Academic literature on the topic 'Sviluppo inclusivo della scuola'

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Journal articles on the topic "Sviluppo inclusivo della scuola"

1

Piccioli, Marianna. "Self-assessment and self-improvement as inclusive school development." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 30–48. http://dx.doi.org/10.36253/form-12645.

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Abstract:
What are the strengths and weaknesses in the cultures, management policies and organizational practices that make an educational institution inclusive? This is the question we try to answer with this investigation, using the comparative element between the Italian and the Catalan school systems. This work is based on three theoretical frameworks: inclusive education in coherence with the Disability Studies approach; autonomy and leadership for inclusion and the self-evaluation and self-improvement processes as an inclusive school development in accordance with the perspective proposed by the Index for Inclusion. Field research reveals that the relevant legislation plays a crucial role and schools must regain a pedagogical thought in which organizational practices and management policies are based on inclusive cultural and value-based foundations. Autovalutazione e automiglioramento come sviluppo inclusivo della scuola Quali sono i punti di forza e di debolezza nelle culture, nelle politiche gestionali e nelle pratiche organizzative che rendono inclusiva un’istituzione scolastica? Il contributo cerca di rispondere a questa domanda, anche attraverso la comparazione tra il sistema scolastico italiano e quello catalano, basandosi su tre quadri teorici: l’educazione inclusiva secondo l’approccio dei Disability Studies; l’autonomia e la leadership per l’inclusione; i processi di autovalutazione e automiglioramento come sviluppo inclusivo della scuola in relazione alla prospettiva proposta dall’Index for Inclusion. Dalla ricerca sul campo emerge che la legislazione di riferimento gioca un ruolo cruciale e la scuola deve riconquistare un pensiero pedagogico in cui pratiche organizzative e politiche di gestione siano fondate su basi culturali e valoriali inclusive.
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2

Muscarà, Corrado. "Classic music in support of learning." HUMAN REVIEW. International Humanities Review / Revista Internacional de Humanidades 11, Monográfico (December 14, 2022): 1–10. http://dx.doi.org/10.37467/revhuman.v11.4008.

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Abstract:
Questo articolo descrive una investigazione condotta su un campione non probabilistico di alunni di scuola primaria della provincia di Siracusa (Italia), durante la quale è stato sperimentato un metodo didattico elaborato sulla scorta di alcuni modelli di musicoterapia e dalle riflessioni su alcune esperienze realizzate a scuola. L’analisi testuale comparativa ha consentito di rilevare che il metodo didattico proposto, se adottato con criteri ben definiti (procedure e musiche classiche selezionate), potrebbe aiutare gli insegnanti a strutturare ambienti didattici inclusivi e funzionali per potenziare lo sviluppo delle competenze della comprensione del testo degli alunni.
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3

Sgambelluri, Rosa. "L'Universal Design for Learning per una didattica a misura dello studente." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 241–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9491.

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Abstract:
Nel 2006 la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (ONU, 2006) sottolinea la necessità di garantire il diritto universale ad un'educazione inclusiva indipendentemente dall'età, senza differenze e basata sul principio delle pari opportunità. La scuola italiana, che nel corso degli anni è riuscita a sviluppare un proprio modello inclusivo, rappresenta senza dubbio un territorio fertile per accogliere l'approccio UDL. Tuttavia, gli studi condotti fino ad oggi, nei diversi contesti didattici, dimostrano che la sfida dell'educazione inclusiva deve rappresentare innanzitutto un valore proiettato verso il rispetto della persona nella sua globalità, ed i docenti, mediante l'utilizzo di una strategia innovativa come l'Universal Design for Learning, possono co-progettare interventi efficaci nel rispetto delle caratteristiche proprie di ogni studente. In questo modo, si assiste allo sviluppo di un nuovo e moderno paradigma dell'inclusione che, coinvolgendo sia i contesti che le persone, rappresenterà una realtà differenziata e fruibile per tutti.
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4

Di Trani, Michela, Norma De Piccoli, Erika Borella, and Marco Guicciardi. "Transdisciplinarità e formazione: un'opportunità di sviluppo per la professione psicologica, anche nell'ambito della Salute." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (February 2022): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001002.

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Abstract:
Il presente lavoro affronta il tema della transdisciplinarità nella formazione specialistica, con particolare attenzione all'ambito della Psicologia della Salute. A partire da alcune premesse legate all'approccio biopsicosociale, fortemente orientato all'integrazione delle diverse discipline, vengono sviluppate criticità e possibilità legate all'applicabilità dell'orientamento transdi-sciplinare nella formazione. Nonostante il Riordino degli Ordinamenti Didattici delle SSUAP (Scuole di Specializzazione Universitarie di Area Psicologica) del 2019 sostenga l'affiancamento alle attività forma-tive psicologiche di quelle relative ad altri ambiti della formazione, la proposta sembra essere connotata da una prospettiva multidisciplinare, lontana da un approccio complesso, non gerarchico, eterogeneo, inclusivo ed aperto a sviluppi imprevedibili come quello transdisciplinare. È sul piano della metodologia didattica che la partita relativa all'approccio transdisciplinare sembra poter trovare un terreno favorevole di sviluppo e rappresentare un'opportunità evolutiva dal punto di vista professionale. L'orientamento sistemico, co-costruttivo ed evolutivo fanno da sfondo a tale percorso di formazione e trasformazione, mentre i tirocini e i laboratori pro-fessionalizzanti si connotano come luoghi elettivi in cui gli allievi possono sperimentare l'approccio transdisciplinare, mantenendo spazi di riflessione e tutoraggio. Inoltre, la realizzazione di eventi (i.e. seminari) e lo sviluppo di progetti di formazione e ri-cerca-azione condivisi tra le Scuole di Specializzazione Universitarie in Psicologia della Salute possono rappresentare ulteriori momenti di snodo nella costituzione di una rete formativa basata sulla transdisciplinarità.
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5

Grillo, Valeria, and Maria Pia Gagliardi. "Verso una dimensione inclusiva degli alunni diversamente abili nella scuola: presentazione di un percorso formativo orientato al modello Skills for Life." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2012): 93–114. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003006.

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Abstract:
La presente esperienza si riferisce a un intervento formativo effettuato nel quadro del Piano Formativo Ministeriale "I CARE" previsto per gli anni 2007/2008-2008/2009, mirato all'"inclusione degli alunni diversamente abili, e finalizzato a realizzare un'effettiva dimensione inclusiva della scuola italiana". L'intervento nasce sulla base della richiesta di consulenza avanzata da alcuni docenti, che avevano gia collaborato con la Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute (SSPS) dell'Universita Sapienza di Roma in un progetto, commissionato dal MIUR e mirato all'adattamento italiano del modello formativo Skills for Life (SfL). Hanno partecipato al percorso di formazione circa 60 insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. La metodologia, in linea con il modello adottato, insiste sullo sviluppo delle competenze psicosociali, sul coinvolgimento sistemico di tutte le componenti della scuola, sull'importanza dell'andamento processuale e ricorsivo delle varie iniziative che le componenti stesse intendono promuovere. Nello specifico gli autori mirano alle seguenti finalita: documentare il percorso, evidenziando fasi e passaggi peculiari del processo formativo attivato; comprovare l'efficacia e l'adattabilita del modello SfL alla complessita e mutevolezza del contesto educativo scolastico chiamato, in questo caso, a realizzare una dimensione inclusiva degli alunni diversamente abili; verificare, attraverso la sperimentazione, il valore propedeutico del modello nelle numerose e differenti iniziative di promozione della salute nella scuola italiana. La positivita di questa esperienza e testimoniata non solo dal significativo consenso degli insegnanti, ma anche dal riconoscimento formale (premio "GOLD") da parte della Regione Toscana.
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6

Francesco Maiorana, Lidia Nazzaro, Alice Severi, Angela Ciolli, Marina Porta, Giusy Cristaldi, and Mirko Labbri. "Riflessioni su un’educazione inclusiva alla leadership: dalle comunità di pratica professionale agli studenti." IUL Research 3, no. 5 (June 20, 2022): 324–37. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.286.

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Abstract:
Il ruolo chiave dell’educazione è affermato fin dall’antichità e noi indagheremo il ruolo della leadership nell’educazione dalle CdP (Comunità di Pratica) agli studenti, i leader di domani. Questo sarà fatto tramite l’esperienza diretta degli autori nell’azione educativa quotidiana, esperienze descritte attraverso le lenti della leadership e tramite il suo processo di sviluppo in classe, a scuola e nelle comunità di pratica locali e nazionali. Riflessioni e suggerimenti concluderanno il lavoro.
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7

Carlotta Pizzi. "Discipline STEAM e studenti Altamente Sensibili: Promuovere lo sviluppo di competenze trasversali e la valorizzazione delle differenze individuali nell'apprendimento." IUL Research 1, no. 2 (December 1, 2020): 94–106. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.64.

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Abstract:
Le discipline STEAM rappresentano uno strumento didattico efficace per la promozione della parità, la valorizzazione delle differenze individuali come occasione di crescita collettiva e lo sviluppo di competenze trasversali che favoriscano la costruzione integrata della propria identità personale e professionale. In quest’ottica rappresentano un’opportunità di emersione e realizzazione per tutti quegli studenti Altamente Sensibili caratterizzati da una personalità introversa, e portatori di inclinazioni, necessità e potenzialità di cui la scuola deve necessariamente tenere conto per realizzare una didattica realmente inclusiva e costruttiva. Se posti nelle giuste condizioni, coi giusti strumenti e un corretto approccio metodologico basato sulla conoscenza e la consapevolezza del ruolo che genetica, ambiente ed esperienze formative giocano nella costruzione del Sé, questi studenti potranno acquisire consapevolezza nelle proprie capacità e avere l’opportunità di realizzarsi pienamente nel rispetto delle proprie caratteristiche individuali.
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8

Giovanna Genco. "La redazione del piano di comunicazione quale leva per la creazione dell’identità e lo sviluppo del senso di appartenenza." IUL Research 3, no. 5 (June 19, 2022): 208–29. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.256.

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Abstract:
Obiettivo della ricerca è utilizzare il piano della comunicazione come strumento per creare l’identità di una scuola e accrescere il senso d’appartenenza dei suoi componenti. Il contesto è quello di una direzione didattica con un elevato numero di alunni con background straniero. Ci si è chiesti se il piano possa essere: strumento di innovazione; strumento per far emergere il valore intrinseco (dell’organizzazione, dei singoli professionisti e degli alunni); processo che modifica l’organizzazione scolastica. Principi guida della ricerca sono la co-progettazione, la scrittura condivisa e la collaborazione digitale. Un particolare focus si è posto sull’uso di LinkedIn. Si sono indagati i Key Performance Indicator del piano e gli strumenti per valutarlo qualitativamente: tra essi l’Index for Inclusion.
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9

Mura, Antonello, and Daniele Bullegas. "Prospettive trasformative di educazione genitoriale: itinerari di sviluppo e traiettorie teorico-operative." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 9–23. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12914.

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Abstract:
La presenza di una condizione di disabilità può modificare profondamente l'assetto familiare in termini organizzativi, relazionali e affettivi, influendo significativamente sulle capacità e sulle risorse genitoriali. Per tale ragione, diviene importante predisporre e implementare interventi efficaci nel supportare i genitori di fronte a simili sfide, anche al fine di sostenere quei processi inclusivi con cui le famiglie, la scuola e l'intera società sono chiamate a confrontarsi in un percorso dinamico e continuo di intervento, di ricerca e di formazione. Attraverso una revisione della letteratura internazionale, il presente lavoro restituisce gli esiti di una ricerca qualitativa che evidenzia in che termini e con quali modalità, all'interno del paradigma dell'Adult Education, l'approccio trasformativo abbia trovato concreta applicazione nell'ambito dell'educazione genitoriale. L'indagine di revisione, condotta su dieci studi empirici, prende in considerazione le esperienze e le percezioni dei genitori che hanno partecipato a programmi di supporto parentale. L'analisi ha permesso di elaborare tre temi principali: (1) le trasformazioni genitoriali, (2) il dispositivo formativo e (3) i genitori in transizione. I risultati riportati lasciano emergere la possibilità di delineare, sotto il profilo teorico e operativo, un modello di intervento e di supporto che, coerentemente con la teoria dell'apprendimento trasformativo, può incidere sulle prospettive di significato e sulle pratiche educative e di cura genitoriali.
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10

Guerini, Ines, Mirca Montanari, Giorgia Ruzzante, and Alessia Travaglini. "Rethinking school inclusion during and after the pandemic: some reflections." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 180–90. http://dx.doi.org/10.36253/form-10248.

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Abstract:
This contribution, of a theoretical nature, focuses on the complex educational situation that emerged immediately after the lockdown period and extended to this day. The authors, in fact, reflect on how the legislative restrictions, issued in favor of containing the spread of Covid-19, have significantly decreased the chances of building/maintaining significant relational bonds. This has consequently had a negative impact on the development of inclusive processes as well as on the learning level of many students, especially for the most vulnerable ones. For this reason, the authors try to question what prospects and what possibilities will open in the post-pandemic period, keeping in mind the unavoidable need to re-think the school, both from an organizational and an educational-didactic point of view. Ripensare l’inclusione scolastica durante e dopo la pandemia: alcuni spunti di riflessione. Il presente contributo, di carattere teorico, si focalizza sulla complessa situazione educativa delineatasi subito dopo il periodo del lockdown e prorogatasi finora. Le autrici, difatti, riflettono su come le restrizioni normative, emanate in favore della riduzione del contagio da Covid-19, abbiano sensibilmente diminuito le possibilità di costruire/mantenere legami relazionali significativi. Questo ha, conseguentemente, avuto un impatto negativo sullo sviluppo dei processi inclusivi nonché sul livello apprenditivo di numerosi alunni, soprattutto di quelli più vulnerabili. In ragione di ciò, le autrici provano a interrogarsi su quali prospettive e su quali possibilità si aprano nel periodo post-pandemia, avendo bene in mente l’ineludibile esigenza di ri-pensare la scuola, tanto dal punto di vista organizzativo quanto da quello educativo-didattico.
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Dissertations / Theses on the topic "Sviluppo inclusivo della scuola"

1

SOLI, Francesca. "Natives e Immigrants: generazioni che generano. Verso una scuola di “seconda generazione” come pratica inclusiva." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28633.

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Abstract:
Il percorso di ricerca illustrato nel presente lavoro si è posto l’obiettivo, di osservare ed indagare processi complessi e contemporanei quali la "nascita", anche in Italia, di una seconda generazione dell’immigrazione e di una crescente digitalizzazione, cercando di coglierne le relazioni e le profonde interconnessioni. La peculiarità e la complessità dei processi osservati ha stimolato una riflessione metodologica che può pertanto essere considerata uno dei focus centrali della ricerca stessa.
The course of the research shown in this work had the aim to observe and investigate complex and contemporaries processes such as the "birth", even in Italy, both of a second generation of immigration and of an increasing digitalization. The intent of the work, moreover, is to try to get the relationships and the deep interrelationships between them. The peculiarity and the complexity of these observed processes has instead a methodological reflection which can therefore be considered one of the focus of the research itself.
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PETROCCHI, SERENA. "Teoria della Mente e fiducia interpersonale in bambini di scuola elementare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/486.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi intende affrontare un tema non ancora indagato in letteratura, vale a dire l’analisi dei legami tra la comprensione mentalistica e la fiducia relazionale in bambini di scuola elementare. Tale obiettivo è perseguito in tre differenti percorsi di ricerca. Nel primo studio la Candidata ha creato un nuovo strumento di misura della fiducia relazionale nel tentativo di integrare differenti prospettive teoriche che hanno considerato la fiducia o solo come un fenomeno cognitivo o solo affettivo. Lo strumento creato (Trust Story Task), somministrato a bambini di scuola elementare dai 6 ai 10 anni, valuta le rappresentazioni mentali della fiducia intesa in senso cognitivo/mentalistico e affettivo/relazionale. I risultati dello studio mostrano le discrete proprietà psicometriche di affidabilità e validità dello strumento. Nel secondo studio viene proposta la validazione italiana di uno strumento di valutazione delle credenze di fiducia, Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg e al., 2005). La Candidata esamina le principali caratteristiche psicometriche di affidabilità e consistenza interna e di validità dello strumento, utilizzato poi nello studio successivo. La scala tradotta in italiano, CGTB-I, mostra discrete caratteristiche di affidabilità, di consistenza interna e di validità. La struttura fattoriale, valutata tramite alcune EFAs e CFAs, rispecchia solo in parte quella originale di Rotenberg e colleghi (2005) poiché rintraccia le tre basi di fiducia attese (reliability, emotional, honesty), ma non tutti i quattro target relazionali (madre, padre, insegnante, pari). Gli item dell’insegnante, infatti, non risultano essere significativi. Nel terzo studio, l’obiettivo è verificare se le competenze mentalistiche e le credenze di fiducia (nella madre, nel padre e nei pari) siano predittori del comportamento di fiducia e della trustworthiness (attribuzione di fiducia che i compagni fanno rispetto a un compagno target). Le variabili indipendenti dello studio saranno considerate sia in termini individuali sia in combinazione statistica tra loro nel predire. I risultati mostrano che una buona teoria della mente e delle buone credenze di fiducia predicono in modo significativo la trustworthiness.
This thesis considers the link between theory of mind and interpersonal trust in three different studies. First chapter outlines the crucial theoretical reflections on two constructs starting from theory of mind. First of all, I consider the meaning of the term “theory of mind”, the functions of this ability and same questions linked to terminology more often used. Moreover, I deal with the development of this ability in elementary school children, and then the most important theories on theory of mind development. As regards to the interpersonal trust, I consider the three main fields of research concerning trust as cognitive, affective and behavioural phenomenon. First paragraph shows the cognitive theories of trust that, overall, define it in term of individual’s beliefs on other’s reliability. In a second paragraph, I trait the affective face of trust starting from the point of view of the attachment theory; and, finally, in a third paragraph, I expose the studies of behavioural aspects of trust. In the second chapter, I present a first contribution of validation of a semi-projective task on trust dimension: the Trust Story task. The aim of this measure is to evaluates the mental representation of trust both in a mentalistic and in an affective sense, considering jointly conscious and unconscious aspects and adapted to subjects’ age and gender. In particular, in my first study, I considered some characteristics of this new measure, which are reliability and construct validity. In the third chapter, I present two studies linked each other. In the first of them, I deal with the Italian validation of the Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg et a., 2005), questionnaire that evaluate three bases of trust beliefs (reliability, emotional, honesty) in four targets (mother, father, teacher and peer). The original version of the scale demonstrated good psychometric characteristics and an excellent flexibility of use. The CGTB-I scale derived was used in the second study that I propose in this chapter in which I examine if children’s theory of mind and their trust beliefs in others, individually, and in combination, statistically account for trustworthiness and trustworthy behaviour in children.
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3

PETROCCHI, SERENA. "Teoria della Mente e fiducia interpersonale in bambini di scuola elementare." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/486.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi intende affrontare un tema non ancora indagato in letteratura, vale a dire l’analisi dei legami tra la comprensione mentalistica e la fiducia relazionale in bambini di scuola elementare. Tale obiettivo è perseguito in tre differenti percorsi di ricerca. Nel primo studio la Candidata ha creato un nuovo strumento di misura della fiducia relazionale nel tentativo di integrare differenti prospettive teoriche che hanno considerato la fiducia o solo come un fenomeno cognitivo o solo affettivo. Lo strumento creato (Trust Story Task), somministrato a bambini di scuola elementare dai 6 ai 10 anni, valuta le rappresentazioni mentali della fiducia intesa in senso cognitivo/mentalistico e affettivo/relazionale. I risultati dello studio mostrano le discrete proprietà psicometriche di affidabilità e validità dello strumento. Nel secondo studio viene proposta la validazione italiana di uno strumento di valutazione delle credenze di fiducia, Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg e al., 2005). La Candidata esamina le principali caratteristiche psicometriche di affidabilità e consistenza interna e di validità dello strumento, utilizzato poi nello studio successivo. La scala tradotta in italiano, CGTB-I, mostra discrete caratteristiche di affidabilità, di consistenza interna e di validità. La struttura fattoriale, valutata tramite alcune EFAs e CFAs, rispecchia solo in parte quella originale di Rotenberg e colleghi (2005) poiché rintraccia le tre basi di fiducia attese (reliability, emotional, honesty), ma non tutti i quattro target relazionali (madre, padre, insegnante, pari). Gli item dell’insegnante, infatti, non risultano essere significativi. Nel terzo studio, l’obiettivo è verificare se le competenze mentalistiche e le credenze di fiducia (nella madre, nel padre e nei pari) siano predittori del comportamento di fiducia e della trustworthiness (attribuzione di fiducia che i compagni fanno rispetto a un compagno target). Le variabili indipendenti dello studio saranno considerate sia in termini individuali sia in combinazione statistica tra loro nel predire. I risultati mostrano che una buona teoria della mente e delle buone credenze di fiducia predicono in modo significativo la trustworthiness.
This thesis considers the link between theory of mind and interpersonal trust in three different studies. First chapter outlines the crucial theoretical reflections on two constructs starting from theory of mind. First of all, I consider the meaning of the term “theory of mind”, the functions of this ability and same questions linked to terminology more often used. Moreover, I deal with the development of this ability in elementary school children, and then the most important theories on theory of mind development. As regards to the interpersonal trust, I consider the three main fields of research concerning trust as cognitive, affective and behavioural phenomenon. First paragraph shows the cognitive theories of trust that, overall, define it in term of individual’s beliefs on other’s reliability. In a second paragraph, I trait the affective face of trust starting from the point of view of the attachment theory; and, finally, in a third paragraph, I expose the studies of behavioural aspects of trust. In the second chapter, I present a first contribution of validation of a semi-projective task on trust dimension: the Trust Story task. The aim of this measure is to evaluates the mental representation of trust both in a mentalistic and in an affective sense, considering jointly conscious and unconscious aspects and adapted to subjects’ age and gender. In particular, in my first study, I considered some characteristics of this new measure, which are reliability and construct validity. In the third chapter, I present two studies linked each other. In the first of them, I deal with the Italian validation of the Children Generalized Trust Beliefs Scale (Rotenberg et a., 2005), questionnaire that evaluate three bases of trust beliefs (reliability, emotional, honesty) in four targets (mother, father, teacher and peer). The original version of the scale demonstrated good psychometric characteristics and an excellent flexibility of use. The CGTB-I scale derived was used in the second study that I propose in this chapter in which I examine if children’s theory of mind and their trust beliefs in others, individually, and in combination, statistically account for trustworthiness and trustworthy behaviour in children.
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Menegale, Marcella <1977&gt. "Dall'autonomia nell'apprendimento delle lingue straniere allo sviluppo della competenza plurilingue : una ricerca nella scuola secondaria." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1086.

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Abstract:
Nonostante l’enorme quantità di scritti esistenti sull’educazione plurilingue e sull’autonomia nell’apprendimento linguistico, sono pochi gli studi ad essersi focalizzati sulla relazione tra questi due campi e discenti giovani. Scopo della presente investigazione è di ricercare possibili corrispondenze tra un maggiore sviluppo dell’autonomia di apprendimento linguistico e l’acquisizione di una competenza plurilingue negli studenti della scuola secondaria italiana di I e II grado. L’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti attraverso questionari a studenti e insegnanti ha investigato il livello di autonomia nell’apprendimento linguistico dei discenti, il loro uso di ambienti formali e informali per l’apprendimento delle lingue e la possibilità di identificare variabili connesse allo sviluppo dell’autonomia di apprendimento linguistico che potessero accrescere la competenza plurilingue. I risultati hanno dimostrato che l’influenza dell’autonomia sullo sviluppo della competenza plurilingue è da ricercarsi nei fattori affettivi quali le attribuzioni dei discenti e la loro motivazione verso il plurilinguismo e l’autonomia; un aspetto problematico riguarda la mancanza di abilità metacognitive, poiché è stato visto che condizioni di potenziale plurilinguismo non portano allo sviluppo della competenza plurilingue se non sono supportate dalla consapevolezza dell’apprendimento.
Notwithstanding the numerous existing works on plurilingual education and on language learner autonomy, very few studies have focused on the connection between these two fields and young students. The aim of this investigation is to research possible correspondences between the greater development of language learner autonomy and acquisition of plurilingual competence in middle and upper secondary school Italian pupils. The quantitative and qualitative analysis of the data collected through pupil and teacher questionnaires has investigated the level of the pupils’ language learning autonomy, their use of formal and informal settings for language learning and whether it was possible to highlight any variable connected with the development of language learner autonomy which could improve the plurilingual competence. Findings have shown that the influence of autonomy on the development of plurilingual competence is to be found in affective factors like pupils’ attributions and motivation towards plurilingualism and autonomy; a problematic issue concerns the lack of metacognitive skills as it has been seen that conditions of potential plurilingualism do not lead to the development of plurilingual competence if not supported by learning awareness.
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5

Natola, Pietro Giorgio. "Analisi delle oscillazioni posturali nei bambini della scuola primaria mediante sensori inerziali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il controllo posturale è la nostra capacità di stare in piedi camminando indipendentemente. Fin da neonati, si sviluppano dei riflessi che continuano a migliorare con l'infanzia. Per evitare che lo sviluppo motorio sia compromesso in questa fase, e che le conseguenze si propaghino con l'avanzare dell'età, è molto importante che i disturbi legati all'equilibrio posturale siano identificati precocemente. La posturografia è uno strumento che ci permette di quantificare e analizzare le oscillazioni posturali, tramite l'impiego di sensori inerziali o pedane di forza. La letteratura ha proposto alcuni parametri per valutare il controllo posturale nelle due diverse condizioni di Eyes Open (EO) ed Eyes Closed (EC). Il protocollo sperimentale seguito in questo studio, ha visto il coinvolgimento di 50 bambini di seconda elementare. Le acquisizioni dei dati di postura ha avuto inizio con il posizionamento di 5 sensori inerziali su tronco, caviglie e polsi dx e sx. I sensori inerziali sono degli strumenti sensibili e a basso costo, quindi costituiscono una valida alternativa alle pedane di forza che sono difficilmente utilizzabili al di fuori di un ambiente di laboratorio. I bambini sono stati impegnati in diverse prove posturografiche sia statiche che dinamiche, per testare anche le competenze motorie di ciascun soggetto tramite un test di competenza motoria (TMC). Il segnale utile è stato acquisito, convertito ed elaborato attraverso il software Matlab. I risultati sono stati graficati prima per genere, per vedere se ci fossero differenze nell'oscillazione posturale tra maschi e femmine nelle due condizioni EO/EC, poi sono stati riportati i risultati rispetto a variabili antropometriche come età, peso, altezza e competenze motorie di ciascun bambino. Lo scopo finale è quello di valutare i parametri posturali d'interesse restringendo l'analisi ad un gruppo di bambini aventi la stessa età, al fine di limitare l’effetto sovrapposto di maturazione in età e aumento di altezza.
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6

Prandini, Carlo <1960&gt. "Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/1/TESTOUNICO2.pdf.

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7

Prandini, Carlo <1960&gt. "Studio della psicologia e sviluppo della persona nella scuola media superiore: modificazione delle strategie di coping, del benessere psicologico e delle credenze epistemologiche." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/280/.

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8

Lancioni, Erica <1994&gt. "I pronomi clitici in bambini a sviluppo tipico della scuola primaria: l’uso in contesti semplici e a ristrutturazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16956.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi è volto ad indagare la competenza nell’uso dei pronomi clitici di 135 bambini monolingui italiani a sviluppo tipico di età compresa tra i 6 e i 10 anni, frequentanti la scuola primaria. A tale scopo sono stati somministrati ai partecipanti due diversi test: uno di ripetizione di frasi a ristrutturazione e uno di produzione elicitata di pronomi clitici. Il primo si basa sulla ripetizione di frasi contenenti pronomi clitici al caso dativo e accusativo di prima, seconda e terza persona singolare. In tali enunciati sono presenti inoltre verbi che permettono la ristrutturazione della frase, per i quali l’assegnazione di una diversa posizione del pronome clitico all’interno della frase non ne pregiudica la grammaticalità. Il secondo test elicita invece la produzione di pronomi clitici oggetto diretto e indiretto di terza persona singolare, maschili e femminili. Entrambi test permettono di valutare l’accuratezza delle risposte date dai soggetti e determinare se eventuali differenze nelle performance siano dovute al caso, alla persona o alla posizione del clitico rispetto al verbo. Inoltre, nell'analisi dei dati viene tenuta in considerazione la varietà dialettale dei partecipanti per capire se anch'essa possa eventualmente e in che misura influenzare le risposte. L’ampio gruppo di partecipanti coinvolto nello studio va ad arricchire il corpus di dati raccolto fino ad ora riguardo tale argomento e permette di studiare come la competenza linguistica evolva nel bambino con il progredire dell’età e del grado di scolarizzazione.
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9

Solidoro, Caterina <1994&gt. "L’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile nella scuola e definizione di un modello di valutazione della sostenibilità scolastica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17200.

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Abstract:
L’oggetto di questa ricerca è quello di indagare l’evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile, prima nelle sue accezioni più generali, fino a quelle più specifiche legate al mondo dell’istruzione, con un approfondimento sul sistema di valutazione scolastico attualmente vigente. L’obiettivo, infatti, è quello di fare chiarezza nei confronti di un modello complesso, di recente istituzioni e già non privo di critiche, che tuttavia apre importanti scenari nei confronti della visibilità e della comunicazione degli istituti educativi verso i rispettivi stakeholders. Ciò che emerge dall’analisi è che gli strumenti attualmente esistenti rendano poco fluido, comprensibile e misurabile il processo di valutazione della scuola, e che manchi una sezione dedicata allo sviluppo sostenibile che d’altro canto sta diventando sempre centrale nell’ambito aziendale, sia pubblico sia privato. Il risultato del mio elaborato consiste nella proposta di un nuovo modello di valutazione, che ambisca a superare i limiti di quello attualmente esistente in termini di contenuti, misurabilità e comparabilità fra i vari istituti nazionali e che sappia riassumere in maniera trasparente e oggettiva i traguardi e le prossime sfide che attendono le scuole in ambito di sostenibilità. Ciò è importante alla luce dei numerosi stakeholders che ruotano attorno alla scuola e che necessitano di venire a conoscenza dell’orientamento alla sostenibilità assunta dall’istituto. Questo modello, lungi dall’essere definitivo e privo di difetti, desidera porre l’attenzione sull’esigenza quanto più pressante di mettere a confronto diversi istituti di una stessa realtà territoriale, o uno stesso istituto in un arco temporale, su temi propri al mondo della scuola, con un particolare focus destinato allo sviluppo sostenibile, che è sempre più centrale nella scena politica, economica, sociale ed ambientale. La mia analisi si articola attraverso 5 capitoli: Nel primo capitolo si definisce il concetto di sviluppo sostenibile e le principali tappe che hanno portato a definire questo concetto. Nel secondo capitolo si tratta l’evoluzione del concetto di educazione alla sostenibilità e in particolare viene dedicato un focus all’Agenda 2030, considerato il documento guida per raggiungere i 17 Global Goals in ambito di sviluppo sostenibile entro tale riferimento temporale. Nel terzo capitolo si descrive come il concetto di sostenibilità entri a far parte della scuola, facendo riferimento alla letteratura di settore, riportando le opinioni degli autori e descrivendo le linee guida e gli sviluppi che negli ultimi anni sono avvenuti riguardo queste tematiche. Nel quarto capitolo si introduce il concetto di rendicontazione sociale. In questa parte vengono delineati i principali strumenti di bilancio e reporting, come il Rav, Pdm, Ptofm e la rendicontazione sociale, che vengono correntemente utilizzati nei contesti scolastici. Dopo l’analisi e il confronto tra questi elementi sono emerse alcune criticità e quindi, si è ipotizzato la creazione di un modello unico che possa sostituire i quattro modelli precedenti e che integri una parte riguardante lo sviluppo sostenibile. Nel quinto capitolo si approfondisce l’aspetto della sostenibilità nella scuola e in particolare quali siano i principali obiettivi universali che a livello nazionale le scuole dovrebbero porsi per creare uniformità e per avere una modalità di valutazione univoca con criteri comuni a tutti gli istituti scolastici
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SELLARI, GIUSEPPE. "La musica come strumento educativo : relazione e comunicazione in età prescolare : programma sperimentale per lo sviluppo dell’empatia e della prevenzione dei disturbi della voce nella scuola dell’infanzia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. https://hdl.handle.net/2108/202613.

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Abstract:
L’empatia è definita come la capacità degli individui di riconoscere e condividere in modo vicario l’emozione provata da un altro individuo, che si traduce in un vissuto emotivo più consono allo stato d’animo dell’altro che al proprio e di comprenderne la situazione mettendosi nei suoi panni in modo sempre più raffinato nel corso dello sviluppo [Hoffmann 2001]. Fin dall’età prescolare, empatizzare con i vissuti dell’altro favorisce la messa in atto dei comportamenti prosociali adeguati [Eisenberg et al., 2006]. L’empatia, inoltre, aiuta a regolare il flusso delle emozioni negative e ridurre le manifestazioni aggressive verso i compagni [Eisenberg, Fabes 1998], favorisce la comunicazione e incoraggia l’accoglienza della diversità [Hoffman 2000]. Essa quindi è una capacità fondamentale per la costruzione di relazioni interpersonali positive e per il benessere dei bambini [Albiero, Matricardi 2006], che è importante promuovere con percorsi di formazione efficaci [WHO 1993]. Esaminando le principali esperienze nell’ambito dell’educazione vocale ed emotiva, e della prevenzione del disagio psicologico, è possibile notare come la maggior parte degli interventi in età prescolare siano solitamente affidati a una programmazione occasionale e carente. Spesso questi percorsi educativi sono basati su tecniche più cognitive in cui la dimensione verbale viene privilegiata a scapito di quella non verbale, ossia non viene preso in considerazione il “lavoro sul corpo” che rappresenta invece un’essenza fondamentale per lo sviluppo del proprio “io” emotivo. Una delle esperienze più coinvolgenti che la musica è in grado di offrire è quella di suscitare profonde emozioni e sentimenti significativi [Budd 1985; Davies 1994; Juslin-Sloboda 2001; Scherer, Zentner 2001; Juslin, Laukka 2004] seguendo una propria logica che è diversa da quella del linguaggio verbale [Nattiez 1989]. Questa capacità di elevare il livello della nostra vita emotiva [Sloboda 1985] non è l’unica peculiarità di quest’arte. La musica infatti, per i vari livelli di abilità sensorie e corporali a cui fa riferimento, può assumere una valenza formativa, educativa, curativa ed estetica di straordinaria importanza e favorire nei bambini, soprattutto in età prescolare, esperienze reali significative perché intimamente vissute [Shuter-Dyson 1999; Imberty 2002; Sacks 2008; Anceschi 2009; Baroni 2009]. OBIETTIVO Alla luce di queste riflessioni, nella presente ricerca si è voluto indagare se il percorso educativo Musica e BenEssere (che utilizza attività musicali d’insieme basate sull’ascolto e sulla produzione vocale e strumentale) fosse efficace nel migliorare l’empatia e la capacità vocale in un gruppo di bambini di quattro anni. METODO Partecipanti: 40 bambini di circa 4 anni frequentanti due classi di scuola dell’infanzia (20 gruppo sperimentale; 20 gruppo di controllo). Procedura: La ricerca è stata condotta in tre momenti: 1- pre-test (Ottobre 2009); 2- training; 3- post-test (Giugno 2010). Nella fasi di pre-test e post-test è stata svolta una visita foniatrica ed è stata proposta a ciascun bambino un’intervista autovalutativa per la misura dell’empatia sperimentata in risposta a picture stories in cui il protagonista provava gioia, tristezza, paura, rabbia (Albiero, Lo Coco 2001, ECSS- Strayer, 1987). Durante la fase di training (solo per il gruppo sperimentale) è stato svolto un percorso educativo (Musica e benEssere) di 24 incontri a cadenza settimanale di circa un’ora ciascuno. Seguendo il principio del “metodo attivo”, si è cercato di favorire momenti d’intensa interazione personale al fine di sollecitare e ampliare le possibilità di rapporti socio-affettivi e relazionali il più significativi e formativi possibili. Le attività di canto corale, di movimento e di musica d’insieme (con lo strumentario didattico) sono state proposte come momenti di scambio e di ascolto per permettere ai bambini, attraverso il confronto con gli altri, di avvalersi di un valido strumento di comunicazione alternativo al linguaggio verbale, di imparare a distinguere e sperimentare con il proprio corpo un orizzonte di relazioni emotive sempre più ampio e, allo stesso tempo, di arricchire le loro esperienze intra e interpersonali. RISULTATI PRINCIPALI E CONCLUSIONI I risultati indicano che il percorso educativo Musica e BenEssere è stato efficace nel migliorare la capacità vocale ed empatica dei bambini verso tutte le emozioni considerate (gioia, tristezza, paura, rabbia) e soprattutto verso emozioni di tono edonico negativo. Ciò è rilevante perché empatizzare con emozioni negative come tristezza e paura favorisce i comportamenti prosociali nei bambini, e empatizzare con la rabbia altrui riduce le loro condotte aggressive [Eisenberg et al. 2006; Hoffmann 2000]. La musica, che «è un gioco da bambini» [Delalande 1984], può pertanto rappresentare un’importante strumento utile a promuovere un positivo sviluppo interpersonale e sociale dei bambini e a migliorare il clima del gruppo classe
The definition of empathy is the ability of individuals to recognize and share in a vicarious way the emotion felt from another person, that is translated in an experienced emotion that is much more appropriate to the emotional mood of the other than to its own, and to understand the situation trying to put him/herself in the other’s shoe in a refined way in the course of development [Hoffmann 2001]. Since preschool age, empathizing with the experience of others help to apply the adaptation to prosocial behavior [Eisenberg et al., 2006]. Moreover, empathy helps to regulate the flow of negative emotions and reduces the aggressive effects towards friends [Eisenberg, Fabes 1991], it helps the communication and it encourages to welcome differences [Hoffman 2000]. So, this is the fundamental ability to build positive interpersonal relations and the well-being of children [Albiero, Matricardi 2006], and it is important to promote it with efficient training courses [WHO 1993]. Examining the principal experiences in vocal and emotional education, and to avoid psycological discomfort, it is possible to notice how often pedagogical approaches in the preschool years are lacking in precise programs. Often these educational courses are based on cognitive techniques where the verbal dimension is a privilege at the expense of the non verbal, and of the “body work” that, on the contrary, represents a fundamental essence for the development of children’s emotional “ego”. One of the most involving experiences that music can offer is to provoke profound and meaningful excitement and emotions [Budd 1985; Davies 1994; Juslin-Sloboda 2001; Juslin, Laukka 2004] following its own logic that is different from the verbal language [Nattiez 1989]. This ability to raise the level of our emotional life [Sloboda 1985] isn’t the only characteristic of this art. In fact music, for the different sensor and body ability level to which it refers, can adopt a formative worthiness (educational, curative and aesthetical) of extraordinary importance and can help children, especially in preschool age, to feel meaningful experiences [Shuter-Dyson 1999; Imberty 2002; Sacks 2008; Anceschi 2009; Baroni 2009]. AIM In the present research the authors examined the contents and the methods of the educational course Music and well-Being (that uses global musical activities based on listening, and on vocal and instrumental production) in order to check its efficiency in improving empathy and vocal ability in a group of four year old children. METHOD Partecipants: 40 children of about 4 years old that attend two primary school classes (20 experimental groups; 20 control groups). Procedure: The research has been done in three moments: 1- pre-test (October 2009); 2- training; 3- post-test (June 2010). In the pre-test and post-test stage they have realized a phoniatric visit and they have proposed to each child a self-value interview to measure the experimental empathy in answer to picture stories in which the protagonist would feel joy, sadness, fear, anger [Albiero, Lo Coco 2001; ECSS- Strayer, 1987]. During the training state (only for the experimental group) they did an educational course (Music and well-Being) made of 24 meetings week terms of about an hour each. Following the value of the “active method”, they have tried to favor personal harmony moments to arrive at the point, rush and extend the possibility of social-emotional relationships and relate the more meaningful and formative possible. The activities of choral singing, of movement and of making music together with Orff instruments have been proposed as moments to give the children a valid instrument of alternative communication to the verbal language, and to experiment with their own body a wide field of emotional relations and, at the same time, to enrich their intra and interpersonal experience. MAIN RESULTS AND CONCLUSIONS The results show the educative path Music and well-Being has been efficient in improving the empathic and vocal ability of children towards all emotions considered (joy, sadness, fear, anger) and above all towards emotions of negative hedonic tone. This is important because to empathize with negative emotions like sadness and fear helps prosocial behavior in children, and empathize with anger others reduce their aggressive behavior [Eisenberg et al. 2006; Hoffmann 2000]. Music, that «is a game for kids» [Delalande 1984], can represent an important instrument useful to promote a positive interpersonal and social development in children and to improve a positive atmosphere in the class group
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Books on the topic "Sviluppo inclusivo della scuola"

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Pierluigi, Maltoni, and Montaguti Lubiano, eds. La scuola più bella d'Europa: Le azioni di ricerca e sviluppo della Scuola regionale di ristorazione della Romagna. Milano: F. Angeli, 2001.

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Gruppo di ricerca interuniversitario sullo sviluppo sostenibile, ed. Significato e prospettive della sostenibilità: Il ruolo del mondo accademico, delle istituzioni, della scuola e delle imprese per lo sviluppo sostenibile : atti dei seminari dell'11 dicembre 2008 e del 20 maggio 2009 organizzati da Gruppo di ricerca sullo sviluppo sostenibile, Dipartimento di Scienze dell'ambiente e del territorio, Università degli studi Milano Bicocca. Trento: Tangram edizioni scientifiche, 2010.

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Sala, Serenella. Significato e prospettive della sostenibilità: Il ruolo del mondo accademico, delle istituzioni, della scuola e delle imprese per lo sviluppo sostenibile : atti dei seminari dell'11 dicembre 2008 e del 20 maggio 2009 organizzati da Gruppo di ricerca sullo sviluppo sostenibile, Dipartimento di Scienze dell'ambiente e del territorio, Università degli studi Milano Bicocca. Trento: Tangram edizioni scientifiche, 2010.

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De Leo, Carolina, and Giovanni Favero. Ca’ Foscari e Carpenè Malvolti. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-217-8.

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Abstract:
Il 1868 è l’anno di origine dell’Università Ca’ Foscari Venezia e della Carpenè Malvolti. Quelle che allora erano la Scuola Superiore di Commercio di Venezia e la Società Enologica della Provincia di Treviso a Conegliano furono fondate da uomini del Risorgimento, profondamente convinti che la scienza avrebbe cambiato l’Italia e il Veneto. Centocinquant’anni dopo, queste due storie distintamente parallele si incontrano per offrire nuovi spunti di riflessione allo sviluppo economico regionale.
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Spiga, Federico. Il corpo tra infanzia e adolescenza. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph01.

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Abstract:
"Durante l’infanzia e l’adolescenza il nostro corpo è soggetto a grandi trasformazioni che, in particolare durante la pubertà, possono essere improvvise e repentine. I fattori che determinano la crescita somatica, le variazioni della composizione corporea e i ritmi della maturazione fisica sono sia genetici, dunque associati ai caratteri ereditari, sia ambientali, legati alla qualità dell’alimentazione, all’inquinamento e agli stili di vita. Questo studio si focalizza sulla relazione tra crescita dei ragazzi in età scolare, abitudini alimentari, propensione alla pratica motoria e sportiva e fattori socio-economici. Ne emerge un quadro interpretativo estremamente utile, anche alla luce dell’esiguità di ricerche di questo genere nel panorama italiano. Federico Spiga è Dottore di ricerca in Scienze dello sviluppo e del movimento umano presso la Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie dell’Università di Bologna. Docente di Antropometria ed Ergonomia presso l’Università di Bologna, è autore di pubblicazioni relative allo studio della composizione corporea e alla percezione dell’immagine corporea in relazione all’età, al genere, al gruppo etnico di appartenenza, all’attività fisica e allo stile di vita."
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