Academic literature on the topic 'Tecniche costruttive storiche'

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Journal articles on the topic "Tecniche costruttive storiche"

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Brogiolo, Gian Pietro. "L'archeologia dell'architettura in Italia nell'ultimo quinquennio (1997-2001)." Arqueología de la Arquitectura, no. 1 (December 30, 2002): 19. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.3.

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Abstract:
Il contributo delinea un bilancio dell'Archeologia dell'architettura in Italia a partire dalla metà degli anni '90 del XX secolo, quando alcuni convegni e la neonata rivista "Archeologia dell'Architettura", misero a confronto le esperienze maturate in più centri di ricerca, che riguardavano non solo l’analisi stratigrafica delle murature il suo rapporto con il Restauro, ma anche allo studio delle tecniche costruttive, della mensiocronologia e dell’archeometria. Da questo punto di vista sono da segnalare da un lato le sperimentazioni nella costruzione delle sequenze degli equilibri statici, del degrado, degli intonaci e degli orizzontamenti lignei, dall'altro le proposte di metodologie di restauro fondate sull'analisi stratigrafica. Questo impegno ha però portato a trascurare l’obiettivo prioritario dell’archeologo: recuperare dalle sequenze di un edificio informazioni storiche, per le quali servono anzitutto corpora e censimenti esaustivi, e studi che pongano in relazione le architetture con l’organizzazione agraria, le trasformazioni dei paesaggi antropici, le trasformazioni economiche e sociali. Ed è su questo aspetto che converrà puntare nei prossimi anni, almeno da parte degli archeologi, senza per questo sminuire o vanificare il rapporto privilegiato che si è instaurato negli anni ‘90 con il Restauro Architettonico, con l'obiettivo comune di salvaguardare il patrimonio architettonico in una congiuntura nella quale sembra concluso un ciclo storico che aveva a cuore lo studio e la tutela del passato, attraverso il policentrismo culturale, la fervida circolazione delle idee, un saldo collegamento con la società civile.
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Corradi, Emilia. "Etica e pedagogia tra passato e futuro per una architettura dell'emancipazione." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 29–41. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100004.

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Abstract:
Il saggio descrive l'impegno di Yasmeen Lari nel tramandare la cultura del Pakistan per mezzo del progetto architettonico, attraverso la riscoperta del patrimonio storico architettonico e della tradizione costruttiva locale. Operando in una direzione che tramite l'architettura attua un ripensamento sul contemporaneo per un progresso sociale, culturale, ambientale a servizio di uomini e donne con l'obiettivo di garantire un rifugio sicuro e salubre a tutti gli abitanti per un futuro dignitoso e sostenibile. L'architettura diventa così uno strumento di educazione, formazione, prevenzione e identità attraverso la riscoperta e la rielaborazione di tipologia, morfologia e tecniche costruttive accessibili a tutti in una dimensione di sostenibilità ambientale e sociale.
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Arrighetti, Andrea. "Materiali e tecniche costruttive del Mugello tra basso Medioevo e prima Età Moderna." Arqueología de la Arquitectura, no. 13 (January 17, 2017): 037. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.001.

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Abstract:
[it] Il Mugello è un’area a medio-alto rischio sismico situata sulla catena montuosa appenninica a confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna. Il territorio si caratterizza per una nutrita presenza di insediamenti di lunga durata caratterizzata da edifici storici ben conservati, dei quali la maggior parte risultano strutture religiose. Una zona del Mugello, tra il 2010 ed il 2014, è stata interessata dal progetto “Archeologia dell’architettura e rischio sismico in Mugello”, una ricerca incentrata sulla sperimentazione del potenziale informativo del processo di analisi archeologica come forma di conoscenza, prevenzione e tutela dell’edilizia medievale dal rischio sismico. Fra i risultati che sono emersi dalle indagini archeologiche hanno svolto un ruolo centrale le considerazioni inerenti l’approvvigionamento ed utilizzo dei materiali costruttivi per l’edificazione e la modifica delle strutture architettoniche, in un periodo compreso fra il Basso Medioevo e l’Età Moderna.
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Paradiso, Michele, Ricardo Alfredo Cruz Hernández, Fabio Paparazzo, and Giovanni Pianigiani. "DUECENTO ANNI DI SOLITUDINE: INDAGINE SULL’IDENTITÀ COSTRUTTIVA DI CEPITÁ." Revista M 17 (January 25, 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v17i0.2517.

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Abstract:
L’articolo nasce dalle esperienze apprese nel seminario tematico “Materiali e tecniche costruttive storiche per il dialogo interculturale coi paesi del sud del mondo” e maturate in secondo luogo durante un periodo di mobilità nel dipartimento di Santander (Colombia). Prendendo come riferimento Cepitá, un piccolo centro abitato originariamente composto da sole case costruite in tapia pisada (terra battuta) nel cuore del secondo canyon più grande al mondo, l’intento del lavoro è stato quello di identificare e classificare le tecniche e le tecnologie costruttive di quest’area e di sottoporre alcuni manufatti in terra a un’indagine sulla vulnerabilità sismica. L’avvento dei moderni materiali da costruzione ha avuto gravi ripercussioni sul patrimonio architettonico in terra, rendendolo obsoleto nella coscienza collettiva e favorendo l’abbandono delle tecniche ad esso legate. Testimoniare le pratiche costruttive di quest’area, estremamente isolata e rimasta priva di connessioni carrabili fino ai giorni nostri, e quindi rimasta intatta nel tempo, significa descrivere la sapienza dei maestri costruttori che hanno saputo affinare la tecnica nel corso dei secoli in base ai soli materiali disponibili in loco, la quale può quindi rappresentare un supporto tecnico per contrastare il suddetto fenomeno. Inoltre, ottenendo un indice di vulnerabilità sismica di alcuni manufatti con una metodologia speditiva basata sulla valutazione di 14 parametri, si cerca di fornire un’analisi utile per la tutela e per la prevenzione in una zona altamente a rischio.
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Formiggini, Paola Giovanna, Michele Paradiso, and Jose Fernando Muñoz Robledo. "Campus Potrerillo: proposta di intervento architettonico a fini sociali." Revista M 18 (December 13, 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v18i0.2654.

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Abstract:
L’oggetto della ricerca che supporta questo articolo prende forma da un seminario tematico “Materiali e tecniche costruttive per il dialogo interculturale con i paesi del sud del mondo” del Professore Michele Paradiso. L’argomento principale è rappresentato dalle tecniche locali, come “guadua” e il sistema costruttivo del “bahareque”, utilizzato in Colombia. La ricerca è stata sviluppata in tre fasi: la prima parte presenta un’analisi storico-critica dell’area di intervento e del contesto, la seconda si è incentrata sui materiali mentre che la terza fa riferimento alla progettazione architettonica. Per quanto riguarda il progetto, la proposta consiste nella creazione di un campus socioculturale all’interno di un’area confiscata al narcotraffico colombiano, l’hacienda Potrerillo, situata all’interno della zona di espansione KM41 nel municipio di Manizales. L’area necessita di interventi architettonici, al fine di mettere in sicurezza le abitazioni e dare una nuova identità sociale. L’obiettivo, perciò, è stato quello di realizzare una struttura organica, ma allo stesso tempo resistente e in armonia con l’ambiente. In più, il progetto lascia un’impronta evidente, visto che lo scopo è di sensibilizzare cittadini locali e turisti alla conoscenza dell’area. In estrema sintesi, la proposta progettuale costituisce un complesso moderno e innovativo che, a prima vista, sembra discostarsi dal contesto per il suo aspetto formale, ma in realtà, resta legato al luogo attraverso l’utilizzo di guadua e bahareque nell’ambito costruttivo.
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Frati, Fulvio. "Il conflitto intrapsichico e l’evoluzione storica del suo approccio psicoterapeutico in psicoanalisi." Ricerca Psicoanalitica 32, no. 3 (December 22, 2021). http://dx.doi.org/10.4081/rp.2021.535.

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Abstract:
Il concetto di ‘conflitto intrapsichico’ costituisce con ogni probabilità uno dei costrutti teorici sui quali la Psicoanalisi ha maggiormente accentrato la propria attenzione, dalla sua nascita sino ai giorni nostri, sia nel percorso di formazione e di modificazione nel tempo della propria struttura teorica complessiva che dal punto di vista della costruzione e del progressivo percorso di affinamento della propria tecnica psicoterapeutica. L’Autore, in questo articolo, cerca pertanto di presentare le principali tappe di questo lungo ed articolato percorso, sino a cercare di descrivere come il concetto di ‘conflitto intrapsichico’ potrebbe ormai considerarsi superato all’interno di uno tra i principali approcci psicoanalitici contemporanei, quello della Psicoanalisi della Relazione.
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Dissertations / Theses on the topic "Tecniche costruttive storiche"

1

Bortolin, Raffaella <1972&gt. "Archeologia dell’architettura: lo studio delle tecniche costruttive come fonti storiche di conoscenza: l’insula 104 di Hierapolis di Frigia (Turchia)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/982.

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Abstract:
La ricerca ha affrontato lo studio sistematico delle tecniche costruttive degli alzati e delle altre evidenze strutturali delle case dell’Insula 104 di Hierapolis di Frigia; le tecniche murarie, collocabili tra il periodo tardo romano e bizantino, sono state analizzate dal punto di vista stratigrafico e ordinate secondo parametri classificatori che hanno tenuto conto degli aspetti tipologici e tecnologici, grazie anche al supporto delle analisi archeometriche sulle principali malte da muratura e quelle da intonaci. L’analisi degli aspetti tecnologici ha anche consentito di far emergere alcuni caratteri significativi delle maestranze, strettamente connessi all’attività di reimpiego. E’ stata infine definita la sequenza costruttiva delle case con almeno quattro fasi cronologiche differenti, indicando le trasformazioni degli spazi e delle loro funzioni nei diversi periodi, anche sulla base del confronto con le testimonianze di edilizia privata dell’Asia Minore occidentale.
This research is a systematic study of building techniques of raised founds and other structural evidences of houses of Insula 104 in Phrygian Hierapolis. The building techniques, from Late Roman and Byzantine period, have been analyzed from the stratigraphycal point of view and sorted according to classifier parameters taking into consideration typological and technological aspects. Archaeometrical analysis on the main masonry mortars and plasters have also supported this investigation. The analysis of technological aspects has point out some significant characters of craftsmen, closely linked to reusing activities. In the bargain, it has been possible to determine the sequence of construction stages: four different chronological phases which specify the transformation of spaces and their functions in different periods, in comparison also with the remains of private building activity of western Asia Minor.
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MANGOSIO, MARIKA. "Traccia per la lettura dei magisteri costruttivi per il manufatto murario storico: l'evoluzione dell'edilizia per l'industria della seta in Piemonte." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2001. http://hdl.handle.net/11583/2657565.

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Abstract:
La ricerca ha affrontato l’analisi dell’attività protoindustriale di produzione della seta nel Cuneese tra Seicento e Ottocento con particolare attenzione ad alcune realtà urbane, quali quelle di Racconigi e Cavallerleone e ad alcuni manufatti edilizi. La produzione della seta è stata messa in relazione alle dinamiche di sviluppo di alcuni centri urbani e ne è stato inoltre valutato il ruolo economico e finanziario nel Piemonte preunitario. Particolare importanza è stata attribuita allo studio degli esiti nella storia delle tecniche edili, attraverso un’indagine volta a documentare, motivandole storicamente e tecnologicamente, le soluzioni architettonico-tecniche maggiormente ricorrenti e caratterizzanti e ad individuare le fasi costruttive degli edifici e la fisionomia del cantiere edile, mettendo in evidenza lo stretto legame tra concezione tecnica e spaziale del manufatto ed esigenze dettate dal processo produttivo.
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Longo, Luigi. "Tecniche costruttive post-terremoto 1693 nel sud-est della Sicila - Recupero e riuso dell'edilizia di base dei centri storici." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1472.

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Abstract:
Il moltiplicarsi delle ricerche sulle tecniche costruttive, in particolar modo nell arco di tempo che intercorre dal terremoto del 1693, ( All'unnici di Jinnaru a vintin'ura a Jaci senza sonu s'abballava, cui sutta li petri e cui sutta li mura e cui a misericordia chiamava ) ad oggi, trova la sua ragione non solo nell esigenza di accrescere la conoscenza del patrimonio architettonico, dei materiali usati e delle maestranze, ma soprattutto la necessità di garantirne la conservazione. La ricerca scaturisce dall esigenza di reinterpretare le tecniche ed i procedimenti costruttivi tradizionali, al fine di un appropriato inquadramento della componente tecnologica, sia nella conservazione dei centri urbanizzati che nella definizione di soluzioni progettuali conformi ai caratteri tipologici del costruito. Lo studio dei processi costruttivi permette di ricercare gli aspetti tecnologici e fattuali, i sistemi di produzione e di approvvigionamento delle materie prime dell epoca, il relativo ambiente socio-economico, la committenza e le competenze delle maestranze; consentendo in tal modo di avere la più vasta conoscenza dell architettura che ci ha precorso e di operare verso un progetto di recupero in grado di salvaguardare sia i valori materiali che immateriali. In una logica del restauro di cui Cesare Brandi comprende il riconoscimento critico che costituisce la più valida premessa ad ogni aspettativa di salvaguardia e di buona conservazione, sottolineando che non esiste vero rimedio alle mutilazioni e ai danni subiti da un monumento, per trascuratezza o per attenzioni improprie; che si potrà effettuare una riparazione o anche una copia al vero, ma l originalità di ciò che si è perso rimarrà irrecuperabile. Ciò impone un approccio eminentemente conservativo, informato a criteri di massima cautela e di rispetto e ai principi guida elaborati in due secoli di riflessione per il tradizionale restauro artistico ed architettonico, criticamente e scientificamente inteso: la distinguibilità, il minimo intervento e la sua potenziale reversibilità, il rispetto per l autenticità e della materia antica, la compatibilità chimico-fisica delle aggiunte . Da qui nasce il progetto di un indagine riguardante le tecniche costruttive nel sud-est della Sicilia, in particolar modo riferita a quella che un tempo era la Val di Noto, e nello specifico alle Province di Catania (area etnea), di Siracusa e di Ragusa (area iblea); tutto ciò allo scopo di evitare il rischio di una cancellazione di ogni traccia, testimonianza e documento fattuale post sisma 1693, preso atto che antecedentemente a questa data non è rimasto alcun segno materiale. Il recupero del patrimonio edilizio esistente costituisce la prioritaria risposta alle attuali esigenze abitative in quanto i volumi costruiti risultano oggi preponderanti rispetto agli incrementi di popolazione. Per tale ragione l applicazione della metodologia tipologica risulta quella più rispondente alla salvaguardia del contesto costruito storico . Tale studio è stato condotto secondo le linee guida della metodologia sviluppata da Saverio Muratori, il quale ci ha consentito di evidenziare, con riferimento al singolo organismo architettonico, il percorso logico che lega le scelte tecnologiche, relative ai materiali e ai sistemi costruttivi, all organizzazione spaziale e alla risoluzione formale. Una approfondita lettura del tipo edilizio e del patrimonio insediativo minore storicamente consolidato va condotta come afferma lo stesso Muratori, attraverso le fasi, non temporali ma coscenziali, della logica, ovvero dei materiali e degli elementi tecnologici; dell economia, o delle tecniche costruttive; dell etica, o dell organizzazione funzionale; dell estetica, ovvero dell aspetto formale .
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Books on the topic "Tecniche costruttive storiche"

1

Tecniche costruttive dell'edilizia storica: Conoscere per conservare. Roma: Viella, 2005.

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2

Tomasoni, Elide. Le volte in muratura negli edifici storici: Tecniche costruttive e comportamento strutturale. Roma: Aracne, 2008.

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Centro di studi Giuseppe Ermini. Per Ferentino medievale: Un contributo del Centro Ermini : atti dei convegni Le tecniche costruttive storiche a Ferentino: città e territorio (Ferentino, 30 novembre-1 dicembre 1991); La diocesi di Ferentino nella vicenda della Campagna e della Marittima dalla fondazione della Cattedrale alla fine del secolo XV (Ferentino, 29-30 novembre 1996). Ferentino: [Nuova idealgraf], 2003.

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4

Testana, Carlo. Recupero e tutela degli insediamenti storici: Contributo alla conoscenza dell'edilizia e delle tecniche della tradizione costruttiva : un modello GIS applicato al caso di studio : Nemi. Roma: Aracne, 2012.

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Conference papers on the topic "Tecniche costruttive storiche"

1

Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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