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1

Fasio, Omar. "Il disagio emotivo negli operatori sanitari dell'emergenza ospedaliera: motivazioni, emozioni e personalitŕ." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (April 2010): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002003.

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Abstract:
L'attivitŕ di emergenza sanitaria ospedaliera implica un costante confronto con la sofferenza sia fisica che mentale. In questo lavoro sono state indagate alcune caratteristiche psicologiche di 59 infermieri e di 50 medici di tre pronto soccorso della Liguria utilizzando: 1) un questionario sulle motivazioni e sulle emozioni che sostengono gli operatori nella loro attivitŕ lavorativa, 2) la scala Eysenck Personality Inventory e 3) la scala Maslach Burnout Inventory. Il disagio emotivo č risultato dipendere dalla loro motivazione, dalle emozioni provate, dal nevroticismo e dall'anzianitŕ di servizio. Considerando i risultati nel loro insieme si puň concludere che motivazioni, emozioni e personalitŕ hanno un ruolo impor- tante nel sostenere l'attivitŕ degli operatori dell'emergenza sanitaria. Una costante riflessione degli operatori su tali risorse puň rivelarsi utile nell'identificare per tempo situazioni che, se trascurate, possono portare a stati di disagio psicologico, e nel prevenire lo sviluppo del burnout.
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2

Garms Cornides, Elisabeth. "Donati e la Monarchia Asburgica." SOCIETÀ E STORIA, no. 129 (December 2010): 555–61. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129006.

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Abstract:
Agli studi dedicati all'ambito trentino collegato all'Impero e agli Asburgo, signori territoriali del Tirolo, sotto molteplici profili e a quelli sul riformismo settecentesco e sull'importanza del «momento muratoriano» per le riforme teresiano-giuseppine dovevano seguire nel tempo quelli centrati sul tema innovatore della nobiltÀ italiana al servizio delle armi imperiali. Vanno ricordate anche le numerose recensioni, testimonianze di una costante attenzione alla produzione storiografica d'oltralpe e alle questioni metodologiche da essa sollevate.
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3

Corbella, Silvia. "Contemporaneità del pensiero di Janine Puget." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 171–77. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12589.

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Abstract:
L'autrice sottolinea la contemporaneità di Janine Puget che permette al presente di divenire esperienza, di passare dall'impotenza a essere attori e testimoni del nostro tempo, e la valorizzazione dell'inaspettato e delle differenze. In questa situazione di pandemia sono di particolare importanza l'attenzione critica della Puget sulla modalità di dare informazioni e la sua attenzione alla costante relazione fra mondo esterno e mondo interno che implica accettare l'incertezza nella nostra quotidianità.
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4

Spina, Monica. "La Validità Della Tecnica Buttonhole Nell'Autopuntura." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (April 4, 2014): 14–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.853.

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Abstract:
La tecnica buttonhole è da tempo sperimentata come tecnica alternativa di venipuntura delle FAV native. Dal 2009 a oggi, nel Centro Dialisi di San Gavino e nel CAD di Serramanna, 42 pazienti sono stati sottoposti a questa tecnica, che era riservata, all’inizio, solo alle FAV difficili da pungere e aneurismatiche. Successivamente, la tecnica è stata estesa anche alle FAV di nuovo allestimento e volutamente abbiamo motivato i pazienti giovani a utilizzarla per l’autopuntura. I risultati migliori, in termini di complicanze infettive, si sono avuti con i pazienti che si autopungono e in quelli che sono dializzati nel CAD. La tecnica buttonhole, a differenza delle tecniche di venipuntura a scala di corda e ad area, richiede un protocollo di procedura e la costante e vigile sorveglianza nel tempo. Avendo sperimentato che la tecnica BH riduce la sensazione del dolore all’ago infissione e i tempi di emostasi, essa può essere considerata una tecnica di venipuntura valida o unica, soprattutto per i pazienti che hanno un programma di dialisi autogestita e/o domiciliare.
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5

Tazza, L., A. Di Napoli, and F. Franco. "Considerazioni su uno studio che confronta l'utilizzo di metodi semiparametrici e parametrici nello studio della sopravvivenza degli accessi vascolari per emodialisi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 38–41. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1498.

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Abstract:
Ravani et al hanno recentemente confrontato la sopravvivenza degli accessi arterovenosi con vasi nativi vs. protesici utilizzando metodi statistici differenti da quelli comunemente usati in letteratura. Quando il fenomeno sotto osservazione (nel caso specifico “il rischio istantaneo di fallimento dell'accesso”) non rimane costante nel tempo ma segue un andamento noto, l'uso dei modelli statistici parametrici può essere in grado di offrire maggiori e più accurate informazioni rispetto ai semiparametrici (regressione di Cox). Le diverse cause di fallimento degli accessi vascolari sono sensibilmente tempo-dipendenti. Inoltre i metodi parametrici consentono di analizzare meglio gli eventi ripetuti per lo stesso soggetto. È il caso del paziente che per fare l'emodialisi richiede un nuovo intervento quando fallisce il precedente. I modelli parametrici permettono una più accurata valutazione dell'effetto fragilità.
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6

Maurizio Gentile, Cosimo. "Scuola, Covid e resilienza." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 88–96. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004009.

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Abstract:
La pandemia in atto sta profondamente incidendo sulla vita di noi tutti e dei minori in particolare. La chiusura della scuola e l'utilizzazione costante e pervasiva della Dad, infatti, hanno creato notevoli problemi soprattutto a coloro che si trovano in una condizione di "fragilità psicosociale" amplificando diseguaglianze già esistenti e favorendo l'emergenza di ulteriori problematiche affettivo-relazionali. L'articolo affronta alcuni nodi critici del funzionamento della Scuola al tempo del Covid e delinea una prospettiva per una "nuova scuola" (più resiliente) da rimettere in moto alla ripresa post-pandemica.
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7

Pegoraro, Marisa. "Puntura ad occhiello: risposte alle domande più frequenti." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 4 (December 22, 2014): 368–73. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.941.

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Abstract:
L'articolo si propone di chiarire alcune prassi nell'esecuzione e gestione di medio-lungo periodo della puntura a sito costante, con aghi smussi. Nasce dalla raccolta di risposte date personalmente via email a colleghi che hanno indirizzato le loro perplessità: “Quanti operatori formano il tunnel; quando può ritenersi pronto; su FAV di prima incannulazione, come inserire l'ago smusso…”. Le risposte date nel tempo sono state basate su esperienze condivise, riferimenti alla letteratura internazionale e discussioni tra pari. Si ritiene che quanto emerso sia un patrimonio di conoscenze ed esperienza che può interessare e dare beneficio a tutti i professionisti coinvolti nella gestione degli AV in emodialisi. (nursing)
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8

Aloisio, Donatella, Sabrina Bonichini, Marta Tremolada, Marta Pillon, and Modesto Carli. "Analisi longitudinale della sintomatologia post-traumatica su 61 genitori di bambini malati di leucemia dalla diagnosi allo stop terapia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (December 2011): 53–69. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001004.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio e di indagare l'eventuale presenza di sintomatologia post-traumatica, nei genitori dei bambini malati di leucemia, nel periodo che va dalla comunicazione della diagnosi al momento dello stop terapia (+2anni dalla diagnosi), fin ora poco indagato. A tal fine e stato realizzato un disegno di ricerca longitudinale con 4 momenti di rilevazione, corrispondenti a tappe critiche del protocollo terapeutico. Lo strumento utilizzato e un questionario self-report (PTSD Symptom Inventory), che e stato somministrato a 61 genitori di bambini leucemici in cura presso la Clinica di Onco-ematologia Pediatrica di Padova. I risultati ci indicano la presenza di livelli moderati della sintomatologia ed un andamento costante della stessa nel corso del tempo.
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Deluigi, Rosita. "Distanze globali, interdipendenze sociali e prossimità umane: dalla ricerca di relazione alle progettualità condivise." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 432–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9592.

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Abstract:
Il bisogno degli altri è una costante nella nostra esistenza costellata da incertezze e precarietà. Come intessere relazioni significative, anche in chiave educativa, a fronte di tempi e spazi che sempre di più assumono valore solo nel presente sottraendo speranza al futuro? Questo interrogativo farà da sfondo al saggio che intende riflettere sulla necessità di orientarsi in contesti plurali e globali, senza trascurare la specificità di ogni luogo esperienziale. L'intento è di delineare alcuni orientamenti pedagogici per superare i muri di segregazione, eretti per proteggere identità effimere, e per promuovere la crescita consapevole di soggetti dialogici e di comunità generative. La profondità del tempo presente può costituire il substrato per declinare potenziali cambiamenti e per ampliare le prospettive progettuali del singolo e della collettività. Andare alla ricerca delle interdipendenze che connotano l'esistere umano significa aver cura dei legami, alimentando processi di conoscenza di sé e di partecipazione corresponsabile. Ecco perché, per favorire logiche comunitarie sostenibili, lo sguardo attento dell'educatore non trascura le distanze, le differenze e le disuguaglianze
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Crain, W. Mark, and Mwangi S. Kimenyi. "Old Regulations Never Fade Away: the Case of Vehicle Inspections *." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 2 (October 1, 1991): 117–32. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345306.

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Abstract:
Abstract In questo scritto si esamina la durata nel tempo della legislazione che richiede ispezioni periodiche dei veicoli a motore.Il risultato è che queste leggi hanno una vita molto lunga, anche quando i loro vantaggi in termini di sicurezza sono del tutto scomparsi. In particolare, l’efficienza di queste leggi diminuisce con il mutamento, nel corso del tempo, della tecnologia delle automobili, delle strade e delle stesse abitudini di guida.Dopo aver sintetizzato la storia e la situazione corrente della legislazione sulle ispezioni automobilistiche, viene qui riformulato il modello per l’esame degli incident! stradali che era stato utilizzato nel 1982 dal New Jersey Institute of Technology, che era giunto alia conclusione che il programma di ispezioni ha salvato quattrocento vite umane a partire dalla sua prima introduzione.La riformulazione del modello, tenendo conto dell’interdipendenza tra le ispezioni e gli altri elementi che influenzano la sicurezza autostradale, fa concludere che le ispezioni non hanno avuto un effetto costante nel corso del tempo. Al contrario, i risultati dimostrano che gli effetti delle ispezioni sono diminuiti anno dopo anno.Questi risultati fanno, pertanto, ritenere che la regolamentazione della sicurezza non possa essere attuata in termini di un modello puramente statico, come invece viene spesso fatto, a motivo delle pressioni dei gruppi d’interesse.
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Gambino, Gaetano, and Adele Fabrizi. "Aspetti psicosessuologici dell'ipospadia." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 72–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002014.

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Abstract:
La Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS) rappresenta il traguardo finale cui aspirano molti transessuali. Da analisi condotte sulla soddisfazione e sull'atteggiamento nei confronti della procreazione in pazienti transessuali sottoposti a RCS č possibile riscontrare come sia alto il livello di qualitŕ della vita percepito e come, col trascorrere del tempo, il desiderio di procreazione tenda spesso a ridursi e a volte addirittura a scomparire. Un nuovo ambito di studio sulla sessualitŕ č rappresentato dal ruolo che i media hanno nella costruzione di valori e modelli di comportamento sociali e individuali, nonché di stereotipi e luoghi comuni relativi all'immagine dell'uomo e della donna. Il target maggiormente sensibile ai contenuti veicolati dai media č quello dei giovani e dagli adolescenti che, chiamati a superare i diversi compiti di sviluppo relativi a questa delicata fase di cambiamento, sono alla costante ricerca di modelli identitari.
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Molo, Mariateresa, Chiara Crespi, Alessandro La Noce, and Valentina Mineccia. "Il costo del transessualismo: la rinuncia alla procreazione." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 65–67. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002012.

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Abstract:
La Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS) rappresenta il traguardo finale cui aspirano molti transessuali. Da analisi condotte sulla soddisfazione e sull'atteggiamento nei confronti della procreazione in pazienti transessuali sottoposti a RCS č possibile riscontrare come sia alto il livello di qualitŕ della vita percepito e come, col trascorrere del tempo, il desiderio di procreazione tenda spesso a ridursi e a volte addirittura a scomparire. Un nuovo ambito di studio sulla sessualitŕ č rappresentato dal ruolo che i media hanno nella costruzione di valori e modelli di comportamento sociali e individuali, nonché di stereotipi e luoghi comuni relativi all'immagine dell'uomo e della donna. Il target maggiormente sensibile ai contenuti veicolati dai media č quello dei giovani e dagli adolescenti che, chiamati a superare i diversi compiti di sviluppo relativi a questa delicata fase di cambiamento, sono alla costante ricerca di modelli identitari.
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Fabrizi, Adele, Valentina Cosmi, and Gaetano Gambino. "La sessualitŕ attraverso i mass media." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 68–71. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002013.

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Abstract:
La Riassegnazione Chirurgica del Sesso (RCS) rappresenta il traguardo finale cui aspirano molti transessuali. Da analisi condotte sulla soddisfazione e sull'atteggiamento nei confronti della procreazione in pazienti transessuali sottoposti a RCS č possibile riscontrare come sia alto il livello di qualitŕ della vita percepito e come, col trascorrere del tempo, il desiderio di procreazione tenda spesso a ridursi e a volte addirittura a scomparire. Un nuovo ambito di studio sulla sessualitŕ č rappresentato dal ruolo che i media hanno nella costruzione di valori e modelli di comportamento sociali e individuali, nonché di stereotipi e luoghi comuni relativi all'immagine dell'uomo e della donna. Il target maggiormente sensibile ai contenuti veicolati dai media č quello dei giovani e dagli adolescenti che, chiamati a superare i diversi compiti di sviluppo relativi a questa delicata fase di cambiamento, sono alla costante ricerca di modelli identitari.
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NUNES, PEDRO. "DEFENSO DO TRATADO DA RUMAO DO GLOBO PARA A ARTE DE NAVEGAR." Nuncius 18, no. 1 (2003): 287–317. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00657.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Il presente articolo racchiude la edizione di un antico manoscritto portoghese (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), senza titolo, n data, noto come Defenso do Tratado da Rumao do Globo para a Arte de Navegar. Un tempo appartenuto a Cosimo III de' Medici, che a sua volta lo aveva ricevuto in dono dal cosmografo e engenheiro-mor portoghese Lus Serro Pimentel, esso racchiude uno scritto del matematico e cosmografo portoghese Pedro Nunes a difesa, e a seguito delle critiche rivoltegli, delle sue teorie sulle linhas de rumo e, nella fattispecie, di quella legata alla rappresentazione della curva lossodromica sulla sfera, dopo che il medesimo aveva provato come una nave che navigasse alla bussola secondo un angolo di prora costante descrivesse non gi un arco di circolo massimo, come allora si riteneva, quanto una curva intersecante tutti i meridiani sotto uno stesso angolo.
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Pellegri, Alda. "La presa in carico del bambino pluridisabile." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 21–27. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003004.

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Abstract:
Viene sintetizzata la prassi di presa in carico derivante dall'esperienza trentennale condotta presso i Centri de "La Nostra Famiglia" su 1.730 bambini con pluridisabilitŕ, che rappresentano il 32% dei soggetti assistiti in quest'arco di tempo. La prassi comprende momenti diversi destinati ai singoli interlocutori: il bambino, la famiglia e gli operatori. Sulla scorta degli insegnamenti del prof. Giorgio Moretti, a ciascuno di questi interlocutori viene destinato un approccio "valorizzante": per il bambino si tratta di mettere in atto un processo conoscitivo riguardante le potenzialitŕ residue e i bisogni prevalenti; per i genitori si attuano interventi educativi destinati a far loro comprendere la realtŕ del figlio, superando gli atteggiamenti di negazione o iperprotezione a favore di un'accettazione rispettosa dei limiti esistenti; per gli operatori si organizza una costante attivitŕ formativa destinata a renderli capaci di formulare per i propri assistiti progetti esistenziali e di comunicare con i genitori in modo tale da stabilire con loro un rapporto di reciproca fiducia.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. "Essere psicoterapeuta della Gestalt al tempo del Coronavirus: Percepire lo sfondo esperienziale e "danzare" con reciprocità." QUADERNI DI GESTALT, no. 1 (June 2021): 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001005.

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Abstract:
Partendo dalle esperienze sociali che hanno fatto da sfondo alla pandemia, sono descritte alcune delle dimensioni relazionali che sono venute in figura oggi. L'autrice sostiene la neces-sità di fare evolvere i valori delle psicoterapie umanistiche, dal sostegno al potenziale indivi-duale alla costruzione di un senso di "essere-con" l'altro, abbracciando una prospettiva più relazionale. Propone di guardare al paradigma della reciprocità, applicato attraverso un approc-cio estetico e ispirato all'ermeneutica gestaltica (fenomenologica e di campo), e presenta la Co-noscenza Relazionale Estetica (Spagnuolo Lobb, 2017a) come un mezzo per lavorare sulla sof-ferenza del paziente in modo contestualizzato, considerando la risonanza del terapeuta come parte del campo esperienziale che si crea nel setting terapeutico. Questo nuovo valore umanistico può essere realizzato concentrandosi sulla "danza" della reciprocità tra terapeuta e paziente (un modello in fase di ricerca che considera le reciproche percezioni e reazioni alle percezio-ni dell'altro, sostenute dalla vitalità che ciascuno pone nell'essere-con l'altro). In questo modo, il cambiamento terapeutico può includere sia esperienze in figura che dello sfondo. Una conse-guenza di questo nuovo valore è una svolta nella posizione etica dello psicoterapeuta: da uno sforzo narcisistico di essere un "buon terapeuta" ad un atteggiamento estetico che non nega i limiti e mette in primo piano la presenza dell'altro. Una conseguenza importante per i terapeuti è quella di prendersi cura di se stessi per essere in grado di affrontare il trauma della pandemia, cosa che si realizza anche attraverso un dialogo costante nella comunità professionale.
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Varesi, Pier Antonio. "Pluralismo e rappresentatività sindacale cinquant'anni dopo lo Statuto dei lavoratori. Proposte per una legislazione mirata di sostegno al sistema di relazioni sindacali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 459–98. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171004.

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Abstract:
L'articolo affronta, a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori ed alla luce del principio costi-tuzionale di libertà sindacale, le principali questioni in tema di rappresentatività sindacale che da tempo si pongono agli attori del sistema italiano di relazioni sindacali ed alle forze politiche. L'Autore dimostra come tali problemi nella fase più recente siano stati resi più acuti dal para-dosso generato, per un verso, dal costante ampliamento dell'area di diritti, tutele e poteri che lo Stato ha progressivamente posto in capo ai soggetti sindacali qualificati come «rappresentativi» e, per altro verso, dal contemporaneo indebolimento dei concetti e dei criteri selettivi applicati. Inoltre, tenendo in debita considerazione l'importante esperienza acquisita dalle riforme riguar-danti le relazioni sindacali nel pubblico impiego, è sottoposto a verifica lo stato di avanzamento del processo di implementazione del sistema di misurazione e di certificazione della «rappre-sentatività sindacale» previsto dagli accordi interconfederali per il settore privato stipulati nello scorso decennio. Nella parte conclusiva, l'Autore avanza alcune proposte di riordino della le-gislazione in materia.
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Porchia, Stefania, Stefano Campostrini, Leonardo Speri, Lara Simeoni, and Mara Brunelli. "Valutare una campagna di promozione: il progetto GenitoriPiů." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 23–40. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050003.

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Abstract:
Il presente articolo descrive la valutazione del progetto "Genitori Piů - Campagna di promozione della salute nei primi anni di vita" che č stato realizzato a livello nazionale nel 2008-2009. Genitori Piů aveva come obiettivo l'aumento delle conoscenze e il cambiamento del comportamento negli operatori del percorso nascita e i neo genitori relativamente a 7 determinanti di salute del bambino di comprovata efficacia scientifica. La valutazione realizzata ha seguito l'intero evolversi del progetto attraverso il coinvolgimento costante dell'equipe del progetto e l'utilizzo di questionari strutturati rivolti sia agli operatori che ai neogenitori coinvolgendone rispettivamente 5.961 e 5.819 nelle diverse regioni aderenti al progetto. Nell'articolo si evidenzia come sia possibile fornire elementi di riflessione ai decisori attraverso l'utilizzo di diverse modalitŕ valutative come il confronto longitudinale nel tempo, il confronto spaziale di popolazioni simili in diverse realtŕ territoriale e il confronto tra categorie di popolazioni. Il lavoro valutativo ha messo in evidenza come le conoscenze e i comportamenti siano diversificati per territorio e per classe sociale di appartenenza e come si abbiano maggiori conoscenze e comportamenti corretti nelle zone dove siano stati realizzati interventi di prevenzione di piů lunga durata.
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Bussotti, Luca. "LA TRANSIZIONE FALLITA. DIECI ANNI DI POLITICA MOZAMBICANA (2009-2019)." Il Politico 255, no. 2 (January 10, 2022): 73–101. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.623.

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Abstract:
Per diverso tempo, dopo la firma degli Accordi Generali di Pace (AGP) a Roma, il 4 ottobre del 1992, fra il governo mozambicano guidato dal FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico) e la RENAMO (Resistenza Nazionale del Mozambico), una buona parte della comunità internazionale e accademica aveva considerato il Mozambico come un raro caso di successo in Africa. La realtà si è rivelata assai più complessa rispetto alle previsioni iniziali, nonostante l’illusione di un paese pacificato e sulla via di una democrazia stabile sia stata propagandata a lungo, anche a causa di un incremento medio annuo del PIL pari al 7,2% fra il 2000 e il 20161. Questo studio offre una riflessione su come la “transizione” dalla Prima alla Seconda Repubblica – ossia da uno Stato socialista con un regime a partito unico a uno democratico e multipartitico, non abbia seguito il percorso che era stato auspicato e previsto durante tutti gli anni Novanta e per buona parte del nuovo secolo. Al contrario, vi è stata una deriva autoritaria associata a nuovi conflitti interni. Non si è trattato di un fenomeno improvviso, ma costante, a partire dal 2009 circa fino a oggi, come tutti i principali indicatori su democrazia, libertà di espressione, diritti umani evidenziano.
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Barbina, V., and M. Leonardi. "Attualità della radioprotezione in Neuroradiologia." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 1 (February 1993): 61–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600108.

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Abstract:
Un tempo il principale scopo della radioprotezione, per quanto riguarda la radiologia, era la sicurezza degli operatori, ma nei tempi recenti il perfezionamento delle apparecchiature e le tecniche di memorizzazione delle immagini hanno completamente mutato la situazione: da un lato in un moderno istituto di radiologia gli operatori ricevono in genere meno di 0,05 mSv al mese (equivalente di dose alle gonadi ed al RBM), dall'altro lo stesso progresso ha portato un enorme aumento del numero di esami radiologici (oltre 800 all'anno per 1000 abitanti nei paesi sviluppati). Ciò ha suscitato un nuovo problema: l'impatto che può avere il contributo di piccole dosi di radiazione impartite su molte persone (l'equivalente di dose efficace collettivo). Il nuovo problema concerne in modo particolare la Neuroradiologia, poiché gli studi del rachide, l'angiografia digitale e la TC, che comportano dosi molto elevate al paziente (dell'ordine di 2–7 mSv) sono esami tipicamente neuroradiologici. Si può stimare che ad essi sia dovuto oltre il 30% della dose totale impartita alla popolazione dalla radiologia diagnostica. Il rischio di tumori indotti in questo caso non è provato, poiché altri agenti cancerogeni (fumo, agenti chimici, ecc.) presenti nella vita di ogni giorno e non eliminabili si sovrappongono e sono obiettivamente predominanti. Tuttavia la mancanza di evidenza sperimentale di una correlazione quantificabile, nel caso di piccole dosi impartite all'intera popolazione, tra dose e induzione di cancro non implica che il rischio non esista: questa è una inaccettabile, benché diffusa, interpretazione. Significa invece che sono necessarie ulteriori e approfondite indagini dosimetriche ed epidemiologiche, particolarmente per quanto riguarda gli esami tipici di neuroradiologia, quali gli studi del rachide, l'angiografia e la TC, la cui pratica è in costante incremento.
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D'Aprile, P., F. Macina, C. F. Andreula, G. Tripoli, and A. Carella. "Gadolinio-DTPA in angiografia a risonanza magnetica." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 6 (December 1994): 909–19. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700610.

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Abstract:
Scopo del presente studio è stato quello di valutare l'efficacia diagnostica della somministrazione per via ev di Gadolinio-DTPA alla dose di 0,2- mmol/Kg a completamento di esami Angio-RM «di base» del circolo intracranico, sia in soggetti normali, sia in portatori di alcune specifiche patologie: angiomi venosi, mav, meningiomi. Per lo studio Angio-RM è stato utilizzato un magnete da 1 T con tecnica di acquisizione 3D-TOF, sequenze FISP; la processazione delle immagini di base è stata eseguita con algoritmo MIP. L'impiego del Gadolinio-DTPA ha permesso di ottenere un consistente incremento della intensità del segnale del flusso ematico, soprattutto in quei distretti nei quali il flusso risultasse particolarmente lento (sia per motivi anatomici, sia per alcuni specifici adattamenti fisiopatologici), e dove, quindi, fosse massima l'influenza del fenomeno della «saturazione dei flussi lenti». Quanto sopra ha migliorato la visualizzazione delle diramazioni più distali delle arterie cerebrali medie e posteriori (negli arteriogrammi) e delle strutture venose non identificabili (nei venogrammi di base), ed ha permesso di definire con maggiore accuratezza i quadri di patologia vascolare intrinseca. Nell'intento di mantenere costante la concentrazione intravascolare di gadolinio, per un tempo sufficientemente lungo ai fini della visualizzazione dei reperti di utilità diagnostica, è stata utilizzata la somministrazione in doppia dose. La metodica proposta risente di alcuni limiti, quali la contemporanea (a volte fuorviante) visualizzazione dei vasi arteriosi e venosi; l'impregnazione (relativamente persistente) di determinate strutture anatomiche intracraniche (sia normali che patologiche) che presentino una vascolarizzazione particolarmente ricca (plessi corioidei) o prive di BEE (ipofisi, ecc.); il difficoltoso approccio al rapido decadimento della concentrazione ematica del Gadolinio in rapporto al tempo di acquisizione (solo parzialmente risolto con il raddoppio della dose somministrata).
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Paganoni, Maria Cristina. "Fra consumo e utopia. Il cibo planetario all'Expo 2015." CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no. 6 (June 2010): 36–50. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006003.

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Abstract:
Nel 2015 Milano ospiterŕ un'esposizione universale dedicata al rapporto fra cibo, salute e sviluppo sostenibile. Atteso come occasione per rilanciare la cittŕ, l'evento č giŕ da tempo anticipato da una campagna mediatica in costante espansione. Mediante gli strumenti dell'analisi del discorso e dei generi testuali, si sono confrontati documenti promozionali e articoli apparsi sulla stampa nazionale e internazionale inglese e francese per portare alla luce l'intreccio delle molteplici finalitŕ - culturali, sociali e commerciali - della manifestazione. A livello discorsivo si č rilevato che la campagna dell'Expo 2015 adotta un registro ufficiale pedagogico e universalista e ricorre a un'incalzante retorica delle promesse. Seppur velatamente, entrambe le caratteristiche mirano soprattutto alla promozione dell'aspetto commerciale dell'Expo, utilizzando a tal fine tecniche di marketing ben riconoscibili in filigrana e rappresentando il capoluogo lombardo come World City all'incrocio strategico fra locale e globale per ragioni di rebranding. Laddove lo sguardo disincantato della stampa internazionale registra le molte contraddizioni della complessa pianificazione dell'evento, la stampa nazionale riporta un conflitto di opinioni e valori che rende problematica la costruzione del consenso da parte dell'opinione pubblica. L'evidenza testuale rileva quindi serie discrepanze fra le molteplici narrazioni mediatiche. Tale cesura discorsiva e sociale rischia di minare non solo l'immagine dell'Expo come spazio sociale utopico del prossimo futuro, ma soprattutto la realizzazione di interventi significativi di riqualificazione urbana.
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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas, and A. Carella. "Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive: Gli astrocitomi." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (May 1992): 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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De Gregorio, Orlando, and Elena Giacomelli. "Dentro, fuori e contro le involuzioni delle politiche sull'immigrazione: riflessioni dalle esperienze di microaccoglienza diffusa di richiedenti asilo in Valsugana e Valle di Susa." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 165–87. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002008.

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Abstract:
Quest'articolo verte sulle esperienze di accoglienza diffusa di richiedenti asilo rea-lizzate nei comuni montani della Valsugana in Trentino e in alta Valle di Susa in Piemonte. Si tratta di progetti nati in seno all'accoglienza straordinaria, ma che hanno assunto le forme dell'accoglienza diffusa e integrata, come altri progetti realizzati in diversi altri territori del paese. Cosa sono state queste esperienze? Usiamo il passato perché nel momento in cui scriviamo, queste esperienze sono state smantellate o in via di smantellamento per gli effetti delle politiche salvinia-ne. Cosa ha significato, in termini di governance e processo d'implementazione, fare accoglienza diffusa in piccoli comuni montani di persone che sono o erano nell'attesa di ottenere lo status di rifugiato (o altra forma di protezione)? Come si sono collocate e si possono collocare queste esperienze rispetto alle politiche na-zionali sull'immigrazione da tempo caratterizzate dal paradigma dell'emergenza, dalla frammentarietà, e dall'incoerenza? Attraverso due progetti di ricerca qualita-tiva, l'articolo guarda all'interno di questi processi di implementazione, concen-trandosi su come le dimensioni spaziali e temporali siano state lentamente "riem-pite" dal lavoro costante di comunità locali, migranti e operatori sociali, in un mo-do che sfuma le distinzioni politiche e sociologiche di accoglienza e integrazione. Lo scopo principale è quindi quello di riflettere sull'interconnessione tra il meso (il livello locale), il micro (l'interazione quotidiana tra richiedenti asilo-operatori sociali-comunità locali) e il macro (le politiche nazionali).
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Bolgiani, Isabella. "Chiesa cattolica e diffusione della “prassi pattizia” a livello locale in Italia. Una rinnovata stagione di relazioni." Studia z Prawa Wyznaniowego 20 (December 29, 2017): 267–305. http://dx.doi.org/10.31743/spw.267.

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Abstract:
Il crescente sviluppo in Italia, nell’ultimo ventennio, della prassi pattizia a livello decentrato apre la via ad una “ulteriore nuova stagione” di relazioni tra Stato e Chiesa cattolica. Si tratta di una condizione che risulta riconducibile ad una pluralità di fattori. Da un lato, occorre ricordare il percorso di evoluzione delle autonomie locali successivo alla riforma del Titolo V, Parte II della Costituzione e, dall’altro, le trasformazioni che hanno toccato il diritto della Chiesa con riferimento, in particolare, al ruolo delle Conferenze episcopali regionali. E’ così possibile riscontrare nel tempo una sempre più significativa presenza di accordi a livello regionale ed “infra-regionale”. Al riguardo, si deve tuttavia precisare come, mentre la prima tipologia di fonti appaia inquadrabile prevalentemente in tre “macro-aree”, sia pure suscettibili di espansione qualora tale necessità venga avvertita, il secondo gruppo di accordi mostri contenuti estremamente diversificati quanto ai temi affrontati. Ciò nasce dall’esigenza di offrire risposte ai bisogni specifici di una determinata comunità, mediante relazioni tra i soggetti istituzionali e confessionali ad essa più vicini presenti sul territorio. In questo senso, può affermarsi come nell’ambito sociale, complice l’attuale percorso rivolto alla realizzazione di una cittadinanza “partecipativa”, il principio di sussidiarietà orizzontale trovi il suo “punto di contatto” con quello di collaborazione, sancito dall’art. 1 dell’Accordo di revisione concordataria. Si è dunque di fronte ad un articolato sistema di fonti, aventi diversa natura giuridica, ma in grado di misurarsi – in forza della loro duttilità – con la costante evoluzione dell’ordinamento civile e canonico, nel pieno rispetto del principio di laicità dello Stato.
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Tucci, Giuseppe. "La discriminazione contro il disabile: i rimedi giuridici." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 129 (March 2011): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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Abstract:
La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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Bandini, S., M. Gallo, L. Caroti, N. Paudice, and L. Moscarelli. "Iperparatiroidismo ipercalcemico post-trapianto renale: un problema per il nefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 1–6. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1490.

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Abstract:
Descriviamo un caso di una paziente dializzata, sottoposta a paratiroidectomia pre-trapianto: la PTX non è stata risolutiva per mancato reperimento della IV ghiandola; a 6 mesi dall'intervento si è manifestata, infatti, una recidiva dell'iperparatiroidismo. Nel frattempo si è presentata la possibilità di eseguire un trapianto renale. Nonostante la “recidiva” dell'IPT, è stato deciso di optare per il trapianto renale che è stato effettuato con successo e con recupero precoce della funzione renale: si è manifestato, però, nel post-trapianto, un iperparatiroidismo residuale ipercalcemico. Di fronte al rischio di rendere aparatiroidea la paziente con una nuova PTX, si è optato per una terapia farmacologica. Per 6 anni la paziente trattata con calcitriolo (0,5–0,25 mcg a giorni alterni, con periodiche interruzioni dovute all'ipercalcemia) e difosfonati a cicli, ha mantenuto livelli di calcemia e di paratormone al di sopra dei valori di normalità senza raggiungere livelli di rischio, mentre il VFG si è mantenuto stabilmente nella norma. Nel dicembre 2008 a seguito di una frattura della branca ischio-pubica e per un progressivo incremento nell'ultimo anno dei livelli di calcemia e del PTH viene deciso di iniziare la somministrazione “off label” di Cinacalcet, di sospendere gradualmente lo steroide e di sostituire la ciclosporina con il Tacrolimus. Nei 3 anni di trattamento abbiamo notato, mantenendo costante la dose somministrata di Cinacalcet (30 mg/die), una riduzione significativa e persistente nel tempo dei livelli di calcemia e del PTH e un incremento della fosforemia. La funzione renale è persistita stabile senza episodi di rigetto. Indagini tomodensitometriche ripetute hanno rilevato un quadro di osteopenia sostanzialmente invariato. La nostra singola ma prolungata esperienza conferma in accordo con dati recenti della letteratura e in attesa dei risultati di uno studio RCT attualmente in corso, che questo farmaco può rappresentare una reale alternativa alla PTX mostrando grande efficacia e mancanza di effetti collaterali.
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Farina, Claudio, and Antonio Goglio. "Mass-media e AIDS a Bergamo." Medicina e Morale 42, no. 4 (August 31, 1993): 767–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1051.

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Abstract:
A dieci anni dalla segnalazione del primo caso di infezione da HIV si è ritenuto opportuno compiere un'analisi retrospettiva su quanto è stato ''scritto" sull'argomento AIDs in Provincia di Bergamo dal1981 al 1990. Scopo di questa riflessione è verificare le modalità dell'intervento informativo sulla probiematica dell'AIDS, allo scopo di registrame l'impatto sulla popolazione e sugli "addetti ai lavori", tenendo conto che la popolazione, pur avendo a disposizione anche altri mezzi di informazione, "legge", specie in periferia, prevalentemente i quotidiani locali. Sono stati valutati 180 testi, di cui 71 di impostazione cattolica e 109 laica. Gli editoriali riservati al tema AIDS appaiono essere scarsamente rappresentati e scarso è l'interesse dimostrato dai lettori ad instaurare un pubblico dibattito sull'argomento. Tale dato risulta costante per tutte le testate analizzate che riferiscono per lo più notizie di interesse locale. Le fonti di informazione si riferiscono in modo largamente maggioritario al pubblico vario cui fa seguito l'interesse per il parere dei politici che prevale su quello espresso dai medici. La stampa di impostazione cattolica è pressoché stabile nel tempo dal punto di vista quantitativo mentre per la stampa "laica" è possibile rilevare che nell 1987 è stato pubblicato il 54% del totale degli articoli. L'analisi testuale mostra il prevalere delle notizie di interesse sociale e di prevenzione nonché delle graduatorie dei casi di infezione. L'impatto suscitato dalla notizia tale da indurre un'impressione favorevole (superiore al 50% a far corso dal 1985 per la stampa cattolica e dal 1987 per quella laica) rispetto a quella emotivamente negativa precedentemente caratterizzante la maggior parte delle informazioni. L'analisi permette di evidenziare la facilità per il divulgatore di accedere al materiale scientifico, talora favorita da atteggiamenti presenzialisti dell'autorità tecnica nonché la tendenza a considerare i "fatti di cronaca" talora in modo sensazionalistico piuttosto che problematico.
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Della Puppa, A., P. Drigo, I. Mammi, P. Amistà, R. Iavicoli, P. A. Battistella, and C. Carollo. "Angiomi cavernosi multipli cerebrali ed epatici." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (November 1993): 419–27. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600407.

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Abstract:
Gli angiomi cavernosi cerebrali (ACC) sono una delle malformazioni vascolari del SNC meno frequenti. É nota peraltro la possibilità di ricorrenza familiare con modalità di trasmissione autosomica dominante. Presentiamo una famiglia italiana, seguita lungamente nel tempo, in cui 10 soggetti in 4 generazioni presentano ACC. Il reperto cerebrale era associato ad angioma cavernoso epatico (ACE) in 2 soggetti e ad angioma cavernoso retinico (ACR) in uno. La TC, eseguita in 9 soggetti, ha dimostrato una maggior capacità rispetto alla RM di rilevare le calcificazioni spesso presenti in queste malformazioni; la RM ha evidenziato d'altra parte un numero maggiore di cavernomi, soprattutto in sede sottotentoriale. 7 pazienti sono stati sottoposti ad esame angiografico con tecnica digitale sottrattiva. In nessun caso è stata dimostrata malformazione angiomatosa di tipo artero-venoso ed in 1 solo caso è stata rilevata una lieve persistenza di contrasto nelle fasi capillare-venose. Riteniamo meritevole di segnalazione questa famiglia per: l'associazione di ACC con ACE segnalata in 1 solo caso in letteratura (Filling - Katz) e la contemporanea associazione, pur in un solo paziente, di ACR; la costante molteplicità delle lesioni cerebrali, quasi sempre presenti sia in sede sopra che sottotentoriale; il contrasto tra la povertà dei sintomi e l'imponenza del quadro radiologico e la sua variabilità espressiva nelle diverse generazioni; l'elevato numero di soggetti affetti rispetto ad altre famiglie riportate in letteratura. I rilievi clinico-radiologici nella presente casistica ed i dati riportati dalla letteratura suggeriscono la necessità di uno studio neuroradiologico complementare TC ed RM nei soggetti affetti da ACC e nei familiari. Va peraltro tenuta presente la possibilità attuale di selezionare i pazienti da sottoporre ad angiografia tradizionale sulla base dei reperti ottenibili con angio-RM. Va sottolineata infine l'opportunità di una attenta e ponderata valutazione della terapia chirurgica proposta da molti autori, data la relativa benignità del decorso clinico riscontrata nei soggetti della nostra serie casistica.
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Wronka, Stanisław. "Jan Paweł II – człowiek dobry." Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no. 2 (June 30, 2005): 85. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.586.

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Abstract:
L’andare di Giovanni Paolo II alla casa del Padre ha toccato profondamente tutti, credenti e non credenti. Il modo in cui il Papa viveva i suoi ultimi giorni, segnati dalla sofferenza, la sua pasqua dalla morte alla vita in Dio, ha confermato definitivamente la sua grandezza. Agli occhi del mondo è sfavillata la sua bella umanità e allo stesso tempo si è aperto unenorme e doloroso vuoto. La vicenda dell’uomo rassomiglia a quella di un albero: si può valutarne bene la grandezza, salute e posto nel paesaggio solo quando è abbattuto.L’umanità del Santo Padre era tutta tessuta dei valori massimi di verità, libertà, amore... Il Papa li realizzava con radicalismo e coraggio che però sapeva unire alla mitezza e rispetto verso gli altri. Questa difficile sintesi testimonia il suo genio morale. Il fondamento dell’umanità di Giovanni Paolo II era la fede in Dio che rafforza le naturali capacità dell’uomo e permette di unire tutti gli elementi della realtà umana, inclusa la sofferenza e morte, in un armonioso insieme. Il legame con Dio non lo separava dagli uomini, ma lo apriva ancor di più a loro. Infatti, accanto a lui si radunavano sia giovani che adulti ed egli li univa sulla base dei valori che riconosceva. Col passare del tempo, la comunità attorno a lui aumentava, nel giorno del suo funerale abbracciava pressoché tutto il mondo. Ciò dimostra la giustezza dell’antropologia evangelica alla cui luce costruiva tutta la sua vita.I mezzi con cui il Santo Padre foggiava la sua umanità erano semplici, ma esigenti. La fonte della forza e della luce costituiva per lui soprattutto una fervida e costante preghiera, frequente partecipazione ai sacramenti e sistematica meditazione sulla Parola di Dio. A queste pratiche religiose univa un solido studio delle diverse materie: letteratura, filosofia, teologia. Con passione perseguiva la verità, voleva raggiungere l’essenza delle cose e fenomeni, trattava le questioni del tempo, confrontava i risultati delle sue riflessioni con le opinioni degli scienziati, artisti, politici. La luce della fede unita alla sapienza umana lo faceva un profeta dei nostri tempi che vedeva più lontano e più profondamente e influiva in modo efficace sul corso della storia. Poteva operare così molto grazie alla sua enorme laboriosità, sfruttamento di ogni istante e fedeltà nel poco.In verità per il Papa niente era di poco valore, egli scorgeva in tutto la straordinarietà, dappertutto scopriva con meraviglia le tracce della bellezza, sapienza e amore di Dio – nell’uomo, negli eventi, nella natura. Voleva rispondere a questo amore anche con amore con il quale abbracciava Dio, uomini e ogni creatura. L’amore faceva sì che non si sentisse mai annoiato né stanco e che esercitasse così forte influsso sugli altri. La gente si affezionava a lui, ricambiando il suo amore paterno e cercava di tramandarlo oltre, tentando perfino di riconciliarsi con i nemici. Infatti, è difficile resistere al potere dell’autentico amore!Di Giovanni XXIII si diceva: „Papa buono”, invece di Giovanni Paolo II si dice in modo più principale: „uomo buono”, poiché in lui si è manifestata nella misura rarissima la stessa umanità, la sua forma piena. Essere buono vuol dire essere vicino a Dio che come unico è veramente buono e fonte del bene. Dunque l’uomo buono è anche santo e grande. Tale era Giovanni Paolo II, perché cercava sempre di stare vicino a Dio, seguendo Cristo e la sua Madre. In questo cammino lo aiutavano la tradizione e la cultura polacca che nelle loro espressioni più alte sono fino in fondo evangeliche.
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Spina, Monica, Adalgisa Casu, Antonia Peppina Congias, Sabrina Sotgiu, Giuliana Atzeni, Maria Chiara Cadoni, Marinella Cotza, and Maria Cristina Mereu. "La buttonhole technique e l'autopuntura. Esperienza del Centro Dialisi di San Gavino Mon.le." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 25, 2014): 130–33. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.879.

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Abstract:
Introduzione. L'incannulamento di un accesso vascolare per emodialisi rappresenta una procedura poco discussa in ambito scientifico. L'U.O. di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale di San Gavino negli ultimi anni ha volutamente messo in atto una procedura di salvaguardia degli accessi vascolari, istruendo e formando tutto il personale che ci lavora e i pazienti che vi dializzano periodicamente. Per raggiungere l'obiettivo di salvaguardia della sopravvivenza degli accessi vascolari, nel 2009, è stata data particolare attenzione alla tecnica di venipuntura detta “buttonhole technique”, che Twardowsky suggeriva per quelle fistole artero-venose (FAV) difficili da pungere. Esperienza dell'U.O. di Nefrologia e Dialisi di San Gavino. Dalla nostra esperienza è risultato che 35 pazienti su 40 pensano che la metodica sia soddisfacente, così come 11 infermieri su 16 che la applicano. La riduzione del dolore all'ago infissione e del tempo di emostasi dopo la rimozione degli aghi fistola è riportata su 34 pazienti. Gli episodi infettivi da stafilococco epidermidis sono stati riportati in 6 pazienti (3 casi di sepsi e 3 casi di infezione localizzata al sito costante). Non sono stati riportati casi di dilatazione aneurismatica o stenosi e trombosi della fistola artero-venosa, nel gruppo di pazienti in metodica buttonhole. Sono stati formati per la metodica buttonhole 6 pazienti, i quali, attualmente, si autopungono e gestiscono autonomamente la propria seduta emodialitica. Conclusioni. Noi pensiamo che la metodica buttonhole abbia prolungato la sopravvivenza della fistola artero-venosa durante questi 4 anni di esperienza personale; abbiamo osservato che la procedura buttonhole deve essere approvata, accettata e strettamente seguita dall'intero staff del Centro Dialisi. Questa metodica ha permesso ai pazienti una gestione autonoma dell'autopuntura e del trattamento emodialitico. Nessuna complicanza infettiva è stata riportata in quest'ultimo gruppo. Questo risultato potrebbe essere correlato alla gestione della metodica da parte di un singolo operatore o, al massimo, di due operatori. Per tale motivo, crediamo che la metodica buttonhole sia particolarmente adatta ai pazienti che seguono un programma di dialisi domiciliare.
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DRAKE, STILLMAN. "GALILEOS CONSTANT." Nuncius 2, no. 2 (1987): 41–54. http://dx.doi.org/10.1163/182539187x00024.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Il rapporto costante che condusse Galileo dalla legge del pendolo alla legge dei corpi in caduta stato ottenuto attraverso le misurazioni, compiute con estrema precisione, dei tempi di un pendolo e dei tempi di caduta per distanza eguale alla sua lunghezza. Il rapporto ha significato universale per i due fenomeni fisici, in quanto i fattori dinamici si cancellano e lasciano /2 2, qui chiamato costante di Galileo . Le misurazioni e i ?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?calcoli effettuati da Galileo e che risultano dalle sue annotazioni sul movimento conservate a Firenze, sono elencati nel loro ordine cronologico. Cos organizzati, rivelano probabili iniziali riflessioni?CTRLerr type="1" mess="Cesure non typee" ? di Galileo sui pendoli e sulla resistenza dell'aria che egli non pubblic mai, ma che sono comunque utili per comprendere alcune afferma- i zioni nei successivi Discorsi. La scoperta galileiana della legge di caduta richiedeva il rapporto costante scoperto grazie alla misurazione dei tempi del pendolo: e questo molto lontano dall'analisi medievale dell'accelerazione uniforme basata sulla velocit media.
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Fabbri, Francesco. "Dio, odio e l'odio." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2021): 68–75. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001007.

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Abstract:
L'odio è una costante che accompagna la vita dell'uomo. Si esprime in molte forme, ma nasce sempre dalla paura, dall'incertezza, dalla non conoscenza. Le cronache ci raccontano, dall'alba dei tempi, di grandi odii ed efferatezze - dall'Olocausto all'assalto a Capitol Hill - che sembrano nati in tempi brevi. Tutti invece sono stati nutriti di sensazionalismi pret-a-porter, che come il cibo dei fast-food sono facili da ingurgitare ma dannosi alla digestione.
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Bobant, Charles. "Compte Rendu de Anna Caterina Dalmasso, Le Corps, c’est l’écran. La philosophie du visuel de Merleau-Ponty." Chiasmi International 21 (2019): 379–88. http://dx.doi.org/10.5840/chiasmi20192134.

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Abstract:
Dans son livre Le corps, c’est l’écran. La philosophie du visuel de Merleau-Ponty, Anna Caterina Dalmasso met en évidence la présence de la pensée merleau-pontienne dans les réflexions contemporaines relevant des visual studies, de la médiologie et des études cinématographiques. Les analyses menées révèlent un Merleau-Ponty à l’origine d’un certain nombre de « tournants » majeurs dans le questionnement, touchant notamment à la conception de l’image (de l’image copie d’un modèle à l’image qui nous regarde) et du médium (du modèle de la transparence à celui de l’opacité). Enfin, l’une des ambitions – et l’une des réussites – de l’ouvrage est de restituer l’apport significatif de Merleau-Ponty pour les film studies. A.C. Dalmasso jette des lumières nouvelles sur une interrogation en constante évolution, en s’appuyant à la fois sur les textes bien connus (« Le cinéma et la nouvelle psychologie », L’OEil et l’esprit) et les « inédits » (Le Monde sensible et le monde de l’expression).In her book Le corps, c’est l’écran. La philosophie du visuel de Merleau-Ponty, Anna Caterina Dalmasso brings to light the presence of Merleau-pontian thought in contemporary reflections relevant to visual studies, as well as film and media studies. The analyses she carried out reveal a Merleau-Ponty at the origin of a certain number of major “turns” in the inquiry, touching notably on the conception of the image (from the image as copy of a model to the image that looks at us) and of the medium (from the model of transparency to that of opacity). Besides, one of the ambitions – and one of the successes – of the work is to demonstrate the significant contribution of Merleau-Ponty for film studies. A.C. Dalmasso throws new light on an interrogation in constant evolution, stressing both well-known texts (“Film and the New Psychology,” Eye and Mind) and unpublished manuscripts (Le monde sensible et le monde de l’expression).Nel volume Le corps, c’est l’écran. La philosophie du visuel de Merleau-Ponty, Anna Caterina Dalmasso mette in evidenza la presenza del pensiero merleau-pontyano nelle riflessioni contemporanee dei visual studies, della teoria del cinema e dei media. Le analisi che vi sono condotte rivelano un Merleau-Ponty all’origine di alcune importanti “svolte”, che riguardano in particolare la concezione dell’immagine (dall’immagine come copia di un modello ad un’immagine che ci guarda) e del medium (da un modello basato sulla trasparenza a uno che fa perno sulla sua opacità). Inoltre, una delle ambizioni – e uno degli aspetti più originali – dell’opera è quella di restituire il significativo apporto di Merleau-Ponty per l’ambito dei film studies. A.C. Dalmasso fa luce in modo innovativo su un tema di ricerca in costante evoluzione, appoggiandosi ad un tempo su scritti più noti (come “Il cinema e la nuova psicologia” e L’occhio e lo spirito) e su alcuni testi “inediti” (in particolare Le monde sensible et le monde de l’expression).
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Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Lettori, Laura. "Conflitti affettivi nelle relazioni primarie. Omosessualitŕ e coming-out in famiglia." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 80–93. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018009.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca che ho realizzato riguarda la tematica dell'omosessualitŕ e del coming out in famiglia, affrontata a partire da diversi aspetti psicosociali presenti nella vita di tutti giorni: la comunicazione, il conflitto, il potere, l'identitŕ di genere. Ampia parte del lavoro č costituita dall'analisi di alcuni racconti di vita e articoli della stampa quotidiana, nei quali si possono ritrovare dei fili conduttori tipici di coloro che affrontano la prima comunicazione di questo diverso orientamento sessuale. Le relazioni primarie sono al centro di questa ricerca la quale viene arricchita da articoli della stampa quotidiana che, suddivisi per temi, evidenziano nel tempo le costanti di come questa tematica č stata trattata socialmente
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Risso, Roberto. "Gli ammonitori di Giovanni Cena: un romanzo sociale." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 26, 2020): 297–311. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910902.

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Abstract:
L’analisi del romanzo Gli ammonitori mette in evidenza come l’opera sia il frutto della rappresentazione della società torinese a cavallo dei due secoli, Ottocento e Novecento, e come l’autore abbia voluto fornire un breve, intenso e potente ritratto dello sviluppo della coscienza e dell’azione di un tipografo autodidatta, fino alle estreme conseguenze. Qui si dà conto del contesto sociale, storico e letterario dell’opera, con riferimenti puntuali a libri e quadri che hanno avuto influenza diretta sulla genesi del romanzo. Allo stesso tempo, si vuole inserire l’opera nel contesto della produzione poetica dell’autore, evidenziandone i temi costanti e le linee di sviluppo del pensiero, attraverso l’analisi di versi, lettere e taccuini. Si dà anche conto di alcune scelte fondamentali operate dall’autore del romanzo, nel passare dalla pubblicazione a puntate in rivista all’edizione in volume.
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Andreula, C., D. Milella, A. Nella, A. Recchia-Luciani, and A. Carella. "Studio RM dell'encefalomielite acuta disseminata." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 3 (June 1996): 273–81. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900302.

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Abstract:
L'encefalomielite acuta disseminata è una patologia infiammatoria demielinizzante a carattere diffuso o multifocale, che colpisce la sostanza bianca dell'encefalo e/o del midollo spinale. Insorge a distanza di tempo variabile (2 settimane-5 mesi) da eventi infettivi ad eziologia virale, oppure da pratiche vacciniche. Il decorso, acuto e monofasico, ha una durata di 1–3 settimane. Tale malattia, che ha un'incidenza sicuramente superiore rispetto a quanto riportato nelle statistiche, colpisce prevalentemente l'infanzia e l'adolescenza. Dal punto di vista istopatologico, la malattia è caratterizzata dalla presenza di infiltrati infiammatori perivascolari, soprattutto perivenulari, di cellule mononucleate, associati a zone di demielinizzazione che seguono il decorso delle venule. La gliosi astrocitaria è il risultato riparativo. La somiglianza clinica fra encefalite acuta disseminata e sclerosi multipla, e quindi l'encefalite allergica sperimentale, ha fatto prospettare nella sua patogenesi l'intervento di meccanismi autoimmunitari. Dal punto di vista neuroradiologico, le lesioni ascrivibili ad encefalite acuta disseminata non presentano un'espressività unitaria, anche se è possibile individuare alcuni caratteri relativamente costanti. Tale stato di cose, innanzitutto mette in dubbio la possibilità di una diagnosi solamente neuroradiologica di encefalite acuta disseminata, che invece per essere posta necessita di un accurato controllo clinico-neuroradiologico, ed in seconda istanza alimenta la domanda «ci troviamo di fronte ad un'entità nosografica ben distinta oppure ad uno spettro di malattie?».
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Costantini, Eleonora. "Mobilitŕ e invisibilitŕ. Le principali trasformazioni nel mondo della prostituzione migrante esercitata in luoghi chiusi." MONDI MIGRANTI, no. 1 (September 2010): 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001004.

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Abstract:
Negli ultimi dieci anni il mercato della prostituzione ha suběto costanti mutamenti, alcuni dei quali particolarmente complessi da indagare a causa delle sempre piů frequenti strategie di mascheramento della vendita di sesso e del conseguente sfruttamento, in appartamenti o in locali di intrattenimento, soprattutto della componente migrante. L'analisi - utilizzando i principali concetti della sociologia dalle migrazioni - si propone di ripercorrere queste trasformazioni a partire dai concetti di mobilitŕ e visibilitŕ, utilizzando i dati e le informazioni provenienti da due ricerche realizzate negli anni 2003-2005 e 2007-2008, sul territorio della regione Emilia Romagna. Oggi la prostituzione si presenta come un mercato altamente differenziato al proprio interno, con almeno tre segmenti prevalenti, funzionalmente interrelati tra loro: quello della strada, quello degli appartamenti e quello dei locali. Riguardo alle soggettivitŕ coinvolte la componente migrante rappresenta ancora quella piů significativa, sia in termini di genere femminile che transessuale. L'esercizio della prostituzione in luoghi chiusi, inoltre, ha favorito la trasformazione e la proliferazione delle reti di supporto necessarie al buon funzionamento del mercato: la prostituzione in appartamento, ad esempio, richiede agenzie e intermediari immobiliari, figure di protezione e/o controllo, o agenzie sovra-locali in grado di gestire spostamenti di lavoro tra cittŕ diverse. I locali, d'altra parte, si stanno evolvendo verso forme sempre piů simili a pub o birrerie, discoteche o disco-pub, in cui si accede prevalentemente per bere, ascoltare musica e in cui si puň assistere agli spettacoli delle intrattenitrici. In un mercato con queste nuove caratteristiche, la prostituzione rappresenta oggi per la componente migrante un lavoro redditizio che permette una certa mobilitŕ sociale anche in patria; da qui l'idea di realizzare percorsi migratori ripetuti nel tempo, il cui obiettivo č l'accumulo di risorse economiche in tempi rapidi. Il meccanismo del debito contratto per il viaggio e per il supporto logistico una volta a destinazione, rende tuttavia l'esercizio della prostituzione una risorsa logorante, ossia una risorsa che nel lungo periodo puň imbrigliare il percorso migratorio verso il basso. Le principali ragioni che connotano in questo senso l'esercizio sono la sempre forte concorrenza verso il basso che si registra nel mercato; l'investimento individuale richiesto in termini di risorse economiche e fisiche; la pericolositŕ dell'esercizio che si lega alla natura deviante del mercato; infine, la raggiunta competenza e specializzazione delle reti criminali nelle molte attivitŕ che l'esercizio in appartamento e nei locali richiedono
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Faye, PM, O. Thiam, A. Niass, ML Gueye, M. Ndiaye, Y. Sèye, ISS Sarr, M. Seck, AO Touré, and M. Cissé. "C37: Adénome hépatocellulaire de découverte fortuite chez l’homme : A propos d’un cas." African Journal of Oncology 2, no. 1 Supplement (March 1, 2022): S16. http://dx.doi.org/10.54266/ajo.2.1s.c37.fwusighg8x.

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Abstract:
INTRODUCTION : L’adénome hépatocellulaire est une tumeur bénigne très rare chez le sexe masculin et souvent associé à un risque de dégénérescence en carcinome hépato-cellulaire. Nous présentons un cas d’adénome du foie droit de découverte fortuite. OBSERVATION : Il s’agissait d’un patient de 42 ans sans antécédents connus, adressé devant la découverte d’un nodule hépatique au décours d’une échographie de routine. L’examen clinique était strictement normal. La biologie était sans particularités. L’échographie était en faveur d’une formation hyperéchogène homogène pouvant évoquer un hémangiome ou un adénome. La TDM montrait une masse du segment VI, de huit cm, fortement rehaussée au temps artériel avec homogénéisation par rapport au reste du parenchyme au temps portal et tardif non caractérisable en fonction de la cinétique de rehaussement. L’IRM retrouvait une masse hypervascularisée sans lavage iso-signal en T2 et T1 faisant évoquer un adénome hépatique. Une laparotomie bi-costale retrouvait une tumeur vasculaire solide du segment VI d’environ six cm de grand axe. Une segmentectomie VI avait été réalisée. L’examen histologique de la pièce opératoire était en faveur d’un adénome hépatocytaire. Avec un suivi de cinq mois, les suites opératoires sont simples. CONCLUSION : L’adénome hépatocellulaire survient plus souvent chez la femme et de manière rare chez l’homme. Le risque de dégénérescence varie en fonction du type moléculaire. Ce risque majoré par le sexe masculin explique la chirurgie d’exérèse d’emblée dans certains cas.
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García Nofuentes, Juan Francisco, Jorge Gabriel Molinero Sánchez, and Roser Martínez Ramos e Iruela. "Ludwig Wittgenstein. Itinerario arquitectónico de un filósofo analítico." ANUARI d’Arquitectura i Societat, no. 1 (November 30, 2021): 352–81. http://dx.doi.org/10.4995/anuari.2021.16306.

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Abstract:
La condició arquitectònica i les seues connotacions en altres àmbits de la cultura, com el de la filosofia analítica, suposa repte divisible a través de la figura de l’intel·lectual de la Viena del segle XIX, Ludwig Wittgenstein. La seua dedicació obsessiva, tarannà manifest en qualsevol labor que ocupara el seu temps, derivaria, entre altres activitats, en una clara incursió en la professió d’arquitecte. La seua empremta queda exposada en un breu itinerari de la seua obra la qual queda perpetuada a través de la icònica casa Stonborough, construïda per a la seua germana a Viena. En ella culminarà una obra en la qual es testimonia el domini de la proporció espacial interior, la racionalitat i control sobre el detall arquitectònic portat a les seues últimes conseqüències. A partir de l’anàlisi de la seua obra mestra el Tractatus Logico-Philosophicus (1921), que al costat de Ser i Temps de Martin Heidegger (1927) constitueixen els dos referents del pensament occidental del passat segle, s’indaga sobre l’exercici que desenvolupa el filòsof, en el context de l’arquitectura, sobre la representació exacta del món mitjançant l’aplicació d’un mètode de lògica deductiva, amb proposicions degudament ordenades amb les quals estructurar el que per a ell constitueix l’esdeveniment essencial del, en aquest cas, “fet” arquitectònic.
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Pinciara, Barbara. "Risvolti etici in psichiatria." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (January 2011): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001004.

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Abstract:
Da sempre la Medicina sente il bisogno di darsi delle regole e dei codici di comportamento a protezione del paziente. Ciň richiede ad ogni operatore di mettersi in gioco con autenticitŕ, apertura e costanza nel tempo: compito non facile, come testimonia il fatto che spesso la comunicazione con il paziente affetto da malattia psichica č carente o assente. Le maggiori difficoltŕ in questo senso si manifestano nelle "zone grigie" del rapporto medico-paziente: ad esempio nelle situazioni di criminalitŕ connesse alla patologia psichiatrica, nelle quali la tutela del paziente č spesso in contrasto con la necessitŕ di attuare misure protettive a livello sociale. Il medico che lavora con pazienti psichiatrici si trova spesso a dover prendere decisioni che condizionano la sua libertŕ: pensiamo ad esempio ai casi a rischio di suicidio, alla prescrizione di farmaci in grado di influenzare la qualitŕ di vita in senso medico e sociale (come gli antipsicotici), all'allontanamento da famiglie maltrattanti. Anche eventi quali l'innamoramento e la sessualitŕ tra medico e paziente pongono in primo piano la questione del rapporto personale che si instaura all'interno di questa diade tanto complessa. Per far fronte a queste difficoltŕ č necessario promuovere la comunicazione e l'alleanza terapeutica, fondate sul rispetto e sulla fiducia tra i terapeuti e con il paziente. Questo richiede all'operatore sanitario non solo di agire in modo etico, ma di "essere etico" come persona.
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Vanzetto, M., R. Rodinò, M. M. Santoro, and T. Frascarelli. "Un servizio integrato per adolescenti a Roma." Medicina e Morale 43, no. 6 (December 31, 1994): 1173–85. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1004.

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Abstract:
Dal marzo 1993 la Cooperativa sociale "Animazione Verderocca" (ANVER) ha attivato un Servizio Integrato per adolescenti, completamente gratuito, nei locali del suo poliambulatorio. Si è voluto creare nel territorio un Servizio che fosse aperto a tutti e di facile accesso, che diventasse punto di riferimento per risolvere dubbi e problemi adolescenziali, ma anche proposta per un cambiamento di comportamenti a rischio e quindi tentativo per una prevenzione primaria delle devianze giovanili. Una équipe interdisciplinare costituisce la caratteristica fondamentale di questo Servizio. Essa, tenendo presente il concetto globale di salute, intende fornire un aiuto all'adolescente a spostare il focus di attenzione dal sintomo alla totalità della persona. In un anno di attività hanno fruito del Servizio Integrato 71 giovani, 64 femmine (90%) e 7 maschi (10%). Il tipo di intervento vuole essere qualitativo più che quantitativo e le 368 prestazioni complessive effettuate ne confermano la consistenza. La domanda di partenza dell'adolescente ha trovato nell'équipe o nella consulenza psicologica una sua ridefinizione basata non solo sulla analisi della domanda, ma anche sulla formulazione stessa dell'intetvento. Evidentemente tale riformulazione "agita" e "proposta" dagli operatori del Servizio Integrato è vissuta dall'utenza come una corretta lettura o integrazione della propria richiesta vista la costanza nel tempo del ritorno e la pubblicità che gli adolescenti stessi fanno del Servizio ai propri amici.
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Caramori, Alessandra Paola, Jéssica Mahyara Teixeira, Suelen Najara de Mello, and Marlon Da Fonseca Misceno de Araújo. "O ensino de italiano no âmbito da Rede Andifes Idiomas sem Fronteiras nos tempos de ensino." Revista Italiano UERJ 12, no. 1 (September 5, 2021): 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62140.

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Abstract:
RESUMO: A Educação, no ano de 2020, a partir do início da pandemia de Covid-19, sofreu grande impacto com o fechamento das instituições escolares e consequente transformação das aulas presenciais em remotas. Nos cursos de língua italiana das Universidades Federais da Rede IsF-italiano, fomentadas pela Embaixada Italiana, a mudança do presencial para o remoto foi súbita, ainda no mês de março de 2020, obrigando-nos à transformação abrupta de modalidade de ensino/aprendizagem e de nossas práticas. Como as orientações pedagógicas para a formação continuada dos professores vinham sendo feitas, desde o início do Programa IsF-italiano, em 2016, na modalidade a distância, não estávamos totalmente afastados do mundo virtual, mas essa orientação se dava na direção das aulas em presença física. Com o passar dos meses, sempre na busca de novos conhecimentos, novos meios, recursos e ferramentas tecnológicos e de seus usos, e no compartilhamento constante destes saberes entre os professores, chegamos ao final de 2020, com muitos e relevantes aprendizados.Palavras-chave: Formação continuada de professores de italiano. Ensino/aprendizagem de língua italiana. Rede IsF-italiano. Ensino remoto. Covid-19. ABSTRACT: L'istruzione, nell'anno 2020, dall'inizio della pandemia Covid-19, ha subito un grande impatto, con la chiusura delle istituzioni scolastiche e la conseguente trasformazione delle classi in classi a distanza. Nei corsi di lingua italiana delle Università Federali della Rete IsF-italiano, sostenuti dall'Ambasciata Italiana, il cambiamento si è fatto all'improvviso, ancora nel mese di marzo 2020, costringendoci ad una brusca trasformazione della modalità di insegnamento/apprendimento e delle nostre pratiche didattiche. Poiché gli orientamenti pedagogici per la formazione continua degli insegnanti sono state fatte dall'inizio del Programma IsF-italiano, nel 2016, in modalità a distanza, non eravamo del tutto lontani dal mondo virtuale, ma questo orientamento è stato dato nella direzione delle classi in presenza fisica. Nel corso dei mesi, sempre alla ricerca di nuove conoscenze, nuovi mezzi, ricorsi e strumenti tecnologici e dei loro usi, e nel compartire costanti di questi saperi tra i professori, siamo arrivati alla fine del 2020, con molti apprendimenti rilevanti.Parole chiave: Formazione continua di professori di italiano. Insegnamento/apprendimento di lingua italiana. Rete IsF-italiano. Insegnamento (da) remoto. Covid-19. ABSTRACT: Education, from the beginning of the Covid-19 pandemic in the year 2020, suffered great impact with the closure of school institutions and the consequent transformation of traditional classroom classes into remote classes. In the Italian language courses of the Federal Universities of the Rete IsF-Italiano, promoted by the Italian Embassy, the change from formal to remote was sudden, still in March 2020, forcing us to abruptly change the teaching/learning modality and our practices. Since the pedagogical guidelines for the continued formation of teachers had been made, since the beginning of the Programa Italiano-Isf in 2016, in the distance mode, we were not utterly far from the virtual world, yet this orientation was proposed in the direction of the classes in physical presence. Over the months, always searching for new knowledge, new means, technological resources and tools, and their uses, and the constant sharing of this knowledge among teachers, we arrived, at the end of 2020, with many relevant learnings.Keywords: Further training of Italian teachers. Italian language teaching/learning. Isf-Italian Network. Remote teaching. Covid-19.
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Lasaponara, Fedele. "Tecnica chirurgica open a minima invasività per la nefrectomia del rene policistico (PKD)." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 27, 2014): 209–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.894.

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Abstract:
La malattia policistica renale (PKD) è una malattia genetica, con frequente compromissione di organi e apparati extrarenali, la cui evoluzione può portare a insufficienza renale terminale con necessità di ricorrere a un trattamento sostitutivo dialitico (emodialisi o dialisi peritoneale) o al trapianto renale o combinato fegato-rene. L'asportazione di un rene policistico non deve essere considerata routinaria, ma può rendersi necessaria in caso di ripetute emorragie cistiche e di infezioni recidivanti, di fronte al sospetto di una degenerazione neoplastica o al fine di creare uno spazio addominale idoneo per il trapianto. In corso di PKD, la nefrectomia è un atto chirurgico non semplice, in considerazione delle dimensioni della massa da asportare e delle aderenze frequentemente presenti; la classica tecnica chirurgica per via lombotomica extraperitoneale spesso obbliga a un'incisione ampia e invasiva. La via intraperitoneale, a cielo aperto o per via laparoscopica, altera l'integrità peritoneale limitando poi l'opportunità della dialisi peritoneale. Un'incisione lombotomica breve (10–12 cm), con conservazione costale e risparmio dell'integrità peritoneale, per minimizzare l'invasività della classica tecnica open, consente l'isolamento della massa renale e puntura, aspirazione e svuotamento mirato in asepsi di cisti renali. Questa manovra porta al rimodellamento morfologico dell'organo e rende possibile la sua asportazione in tempi chirurgici peraltro contenuti e senza complicanze specifiche intra e peri-operatorie.
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Battistelli, Stefania, and Piera Campanella. "Comando e controllo nel lavoro agile: prime riflessioni." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 52–67. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002004.

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Abstract:
La normativa italiana in materia di lavoro agile (L. n. 81 del 2017) delinea le ca-ratteristiche di una nuova modalità di lavoro flessibile, senza vincoli specifici di orario e luogo di lavoro. L'istituto, che nasce con finalità di incrementare la com-petitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, solleva questioni nuove, concernenti tanto l'organizzazione e la produttività del lavoro, quanto il benessere dei lavoratori, aprendo nuovi spazi di riflessione e di studio a riguardo. Alla luce di queste prime considerazioni, il contributo in oggetto si concentra sull'impatto del lavoro agile, e più in generale del lavoro a distanza, nei confronti dei poteri tipici del datore di lavoro rispetto alle relazioni industriali-tipo. Con l'introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il potere di controllo del datore di lavoro tende a rafforzarsi, esponendo i lavoratori a nuove forme di sorveglianza costante. In questo (nuovo) contesto, ci si chiede, in particolare, in che modo il potere di controllo o vigilanza si atteggi nel lavoro a distanza, quale funzione sia deputato ad assolvere e se e in che misura risulti com-patibile con la disciplina avente ad oggetto la vigilanza sull'esatto adempimento degli obblighi contrattuali da parte dei dipendenti di cui all'art. 4 St. lav. Analoga-mente, ci si chiede quali siano gli effetti della flessibilità dell'orario di lavoro sul potere, sui doveri e sulle responsabilità del datore, chiamato a garantire la discon-nessione del lavoratore dagli strumenti tecnologici di lavoro attraverso l'adozione di apposite misure tecniche e organizzative (art. 19, co. 1, L. 81/2017). D'altro can-to, lo scopo del diritto alla disconnessione non è solo quello di tutelare la salute del lavoratore e garantire il rispetto della sua vita personale, ma anche quello di evita-re il rischio di abuso di potere del datore di lavoro, comunemente definito "time porosity". Tuttavia, un modo adeguato per garantire efficacemente il diritto del lavoratore alla disconnessione non è ancora stato individuato e la questione meri-ta di essere approfondita. Tenuto conto di ciò, sarebbe opportuno ripensare al ruo-lo, da una parte, della contrattazione collettiva e delle parti sociali e, dall'altra, della legge nell'ottica di innalzare la qualità del lavoro a distanza.
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Atkinson, P. A., J. M. Atkinson, C. R. Martin, and J. Rankin. "Prospettive storiche sulla resilienza e alcuni concetti di rilievo per la salute mentale correlati alla resilienza." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001003.

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Abstract:
La resilienza psicologica consiste nella capacitŕ di fare fronte alle conseguenze di eventi gravemente stressanti o di riprendersi con successo da esse. Tale concetto, che sta suscitando un interesse crescente nell'ambito degli approcci alla salute basati sulle risorse degli individui, ha un'interessante vicenda storica e un'origine legata a differenti campi accademici e clinici. Alcuni studi sono stati infl uenzati dalla particolare caratterizzazione che nel corso della storia č stata attribuita a gruppi o a singoli che sembravano capaci di resilienza. Ci sono vantaggi e inconvenienti nel ricorrere al patrimonio storico per fare luce sui costrutti teorici attuali; infatti, gli studi sui singoli casi storici possono offrire utili squarci di comprensione, ma č indispensabile essere molto cauti nel fare ipotesi retrospettive. L'approccio piů promettente č forse la ricerca su gruppi di persone che abbiano vissuto durante determinati eventi, anche se possono sorgere problemi relativi a pregiudizi nel reclutamento del campione e al lasso di tempo trascorso. L'analisi dell'andamento della ricerca sulla resilienza indica che il concetto č stato prima associato alla malattia, mentre ora č sempre piů spesso riferito alla promozione della salute. Ciň potrebbe essere il rifl esso di un cambiamento culturale e politico. Il concetto di resilienza č rilevante per gli operatori della salute mentale; tuttavia, la sua utilitŕ č circoscritta alla diagnosi e alla terapia, poiché esistono molte domande di fondo rimaste senza risposta. Ci sono tre principali aree di dibattito: la defi nizione di resilienza; il suo statuto di categoria psicologica (un tratto di personalitŕ o una risorsa dinamica da sviluppare); la sua misurazione con suffi ciente affi dabilitŕ e costanza. L'analisi concettuale per scoprire il modello teorico sottostante alla resilienza č ancora ad una fase iniziale. Modelli provenienti da altre scienze sociali e dalle biotecnologie, in particolare l'Ecologia Umana, la teoria salutogenica, i modelli animali, la genetica e le bioscienze potrebbero dimostrarsi i percorsi piů promettenti per il futuro.
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Turull, Isabel. "La llengua de Carles Riba: el cas de Guillot, bandoler." SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 5, no. 5 (June 12, 2015): 292. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.5.6391.

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Resum: En l'àmbit d'un estudi sistemàtic sobre la llengua de Carles Riba, n'analitzem aquí un conte primerenc. Guillot, bandoler, publicat probablement cap al 1918, representa la primera incursió de l'autor en la narrativa per a infants, en un moment en què la fixació de l'ortografia i la normativa fabrianes encara es troba en evolució. Hi veiem, doncs, un llenguatge que aspira a la correcció però que és al mateix temps espontani, mentre podem relacionar-ne alguns trets característics amb la voluntat d'adherir-se a un gènere narratiu concret. En aquest sentit, la tradició rondallística admet la presència de termes de registre més elevat en un context de mímesi literària del llenguatge parlat, cosa que justificaria la presència en aquest text d'expressions com: «pujaven [...] tan instruïdets»; al costat de: «la bèl·lica munió». Paraules clau: Riba - narrativa - gènere - registre Abstract: As a part of a sistematic study on Carles Riba's language, we analyse in this paper one of his first short stories. Guillot, bandoler represents the author's first attempt to write a children's tale: it was published in 1918, in a moment when Fabra's works on Catalan's orthography and normative were still evolving. It presents, thus, a language that tends to correctness but that is also spontaneous, while we can link some of its characteristic features to the author's will of adhering to a concrete literary genre. The tale's tradition allows the presence of terms that belong to a more elevated language in a context of literary mymesis of the spoken language, and that would justify the presence in this text of expressions like: «pujaven [...] tan instruïdets»; next to: «la bel·lica munió». Keywords: Riba - narrative - genre - register
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DUQUE, Tiago, Esmael Alves de OLIVEIRA, and Simone BECKER. "Agência e interseccionalidade em quadra: inquietações sobre escolas e diferenças em Mato Grosso do Sul." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 225. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244904.

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RESUMO As inquietações aqui apresentadas foram suscitadas a partir de duas pesquisas em contextos e temporalidades distintas e que atravessam a trajetória dos autores no Mato Grosso do Sul. A primeira deu-se em decorrência dos diálogos travados por um dos autores com jovens efeminadas (gays, travestis, transexuais) na cidade de Corumbá-MS, na fronteira com a Bolívia. A segunda, foi resultado do diálogo de dois dos autores com jovens indígenas Kaiowá da Terra Indígena (TI) de Panambizinho, localizada a aproximadamente 20km de Dourados-MS, no distrito de Panambi. Por meio de uma perspectiva interdisciplinar, sustentada numa análise qualitativa, intenta-se refletir sobre os dilemas e possibilidades que cercam a relação entre minorias e a escola na contemporaneidade a partir de um ponto de vista interseccional. Como resultado, a compreensão de que se a escola continua em vários momentos a se produzir como um espaço de docilização de corpos e subjetividades, de outro, a constante capacidade de negociação e agenciamento dos sujeitos que a enredam.Escola. Marcadores sociais. Minorias. Agenciamentos. Agency and intersectionality in court: concerns about schools and differences in Mato Grosso do SulABSTRACT The concerns presented here were raised from two researches in different contexts and temporalities that cross the trajectory of the authors in Mato Grosso do Sul. The first occurred as a result of the dialogues carried out by one of the authors with effeminate young people (gays, transvestites), transsexuals) in the city of Corumbá-MS, on the border with Bolivia. The second was the result of the dialogue between two of the authors with young Kaiowá indigenous people from the Indigenous Land (TI) of Panambizinho, located approximately 20km from Dourados-MS, in the Panambi district. Through an interdisciplinary, sustained perspective in a qualitative analysis, we intend to reflect on the dilemmas and possibilities that surround the relationship between minorities and the school in contemporary times from an intersectional point of view. As a result, the understanding that if the school continues at various times to produce itself as a space for the docilization of bodies and subjectivities, on the other, the constant capacity for negotiation and agency of the subjects who enmesh it.School. Social markers. Minorities. Agency. Agencia e interseccionalidad en la corte: preocupaciones por las escuelas y diferencias en Mato Grosso do SulRESUMENLas inquietudes presentadas aquí han sido planteadas por dos investigaciones en diferentes contextos y temporalidades que cruzan la trayectoria de los autores en Mato Grosso do Sul, travestis, transexuales) en la ciudad de Corumbá-MS, en la frontera con Bolivia. El segundo fue el resultado del diálogo entre dos autores con el joven indígena Kaiowá de la Tierra Indígena (TI) de Panambizinho, ubicado a unos 20 km de Dourados-MS, en el distrito de Panambi. Mediante una perspectiva interdisciplinaria, respaldada por un análisis cualitativo, pretendemos reflexionar sobre los dilemas y las posibilidades que rodean la relación entre las minorías y la escuela en los tiempos contemporáneos desde un punto de vista interseccional. En consecuencia, el entendimiento de que si la escuela continúa produciéndose en varias ocasiones como un espacio para la docilización de cuerpos y subjetividades, por otro lado, la constante capacidad de negociación y agencia de los sujetos que la involucran.Escuela. Indicadores sociales. Minorías. Agencia. Agenzia e intersezionalità in tribunale: preoccupazioni per le scuole e differenze nel Mato Grosso do Sul SINTESE Le preoccupazioni qui presentate sono state sollevate da due ricerche in contesti e temporalità diversi che attraversano la traiettoria degli autori nel Mato Grosso do Sul. , travestiti, transessuali) nella città di Corumbá-MS, al confine con la Bolivia. Il secondo è stato il risultato del dialogo tra due autori con i giovani indigeni Kaiowá della Terra indigena (TI) di Panambizinho, situato a circa 20 km da Dourados-MS, nel distretto di Panambi. Attraverso una prospettiva interdisciplinare, supportata da un'analisi qualitativa, intendiamo riflettere sui dilemmi e sulle possibilità che circondano la relazione tra le minoranze e la scuola nei tempi contemporanei da un punto di vista intersezionale. Di conseguenza, la comprensione che se la scuola continua in varie occasioni a prodursi come spazio per la docilizzazione di corpi e soggettività, dall'altra la costante capacità di negoziazione e di agenzia delle materie che la coinvolgono.Cuola. Indicatori sociali. Minoranze. Agenzia.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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