Academic literature on the topic 'Teologia dantesca'

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Journal articles on the topic "Teologia dantesca"

1

Di Martino, Simona. "Le visioni letterarie di Alfonso Varano e Giacomo Leopardi: tra teologia e ghost story?" Quaderni d'italianistica 43, no. 1 (January 26, 2023): 57–80. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v43i1.40178.

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Abstract:
L’articolo intende analizzare il ruolo della notte come momento privilegiato per il manifestarsi di visioni di defunti ed entità soprannaturali nelle Visioni sacre e morali di Alfonso Varano, pubblicate postume nel 1789, e nell’“Appressamento della morte,” composto nel 1816, di Giacomo Leopardi. Nonostante l’impianto moralistico di tali opere e il loro debito alla tradizione medievale e soprattutto dantesca, i poemetti presi in esame dimostrano che il fenomeno delle visioni è fortemente caratterizzato da elementi, quali terrore e meraviglia, che compaiono anche nei romanzi gotici che nello stesso periodo si stavano diffondendo nel resto d’Europa e particolarmente nel contesto anglosassone. La notte, pertanto, confermandosi lo spazio temporale più propizio per l’apparizione degli spiriti, contribuisce alla creazione di un immaginario “fantasmagorico” italiano moderno, suggerendo un’interpretazione delle due opere scelte in termini di una ghost story italiana ante litteram.
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Toppan, Laura. "“Là ‘ve il vocabol suo diventa vano / arriva’ io forato nella gola”: riprese e rielaborazioni dantesche nella poesia di Mario Luzi." Revista de Italianística, no. 27 (June 6, 2014): 25. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i27p25-42.

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Abstract:
O poeta Mario Luzi (1914-2005) confrontou-se com a poesia de Dante desde o início de sua atividade literária, tanto que ao longo do tempo os seus versos assumiram o caráter de uma moderna viagem dantesca, cheia de incertezas, dúvidas e enganos. Luzi ficou profundamente fascinado tanto pela mens poética de Alighieri, que consegue reunir as múltiplas experiências dos casos humanos, quanto pela “unidade da ideia”: uma unidade que também era fé, teologia, uma ideia que se cinde em inúmeras personagens, em um eu que, embora se materialize em inúmeras pessoas, permanece si próprio. Por meio de alguns exemplos intertextuais, este estudo procura demonstrar de que maneira as retomadas e as reelaborações dantescas dos versos da Commedia são o testemunho de uma presença constante da obra de Dante nas coletâneas de Luzi, às vezes de maneira bastante explicita, noutras vezes de maneira mais velada. O Purgatório mostra ser o canto de referência, sendo a única em que o tempo vige, e portanto a que representa a condição humana, que è uma experiência de dor e de ressarcimento possível que se dá in corpore vivi. O conceito de poema “em andamento”, “em ação”, assim como é a Commedia para Luzi, corresponde também a seu sentir, à sua poética, a ponto de tornar-se o texto ao qual apelar continuamente, sobretudo nos momentos de transformação de sua escritura
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Ribeiro, Anne Caroline do Nascimento, and Juciane dos Santos Cavalheiro. "Entre a entidade terrena e deífica de Beatriz: transfigurações da musa dantesca em Vida Nova e na Divina Comédia." Revista de Italianística, no. 43 (December 31, 2021): 36–50. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i43p36-50.

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Abstract:
Neste estudo, centrar-nos-emos na inspiração máxima de Dante Alighieri, Beatriz. Um dos grandes trunfos da musa – e de Dante, ao construí-la de forma tão elaborada – encontra-se na transmutação que a personagem recebe nas obras de Dante: no amor cortês e stilnovista de Vida Nova, na filosofia de Convívio, e nas alegorias e na teologia de A Divina Comédia, é possível, através dela, tecer uma representação não apenas da intelectualidade do homem medieval, mas também das diferentes representações da mulher na literatura do trecento. É na personagem que também encontramos o maior símbolo desta escola literária italiana, que nos permitirá divisar o auge da concepção da mulher como figura beatificada na Idade Média. Beatriz, como uma figura profética, traz consigo a gênese da literatura italiana. Por exprimir tal efeito de transformação em cada obra dantesca e por se constituir de sentidos que se suplementam e, ao mesmo tempo, que denotam a mudança gradual da personagem, iniciaremos tratando da gênese de Beatriz em Vida Nova até sua transfiguração post mortem na Comédia.
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4

Aversano (book author), Mario, and Anna-Sophie Tamm (review author). "Il velo di Venere. Allegoria e teologia dell'immaginario dantesco." Quaderni d'italianistica 10, no. 1-2 (October 1, 1989): 335. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v10i1-2.10441.

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5

Bender, Niklas. "Zum Verhältnis von Staat und Religion bei Dante: Das heikle Beispiel König Sauls." Deutsches Dante-Jahrbuch 97, no. 1 (October 24, 2022): 83–108. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0002.

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Abstract:
Riassunto L’opera dantesca è attraversata da un rapporto conflittuale tra pensiero politico e religioso, tra monarchia universale (concetto chiave nella Monarchia) e visione religiosa del mondo (essenziale alla Commedia). La vicenda di Saul occupa una posizione di rilievo in questo rapporto: simbolo del potere terreno, scelto da Dio e dal suo profeta Samuele come primo re d’Israele, Saul cade in disgrazia, per venire poi sostituito da Davide. L’articolo presenta la storia biblica e la sua ricezione presso quattro autori fondamentali del pensiero teologico e politico medievale per analizzare in seguito la rappresentazione dantesca dell’esempio di Saul, nel Purgatorio (canti X e XII) e nei trattati. Da una parte Saul, contrapposto a Davide, funge da figurazione della superbia, dall’altra costituisce un’eccezione, un intervento diretto di Dio nel campo politico.
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6

Arnaldi, Marta. "Terapia della traduzione nel Purgatorio di Dante." Quaderni d'italianistica 41, no. 2 (June 11, 2021): 9–32. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36769.

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Abstract:
Questo saggio muove da tre considerazioni critiche: che il terzo luogo o spazio del purgatorio sia intimamente traduttivo; che l’accezione metaforica di ‘traduzione’ non sia fenomeno unicamente linguistico ma comprenda traslazioni fisiche e metafisiche; e che i linguaggi della mistica e della malattia, apparentemente scollegati, presentino un’analoga resistenza nei confronti del linguaggio, concettualizzabile come ‘intraducibilità’. Il presente saggio affronta queste tre aree in modo organico e sintetico. Da un lato, viene proposta una nuova interpretazione del purgatorio dantesco, fondato sulla traduzione in quanto processo di transizione e intermedietà. Dall’altro, il saggio interpreta il viaggio di Dante come metafora della cura, facendo della traduzione una teologia della terapia.
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7

Mehtonen, P. M., and Jaana Vaahtera. "Noble Negation: The Value of Linguistic Spaces in Dante's De vulgari eloquentia." Rhetorica 33, no. 4 (2015): 393–408. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2015.33.4.393.

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Abstract:
Riassunto: Cominciando dall'intrigante, per il lettore, descrizione del locale del primo Discorso, il De vulgari eloquentia di Dante Alighieri (c. 1304–1305) conduce chi lo legge attraverso una serie di ambigui commenti sui luoghi e spazi (curia, aula) legati al vernacolo illustre. Questo crea nuovi spazi linguistici nell'immaginazione del lettore: cammini paralleli del pensiero, congetture, suspence. Il presente saggio intende sostenere che l'affermazione e susseguente negazione – o denarrazione – dei luoghi, più o meno concreti, trasferisce la discussione di Dante, e ugualmente la lingua discussa, in uno spazio più astratto, dove la formalizzazione del volgare, o vernacolo illustre, si realizza. L'ingegnosa funzione degli spazi alternativi che emerge risulta essere sotto stimata se essi devono essere ridotti puramente al risultato di singole metafore o alla riluttanza di Dante a prendere posizione in una controversia di carattere teologico sull'origine del linguaggio. Una simile variante di narrazione non affermativa rende possibile a Dante di assegnare all'illustre vernacolo un somigliante vuoto ontologico tra l'essere e il non essere come nel caso del riferimento biblico alle prime lingue umane. L'ambiguo spazio che di conseguenza risulta essere creato per il volgare illustre è il luogo dove il volgare può essere soggetto alla razionale investigazione dantesca.
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8

Haugmark, Knud. "Ørefigenmysteriet. Tre tyske eksempler på intertekstualitet i satirens tjeneste." Magasin fra Det Kongelige Bibliotek 28, no. 2 (June 24, 2015): 41–56. http://dx.doi.org/10.7146/mag.v28i2.66821.

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Abstract:
Selv om ingen vistnok har foreslået at tolke Johannes hallucinationer på Patmos som satire, er der så meget samfundskritik i åbenbaringen, at der går en lige linje til Dantes Inferno, hvor læserne kunne godte sig over de straffe for eksempel Firenzes kendte borgere måtte lide i Helvede. Nogle straffe afspejlede synderens brøde; spåmænd blev i eksempelvis straffet ved at skulle gå baglæns uden at dreje hovedet. Mens tredveårskrigen hærger i Europa, lader teologen og forfatteren Johan Michael Moscherosh en jeg-fortæller gå i samme spor og fortælle, at digtere og musikere pines i Helvede ved at skulle høre på deres egne værker. Bogen, der havde et fransk forlæg, hedder Wunderbahre Satyrische gesichte Verteutscht durch Philander von Sittewalt og udkom i 1640. Den har teologen, forfatteren og debattøren Johannes Lassenius givetvis læst, inden han skrev sin satire, Arcana, som affødte et stridskrift af en “Schüler aus Quedlinburg”, Johan Christoffer Kilian, der her citerer William Ames’ bitre, sarkastiske kritik af førnævnte Lassenius. De to stredes om, hvorvidt Quakerne, en skotsk protestantisk antiautoritær sekt, kunne retfærdiggøres. Debat, strid og kritik har det syttende århundrede ikke manglet og sådan får teksterne mange berøringspunkter. Lassenius brugte imidlertid intertekstualiteten til at indgå en kontrakt med læseren, hvor man skal huske at læse det, der står med småt …
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9

Klettke, Cornelia. "Das Universum als gefühlte Wahrheit jenseits des Wissens. Zum XXXIII. Gesang von Dantes Paradiso." Deutsches Dante-Jahrbuch 91, no. 1 (January 8, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2016-0009.

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Abstract:
RiassuntoIl contributo evidenzia la particolare importanza che l’amore riveste per il cristiano alla ricerca della Verità. Lo sfondo concettuale del Canto XXXIII deriva dalla teologia di San Bernardo, la cui figura guida Dante-pellegrino verso la fine del suo viaggio. Teologia, questa, che prevede un nuovo rapporto del cristiano con un Dio-Padre misericordioso e con la Madre di Dio. Dante inscena la contemplazione mistica di Dio attraverso una serie di paragoni che non scaturiscono dall’esperienza che il poeta fa di Dio bensì, grazie ad una figuratività comprensibile per l’intelletto umano, costituiscono solo una rappresentazione attenuata dell’intuita sublimità del Divino. La vicinanza a Dio, di cui un estasiato può aver fatto esperienza nella propria visione, può essere resa solo indirettamente da chi scrive. L’Autore cerca di accostarsi all’essenza di Dio attraverso tre grandi immagini - il nodo, i cerchi trinitari e la quadratura del cerchio - rivelando le loro conformità strutturali: tutte e tre le immagini sono geometrizzazioni del Divino. Ogni volta viene esplicitamente messo in rilievo l’incrocio del concetto visivo con l’indicibile e irrappresentabile sentimento d’amore, collocando così la Verità in una sfera irraggiungibile. Come Cristo nel velo della Veronica, così Dante-uomo reale si trasforma e s’imprime, per così dire, nel tessuto sacro del suo »sacrato poema«. La nostra lettura intende mettere in risalto come il testo dantesco, soprattutto alla fine della Commedia, esalti l’amore, inteso come idea portante del Cristianesimo, quale culmine della sua intera opera.
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Huss, Bernhard. "Der wissende Pilger und der unwissende Reisende. Eine kursorische Lektüre des XXVI. Gesangs von Dantes Inferno." Deutsches Dante-Jahrbuch 91, no. 1 (January 8, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2016-0005.

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Abstract:
RiassuntoQuesta lettura cursoria si propone di trattare il fondamentale problema del giudizio etico sul viaggio atlantico di Ulisse partendo dall’assunto che lo stesso Ulisse viene destinato da Dante alla condanna infernale e che le ragioni di tale scelta punitiva sono tuttora estremamente discusse dalla critica. Dal racconto autodiegetico dell’ultima azione della sua vita emerge l’immagine di un Ulisse viaggiatore ›inconsapevole‹: un uomo temerario di epoca precristiana, a cui manca necessariamente, così come al suo interlocutore Virgilio, qualsiasi tipo di ancoraggio teologico e di fede nella salvezza ultraterrena. Sulla base soprattutto della situazione comunicativa instauratasi nel canto XXVI, che esclude ›Dante‹, pellegrino consapevole, dal colloquio del poeta epico pagano con gli eroi epici dell’antichità precristiana, si mette qui in evidenza come il canto intenda fornire l’esplicita rappresentazione di un dislivello informativo escatologicamente determinato (ed escatologicamente determinante). Soltanto all’orizzonte conoscitivo cristiano si dischiude la consapevolezza che il pagano Ulisse, scaltrito e abilissimo negli inganni, si converte con la sua traversata marittima in un uomo ingannato e fuorviato, al quale la cognizione del vero significato del proprio agire rimane costantemente inattingibile persino nell’inferno.
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Dissertations / Theses on the topic "Teologia dantesca"

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GALLARINO, MARCO. "I fondamenti metafisici del pensiero filosofico di Dante Alighieri. Materia e informazione nel contesto cosmologico e cosmogonico del tema della rovina angelica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/10281/20456.

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Abstract:
L'Autore analizza i temi cosmogonici, cosmologici, fisici e metafisici correlati con il racconto della rovina angelica, sottolineando come sia possibile proporre soluzioni ermeneutiche che consentano di superare le supposte incongruenze dottrinali tra i diversi testi danteschi e riconoscere così in Dante lo sforzo di una comunicazione coerente dei contenuti veritativi della scienza filosofica e teologica.
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Bogoiavlenskaia, Anna. "Suggestioni dantesche nel sistema poetico, teologico e politico di Vladimir Soloviov." Thesis, McGill University, 2001. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=33875.

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Abstract:
The main scope of this study consists in analyzing how the poetic and ideologic universe of Dante is implanted and transformed in the Russian culture of the late XIXth---early XXth century. Particular emphasis is made on the role of Dante's heritage in the philosophy and poetry of the first Russian philosopher and symbolist poet---Vladimir Soloviov, as well as on the further impact of dantesche images on some major representatives of the Russian Symbolist movement.
This analysis will be done through a demonstration of major point of interference between Soloviov and Dante: these can be examples of direct influence (as is the case with Theocracy) of appearance of the same archetypes (as is the case with Sofiology and theory of love).
Despite the clear and definite presence of dantesque motifs in Soloviov's heritage, no systematic analysis of the parallels between the two has been made up to date.
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Books on the topic "Teologia dantesca"

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Lombardo, Luca, Diego Parisi, and Anna Pegoretti. Theologus Dantes. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-298-7.

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Abstract:
I contributi raccolti in questi Atti offrono una rappresentazione varia e articolata dei rapporti tra l’opera di Dante Alighieri e la cultura teologica tardomedievale, osservata in alcuni suoi aspetti fondamentali e con un’attenzione particolare all’esegesi antica della Commedia. I temi trattati coprono uno spettro ampio di problemi: la presenza dell’eresia nel poema; la presunta eterodossia dello stesso Dante; i riferimenti alla Croce e alla Passione, esaminati alla luce delle dottrine teologiche e delle pratiche devozionali del tempo; l’influsso esercitato dalla cosiddetta ‘mistica affettiva’ sulla riflessione poetologica dantesca; il problema della creazione e resurrezione dei corpi; l’apparentamento tra teologia e cielo Empireo proposto nel Convivio; l’arduo tema della visione profetica, indagato a partire dall’Epistola a Cangrande. A episodi ancora poco noti della ricezione del poema dantesco sono dedicati gli ultimi due contributi: le chiose dell’Anonimo Teologo al Paradiso e la presenza di Dante nei sermoni quattrocenteschi di Gabriele Barletta e Paolo Attavanti.
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Dante e Vico: La teologia politica di Dante : capitoli della ricezione dantesca. Roma: Aracne, 2021.

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Dal monte al cielo: Esperienza poetica e teologica nell'opera dantesca. Colazza, Novara: Mama edizioni, 2020.

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La cristologia dantesca logos-veritas-caritas: Il codice poetico-teologico del pellegrino. Cosenza: Luigi Pellegrini Editore, 2012.

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Poletto, Giacomo. Dizionario dantesco di quanto si contiene nelle opere di Dante Allighieri: Con richiami alla Somma Teologica di S. Tommaso d\'Aquino. Coll\'illustrazione ... più controverse. Tomo 7. T - U - V - X - Z. Adamant Media Corporation, 2001.

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