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1

Museo civico archeologico di Chianciano Terme and Museo civico archeologico di Bologna, eds. Tutte le anime della mummia: La vita oltre la morte ai tempi di Sety I. Siena: Protagon Editori, 2009.

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2

Scalamonti, Antonio Cavicchia. Tempo e morte. Napoli: Liguori, 1991.

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3

Rankin, Ian. Anime morte: Romanzo. Milano: TEA, 2002.

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4

Flavio, Arensi, ed. Chagall: Le anime morte di Gogolʹ. Torino: Umberto Allemandi, 2008.

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5

Cal, Ernesto Guerra Da. Deus, tempo, morte, amor e outras bagatelas. Lisboa: Livros Horizonte, 1987.

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6

Roncaglia, Marta. Il tempo del morire: Morte, speranza, emozioni, vita. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini, Italy]: Maggioli, 2011.

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7

Rossi, Emilio. Una pendola per lo zar: La politica, il tempo, la morte. Palermo: Sellerio, 1996.

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8

Condannato a morte: La pena capitale nel mondo e nel tempo. Rome]: Editori internazionali riuniti, 2014.

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9

Lottermann, Clarice. Escrever para armazenar o tempo: Morte e arte na obra de Lygia Bojunga. Cascavel: EDUNIOESTE, 2010.

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10

Il tempo breve: Nell'era della frenesia : la fine della memoria e la morte dell'attenzione. Milano: Garzanti, 2010.

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11

Frisoni, Giancarlo. La bambola del tempo perduto: Se il paradiso era là tra quel silenzio, lei la morte. Dogana: AIEP, 2010.

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12

Rèpaci, Leonida. Omaggio al teatro: Questo nostro tempo ; La madre incatenata ; Favola di Martino ; La barba alla morte ; La voglia ; Il superuomo e la montagna ; Notturno del tempo e dell'illusione ; Luciano 1930. Soveria Mannelli (Catanzaro): Rubbettino, 2003.

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13

La visione dell'invisibile: L'immagine bizantina o la trasfigurazione del reale : lo spazio, il tempo, gli uomini, la morte, le dottrine. Vicenza: Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, 2009.

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14

1931-, Bandini Fernando, ed. Giacomo Zanella e il suo tempo: Nel 1. centenario della morte : atti del convegno di studi, Vicenza, 22-24 settembre 1988. Vicenza: Accademia Olimpica, 1994.

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15

Cesare, Bermani, ed. Giorgio Bonola e il suo tempo: Atti del Convegno di studi nel terzo centenario della morte : Orta San Giulio, 8-10 settembre 2000. Novara: Interlinea, 2002.

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16

Luisa, Pigatto, Università di Padova. Centro per la storia., and Osservatorio astronomico di Padova, eds. Giuseppe Toaldo e il suo tempo: Nel bicentenario della morte : scienze e lumi tra Veneto e Europa : atti del convegno, Padova, 10-13 novembre 1997. Cittadella (Padova): Bertoncello artigrafiche, 2000.

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17

Porges, Clara. Clara Porges: La pittrice della luce : il meritato riconoscimento a una grande pittrice rimasta dimenticata per troppo tempo : monografia realizzata in occasione del 50o dalla sua morte. Comano: Michels design art editions, 2013.

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18

Walter, Bernardi, and Bianchini Giovanni 1947-, eds. Federigo Nomi: La sua terra e il suo tempo nel terzo centenario della morte (1705-2005) : atti del Convegno di studi di Anghiari (25-26 novembre 2005). Milano: FrancoAngeli, 2008.

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19

Stefano, De Rosa, Steno Nicolaus 1638-1686, and San Lorenzo (Church : Florence, Italy), eds. Niccolò Stenone: Nella Firenze e nell'Europa del suo tempo : mostra di documenti, manoscritti, opere nel terzo centenario della morte, 23 settembre-6 dicembre 1986, Firenze, Sala Donatello, Basilica di S. Lorenzo : catalogo. Firenze: L.S. Olschki, 1986.

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20

Convegno internazionale di studi interdisciplinari nel IV centenario della morte di Lorenzo Scupoli (2010 Otranto, Italy; Naples, Italy). Laurentius Hydruntinus, chierico regolare: Lorenzo Scupoli e il suo tempo : atti del Convegno internazionale di studi interdisciplinari nel IV centenario della morte di Lorenzo Scupoli (Otranto, 25-26 settembre/Napoli, 28 novembre 2010). Lecce: Edizioni Grifo, 2014.

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21

Pompeo, Giannantonio, ed. Alfonso M. de Liguori e la società civile del suo tempo: Atti del convegno internazionale per il bicentenario della morte del santo (1787-1987), Napoli, S. Agata dei Goti, Salerno, Pagani, 15-19 maggio 1988. Firenze: L.S. Olschki, 1990.

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22

Centro internazionale di studi gentiliani. Alberico Gentili (San Ginesio 1552-Londra 1608): Atti dei convegni nel quarto centenario della morte : Inaugurazione del Centenario gentiliano, San Ginesio, 13-14 gennaio 2008, Le Marche al tempo di Alberico Gentili : religione, politica, cultura, San Ginesio, 13-14 giunio 2009. Milano: Giuffrè editore, 2012.

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23

Manzini, Gianna. Lettere a Giuseppe Dessí e a Luisa. Edited by Alberto Baldi. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-923-2.

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Abstract:
L’amicizia tra Gianna Manzini e Giuseppe Dessí, ricostruita in questo libro grazie alle ricerche di Alberto Baldi, era nata alla metà degli anni 40, nell’ambito delle collaborazioni alla rivista «Prosa», e sarebbe durata fino al ’74, anno della morte della scrittrice. Agli incontri romani, un tempo frequenti tra i due, si sarebbe sostituito a causa di lontananze forzate un fitto dialogo epistolare, destinato a coinvolgere i rispettivi compagni. Nelle sue lettere, in toni sempre più confidenziali, la Manzini parla a Dessí della malattia e della morte, allude talvolta a complessi rapporti familiari, lamenta la difficoltà di conciliare il lavoro letterario con la vita privata, confidando sempre nella comprensione, vicinanza e discrezione dell’amico, da cui spera aiuto anche per riuscire a capire il non sempre facile carattere di Enrico Falqui. In appendice al carteggio, adeguatamente annotato, viene riproposto un singolare inedito dal titolo I sogni di Dessí che la Manzini aveva realizzato per una trasmissione radiofonica degli anni 60 (l’Almanacco dei sogni). A chiudere il volume una preziosa antologia della critica dispersa, che raccoglie recensioni e saggi apparsi su quotidiani e riviste dedicati ai lavori della scrittrice.
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24

Bisutti, Francesca, and Elisabetta Molteni. La corte della Niobe. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-281-9.

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Abstract:
La coincidenza delle ricorrenze – l’Università Ca’ Foscari compie 150 anni dalla fondazione e sono passati 100 anni dalla fine della Grande guerra – invita a ricordare la coraggiosa, allora ancora giovane, Scuola Superiore di Commercio, che, alla fine del primo conflitto, è costretta a contare i suoi allievi caduti. Dopo due decenni, nel 1943, il Regio Istituto di Economia e Commercio stabilisce di dedicare la corte minore del palazzo Giustinian dei Vescovi alla memoria di tutti gli studenti, i docenti e i dipendenti caduti nei conflitti che fino ad allora avevano insanguinato il secolo. Monumenti, memorie e lapidi sono, in senso figurato, ricomposti nella statua di Niobe, Mater Studiorum che piange la morte violenta dei propri allievi. La corte della Niobe è abitata dalla potente scultura di Napoleone Martinuzzi, suo fulcro visivo ed emotivo, e da tanti, tanti nomi. Il tentativo è stato quindi di cominciare a restituire non solo la storia di quello spazio ma anche delle esistenze e del pensiero di coloro i cui nomi hanno qui trovato dimora. Questi aspetti della memoria sono stati al centro del lavoro di molti e sottotraccia nel lavoro di tutti: di chi si è occupato di delineare un profilo esistenziale dei caduti, di chi ha studiato le ideologie e le politiche che hanno animato i periodi tribolati delle guerre e dei dopoguerra o ha analizzato i processi istituzionali e la mentalità in tempo di guerra, di chi ha indagato sull’assetto e le trasformazioni architettoniche della corte. Ma il problema del tempo passato, delle tracce che lascia e di come conservarle si è posto anche a chi ha compiuto ricerche sui documenti e a chi ha studiato le pietre del sacrario e ne ha avuto cura.
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25

Gogol, Nikolai Vasilevich. Anime Morte. Independently Published, 2021.

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26

Gogol, Nikolai Vasilevich. Anime Morte. Independently Published, 2022.

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27

Gogol, Nikolai Vasilevich, and jaime arbe. Anime Morte. Independently Published, 2021.

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28

Il tempo della morte. Padova: Gregoriana, 1996.

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29

Petrella, Giancarlo. Risveglio - la Morte Del Tempo. Lulu Press, Inc., 2017.

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30

Todarello, Nazzareno Luigi. Morte e Fotografia: Tempo Luce e Fotografia. Independently Published, 2017.

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31

Enas, Sara Brillante Francesco. Libro Delle Anime Perdute: A Spasso Nel Tempo. Independently Published, 2021.

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32

SANTOS, I. R. A MORTE COMO PACIÊNCIA DO TEMPO NA ÓTICA DA FILOSOFIA DE EMMANUEL LÉVINAS. EDITORA CRV, 2021. http://dx.doi.org/10.24824/978652510648.9.

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33

Campora, Alberto. Fata Delle Anime: Chi Non Vede Arrivare la Morte Non Andrà in Paradiso. Independently Published, 2021.

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34

Gogol, Nikolai Vasilevich. Dead Souls, 1842 (IN RUSSIAN LANGUAGE) / (Mertvye dushi / Die toten Seelen / Le anime morte /  ). AST, 2006.

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35

Konzen, Paulo Roberto. Os Conceitos de Vida, Morte, Tempo, Temor, Desespero, Suicídio e Esperança na Filosofia de G. W. F. Hegel. Editora Fi, 2021. http://dx.doi.org/10.22350/9786559170784.

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36

Sternieri, Massimiliano. Morte Al Libero Pensiero! : Ovvero: Come Diventare una Pecora Zelante in Tempo Di Guerra, Pandemia, Politically Correct e Rivoluzione Green. Independently Published, 2022.

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37

San Carlo e il suo tempo: Atti del Convegno Internazionale nel IV centenario della morte (Milano, 21-26 maggio 1984). Roma: Edizioni di storia e letteratura, 1986.

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38

Giorgio Bonola e il suo tempo: Atti del Convegno di studi nel terzo centenario della morte : Orta San Giulio, 8-10 settembre 2000. Novara: Interlinea, 2002.

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39

BIDIGA, A. Bassiti. Sadhguru, Eckhart Tolle : Karma, Morte e Reincarnazione: Il Confronto e la Sintesi Delle Tecniche Dei Due Più Grandi Maestri Spirituali Del Nostro Tempo. Independently Published, 2021.

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40

Il tempo di Dario Varotari (1542-1596) pittore e architetto: Celebrazioni in onore dell'artista in occasione del 4. centenario della morte : atti del Convegno di studi, Auditorium S. Michele, 12 aprile-29 maggio 1997. Selvazzano Dentro (Padova): Comune di Selvazzano Dentro, 1997.

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41

N. B. ! NB! Publishing. Di Qualunque Cosa Siano Fatte le Nostre Anime, la Mia e la Tua Sono Fatte Della Stessa Cosa: Idea Regalo per Fidanzato o Fidanzata, un Libro Che Sostituisce un Bigliettino, Taccuino a Righe A5 Da 150 Pagine, un Ricordo Che Durerà Nel Tempo. Independently Published, 2022.

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42

Gallio, Nicolò. Framing Death. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph02.

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Abstract:
"Perché siamo affascinati dalla rappresentazione della morte? Che cosa ci attrae dei contenuti audiovisivi ritenuti inaccettabili e morbosi? Partendo dalle origini del cinematografo, il volume analizza le strategie promozionali e la ricezione critica di film che in passato sono stati censurati e al tempo stesso avidamente collezionati, oggetti proibiti che sono ormai considerati prodotti di culto presso specifiche nicchie di pubblico. Uno studio che si intreccia con l’impatto che la tecnologia ha avuto sulla diffusione delle immagini di morte: dal filmato Zapruder alla nascita degli shock sites, dal fenomeno del War Porn ai killer che utilizzano ingegnosamente i social media. Dai cosiddetti snuff movies e shockumentaries a certe manifestazioni dell’arte contemporanea, dalla “necrocultura” al terrorismo, quello proposto è un percorso all’interno del caos della morte dall’era analogica a quella digitale. Nicolò Gallio è Dottore di ricerca in Studi teatrali e cinematografici e si interessa in particolare della relazione tra prodotti audiovisivi e media digitali. Ha tenuto corsi e seminari presso l’Università di Bologna, University of Brighton, Middlesex University e Birmingham City University. Ha scritto articoli e saggi pubblicati su libri e riviste italiane e internazionali, ed è co-autore de Lo spettacolo del cibo. I cooking show nella televisione italiana. È consulente di marketing e comunicazione per agenzie creative, festival e programmi di sviluppo di film indipendenti."
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43

Vacca, Giuseppe. A Itália em disputa: comunistas e democratas-cristãos no longo pós-guerra (1943-1978). Translated by Luiz Sérgio Henriques. Editora da Unicamp, 2021. http://dx.doi.org/10.7476/9788526815377.

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Abstract:
A história narrada neste livro é excepcional. São 35 anos da vida política italiana após o fascismo e a guerra. Instalada a República, veio em seguida a luta pela reconstrução e pela modernização do país. Com o passar dos anos, alteraram-se sobremaneira as estruturas do país e a sociabilidade dos italianos. Essa grande epopeia se fez por meio de uma dinâmica política marcada pelo embate e, ao mesmo tempo, pelo consenso entre a Democracia Cristã e o Partido Comunista, duas forças populares e opostas. O que dava sustentação ao sistema político não era a oposição entre direita e esquerda, mas uma dupla legitimação: o antifascismo, base do “campo” democrático, e o anticomunismo, imprescindível para governar em tempos de Guerra Fria. Vacca analisa a fase ascendente da democracia italiana, da Liberazione à morte de Aldo Moro, para muitos um marco do seu bloqueio e o início do longo declínio. (Alberto Aggio)
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44

Marques, Marcia Alessandra Arantes, ed. Alterações sistêmicas e bucais associadas ao estresse em enfermeiros. Bookerfield Editora, 2022. http://dx.doi.org/10.53268/bkf22050400.

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Abstract:
Trabalhos que exigem grande responsabilidade podem trazer sérios prejuízos ao organismo do indivíduo, como o estresse. Este é um dos fatores desencadeantes de doenças, produzindo alterações sistêmicas e bucais em diferentes profissionais. O presente livro, produzido a partir de uma dissertação de mestrado, propôs associar a presença de estresse emocional com as alterações sistêmicas e bucais em enfermeiros de um hospital público de referência na região de Piracicaba-SP. Uma semente plantada durante a graduação mostrou a necessidade de pesquisar a fundo um tema às vezes tratado de forma corriqueira, mas o tempo e a ciência vêm mostrando sua relevância, por ser um precursor para problemas de ordem geral no corpo humano. O profissional da enfermagem representa o acolhimento de um paciente desde o início de um tratamento até o desfecho do caso clinico, onde terá que lidar com a cura ou na pior das situações, a morte, carregando sempre consigo emoções pertinentes à sua vida pessoal e assumindo responsabilidades por vidas outrora desconhecidas.
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45

Hegel, Georg Wilhelm Friedrich. Filosofia da História. Translated by Maria Rodrigues and Hans Harden. 2nd ed. Editora UnB, 1996. http://dx.doi.org/10.7476/9786558461630.

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Abstract:
Nestas lições sobre a filosofia da história universal, a trajetória da humanidade é retrilhada e interpretada por aquele que foi o líder indiscutível do pensamento filosófico da Alemanha de sua época e um dos filósofos de maior influência em todos os tempos. Publicada pela primeira vez em 1837, seis anos após a morte do autor, "Filosofia da história" é a obra que representa o estágio mais elevado e desenvolvido de seu pensamento, sendo um resumo e uma conclusão de toda a sua obra anterior. Aqui estão presentes os conceitos fundamentais de Hegel: a idéia, o espírito, a razão, a moralidade objetiva (ética, social) e a subjetiva (pessoal, individual). Os mais importantes fatos e indivíduos históricos são descritos e analisados. É uma viagem no tempo e no espaço, que vai da Ática às Américas, passando pela Ásia, pela África e pela Europa. Da Grécia antiga à Revolução Francesa, acompanhamos a evolução do espírito em busca de sua plena realização na liberdade de seus desígnios.
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46

Rebelo, António Manuel Ribeiro, and Carlota Miranda Urbano. Isabel, Rainha e Santa. Pervivência de um culto centenário. Imprensa da Universidade de Coimbra, 2020. http://dx.doi.org/10.14195/978-989-26-1952-1.

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Abstract:
O culto da santidade e das relíquias constitui um fenómeno de notável fecundidade, não só no domínio religioso, mas no domínio artístico e literário, social e político. D. Isabel de Aragão foi uma figura notável no seu tempo e o culto que nasceu em torno da sua figura e das suas relíquias conheceria um progresso sem retorno. Mesmo antes do reconhecimento canónico da sua santidade, foi assumida post mortem como grande intercessora dos fiéis cristãos, especialmente em Coimbra. Nesta cidade vivera os últimos anos de vida, e aqui repousam as suas relíquias, sinal mais tangível da presença da Rainha Santa, transformando-se o seu túmulo em lugar sagrado de peregrinação. Este livro estuda diferentes manifestações do fenómeno desde a morte da Rainha até à modernidade, nas implicações teológico-espirituais do culto das relíquias, no estudo da espiritualidade mendicante que inspirou D. Isabel, no de obras de arte, como o primeiro túmulo da Rainha, ou da literatura celebrativa do seu heroísmo, passando pela leitura de fontes documentais reveladoras das circunstâncias históricas, sociais e políticas da evolução do culto da Rainha Santa no Mosteiro de Santa Clara, no Colégio das Artes, na Universidade e na cidade de Coimbra.
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BARAUSSE, Sibelle. A face comoniana em Natália Correia. Editorial Casa, 2021. http://dx.doi.org/10.55371/978-65-89999-33-1.

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Abstract:
Em 1980, o teatro Dona Maria II, em Lisboa, faz uma encomenda à dramaturga açoriana, assim como a outros escritores; o objeto encomendado tratava-se de uma peça teatral trazendo como personagem central a figura de Luís Vaz de Camões. Tais obras seriam encenadas durante as comemorações do Quarto Centenário da Morte de Camões, em 1980. A peça de Natália Correia, Erros meus, má fortuna, amor ardente (1981), não foi encenada durante o evento, em 1980; dentre os motivos, o mais evidente aponta para as divergências políticas entre a escritora e os responsáveis pelas atividades e pelo financiamento do evento. A peça publicada no ano seguinte recebe uma edição luxuosa, para compensar o inconveniente. A suntuosidade da obra remete ao luxuoso esplendor dos ambientes palacianos do contexto quinhentista. Uma combinação de marcas estruturais, temáticas e de pessoalidade torna possível estudar o teatro de Natália Correia com suas particularidades, apresentando um material valioso para compreender o contexto e o pensamento lusitano do século XX. Na visão da escritora, mulher, feminista e subversiva, reencontrar os mitos, refletir a história, repensar e questionar o que a tradição e a memória registraram no decorrer do tempo é uma incumbência que a escrita tem e deve exercer efetivamente.
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48

Pizzirani, Chiara. Iconografia e rituale funerario. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche29.

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Abstract:
In ogni tempo e in ogni luogo, le immagini hanno rappresentato un codice di comunicazione dalla straordinaria ricchezza semantica. Così fu anche per Etruschi, Italici e Greci, che attraverso temi, scene e schemi iconografici crearono un vero e proprio mondo di significati e di valori, nel quale le singole comunità umane potevano rispecchiarsi al loro interno e autorappresentarsi verso l’esterno. Il linguaggio che le immagini parlano è però tutt’altro che immediatamente comprensibile all’osservatore moderno. Infatti, l’immaginario non è fotografia della realtà antica, ma è, al contrario, codice comunicativo arbitrario, meditato, filtrato in conseguenza della scelta di valori che la comunità – e il singolo individuo – decidono di affidare alla memoria collettiva. L’esegesi dei significati, spesso volutamente ambigui, che le immagini sottendono rappresenta una delle più affascinanti sfide della ricerca archeologica. Per la loro straordinaria portata semantica, figure e rappresentazioni furono presto integrate all’interno della ritualità funeraria, nei singoli corredi tombali, venendo a configurarsi spesso come vero e proprio manifesto ideologico del defunto o dei defunti che in quella sepoltura trovavano la loro ultima dimora. Chiave di lettura indispensabile per comprenderne la valenza semantica originaria è l’interpretazione del contesto nel quale erano inserite. La prospettiva contestuale nella lettura delle immagini funerarie è il trait d’union imprescindibile dei contributi che questo volume raccoglie. I saggi, inoltre, si coagulano attorno ad un tema di straordinaria rilevanza nella percezione antica: la prospettiva della morte e, eventualmente, del destino oltremondano. Il volume inaugura una serie di incontri e di riflessioni sul significato delle immagini nei contesti funerari che si propone di indagare in maniera ampia, contestuale e interculturale il problema della percezione antica dell’immaginario rapportato alla dimensione funeraria, dalla selezione, alla fruizione, all’eventuale rifunzionalizzazione del segno iconico.
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49

Melo, Francisco Dênis, and Edvanir Maia da Silveira. Nas trilhas do sertão: escritos de cultura e política do Ceará – volume 7. SertãoCult, 2022. http://dx.doi.org/10.35260/54210157-2022.

Full text
Abstract:
Como será o lugar quando ninguém passa por ele? – pergunta o poeta. Será que “Existem coisas sem ser vistas?” E o mundo, mundo grande, como escreveu, pode existir “apenas pelo olhar que cria e lhe confere espacialidade?” O poeta parece querer nos dizer que “Aquilo que vemos vale – vive – apenas por aquilo que nos olha”, 1 que ver é experimentar ser visto, que ser visto é existir, e ainda que haja uma “cisão que separa dentro de nós o que vemos daquilo que nos olha”, 2 as coisas, os acontecimentos só têm existência na medida mesma de nossa presença, de nossa potência visual, de nosso corpo que toma e encorpa o espaço, o tempo e gera existência e resistência, presença e ausência, o antes e o depois, a perda e a insistência. Duas dimensões importantes de parte significativa da poética de Carlos Drummond de Andrade são a memória e a questão da finitude, que se manifestam em resíduos de memórias e de espaços familiares. A dimensão da finitude, em especial, faz com que o poeta some inúmeras questões em forma de perguntas à sua poética, como lemos na passagem do poema supracitado. Esse dado é importante porque denota a provisoriedade e a fragilidade das respostas possíveis elaboradas no corpo dos próprios poemas. O poeta não tem respostas para todas as perguntas que faz. Os historiadores também não têm respostas para todas as questões que levantam em suas pesquisas, em suas aulas, cursos, intervenções. Por isso, com relação a Drummond, parte de sua poesia é metapoesia. Nesse sentido, somos levados a nos perguntar se a escrita do Historiador não seria meta-história, ou seja, o “estudo referente à história enquanto historiografia; por exemplo, o estudo da linguagem, ou linguagens, da historiografia”? 3 Assim, dessa forma, elaboramos histórias que ajudam na construção de outras histórias? Cada um dos autores desta coletânea conhece o lugar por onde passam, porque sua prática é constituída por um demorar-se em suas temáticas, pela identificação e reflexão sobre problemas e questões, portanto, o desejo é que nada permaneça fora do alcance de sua vista, o que garante para cada um a criação e configuração de certa espacialidade e temporalidade fundamentais com relação às pesquisas abordadas. Evidentemente que demorar-se e conhecer-se, nas temáticas levantadas, não isenta todos, todas e cada um de certa estranheza e inquietação marcadas exatamente pelas respostas impossíveis de serem encontradas, assim é que a familiaridade com a temática não garante, e jamais garantirá, a tranquilidade de um “sentir-se em casa”, o que até certo ponto é bom, na medida em que nos coloca sempre em estado de alerta para o que até então não foi visto, alcançado, sentido como presença em variados tempos e espaços, e que esperam de nós inteligibilidade na busca, a um só tempo, pelo todo e as partes, como assevera Antoine Proust. Portanto, nada é suposto na existência, isso porque, como escreve o poeta, “Ou tudo vige planturosamente, à revelia/ de nossa judicial inquirição / e esta apenas existe consentida/ pelos elementos inquiridos?”, posto que o que vigora na existência, mesmo à revelia de nossa mais cuidadosa inquirição, o que garante as nossas questões, são as próprias questões, e não o que está fora, o que não faz parte das problemáticas levantadas, e é exatamente nessa “espantosa batalha/ entre o ser inventado/e o mundo inventor” que nos colocamos e nos demoramos. Somos “ficção rebelada/ contra a mente universa”, levantando a alvenaria de nosso lugar, de nosso estranho lugar, de nossa morada, lugar de uma certa permanência que nos ampara e nos sacode ao mesmo tempo. Assim, abrimos nossas trilhas em seu sétimo volume. Trilhas são caminhos ou estradas, existentes ou estabelecidos, com dimensões e formas, comprimento e largura diferentes, aptos a aproximar, juntar, estabelecer espaços de interação, indicar, duvidar, marcar, apontar direções, ligar, sinalizar, abrir passagens. Entre as inúmeras trilhas abertas sertões afora e cidades adentro, nós abrimos as nossas, dispomos nossos passos, medimos as dificuldades do terreno e nos lançamos nessa caminhada que já dura tantos anos, deixando fincados nas terras por onde passamos, marcos e marcas, impressões e signos, sinais e símbolos, partes de cada de um nós, como um olhar lançado, que confere e configura tempos e espacialidades. O presente volume divide-se em duas partes, respectivamente: “História, memória, autoritarismo e militância política no século XX” e “Experiências citadinas e sertanejas, oralidade e tradição nos sertões do Ceará nos séculos XIX e XX”. Na primeira parte do livro, abrimos nossos trabalhos com o capítulo de Jucelio Regis da Costa, “Da construção a celebração do golpe de 1964 no Ceará: usos políticos de elementos neomedievalizantes”, que faz uma análise de acontecimentos nacionais da década de 1960, com profundas repercussões no Ceará, como as Cruzadas do Rosário em Família, a Missa congratulatória às Forças Armadas e as Marchas da Vitória, com ampla mobilização política de grupos conservadores do estado, com a finalidade de combater o comunismo, servindo assim “na pavimentação do caminho ao golpe civil-militar de 1964”. O autor elege como objeto central de sua análise elementos neomedievalizantes, quando sentidos positivos foram atribuídos à Idade Média e os acontecimentos em questão foram medievalizados. Edvanir Maia da Silveira, em “Os partidos políticos e a experiência democrática na Zona Norte Cearense (1945-64)”, discute como as décadas de 1945 a 1964 consagraram-se na historiografia como tempo da experiência democrática, em que vigorava uma Constituição, partidos, eleições e participações sociais no debate político, sem, no entanto, descurar do fato de que muitas práticas autoritárias estavam presentes e ativas no cenário político, de modo que essas experiências e conflitos foram vivenciados e ressignificados pelas lideranças da Zona Norte do Ceará. O capítulo assinado por Viviane Prado Bezerra, “‘Quando a mulher sai do mundo da cozinha dela e começa a participar das coisas, então ela começa a ver o mundo diferente’: trabalho pastoral e atuação política das camponesas no Movimento do Dia do Senhor (1970-1990)”, aborda a militância religiosa e política de mulheres camponesas no Movimento do Dia do Senhor, uma iniciativa católica que tinha relação com as Comunidades Eclesiais de Base – CEBs e que teve intensa atuação entre as décadas de 1960 e 1990 alimentada pela dimensão da “fé e vida”, modificando “a visão de mundo e atuação dessas mulheres em suas comunidades”, tornando-as “protagonistas na luta pela libertação, posse da terra e pela igualdade de gênero”. No último capítulo da primeira parte, “Cem anos de comunismo no Brasil: onde Camocim entra nessa história?”, de Carlos Augusto Pereira dos Santos, o autor discute, dentro das comemorações dos cem anos do Partido Comunista do Brasil (PCdoB), agora em 2022, a participação da cidade de Camocim nessa longa história, utilizando como documento uma entrevista realizada com o “Sr. Nilo Cordeiro de Oliveira, comunista histórico em Camocim, filho de Pedro Teixeira de Oliveira (Pedro Rufino), um dos fundadores do Partido Comunista Brasileiro (PCB) em Camocim em 25 de março de 1928”. Voltando à trilha poética aberta por Carlos Drummond de Andrade, tomando o caminho dA suposta existência, pensamos se “A guerra sem mercê, indefinida, prossegue, feita de negação, armas de dúvida […]teima interrogante de saber/ se existe o inimigo, se existimos/ ou somos todos uma hipótese/ de luta/ ao sol do dia curto em que lutamos”, e se a nossa luta se faz e se refaz em cada página escrita, em cada aula debatida, em cada projeto realizado, uma vez que, se a pressa existe, é porque sabemos que um dia é muito curto para quem luta. Por isso a soma de todos nós, a multiplicação de nossas pesquisas, a publicização tão importante de nossas inquietações. Na segunda parte do livro, Francisco Dênis Melo, a partir do capítulo “Sobral e os seus altares: imaginária urbana e heróis civilizadores”, tem como objetivo “pensar a cidade de Sobral-CE a partir de alguns de seus habitantes de pedras, ou melhor, de sua imaginária urbana, no caso bustos, estátuas e monumentos destacados em variados espaços, notadamente em suas praças”, que funcionaram e ainda funcionam como anteparo para os campos políticos e religiosos na cidade, constituindo assim um poderoso mecanismo simbólico de construção do poder em Sobral. Thiago Braga Teles da Rocha, em “‘Sobral como cidade progressista’: entre planos, projetos e representações”, discute o processo de eletrificação em Sobral, estabelecendo uma relação com o conceito de progresso. O texto nos mostra que foi organizada uma “campanha em prol da eletrificação da cidade, realizada por setores da elite política da cidade, com destaque para a Igreja Católica a partir do jornal Correio da Semana”. Para isso, foi utilizado o “Projeto das Redes Primárias e Secundárias de Distribuição de Energia Elétrica da Cidade de Sobral”, documento resguardado no Núcleo de Documentação Histórica (NEDHIS), ligado ao curso de História da Universidade Estadual Vale do Acaraú. O capítulo assinado por Antônio Vitorino Farias Filho, “Imagens no espelho: mulher depravada e mulher ideal em Ipu-CE no início do século XX”, discute a questão da prostituição e sua relação tensa com a chamada Modernidade e com os valores do progresso, de modo que a prostituta no espaço público representou “uma imagem invertida da mulher ideal, buscada pelos grupos dominantes”. Chama atenção o autor para o importante fato de que “É somente no início do século XX, mais ainda na década de 1920, na cidade de Ipu, que a prostituta e a prostituição aparecem explicitamente nas fontes”. No capítulo “‘Isso é atestado de seu progresso. Sí Sobral, Camocim e outras cidades sertanejas têm o seu jornal, porque não poderíamos ter?’ a elite escritora e o ideário de controle e modernidade em Ipu-CE (1900-1920)”, Antonio Iramar Miranda Barros e Alexandre Almeida Barbalho discutem a questão da Modernização sob a ótica das lides jornalísticas, a partir das experiências e do “pensamento de três sujeitos, a partir dos grupos aos quais pertenciam: Abílio Martins, Herculano Rodrigues e Leonardo Mota”, entendendo que os jornais eram encarados como sinais claros de progresso, desenvolvimento e inovação. Raimundo Alves de Araújo e Emmanuel Teófilo Furtado Filho assinam o capítulo “O campo de concentração do Ipu no contexto da Revolução de 1930”. Os autores analisam a constituição do campo de concentração na cidade do Ipu no ano de 1932, no contexto de criação de outros campos, em cidades como Quixeramobim, Crato, Cariús, Senador Pompeu e Fortaleza. Os autores refletem que tal acontecimento não tem o reconhecimento e importância para os poderes locais, lamentando “que não haja um marco histórico identificando o local exato do campo de concentração do Ipu, nem um memorial preservando a memória e a história de tão trágico e lamentável acontecimento!” O campo de concentração da cidade do Ipu fazia parte de um projeto maior, que, entre outros objetivos, pretendia “fazer dele uma ‘parede de contenção’ para poupar a cidade de Sobral do assédio dos retirantes”. Nesse sentido, afirmam os autores que “Ignorar este passado horrível é o mesmo que ‘assassinar novamente’ aquelas vítimas”. Na sequência, Cid Morais Silveira, em “‘Os teus filhos, cidade encantada, escondidos no seu coração’: a vida e a morte do Centro Social Morrinhense (1952 – 1963)”, analisa a criação e o fim de uma instituição chamada Centro Social Morrinhense, em 1952, na cidade de Fortaleza, num contexto em que seus fundadores acreditavam que Morrinhos, “uma pequena vila encravada entre o litoral e o sertão, no interior cearense, composta de oito ruas, dois grandes quadriláteros que os moradores chamavam de ‘praça’ e com aproximadamente 1.097 habitantes”, estava “desamparada e abandonada pelo poder público”, objetivando “1º) proporcionar as melhores ocasiões de progresso àquela vila; 2º) levantar o nível social de seus habitantes; 3º) auxiliar os estudantes pobres do distrito; 4º) promover campanha sobre assuntos dos mais variados: educação, cultura, escolas, alfabetização de adultos, agricultura e outros problemas locais”. Joaquim dos Santos, no capítulo “‘Nas porteiras’ de outros mundos: a Pedra Branca na tradição oral”, encontrou uma pedra em seu caminho. Por isso reflete “sobre o lugar da Pedra Branca na tradição oral sobre os mortos na região do Cariri, dando destaque às memórias sobre a grande rocha e os significados que lhe são atribuídos pelos moradores das áreas próximas ao rochedo”. Aponta o autor que “a Pedra Branca está localizada no sítio Jatobá, na encosta da Chapada do Araripe, zona rural do município de Porteiras”. Ele enfatiza ainda que na “relação entre as pedras e as almas nos interiores do Brasil, é notório como seus laços são estreitos e porosos, tanto no que diz respeito às pedrinhas, quanto aos grandes rochedos”. Fechando a segunda parte e a obra, temos o capítulo de Reginaldo Alves de Araújo, “Vamos falar sobre um sertão? Do sertão dos párias incultos ao culto à pátria”, no qual o autor analisa “algumas variações de sentido da palavra sertão em diferentes momentos históricos”, atentando para o fato de que vai deixar “de lado a ideia de sertão como sinônimo de seca e de fome […] para nos concentrarmos em outras duas imagens: a de um espaço não civilizado no contexto colonial, ao sertão enquanto reservatório das raízes culturais da nacionalidade brasileira”. Entende o autor o sertão como um espaço plural e simbólico, material e sensível, sendo entendido também como um espaço de resistência renhida ao colonialismo. Voltando à trilha aberta por Carlos Drummond, no poema A suposta existência, nos diz o poeta: “[…] e tento construir-me de novo a cada instante, a cada cólica, na faina de traçar meu início […]”. O ser do poeta é parte remontada, refeita, ressignificada com a matéria da vida, com o espanto de todo dia. Ser reconstrução é sonhar ser outro a cada instante, apesar da cólica, do gemido. O que há, de fato, para se construir novo a cada instante, é uma multiplicidade de caminhos, de trilhas, de sendas abertas. O poeta nos mostra novos caminhos, assim como historiadores e historiadoras também apontam em seus trabalhos para o múltiplo das coisas, da vida, dos acontecimentos. E se uma das características da obra poética de Drummond é o “princípio-corrosão”, nas palavras de Luiz Costa Lima, nas obras dos historiadores temos, certamente, o “princípio-reflexão”, quem sabe, de forma mais ousada, o “princípio-coração”… Boa caminhada! Boa leitura! Francisco Dênis Melo
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Oliveira, Mário Cézar Amorim de, Nilson de Souza Cardoso, and Jaqueline Rabelo de Lima. Itinerários de resistência: pluralidade e laicidade no Ensino de Ciências e Biologia. Editora Realize, 2021. http://dx.doi.org/10.46943/viii.enebio.2021.01.000.

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Abstract:
Você tem em mãos o e-book com os Anais do ENEBIOnLine, a edição totalmente à distância (ou remota, ou virtual, ou on-line, como queira! rs) do VIII Encontro Nacional de Ensino de Biologia (VIII ENEBIO), do VIII Encontro de Ensino de Biologia da Regional Nordeste (VIII EREBIO-NE) e do II Simpósio Cearense de Ensino de Biologia (II SCEB). Uma edição histórica, em vários sentidos: 1. A primeira edição completamente não presencial dos nossos encontros de Ensino de Biologia; 2. A primeira edição organizada e realizada durante uma pandemia de grandes proporções que causa (ainda, infelizmente) uma crise sanitária sem precedentes na história mundial; e 3. Uma edição que tem “história pra contar”, exatamente em virtude desses contextos. Em 2018, no VII Encontro Nacional de Ensino de Biologia (VII ENEBIO) e I Encontro Regional de Ensino de Biologia (I EREBIO-NORTE), estávamos muito animados em trazer de volta para o Nordeste esse evento que bianualmente congrega nossa comunidade sbenbiana e tem o papel fundamental de dar continuidade e ampliar as ações da SBEnBio, promovendo interações de profissionais que atuam em diversos níveis e ambientes educativos no ensino de Ciências e de Biologia. Além disso, pensávamos em consolidar o EREBIO-NE como um importante espaço acadêmico-científico de troca e aprendizados entre professores e pesquisadores da região. Esses encontros congregam pesquisadores dos campos do Ensino de Ciências e Biologia, professores do ensino superior e da educação básica, além de estudantes das Licenciaturas em Ciências Biológicas e afins, alcançando quatro importantes segmentos de investimento na educação científica de qualidade. Empolgados com a expressiva participação numérica alcançada nos encontros nacionais anteriores e com a possibilidade de mitigar a carência de eventos dessa natureza e magnitude na região nordeste, em 2019 submetemos três propostas de tema gerador a uma enquete pública nas redes sociais. O tema gerador escolhido para o VIII ENEBIO, VIII EREBIO-NE e II SCEB, foi Itinerários de Resistência: Pluralidade e Laicidade no Ensino de Ciências e Biologia. Um tema que nos possibilitaria propor debates sobre questões pertinentes ao contexto social, político e educacional que o país atravessava e que acreditávamos que impactariam a formação inicial e continuada tanto quanto o trabalho de professores de Ciências e Biologia, tais como: as novas Diretrizes Curriculares Nacionais para a Formação Inicial de Professores, as recém aprovadas Base Nacional Comum Curricular para o Ensino Fundamental e para o Ensino Médio, além de questões sócio ambientais e culturais, educação para as relações étnico-raciais, educação no campo, educação indígena, relação entre conhecimento científico e conhecimentos de outras naturezas (religiosos, senso comum etc.), dentre tantas outras importantes questões. Nem imaginávamos que um vírus, que ironia, nos imporia mudanças... ainda no final de 2019 vimos nos noticiários o surto do SARS-CoV-2 na China... graças à nossa formação específica (em Ciências Biológicas) e à lembrança de situações anteriores, como a do surto da Síndrome Aguda Respiratória Grave (SARS) em 2002-2003, sabíamos que poderíamos estar diante não apenas de uma mera “gripezinha”, mas mantivemos os planos do evento que estava agendado para acontecer no período de 29 de Abril a 02 de Maio de 2020. Tínhamos um enorme interesse em promover o debate acerca das experiências dos professores e pesquisadores que atuam em diferentes espaços e níveis de escolaridade e refletir sobre como as características da pluralidade e laicidade necessárias a uma educação básica democrática e inclusiva, especialmente a educação científica, estavam, e ainda estão hoje, vulneráveis no contexto dos atuais projetos e políticas educacionais. Nesse contexto, debater conflitos, propor ações e compartilhar experiências eram os desafios que nos moviam a pensar itinerários de resistência que caminhassem na direção do fortalecimento da profissão docente e do ensino de Ciências e de Biologia. Com o aumento do número de casos de infecções na China e com sua disseminação pela Europa, nos acendeu o alerta para um eventual adiamento. Em março, o primeiro caso no Brasil é noticiado, mais tensão e mais apreensão. Tivemos uma primeira onda, da qual, para alguns especialistas, nunca saímos, decidimos, portanto, após as primeiras medidas de isolamento social, adiar a realização do Encontro para acontecer, ainda presencialmente, de 02 a 04 de setembro de 2020. Em 31 de maio, já somávamos mais de 29 mil vidas ceifadas no país pela COVID-19, em meio a negacionismos de todas as ordens que indicavam que o quadro provavelmente pioraria. Em junho de 2020, a Coordenação Organizadora Local, em concordância com a Diretoria Executiva Nacional (DEN) da SBEnBio e seu Conselho Deliberativo Nacional (CDN), comunicava o adiamento do evento por tempo indeterminado. Nesse momento, tínhamos indicativos de que poderíamos contar em breve com uma vacina, mas não havia prazo para que isso acontecesse. O Ceará e outros estados nordestinos estavam em lockdown, o país estava atônito frente à disseminação do vírus e ao negacionismo dos que deveriam estar lutando para combatê-lo. Final do ano de 2020, apesar de uma pequena queda do número de mortes no país e do anúncio de vacinas por laboratórios e institutos como o Butantan e a Fiocruz, as exitosas experiências de nossa parceira, Realize Eventos Científicos, na organização de eventos nacionais on-line, nos estimulou a retomar a organização do evento e considerar a possibilidade de sua realização nesse modelo. Seria uma aventura! Mas será que a vacinação não possibilitaria nos encontrarmos presencialmente, já em 2021? As estimativas não eram nada animadoras. Tudo indicava que o foco do governo federal seria o “tratamento precoce”, sabidamente ineficiente. Enfim, nos apegamos a experiência de nossa parceira e, em novembro de 2020, anunciamos o novo formato do evento, nascia o ENEBIOnLine! E foi contando com expressiva compreensão e apoio da comunidade sbenbiana que, mesmo que registrado descontentamentos, prevaleceu a decisão consciente ante a crise sanitária que ainda enfrentávamos no final de 2020 e início de 2021; e de 25 a 29 de janeiro aconteceu o VIII ENEBIO, VIII EREBIO-NE e o II SCEB, no formato totalmente on-line. Mantivemos praticamente a mesma programação, apesar do contexto da pandemia de COVID-19 e de suas implicações para a nossa área, como o impacto do ensino remoto na educação científica e formação docente, terem permeado inevitavelmente os debates nas palestras, mesas redondas e sessões de apresentação de trabalho. Podemos dizer que foi um “sucesso de público e de crítica”, com 909 credenciados participando das seis mesas redondas, palestras de abertura e encerramento, reunião ampliada da SBEnBio, painel temático reunindo as ex-presidentas e os ex-presidentes da associação... e tudo no conforto e na segurança de nossos lares. Uma decisão que já durante o evento se mostrava acertada, tendo em vista o recrudescimento da crise sanitária, com aumento alarmante do número de mortos (hoje, já somamos mais de 265.500 vidas perdidas para a COVID-19, segundo o último balanço do consórcio de veículos de imprensa), colapso da rede de atendimento hospitalar e que, possivelmente, será agravada em função da morosidade da vacinação no país associada ao “jeitinho brasileiro” de desobedecer as normas básicas de (auto)proteção contra a infecção. Apesar dos tempos terríveis que aparentemente ainda haveremos de enfrentar, esperamos que o reconhecimento pelo STF da perseguição jurídica sofrida pelo nosso ex-presidente da República... ops (desculpem-nos o ato falho! rs)... esperamos que a publicação desse e-book com os Anais do ENEBIOnLine, contendo a íntegra dos 632 trabalhos apresentados durante o evento, chegue como um sopro de esperança de que dias melhores virão! De que depois da peste e da tempestade, virá a bonança... de que, no segundo semestre de 2022, todes vocês poderão estar conosco em Fortaleza, Ceará, para o IX ENEBIO, IX EREBIO-NE e III SCEB... para sentir o calor da ‘Terra da Luz’ e do abraço que não pôde ser dado, para debater sobre o Ensino de Biologia, cada dia mais necessário no enfrentamento do negacionismo científico e das fake news que adoecem de morte o Brasil.
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