Academic literature on the topic 'Tempi di ingresso al lavoro'

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Journal articles on the topic "Tempi di ingresso al lavoro"

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Del Re, Alisa. "Lavorare da casa, lavorare in casa." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (June 2021): 55–65. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001005.

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Abstract:
Durante questa pandemia da Sars-Cov2 abbiamo vissuto trasformazioni del modo di vivere e di produrre che da emergenziali sono divenute rapidamente strutturali. Il confinamento ha se-gnato il definitivo ingresso in un'era digitale, con le sue specifiche forme di sfruttamento, controllo e sorveglianza in un quadro di welfare insufficiente, connotato da una debolezza dei servizi pubblici, dagli ospedali alla sanità territoriale, dalla scuola fino all'università. Si è in-staurato un paradigma tecnologico, di cui si vedevano le avvisaglie già prima della pandemia, con un'accelerazione sconcertante. Questo ha acuito diseguaglianze economiche e sociali, raz-ziali e di genere preesistenti. Ma ha fatto anche scoprire la casa come terreno di scontro tra corpi "produttivi" e corpi deboli, luogo di lavoro non più separato tra produzione e riprodu-zione. L'emergere della consapevolezza della sostanziale necessità del lavoro riproduttivo, tradizionalmente attribuito alle donne, richiede una diversa visione sociale del welfare, una diversa organizzazione sociale del territorio e delle abitazioni, nonché una riqualificazione salariale di quello che molti chiamano "lavoro di cura", riducendone inoltre i tempi infiniti e ridi-stribuendoli socialmente. Parole chiave: lavoro riproduttivo, smart working, pandemia, welfare, donne
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Demartini, Silvia, Silvia Sbaragli, and Elena Franchini. "Il lessico specialistico della matematica in prospettiva interdisciplinare: rilievi dalle prove standardizzate." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 2 (November 16, 2022): 99–136. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.04.

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Abstract:
Il presente lavoro propone un’analisi interdisciplinare di 6 item inclusi nel pre-test delle prove standardizzate di matematica di quinta elementare del Canton Ticino (Svizzera). Il pre-test è stato somministrato nell’ottobre 2019 a un campione significativo di circa 440 studenti in ingresso in prima media e gli item qui esaminati riguardano la conoscenza del lessico specialistico. I risultati mostrano una diffusa difficoltà nella comprensione e nella gestione dei termini geometrici. In conclusione, questo articolo vuole ricordare che il lessico rappresenta un livello linguistico ricco e complesso, sul quale è importante investire tempo e attenzione nella didattica disciplinare.
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Romens, Anne-Iris. "Lavoro da remoto, conciliazione tra tempi di vita e lockdown: per una prospettiva di genere." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 224–43. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160011.

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Abstract:
Un numero crescente di pubblicazioni in lingua italiana studia il lavoro da remoto, in particolare dopo che il lockdown ha costretto migliaia di lavoratrici e lavoratori a ricorrere a questa modalità lavorativa. Tuttavia, sono poche le ricerche che analizzano l'argomento con una prospettiva di genere. Attraverso la revisione della letteratura, il contributo mette in discussione l'idea secondo la quale il lavoro da remoto permetta di migliorare la conciliazione tra i diversi tempi di vita, riducendo le disuguaglianze in base al genere. L'articolo sostiene che sia necessario contestualizzare il lavoro da remoto, in quanto in un regime di genere asimmetrico come quello italiano, questa modalità può rafforzare la divisione tradizionale del lavoro in base al genere. Si rivisitano inoltre in una prospettiva di genere le nozioni utilizzate nella letteratura per riferirsi al lavoro da remoto e alla conciliazione tra vita e lavoro. Quindi l'articolo studia, contestualizzandolo, l'impatto del lavoro da remoto sulla conciliazione tra tempi di vita. Infine, nelle conclusioni ci soffermiamo sugli ambiti nei quali potrebbero essere svolte ulteriori ricerche.
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Pappadà, Gabriella. "La condizione femminile in Italia in tempi di COVID-19." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 111 (February 2021): 88–107. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111005.

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Abstract:
Questo articolo si pone in continuità nell'ambito di un progetto di studio della conciliazione famiglia-lavoro che l'autrice cura da anni con l'intento di stimolare l'adozione di politiche di flessibilità dell'orario e dell'organizzazione del lavoro e di estensione dei servizi educativi e sociali. L'articolo analizza alcuni dati ISTAT ed alcuni dati europei tratti da EUROSTAT e da un'indagine ad hoc condotta da Eu-ropean Foundation for the improvement of Living and Working conditions duran-te il lockdown. Da un lato, il digital divide delle famiglie, delle imprese e della scuo-la italiana ha reso alquanto difficoltoso lo smart working e la didattica a distanza caricando sui genitori anche l'istruzione scolastica dei figli. Dall'altro lato, poter lavorare in smart working in modo efficiente ha messo in luce un incremento di produttività e un miglioramento della conciliazione famiglia-lavoro soprattutto per le donne. Opportuni interventi del Governo e delle imprese a tale riguardo possono condurre a netti miglioramenti nell'organizzazione flessibile del lavoro in armonia con gli impegni familiari.
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Bentivogli, Marco. "Fiducia nel lavoro." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 145–65. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113007.

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Abstract:
In "Laudato Sii" Papa Francesco afferma con grande forza che il lavoro digni-toso è quello "libero, creativo, partecipativo e solidale". Il presente saggio mostra quali caratteristiche deve assumere il lavoro e quali modalità organizzative sono più adatte alla sua promozione e valorizzazione nella prospettiva indicata dal Pontefice. In particolare, si individua nello smart working un modello in grado di favorire ed esaltare l'ingaggio cognitivo del lavoratore: fiducia, libertà, responsabi-lità e autonomia sono gli aspetti caratterizzanti del lavoro agile. Tale modello per-mette anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di cura della famiglia, una distribuzione più equilibrata dei carichi familiari e una maggiore partecipazio-ne delle donne al mercato del lavoro e alla vita civile e democratica. Il sindacato può essere un protagonista nel passaggio a forme organizzative in grado di valorizzare la centralità della persona: i capisaldi di una strategia orientata in questo senso sono la contrattazione territoriale e la formazione dei lavoratori.
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Di Guardo, Sebastiano. "Innovazione organizzativa nei servizi di Giustizia per il Cittadino: il caso della Volontaria Giurisdizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 130–57. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001006.

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Abstract:
L'articolo approfondisce il tema dell'innovazione organizzativa della Volontaria Giurisdizione, un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che riguarda, tra le varie materie, le misure di protezione giuridica a favore delle persone disabili e degli anziani e che si svolge, perlopiů, senza intermediazione legale. In questo lavoro viene presentato il caso del progetto di cambiamento organizzativo del Tribunale di Monza. Si tratta di un caso di riprogettazione radicale dei processi interistituzionali di tutela giuridica e dei sistemi di erogazione dei servizi avvenuto con una grande partecipazione degli organi di governo dell'organizzazione, dei professionisti coinvolti, delle istituzioni e del territorio locale. Risultati tangibili sono stati l'abbattimento dei tempi di processo, la riduzione dei tempi di attesa per i Cittadini, l'eliminazione di attivitŕ banali con conseguente concentrazione su quelle piů critiche. I risultati socio-organizzativi sono stati la maggiore cooperazione tra giudici e cancellieri nell'interesse dell'ottimizzazione dei processi di lavoro, la sperimentazione di un partneriato tra Tribunale e Territorio per andare incontro ai bisogni espressi dalla Cittadinanza e la sperimentazione di un modello di cambiamento strutturale che č avvenuto anche senza nuove leggi o risorse aggiuntive.
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Bisignano, Mara. "Gli effetti della modulazione dei tempi di lavoro sull'organizzazione del lavoro e l'azione sindacale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 151 (September 2018): 156–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2018-151009.

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Ferrari, G., G. Giovannini, S. Torabi, M. Gardini, and D. Monti. "“Magnetization Transfer Contrast”: Suo utilizzo in alcune patologie cerebrali." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 2 (April 2000): 225–36. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300210.

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Abstract:
L'imaging con risonanza magnetica usa i tempi di rilassamento T1, T2 e la densità protonica (Dp), per ottenere immagini con tipi di contrasto utili a discriminare le diverse patologie. Il trasferimento di magnetizzazione (MT) permette di aggiungere una nuova forma di contrasto a quelle già note. Questo lavoro si propone di approfondire le basi fisiche della tecnica e le differenti possibilità di utilizzo.
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Giolito, Maria Rosa, Franca Cabutto, and Gabriella Valente. "Abuso sessuale e maltrattamento sui minori: dall'équipe multidisciplinare alla Procura... Cappuccetto Rosso va in tribunale." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2010): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003005.

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Abstract:
Presentiamo una riflessione sull'attivitŕ dell'équipe multidisciplinare Cappuccetto Rosso attraverso l'analisi dei dati relativi ai casi seguiti dall'équipe dal 1994 al 2006 (206 maschi e 361 femmine) e, in particolare, dei minori coinvolti in un procedimento penale in qualitŕ di parti offese presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torino (167 bambini). L'alta percentuale di archiviazioni presenti nel campione esaminato (64,9%), le frequenti audizioni in condizioni di non protezione e il divario tra i "tempi" del bambino e i tempi della giustizia possono incidere negativamente sulla piccola vittima. Auspichiamo che il nostro lavoro possa contribuire all'elaborazione di modelli di integrazione tra le diverse istituzioni che permettano una sempre piů adeguata ed efficace presa in carico del minore.
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Fortunato, Vincenzo. "La Fiat e il lavoro operaio nella manifattura di classe mondiale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 222–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126015.

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Abstract:
Il paper focalizza l'attenzione sulle recenti trasformazioni nell'organizzazione del lavoro e della produzione legate all'introduzione nelle fabbriche del Gruppo Fiat Auto della cosiddetta "manifattura di classe mondiale" o World Class Manufacturing (Wcm). In particolare, attraverso i dati di una ricerca sulle condizioni di lavoro e sulle relazioni industriali nello stabilimento Fiat-Sata di Melfi, si esplora l'impatto di tali cambiamenti sul lavoro operaio. I principali risultati dell'indagine evidenziano come, nonostante alcuni importanti cambiamenti legati all'adozione del Wcm rispetto alla fabbrica snella di ispirazione giapponese, appare chiaramente una marcata continuitŕ con i tradizionali principi tayloristici quali, ad esempio, la crescente importanza nei confronti di standard, metodi, tempi di produzione, unitamente alla crescita del controllo manageria- le sui lavoratori. Tutto ciň richiede una piů strategica e sofisticata gestione delle risorse umane e relazioni industriali partecipative finalizzate a ridurre la conflittualitŕ e ad ottenere il necessario consenso dei lavoratori per una buona riuscita nell'implementazione delle nuove regole e della nuova organizzazione del lavoro in fabbrica.
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Dissertations / Theses on the topic "Tempi di ingresso al lavoro"

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VALSEGA, Carlotta. "La formazione continua ai tempi della trasformazione del lavoro. Studio di caso di un’azienda di grandi dimensioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2021. http://hdl.handle.net/10446/181285.

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BATTAIA, JESSICA. "GLI STRUMENTI DI INGRESSO NEL MERCATO DEL LAVORO: FORMAZIONE, INSERIMENTO E MISURE DI CONTRASTO ALLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/471478.

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Abstract:
This study is focused on the instruments set forth by the Italian labour law to promote young people entry into the labour market and to contrast youth unemployment, which worsened after the recession started in 2008. In particular, the research provides an overview of the labour market legislation regarding training contracts and work placement contracts, both enforced particularly in the past two decades, pointing out the reasons of the interventions and the effects on the implementation of these contracts. With reference to training contracts, the analysis of the legislative development of the apprenticeship shows that its traditional training function has been gradually devalued with the aim of converting the apprenticeship into a placement contract. However, despite the endeavours of the national legislator to make the apprenticeship the main port of entry in the labour market, different reasons are practically leading to a decline in its application. These include the division of legislative competence between the State and the Regions in the field of vocational training and the difficulty of the company to plan long-term workforce strategies. As to work placement contracts and with specific regard to internship, the present study analyses the practical critical issues caused by the existence of different types of internship and of several layers of legislation. The final part of the research examines the possible instruments (regulatory or not) that could have a strong impact in facing youth unemployment, considering the failure of the current training contracts and work placement contracts. Eventually, the study proposes to facilitate access to employment for young people either by easing the transition from education to work and by implementing vocational training. This latter could be deemed as an active labour-market policy and as a form of employee protection in the labour market (and not only in the employment relationship). In this perspective, vocational training could be enhanced by considering lifelong learning as a permanent contractual obligation for the employer in the context of a stable and permanent employment contract like the one introduced by Legislative Decree n. 23/2015 (so called “contratto a tutele crescenti” - contract with increasing protections).
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AMBROSIO, Maria Teresa. "Migrazioni economiche e sfruttamento del lavoro immigrato. Riflessioni a partire dal sistema di regolazione dei flussi di ingresso." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/105459.

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Abstract:
Il presente elaborato è diretto ad indagare il legame fra la disciplina delle migrazioni per motivi di lavoro (sia sovranazionale sia nazionale) e lo sfruttamento del lavoro degli immigrati extra-Ue. In particolare, la tesi dottorale si propone di rilevare i principali aspetti critici della normativa attuale sull’ingresso e soggiorno dei lavoratori stranieri in Italia, e i conseguenti effetti che si riversano sulla condizione giuridica e lavorativa dei non cittadini. Partendo dal presupposto che un certo sistema di programmazione di accesso al territorio e al lavoro determina, rafforza e/o incentiva gli ingressi irregolari nonché le molteplici forme di sfruttamento lavorativo a cui i migranti sono frequentemente sottoposti, l’obiettivo ultimo è disquisire sui modelli alternativi di regolazione degli ingressi per motivi di lavoro che possano finalmente ricondurre il fenomeno delle migrazioni economiche a una lettura non solo utilitaristica ma a una più ampia tutela dell’individuo quale persona, lavoratore, migrante. La tesi dottorale si struttura in quattro capitoli. Il primo, dedicato alla disciplina sovranazionale del fenomeno delle migrazioni economiche, si sofferma anzitutto sulla regolazione di matrice internazionale della quale si sottolinea il carattere frammentario e incompleto. Viene esaminata, poi, la prospettiva dell’Unione europea, mettendo in luce i principali fattori che ne hanno limitato l’azione nell’ambito della migrazione legale per motivi di lavoro. Il secondo capitolo, invece, si concentra sulla regolazione nazionale delle migrazioni economiche, ponendone in luce le numerose criticità e gli effetti distorsivi che essa determina nel mercato del lavoro immigrato. La conclusione cui si giunge è che il momento dell’accesso al lavoro rappresenta la sede privilegiata in cui si manifestano gli effetti distorsivi delle politiche migratorie nazionali identificati da un lato, nell’elusione della disciplina in materia di ingresso e soggiorno dello straniero, e dall’altro nel diffondersi dei fenomeni riconducibili nell’area dello sfruttamento lavorativo. Fanno seguito approfondimenti sulle caratteristiche del mercato del lavoro immigrato e sull’impatto della pandemia da Covid-19 sulle condizioni di lavoro degli stranieri. Il terzo capitolo affronta, in chiave comparata, il tema dello sfruttamento del lavoro dei migranti in Italia e in Spagna. L’assunto da cui si muove è che le migrazioni rappresentano un fattore che facilita lo sfruttamento, e in particolare che quest’ultimo è strettamente legato al quadro regolativo sovranazionale e nazionale della migrazione a fini lavorativi sia in relazione ai lavoratori immigrati regolarmente soggiornanti sia in relazione ai lavoratori immigrati irregolarmente soggiornanti, considerato che il grado maggiore di vulnerabilità di questi ultimi deriva anzitutto dalla carenza del permesso di soggiorno. Si dedica, poi, attenzione al fenomeno del caporalato e al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.) approfondendone i presupposti (lo sfruttamento del lavoro e l’approfittamento dello stato di bisogno) e gli “indici sintomatici”, anche attraverso la disamina della giurisprudenza penale sinora intervenuta. Il quarto capitolo, infine, mira a individuare una serie di elementi che potrebbero costituire parte integrante di un nuovo “modello” di gestione delle migrazioni economiche con importanti implicazioni circa la condizione di regolarità, le condizioni di lavoro e il processo di integrazione e inclusione sociale degli stranieri nel Paese di destinazione.
This paper is aimed at investigating the link between the regulation of migration for work reasons (both supranational and national) and the exploitation of the work of non-EU immigrants. In particular, this doctoral thesis aims to highlight the main critical aspects of the current legislation on the entry and stay of foreign workers in Italy, and the consequent effects that affect the legal and working conditions of non-citizens. Certain programming systems for access to the territory and to work may determine, strengthen and / or encourage irregular entries as well as the multiple forms of labour exploitation. Given this assumption, the ultimate goal is to discuss alternative models of regulation to entrances for work reasons that can finally bring the phenomenon of economic migration back to an interpretation that is not only utilitarian but also broader protection of the individual as a person, worker, migrant. The doctoral thesis is structured in four chapters. The first, dedicated to the supranational discipline of the phenomenon of economic migration, explores international regulation, with focus on its fragmentary and incomplete character. The perspective of the European Union is then examined, highlighting the main factors that have limited its action in the context of legal migration for work reasons. The second chapter investigates the national regulation of economic migration, highlighting the numerous criticalities and distorting effects it determines in the immigrant labour market. The conclusion reached is that the moment of access to work represents the main place in which the distorting effects of national migration policies are manifested. These effects can be identified, on the one hand, in the circumvention of the regulations related to entry and residence of the foreigner, and, on the other, in the spread of phenomena of labour exploitation. This analysis is followed by in-depth studies on the characteristics of the immigrant labour market and on the impact of the Covid-19 pandemic on the working conditions of foreigners. The third chapter deals with the exploitation of the labour of migrants in Italy and Spain in a comparative key. It moves from the assumption that migration represents a factor that facilitates exploitation. In particular, the latter is closely linked to the supranational and national regulatory framework of migration for work purposes in relation to both irregularly and regularly residing immigrant workers. It must be considered that the greater degree of vulnerability of irregularly residing immigrant workers derives primarily from the lack of a residence permit. Attention is then devoted to the phenomenon of “caporalato” and the illicit intermediation and exploitation of labour (art. 603-bis of the Criminal Code), examining its conditions (exploitation of labour and taking advantage of the state of need) and “symptomatic indices”, also through the examination of the criminal justice that has been used so far. Finally, the fourth chapter aims to identify a series of elements that could constitute a new "model" of management of economic migration with important implications on the regularity, working conditions and the process of integration and social inclusion of foreigners in the country of destination.
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Zanotti, Thomas. "Modello di rilevazione dei tempi per il monitoraggio dei processi produttivi: il caso Colorificio Sammarinese S.p.A." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La tesi magistrale, intitolata Modello di rilevazione dei tempi per il monitoraggio dei processi produttivi: il caso Colorificio Sammarinese S.p.A., intende mostrare il lavoro svolto durante il periodo di tirocinio, volto a definire uno strumento in grado di raccogliere i tempi di processamento dei prodotti. Le finalità del modello riguardano principalmente due obiettivi: la definizione della struttura dei costi e la definizione dei tempi standard di produzione. L’Azienda ha identificato nello studio del lavoro lo strumento adatto per comprendere le dinamiche e rilevare i tempi della produzione. Diverse sono le teorie e le modalità utilizzate per realizzare lo studio dei metodi e dei tempi, ma ognuna di queste ha il suo campo di applicazione. In un’azienda come il Colorificio Sammarinese, basata essenzialmente sulla manodopera, il metodo scelto è stato quello del rilievo diretto del lavoro: mediante l’utilizzo di un cronometro e di opportune schede di rilevazione è stato possibile identificare una stima dei tempi e delle modalità di realizzazione dei prodotti rappresentativi. Dopo un primo periodo, dedicato alla raccolta dati e allo studio dei metodi, il lavoro si è evoluto nella definizione del modello di rilevazione vero e proprio, che porta alla realizzazione di un sistema basato sulla dichiarazione delle fasi di produzione da parte degli operatori. Grazie all'implementazione software e alla definizione della parte hardware del modello, sarà possibile monitorare le diverse lavorazioni, così da identificare le criticità che generano scostamenti di tempo e allungamenti dei lead time di processamento del prodotto. Mediante la dichiarazione di opportune causali di scostamento verranno identificati i problemi più frequenti e saranno eseguiti interventi mirati per risolverli. Il fine ultimo è quello di avviare un virtuoso processo di miglioramento continuo, che porti al perfezionamento dei tempi e dei metodi di lavoro.
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CUPPARI, ANTONELLA. "DANZARE LA CRISI E IL SUO POTENZIALE TRASFORMATIVO Una ricerca cooperativa e performativa con un sistema di servizi per la disabilità in tempi di pandemia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404416.

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Abstract:
La ricerca si inserisce all’interno di un percorso di dottorato aziendale. Essa esplora la relazione esistente tra l’esperienza della crisi e processi trasformativi nell’ambito del lavoro sociale di servizi per la disabilità. La ricerca si connette con gli studi teorici che, nell’ambito dell’educazione degli adulti, hanno approfondito il tema dell’apprendimento trasformativo dentro una cornice sistemica e di complessità. L’attività di ricerca ha avuto inizio a marzo 2020 ed è terminata a giugno 2022. Essa ha coinvolto un sistema di servizi per adulti con disabilità in provincia di Lecco (Lombardia) in un’indagine esplorativa (interviste, focus-groups) volta a comprendere cosa stave accadendo nei servizi a seguito dell’arrivo dell’emergenza pandemica. Successivamente a questa indagine sono emersi nel campo bisogni formativi che hanno portato alla realizzazione di tre differenti percorsi di ricerca-formazione che hanno coinvolto coordinatori, operatori sociali, volontari e familiari di persone con disabilità intellettiva. La ricerca si è avvalsa di una metodologia cooperativa. Al termine della fase di raccolta dati (luglio 2021) è seguita una metariflessione sull’intero percorso di ricerca fondata sulla metodologia della ricerca performativa. Essa ha portato alla realizzazione di una videoperformance danzata che è stata disseminata in contesti differenti, accademici e non accademici.
The research is part of a workplace doctorate. It explores the relationship between the experience of crisis and transformational processes in the field of social work in disability services. The research is connected with theoretical studies that, in the field of adult education, have investigated the topic of transformative learning within a systemic and complexity framework. The research activity began in March 2020 and ended in June 2022. It involved a system of services for adults with disabilities in the province of Lecco (Lombardy) in an exploratory enquiry (interviews, focus-groups) aimed at understanding what was happening in the services following the arrival of the pandemic emergency. Following this investigation, training needs emerged in the field which led to the realisation of three different research-training courses involving coordinators, social workers, volunteers and family members of persons with intellectual disabilities. The research used a cooperative methodology. At the end of the data collection phase (July 2021) there followed a meta-reflection on the entire research pathway based on the performative research methodology. It led to the realisation of a dance video-performance that was disseminated in different academic and non-academic contexts.
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Maltoni, Elia. "“Elaborazione ed implementazione di una metodologia innovativa per il miglioramento dei metodi di assemblaggio e di collaudo: il caso SCM Group S.p.A.”." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14396/.

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Abstract:
L'elaborato espone il contributo del candidato nel processo di elaborazione di una tecnica innovativa per il miglioramento dei metodi di assemblaggio e collaudo di MU-CN. Il modello sarà di riferimento per l’analisi delle attività a valore e spreco per tutto il gruppo aziendale. Facendo riferimento alle legioni romane: la tecnica vuole prima di tutto strutturare la strategia di attacco ovvero dichiarare come dovrebbero muoversi le legioni, poi enunciare ai singoli soldati (industrializzatori/ progettisti) come deve essere usata la spada (strumenti) ed infine quali delle spade a disposizione servono per l’attacco in questione. Il progetto parte da uno studio di benchmarking delle best practice nel settore machinery, per poi convergere nell’approfondimento di un sistema di analisi adattato al background aziendale. Si utilizzeranno strumenti quali il Design for Assembly e l’Approccio Scientifico. Questi saranno i 2 approcci fondamentali con cui si procederà alla generazione di un nuovo metodo per le attività esecutive. Inoltre, in termini di completezza di analisi si investirà anche il processo di sviluppo nuovo prodotto, cercando di anticipare il più possibile (front-loading&concurrent engineering) la rilevazione delle inefficienze. Infine, vi sarà il supporto del candidato nell’istituzionalizzazione del nuovo metodo, nella conduzione di attività d’implementazione pilota e nell’elaborazione dei piani di roll-out che lo vedranno in veste di trainer insieme al Team di Progetto. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti, perciò la tecnica proposta avrà riscontro reale e verrà implementata nel Gruppo entro fine 2018. In particolare, si sono incrementati i rendimenti medi delle linee osservate e ridotti i costi di assemblaggio e struttura dei pezzi analizzati, dati stimati grossolanamente grazie all’applicazione pilota della nuova tecnica.
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GRILLI, LEONARDO. "Sbocchi occupazionali e scelte formative dei diplomati: un’analisi multilivello." Doctoral thesis, 1999. http://hdl.handle.net/2158/346379.

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Pupo, Rosaria. "I tempi della cura : genere, quotidianità e tecnologie domestiche." Thesis, 2006. http://hdl.handle.net/10955/271.

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Abstract:
Dottorato di ricerca in Scienza, tecnologia e società, XV bis ciclo. A.a. 2005-2006
Oggetto di studio della mia tesi è il tempo della cura, cioè quel tempo dedicato alla riproduzione della vita degli altri esseri umani, al loro benessere fisico e mentale, alla loro protezione. Nel corso dell’ultimo cinquantennio gli stili di vita si sono profondamente trasformati e con essi anche il lavoro di cura. Nel mio percorso di ricerca ho analizzato i mutamenti dell’organizzazione e dei significati dell’attività di cura e delle scansioni temporali delle quotidianità femminili all’interno di due contesti caratterizzati da differenti processi di modernizzazione. Le teorie della vita quotidiana sono state lo strumento analitico per leggere, entro il più ampio processo di modernizzazione, le conseguenze che la diffusione delle tecnologie domestiche hanno prodotto sul lavoro di cura ed in che termini queste abbiano aperto nuovi spazi sociali ed individuali per le donne e se abbiano indotto delle trasformazioni nei ruoli maschili e femminili. La parte empirica della ricerca ha riguardato la comparazione fra due insiemi di donne provenienti dallo stesso contesto sociale -la Calabria degli anni ’50- ma che hanno percorso due differenti modelli di trasformazione sociale: uno più lento, per quelle che sono rimaste e sono cresciute in Calabria, l’altro più repentino, per quelle che sono emigrate a Vaughan in Canada. La comparazione si colloca su un duplice piano d’analisi: quello orizzontale tra generazioni cresciute in contesti differenti e quella verticale tra generazioni successive. In un caso, quello calabrese, la diffusione delle tecnologie domestiche si è prodotta gradualmente, rappresentando più che un progetto coerente e complessivo di organizzazione del lavoro domestico, un segno di possibilità di accesso al consumo e di acquisizione di status. Nell’altro caso, quello canadese, la dotazione tecnologica domestica è invece già immediatamente disponibile e rientra nelle logiche di razionalità organizzativa che governano quel sistema già dagli anni ’50. Nell’un caso e nell’altro le tecnologie domestiche si pongono come funzionali ad un più generale modello di sviluppo. Liberano tempo e diminuiscono la fatica fisica. Ma questo tempo e questa fatica fisica, che rimangono prerogativa del genere femminile, non incrementano le dimensioni del tempo libero fruibile dalle donne. Nel caso canadese consentono esclusivamente alle donne di poter, razionalizzando e velocizzando il lavoro domestico, essere libere e disponibili verso il mercato del lavoro. Nel caso calabrese supportano una generazione di mamme che assume su di sé l’intero carico del lavoro di cura, liberando la generazione successiva dalle incombenze che avevano sempre gravato su quelle precedenti e così creando le condizioni, grazie soprattutto all’accesso all’istruzione delle più giovani, per l’avvio di un processo di emancipazione. Il lavoro di cura si trasforma, non è più così preponderante il peso della fatica fisica, non è più un lavoro ripetitivo di gesti e modelli tramandati, non è più un lavoro teso a conservare. Soprattutto per le generazioni più giovani la fatica diventa stress, la ripetitività diventa capacità organizzativa, la conservazione diventa capacità di innovazione.The focus of my dissertation is the time of care, it is the time allocated to the reproduction of life of other human beings, to their physical mental welfare and to their protection. In the last fifty years the life styles have been radically transformed and with them the time of care too. In my work I analyse the change in the organisation and the meanings of care, and the schedule of women’s daily life within two contexts characterised by diverse processes of modernisation. The theories on daily life are the analytical tool I used to “read”, within the larger process of modernisation, the consequences on the time of care of the development and diffusion of home technologies, and how such developments have created new social and individual spaces, and if they have created changes in the male and female roles. In the empirical part of my work I compared two clusters of women from the same social context – that is Calabria in the 50s – but who have been part of two different models of social changes: one – the slowest – involving women who grew up and remained in Calabria, the other – the fastest – involving women migrated to Vaughan in Canada. The comparative work is done on two levels: horizontal and vertical. On the horizontal it refers to the same generation growing up in different, on the vertical it refers to the successive generations. In the case of Calabria the distribution of home technologies has happened gradually, representing rather than a coherent and overall project for organising the house work a sign of the possibility to access consumerism and status acquisition. In the case of the Canadian process the home technology is already available in the 50s and is part of the wider system of organisational rationality. In both cases the home technologies are functional to a wider development. They release time and decrease the amount of physical labour required. However these time and physical labour, that belong peculiarly to the female gender, do not increase the free time available to women. In the Canadian case – producing a more rational and fast house work - they allow women to be more free and available in the labour market. In the Calabrian case the technologies help a generation of mums who take on their shoulders the whole care, this has released the successive generation from the duties of domestic care given them the opportunities – thanks to the access given to the younger to education – to start a process of emancipation. Caring is transformed: it is no longer a tiring physical activity, it is no longer a series of repetitive movements and traditional models, it is no longer a job aiming to preserve. Particularly for the youngest generations labour of care becomes stress, the routine becomes organisational ability, and the conservation becomes ability to innovate.
Fondo sociale europeo
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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Abstract:
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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Books on the topic "Tempi di ingresso al lavoro"

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Bassi, Andrea, Gilberta Masotti, and Francesca Sbordone. Tempi di vita e tempi di lavoro: Donne e impresa sociale nel nuovo welfare. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2000.

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Ricci, Giancarlo. Tempi di lavoro e tempi sociali: Profili di regolazione giuridica nel diritto interno e dell'UE. Milano: Giuffrè, 2005.

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Bardi, Vito. I periodi di assenza nel lavoro subordinato: Tipologie, normativa e modulistica, nell'alternanza tra tempi di lavoro e periodi di non lavoro. Bari: Cacucci, 2004.

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Basso, Pietro. Tempi moderni, orari antichi: L'orario di lavoro a fine secolo. Milano: FrancoAngeli, 1998.

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5

Mario, Albisinni, and Istituto nazionale di statistica (Italy), eds. L'organizzazione dei tempi di lavoro: La diffusione degli orari "atipici". Roma: ISTAT, 2004.

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Tempi del lavoro: 110 anni di immagini e di storie nel territorio comasco. Como: Nodo libri, 2011.

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Walter, Pellegrini, and POLIS soc. coop. (Atri, Italy), eds. Macchinando per le vie del teramano: Tecniche di lavoro e oggetti di altri tempi. Atri: POLIS soc. coop., 1995.

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Marta, Vinci, ed. Differenze di genere, famiglia, lavoro: Il ruolo femminile nella ricomposizione dei tempi di vita. Roma: Carocci, 2002.

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Vincenzo, Bavaro, and Candela Angela, eds. Tempo comune: Conciliazione di vita e lavoro e armonizzazione dei tempi della città. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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Molin, Giovanna Da. Donna a Bari tra famiglia e lavoro: Nuovi bisogni di servizi e tempi della città. Bari: Cacucci, 2012.

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Book chapters on the topic "Tempi di ingresso al lavoro"

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Franceschini, Chiara. "Le ore di Michelangelo: tempi del lavoro, notte e vigilantia nella Sagrestia Nuova." In Capricci luterani?, 127–72. De Gruyter, 2023. http://dx.doi.org/10.1515/9783110758061-007.

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