Academic literature on the topic 'Tecniche costruttive tradizionali'

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Journal articles on the topic "Tecniche costruttive tradizionali"

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Lombardi, Mauro, and Nicolň Bellanca. "Le traiettorie reticolari dell'innovazione territoriale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122002.

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Abstract:
I sistemi socio-economici locali (Ssl) sono stati interpretati dalle tradizioni di studi risalenti a Marshall, Porter e Krugman principalmente considerando la prossimitŕ spaziale degli attori. Era l'ancoraggio territoriale a far lievitare forme peculiari di economie esterne, di vantaggi competitivi e di dinamiche endogene. Negli ultimi decenni, tuttavia, questi sistemi hanno attraversato cambiamenti multi-dimensionali a molteplice scala. Le nuove connotazioni strutturali - tra cui la prossimitŕ cognitiva, la, la complementaritŕ di contratti formali e accordi informali nelle collaborazioni tra imprese, le reti translocali - richiedono un differente quadro teorico e comportano diverse implicazioni di policy. Il quadro teorico pone al centro la co-evoluzione di tecnologie, modelli organizzativi, culture e istituzioni. Entro la molteplicitŕ di traiettorie rese possibili da tale co-evoluzione, ciascun Ssl è sia correlato ad un sistema socio-tecnico che ne limita le dinamiche di mutamento, sia inserito in percorsi lungo i quali puň accedere in modi discontinui ad orizzonti tecno-economici lontani. Le implicazioni di policy debbono pertanto riferirsi alle traiettorie innovative che l'attuale transizione socio-tecnica globale rende possibili ad uno specifico gruppo di Ssl, che è nel nostro caso la Toscana. Sul piano strategico operativo - considerando i limiti politici e civili della societŕ in oggetto - tentiamo di cogliere alcuni cruciali "colli di bottiglia" che bloccano la percezione e il perseguimento degli interessi collettivi di lungo periodo. Questi blocchi riguardano la miopia cosě degli imprenditori come delle istituzioni pubbliche nei riguardi del potenziale tecnico-scientifico effettivamente accessibile e dei percorsi evolutivi che converrebbe imboccare; l'inadeguatezza delle forme istituzionali entro cui vengono prodotti e gestiti i beni comuni o; la carenza di appropriati modi per capitalizzare le imprese innovative. Per ognuno di tali lock-in avanziamo proposte costruttive percorribili.
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Dissertations / Theses on the topic "Tecniche costruttive tradizionali"

1

PAU, BARBARA. "Il muro. Concetti e tecniche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2013. http://hdl.handle.net/11584/266114.

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Abstract:
The aim of this research is to investigate the role of the wall in the mediterranean architecture. In this geographical and cultural area, the wall gains qualities which go beyond the strictly structural and constructive function, becoming a structuring and qualifying element for settlements and living spaces and also the expression of local identity. The research, by “interpreting” the wall as a conceptual category, wants to give an answer to the deep need of improvement of the urban habitat architectural quality within a more proper relationship between identity characters and contemporary project. If we observe villages and rural settlements in the Mediterranean basin, we will inevitably identify some primitive elements which characterize, build, structure and distinguish public from private spaces. Courtyard, wall, basic elements (the cell) and road are “particles”. When they combine organically, they model settlement patterns and determine spatial perception, both partial and global. Through its mass and continuity, the wall contains all these basic elements of the Mediterranean architecture and it does not have merely a building function. It is structuring rather than only structural, it defines architectural space, it is a border and a continuum in stereotomy. As a conceptual category, it acquires complex meanings and conveys ideas like a precise living culture, to stay and relate to other people. Actually, the wall is the concrete expression of introversion, it is a border, an enclosure, it defines and creates spatial hierarchies, it protects and gives an order, it is a presence/absence, permeability, gravity, light and dark. Thus exploration, that is the theoretical and practical study of its meanings as a conceptual category, as well as the study of spatial phenomena and spatial organization, is aimed at finding a new interpretation and giving a new impulse to wall construction in these places. In the course of the last century, the cultural impoverishment has threatened these areas and it has undermined the basis of their identity. This is leading to the loss of their original peculiarities.
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DIPASQUALE, LETIZIA. "La valorizzazione della risorsa lapidea per lo sviluppo locale negli Iblei. Innovazione, sostenibilità e competitività." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/1090658.

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Abstract:
Negli ultimi anni l'interesse verso la riduzione degli impatti del settore edilizio sull'ambiente e sempre più crescente e la sfida della sostenibilità assume un interesse prioritario nella definizione di strategie d'innovazione nell'uso delle risorse, nelle scelte progettuali e nei processi produttivi. D'altro canto, nella definizione di strategie per lo sviluppo sostenibile, la dimensione locale assume oggi un'importanza strategica. Nel settore edilizio l'impiego, la tutela e la valorizzazione delle risorse localmente disponibili può incoraggiare lo sviluppo sostenibile, ed avere delle ricadute positive in ambito ambientale, economico, sociale e culturale. Alla luce di queste premesse, la tesi si colloca nell'ambito della valorizzazione e dello studio delle applicazioni dei materiali locali nell'edilizia e della riattivazione della filiera corta nella produzione edilizia. Il campo d'indagine è quello dei materiali lapidei, legati a un contesto specifico di riferimento: i monti Iblei, localizzati nella parte sud-orientale della Sicilia, ed in particolare la provincia di Ragusa.
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3

MARIANI, SILVIA. "La pietra massiva nella progettazione - dalle caratteristiche dei materiali alle valenze energetico-architettoniche di involucri lapidei massivi “innovativi”." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1248071.

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Abstract:
La pietra naturale per secoli ha avuto un ruolo centrale nel progetto di architettura ma con la diffusione del calcestruzzo e dell’acciaio è stata impiegata prevalentemente in elementi sottili di rivestimento. Attualmente, però, c’è stata nella cultura architettonica contemporanea una riscoperta della pietra massiva attraverso il recupero e l’attualizzazione della tecnica costruttiva tradizionale della muratura e la diffusione delle tecniche innovative della pietra armata precompressa e dei gabbioni. Molti progettisti sono tornati, infatti, ad impiegare la pietra in spessori rilevanti, spesso in combinazione con altri materiali, per realizzare pareti perimetrali verticali, coperture e strutture in elevazione. Il rinnovamento del linguaggio architettonico è legato al riconoscimento delle potenzialità della pietra massiva connesse a valori espressivi e di sostenibilità economica ed ambientale: l’uso massivo della pietra naturale, infatti, è motivato non solo dall’esigenza di integrarsi con il paesaggio o esprimere l’identità locale ma anche dalla possibilità di realizzare con costi e tempi di costruzione contenuti elementi tecnici durevoli, dotati di elevata inerzia termica, facilmente riciclabili o ottenuti attraverso il recupero o il riciclo di materiale lapideo di scarto. Questo rinnovamento è stato consentito dalle molteplici innovazioni che hanno interessato il settore lapideo. In particolare, la diffusione dei sistemi CAD/CAM/CNC, il passaggio dalla stereotomia alla stereotomia digitale legata anche a software di progettazione parametrica e la disponibilità di programmi di calcolo e di metodi di form-finding basati su modelli digitali e non più su modelli fisici hanno permesso di realizzare prodotti lapidei di forma complessa con tempi e costi di fabbricazione ridotti e di ampliare le possibilità di ricerca formale dei progettisti. La prima parte della ricerca esamina alcuni dei metodi e degli strumenti innovativi che hanno contribuito alla riscoperta della pietra massiva nella cultura architettonica contemporanea e analizza, attraverso il riferimento a casi di studio, i caratteri delle tecniche costruttive della muratura, della pietra armata e dei gabbioni per definire un quadro di riferimento tecnologico-scientifico sui materiali lapidei: vengono messe a sistema, infatti, le conoscenze relative ai materiali lapidei naturali e artificiali (lapidei agglomerati; calcestruzzi realizzati con gli scarti di estrazione o di lavorazione dei lapidei naturali), alle tecniche di lavorazione, ai metodi e agli strumenti di progettazione e ai linguaggi progettuali contemporanei. La seconda e la terza parte della ricerca evidenziano alcune delle potenzialità di involucri lapidei massivi innovativi. La seconda parte della ricerca è dedicata allo studio scientifico-quantitativo dell’importanza dell’inerzia termica del materiale per il miglioramento delle condizioni di comfort termico interno e per la riduzione della domanda energetica degli edifici: attraverso simulazioni dinamiche annuali eseguite su un edificio residenziale di progetto sono stati valutati, infatti, i vantaggi prestazionali connessi con l’adozione, in diverse condizioni climatiche, di involucri massivi innovativi rispetto ad involucri lapidei tradizionali. La terza parte della ricerca, invece, indaga le valenze prestazionali e i caratteri architettonici di involucri edilizi a gabbioni. Attraverso simulazioni dinamiche annuali eseguite sullo stesso modello studiato nella seconda parte della tesi, vengono individuate delle correlazioni tra le principali caratteristiche di involucri multistrato a gabbioni e la prestazione termico-energetica dell’edificio: sulla base delle correlazioni individuate vengono definite delle indicazioni per valutare l’appropriatezza delle scelte compiute in fase di progettazione della soluzione costruttiva al fine di minimizzare la domanda energetica per il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio e migliorare le condizioni di comfort termico interno. Infine, attraverso il riferimento ad architetture contemporanee e l’individuazione di analogie figurative con opere e manufatti realizzati con tecniche costruttive tradizionali, vengono evidenziati i caratteri architettonici di involucri edilizi a gabbioni legati alle possibili tipologie di texture del riempimento litico dei moduli costruttivi e alle specifiche soluzioni progettate per la risoluzione di problemi connessi con l’inserimento di aperture vetrate o di altri materiali di rivestimento e con lo smaltimento dell’acqua piovana.
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Books on the topic "Tecniche costruttive tradizionali"

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L'arte di fabbricare e i fabbricatori: Tecniche costruttive tradizionali e magistri muratori in Terra d'Otranto dal Medioevo all'età moderna. Nardò (Lecce): BESA, 2001.

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Giuseppe, Fiengo, and Guerriero Luigi, eds. Atlante delle tecniche costruttive tradizionali: Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca, l'indagine documentaria : atti del 1. e del 2. Seminario nazionale. Napoli: Arte tipografica, 2003.

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R, Angelillo Carmelinda, ed. La costruzione tradizionale in Abruzzo: Fonti, materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento. Roma: Gangemi Editore, 2008.

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Conference papers on the topic "Tecniche costruttive tradizionali"

1

Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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