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Dissertations / Theses on the topic 'Sviluppo inclusivo della scuola'

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SOLI, Francesca. "Natives e Immigrants: generazioni che generano. Verso una scuola di “seconda generazione” come pratica inclusiva." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28633.

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Abstract:
Il percorso di ricerca illustrato nel presente lavoro si è posto l’obiettivo, di osservare ed indagare processi complessi e contemporanei quali la "nascita", anche in Italia, di una seconda generazione dell’immigrazione e di una crescente digitalizzazione, cercando di coglierne le relazioni e le profonde interconnessioni. La peculiarità e la complessità dei processi osservati ha stimolato una riflessione metodologica che può pertanto essere considerata uno dei focus centrali della ricerca stessa.
The course of the research shown in this work had the aim to observe and investigate complex and contemporaries processes such as the "birth", even in Italy, both of a second generation of immigration and of an increasing digitalization. The intent of the work, moreover, is to try to get the relationships and the deep interrelationships between them. The peculiarity and the complexity of these observed processes has instead a methodological reflection which can therefore be considered one of the focus of the research itself.
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PETROCCHI, SERENA. "Teoria della Mente e fiducia interpersonale in bambini di scuola elementare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/486.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi intende affrontare un tema non ancora indagato in letteratura, vale a dire l’analisi dei legami tra la comprensione mentalistica e la fiducia relazionale in bambini di scuola elementare. Tale obiettivo è perseguito in tre differenti percorsi di ricerca. Nel primo studio la Candidata ha creato un nuovo strumento di misura della fiducia relazionale nel tentativo di integrare differenti prospettive teoriche che hanno considerato la fiducia o solo come un fenomeno cognitivo o solo affettivo. Lo strumento creato (Trust Story Task), somministrato a bambini di scuola elementare dai 6 ai 10 anni, valuta le rappresentazioni mentali della fiducia intesa in senso cognitivo/mentalistico e affettivo/relazionale. I risultati dello studio mostrano le discrete proprietà psicometriche di affidabilità e validità dello strumento. Nel secondo studio viene proposta la validazione italiana di uno strumento di valutazione delle credenze di fiducia, Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg e al., 2005). La Candidata esamina le principali caratteristiche psicometriche di affidabilità e consistenza interna e di validità dello strumento, utilizzato poi nello studio successivo. La scala tradotta in italiano, CGTB-I, mostra discrete caratteristiche di affidabilità, di consistenza interna e di validità. La struttura fattoriale, valutata tramite alcune EFAs e CFAs, rispecchia solo in parte quella originale di Rotenberg e colleghi (2005) poiché rintraccia le tre basi di fiducia attese (reliability, emotional, honesty), ma non tutti i quattro target relazionali (madre, padre, insegnante, pari). Gli item dell’insegnante, infatti, non risultano essere significativi. Nel terzo studio, l’obiettivo è verificare se le competenze mentalistiche e le credenze di fiducia (nella madre, nel padre e nei pari) siano predittori del comportamento di fiducia e della trustworthiness (attribuzione di fiducia che i compagni fanno rispetto a un compagno target). Le variabili indipendenti dello studio saranno considerate sia in termini individuali sia in combinazione statistica tra loro nel predire. I risultati mostrano che una buona teoria della mente e delle buone credenze di fiducia predicono in modo significativo la trustworthiness.
This thesis considers the link between theory of mind and interpersonal trust in three different studies. First chapter outlines the crucial theoretical reflections on two constructs starting from theory of mind. First of all, I consider the meaning of the term “theory of mind”, the functions of this ability and same questions linked to terminology more often used. Moreover, I deal with the development of this ability in elementary school children, and then the most important theories on theory of mind development. As regards to the interpersonal trust, I consider the three main fields of research concerning trust as cognitive, affective and behavioural phenomenon. First paragraph shows the cognitive theories of trust that, overall, define it in term of individual’s beliefs on other’s reliability. In a second paragraph, I trait the affective face of trust starting from the point of view of the attachment theory; and, finally, in a third paragraph, I expose the studies of behavioural aspects of trust. In the second chapter, I present a first contribution of validation of a semi-projective task on trust dimension: the Trust Story task. The aim of this measure is to evaluates the mental representation of trust both in a mentalistic and in an affective sense, considering jointly conscious and unconscious aspects and adapted to subjects’ age and gender. In particular, in my first study, I considered some characteristics of this new measure, which are reliability and construct validity. In the third chapter, I present two studies linked each other. In the first of them, I deal with the Italian validation of the Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg et a., 2005), questionnaire that evaluate three bases of trust beliefs (reliability, emotional, honesty) in four targets (mother, father, teacher and peer). The original version of the scale demonstrated good psychometric characteristics and an excellent flexibility of use. The CGTB-I scale derived was used in the second study that I propose in this chapter in which I examine if children’s theory of mind and their trust beliefs in others, individually, and in combination, statistically account for trustworthiness and trustworthy behaviour in children.
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PETROCCHI, SERENA. "Teoria della Mente e fiducia interpersonale in bambini di scuola elementare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/486.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi intende affrontare un tema non ancora indagato in letteratura, vale a dire l’analisi dei legami tra la comprensione mentalistica e la fiducia relazionale in bambini di scuola elementare. Tale obiettivo è perseguito in tre differenti percorsi di ricerca. Nel primo studio la Candidata ha creato un nuovo strumento di misura della fiducia relazionale nel tentativo di integrare differenti prospettive teoriche che hanno considerato la fiducia o solo come un fenomeno cognitivo o solo affettivo. Lo strumento creato (Trust Story Task), somministrato a bambini di scuola elementare dai 6 ai 10 anni, valuta le rappresentazioni mentali della fiducia intesa in senso cognitivo/mentalistico e affettivo/relazionale. I risultati dello studio mostrano le discrete proprietà psicometriche di affidabilità e validità dello strumento. Nel secondo studio viene proposta la validazione italiana di uno strumento di valutazione delle credenze di fiducia, Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg e al., 2005). La Candidata esamina le principali caratteristiche psicometriche di affidabilità e consistenza interna e di validità dello strumento, utilizzato poi nello studio successivo. La scala tradotta in italiano, CGTB-I, mostra discrete caratteristiche di affidabilità, di consistenza interna e di validità. La struttura fattoriale, valutata tramite alcune EFAs e CFAs, rispecchia solo in parte quella originale di Rotenberg e colleghi (2005) poiché rintraccia le tre basi di fiducia attese (reliability, emotional, honesty), ma non tutti i quattro target relazionali (madre, padre, insegnante, pari). Gli item dell’insegnante, infatti, non risultano essere significativi. Nel terzo studio, l’obiettivo è verificare se le competenze mentalistiche e le credenze di fiducia (nella madre, nel padre e nei pari) siano predittori del comportamento di fiducia e della trustworthiness (attribuzione di fiducia che i compagni fanno rispetto a un compagno target). Le variabili indipendenti dello studio saranno considerate sia in termini individuali sia in combinazione statistica tra loro nel predire. I risultati mostrano che una buona teoria della mente e delle buone credenze di fiducia predicono in modo significativo la trustworthiness.
This thesis considers the link between theory of mind and interpersonal trust in three different studies. First chapter outlines the crucial theoretical reflections on two constructs starting from theory of mind. First of all, I consider the meaning of the term “theory of mind”, the functions of this ability and same questions linked to terminology more often used. Moreover, I deal with the development of this ability in elementary school children, and then the most important theories on theory of mind development. As regards to the interpersonal trust, I consider the three main fields of research concerning trust as cognitive, affective and behavioural phenomenon. First paragraph shows the cognitive theories of trust that, overall, define it in term of individual’s beliefs on other’s reliability. In a second paragraph, I trait the affective face of trust starting from the point of view of the attachment theory; and, finally, in a third paragraph, I expose the studies of behavioural aspects of trust. In the second chapter, I present a first contribution of validation of a semi-projective task on trust dimension: the Trust Story task. The aim of this measure is to evaluates the mental representation of trust both in a mentalistic and in an affective sense, considering jointly conscious and unconscious aspects and adapted to subjects’ age and gender. In particular, in my first study, I considered some characteristics of this new measure, which are reliability and construct validity. In the third chapter, I present two studies linked each other. In the first of them, I deal with the Italian validation of the Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg et a., 2005), questionnaire that evaluate three bases of trust beliefs (reliability, emotional, honesty) in four targets (mother, father, teacher and peer). The original version of the scale demonstrated good psychometric characteristics and an excellent flexibility of use. The CGTB-I scale derived was used in the second study that I propose in this chapter in which I examine if children’s theory of mind and their trust beliefs in others, individually, and in combination, statistically account for trustworthiness and trustworthy behaviour in children.
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Menegale, Marcella <1977&gt. "Dall'autonomia nell'apprendimento delle lingue straniere allo sviluppo della competenza plurilingue : una ricerca nella scuola secondaria." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1086.

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Abstract:
Nonostante l’enorme quantità di scritti esistenti sull’educazione plurilingue e sull’autonomia nell’apprendimento linguistico, sono pochi gli studi ad essersi focalizzati sulla relazione tra questi due campi e discenti giovani. Scopo della presente investigazione è di ricercare possibili corrispondenze tra un maggiore sviluppo dell’autonomia di apprendimento linguistico e l’acquisizione di una competenza plurilingue negli studenti della scuola secondaria italiana di I e II grado. L’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti attraverso questionari a studenti e insegnanti ha investigato il livello di autonomia nell’apprendimento linguistico dei discenti, il loro uso di ambienti formali e informali per l’apprendimento delle lingue e la possibilità di identificare variabili connesse allo sviluppo dell’autonomia di apprendimento linguistico che potessero accrescere la competenza plurilingue. I risultati hanno dimostrato che l’influenza dell’autonomia sullo sviluppo della competenza plurilingue è da ricercarsi nei fattori affettivi quali le attribuzioni dei discenti e la loro motivazione verso il plurilinguismo e l’autonomia; un aspetto problematico riguarda la mancanza di abilità metacognitive, poiché è stato visto che condizioni di potenziale plurilinguismo non portano allo sviluppo della competenza plurilingue se non sono supportate dalla consapevolezza dell’apprendimento.
Notwithstanding the numerous existing works on plurilingual education and on language learner autonomy, very few studies have focused on the connection between these two fields and young students. The aim of this investigation is to research possible correspondences between the greater development of language learner autonomy and acquisition of plurilingual competence in middle and upper secondary school Italian pupils. The quantitative and qualitative analysis of the data collected through pupil and teacher questionnaires has investigated the level of the pupils’ language learning autonomy, their use of formal and informal settings for language learning and whether it was possible to highlight any variable connected with the development of language learner autonomy which could improve the plurilingual competence. Findings have shown that the influence of autonomy on the development of plurilingual competence is to be found in affective factors like pupils’ attributions and motivation towards plurilingualism and autonomy; a problematic issue concerns the lack of metacognitive skills as it has been seen that conditions of potential plurilingualism do not lead to the development of plurilingual competence if not supported by learning awareness.
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Natola, Pietro Giorgio. "Analisi delle oscillazioni posturali nei bambini della scuola primaria mediante sensori inerziali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il controllo posturale è la nostra capacità di stare in piedi camminando indipendentemente. Fin da neonati, si sviluppano dei riflessi che continuano a migliorare con l'infanzia. Per evitare che lo sviluppo motorio sia compromesso in questa fase, e che le conseguenze si propaghino con l'avanzare dell'età, è molto importante che i disturbi legati all'equilibrio posturale siano identificati precocemente. La posturografia è uno strumento che ci permette di quantificare e analizzare le oscillazioni posturali, tramite l'impiego di sensori inerziali o pedane di forza. La letteratura ha proposto alcuni parametri per valutare il controllo posturale nelle due diverse condizioni di Eyes Open (EO) ed Eyes Closed (EC). Il protocollo sperimentale seguito in questo studio, ha visto il coinvolgimento di 50 bambini di seconda elementare. Le acquisizioni dei dati di postura ha avuto inizio con il posizionamento di 5 sensori inerziali su tronco, caviglie e polsi dx e sx. I sensori inerziali sono degli strumenti sensibili e a basso costo, quindi costituiscono una valida alternativa alle pedane di forza che sono difficilmente utilizzabili al di fuori di un ambiente di laboratorio. I bambini sono stati impegnati in diverse prove posturografiche sia statiche che dinamiche, per testare anche le competenze motorie di ciascun soggetto tramite un test di competenza motoria (TMC). Il segnale utile è stato acquisito, convertito ed elaborato attraverso il software Matlab. I risultati sono stati graficati prima per genere, per vedere se ci fossero differenze nell'oscillazione posturale tra maschi e femmine nelle due condizioni EO/EC, poi sono stati riportati i risultati rispetto a variabili antropometriche come età, peso, altezza e competenze motorie di ciascun bambino. Lo scopo finale è quello di valutare i parametri posturali d'interesse restringendo l'analisi ad un gruppo di bambini aventi la stessa età, al fine di limitare l’effetto sovrapposto di maturazione in età e aumento di altezza.
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Prandini, Carlo <1960&gt. "Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/1/TESTOUNICO2.pdf.

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Prandini, Carlo <1960&gt. "Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/.

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Lancioni, Erica <1994&gt. "I pronomi clitici in bambini a sviluppo tipico della scuola primaria: l’uso in contesti semplici e a ristrutturazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16956.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è volto ad indagare la competenza nell’uso dei pronomi clitici di 135 bambini monolingui italiani a sviluppo tipico di età compresa tra i 6 e i 10 anni, frequentanti la scuola primaria. A tale scopo sono stati somministrati ai partecipanti due diversi test: uno di ripetizione di frasi a ristrutturazione e uno di produzione elicitata di pronomi clitici. Il primo si basa sulla ripetizione di frasi contenenti pronomi clitici al caso dativo e accusativo di prima, seconda e terza persona singolare. In tali enunciati sono presenti inoltre verbi che permettono la ristrutturazione della frase, per i quali l’assegnazione di una diversa posizione del pronome clitico all’interno della frase non ne pregiudica la grammaticalità. Il secondo test elicita invece la produzione di pronomi clitici oggetto diretto e indiretto di terza persona singolare, maschili e femminili. Entrambi test permettono di valutare l’accuratezza delle risposte date dai soggetti e determinare se eventuali differenze nelle performance siano dovute al caso, alla persona o alla posizione del clitico rispetto al verbo. Inoltre, nell'analisi dei dati viene tenuta in considerazione la varietà dialettale dei partecipanti per capire se anch'essa possa eventualmente e in che misura influenzare le risposte. L’ampio gruppo di partecipanti coinvolto nello studio va ad arricchire il corpus di dati raccolto fino ad ora riguardo tale argomento e permette di studiare come la competenza linguistica evolva nel bambino con il progredire dell’età e del grado di scolarizzazione.
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Solidoro, Caterina <1994&gt. "L’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile nella scuola e definizione di un modello di valutazione della sostenibilità scolastica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17200.

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Abstract:
L’oggetto di questa ricerca è quello di indagare l’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile, prima nelle sue accezioni più generali, fino a quelle più specifiche legate al mondo dell’istruzione, con un approfondimento sul sistema di valutazione scolastico attualmente vigente. L’obiettivo, infatti, è quello di fare chiarezza nei confronti di un modello complesso, di recente istituzioni e già non privo di critiche, che tuttavia apre importanti scenari nei confronti della visibilità e della comunicazione degli istituti educativi verso i rispettivi stakeholders. Ciò che emerge dall’analisi è che gli strumenti attualmente esistenti rendano poco fluido, comprensibile e misurabile il processo di valutazione della scuola, e che manchi una sezione dedicata allo sviluppo sostenibile che d’altro canto sta diventando sempre centrale nell’ambito aziendale, sia pubblico sia privato. Il risultato del mio elaborato consiste nella proposta di un nuovo modello di valutazione, che ambisca a superare i limiti di quello attualmente esistente in termini di contenuti, misurabilità e comparabilità fra i vari istituti nazionali e che sappia riassumere in maniera trasparente e oggettiva i traguardi e le prossime sfide che attendono le scuole in ambito di sostenibilità. Ciò è importante alla luce dei numerosi stakeholders che ruotano attorno alla scuola e che necessitano di venire a conoscenza dell’orientamento alla sostenibilità assunta dall’istituto. Questo modello, lungi dall’essere definitivo e privo di difetti, desidera porre l’attenzione sull’esigenza quanto più pressante di mettere a confronto diversi istituti di una stessa realtà territoriale, o uno stesso istituto in un arco temporale, su temi propri al mondo della scuola, con un particolare focus destinato allo sviluppo sostenibile, che è sempre più centrale nella scena politica, economica, sociale ed ambientale. La mia analisi si articola attraverso 5 capitoli: Nel primo capitolo si definisce il concetto di sviluppo sostenibile e le principali tappe che hanno portato a definire questo concetto. Nel secondo capitolo si tratta l’evoluzione del concetto di educazione alla sostenibilità e in particolare viene dedicato un focus all’Agenda 2030, considerato il documento guida per raggiungere i 17 Global Goals in ambito di sviluppo sostenibile entro tale riferimento temporale. Nel terzo capitolo si descrive come il concetto di sostenibilità entri a far parte della scuola, facendo riferimento alla letteratura di settore, riportando le opinioni degli autori e descrivendo le linee guida e gli sviluppi che negli ultimi anni sono avvenuti riguardo queste tematiche. Nel quarto capitolo si introduce il concetto di rendicontazione sociale. In questa parte vengono delineati i principali strumenti di bilancio e reporting, come il Rav, Pdm, Ptofm e la rendicontazione sociale, che vengono correntemente utilizzati nei contesti scolastici. Dopo l’analisi e il confronto tra questi elementi sono emerse alcune criticità e quindi, si è ipotizzato la creazione di un modello unico che possa sostituire i quattro modelli precedenti e che integri una parte riguardante lo sviluppo sostenibile. Nel quinto capitolo si approfondisce l’aspetto della sostenibilità nella scuola e in particolare quali siano i principali obiettivi universali che a livello nazionale le scuole dovrebbero porsi per creare uniformità e per avere una modalità di valutazione univoca con criteri comuni a tutti gli istituti scolastici
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SELLARI, GIUSEPPE. "La musica come strumento educativo : relazione e comunicazione in età prescolare : programma sperimentale per lo sviluppo dell’empatia e della prevenzione dei disturbi della voce nella scuola dell’infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. https://hdl.handle.net/2108/202613.

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Abstract:
L’empatia è definita come la capacità degli individui di riconoscere e condividere in modo vicario l’emozione provata da un altro individuo, che si traduce in un vissuto emotivo più consono allo stato d’animo dell’altro che al proprio e di comprenderne la situazione mettendosi nei suoi panni in modo sempre più raffinato nel corso dello sviluppo [Hoffmann 2001]. Fin dall’età prescolare, empatizzare con i vissuti dell’altro favorisce la messa in atto dei comportamenti prosociali adeguati [Eisenberg et al., 2006]. L’empatia, inoltre, aiuta a regolare il flusso delle emozioni negative e ridurre le manifestazioni aggressive verso i compagni [Eisenberg, Fabes 1998], favorisce la comunicazione e incoraggia l’accoglienza della diversità [Hoffman 2000]. Essa quindi è una capacità fondamentale per la costruzione di relazioni interpersonali positive e per il benessere dei bambini [Albiero, Matricardi 2006], che è importante promuovere con percorsi di formazione efficaci [WHO 1993]. Esaminando le principali esperienze nell’ambito dell’educazione vocale ed emotiva, e della prevenzione del disagio psicologico, è possibile notare come la maggior parte degli interventi in età prescolare siano solitamente affidati a una programmazione occasionale e carente. Spesso questi percorsi educativi sono basati su tecniche più cognitive in cui la dimensione verbale viene privilegiata a scapito di quella non verbale, ossia non viene preso in considerazione il “lavoro sul corpo” che rappresenta invece un’essenza fondamentale per lo sviluppo del proprio “io” emotivo. Una delle esperienze più coinvolgenti che la musica è in grado di offrire è quella di suscitare profonde emozioni e sentimenti significativi [Budd 1985; Davies 1994; Juslin-Sloboda 2001; Scherer, Zentner 2001; Juslin, Laukka 2004] seguendo una propria logica che è diversa da quella del linguaggio verbale [Nattiez 1989]. Questa capacità di elevare il livello della nostra vita emotiva [Sloboda 1985] non è l’unica peculiarità di quest’arte. La musica infatti, per i vari livelli di abilità sensorie e corporali a cui fa riferimento, può assumere una valenza formativa, educativa, curativa ed estetica di straordinaria importanza e favorire nei bambini, soprattutto in età prescolare, esperienze reali significative perché intimamente vissute [Shuter-Dyson 1999; Imberty 2002; Sacks 2008; Anceschi 2009; Baroni 2009]. OBIETTIVO Alla luce di queste riflessioni, nella presente ricerca si è voluto indagare se il percorso educativo Musica e BenEssere (che utilizza attività musicali d’insieme basate sull’ascolto e sulla produzione vocale e strumentale) fosse efficace nel migliorare l’empatia e la capacità vocale in un gruppo di bambini di quattro anni. METODO Partecipanti: 40 bambini di circa 4 anni frequentanti due classi di scuola dell’infanzia (20 gruppo sperimentale; 20 gruppo di controllo). Procedura: La ricerca è stata condotta in tre momenti: 1- pre-test (Ottobre 2009); 2- training; 3- post-test (Giugno 2010). Nella fasi di pre-test e post-test è stata svolta una visita foniatrica ed è stata proposta a ciascun bambino un’intervista autovalutativa per la misura dell’empatia sperimentata in risposta a picture stories in cui il protagonista provava gioia, tristezza, paura, rabbia (Albiero, Lo Coco 2001, ECSS- Strayer, 1987). Durante la fase di training (solo per il gruppo sperimentale) è stato svolto un percorso educativo (Musica e benEssere) di 24 incontri a cadenza settimanale di circa un’ora ciascuno. Seguendo il principio del “metodo attivo”, si è cercato di favorire momenti d’intensa interazione personale al fine di sollecitare e ampliare le possibilità di rapporti socio-affettivi e relazionali il più significativi e formativi possibili. Le attività di canto corale, di movimento e di musica d’insieme (con lo strumentario didattico) sono state proposte come momenti di scambio e di ascolto per permettere ai bambini, attraverso il confronto con gli altri, di avvalersi di un valido strumento di comunicazione alternativo al linguaggio verbale, di imparare a distinguere e sperimentare con il proprio corpo un orizzonte di relazioni emotive sempre più ampio e, allo stesso tempo, di arricchire le loro esperienze intra e interpersonali. RISULTATI PRINCIPALI E CONCLUSIONI I risultati indicano che il percorso educativo Musica e BenEssere è stato efficace nel migliorare la capacità vocale ed empatica dei bambini verso tutte le emozioni considerate (gioia, tristezza, paura, rabbia) e soprattutto verso emozioni di tono edonico negativo. Ciò è rilevante perché empatizzare con emozioni negative come tristezza e paura favorisce i comportamenti prosociali nei bambini, e empatizzare con la rabbia altrui riduce le loro condotte aggressive [Eisenberg et al. 2006; Hoffmann 2000]. La musica, che «è un gioco da bambini» [Delalande 1984], può pertanto rappresentare un’importante strumento utile a promuovere un positivo sviluppo interpersonale e sociale dei bambini e a migliorare il clima del gruppo classe
The definition of empathy is the ability of individuals to recognize and share in a vicarious way the emotion felt from another person, that is translated in an experienced emotion that is much more appropriate to the emotional mood of the other than to its own, and to understand the situation trying to put him/herself in the other’s shoe in a refined way in the course of development [Hoffmann 2001]. Since preschool age, empathizing with the experience of others help to apply the adaptation to prosocial behavior [Eisenberg et al., 2006]. Moreover, empathy helps to regulate the flow of negative emotions and reduces the aggressive effects towards friends [Eisenberg, Fabes 1991], it helps the communication and it encourages to welcome differences [Hoffman 2000]. So, this is the fundamental ability to build positive interpersonal relations and the well-being of children [Albiero, Matricardi 2006], and it is important to promote it with efficient training courses [WHO 1993]. Examining the principal experiences in vocal and emotional education, and to avoid psycological discomfort, it is possible to notice how often pedagogical approaches in the preschool years are lacking in precise programs. Often these educational courses are based on cognitive techniques where the verbal dimension is a privilege at the expense of the non verbal, and of the “body work” that, on the contrary, represents a fundamental essence for the development of children’s emotional “ego”. One of the most involving experiences that music can offer is to provoke profound and meaningful excitement and emotions [Budd 1985; Davies 1994; Juslin-Sloboda 2001; Juslin, Laukka 2004] following its own logic that is different from the verbal language [Nattiez 1989]. This ability to raise the level of our emotional life [Sloboda 1985] isn’t the only characteristic of this art. In fact music, for the different sensor and body ability level to which it refers, can adopt a formative worthiness (educational, curative and aesthetical) of extraordinary importance and can help children, especially in preschool age, to feel meaningful experiences [Shuter-Dyson 1999; Imberty 2002; Sacks 2008; Anceschi 2009; Baroni 2009]. AIM In the present research the authors examined the contents and the methods of the educational course Music and well-Being (that uses global musical activities based on listening, and on vocal and instrumental production) in order to check its efficiency in improving empathy and vocal ability in a group of four year old children. METHOD Partecipants: 40 children of about 4 years old that attend two primary school classes (20 experimental groups; 20 control groups). Procedure: The research has been done in three moments: 1- pre-test (October 2009); 2- training; 3- post-test (June 2010). In the pre-test and post-test stage they have realized a phoniatric visit and they have proposed to each child a self-value interview to measure the experimental empathy in answer to picture stories in which the protagonist would feel joy, sadness, fear, anger [Albiero, Lo Coco 2001; ECSS- Strayer, 1987]. During the training state (only for the experimental group) they did an educational course (Music and well-Being) made of 24 meetings week terms of about an hour each. Following the value of the “active method”, they have tried to favor personal harmony moments to arrive at the point, rush and extend the possibility of social-emotional relationships and relate the more meaningful and formative possible. The activities of choral singing, of movement and of making music together with Orff instruments have been proposed as moments to give the children a valid instrument of alternative communication to the verbal language, and to experiment with their own body a wide field of emotional relations and, at the same time, to enrich their intra and interpersonal experience. MAIN RESULTS AND CONCLUSIONS The results show the educative path Music and well-Being has been efficient in improving the empathic and vocal ability of children towards all emotions considered (joy, sadness, fear, anger) and above all towards emotions of negative hedonic tone. This is important because to empathize with negative emotions like sadness and fear helps prosocial behavior in children, and empathize with anger others reduce their aggressive behavior [Eisenberg et al. 2006; Hoffmann 2000]. Music, that «is a game for kids» [Delalande 1984], can represent an important instrument useful to promote a positive interpersonal and social development in children and to improve a positive atmosphere in the class group
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Boldrini, Eugenia. "Lo sviluppo cognitivo e la percezione geometrica nell'epistemologia di Enriques, Klein e Speranza. Analisi dei risultati di un questionario somministrato in due scuole secondarie." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16154/.

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Abstract:
Questo elaborato ha lo scopo di analizzare i collegamenti che intercorrono tra lo sviluppo cognitivo e l'apprendimento dei concetti geometrici, seguendo le teorie dell'epistemologia di Francesco Speranza e Federigo Enriques. Questa descrizione del percorso di acquisizione psicologica delle conoscenze geometriche che, partendo dalle percezioni empiriche e spaziali, porta a generare rappresentazioni mentali dei concetti base della Geometria, si connette anche con il criterio di classificazione delle geometrie fornito da Klein, che ne offre una visione gruppale e costruttiva nel Programma di Erlangen, del quale vengono discusse le influenze storiche e didattiche. Si studiano infine i risultati di un questionario sottoposto in due scuole secondarie, il cui scopo era quello di osservare la formazione e la sistemazione dei concetti geometrici e come esse si leghino allo sviluppo cognitivo.
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LAMPUGNANI, PAOLA ALESSIA. "Minori Stranieri Non Accompagnati: rappresentazioni dell’infanzia nei centri di accoglienza in Italia, Svezia, Cipro e Spagna. Per un approccio pedagogico inclusivo allo sviluppo della competenza professionale degli operatori." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/982839.

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Abstract:
The refugee crisis we are witnessing in the lasts years represents one of the thorniest themes in all the European Governments agenda. In the lasts three years the number of persons escaping from their countries is constantly and dramatically increased, and over 35% of them are Children. The asylum seekers crisis - particularly the unaccompanied Children asylum seekers - requests to every country - those they leave, those they cross and those in which they seek asylum - a duty to protect and safeguard the rights guaranteed under the Convention on the Rights of the Child (1979). According UNICEF’s seven points plan for refugee and migrant Children (UNICEF, 2016): - Unaccompanied or separated Children must be kept safe - The best interests of the Child should be a primary consideration in any decision concerning that Child - Children must be given access to services such as health and education. In order to pursue these objects, Local social services thus need to overcome a merely welfarism action-model, in order to promote educational design and research grounded on social workers professional skills. The research aimed at investigating the construction of social representations of Childhood in contexts involving asylum seekers or refugee families/unaccompanied children. The research has been conducted in the context of intercultural studies, which developed different explanation models of intercultural relationships. It specifically referred to studies on intercultural sensitivity (Bennett, 1998) and on intercultural competence (Spitzberg, 2009; Berardo & Deardorff, 2012; Jackson, 2012; Odag, Wallin & Kedzior, 2015). The conceptual framework refers to: right-based and care-based education [King, 2004; Premoli, 2012; Grange, 2014] and intercultural education (Cambi, 2001; Benhabib, 2002; Santerini, 2003; Mantovani, 2004; Abdallah Pretceille, 2013; Pinto Minerva, 2015). In the frame of the interpretivist paradigm and of a qualitative approach, a participatory action-research (Rapoport, 1970; Whyte, 1991; Baldacci, 2001; Kaneklin, Piccardo & Scaratti, 2010) was used. Operators from Italy (Genoa), Spain (Granada), Cyprus (Nicosia), Sweden (Malmo) have been involved in the research through focus groups and semi-structured interviews, conducted in italian, English, Spanish. Each focus and interview has been recorded and then transcribed. An N-Vivo analysis, based on grounded method, has been carried out.
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CANFAROTTA, Daniela. "Sviluppo di competenze chiave di cittadinanza e di metacognizione attraverso l'insegnamento di Latino e Greco: percezioni di docenti e studenti della Scuola Secondaria in Spagna e Italia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/395228.

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Abstract:
Sia accademici che legislatori discutono sull'importanza di metodi di apprendimento e insegnamento innovativi per prevenire l'abbandono scolastico e preparare i futuri adulti ad affrontare contesti sociali sfavorevoli. Ecco perché dal 2006 il Parlamento europeo ha incoraggiato tutti i paesi membri a promuovere nella scuola le competenze chiave di cittadinanza e la metacognizione. Tuttavia, mancano studi specifici sulle lingue classiche nella scuola secondaria. L'obiettivo di questo studio è scoprire quali sono le percezioni degli studenti e degli insegnanti italiani e spagnoli riguardo all'apprendimento e all'insegnamento delle lingue classiche secondo la didattica per competenze. Utilizziamo uno studio di caso di tipo osservativo, con un disegno misto, parallelo, convergente, con 213 studenti e 47 insegnanti. Dal confronto tra i risultati dell'analisi quantitativa e qualitativa che si riferiscono alla metacognizione, comportamenti osservabili e opinioni degli studenti rafforzano l'idea che le concezioni di apprendimento degli studenti influenzano le loro strategie metacognitive. Si conferma anche che alcuni alunni hanno una certa percezione dell'utilità del Latino e del Greco, anche se chiedono uno strumento che possa aiutarli a diventare più consapevoli dello sviluppo delle competenze di cittadinanza attraverso questi studi. In particolare, viene evidenziato che gli studenti spagnoli enfatizzano maggiormente l'utilità dei classici in termini di abilità comunicative, mentre gli studenti italiani sottolineano maggiormente la competenza di "imparare ad imparare". Per quanto riguarda la metacognizione degli insegnanti di classici, si mostra che tali docenti sono abituati a riflettere sul processo di insegnamento e offrono interessanti suggerimenti per migliorare l'insegnamento dei classici.
Both academics and legislators discuss the importance of innovative learning and teaching methods to prevent early school leaving and prepare future adults to face unfavorable social contexts. This is why since 2006 the European Parliament has encouraged all member countries to promote key citizenship competences and metacognition at school. However, specific studies on classical languages in secondary school are lacking. The aim of this study is to find out what the perceptions of Italian and Spanish students and teachers are regarding the learning and teaching of classical languages according to competences. We use an observational case study, with a mixed, parallel, convergent design, with 213 students and 47 teachers. By comparing the results of the quantitative and qualitative analysis that relate to metacognition, students 'observable behaviors and opinions reinforce the idea that students' learning conceptions influence their metacognitive strategies. It is also confirmed that some pupils have a certain perception of the usefulness of Latin and Greek, even if they ask for a tool that helps them become more aware of the development of key citizenship competences through these studies. In particular, it is highlighted that the Spanish students emphasize more the usefulness of the classics in terms of communication skills, while the Italian students emphasize more the competence of "learning to learn". As for the metacognition of teachers of classics, it is shown that these teachers are used to reflecting on the teaching process and offer interesting suggestions for improving the teaching of classics.
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MEUCCI, PAOLO. "LA QUALITA' DELLA VITA NEL BAMBINO E NELL'ADOLESCENTE CON DISTURBO DEL MOVIMENTO: RIFLESSIONI METODOLOGICHE E LETTURA DELL'ESPERIENZA SECONDO UN'ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1809.

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Abstract:
Questo studio ha raccolto la sfida lanciata dalla ricerca pediatrica internazionale sulla qualità della vita (QoL), relativamente all’analisi degli indicatori e all’uso delle misure applicabili a bambini ed adolescenti, come ai loro genitori, allo scopo di comparare le percezioni soggettive di QoL. Successivamente, sulla base di queste analisi, è stato sviluppato uno studio pilota sulla QoL dei bambini con distonia. I dati sono stati raccolti attraverso i questionari KIDSCREEN-52 che misurano fino a dieci dimensioni Health Related QoL. Tutte le interviste, riferite alla somministrazione dei questionari, sono state audioregistrate allo scopo di un’analisi dei contenuti. sviluppate attraverso il software T-LAB. Sei bambini ed adolescenti con distonia, ed i loro genitori, sono stati intervistati nello studio pilota. I risultati del Kidscreen evidenziano che i bambini ottengono alti punteggi (quindi una migliore QoL) in dimensioni quali il benessere psicologico, le emozioni, il rapporto con i pari e la scuola. I punteggi generali di QoL risultano spesso minori rispetto al campione normativo europeo. La content analysis evidenzia come la dimensione della scuola influenzi tutti i domini di QoL. Lo studio si conclude con una proposta progettuale, verso una ricerca sulla QoL che veda la collaborazione del comparto sanitario con la scuola.
The study approach has tackled the challenges of international paediatric Quality of Life (QoL) research by analysing QoL indicators and by using measures that are applicable for children and adolescents, as well as their parents to compare their perception about the subject’s QoL. Subsequently a pilot study on QoL of children with dystonia was developed. The data were collected by KIDSCREEN-52 questionnaires. The KIDSCREEN-52 instrument measures ten Rasch scaled Health Related QoL dimensions. All interviews were recorder in order to a content analysis. Content analysis and text analysis were carried out using T-LAB software. Six children and adolescents (aged 8-17) with dystonia and 6 parents’ interview were collected in this pilot study. We want to underline that all the children reported higher QoL’s level than the QoL attributed by parents. The results of Kidscreen showed that the children obtained higher scores (so a better QoL too) than those that were reported by their parents in the following areas: psychological well-being, mood and emotions, relationships with peers, school. The QoL’s average values in our sample, however, are often lower than the Kidscreen’s European average standards. The content analysis shows that school inclusion influences all the QoL dimensions.
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MEUCCI, PAOLO. "LA QUALITA' DELLA VITA NEL BAMBINO E NELL'ADOLESCENTE CON DISTURBO DEL MOVIMENTO: RIFLESSIONI METODOLOGICHE E LETTURA DELL'ESPERIENZA SECONDO UN'ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1809.

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Abstract:
Questo studio ha raccolto la sfida lanciata dalla ricerca pediatrica internazionale sulla qualità della vita (QoL), relativamente all’analisi degli indicatori e all’uso delle misure applicabili a bambini ed adolescenti, come ai loro genitori, allo scopo di comparare le percezioni soggettive di QoL. Successivamente, sulla base di queste analisi, è stato sviluppato uno studio pilota sulla QoL dei bambini con distonia. I dati sono stati raccolti attraverso i questionari KIDSCREEN-52 che misurano fino a dieci dimensioni Health Related QoL. Tutte le interviste, riferite alla somministrazione dei questionari, sono state audioregistrate allo scopo di un’analisi dei contenuti. sviluppate attraverso il software T-LAB. Sei bambini ed adolescenti con distonia, ed i loro genitori, sono stati intervistati nello studio pilota. I risultati del Kidscreen evidenziano che i bambini ottengono alti punteggi (quindi una migliore QoL) in dimensioni quali il benessere psicologico, le emozioni, il rapporto con i pari e la scuola. I punteggi generali di QoL risultano spesso minori rispetto al campione normativo europeo. La content analysis evidenzia come la dimensione della scuola influenzi tutti i domini di QoL. Lo studio si conclude con una proposta progettuale, verso una ricerca sulla QoL che veda la collaborazione del comparto sanitario con la scuola.
The study approach has tackled the challenges of international paediatric Quality of Life (QoL) research by analysing QoL indicators and by using measures that are applicable for children and adolescents, as well as their parents to compare their perception about the subject’s QoL. Subsequently a pilot study on QoL of children with dystonia was developed. The data were collected by KIDSCREEN-52 questionnaires. The KIDSCREEN-52 instrument measures ten Rasch scaled Health Related QoL dimensions. All interviews were recorder in order to a content analysis. Content analysis and text analysis were carried out using T-LAB software. Six children and adolescents (aged 8-17) with dystonia and 6 parents’ interview were collected in this pilot study. We want to underline that all the children reported higher QoL’s level than the QoL attributed by parents. The results of Kidscreen showed that the children obtained higher scores (so a better QoL too) than those that were reported by their parents in the following areas: psychological well-being, mood and emotions, relationships with peers, school. The QoL’s average values in our sample, however, are often lower than the Kidscreen’s European average standards. The content analysis shows that school inclusion influences all the QoL dimensions.
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Capocasa, Giansante. "Energie rinnovabili e tecnologie "low carbon" per la produzione di biocombustibili sostenibili in paesi in via di sviluppo: il caso della Jatropha Curcas. Progetto per l'autonomia energetica di una scuola e di un ambulatorio medico in Tanzania e Madagascar." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8518/.

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Abstract:
Le tematiche che saranno affrontate all’interno del mio elaborato toccano diversi temi sensibili, tutti relativi all’ambiente e alla sua conservazione. Nella prima parte della tesi parlerò di riscaldamento globale, cambiamento climatico ma soprattutto di energie rinnovabili, in particolare l’energia da biomasse. Nella parte centrale la lente di ingrandimento verrà posta sui diversi tipi di energia e sulle relative tecnologie. Mi concentrerò prevalentemente sugli oli vegetali a scopo energetico descrivendo le principali colture e le tecnologie di estrazione. Proseguirò quindi con un excursus sulla Jatropha Curcas descrivendo in dettaglio le caratteristiche di tale coltura in termini di arboricoltura e utilizzi energetici. L’ultima parte dell’elaborato sarà dedicata all’esposizione di due casi applicativi riguardanti la Jatropha Curcas, in particolare il dimensionamento energetico di una scuola e di un ambulatorio medico in Tanzania e Madagascar.
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GOISIS, CLAUDIO. "COMPETENZE "TACITE" DEGLI INSEGNANTI E JOINT PROFESSIONAL DEVELOPMENT. QUADRI PEDAGOCICI E PROSPETTIVE FORMATIVE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1023.

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Abstract:
Il progetto di ricerca muove dall’interesse per l’emergere di nuove epistemologie della formazione professionale che riconoscono la pratica condivisa come contesto epistemologico di produzione e sviluppo di competenze. Recenti ricerche collegano le possibilità di crescita professionale del singolo allo sviluppo complessivo delle organizzazioni, interpretate come sistemi di comunità che apprendono. Il tema di fondo su cui si confronta la ricerca attiene alla trasformazione delle conoscenze dell’insegnante, all’interno dei vincoli e delle possibilità connesse all’attuale fase di transizione, in favore dell’apprendimento organizzativo. Più in dettaglio, la ricerca indaga il ruolo che assumono le conoscenze tacite nella trasformazione di conoscenza dal livello individuale a quello collettivo.
The research project originates from the interest in emerging new epistemologies of professional formation which identify shared practice as the epistemological context of competence creation and development. Recent research relates the opportunities of individual professional growth to the overall development of the organizations, considered as learning community systems. Given the limits and possibilities connected to the present moment of transition, the main point the research deals with is the transformation of the teacher's knowledge in favour of organizational learning. To be more precise, the research investigates the role of tacit knowledge in the transformation of knowledge from individual to collective level.
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GOISIS, CLAUDIO. "COMPETENZE "TACITE" DEGLI INSEGNANTI E JOINT PROFESSIONAL DEVELOPMENT. QUADRI PEDAGOCICI E PROSPETTIVE FORMATIVE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1023.

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Abstract:
Il progetto di ricerca muove dall’interesse per l’emergere di nuove epistemologie della formazione professionale che riconoscono la pratica condivisa come contesto epistemologico di produzione e sviluppo di competenze. Recenti ricerche collegano le possibilità di crescita professionale del singolo allo sviluppo complessivo delle organizzazioni, interpretate come sistemi di comunità che apprendono. Il tema di fondo su cui si confronta la ricerca attiene alla trasformazione delle conoscenze dell’insegnante, all’interno dei vincoli e delle possibilità connesse all’attuale fase di transizione, in favore dell’apprendimento organizzativo. Più in dettaglio, la ricerca indaga il ruolo che assumono le conoscenze tacite nella trasformazione di conoscenza dal livello individuale a quello collettivo.
The research project originates from the interest in emerging new epistemologies of professional formation which identify shared practice as the epistemological context of competence creation and development. Recent research relates the opportunities of individual professional growth to the overall development of the organizations, considered as learning community systems. Given the limits and possibilities connected to the present moment of transition, the main point the research deals with is the transformation of the teacher's knowledge in favour of organizational learning. To be more precise, the research investigates the role of tacit knowledge in the transformation of knowledge from individual to collective level.
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Piccioli, Marianna. "Verso una scuola inclusiva. Una ricerca mixed methods sugli approcci culturali, le politiche gestionali e le pratiche organizzative per un’educazione inclusiva - Cap a una escola inclusiva. Una recerca mixed methods sobre els enfocaments culturals, les polítiques de gestió i les pràctiques organitzatives per a una educació inclusiva." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1156080.

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Abstract:
La ricerca si propone di indagare quali sono gli approcci culturali, le politiche gestionali e le strategie operative che rendono inclusiva un’istituzione scolastica tramite un approccio Mixed Methods che ha previsto un disegno composto. Il disegno composto prevede due studi uguali e paralleli, ciascuno formato da 3 sotto-studi. I primi due hanno seguito un disegno sequenziale esplorativo, secondo il modello per lo sviluppo di strumenti e il terzo un disegno convergente parallelo secondo il modello di triangolazione convergente. I due studi paralleli sono stati condotti uno in alcune scuole della Toscana e l’altro in alcune scuole della Catalogna, grazie allo svolgimento del dottorato in cotutela con l’Università di Vic – Barcellona. I due studi paralleli hanno fornito informazioni utili per effettuare una comparazione dei risultati emersi nei due territori in cui è stata condotta la ricerca. È stata indagata la gestione e l’organizzazione delle scuole, il sistema di deleghe adottato dal dirigente scolastico, il livello di inclusività attraverso l’uso dell’Index for Inclusion, la presenza del concetto di integrazione o del concetto di inclusione nella documentazione prodotta dalle scuole. L’approccio teorico a cui ci si riferisce è quello dei Disability Studies, con particolare riferimento alle riflessioni sul nostro sistema di inclusione proposte dai Disability Studies Italy a cui si accosta l’ottica di continuo automiglioramento proposta dall’Index for Inclusion. I risultati della ricerca indicano che gli approcci culturali, le politiche gestionali e le pratiche organizzative delle scuole sono riferite al concetto di integrazione posto all’interno di un processo di sviluppo inclusivo. La direzione verso cui dirigere tale sviluppo non sembra essere consapevolmente e intenzionalmente rivolta verso il concetto di inclusione sviluppato dall’approccio dei Disability Studies, in quanto, in entrambe le realtà territoriali, la normativa di riferimento gioca un ruolo cruciale tale da poter essere considerata come leva per la tutela dei diritti alla piena inclusione degli alunni con disabilità in Italia e motivo di esclusione e separazione di questi stessi alunni in Catalogna, passando attraverso il rischio di consolidare un approccio medico-individuale legato a classificazioni e interventi specializzati in entrambi i territori. Con i limiti di esaustività di questa ricerca, siamo giunti a: evidenziare quali azioni si possono compiere per lo sviluppo inclusivo della scuola sia nel contesto italiano sia in quello catalano; individuare gli approcci culturali, le politiche gestionali e le pratiche organizzative che sono risultate più rispondenti a questo sviluppo; rilevare quali aspetti siano invece da migliorare restando all’interno della visione dell’inclusione come un processo. Il processo adottato ha messo in evidenza che l’uso dell’Index for Inclusion è fondamentale per lo sviluppo inclusivo della scuola perché capace di individuare le azioni concrete da realizzare in ottica di miglioramento dell’inclusione e che l’approccio dei Disability Studies è capace di mettere in discussione i sistemi consolidati, legati al concetto di integrazione e di scardinare le pratiche di esclusione, separazione e micro-esclusione presenti nelle scuole catalane e toscane. Infine, preme sottolineare l’importanza dell’uso del linguaggio che, come ci insegnano i Disability Studies è la parte tangibile del pensiero, dell’idea, del concetto che sottende la nostra espressione sia essa scritta o verbale. È sintomo, manifestazione e risultato dei nostri valori e delle culture a cui ci riferiamo. È arma a servizio dell’esclusione, della separazione, della discriminazione o è strumento di modifica del nostro pensiero, di riflessione e di scelta verso l’inclusione. - Quins són els enfocaments culturals, les polítiques de gestió i les pràctiques organitzatives que fan que una institució educativa sigui inclusiva? Aquesta és la pregunta a la qual intentem donar resposta amb aquesta investigació, fent servir l’element comparatiu entre els sistemes escolars italià i català. Aquest treball es basa en tres línies teòriques de referència: educació inclusiva en coherència amb l’enfocament dels Disability Studies; autonomia i lideratge per a la inclusió i processos d’autoavaluació i automillora com a desenvolupament inclusiu de l’escola (perspectiva Index for Inclusion). La investigació de camp ens mostra el paper crucial de la legislació de referència: palanca per a la protecció dels drets a la plena inclusió d’alumnes amb discapacitat a Itàlia i motiu d’exclusió i separació a Catalunya. Emergeix la necessitat per les escoles de tornar-se a apropiar d’un pensament pedagògic on pràctiques organitzatives i polítiques de gestió siguin basades sobre valors culturals. - What are the cultural approaches, management policies and organizational practices that make an educational institution an inclusive one? This is the question we try to answer with this investigation, using the comparative element between the Italian and the Catalan school systems. This work is based on three theoretical framework: inclusive education in coherence with the Disability Studies approach; Autonomy and leadership for inclusion and the self-evaluation and self-improvement processes as an inclusive school development in accordance with the perspective proposed by the Index for Inclusion. Field research provides us that the reference legislation plays a crucial role, as a lever for the protection of rights to the full inclusion of students with disabilities in Italy or as a reason for exclusion and separation in Catalonia. The need for schools to reconquer a pedagogical thinking where organizational practices and management policies are based on cultural and values bases emerges strongly.
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MENEGALE, MARCELLA. "Dall'autonomia nell'apprendimento delle lingue straniere allo sviluppo della competenza plurilingue: una ricerca nella scuola secondaria." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10278/3641954.

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Stefanelli, Federica. "Efficacia di un potenziamento lessicale sull'acquisizione dell'ortografia in alunni italiani e cinesi della prima classe della scuola primaria." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1281746.

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Abstract:
I processi di espansione lessicale occupano un ruolo centrale nello sviluppo delle competenze e delle abilità legate al corretto utilizzo della lingua parlata e scritta. Maggiormente nello specifico, la ricerca ha masso in luce come l’immagazzinamento di rappresentazioni lessicali di alta qualità favorisca l’automatizzazione dei processi di lettura e scrittura. Lo scopo del presente studio è stato quello di sperimentare l’efficacia di un potenziamento volto a sviluppare i processi cognitivi di acquisizione lessicale sull’apprendimento della scrittura. In particolare, l’interesse è stato rivolto agli effetti del potenziamento sulla correttezza ortografica dei bambini di prima elementare. Al fine di verificare l’efficacia del potenziamento lessicale, sono state svolte 2 ricerche. La prima ha coinvolto un campione complessivo di 46 bambini italiani, mentre alla seconda hanno preso parte 19 bambini cinesi. I risultati mostrano come il potenziamento del lessico sia efficace nel promuovere la correttezza ortografica nei bambini di prima elementare sia italiani che cinesi. Un effetto maggiore del potenziamento è stato rilevato per quanto riguarda la scrittura ortograficamente corretta delle parole omofone, ossia dei termini che condividono la stessa forma fonologica, ma non quella semantica né quella ortografica.
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L, Menichetti. "Lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti nella scuola italiana. Un approccio di sistema in ottica di qualità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1135786.

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MARRAS, ALESSANDRA. "L'efficacia della facilitazione: la comprensione di testi narrativi in alunni sordi e udenti di scuola primaria." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1224920.

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Abstract:
Nel contesto scolastico l’alunno sordo sperimenta una condizione di svantaggio, rispetto ai coetanei udenti, in quanto deve raggiungere gli stessi obiettivi di apprendimento partendo da difficoltà nelle competenze linguistiche e conoscenze enciclopediche spesso lacunose, che insieme incidono sulle sue abilità di comprensione del testo. Adattare i materiali didattici vuol dire far sì che raggiunga gli apprendimenti nelle materie scolastiche nonostante le difficoltà linguistiche, tuttavia la ricerca scientifica applicata ha rivolto ancora pochissima attenzione a questo tema, a livello internazionale. La tesi di dottorato è divisa in due parti, nella Parte Prima sono esposte le basi teoriche di riferimento, le attuali conoscenze sulla comprensione del testo scritto, sulla text complexity e sono discusse tali tematiche analizzando la bibliografia esistente in riferimento alla sordità. La Parte Seconda descrive la ricerca sperimentale svolta: un disegno sperimentale misto che ha coinvolto bambini sordi e udenti di III, IV e V classe di scuola primaria. È stata indagata l’efficacia nel supportare la comprensione di testi narrativi di un metodo chiamato facilitazione, che consiste nell’allegare al testo originale una serie di aiuti (sinonimi, immagini e schemi). Le due variabili indipendenti erano lo status uditivo e il formato del testo. La prima era la variabile tra i soggetti: un gruppo di 24 bambini udenti ed uno di 12 bambini sordi. La variabile per prove ripetute era il formato del testo: senza aiuti (condizione di controllo), facilitato cartaceo e facilitato multimediale. Le somministrazioni sono avvenute in forma individuale, ogni bambino ha letto e risposto alle domande di comprensione di tre testi narrativi, resi confrontabili per leggibilità e comprensibilità, ognuno presentato in uno dei tre formati sperimentali. La variabile dipendente era la comprensione del testo scritto, misurata attraverso due tipi di dato: uno quantitativo, il punteggio ottenuto in questionari di comprensione a risposta multipla, ed uno qualitativo, un’intervista svolta dall’autrice subito dopo la compilazione del questionario di comprensione. Sono stati raccolti anche altri dati attraverso diversi strumenti: Prove MT di Cornoldi e Colpo (1998) questionari e interviste, Matrici Progressive Colorate di Raven (1984), Test di giudizi di grammaticalità tratto dalla BVL_4-12 (Marini, Marotta, Bulgheroni & Fabbro, 2015), e un questionario anamnestico parent-report. I risultati della sperimentazione hanno indicato come la facilitazione sia stata efficace nel supportare la comprensione del testo sia in bambini sordi che udenti, a patto che nel formato senza aiuti avessero ottenuto un punteggio al di sotto dell’otto ed è stata rilevata una differenza tra i bambini sordi e udenti nell’efficacia del formato multimediale (efficace solo per i bambini udenti) rispetto a quello facilitato cartaceo (efficace per entrambi i gruppi). Attraverso l’analisi delle interviste è stato possibile inoltre raccogliere informazioni sui processi che avevano messo in atto i bambini nel comprendere i testi narrativi e nel compilare i questionari di comprensione. È stata descritta inoltre la procedura di ricodifica elaborata nel corso della ricerca per avere una maggiore validità di costrutto dei punteggi di comprensione, che sono stati ricodificati sulla base delle informazioni emerse durante l’intervista. Lo studio sperimentale dei differenti formati ha messo in evidenza la loro applicabilità con bambini sordi e udenti, ha inoltre raccolto una serie di informazioni sui processi cognitivi riferiti dai bambini nello svolgimento del compito di comprensione della storia e di compilazione del questionario, offrendo numerosi spunti per la pratica didattica e per future ricerche. Inoltre la procedura di ricodifica sviluppata si prospetta essere uno strumento utile in fase di progettazione di nuovi questionari per limitare o tenere sotto controllo le possibili distorsioni di misura.
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ZICARI, SANDRO. "La percezione della legalità nella scuola, lo sviluppo economico e del capitale sociale nell’Italia meridionale. Una misura di sintesi e un confronto sul territorio nazionale." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917513.

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Abstract:
L’obiettivo del lavoro è stato identificare e verificare le relazioni che legano il capitale sociale e la crescita economica alla percezione della legalità, nelle regioni italiane con particolare interesse a quattro regioni dell’Italia meridionale, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, appartenenti all’Obiettivo Convergenza dell’Unione Europea, cercando un punto di sintesi tra i risultati di due metodologie di analisi della legalità percepita tra i ragazzi degli Istituti di Istruzione Secondaria di Primo e di Secondo Grado (Progetto PON Sicurezza) da un lato e di stima del Capitale Sociale. Si ritiene di aver apportato un elemento di novità, avendo integrato l’approccio individuale della stima della percezione della legalità degli adolescenti (parte del concetto di capitale sociale individuale di Backer) del Progetto PON con la proposizione di un modello di stima, strutturale, della misura del Capitale Sociale, identificato con le reti di relazioni interpersonali, con gli atteggiamenti culturali e con i comportamenti effettivamente tenuti dagli agenti, la società adulta, insistenti sul medesimo territorio. Il primo dato che emerge dai risultati delle due analisi è che le reti di relazioni, il cosiddetto “Fattore di Prossimità”, è fondamentale sia dal punto di vista del singolo individuo (percezione della legalità, scelta di denunciare o di omertà) sia dal punto di vista della vita civica. In particolare, quando sono molto presenti i legami forti familiari, come nelle quattro regioni dell’Italia meridionale, oggetto del Progetto PON, è più difficile lo sviluppo individuale verso la società e, di conseguenza, a livello macro, uno sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio. Laddove invece esistano legami familiari meno forti, a vantaggio dei legami deboli, rappresentati dalla rete di amicizie, di conoscenze, di partecipazione ad attività di volontariato e culturali, lo sviluppo del capitale sociale e di quello economico sono agevolati dalla fiducia nel vicino, da rapporti diretti con i singoli o con le Istituzioni, e non mediati da fattori protezionistici quali legami “para-sociali” o di legalismo esclusivamente normativo. Il secondo risultato da evidenziare è che livelli più alti di partecipazione ad attività e iniziative culturali sono fortemente e positivamente correlati con l’interesse per la politica, l’abitudine di tenersi informati leggendo i giornali, la partecipazione associativa e il consumo di beni relazionali e significativamente e negativamente correlati con il capitale sociale familiare.
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FAVAZZI, UGHETTA MARIA. "Genitori e insegnanti per una alleanza educativa: un approccio multilivello e integrato alla survey per studiare gli effetti della relazione genitori-insegnanti sullo sviluppo e sull’apprendimento dei bambini nelle scuole italiane dell’infanzia." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1630526.

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Il coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica dei figli assume particolare importanza dal momento che relazioni positive tra la scuola e le famiglie favoriscono l’apprendimento e fanno registrare effetti positivi sui risultati scolastici degli allievi (Koskinen et al. 2000; Fan & Chen, 200; Hoover-Dempsey et al. 2001; Epstein & Sanders, 2002; Pomerantz et al., 2007; Houtenville & Convey, 2008; McBride et al. 2009; Powell et al. 2010; Jeon et al., 2020). Il presente lavoro è stato svolto con la finalità di approfondire il tema del coinvolgimento scolastico delle famiglie e di studiare gli effetti che può generare sullo sviluppo e sull’apprendimento dei bambini nelle scuole dell’infanzia. Nella rassegna dei principali approcci di studio e ricerca del Parental Involvement, è stato assunto come principale riferimento teorico il modello proposto dalla sociologa Joyce Epstein (Epstein, 1987; Epstein & Sanders, 2002; Epstein, 2011; Epstein, Sanders & Sheldon, 2019) che enfatizza la cooperazione, la comunicazione e la condivisione di obiettivi tra insegnanti e genitori. Per rispondere alle domande di ricerca sono stati condotti due approfondimenti. Il primo è stato realizzato mediante analisi secondarie su dati raccolti dall’INVALSI nell’ambito della sperimentazione RAV Infanzia, che ha coinvolto circa 1.500 scuole italiane dell’infanzia (e 18.000 insegnanti circa) nella compilazione di appositi strumenti tra il 2019 e il 2020. Avvalorando i contributi di Lazarsfeld e della Columbia University, nello studio delle relazioni scuola-famiglia si è tenuto conto di più livelli di analisi. In particolare, è stato adottato un Approccio Multilivello e Integrato alla Survey (AMIS) (Mauceri, 2012). I risultati degli approfondimenti sui dati raccolti mediante il Questionario Docente si sono mostrati in linea con le evidenze empiriche disponibili, mettendo in luce una relazione positiva, sebbene di lieve intensità, tra la qualità dei rapporti con le famiglie e la percezione dei risultati dei bambini nello sviluppo e nell’apprendimento. Inoltre, adottare una prospettiva multilivello ha consentito di dare visibilità non soltanto alle opinioni al livello di singolo insegnante ma ha contribuito a fare luce sulla prospettiva del gruppo degli attori coinvolti e a misurare il peso di proprietà contestuali nell’analisi del fenomeno. Il secondo approfondimento è stato articolato in due fasi: in un primo step sono stati analizzati i testi prodotti da tutte le scuole partecipanti al fine di indagare i punti di forza nel coinvolgimento delle famiglie, classificando i principali temi a partire dal modello di Parental Involvement proposto da Joyce Epstein. In un secondo momento, ricorrendo alla strategia della survey in profondità, la base empirica è stata arricchita con una esplorazione in profondità delle esperienze delle scuole. Nello specifico, a partire dai risultati delle analisi di tipo quantitativo, è stato prima individuato un numero contenuto di scuole che si sono distinte per opinioni particolarmente positive da parte del gruppo insegnanti in merito ai rapporti con le famiglie e agli esiti dei bambini nell’apprendimento e nello sviluppo; successivamente, utilizzando un approccio interamente qualitativo all’analisi dei testi del RAV Infanzia, è stato possibile entrare nel vivo delle esperienze delle scuole ed elaborare un decalogo di buone pratiche per il coinvolgimento delle famiglie.
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VENTOLA, MARCO. "Promuovere la cultura del benessere psicologico nei giovani. Analisi e sviluppo di buone pratiche nel progetto "Guadagnare salute in adolescenza"." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917581.

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Dott. MARCO VENTOLA Curriculum: Scienze della Salute Tesi di Dottorato XXIII Ciclo: Promuovere la cultura del benessere psicologico nei giovani. Analisi e sviluppo di buone pratiche nel progetto “Guadagnare salute in adolescenza”. Terzo anno di Dottorato di Ricerca in Scienze di Sanità Pubblica Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica “G. Sanarelli”, Tutor Prof. GIANFRANCO TARSITANI. TITOLO TESI: Promuovere la cultura del benessere psicologico nei giovani. Analisi e sviluppo di buone pratiche nel progetto “Guadagnare salute in adolescenza” INTRODUZIONE: In questo lavoro di tesi, a partire da un’ analisi dei principali modelli scientifici di riferimento, ho analizzato i risultati del progetto Guadagnare Salute negli adolescenti in rapporo alla specifica area tematica della “salute mentale”. OBIETTIVI: L’obiettivo principale di tale operazione è stata quella di poter costruire una descrizione, quanto più affidabile, delle attività di Prevenzione, Educazione e Promozione della salute svolte da enti pubblici e privati per e con gli adolescenti. Difatti il CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha affidato nel 2006 al DoRS - Centro regionale di documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte – il compito di coordinare il lavoro dei vari Centri per poter effettuare una ricognizione sistematica dei vari progetti nelle seguenti aree di interesse quali: abitudini alimentari, attività fisica, infezioni sessualmente trasmissibili, consumo di droghe ed alcol, incidenti stradali e salute mentale. Laddove si è constatata l’assenza di un Centro di Documentazione sono state coinvolte le Agenzie Sanitarie Regionali o le Università: ciò è avvenuto per la Regione Lazio nell’individuazione del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica “G. Sanarelli” dell’Università degli Studi “Sapienza” di Roma quale ente preposto alla ricerca. Bisogna aggiungere che i numerosi progetti censiti, inseriti poi all’interno di una banca dati denominata Pro.Sa e sviluppata ad hoc dal DoRS, ha consentito di rilevare numerosi elementi costitutivi dei singoli progetti, quali soggetti coinvolti, metodologie utilizzate, valutazioni, etc. All’interno di questa tesi ho analizzato in particolare i progetti svolti nell’area della cosidetta “salute mentale” cercando di fornire delle griglie di lettura utilizzabili nello sviluppo di buone pratiche: ciò ha significato in definitiva, esplicitare i modelli teorici di riferimento, le metodologie utilizzate ed infine la prassi di valutazione. STRUMENTI: I criteri tematici selezionati sono evidence-based, in quanto tratti dalla letteratura scientifica internazionale, sopratutto revisioni sistematiche e meta-analisi. In specifico sono stati consultati la Cochrane Library, i siti Guide to Community Preventive Services (USA), Nice (UK) ed alcuni siti istituzionali. Inoltre l’analisi è stata effettuata attraverso la raccolta, l’individuazione e la selezione dei progetti effettuati nel Lazio dal 2000 al 2007 per gli adolescenti tra gli 11 e 18 anni nell’area salute mentale. CONCLUSIONI: Viene rilevato come gran parte dei progetti per l’area “Salute mentale” venga svolta all’interno del setting scolastico, mentre quasi tutti i progetti risultano avere come target più destinatari, a dimostrazione del fatto che l’intervento di promozione della salute mentale venga orientato da un modello sistemico. Scarsa o nulla, invece, è l’analisi della domanda rispetto alla committenza e l’integrazione degli obiettivi del progetto rispetto al percorso scolastico; inoltre non vi è mai una analisi dei progetti svolti dentro la medesima scuola. Ciò evidenzia come ci sia una difficoltà ad intervenire attraverso un modello plastico che veda la Scuola come cliente dell’intervento stesso. Infine sono stati evidenziati i principali modelli teorici utilizzati nella promozione della salute mentale evidenziandone limiti e criticità.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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