a responder a las necesidades y expectativas Institucionales y a los estándares de calidad a nivel mundial. Así fue como la comunidad educativa del colegio de Nuestra se-ñora del Rosario- Manizales; después de conocer los desarrollos de los Psicólogos en Educación optó por la propuesta de Howard Gardner...
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Comberiati, Daniele. "La colonia cinese: Le rappresentazioni culturali e letterarie della Concessione italiana di Tientsin nella letteratura e nella cultura italiana del Novecento." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (August 10, 2014): 398–410. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814540421.

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Abstract:
Pur essendo stata breve e marginale rispetto alle altre esperienze coloniali, la Concessione italiana di Tientsin (1901–1947), unica esperienza di colonizzazione italiana in Asia, è interessante per le particolari dinamiche di decostruzione e ricostruzione dell’identità nazionale di cui è stata portatrice. Attraverso lo studio delle rappresentazioni letterarie e culturali di cui è stata oggetto (dai romanzi tardo-futuristi del collettivo marinettiano de I Dieci fino al fumetto Shanghai Devil di Gianfranco Manfredi, passando per le autobiografie degli ufficiali e per i testi degli esploratori, senza dimenticare di motivare “l’assenza” della Concessione italiana di Tientsin negli scritti sulla Cina degli scrittori degli anni Sessanta), la concessione cinese può, infatti, rappresentare una sorta di “laboratorio del colonialismo”, dove più evidenti sono le contraddizioni e i conflitti della presunta omogeneità nazionale. Nell’articolo, attraverso un’analisi diacronica e grazie all’apporto delle teorie postcoloniali e degli studi sulla razza, si passano in rassegna non solo i testi letterari su Tientsin, ma anche le dinamiche orientaliste e le rappresentazioni della razza e dell’identità italiana che essi mettono in gioco.
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Eiguer, Alberto. "L'ascolto terapeutico dei legami intersoggettivi nella famiglia: la funzione delle identificazioni." INTERAZIONI, no. 1 (July 2011): 43–57. http://dx.doi.org/10.3280/int2011-001004.

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Abstract:
La teoria e la pratica dell'intersoggettivitŕ sottolineano che gli apparati psichici di due o piů soggetti funzionano in modo reciproco. L'identificazione gioca un ruolo attivo in questi scambi: essere in risonanza con l'altro significa potersi mettere al suo posto e identificarsi con il suo vissuto. L'identificazione con il bambino suppone un lungo sviluppo d'impregnazione dell'Io, che lo modifica in modo tale da includere al suo interno aspetti del funzionamento o della personalitŕ dell'altro. Non ci si identifica con l'altro senza essere sconvolti dal legame con lui, da quello che esprime o mostra; prima di identificarsi con lui, č necessario riconoscere il suo posto all'interno dei legami di parentela. Per esempio, la madre identifica il padre (lo designa) come il genitore del bambino e viceversa. Di conseguenza, si nota che l'identificazione puň adottare tre forme, a seconda delle tre varianti grammaticali del verbo identificare: attributiva, riflessiva e passiva: "io ti identifico ad un altro", "io mi identifico a te o ad un terzo", "io sono identificato da un altro come un tale". Nella pratica clinica con i bambini o gli adolescenti, si osserva chiaramente che un genitore misconosciuto nella sua funzione puň essere "rigettato" dal figlio perché non si creano le condizioni affinché egli possa essere preso come modello. L'idea dell'intersoggettivitŕ sottolinea che questi posizionamenti sono determinati e sovra determinati dall'intersoggettivitŕ tra i genitori e, piů in generale, tra i differenti membri della famiglia. Cosě come il riconoscimento č "mutuo", l'identificazione č sempre "reciproca". Delle illustrazioni di terapie e analisi mostrano le diverse prospettive che possono aprirsi dal concetto di intersoggettivitŕ.
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Lorenzini, Alberto. "I livelli della coscienza in forma di panino: la teoria dell'azione terapeutica di Alexandra Harrison." RICERCA PSICOANALITICA, no. 3 (September 2012): 49–58. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003006.

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Abstract:
La microanalisi prospetta all'analista un decisivo cambiamento di prospettiva, dal primato delle parole a quello della comunicazione non verbale. Si tratta di una novitŕ sconcertante, ma anche potenzialmente creativa, che apre nuovi scenari per quanto riguarda la natura della psiche. Osservando il flusso dello scambio procedurale nel quale siamo costantemente immersi, possiamo tranquillamente dire che in esso la mente e il corpo si confondono e diventano una cosa sola. L'azione terapeutica, inquadrata in questo contesto, si gioca fra affidamento e scelta consapevole, ma l'oggetto verso il quale s'indirizza non č piů concepibile nella forma di una mente separata e si rivela come sistema diadico (o poliadico) che tende ad una progressiva complessificazione. L'autore collega alcune esperienze personali di rapporto con una gazza ladra con quelle raccontate da Roger Fouts a proposito dei suoi scimpanzé parlanti e con la tecnica terapeutica che ci č stata presentata da Alexandra Harrison.
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Dimand, Mary Ann. "English Voting Theorists of the 19th Century: An Early Cooperative Game Theory Approach." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 1 (April 1, 1994): 55–68. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539842.

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Abstract:
Abstract Sino ad oggi gli economisti, con l’eccezione di Duncan Black, non hanno prestato molta attenzione agli studi sulla rappresentanza proporzionale, un tema che ha suscitato molto interesse in Inghilterra nel secolo scorso.In questo scritto si analizzano le indagini più importanti di quel periodo, mostrando le loro relazioni con la teoria dei giochi cooperativi. Alla base, infatti, di queste indagini vi era il proposito di affrontare con un qualche criterio di equità il problema delle divergenze di opinione tra individui aumentando il valore del voto delle minoranze, in modo da incoraggiare i votanti ad esercitare i loro diritti in modo responsabile.Un limite individuato da questi studi è che i governi di coalizione eletti con il criterio della rappresentanza proporzionale tendono ad avere una vita più breve di quelli conseguenti alla regola maggioritaria. Si tratta, tuttavia, di una critica che si può considerare valida soltanto se l’obiettivo è quello di avere un governo dotato di forte potere.Nel complesso, la caratteristica più significativa della rappresentanza proporzionale individuata da questi studi è costituita dal riconoscimento che una votazione è un giuoco co operativo e che le dimensioni di una coalizione efficace dipendono dalle regole di voto.
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Martínez Bello, Joel, Christian Bucio Pacheco, José Alfonso Aguilar Fuentes, Francisco Javier Rosas Ferrusca, Wilfrido Isidro Aldana Balderas, and Adriana Vanessa Blanes Ugarte. "Estructura nodal exploratoria de la administracio?n de la seguridad migratoria en los medios impresos." Revista de Investigación Académica Sin Frontera: División de Ciencias Económicas y Sociales, no. 28 (December 16, 2018): 23. http://dx.doi.org/10.46589/rdiasf.v0i28.185.

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Abstract:
El objetivo del presente estudio es establecer un ciclo sociopsicolo?gico de la inseguridad relativa a la migracio?n y su correspondiente i?ndice para medir el grado de mediatizacio?n de la prensa en torno a las notas periodi?sticas sobre la problema?tica. Para tal propo?sito, se utilizo? el ciclo de Kondratieff y la Teori?a del Establecimiento de la Agenda de McCombs. Se consideraron diez categori?as para el ana?lisis del contenido de las noticias y su ponderacio?n en la estimacio?n del i?ndice. El i?ndice de mediatizacio?n fue considerado bajo a partir del cual se dedujo que el sesgo informativo de la prensa no influiri?a en la opinio?n pu?blica. Sin embargo, al enfocarse la mediatizacio?n de los perio?dicos en la categori?a peligro esta permitio? abrir la discusio?n en torno a las dimensiones y niveles de ana?lisis de las categori?as.
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Aloisio, Miriam. "Architettura e scrittura in Fantasmi romani di Luigi Malerba." Quaderni d'italianistica 36, no. 2 (July 27, 2016): 127–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26902.

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Abstract:
Questo studio è un’analisi testuale di Fantasmi romani (2006) che mira ad illustrare come sia avvenuto un mutamento ideologico nella poetica di Luigi Malerba, che da autore di romanzi divertente e divertito, si presenta ora come un commentatore amareggiato dell’epoca contemporanea. Avvalendomi delle teorie di Remo Cesarani e di Fredric Jameson, secondo cui in conseguenza del tramonto delle “grandi metanarrazioni”, sono apparse nuove forme dello spazio cittadino e nuove tendenze architettoniche, analizzo come i protagonisti di Fantasmi romani vivano in uno stato di disagio e “smarrimento esistenziale” all’interno della metropoli romana. Laddove il personaggio di Clarissa cercherà di orientarsi leggendo i segni magici che la città le offre, l’architetto Giano prima porterà avanti il suo progetto architettonico di distruggere e ricostruire una nuova Roma; poi, attraverso il suo romanzo, cercherà invano di riordinare e dunque, cambiare, la società in cui vive. La consapevolezza del fallimento del progetto utopistico (l’architettura) e della creazione di un romanzo (la scrittura), è il segno di una preoccupazione radicata da parte dell’autore per lo stato attuale delle cose. Se inizialmente la cognizione della crisi ecologica, culturale, relazionale che percorre le pagine degli scritti malerbiani era mitigata da divertissement filologico, gioco linguistico e coinvolgente comicità in romanzi come ad esempio Il serpente, Salto mortale, il Protagonista, essa affiora invece nel testo dell’ultimo romanzo attraverso un sentimento di sfiducia e rassegnazione.
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Barrera Magaña, Luis Jonathan. "Proceso de Enfermería a paciente con quemaduras de tercer grado basado en la teoría de Gordon." Revista CuidArte 6, no. 12 (August 11, 2017): 56. http://dx.doi.org/10.22201/fesi.23958979e.2017.6.12.69130.

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Abstract:
<div>El presente trabajo es un Proceso de Enfermer&iacute;a</div><div>aplicado al se&ntilde;or G.T. R. de 70 a&ntilde;os de edad en la</div><div>Unidad M&eacute;dica de Alta Especialidad Hospital de</div><div>Traumatolog&iacute;a, Ortopedia y Rehabilitaci&oacute;n &ldquo;Dr.</div><div>Victorio de la Fuente Narv&aacute;ez&rdquo; en un periodo</div><div>comprendido del 2 al 5 de mayo del 2017. Mecanismo</div><div>de producci&oacute;n de la quemadura fue fuego directo,</div><div>conforme a la regla de los 9 propuesta por Wallace</div><div>es de 4 % de SCTQ localiz&aacute;ndose en miembro</div><div>p&eacute;lvico izquierdo a nivel de muslo posterior; de</div><div>acuerdo a su profundidad es de tercer grado, ya que</div><div>presenta destrucci&oacute;n total del espesor de la piel, el</div><div>lecho de la quemadura es color marr&oacute;n obscuro e</div><div>indolora. Como datos de importancia se identifica:</div><div>Hipertensi&oacute;n y diabetes mellitus tipo II, con falta</div><div>de apego al tratamiento farmacol&oacute;gico, diet&eacute;tico y</div><div>actividad f&iacute;sica, signos vitales F.C. 77/min, F.R. 24/</div><div>min T/A 154/97 mmHg, T/A media: 116 mmHg</div><div>y T.C. de 37&deg; C, escala de dolor EVA 8/10, campos</div><div>pulmonares con ausencia de murmullo vesicular</div><div>en zona basal, hematuria (probable hiperplasia</div><div>prost&aacute;tica valorado por el servicio de urolog&iacute;a),</div><div>balance h&iacute;drico negativo de 300 cc; estre&ntilde;imiento</div><div>desde hace 4 d&iacute;as, se eval&uacute;a edema pulmonar, edema</div><div>en miembros tor&aacute;cicos, p&eacute;lvico y en escroto de</div><div>+++ valorado con signo de Godet, emocionalmente</div><div>se observa irritable, con depresi&oacute;n manifestando</div><div>deseos de morir. Las principales intervenciones</div><div>realizadas fueron: control-manejo del dolor,</div><div>balance h&iacute;drico negativo, vigilancia de signos de</div><div>infecci&oacute;n, monitoreo respiratorio, oxigenoterapia,</div><div>apoyo emocional, cuidados al paciente encamado,</div><div>prevenci&oacute;n de infecciones.</div>
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D'Ovidio, Fabrizio. "L'effetto dei legami positivi e negativi sulle prestazioni sportive." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 62–90. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002003.

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Abstract:
L'assunto teorico dell'indagine condotta si basa sull'influenza agita sulle prestazioni dalle relazioni instaurate tra i membri di squadre sportive. L'impiego della Social Network Analysis (SNA) in questo contesto di studio si rende estremamente pertinente, dato che le squadre sportive presentano confini netti, costituiscono gruppi di soggetti ben definiti (reticoli completi), generano misure di outcome facilmente misurabili e l'efficacia dell'interdipendenza tra i propri membri produce un impatto diretto sulle performance (Lusher et al., 2010). L'unitŕ di analisi č costituita dai match disputati dalle squadre campionate, appartenenti a quattro specialitŕ sportive (pallacanestro, pallavolo, pallamano e pallanuoto) e distinti livelli di intensitŕ agonistica (dalla massima serie al dilettantismo). Attraverso gli strumenti della SNA, nell'indagine condotta vengono rilevate le relazioni interpersonali di matrice professionale e amicale: le prime misurano l'intesa di gioco e la reputazione professionale di ciascun giocatore; le seconde catturano quanto spesso gli atleti dichiarano di frequentarsi al di fuori dell'ambiente sportivo. I legami instaurati tra i giocatori vengono inoltre distinti in positivi e negativi. La ricerca si concentra perlopiů sulle relazioni di segno negativo in virtů della teoria dell'asimmetria negativa dei legami, secondo la quale gli eventi negativi stimolano una maggiore attivitŕ fisiologica, affettiva, cognitiva e comportamentale rispetto a quelli positivi o neutri (Labianca e Brass, 2006). Le medie degli indegree centrality dei legami positivi e negativi, e di tipo professionale e amicale, vengono impiegate per predire le performance collettive delle squadre, operativizzate attraverso la differenza standardizzata dei punteggi ottenuti in ciascun match. L'analisi condotta dimostra che l'appartenenza ad una serie agonistica rispetto ad un'altra influenza notevolmente l'effetto dei legami sulle prestazioni: in generale, i legami positivi si rendono premianti in termini di rendimento per le squadre professioniste, mentre quelli negativi risultano ostacolare le performance delle squadre meno professionali. Nello specifico, nelle squadre professioniste le relazioni di antipatia e di ostilitŕ tra i giocatori sono neutralizzate dall'osservanza delle regole tecniche in base alle quali essi sono chiamati ad interagire - osservanza che fa tutt'uno con la professionalitŕ loro richiesta, mentre le relazioni di segno positivo si rendono estremamente determinanti. Nel caso delle squadre non professioniste (i cui atleti percepiscono solo modesti vantaggi economici dall'attivitŕ agonistica sportiva), al contrario, i legami negativi tra i giocatori in campo (anche se in media assai meno frequenti che tra i giocatori professionisti) peggiorano sensibilmente i risultati conseguiti, mentre quelli positivi non dimostrano avere alcun effetto significativo.
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Santos, Maria Rosimary Soares dos, Ricardo Musse, and Afrânio Mendes Catani. "Desconstruindo a educação superior, os direitos humanos e a produção científica: o bolsonarismo em ação (Deconstructing higher education, human rights and scientific production: Bolsonarism in action)." Revista Eletrônica de Educação 14 (October 29, 2020): 4563135. http://dx.doi.org/10.14244/198271994563.

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Abstract:
The article examines the rise of the extreme right in the country and the arrival of Jair Bolsonaro in power in the 2018 presidential elections. It analyzes the characteristics of Bolsonarism and its government, as well as its proposals and consequences for public higher education and the production of knowledge in Brazil. It identifies the predominance of cultural war within the scope of the Ministry of Education, manifested in the clash - a contradiction that does not exist in other spheres of government - between market defenders, the ultra-liberals who want to privatize the teaching of daycare to post-graduation, and those who intend to safeguard the state control. Discusses the effects of Constitutional Amendment no. 95/2016 in the deepening of the education and science & technology financing crisis by making the flow of public fund resources to rentier elites structural. It proposes that the proposition programs like Future-se aim to change the social function of public universities in the perspective of cultural war, that is, from the perspective of autocracy, anti-scientific thought, commodification, and utilitarianism that guide the actions of the current government. The anti-Enlightenment, autocratic, conservative and denialist foundations of Bolsonarism presuppose the destruction of the public university as an autonomous institution, producing new knowledge and capable of ensuring the freedom of professorship.ResumoO artigo examina a ascensão da extrema direita no País e a chegada ao poder de Jair Bolsonaro nas eleições presidenciais de 2018. Analisa as características do bolsonarismo e do governo, assim como suas proposições e consequências para a educação superior pública e para a produção do conhecimento no Brasil. Identifica a predominância da guerra cultural no âmbito do Ministério da Educação, manifestada no embate – contraposição inexistente nas demais esferas do governo – entre defensores do mercado, os ultraneoliberais que querem privatizar o ensino da creche à pós-graduação, e aqueles que pretendem resguardar o controle estatal. Discute os efeitos da Emenda Constitucional no. 95/2016 no aprofundamento da crise do financiamento da educação e da ciência & tecnologia ao tornar estrutural o escoamento dos recursos do fundo público para as elites rentistas. Propugna que a proposição de programas como o Future-se tem como objetivo refuncionalizar as universidades públicas na perspectiva da guerra cultural, ou seja, sob a ótica da autocracia, do anticientifismo, da mercantilização e do utilitarismo que norteiam as ações do atual governo. Os fundamentos anti-iluministas, autocráticos, conservadores e negacionistas do bolsonarismo pressupõem a destruição da universidade pública como instituição autônoma, produtora de conhecimento novo e capaz de assegurar a liberdade de cátedra.ResumenEl artículo examina el ascenso de la extrema derecha en el país y la llegada al poder de Jair Bolsonaro, en las elecciones presidenciales de 2018. Analiza las características del bolsonarismo y de su gobierno, así también, sus proposiciones y consecuencias para la educación superior pública y para la producción de conocimiento en Brasil. Identifica el predominio de la guerra cultural en el ámbito del Ministerio de Educación, manifestado en el enfrentamiento – la contraposición inexistente en las demás esferas del gobierno – entre los defensores del mercado, los ultraneoliberales que quieren privatizar desde la educación de la primera infancia, hasta la educación postgraduada, y aquellos, que pretenden conservar el control estatal. Se discuten los efectos de la Enmienda Constitucional N°. 95/2016, en torno a la profundización de la crisis del presupuesto de la educación y de la ciencia y la tecnología al tornar estructural el flujo de los recursos del fondo público para las élites rentistas. Se propone que la propuesta de programas como "Future-se" tienen como objetivo de cambiar la función social de las universidades públicas en la perspectiva de la guerra cultural, o sea, bajo la óptica de la autocracia, del anticientificismo, de la mercantilización y del utilitarismo que nortea las acciones del actual gobierno. Los fundamentos anti-iluministas, autocráticos, conservadores y negacionistas del bolsonarismo presuponen la destrucción de la universidad pública como institución autónoma, productora de conocimiento nuevo y capaz de asegurar la libertad de cátedra.Palavras-chave: Bolsonarismo, Educação superior no Brasil, Produção científica, Direitos humanos.Keywords: Bolsomarism, Brazil Higher Education, Scientific production, Human rights.Palabras clave: Bolsonarismo, Educación superior en Brasil, Producción científica, Derechos Humanos.ReferencesADORNO, Theodor W. Estudos sobre a personalidade autoritária. São Paulo: Unesp, 2019.ADORNO, Theodor. “Teoria freudiana e o padrão da propaganda fascista”. In: Ensaios sobre psicologia social e psicanálise. São Paulo, Unesp, 2015.ALEGRE, Manuel. País de Abril: uma antologia. Lisboa: Dom Quixote, 2014.ANDERSON, Perry. As origens da pós-modernidade. Rio de Janeiro: Jorge Zahar, 1999.ANTONIONI, Michelangelo. O fio perigoso das coisas e outras histórias. 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Anglani, Alessandro. "Sephirot – Il Gioco: passaggio tra rappresentazione e simulazione." Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, no. 3 (December 28, 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/16829.

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Abstract:
Partendo dalla teoria dell'homo ludens di Huizinga, il caso di studio che propongo è SEPHIROT-IL GIOCO©, il metodo di creazione di performance interattive da me creato nel 2018 dopo un attento studio delle strutture narrative ipertestuali. Il progetto nasce per valorizzare la presenza del pubblico in sala, in quanto "co-creatore" dell'opera, permettendo l'applicazione delle più recenti tecnologie di AR e VR su strutture testuali algoritmiche anche tramite online streaming. La mia intenzione è quella di ribaltare la struttura dello spettacolo tradizionale e permettere al pubblico di cambiarne la forma attivamente. La correlazione tra Teatro e Gioco non è nuova, ma sono evidenti le resistenze di alcune visioni che vorrebbero che to play e recitare fossero due compartimenti stagni. Da queste riflessioni nasce la necessità di creare performance interattive strutturate secondo principi di interattività, ipermedialità, ipertestualità e proceduralità.
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Galimberti, Andrea. "I contesti di apprendimento sottesi al sentire e al performare nel capitalismo contemporaneo." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00142.

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Abstract:
L’articolo si propone di affrontare la riflessione sulla relazione tra pedagogia ed economia ancorandola a due focalizzazioni. La prima è rappresentata dall’agire razionale come calcolo fondato sulla competizione (come, ad esempio, nella teoria dei giochi) che invita a strutturare una certa fisionomia di homo oeconomicus. La seconda, che problematizza e in parte contraddice la prima, porta in primo piano la dimensione del “sentire” inteso come macchina – in senso deleuziano - che forma e con-forma gusti e habitus, intercettando e plasmando l’immaginario. Nel primo caso viene fondata una visione economica strettamente razionale e antagonista, nel secondo si mettono in gioco forze differenti che Lyotard riassumeva nell’espressione di “economia libidinale”. Lo sguardo pedagogico ha la possibilità di mettere in luce i contesti di apprendimento che vengono proposti, incentivati e implicitamente convalidati da entrambe queste premesse di fondo, misurandosi con la loro diffusione, a volte sottile e inattesa, nella sfera educativa
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Orioles, Vincenzo. "I contatti interlinguistici nel modello teorico di Eugenio Coseriu." ENERGEIA. ONLINE JOURNAL FOR LINGUISTICS, LANGUAGE PHILOSOPHY AND HISTORY OF LINGUISTICS, October 15, 2022, 161–75. http://dx.doi.org/10.55245/energeia.2022.006.

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Abstract:
La riflessione di Coseriu sul contatto interlinguistico si inserisce in modo coerente nell’edificio teorico complessivo dello studioso romeno richiamandone e confermandone i capisaldi e le principali antinomie. Così ad esempio gli influssi esogeni entrano in gioco sullo sfondo della sua concezione del cambio linguistico e in particolare della dialettica tra “innovazione” e “adozione”.Un altro criterio fatto valere dallo studioso si collega con la nota distinzione tra ‘sistema’ e ’norma”: non tutte le innovazioni che agiscono sulla ‘norma’ producono effetti sugli equilibri del ‘sistema’. Il contributo prende poi in esame singoli aspetti del contatto tra lingue, tra cui le peculiari manifestazioni dell’interferenza nel parlante adulto e colto e il peso da assegnare agli influssi di sostrato. Pur non ignorando il contributo di Weinreich alla tematizzazione del contatto, la posizione teorica di Coseriu si caratterizza per il fatto di elaborare un modello esplicativo che incorpora l’innovazione esogena “in den Rahmen einer Theorie des Sprechens”, collocata sullo stesso piano delle creazioni interne ad una lingua.
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Casertano, Giovanni. "Ippone l’ateo e la storia dell’umido." Revista Archai, no. 31 (March 6, 2021). http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_31_02.

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Abstract:
A dispetto della stroncatura di Aristotele, Ippone, nel V secolo a.C., si dimostra un pensatore ben inserito nelle correnti culturali più vive ed interessanti del suo secolo. Accomunato ai Milesi per aver posto l’acqua come principio di tutte le cose, è stato considerato anche un pitagorico per aver affermato l’importanza del gioco dei contrari nel nascere e nell’evolversi delle cose. In realtà, queste caratterizzazioni si dimostrano piuttosto generiche, e l’appartenenza a questa o a quella scuola non dà ragione della specificità della sua posizione nell’ambiente culturale mediterraneo e magno-greco, specificità ben rinvenibile anche nella scarsezza delle testimonianze. Più che l’acqua, per Ippone, ammesso che abbia voluto stabilire un’arché di tutte le cose, è l’umido a giocare un ruolo fondamentale nell’essere e nel divenire delle cose. In questo articolo si tenta anche di tracciare un profilo della storia dell’umido, dai Milesi a Eraclito, ad Alcmeone, a Diogene di Apollonia, fino a Democrito. E si vuole inoltre sottolineare come esso rientri anche nel campo specifico delle sue riflessioni, incentrate soprattutto nel campo biologico ed embriologico, riflessioni sempre obbedienti, più che a teorie generali, all’osservazione dell’esperienza concreta.
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