Academic literature on the topic 'Tecnologie del recupero'

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Journal articles on the topic "Tecnologie del recupero"

1

Improta, Massimo, and Rinaldo Sacchetti. "Le tecnologie per consentire ad una persona diversamente abile di guidare un veicolo: l'esperienza del Centro Protesi Inail." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 30–41. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092003.

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Abstract:
Da Ottobre del 1998, il Centro Protesi Inail (CPI), azienda specializzata nella produzione e fornitura di protesi, ortesi ed ausili, si occupa di trasporto accessibile. Il recupero della mobilitŕ individuale, infatti, č un fattore determinante per il reinserimento sociale delle persone affette da disabilitŕ motoria e/o sensoriale. Per tale ragione il CPI ha attivato un centro operativo multi specialistico (CSM) che aiuta gli utenti a conseguire la patente di guida e viaggiare in un veicolo (auto, moto, etc.). Presso il CSM, la persona diversamente abile puň ricevere lezioni di guida, sostenere l'esame di guida con i veicoli giŕ adattati in dotazione al CPI e puň scegliere numerosi tipi di adattamenti dei propri mezzi, dispositivi che possono essere applicati presso l'autofficina del CPI. In collaborazione con i costruttori di ausili per la mobilitŕ e centro universitari, il CPI promuove studi e ricerche sulle personalizzazioni dei veicoli per poter guidare in carrozzina, accedere e guidare un camper, oppure utilizzare un trattore agricolo. La nuova sfida tecnica č consentire a persone con movimenti molto limitati (ad esempio affetti da gravi miopatie o mielolesione cervicali) di poter guidare usando un joystick che ruota, accelera e frena il veicolo.
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Mazza, Caterina, and Samuele Calzone. "Spazi di apprendimento virtuali e integrati: l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Abstract:
Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Cáceres, Carlos Esteban, and María Alicia Cáceres. "El cine ha muerto. ¡Larga vida al cine! El Plan de Fomento del INCAA ante el desarrollo de la tecnología HD." TOMA UNO, no. 1 (September 29, 2012): 177–90. http://dx.doi.org/10.55442/tomauno.n1.2012.8579.

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Abstract:
En el contexto de las industrias culturales, el cine merece un tratamiento especial. Su elevado costo de producción y su dificultad de recupero (aún para el cine comercial) requirieron de una actitud activa de los estados para conservar narrativas propias ante el avasallamiento del cine Hollywoodense.En nuestro país, desde la creación del Instituto Nacional de Cinematografía, hoy actualizado en INCAA (con doble A de Artes Audiovisuales), hasta la actualidad el Estado Argentino ha intervenido en el campo de la producción cinematográfica.¿Cómo pasó la Argentina de producir 11 películas en 1991 a casi 150 en 2011? ¿Cuáles fueron las políticas públicas que alentaron ese crecimiento? ¿Qué rol cumplieron las asociaciones de productores independientes? ¿Qué tensiones incorporó el advenimiento de la tecnología digital? El presente artículo recupera algunos hitos en este proceso de cambio de las condiciones (y la lógica) de la producción cinematográfica nacional.
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Mantini, Silvia, Fabio Graziosi, Fabio Franchi, and Stefano Boero. "La tecnologia 5G e i beni culturali: percorsi di storie e architetture all’Aquila." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 117–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00019.

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Abstract:
All’indomani del terremoto del 2009, l’Università dell’Aquila ha realizzato progetti di tutela e valorizzazione dei beni culturali che rispondono a esigenze di comunicazione dell’invisibile, di fruizione del visibile differentemente collocato e del recupero di facies sparite. Con particolare riferimento al patrimonio storico-artistico della città, la tecnologia 5G ha permesso la sperimentazione di soluzioni di realtà aumentata e virtuale che hanno riguardato chiese e palazzi ricostruiti. La traduzione delle ricerche d’archivio in approcci storici digitali, in pratiche di public history e in esperienze di editoria aumentata ha consentito, attraverso le ICT, una più ampia accessibilità ai contenuti multimediali da parte di diversi pubblici di fruitori.
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Joya Olivares, Iván, and Leidy Diana Rondón Bautista. "Control de acceso basado en tecnología RFID." Ingeniería y Región 5 (December 30, 2008): 67–72. http://dx.doi.org/10.25054/22161325.825.

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Abstract:
RFID (Radio Frequency Identification, en español Identificación por Radiofrecuencia). Es un sistema que permite almacenar y recuperar datos remotos. Para que la tecnología RFID funcione, son necesarios tres elementos básicos: una etiqueta electrónica, un lector/escritor de etiquetas y una base de datos. El presente proyecto desarrolla una aplicación para sistemas de identificación por radiofrecuencia. El proceso parte del tipo de etiqueta, dispositivo lector y su antena teniendo en cuenta costos, frecuencia de funcionamiento, requerimientos de la aplicación, etc., al mismo tiempo se investigó cómo funciona dicha tecnología, los estándares que la rigen, métodos y comandos de comunicación entre dispositivos, etc. y por último, el diseño e implementación del software, el cual consta de una administración de la base de datos y una interfaz de usuario para el control del sistema.
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Carrazco-López, Graciela. "Intelectuales de frontera: las Redes Horizontales del Conocimiento del Consejo Nacional de Ciencia y Tecnología-México." FIGURAS REVISTA ACADÉMICA DE INVESTIGACIÓN 3, no. 3 (July 1, 2022): 68–90. http://dx.doi.org/10.22201/fesa.26832917e.2022.3.3.227.

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Abstract:
El objetivo de este artículo es recuperar las experiencias de los investigadores que recibieron financiamiento del Consejo Nacional de Ciencia y Tecnología (Conacyt)-México para los proyectos inscritos en las Redes Horizontales del Conocimiento (2018-2021) en el marco de la producción, transferencia y circulación de conocimiento. Se realiza una metodología cualitativa, que aborda el método biográfico-narrativo a través de entrevistas a profundidad semi-estructuradas con base en la Modalidad 2 de las transformaciones de las prácticas de investigación (Gibbons: 1997,1998). El resultado es que las subvenciones otorgadas por el gobierno federal se han traducido en que el conocimiento se produce en un contexto de aplicación, es transdisciplinario, presenta rasgos de heterogeneidad y diversidad social, existe mayor responsabilidad social y posee controles de calidad para generar soluciones aplicables a los problemas emergentes; pero, sobre todo, han dado paso a la configuración de un nuevo perfil de investigadores: los intelectuales de frontera.
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Schuster, Verónica. "Tecnología cerámica en la localidad arqueológica San Pablo (Península Valdés, Provincia del Chubut, Argentina)." Comechingonia. Revista de Arqueología 23, no. 2 (December 30, 2019): 219–40. http://dx.doi.org/10.37603/2250.7728.v23.n2.27496.

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Abstract:
El presente trabajo aporta nueva información a los estudios ya emprendidos en la cerámica arqueológica de la costa noreste del Chubut, cuyo objetivo general es caracterizar la variabilidad, comprender el rol y estimar la antigüedad de esta tecnología entre las sociedades cazadoras-recolectoras que la implementaron. En esta oportunidad se presentan los resultados obtenidos del estudio tecno-morfológico y petrográfico efectuado al material cerámico recuperado en la localidad arqueológica San Pablo en la Península de Valdés. El buen estado de preservación, los contextos particulares de algunos hallazgos, la variabilidad morfológica de ciertos ejemplares, así como la presencia de una pieza completa, permiten avanzar en la interpretación y discusión de la manufactura y circulación de esta tecnología en la región hacia circa los 900 años AP.
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Mattarollo, Livio. "¿Es la tecnología valorativamente neutral? Interpretaciones y respuestas desde el pragmatismo de John Dewey." Revista Valenciana estudios de filosofía y letras, no. 30 (April 25, 2022): 189–219. http://dx.doi.org/10.15174/rv.v15i30.587.

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Abstract:
De acuerdo con Larry Hickman, el estudio de las prácticas tecnológicas constituye la base y el modelo del proyecto filosófico de John Dewey: el análisis y la crítica de la experiencia humana. En la lectura de Hickman y dada la concepción transaccional de la experiencia de Dewey, la tecnología se caracteriza por su capacidad de transformación del ambiente y del propio ser humano. Así, la perspectiva deweyana permitiría comprender a la tecnología en términos de instrumentos o herramientas. Más aún, según Hickman toda forma de investigación o deliberación tanto a nivel material como conceptual sería tecnológica dado su carácter instrumental. Una de las preguntas más acuciantes que abre esta interpretación es si la tecnología como instrumento está libre o cargada de valores extra-epistémicos. El objetivo de este artículo es señalar que desde el punto de vista de Dewey la tecnología no es un instrumento valorativamente neutral. Para ello, en primer lugar se recupera la concepción deweyana de investigación y se exploran los distintos sentidos en que la tecnología es efectivamente instrumental. En segundo lugar, se analiza la tesis de la continuidad entre medios y fines y se afirma que estos últimos no pueden tomarse como términos aislados cuya carga valorativa queda disociada. En tercer lugar, se ofrece una lectura de los sentidos de tecnología como instrumento a la luz de la teoría de la valoración y de la noción de experiencia de Dewey y se afirma que esta perspectiva promueve una reflexión política sobre los fines de la tecnología y los valores que la deberían orientar.
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Palacio Sierra, Marta Cecilia. "Gobernanza de la ciencia y la tecnología." trilogía Ciencia Tecnología Sociedad 1, no. 1 (December 10, 2009): 155. http://dx.doi.org/10.22430/21457778.452.

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Abstract:
Este artículo es una indagación acerca de la Gobernanza de la ciencia y la tecnología. Trata de esclarecer en primera instancia, que en este nuevo enfoque de las políticas públicas se plantea la posibilidad para avanzar hacia el logro de la democracia científico tecnológica, y propone que para ello es necesario recuperar, desde sus antecedentes, el compromiso con la búsqueda de la equidad y la justicia. En segundo término se muestra que las actuales políticas públicas en lo relativo a la producción, distribución y uso del conocimiento científico tecnológico existe una marcada ausencia de justicia y equidad por la primacía que ha cobrado una perspectiva de carácter axiológico, donde los valores técnicos de eficacia, eficiencia, aplicabilidad, competencia, e innovación, propios de los modelos de mercado, se imponen como criterio de valoración de la utilidad de los resultados de investigación. Y por último, se plantea cómo las modificaciones en los referentes sociales de propiedad de los resultados de investigación, ocurridas a partir de la posguerra, han hecho que las empresas privadas y los gobiernos de los países, antepongan sus intereses con fines meramente económicos y de hegemonía política, frente al logro del bienestar, como se percibe en Colombia en las actuales políticas públicas en relación con la ciencia, la tecnología e innovación.
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Di Bernardo, Dr Arq Alvaro. "El diseño ambientalmente consciente del hábitat." ARQUISUR Revista 9, no. 15 (July 20, 2019): 36–49. http://dx.doi.org/10.14409/ar.v9i15.7905.

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Abstract:
En este artículo se examinan los presupuestos e intenciones que movilizan las discusiones y abordajes al Diseño Ambientalmente Consciente del Hábitat tanto desde el sector científico-académico como de experiencias periféricas no institucionalizadas. Se recuperan conceptos y teorías del campo de los Estudios Sociales de la Tecnología para la construcción de un marco analítico-reflexivo que permita llevar adelante tales indagaciones. El estudio, en el sector científico-académico, se delimita a las ponencias presentadas en los ámbitos de discusión de la Asociación Argentina de Energías Renovables y Ambiente (ASADES) mientras que, en las experiencias extra-académicas, el análisis se recorta a cinco casos que promueven los principios de la Permacultura situados en San Marcos Sierras (Córdoba, Argentina). El artículo logra poner en relieve diferentes matrices de sentidos bajo las cuales se aborda actualmente la problemática ambiental del hábitat, evidenciando diferentes caminos posibles.
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Dissertations / Theses on the topic "Tecnologie del recupero"

1

PENNACCHIO, ROBERTO. "Tecnologie per il recupero di costruzioni in terra battuta in Piemonte." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2015. http://hdl.handle.net/11583/2616409.

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Abstract:
L'architettura di terra si è sviluppata in quasi tutti i paesi del mondo (Correia 2006) secondo tecniche costruttive differenti a seconda delle caratteristiche del suolo disponibile in loco e si stima che più di un terzo della popolazione mondiale viva oggi in case di terra cruda (Oliver 2003). Negli ultimi anni diverse istituzioni come ICCROM, UNESCO, ICOMOS, Getty Conservation Institut, CRAterre, hanno dedicato ampi studi al recupero e alla conservazione del patrimonio costruito in terra cruda, contribuendo allo sviluppo di nuove pratiche e tecniche di conservazione e riconoscendo l'architettura in terra cruda un patrimonio da conservare e recuperare, non solo sul piano monumentale. In Italia, dove costruzioni in terra sono particolarmente diffuse in Sardegna, Abruzzo e Piemonte, leggi regionali in Piemonte e Abruzzo hanno recentemente attestato la necessità di conservare e recuperare questo patrimonio. Ma la filiera legata alla costruzione, le tecniche costruttive, il “savoir faire” degli artigiani con il tempo sono stati perduti. In epoca moderna e con l'avvento di materiali da costruzione di origine industriale, la terra cruda è stata messa a margine dei processi costruttivi. Oggi, anche sfruttando l'interesse crescente nei materiali di origine naturale, è in piena fase di riscoperta anche nella nuova costruzione. In diversi paesi sono in corso studi per la rivisitazione e realizzazione di normative nazionali e regole che permettano nuovamente costruire in terra cruda (Correia, 2006). In Piemonte la tecnica della terra battuta ha trovato particolare diffusione, soprattutto nelle provincie di Alessandria; il lavoro è partito con l'obietto principale di sviluppare uno strumento operativo di supporto per professionisti e artigiani coinvolti negli interventi di recupero e di riqualificazione delle costruzioni in terra cruda realizzate con la tecnica del pisè. Lo strumento è stato sin dall’inizio delineato sotto forma di linee guida, integrate, dato il quadro diffuso di perdita dei saperi legati alle tradizioni costruttive locali, da indirizzi riguardanti le basi della tecnica costruttiva. Con il procedere della ricerca è risultato di particolare interesse il tema del comportamento termico e delle tecniche di isolamento con materiali a base di terra e di fibre naturali. La ricerca è stata sviluppata secondo quattro linee di indagine:  Caratteristiche del materiale terra.  Patrimonio in terra battuta in Piemonte  Tecnologie appropriate per il recupero di architetture in terra battuta  Comportamento termico e tecnologie di isolamento termico con materiali a base di terra e fibre applicabili alle strutture murarie in pisé. La ricerca affronta i temi delle tecniche costruttive in terra cruda e, in particolare, della tecnica del pisè (terra battuta), della sua diffusione in Europa e in Italia, delle problematiche e delle tecniche di intervento per il recupero conservativo e la riqualificazione. è stato ricostruito un quadro normativo di riferimento in ambito internazionale. Aspetti importanti nello stato dell’arte sono stati lo studio delle strategie di recupero della filiera costruttiva in terra cruda attuate negli ultimi decenni in alcune regioni italiane e francesi, che in alcuni casi hanno portato alla ricostituzione di un mercato della costruzione in terra, sfociato anche nella realizzazione di nuovi edifici pubblici.. È stato costruito un quadro dei fenomeni di dissesto e degrado ricorrenti nelle costruzioni in pisé, con particolare attenzione alle patologie umide dovute all'azione dell'acqua. La partecipazione attiva a un cantiere sperimentale di recupero di un edificio in terra battuta in Francia ha permesso di sperimentare sul campo tecnologie appropriate di intervento, in particolare per il recupero delle murature. Il cantiere ha avuto spiccata vocazione sperimentale e all'impiego delle risorse naturali disponibili in loco, in questo senso sono state svolte prove con materiali fibrosi, e con diverse miscele di terra, per ottenere elementi da utilizzare per gli interventi di riparazione. Gli interventi realizzati durante il cantiere sperimentale sono stati riportati in una serie di schede tematiche per le diverse tipologie di intervento descritte. Per valutare gli aspetti del comportamento termico delle costruzioni in pisè, è stato realizzato il monitoraggio termico di un’abitazione in terra battuta ristrutturata, situata nei pressi di Novi Ligure (AL), sia in periodo invernale che estivo, in modo da raccogliere dati sull'andamento delle temperature interne e sulla trasmittanza delle pareti in terra cruda. Negli ambienti interni la temperatura risulta costante e non risente della variazione delle sollecitazioni esterne. Nel periodo invernale è stata effettuata una misura di trasmittanza termica. I dati di rilevati ed elaborati tramite il metodo delle medie progressive hanno restituito un valore di 1.2 W/m2K Sul tema del comportamento termico di edifici in terra cruda, la partecipazione, durante un soggiorno studio presso CRAterre-ENSAG, al progetto di ricerca Le patrimoine bâti face aux normes thermiques, Communauté des Communes Chalaronne - Centre, sul tema del consumo energetico e degli interventi di adeguamento termico realizzati sul patrimonio in terra battuta è stata fondamentale. Sono stati raccolti dati circa i lavori di ristrutturazione eseguiti dai proprietari, i consumi energetici per il solo riscaldamento e il tipo di energia utilizzata. I dati sono stati raccolti all'interno di schede. Il progetto ha permesso considerazioni legate all'influenza sulla prestazione energetica dei modificati stili di vita degli occupanti e funzioni dello spazio abitativo rispetto all'epoca di costruzione degli edifici e di rapportare i consumi registrati alla media dei consumi/m2 in Francia. Il lavoro di ricerca ha esplorato anche il tema dell'isolamento termico di murature in pisé con elementi a base di terra e fibre vegetali, secondo un approccio sperimentale che ha portato alla realizzazione, di pannelli-campione in terra, mista a diversi tipi di fibre vegetali, prevalentemente reperibili sul territorio Piemontese da scarti di lavorazione, come paglia di riso, canapa, Poligono del Giappone. Primi test sono stati condotti in cantiere, i risultati sono stati utilizzati per successive sperimentazioni in laboratorio. Per ciascuna fibra sono stati realizzati due campioni con dosaggi in terra e fibre diversi. In laboratorio sono stati realizzati anche muri campione in terra battuta sulla base di prove di caratterizzazione del materiale, proveniente dalla zona di Novi Ligure, e di prove di compattazione Proctor, per stabilire il contenuto ottimo d'acqua per ottenere la massima densità a secco possibile. La parte sperimentale si conclude sottoponendo i campioni realizzati in laboratorio a prove in piastra calda per determinare valori di conducibilità, attenuazione e sfasamento termico dei singoli elementi costruttivi e di trasmittanza periodica e in regime stazionario di diverse configurazioni campione, composte da muro in terra e pannello in terra e fibre vegetali. Sono valutate le proprietà di inerzia termica dei pacchetti parete in ragione delle diverse proporzioni della miscela di terra e fibre utilizzate per la realizzazione dei pannelli. Pur non potendo essere considerati veri e propri isolanti, raggiungendo valori minimi di conducibilità termica di 0.1 W/mK per densità di 300-400 Kg/m3, i pannelli in terra alleggerita contribuiscono ad abbassare notevolmente la trasmittanza termica periodica delle pareti in terra battuta, aumentando lo sfasamento termico. I test mostrano inoltre come, con spessori tutto sommato contenuti, i pannelli realizzati permettano alla muratura in terra battuta di raggiungere i valori di trasmittanza termica indicati dalla normativa regionale per l'adeguamento termico in caso di retrofit, sia nel caso siano adoperati sul lato interno che sul lato esterno della muratura.
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MARZI, TANJA. "Impiego di nanotecnologie nei beni culturali per l'efficienza di sistemi manutentivi del costruito in legno: tecnologie innovative di recupero." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2010. http://hdl.handle.net/11583/2497294.

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Abstract:
La ricerca parte dalla constatazione della necessità di migliorare l'efficienza del processo gestionale manutentivo e del recupero con particolare attenzione ai manufatti lignei appartenenti ai beni culturali. Ciò può essere realizzato facendo ricorso a nuovi approcci disciplinari fortemente innovativi, riferibili alle nanoscienze e nanotecnologie, al fine di ottimizzare processi e metodi nei programmi di interventi di consolidamento. In particolare la ricerca si è indirizzata verso lo studio, l’elaborazione e la sperimentazione di resine polimeriche rinforzate con nanotubi di carbonio negli interventi puntuali di recupero o rinforzo e nella protezione delle strutture lignee. I test che sono stati condotti presso il Politecnico di Torino su questa tecnica innovativa hanno dimostrato un netto miglioramento delle prestazioni meccaniche degli elementi lignei rinforzati con resina e nanotubi di carbonio. La possibilità di poter effettuare la polimerizzazione direttamente in-situ consentirebbe inoltre di evitare estese sostituzioni e smontaggi delle strutture esistenti. Ciò comporterebbe sia il mantenimento di componenti originari e delle condizioni più prossime a quelle del comportamento in opera, sia vantaggi dal punto di vista dei tempi di realizzazione dell'intervento, aprendo così nuove vie nelle metodiche di recupero di elementi strutturali appartenenti al patrimonio edilizio storico. Inoltre, è stato messo a punto un protocollo per acquisire alcuni parametri - particolarmente significativi in riferimento alla sperimentazione sul legno - fra cui la temperatura, l’umidità, la resistenza penetrometrica, fino agli stati tensionali. Lo studio si configura come una attività interdisciplinare, nella quale concorrono e si integrano discipline diverse.
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Zapparrata, Sergio. "Tecnologie di separazione e recupero del compound di PVC da cavi elettrici a fine vita." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15904/.

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Abstract:
Nel presente studio sono stati considerati parametri costruttivi e di processabilità dei cavi a fine vita e parametri identificativi delle loro plastiche. Del primo insieme, i dati sulla tipologia del conduttore, sul numero di anime del cavo e sul loro diametro, hanno dimostrato la possibilità di recuperare gli spezzoni di cavo attraverso granulazione. La tipologia di isolante e le sigle di designazione, ove possibile, hanno permesso di definire la composizione media polimerica dei campioni di cavi a fine vita. Il dato utilizzato di composizione media polimerica, è riferito alla presenza di tali materiali in almeno una delle componenti strutturali di cavo a fine vita, di cui siano disponibili dati forniti direttamente dal produttore o tramite decifrazione delle sigle di identificazione. Il compound di PVC, è la tipologia prevalente nei tre campioni rappresentativi della popolazione di cavi elettrici a fine vita (77.8%; 45% e 80%). Per motivi anche ambientali, se ne è studiato il recupero definito dalle attività R3-R13. Tecnologie elettrostatiche basate sull’effetto corona e triboelettrico, dimostrano la possibilità di separare i granuli di compound di PVC, rispettivamente da granuli di conduttori (rame e alluminio) e di plastiche (PE e gomma) costituenti gli isolamenti e le guaine dei cavi elettrici a fine vita. Con l’applicazione di tali tecniche, si è ottenuto il 50.3% del compound di PVC al 95%. Il suo riciclo meccanico, può completarsi con la Melt Filtration combinata alla sua miscelazione col polimero vergine. Con la metodologia basata sul Livello di Maturità Tecnologica (TRL- Technology Readiness Level), si è dimostrato che il riciclo meccanico, combinato alla filtrazione del polimero fuso, costituisca un’alternativa fortemente competitiva al riciclo operato attraverso processo Vinyloop®. Allo stato attuale, costituisce un’alternativa tecnologicamente più qualificata e matura rispetto al riciclo chimico operato attraverso incenerimento convenzionale.
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Dini, Alessandro, and Enrico Maria Scarponi. "Progetto di riqualificazione del paesaggio urbano con tecnologie superficiali e sostenibili del quartiere Barca di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23159/.

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Abstract:
Progettare spazi e servizi nelle periferie delle grandi città è una grande sfida per i architetti ed urbanisti. É questo il caso del quartiere Barca a Bologna, un’area dalle grandi dimensioni e potenzialità che si trova in una condizione di degrado dovuta a diversi fattori, quali la distanza dal centro e la mancanza di servizi. Il progetto ha come obbiettivo ricucire il rapporto tra quest’area periferica e il centro della città, cercando di trasformare il quartiere Barca in un nuovo polo attrattivo per nuove attività locali e capace di gestire flussi di persone a livello nazionale, vista la vicinanza alla ciclovia del Sole. A tal fine sono stati presi in considerazione gli elementi più significativi del tessuto urbano circostante come fonte ispiratrice del progetto, soprattutto l’edificio del “Treno”, elemento particolarmente rilevante dell’area, per generare nuovi spazi di aggregazione e servizi per il quartiere. Il progetto ha come obiettivo quello di realizzare una lunga passeggiata commerciale affiancata da aree verdi che ne migliorino la qualità in termini di paesaggio urbano. L’intervento segue le linee-guida della sostenibilità, della connettività e della valorizzazione del verde pubblico: il progetto propone una rilettura della periferia come nuovo polo attrattivo, intervenendo alla scala di quartiere sulla riorganizzazione della viabilità, degli spazi pubblici, dei servizi e degli alloggi del quartiere Barca.
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CANNAS, LEONARDO GIUSEPPE FELICE. "Tecnologia del recupero dell’architettura tradizionale: gestire la coesistenza tra conservazione e innovazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266846.

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Abstract:
The main aim of this PhD Thesis was to develop meaningful data and information on how to address the fundamental question related to rehabilitation technologies of traditional architecture: managing the coexistence between innovation and conservation, in order to restore the functionality of the building according to the contemporary standards of quality and, at the same time, not to alter the historical - cultural identity of the building technology. The present study is an analysis of good practices. The criteria applied to managing the coexistence between conservation and innovation of the building technology in some successful rehabilitation processes of historical city nuclei have been systematized. The main expected outcome is to fill a gap in literature concerning the evaluation of rehabilitation results by the technological point of view, in order to adjust the criteria of intervention on the basis of the results of earlier experiences. A qualitative and inductive research methodology has been applied, based on an evaluative-comparative strategy focused on case studies. Three rehabilitation processes of historical nuclei have been analyzed: Genova in Italy, Guimarães in Portugal and Santiago de Compostela in Spain. It has been systematically analyzed how windows, floors and roofs were processed, and it has been highlighted which traditional building technology characteristics were usually maintained and which were altered. The applied methodology has proved to be incisive in revealing the rehabilitation dynamics of the case studies. The findings show that in all cases the applied criteria were conceived in line with the Nara Document on Authenticity. The problematic coexistence of technological conservation and innovation was addressed by upgrading the traditional building technology thanks to the preservation of some building characteristics, that represent traditional building technology logic, and the implementation of all required innovations that do not contrast with the abovementioned traditional characteristics. The homogeneity of criteria among the three case studies represents a relevant fact in rehabilitation, as it demonstrates the existence of a common, well developed, rehabilitation methodology that is internationally shared among rehabilitation experts.
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CAMPANA, CLAUDIO. "Recupero del calore di scarto di un motore a combustione interna mediante tecnologia ORC." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245372.

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Abstract:
Sommario. Il presente lavoro di tesi illustra le fasi di sviluppo di un modello per la simulazione del comportamento di un ciclo Rankine a fluido organico (ORC) volto ad applicazioni automotive. Considerato che il massimo rendimento dei motori a combustione interna (MCI) si attesta al 35% per i motori ad accensione comandata e al 45% per quelli ad accensione spontanea e che il 55% dell’energia risultante dalla combustione viene dissipata sotto forma di calore, l’accoppiamento di un MCI ad un sistema ORC risulta una valida soluzione per il recupero di una parte dell’aliquota di energia spettante ai fumi prodotti dalla combustione. A partire dai risultati ottenuti da prove al banco freno dinamometrico di un motore di media cilindrata alimentato a benzina, è stato sviluppato un modello in grado di fornirne i dati energetici durante la percorrenza di un generico ciclo di prova standardizzato. Per una corretta individuazione delle potenze in gioco e dei parametri caratteristi dei flussi termici disponibili al recupero, si è ipotizzato di installare il propulsore su di una monovolume compatta, in maniera tale da garantire la disponibilità degli spazi necessari ad ospitare sia l’impianto a fluido organico, sia un eventuale sistema di propulsione ibrida o l’alloggiamento di serbatoi per il metano, nell’ottica di avvicinarsi quanto più possibile al traguardo dei 95 grammi di CO2 emessa per chilometro percorso, stabilito dalla Direttiva Europea 443/2009 per l’anno 2020. Dai risultati delle simulazioni su ciclo prova standardizzato NEDC si è potuto procedere al dimensionamento dell’evaporatore dell’impianto ORC, ovvero l’interfaccia tra il MCI ed il sistema di recupero, e sviluppare un modello in grado di determinare il quantitativo di energia recuperabile durante l’esercizio. Il comportamento dell’espansore di tipo scroll utilizzato nel sistema è stato modellato a partire dai dati ottenuti dalla sperimentazione effettuata su di un prototipo di impianto ORC di piccola taglia caricato con fluido organico R245fa. Di tale sperimentazione è stata descritta la fase implementativa e ne sono stati esposti i risultati.
Abstract. The present thesis describes the development stages of an Organic Rankine Cycle (ORC) simulation model aimed at automotive applications. Considering that Internal Combustion Engines (ICEs) maximum efficiency stands at 35% for Spark Ignited (SI) engines and 45% for diesel, and 55% of the energy resulting from the combustion is wasted as heat, the coupling of an ICE to an ORC system is a viable solution for the recovery of a part of the amount of energy due to the exhaust gases produced by combustion, otherwise wasted. From mid-sized SI engine dynamometer testing results as input, has been developed a model that can provide all the engine energy data while running a generic standardized test cycle. For right power amount detection and for parameters’ characterization of the heat flows, it is supposed to install the engine on a compact multi-purpose vehicle (MPV), in such a way as to guarantee the necessary spaces for the housing of both the ORC facility and a potentially installed hybrid propulsion system. Also the space necessary for housing a potential natural gas storage facility has been taken into account, in order to get as close as possible to the goal of 95 grams of CO2 emission per kilometre, as stated in the 443/2009 European Directive for the year 2020. The ORC evaporator, i.e. the interface between the ICE and the recovery system, was designed by vehicle driving simulations results through the NEDC standardized test cycle. From the same simulations was also possible to determine the amount of recoverable energy while driving. The behaviour of the scroll-type expander used in the system was modelled by the data obtained from the experimental characterization of a small ORC plant prototype with R245fa as working fluid. The test bench setup has been described and the test results have been discussed.
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Mazzoli, Cecilia. "Sistemi tecnologici innovativi di involucro per il recupero del patrimonio edilizio recente : l’edilizia scolastica nel comune di Bologna." Thesis, Paris Est, 2015. http://www.theses.fr/2015PEST1082/document.

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Abstract:
Le projet de doctorat vise à présenter une nouvelle approche intégrée en support des opérateurs dans la gestion du processus de conception d'interventions de rénovation énergétique et architecturale du patrimoine bâti récent, grâce à l'emploie de solutions technologiques d'enveloppe innovantes. La recherche se fonde sur la collection d'un répertoire sélectionné des solutions architecturales et constructives d'enveloppe, nécessaire pour constituer une base valide sur laquelle étudier des solutions technologiques novatrices pour la réhabilitation énergétique des écoles dans l'après-guerre, en béton armé, généralement préfabriquées. Le projet identifie des processus constructifs éco-durables pour la conception des composants de façade “active”, adaptable et efficace, à assembler à sec, en conformité avec les exigences de performance requises par la réglementation actuelle. La recherche est finalisée à la gestion de l'ensemble du processus, soutenu par des systèmes de relevé géométrique, connectés aux logiciels de programmation paramétrique pour la modélisation des surfaces capables de s'adapter aux différentes morphologies du patrimoine existant. Ces outils informatisés CAO-FAO sont reliés aux machines à contrôle numérique CNC pour la fabrication des éléments de façade “sur mesure”. À démonstration de l'approche innovante proposée, deux possibles solutions d'enveloppes ont présentées, dans la ligne droit des principes de durabilité, comprise comme modularité, rapidité de mise en œuvre, réversibilité, récupération et réutilise des matériaux. En particulier, les solutions innovantes sont réunies par l'application d'une technique basée sur l'assemblage d'éléments préfabriqués, l'adoption d'un pavage hexagonal pour le dessin de la nouvelle surface d'enveloppe, et l'utilisation du même matériau isolant thermique, plastique et inorganique, recyclé, éco-durable, à faible impact environnemental (AAM - Alkali Activated Materials).Les solutions proposées, développées dans les sièges de cotutelle (Université de Bologne, Université Paris-Est) sont envisagées selon un protocole scientifique qui prévoit: conception du système constructif, analyse mécanique et thermique, expérimentation constructive, validation des techniques de mise en œuvre et des performances
The research is aimed at presenting a new integrated approach to aid operators and designers to manage the design process as a whole in refurbishment interventions of recent existing building stock, through the use of innovative technological envelope solutions. The study requires the acquisition of a selection of typological and constructive envelope solutions, as a starting point for the development of design solutions to be used for architectural renovation of schools built after the Second World War, in reinforced concrete and mostly prefabricated. The project identifies sustainable construction processes for the design of “active”, adaptive, efficient and dry assembled envelope components, in accordance with the performance requirements prescribed by current regulations. The purpose of the research is to manage the whole design process with the support of geometrical survey, connected to parametric programming software for modelling surfaces which can be adapted to the morphology of existing buildings. These computerized CAD-CAM tools are connected to CNC machines for “customized” industrialized production. To illustrate this innovative approach, two envelope solutions are proposed, according to the research paradigms and the principles of sustainability, meant as modularity, speed of setup, reversibility, recycling and reuse of materials with low environmental impact. In particular, the innovative solutions have in common the application of a technique based on the assembly of prefabricated components, the adoption of hexagonal patterns for the tessellation of the new surface of the façade, and the use of the same plastic and inorganic, recycled and sustainable, thermal insulation material (AAM-Alkali Activated Materials).The design solutions proposed are developed at the two sites involved in the joint
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Mazzoli, Cecilia <1986&gt. "Sistemi tecnologici innovativi di involucro per il recupero del patrimonio edilizio recente. L'edilizia scolastica nel Comune di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6790/1/Mazzoli_Cecilia_tesi.pdf.

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Abstract:
La ricerca è volta a presentare un nuovo approccio integrato, a supporto di operatori e progettisti, per la gestione dell’intero processo progettuale di interventi di riqualificazione energetica e architettonica del patrimonio edilizio recente, mediante l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative di involucro edilizio. Lo studio richiede necessariamente l’acquisizione di un repertorio selezionato di sistemi costruttivi di involucro, come base di partenza per l’elaborazione di soluzioni progettuali di recupero delle scuole appartenenti al secondo dopoguerra, in conglomerato cementizio armato, prevalentemente prefabbricate. Il progetto individua procedimenti costruttivi ecocompatibili per la progettazione di componenti prefabbricati di involucro “attivo”, adattabile ed efficiente, da assemblare a secco, nel rispetto dei requisiti prestazionali richiesti dalle attuali normative. La ricerca è finalizzata alla gestione dell’intero processo, supportato da sistemi di rilevazione geometrica, collegati a software di programmazione parametrica per la modellazione di superfici adattabili alla morfologia dei fabbricati oggetto di intervento. Tali strumenti informatizzati CAD-CAM sono connessi a macchine a controllo numerico CNC per la produzione industrializzata degli elementi costruttivi “su misura”. A titolo esemplificativo dell’approccio innovativo proposto, si formulano due possibili soluzioni di involucro in linea con i paradigmi della ricerca, nel rispetto dei principi di sostenibilità, intesa come modularità, rapidità di posa, reversibilità, recupero e riciclo di materiali. In particolare, le soluzioni innovative sono accomunate dall’applicazione di una tecnica basata sull’assemblaggio di elementi prefabbricati, dall’adozione di una trama esagonale per la tassellazione della nuova superficie di facciata, e dall’utilizzo del medesimo materiale termico isolante, plastico e inorganico, riciclato ed ecosostenibile, a basso impatto ambientale (AAM - Alkali Activated Materials). Le soluzioni progettuali proposte, sviluppate presso le due sedi coinvolte nella cotutela (Università di Bologna, Université Paris-Est) sono affrontate secondo un protocollo scientifico che prevede: progettazione del sistema costruttivo, analisi meccanica e termica, sperimentazione costruttiva, verifica delle tecniche di messa in opera e dei requisiti prestazionali.
The research is aimed at presenting a new integrated approach to aid operators and designers to manage the design process as a whole in refurbishment interventions of recent existing building stock, through the use of innovative technological envelope solutions. The study requires the acquisition of a selection of typological and constructive envelope solutions, as a starting point for the development of design solutions to be used for architectural renovation of schools built after the Second World War, in reinforced concrete and mostly prefabricated. The project identifies sustainable construction processes for the design of “active”, adaptive, efficient and dry assembled envelope components, in accordance with the performance requirements prescribed by current regulations. The purpose of the research is to manage the whole design process with the support of geometrical survey, connected to parametric programming software for modelling surfaces which can be adapted to the morphology of existing buildings. These computerized CAD-CAM tools are connected to CNC machines for “customized” industrialized production. To illustrate this innovative approach, two envelope solutions are proposed, according to the research paradigms and the principles of sustainability, meant as modularity, speed of setup, reversibility, recycling and reuse of materials with low environmental impact. In particular, the innovative solutions have in common the application of a technique based on the assembly of prefabricated components, the adoption of hexagonal patterns for the tessellation of the new surface of the façade, and the use of the same plastic and inorganic, recycled and sustainable, thermal insulation material (AAM-Alkali Activated Materials). The design solutions proposed are developed at the two sites involved in the joint supervision of PhD thesis (University of Bologna, University of Paris-East). They are tackled according to the same scientific protocol: design of building system, mechanical and thermal analysis, constructive experimentation, test of installation techniques and performance requirements.
Le projet de doctorat vise à présenter une nouvelle approche intégrée en support des opérateurs dans la gestion du processus de conception d’interventions de rénovation énergétique et architecturale du patrimoine bâti récent, grâce à l’emploie de solutions technologiques d’enveloppe innovantes. La recherche se fonde sur la collection d’un répertoire sélectionné des solutions architecturales et constructives d’enveloppe, nécessaire pour constituer une base valide sur laquelle étudier des solutions technologiques novatrices pour la réhabilitation énergétique des écoles dans l’après-guerre, en béton armé, généralement préfabriquées. Le projet identifie des processus constructifs écodurables pour la conception des composants de façade “active”, adaptable et efficace, à assembler à sec, en conformité avec les exigences de performance requises par la réglementation actuelle. La recherche est finalisée à la gestion de l’ensemble du processus, soutenu par des systèmes de relevé géométrique, connectés aux logiciels de programmation paramétrique pour la modélisation des surfaces capables de s’adapter aux différentes morphologies du patrimoine existant. Ces outils informatisés CAOFAO sont reliés aux machines à contrôle numérique CNC pour la fabrication des éléments de façade “sur mesure”. À démonstration de l’approche innovante proposée, deux possibles solutions d’enveloppe sont présentées, dans la ligne droit des principes de durabilité, comprise comme modularité, rapidité de mise en oeuvre, réversibilité, récupération et réutilise des matériaux. En particulier, les solutions innovantes sont réunies par l’application d’une technique basée sur l’assemblage d’éléments préfabriqués, l’adoption d’un pavage hexagonal pour le dessin de la nouvelle surface d’enveloppe, et l’utilisation du même matériau isolant thermique, plastique et inorganique, recyclé, écodurable, à faible impact environnemental (AAM - Alkali Activated Materials). Les solutions proposées, développées dans les sièges de cotutelle (Université de Bologne, Université Paris-Est) sont envisagées selon un protocole scientifique qui prévoit: conception du système constructif, analyse mécanique et thermique, expérimentation constructive, validation des techniques de mise en oeuvre et des performances.
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Mazzoli, Cecilia <1986&gt. "Sistemi tecnologici innovativi di involucro per il recupero del patrimonio edilizio recente. L'edilizia scolastica nel Comune di Bologna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6790/.

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Abstract:
La ricerca è volta a presentare un nuovo approccio integrato, a supporto di operatori e progettisti, per la gestione dell’intero processo progettuale di interventi di riqualificazione energetica e architettonica del patrimonio edilizio recente, mediante l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative di involucro edilizio. Lo studio richiede necessariamente l’acquisizione di un repertorio selezionato di sistemi costruttivi di involucro, come base di partenza per l’elaborazione di soluzioni progettuali di recupero delle scuole appartenenti al secondo dopoguerra, in conglomerato cementizio armato, prevalentemente prefabbricate. Il progetto individua procedimenti costruttivi ecocompatibili per la progettazione di componenti prefabbricati di involucro “attivo”, adattabile ed efficiente, da assemblare a secco, nel rispetto dei requisiti prestazionali richiesti dalle attuali normative. La ricerca è finalizzata alla gestione dell’intero processo, supportato da sistemi di rilevazione geometrica, collegati a software di programmazione parametrica per la modellazione di superfici adattabili alla morfologia dei fabbricati oggetto di intervento. Tali strumenti informatizzati CAD-CAM sono connessi a macchine a controllo numerico CNC per la produzione industrializzata degli elementi costruttivi “su misura”. A titolo esemplificativo dell’approccio innovativo proposto, si formulano due possibili soluzioni di involucro in linea con i paradigmi della ricerca, nel rispetto dei principi di sostenibilità, intesa come modularità, rapidità di posa, reversibilità, recupero e riciclo di materiali. In particolare, le soluzioni innovative sono accomunate dall’applicazione di una tecnica basata sull’assemblaggio di elementi prefabbricati, dall’adozione di una trama esagonale per la tassellazione della nuova superficie di facciata, e dall’utilizzo del medesimo materiale termico isolante, plastico e inorganico, riciclato ed ecosostenibile, a basso impatto ambientale (AAM - Alkali Activated Materials). Le soluzioni progettuali proposte, sviluppate presso le due sedi coinvolte nella cotutela (Università di Bologna, Université Paris-Est) sono affrontate secondo un protocollo scientifico che prevede: progettazione del sistema costruttivo, analisi meccanica e termica, sperimentazione costruttiva, verifica delle tecniche di messa in opera e dei requisiti prestazionali.
The research is aimed at presenting a new integrated approach to aid operators and designers to manage the design process as a whole in refurbishment interventions of recent existing building stock, through the use of innovative technological envelope solutions. The study requires the acquisition of a selection of typological and constructive envelope solutions, as a starting point for the development of design solutions to be used for architectural renovation of schools built after the Second World War, in reinforced concrete and mostly prefabricated. The project identifies sustainable construction processes for the design of “active”, adaptive, efficient and dry assembled envelope components, in accordance with the performance requirements prescribed by current regulations. The purpose of the research is to manage the whole design process with the support of geometrical survey, connected to parametric programming software for modelling surfaces which can be adapted to the morphology of existing buildings. These computerized CAD-CAM tools are connected to CNC machines for “customized” industrialized production. To illustrate this innovative approach, two envelope solutions are proposed, according to the research paradigms and the principles of sustainability, meant as modularity, speed of setup, reversibility, recycling and reuse of materials with low environmental impact. In particular, the innovative solutions have in common the application of a technique based on the assembly of prefabricated components, the adoption of hexagonal patterns for the tessellation of the new surface of the façade, and the use of the same plastic and inorganic, recycled and sustainable, thermal insulation material (AAM-Alkali Activated Materials). The design solutions proposed are developed at the two sites involved in the joint supervision of PhD thesis (University of Bologna, University of Paris-East). They are tackled according to the same scientific protocol: design of building system, mechanical and thermal analysis, constructive experimentation, test of installation techniques and performance requirements.
Le projet de doctorat vise à présenter une nouvelle approche intégrée en support des opérateurs dans la gestion du processus de conception d’interventions de rénovation énergétique et architecturale du patrimoine bâti récent, grâce à l’emploie de solutions technologiques d’enveloppe innovantes. La recherche se fonde sur la collection d’un répertoire sélectionné des solutions architecturales et constructives d’enveloppe, nécessaire pour constituer une base valide sur laquelle étudier des solutions technologiques novatrices pour la réhabilitation énergétique des écoles dans l’après-guerre, en béton armé, généralement préfabriquées. Le projet identifie des processus constructifs écodurables pour la conception des composants de façade “active”, adaptable et efficace, à assembler à sec, en conformité avec les exigences de performance requises par la réglementation actuelle. La recherche est finalisée à la gestion de l’ensemble du processus, soutenu par des systèmes de relevé géométrique, connectés aux logiciels de programmation paramétrique pour la modélisation des surfaces capables de s’adapter aux différentes morphologies du patrimoine existant. Ces outils informatisés CAOFAO sont reliés aux machines à contrôle numérique CNC pour la fabrication des éléments de façade “sur mesure”. À démonstration de l’approche innovante proposée, deux possibles solutions d’enveloppe sont présentées, dans la ligne droit des principes de durabilité, comprise comme modularité, rapidité de mise en oeuvre, réversibilité, récupération et réutilise des matériaux. En particulier, les solutions innovantes sont réunies par l’application d’une technique basée sur l’assemblage d’éléments préfabriqués, l’adoption d’un pavage hexagonal pour le dessin de la nouvelle surface d’enveloppe, et l’utilisation du même matériau isolant thermique, plastique et inorganique, recyclé, écodurable, à faible impact environnemental (AAM - Alkali Activated Materials). Les solutions proposées, développées dans les sièges de cotutelle (Université de Bologne, Université Paris-Est) sont envisagées selon un protocole scientifique qui prévoit: conception du système constructif, analyse mécanique et thermique, expérimentation constructive, validation des techniques de mise en oeuvre et des performances.
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Zavatta, Giacomo. "Rifunzionalizzazione e recupero di una vecchia falegnameria. La nuova biblioteca del centro Spirituale di Marola (RE)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
In un contesto come quello italiano, dove si è da sempre costruito con l’idea che l’edificio realizzato fosse destinato a esistere e funzionare in eterno, ci si ritrova davanti a un patrimonio edilizio molto datato, costituito da un gran numero di manufatti dismessi e spesso non demolibili per via del valore che possiedono. Qui entra in gioco il modello metodologico del recupero, ovvero l’insieme di interventi sul patrimonio esistente in grado di favorire le trasformazioni del sistema edilizio, garantendo prestazioni di sicurezza, ambientali e tecnologiche e, allo stesso tempo, essere realizzabili senza compromettere la materia esistente e il proprio valore. Il Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura di Marola, sorto tra i castagneti dell’appennino reggiano nel XII secolo per volontà di Matilde Di Canossa, è un luogo in cui i trascorsi storici sono certamente narrati dai fabbricati che ospita, ad oggi la maggior parte in disuso. L’Associazione che gestisce il complesso ha così avviato un percorso progettuale di rifunzionalizzazione per restituire, in sintonia con la vocazione del luogo, alla comunità questi spazi. La proposta di progetto interessa la Vecchia Falegnameria, un fabbricato in pietra di epoca ottocentesca, all’interno del quale si propone di realizzare una biblioteca-sala studio a completamento dell’offerta del Centro. Un accurato studio sullo stato di conservazione ha fornito le basi per definire ipotesi di intervento: si sono realizzati dettagli costruttivi di consolidamento necessari a contrastare i fenomeni di degrado e dissesto oggi in atto. La strategia d’intervento ipotizzata per la rifunzionalizzazione ha poi trasformato l’edificio esistente in un “contenitore edilizio” al cui interno si sono realizzate le nuove superfici, adeguate allo svolgimento dell’attività imposte dalla destinazione d’uso a biblioteca. Si è scelto di utilizzare materiali e tecnologie moderne, perseguendo il concetto di riconoscibilità del nuovo rispetto all’esistente.
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Books on the topic "Tecnologie del recupero"

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V, Galliani Gianni, ed. Riabitat: Tecniche e tecnologie del recupero : atti del convegno Genova, 13-17 giugno 1984. Genova: Sagep, 1985.

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Trasformare l'involucro: La strategia dell'addizione nel progetto di recupero : tecnologie per la riqualificazione sostenibile del costruito. Monfalcone (Gorizia): Edicom, 2012.

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Marina, Fumo, and Università di Napoli. Dipartimento di ingegneria edile., eds. Il recupero degli edifici antichi: Manualistica e nuove tecnologie : atti del convegno internazionale : Napoli, 29-30 ottobre 1993 = Ancient buildings restoration : handbooks and new technologies : international symposium acts : Naples, 29th-30th October 1993. Napoli: CLEAN, 1994.

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Muzzillo, Francesca. L' architettura dei movimenti di terra: Nuove tettoniche per una tecnologia del recupero ambientale. Napoli: Clean edizioni, 1993.

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Riabitat: Tecniche e tecnologie del recupero : Atti del convegno Genova, 13-17 giugno 1984. Sagep, 1985.

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Martins, María Susana, and Noelia Soledad Gómez, eds. Transformaciones Culturales y Educación. Editorial de la Universidad Nacional de La Plata (EDULP), 2022. http://dx.doi.org/10.35537/10915/133400.

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Abstract:
Este libro recupera el trabajo docente, de investigación y de extensión de las diferentes cohortes del Seminario de Transformaciones Culturales y Educación, desde el año 2001 hasta la actualidad. Se trata de la puesta en diálogo de reflexiones teóricas sobre la relación entre cultura, sujeto y tecnología, a partir de una mirada transdisciplinaria sumado al aporte de los estudiantes que analizaron prácticas sociales de jóvenes de todo el país.
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Liaudat, Santiago, Julián Bilmes, and Andrés Carbel, eds. Planificación, gestión y política pública. Facultad de Trabajo Social (UNLP), 2022. http://dx.doi.org/10.35537/10915/140080.

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Abstract:
Los países de América Latina suelen pasar por bruscos movimientos pendulares en materia política. Los cambios de gobierno se traducen, habitualmente, en quiebres y discontinuidades que afectan las capacidades estatales de planificación y gestión pública. En particular, cuando representantes del neoliberalismo acceden a los poderes ejecutivos. En cuanto a las administraciones nacional-populares, progresistas o de izquierda, suelen carecer de métodos de gobierno y enfrentan serias dificultades en la concreción de sus metas. Una de las causas es que, como dijera Rodolfo Walsh, “la experiencia colectiva se pierde, las lecciones se olvidan”. Para enfrentar la desmemoria, este libro se recupera las experiencias y discusiones de la Argentina reciente en torno a la planificación, la gestión y la política pública. En la primera parte, quince funcionarios/as, especialistas académicos y dirigentes de los empresarios y de los trabajadores son entrevistados. Se abordan sectores tales como industria, ciencia y tecnología, agro, empleo público, energía, defensa, telecomunicaciones, integración socio-urbana y desarrollo productivo. En la segunda parte, se incluyen dos trabajos de investigación. En el primero, se reflexiona sobre la necesidad de incorporar en la formación universitaria esta problemática. En el segundo, se analizan logros y limitaciones de la planificación durante los gobiernos de Néstor Kirchner y Cristina Fernández (2003-2015).
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Valverde Durán, Sergio Andrés. Quitosano/Manganeso Ferrita: Biomaterial para la recuperación de tierras raras. CIDEPRO EDITORIAL, 2020. http://dx.doi.org/10.29018/978-9942-823-43-4.

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Abstract:
Los elementos de tierras raras son cada vez más importantes debido a sus propiedades y aplicaciones en el campo de la tecnología (Moldoveanu, 2012), entre los elementos de tierras raras, el neodimio es un elemento clave en la industria tecnológica. Entre sus aplicaciones resaltan la fabricación de imanes y motores para vehículos eléctricos (Molina L., 2012). Aunque la concentración de Nd en la corteza terrestre es considerable (12-41-5 mg.Kg-1) se considera un elemento crítico debido a la posible escasez de exportaciones por parte de China a Estados Unidos y Europa (Rademaker & Kleijn, 2013), por tanto, el desarrollo de nuevas tecnologías que permitan recuperar neodimio es una tarea de gran relevancia.
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Kahler González, Carlos, Carmen Gloria Quezada C., Masatoshi Watanabe, and Claudio Eugenio Zunino Avilés. Report on breeding control of quila. INFOR, 1996. http://dx.doi.org/10.52904/20.500.12220/4000.

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Abstract:
Para realizar una plantación comercial o una reforestación después de la cosecha, en Chile se dice que el bambú es una maldición que obstruye el funcionamiento de la tecnología forestal. El bambú está situado generalmente como un producto "no-maderero" en los países en los cuales es nativo. Como una cuestión de hecho, el gobierno chileno indica en el documento sobre cooperación técnica entre Chile y Japón lo siguiente: Un tipo de bambú llamado Quila, se extiende en el centro-sur de Chile, a la Quila le gusta el sol y se reproduce especialemente en las áreas despejadas de forma rápida, intensa e inmediata. Por lo tanto, su aparición interfiere con la regeneración de las semillas y el crecimiento de los árboles. Para empeorar las cosas, la muerte de la Quila al florecer desencadena incendios forestales. A través de la inspección, fue posible apreciar que la Quila se recupera de la muerte de sus flores y el crecimiento de la planta todavía continua muy vigoroso. De modo que las plantaciones o el manejo de los bosques bajo estas circunstancias debe ir más allá de una simple anticipación. Por estas razones, el control de la propagación de la Quila o bambú es uno de los principales problemas que enfrenta el gobierno de Chile, a pesar de que se ha tomado infinidad de medidas contra el problema, pero no han resultado muy efectivas para controlar el crecimiento. Durante dos meses de actividades de cooperación, desde el 27 de Septiembre al 26 de Noviembre de 1996, se realizaron investigaciones sobre la taxonomía del bambú, rango de distribución de Quila y otros bambús característicos del bosque nativo donde crece la Quila, la regeneración natural de la Quila después de la muerte florar y factores ambientales del crecimiento del bambú. Todas las actividades lograron aportar nuevos conocimientos y en este informe se presentan los resultados obtenidos.
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Peña, Félix. Impactos de la COVID-19 en el sistema internacional y en la integración regional. Edited by Edgar Vieira Posada. Ediciones Universidad Cooperativa de Colombia, 2021. http://dx.doi.org/10.16925/9789587602937.

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Abstract:
Son muy variados los cambios que la covid-19 traerá en la pos-pandemia, la cual será una dura etapa de recuperación de los profundos estragos que deja el coronavirus. Esta etapa dependerá de las decisiones que tome la humanidad: si tienden a favorecer la construcción de un entorno más cooperativo y solidario o si agrandan aún más las diferencias entre países desa-rrollados y países en desarrollo. Entre algunos de los impactos de la COVID-19 al sistema internacional que presenta este tomo 7 de Gridale, se encuentra el ajuste tan esperado en el modelo económico de apertura económica, en el que vuelve a ser importante un enfoque poskeynesiano de Estado de bienestar que permita atender políticas públicas fundamentales, como la de la salud, incluso, en naciones desarrolladas como las de América del Norte, acompañado de prácticas de gobernanza multinivel exitosas en América Latina como la lograda en Uruguay, Con medidas regionales efectivas de salud pública que recuperan el alcance de la institucionalidad. En cambio, la situación es compleja en la actualidad en países como Brasil, debido al desconocimiento de la gravedad de la pandemia, o incide de diversas formas en áreas del planeta tan distantes como el Medio Oriente. Por otra parte, los avances tecnológicos ya están presentando un crecimiento acelerado: la inteligencia artificial, apoyada en la robótica, la big data y el Internet de las cosas están contribuyendo desde el disputado liderazgo entre Estados Unidos y China y desde el desarrollo en la propia América Latina a ser herramientas para controlar mejor el coronavirus. Sin duda, la digitalización impactará sectores industriales claves como el automotriz, en procesos de integración como el Mercosur, o como la tecnología financiera (Fintech), que estimulará el desarrollo del emprendimiento y una mayor inclusión financiera en Latinoamérica.
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Conference papers on the topic "Tecnologie del recupero"

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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Abstract:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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Ávila Ortiz, Ángela Rocío, Angie Brigithe Montaña Muñoz, Natalia Sofía Hinestroza Guzmán, Ancízar Barragán Alturo, Daniel Andrés Cardozo Cruz, and Diego Alejandro Rey Gaona. "Diseño y prototipo de un adoquín producto derivado de materiales físicos contaminantes del lecho del Río Magdalena, vereda El Paso Ricaurte - Cundinamarca 2022." In Nuevas realidades para la educación en ingeniería: currículo, tecnología, medio ambiente y desarrollo. Asociación Colombiana de Facultades de Ingeniería - ACOFI, 2022. http://dx.doi.org/10.26507/paper.2222.

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Abstract:
Este proyecto propende por cumplir la tarea del ODS-2030 número 11 de ciudades y comunidades sostenibles, donde se plantea el desarrollo de reducir el impacto ambiental de desechos y contaminación en ciudades, específicamente aquellas que se encuentran ubicadas sobre las riberas de los ríos que bañan sus territorios, recibiendo de estas grandes descargas de desechos sólidos que atentan la resiliencia del principal afluente de la república de Colombia: El río de la Magdalena. En la actualidad esta problemática no sólo afecta a las comunidades ribereñas del sitio de estudio, sino al territorio en general, por esta razón el objetivo de este proyecto, es ayudar a resolver la problemática de contaminación de materiales físicos no degradables presentada en el río de la Magdalena, de modo que, extrayendo de la zona diversos plásticos contaminantes para luego hacer caracterización de los tipos que existen, identificando cuáles de ellos se pueden usar como aditivo para la elaboración de un bloque de adoquín económico, accesible y bio-amigable, que pueda emplearse en obras de urbanismo, tales como; senderos ecológicos, andenes y vías tanto peatonales como de tráfico liviano. El propósito de esta investigación de desarrollo sostenible, es utilizar el material recuperado del río Magdalena, como componente primario para la creación de un nuevo material de construcción, posibilitando el hecho de prolongar el tiempo de uso del adoquín con estos residuos sólidos, un nuevo ciclo de vida útil, buscando retirarlos de las fuentes hídricas de agua dulce, para mejorar en ellas las condiciones de futura potabilización para el consumo humano y contribuir con la solución de las problemáticas ambientales que los residuos sólidos representan en el territorio. De todas maneras, es un desafío que se debe afrontar por el bienestar de los recursos abióticos no renovables y que los seres humanos deben estar dispuestos a proteger, en aras de heredar a las futuras generaciones un ecosistema saludable y creando consigo un hábito de consumo responsable.
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Pereira, Eric, William Silva, Sandro Bezerra, and Josivaldo Araújo. "Análise de Métodos para o Tratamento de Arquivos Falso-Positivos a partir de Ferramentas de Recuperação de Dados Digitais: Uma Revisão Sistemática da Literatura." In VIII Workshop de Forense Computacional. Sociedade Brasileira de Computação, 2019. http://dx.doi.org/10.5753/wfc.2019.14018.

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Abstract:
O desenvolvimento da tecnologia tem gerado informações que precisam de armazenamento na forma de arquivos digitais, necessitando, assim, de dispositivos secundários. No entanto, esses arquivos podem ser deletados de forma intencional ou por acidente, motivando a sua recuperação. No processo de recuperação de dados em mídias digitais, além de recuperar os arquivos desejados, também são gerados arquivos denominados de falso-positivos. Este trabalho tem o objetivo de apresentar os resultados de uma Revisão Sistemática da Literatura sobre a recuperação de dados digitais por meio de análise de ferramentas utilizadas nesse processo, bem como de técnicas e métodos usados no tratamento dos arquivos falso-positivos.
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Bombarda, Nadiny dos Santos, and Thaísa Leal da Silva. "HUMANIZAÇÃO EM AMBIENTES HOSPITALARES E O USO DA REALIDADE VIRTUAL ALIADA À ARQUITETURA." In XVIII ENCONTRO NACIONAL DE TECNOLOGIA DO AMBIENTE CONSTRUÍDO. UFRGS, 2020. http://dx.doi.org/10.46421/entac.v18i.945.

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Abstract:
O paciente procura os hospitais buscando recuperar seu estado de saúde, mas muitas vezes acaba sendo impactado pelo ambiente em que está inserido, sofrendo influências emocionais, psicológicas, e até mesmo físicas, devido a frieza e impessoalidade inerente a maioria dos hospitais. Para tornar o ambiente hospitalar mais humanizado e garantir o cuidado centrado no paciente, foi criada a Certificação Planetree. Neste contexto, o presente trabalho tem por objetivo comparar as simulações de um quarto de hospital através da utilização de uma ferramenta de Realidade Virtual, sendo uma simulação com características comumente encontradas nos hospitais e outra considerando o critério “Ambiente de Cura: Arquitetura e Design” da Certificação Planetree. Como metodologia, inicialmente será realizada a modelagem dos ambientes utilizando o software SketchUp, a renderização e transformação das imagens em 360º utilizando o Lumion 8.5 e, por fim, a ferramenta Roud.me para a realização de um tour virtual, possibilitando uma análise comparativa entre os ambientes com e sem a aplicação do critério mencionado. Como resultados espera-se demonstrar a importância da utilização do critério “Ambiente de Cura” da Planetree para tornar o ambiente hospitalar mais amigável e humanizado, bem como o potencial da Realidade Virtual aliada à Arquitetura, possibilitando a sensação de estar dentro do ambiente projetado.
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Del Junco González, Juan José. "Procesos alegóricos en torno a lo natural devenido cultural. El caso de la obra videográfica “el lenguaje”." In II Congreso Internacional Estéticas Híbridas de la Imagen en Movimiento: Identidad y Patrimonio. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2021. http://dx.doi.org/10.4995/eshid2021.2021.13210.

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Abstract:
Esta comunicación pretende dar visibilidad al análisis de la yuxtaposición de procesos alegóricos presentes en la obra videográfica “El lenguaje”, (2013). En dicha obra, el autor, desde la posición del “otro” —del artista como antropólogo— realiza un montaje donde encadena una documentación de los sonidos emitidos por los cabreros varias zonas de Andalucía: en concreto de las provincias de Cádiz y Málaga. El proceso tiene como punto de partida una visión singular del paisaje generada desde lo experiencial, del paisaje recorrido y transitado; entendiéndose éste como un constructo artealizado donde hay cabida no sólo de los elementos naturales que lo conforman, sino, además, de aquellas formas culturales y de identidad que lo atraviesan, las cuales se presentan ante el caminante de modo colateral. Es en estos modelos menos visibles del país hecho paisaje donde se encuentra el valor patrimonial de lo natural devenido cultural. Sin embargo, tras esta fachada de documento, de registro de datos provenientes de los modos de un colectivo particular de los habitantes del paisaje, la obra es en sí misma una alegoría, y es en este cambio de significancia donde se articula su inclusión en el ámbito del arte contemporáneo. A través de la figura del cabrero y de los sonidos que éste emite para comunicarse con el rebaño, el autor realiza una reflexión sobre el propio sistema del arte, el proceso comunicativo implicado en el enunciado artístico y la noción de colectividad, del clan. Así, la obra recupera la histórica división del ser humano entre pastores y agricultores, división que se estipula como dos modelos antagónicos de habitar el mundo: uno ligado al lugar, al espacio y al trabajo fijado en la propiedad; y la otra regulada por procesos dinámicos, en un movimiento continuo por el paisaje. El paralelismo recae en la propia idea del artista como nómada, una figura en circulación permanente a través del flujo conceptual y material de los distintos proyectos. Ese sujeto creativo se percibe, además, alejado de los modelos exigidos por el productivismo, tan en boga por las materias predominantes de las omnipresentes STEM (siglas en inglés de ciencia, tecnología, ingeniería y matemáticas). Tal y como sugiere el autor: “Un artista, como un pastor, acarrea su trabajo, pero también tiene, como un pastor, momentos de plácida soledad sentado en una piedra observando lo que le rodea”.
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Arce García, Ivonne Yazmín, María del Carmen Torres Salazar, José Gerardo Vera Dimas, Hugo Albeiro Saldarriaga Noreña, Viridiana Aydee León Hernández, and Jesús del Carmen Peralta Abarca. "Sistema integral de residuos sólidos urbanos para el centro histórico de Cuernavaca, Morelos, México." In Nuevas realidades para la educación en ingeniería: currículo, tecnología, medio ambiente y desarrollo. Asociación Colombiana de Facultades de Ingeniería - ACOFI, 2022. http://dx.doi.org/10.26507/paper.2297.

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Abstract:
La generación de residuos sólidos urbanos (RSU) está relacionada con el consumo de bienes y servicios, y este a su vez, con el ingreso y los niveles de vida de la comunidad que se estudia, por lo tanto, la generación de los residuos será distinta entre cada región. Si bien, se han realizado esfuerzos que integran la regulación jurídica, el ecodiseño de productos, la inclusión de nuevos materiales, la instalación de infraestructura y la disposición de sitios, así como aportes significativos de la ciencia y la participación de la sociedad civil y empresarial, la realidad muestra que el manejo adecuado de los residuos sigue siendo una asignatura pendiente. Tal es el caso de México, en donde se desechan diariamente 102,895 ton de RSU, donde el 46.42% son orgánicos, 31.56% inorgánicos y el 22.02% restante son misceláneos (residuos que no tienen un valor económico y material en el mercado productivo), es decir, que el 77.98% puede ser aprovechado. No obstante, solo se logra recuperar el 9% de estos, y es a través del sector informal (recolectores/pepenadores), y solo residuos inorgánicos. En el mejor de los casos la totalidad de los residuos son depositados en los rellenos sanitarios, pero saturan su capacidad operativa y perpetúan que el manejo de los RSU siga una cadena lineal inadecuada, que promueve escenarios de contaminación en el aire, suelo, agua, afecta a diversos ecosistemas, suscita la extracción de recursos naturales, se incrementan los costos operativos para su manejo, se da la proliferación de fauna y vectores que ponen en riesgo a la salud de la población. Aun estando conscientes de la situación, sigue existiendo una desarticulación de acciones que favorezcan la recuperación y valorización de los residuos a través de la integración de los generadores. Por ello, el objetivo de esta investigación es diseñar un sistema integral de RSU considerando como ejes de acción: la educación ambiental, las tecnologías limpias, la optimización de procesos, la logística de recuperación y valorización, y la generación de redes de coparticipación. Se ha elegido al Centro Histórico de Cuernavaca, Morelos, México, como sitio de estudio, por su relevancia social, ambiental y económica, y por el número considerable de personas que interactúan en el lugar, además de que cuenta con dos características adicionales que permiten el poder ser intervenido: la declaratoria de Ecozona (2015), y las condiciones de su sistema de recolección que se pueden optimizar. Actualmente se está trabajando sobre la primera área del proyecto, que consiste en el acercamiento con las unidades económicas (UE), la identificación de hábitos de consumo/desecho, posibles colaboradores, reconocimiento de impactos, caracterización de los RSU, y en el diseño del prototipo de triturador, este último va encaminado hacia el manejo adecuado de los residuos orgánicos, a través de la evaluación de tres sistemas de compostaje. La meta final del proyecto es pilotearlo en el sitio de estudio, y a partir de los resultados establecer un sistema que pueda ser adaptado a otros escenarios, otros sitios históricos, por ejemplo.
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Magalhães, Nathan, Marco Araújo, José Maria David, Laércio Pioli, and Mário Dantas. "Suporte às atividades de manutenção de software em bases de dados abertas e distribuídas." In XXI Simpósio em Sistemas Computacionais de Alto Desempenho. Sociedade Brasileira de Computação, 2020. http://dx.doi.org/10.5753/wscad.2020.14072.

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Abstract:
A identificação de desenvolvedores de software globalmente distribuídos, especialistas em uma tecnologia, para a manutenção de software tornou-se uma atividade complexa, com alto consumo de tempo e suscetível a falhas de decisão quando realizada em umaúnica base de dados local. Esta crescente complexidade se deve, sobretudo, aos requisitos que os sistemas contemporâneos demandam. Neste contexto, a busca por especialistas para as atividades de manutenção em bases diversificadas tornou-se necessária, o que exige um poder de processamento crescente para recuperar as informações em diferentes repositórios. Este artigo apresenta uma abordagem que visa prover um ambiente que trata a busca de especialistas em diferentes repositórios com o objetivo de apoiar a tomada de decisão para a manutenção de software. Nossa proposta foi executada em um ambiente computacional convencional e em um de alto desempenho, este último apresentando um diferencial em relação ao processamento das bases de dados distribuídas.
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Nunes, Ronnie Carlos Tavares, Márcio Clemes, Alexandre Leopoldo Gonçalves, and Rogério Cid Bastos. "UTILIZAÇÃO DE BASES DE CONHECIMENTO DE DOMÍNIO PÚBLICO: UM ESTUDO DE CASO SOBRE A LINGUAGEM RDF." In Congresso Internacional de Conhecimento e Inovação (ciKi). Congresso Internacional de Conhecimento e Inovação (ciKi), 2023. http://dx.doi.org/10.48090/ciki.v1i1.1295.

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Abstract:
O objetivo deste artigo é analisar as tecnologias de Web Semântica e Linked Data, com o desenvolvimento de uma aplicação web que realiza uma modelagem de conhecimento, através do uso de ontologias e da linguagem RDF (Resource Description Framework). Foi utilizada uma ontologia/vocabulário de conhecimento público populada com dados oriundos de uma base relacional do Brasil. Os dados agregados foram convertidos para o formato RDF e disponibilizados em um banco de dados neste formato. Foi utilizado o servidor universal Virtuoso® para esta tarefa, uma plataforma híbrida de banco de dados que possui as funcionalidades de um sistema tradicional de gerenciamento de banco de dados relacional, banco de dados objeto-relacional, banco de dados virtual, RDF, XML, texto livre, servidor de aplicações web e funcionalidade de servidor de arquivos em um único sistema. Como resultado, obteve-se uma aplicação web capaz de recuperar informações utilizando os princípios básicos da Web Semântica.
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Campagnollo, Carolina, Alacoque Lorenzini Erdmann, and Mônica Stein. "Explorando el juego como atención terapéutica: Un estudio de caso sobre la configuración de un soporte de juego para un hospital pediátrico." In LINK 2021. Tuwhera Open Access, 2021. http://dx.doi.org/10.24135/link2021.v2i1.146.g315.

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Abstract:
En el contexto de la hospitalización de niños y adolescentes, traer alegría y juego pueden ser estrategias que ayuden a comprender, promover, prevenir, tratar y recuperar la salud. Jugar es una actividad infantil relacionada con el crecimiento y el desarrollo, tanto motor como emocional, mental y social. El juego ayuda en el entrenamiento personal y mejora las habilidades. Así como cada generación tiene sus características específicas, la generación actual, más concretamente la de los niños, tiene la tecnología como elemento presente y vital en su vida diaria. El modo en que juegan los niños, los llamados nativos digitales hoy en día, está directamente asociado a los medios tecnológicos, que comparten espacio con los juegos tradicionales. En este sentido, la evidencia sugiere que la interacción con juegos electrónicos estimula la actividad cerebral y facilita la aceptación del tratamiento propuesto en el caso de hospitalización. Es innegable que el proceso de enfermedad y hospitalización trae consecuencias emocionales en los pacientes. Por ello, el enfermero es un profesional imprescindible en la implantación de la humanización en el contexto hospitalario. Sin embargo, promover la humanización hospitalaria también incluye la innovación en enfermería. Existen varios tipos de invenciones, incluida la introducción de nuevos productos o cambios en algunos que ya están en el mercado, o incluso el abordaje de nuevos enfoques metodológicos para la búsqueda de soluciones de diseño, como el uso del Design Thinking. Este enfoque tiene como objetivo resolver problemas centrados en el usuario, a menudo a través de la co-creación en un trabajo colectivo y colaborativo de los involucrados con el problema a resolver. Teniendo en cuenta que las instalaciones hospitalarias a menudo no incluyen la socialización de todos los grupos de edad, este proyecto de tesis tiene como objetivo desarrollar el apoyo hospitalario mediante los videojuegos, evaluando la efectividad de las intervenciones lúdicas, la ergonomía, la comodidad y la accesibilidad del paciente. Para el desarrollo del producto se está utilizando una de las metodologías de Design Thinking: el Doble Diamante, que está compuesto por las etapas de descubrimiento, definición, desarrollo e implementación. En la etapa de descubrimiento, la percepción se produjo a través del seguimiento de la hospitalización pediátrica y se basó en especulaciones acerca de las siguientes preguntas: “¿Cómo hacer que el proceso de hospitalización del niño sea más fluido”?”, “¿sería posible desarrollar un soporte hospitalario para videojuegos?”. En la definición, se creó un briefing con el objetivo de desarrollar una solución eficiente para el público específico, verificando la viabilidad y los recursos disponibles para llevar a cabo estas acciones. Con la idea a prototipar definida, se desarrolló un prototipo del soporte basado en los supuestos de viabilidad, practicidad y funcionalidad. El producto en desarrollo fue clasificado como diseño industrial y depositado en el Instituto Nacional de Propiedad Industrial con fines de patente. El soporte desarrollado estará disponible para su uso en la unidad hospitalaria, que contiene un monitor y una consola para producir impactos en los cuidados terapéuticos. Se evaluarán los niveles de entretenimiento y las percepciones del estado de salud. El proyecto Ángeles en Control generará un resultado de diseño que se espera proporcione una atención más humanizada y terapéutica durante la hospitalización pediátrica.
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Santos, Rafaela Amaro De Oliveira. "ORGANISMOS UTILIZADOS PARA BIORREMEDIAÇÃO DE ÁREAS DEGRADADAS." In II Congresso Brasileiro de Biotecnologia On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2022. http://dx.doi.org/10.51189/conbiotec/32.

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Abstract:
Introdução: A biorremediação é uma estratégia biotecnológica que visa remover, reduzir ou estabilizar substâncias nocivas em espaços ambientais, utilizando como ferramenta as atividades metabólicas e fisiológicas de seres vivos como plantas, fungos, algas e bactérias. Objetivo: O presente trabalho tem como objetivo expor argumentos de que o meio ambiente é um conjunto de serviços que influencia a qualidade de vida e da saúde pública dos seres humanos e apresentar a biorremediação como forma de recuperação e descontaminação de áreas degradadas. Material e Métodos: O artigo em questão se refere a uma pesquisa bibliográfica, que reúne informações encontradas em artigos científicos, dissertações de mestrado, teses de doutorado e livros eletrônicos (e-books) através da internet. Resultados: A manutenção e qualidade de vida se relacionam estreitamente com a necessidade de manter o meio ambiente preservado ou conservado, por isso é importante que todos os seres vivos tenham o direito de se estabelecer em locais não poluídos nem degradados. As áreas degradadas podem ser compreendidas como ambientes, outrora ecossistemas detentores de biodiversidade e recursos ecológicos estáveis, porém devido às atividades antrópicas ou até mesmo fenômenos naturais, são submetidas a impactos negativos que prejudicam os mecanismos de regeneração natural, impedindo sua capacidade de resiliência. além da prevenção através de consciência ecológica, é necessário investir em tratamentos que recuperem ou restaurem áreas degradadas, uma tecnologia muito promissora para isto é a biorremediação. Conclusão: Para torná-la mais frequente, é necessário investimentos em pesquisas, investigações e estudos sobre a biorremediação e suas ferramentas, e também expandir a visibilidade deste método em escolas e faculdades para que sua existência seja de conhecimento para todos.
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