Academic literature on the topic 'Sviluppo del linguaggio'

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Journal articles on the topic "Sviluppo del linguaggio"

1

Trevisi, P., A. Ciorba, C. Aimoni, R. Bovo, and A. Martini. "Sindrome di charge: risultati a lungo termine della riabilitazione audiologica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 3 (May 2016): 206–14. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-837.

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Abstract:
Obiettivo del presente lavoro è valutare i risultati della riabilitazione audiologica su un gruppo, numericamente consistente, di bambini affetti da sindrome di CHARGE. Lo studio è stato eseguito retrospettivamente, utilizzando il database dei pazienti pediatrici, presso l’Audiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova e di Ferrara. Sono stati individuati 31 bambini in totale, che hanno presentato diversi gradi di disabilità uditiva associata alla sindrome di CHARGE. La valutazione audiologica è stata eseguita utilizzando i potenziali evocati uditivi (ABR) e/o l’elettrococleografia, oppure le tecniche di audiometria infantile (VRA o play audiometry). Sono stati valutati anche i risultati percettivi, in termini di capacità di comunicazione e linguaggio espressivo. Sono quindi stati studiati gli effetti della riabilitazione uditiva (con apparecchio acustico o impianto cocleare) e in particolare lo sviluppo del linguaggio nel corso di un lungo follow-up. Gli esiti degli interventi riabilitativi sono risultati diversi in relazione alle eterogenee e spesso gravi disabilità associate alla sindrome di CHARGE (ad esempio, ritardo di sviluppo psico-fisico, gravi disturbi visivi concomitanti, disfunzioni uditive retrococleari per neuropatia uditiva/dissincronia associata). Anche dopo lungo follow-up, lo sviluppo del linguaggio è risultato gravemente compromesso nella maggior parte dei casi, suggerendo quindi la necessità di sviluppare modalità di comunicazione alternative in questo gruppo di piccoli Pazienti. L’identificazione precoce della sordità neurosensoriale e l’accurata pianificazione di trattamenti riabilitativi mirati, è in ogni caso fondamentale nei bambini con sindrome di CHARGE.
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2

Panero, Marcello. "Teoria dell'attaccamento e psicoanalisi. Considerazioni su patologia e terapia." SETTING, no. 29 (March 2011): 5–60. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029001.

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Abstract:
L'articolo prende in esame l'ampia letteratura sulle implicazioni della Teoria dell'Attaccamento e dei suoi sviluppi recenti, per la diagnosi e la psicoterapia dei pazienti adulti. Vengono discusse convergenze e differenze con la teoria e la clinica psicoanalitica. Ci si sofferma sull'utilizzabilitŕ delle classificazioni e misurazioni derivanti dalla Strange Situation, dall'Adult Attachment Interview e dalla Scala della Funzione Riflessiva, e particolarmente sulle implicazioni del concetto di ‘coerenza del linguaggio' e sul significato del concetto di ‘sicurezza' nell'attaccamento e nella psicoterapia psicoanalitica. Vengono confrontati i diversi approcci di autori di area cognitivista e psicoanalitica, soprattutto circa il ruolo di "figura di attaccamento" svolto dal terapeuta. Viene infine presa in considerazione la "terapia basata sulla mentalizzazione" (Bateman e Fonagy) e la dialettica tra "sviluppo di funzioni psicologiche di base", esplorazione dei conflitti ed interpretazione.
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3

Albanese, Ottavia, Eleonora Farina, and Caterina Fiorilli. "Cognizione, linguaggio, emozioni: ricerche evolutive e interventi educativi. Il contributo di Marcello Cesa-Bianchi e della sua scuola." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 167–76. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11620.

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Abstract:
Tra i lavori di Cesa-Bianchi nell'ambito della psicologia dello sviluppo e dell'educazione, sono di particolare interesse i suoi contributi sul tema dello sviluppo atipico, sul rapporto che intrattiene il divenire del pensiero con il linguaggio nella crescita del bambino e, infine, sulle sue ultime riflessioni e indicazioni in tema di formazione del docente e dell'educatore. Particolarmente sensibile all'approccio piagetiano e maturazionista, Cesa-Bianchi non ha mancato di accogliere nella sua riflessione teorica, quanto nella ricerca scientifica, le sollecitazioni che provenivano dalla cultura post-piagetiana sin dalla prima metà del XX secolo, spingendo la sua attenzione alle dimensioni bio-psico-sociali dello sviluppo umano. Il presente lavoro ripercorre alcuni temi cardine del contributo di Cesa-Bianchi e dei suoi stretti collaboratori evidenziandone le correlazioni con lo scenario scientifico nazionale e internazionale.
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Trasarti, Sponti Wilma, and Anna Maria Rapone. "Il linguaggio dell'intimitŕ, fra appartenenza e separazione." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 34 (December 2011): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34003.

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Abstract:
Le autrici, sulla base della loro esperienza di psicoterapeute sistemicorelazionali, presentano una loro lettura del concetto di intimitŕ utile ed interessante nella psicoterapia delle problematiche di coppia (relazionali, affettive e sessuali). Le autrici, facendo anche riferimento ad autori quali Winnicott, Stern e Whitaker, individuano nella relazione madre-bambino il nucleo primario dell'intimitŕ. Durante lo sviluppo del bambino sarŕ proprio l'appartenenza, provata attraverso la relazione con le figure primarie, a permettergli la successiva individuazione. La psicoterapia viene ridefinita come contesto nel quale, grazie alla regressione attraverso l'"autentica relazione" paziente/terapeuta, č possibile riconoscere i propri bisogni: il terapeuta "sufficientemente buono", funge semplicemente da "sbloccante", per l'attivazione e la ri-attivazione delle risorse dei pazienti. Le autrici, nel loro lavoro in psicoterapia di coppia, prendono in considerazione la storia multi generazionale dei pazienti nello sviluppo della trama della relazione dove la nostalgia della primitiva appartenenza e la vergogna che ne deriva, vengono analizzati ed utilizzati. Il concetto di potere, sotteso alle problematiche di coppia, viene riletto come insicurezza di appartenenza e vergogna della richiesta stessa, motivo per cui la lotta di potere "infantile" viene rielaborata come una lettura poco utile per esprimere il proprio bisogno all'altro.
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Trasarti Sponti, Wima, and Anna Maria Rapone. "In ricordo di Wilma Trasarti Sponti. Il linguaggio dell'intimità, fra appartenenza e separazione." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 53 (June 2021): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053002.

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Abstract:
Le autrici, sulla base della loro esperienza di psicoterapeute siste-mico-relazionali, presentano una loro lettura del concetto di intimità utile ed interessante nella psicoterapia delle problematiche di coppia (relazionali, affettive e sessuali). Le autrici, facendo anche riferimento ad autori quali Winnicott, Stern e Whitaker, individuano nella relazione madre-bambino il nucleo primario dell'intimità. Durante lo sviluppo del bambino sarà proprio l'appartenenza, provata attraverso la relazione con le figure primarie, a permettergli la successiva individuazione. La psicoterapia viene ridefinita come contesto nel quale, grazie alla regressione attraverso l'"autentica relazione" paziente/terapeuta, è possibile riconoscere i propri bisogni: il terapeuta "sufficientemente buono", funge semplicemente da "sbloccante", per l'attivazione e la riattivazione delle risorse dei pazienti. Le autrici, nel loro lavoro in psicoterapia di coppia, prendono in considerazione la storia multi generazionale dei pazienti nello sviluppo della trama della relazione dove la nostalgia della primitiva appartenenza e la vergogna che ne deriva, vengono analizzati ed utilizzati. Il concetto di potere, sotteso alle problematiche di coppia, viene ri-letto come insicurezza di appartenenza e vergogna della richiesta stessa, motivo per cui la lotta di potere "infantile" viene rielaborata come una lettura poco utile per esprimere il proprio bisogno all'altro.
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Monti, Fiorella, Alessandra Farneti, and Alessandra Sansavini. "Dalla psicologia dell'età evolutiva alla psicologia dello sviluppo." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 227–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12609.

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Abstract:
Il presente lavoro ripercorre alcune tra le principali ricerche nell'ambito della psicologia dell'età evolutiva, avviate dai primi allievi di Renzo Canestrari a partire dagli anni '50 del secolo scorso. In particolare, rilegge il percorso accademico degli allievi Marco Walter Battacchi e Giuliana Giovanelli, che hanno ricoperto la I e la II Cattedra di Psicologia dell'Età Evolutiva, poi Psicologia dello Sviluppo, nell'Ateneo di Bologna, ricordandone i principali contributi scientifici e didattici.Tra questi, i contributi, su numerosi temi, di Battacchi (il ritardo mentale, le difficoltà dei figli degli immigrati italiani in Germania, il pregiudizio etnico, la delinquenza minorile, lo sviluppo del pensiero e delle emozioni e i rapporti con il linguaggio e la teoria della mente) e di Giovanelli (modalità di valutazione e comunicazione tese a valorizzare le potenzialità di ogni bambino/a, psicologia della percezione, del tempo, del neonato a termine e pretermine e dei primi processi percettivi, cognitivi e linguistici) hanno dato un apporto innovativo e ampiamente riconosciuto a questa disciplina e ai primi 50 anni di storia dell'Istituto, poi Dipartimento, di Psicologia. Le loro idee e i loro lavori pioneristici hanno costituito un fondamentale riferimento per i nuovi gruppi di ricerca in ambito evolutivo sia nell'Ateneo di Bologna che a livello nazionale e internazionale.
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Egidi, Rosaria. "Dossier - La forma del Tractatus. Presentazione." PARADIGMI, no. 3 (December 2012): 139–42. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-003008.

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Abstract:
L'albero decimale delle proposizioni disegna una precisa mappa cognitiva del Tractatus. Se la si legge per piani successivi di approfondimento, risulta piů chiara anche la controversa sezione sull'Io come limite di linguaggio e mondo, con cui culmina l'analisi della "funzione di veritŕ" (linea espositiva 5.1-5.6). Le modalitŕ per cui "la logica riempie il mondo" conducono a un'originale assimilazione di solipsismo e realismo (sviluppo 5.61-5.64); l'irriducibilitŕ del soggetto all'io empirico porta a respingere anche l'idea di un io trascendentale, ed anzi, di ogni a priori extra-logico (5.631-5.634); la metafora del campo visivo denuncia l'ingenuitŕ di attribuirgli una forma in qualche modo allusiva, a imbuto (5.6331). Si mostra infine come persino lo schizzo disegnato da Wittgenstein sia stato falsamente interpretato e riprodotto, e comporti di per sé una radicale revisione dell'esegesi tradizionale.
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Guggenberger, Rainer. "Sul saggio sulla filosofia delle lingue di Melchior Cesarotti." Alea: Estudos Neolatinos 21, no. 1 (April 2019): 343–59. http://dx.doi.org/10.1590/1517-106x/211343359.

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Abstract:
Riassunto Melchior Cesarotti è stato uno dei protagonisti illustri che si sono occupati della Questione della Lingua nel tempo dell’Illuminismo Italiano. Facendo una lettura attenta di tipo close reading utilizzando il metodo dell’analisi del discorso, questo articolo ricalca le tesi centrali e le motivazioni di Cesarotti e dimostra la loro importanza nel processo dello sviluppo di una lingua nazionale italiana. Il merito del Cesarotti non è di avere superato il linguaggio delle tre corone fiorentine come modello di lingua scritta, ma di avere introdotto la libertà di arricchirlo con termini nuovi, derivanti dalla parte nobile di tutti gli idiomi italiani e stranieri.
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Bastanza, G., R. Gallus, M. De Carlini, P. M. Picciotti, E. Muzzi, E. Ciciriello, E. Orzan, and G. Conti. "Completare l’adattamento degli apparecchi acustici entro 1 mese dall’identificazione dell’ipoacusia di un bambino." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 38–44. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1077.

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Abstract:
Grazie al perfezionamento delle procedure diagnostiche e alla diffusione dei programmi di screening uditivo neonatale, la diagnosi di ipoacusia può essere posta con estrema tempestività rispetto ad un passato non troppo lontano. Diventa pertanto fondamentale giungere dalla diagnosi alla corretta applicazione dell’apperecchio acustico in tempi rapidi, in modo da ripristinare la funzione uditiva e consentire lo sviluppo del linguaggio. L’intervento abilitativo precoce di protesizzazione acustica o l’eventuale successiva applicazione dell’impianto cocleare offrono l’opportunità di un regolare sviluppo delle vie uditive centrali e delle aree cerebrali deputate alla ricezione dell’informazione sonora nonchè delle relative connessioni con le aree motorie e articolatorie. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prenda in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi del percorso clinico da seguire per ottenere un’amplificazione precoce in tutti i casi di ipoacusia bilaterale permanente dell’età pediatrica. L’analisi è centrata sulla realtà italiana ed è parte del progetto CCM 2013 finanziato dal Ministero della Salute “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambin con deficit uditivo”.
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Benedetti, Laura. "Il linguaggio dell’amicizia e della città: L’amica geniale di Elena Ferrante tra continuità e cambiamento." Quaderni d'italianistica 33, no. 2 (February 9, 2013): 171–87. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v33i2.19423.

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Abstract:
L’ultimo romanzo di Elena Ferrante, L’amica geniale. Infanzia, adolescenza, continua una ricerca linguistica incentrata sulla dicotomia lingua/dialetto già evidente nella produzione precedente della scrittrice, mentre sposta l’attenzione dal rapporto madre-figlia a quello tra amiche, sentimento spesso trascurato nella letteratura, non solo italiana. Il saggio analizza gli elementi di continuità e cambiamento nella narrativa di Ferrante alla luce delle riflessioni elaborate del Gender Criticism (Virginia Woolf, Adrienne Rich, Marianne Hirsch, Janice Raymond e altri) e delle teorie sullo sviluppo della personalità (Diamond).
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Dissertations / Theses on the topic "Sviluppo del linguaggio"

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Catellani, Cecilia <1995&gt. "I bambini bilingui con disturbo dello sviluppo del linguaggio: strumenti e marcatori clinici per una diagnosi precoce." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18105.

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Abstract:
Questo elaborato si propone di approfondire alcuni aspetti relativi alla competenza linguistica dei bambini bilingui in presenza di un disturbo dello sviluppo del linguaggio (DSL). Obiettivo principale è quello di presentare gli strumenti diagnostici ed i marcatori clinici che permettono quanto più efficacemente e precocemente di individuare il disturbo in un contesto di bilinguismo consentendo di intervenire quanto prima per ottenere miglioramenti linguistici. Fondamentale è stato analizzare separatamente i due fenomeni. Primariamente, da un lato, i tratti distintivi del bilinguismo e dall’altro, le caratteristiche del disturbo di linguaggio. Per raggiungere l’obiettivo sono stati analizzati vari studi sviluppati all’interno del progetto COST Action IS0804, il progetto quadriennale che ha indagato gli strumenti utili per il riconoscimento dei soggetti bilingui con DSL. Tale progetto ha dimostrato l’importanza di strumenti quali la ripetizione di parole, non-parole e frasi, la narrazione, il task di lettura ed il questionario per i genitori, e marcatori clinici tra cui la morfologia verbale ed il pronome clitico in italiano.
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ZAMPINI, LAURA. "Fenomeni tipici e atipici nello sviluppo linguistico di bambini con sindrome di Down." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2008. http://hdl.handle.net/10281/39208.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si è proposto di esaminare le prime fasi dello sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down, allo scopo di evidenziare l’esistenza di fenomeni e processi propri del normale sviluppo del linguaggio all’interno di una popolazione caratterizzata da un profilo evolutivo atipico, dal punto di vista sia cognitivo che linguistico. I partecipanti ai quattro studi riportati nel presente lavoro sono stati estratti da un gruppo di bambini seguiti nell’ambito di un progetto longitudinale sul monitoraggio dello sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down. Due degli studi condotti sono relativi all’utilizzo dei gesti comunicativi, data la predisposizione, rilevata da diverse ricerche in letteratura, per l’uso della modalità gestuale da parte di questi bambini; dal primo studio, che si è proposto di effettuare un confronto fra bambini con sindrome di Down di 24 mesi e coetanei con sviluppo del linguaggio rallentato, è emerso come il profilo comunicativo preverbale, vocale e gestuale, mostrato dai bambini con sindrome di Down si manifesti, nelle prime fasi di acquisizione del linguaggio, come un semplice rallentamento dello sviluppo tipico. Inoltre, il secondo studio ha permesso di rilevare, nello sviluppo gestuale dei bambini con sindrome di Down, due processi simili a quelli che sono stati identificati nella letteratura relativa allo sviluppo tipico: il ruolo dei gesti come “ponte” fra la comprensione e la produzione verbale ed il ruolo predittivo dei gesti, in associazione alla comprensione verbale, sul successivo sviluppo lessicale. Il terzo studio è, invece, relativo alla relazione intercorrente fra lo sviluppo lessicale e morfosintattico, poiché i dati relativi allo sviluppo linguistico nei bambini con sindrome di Down sono stati frequentemente utilizzati a sostegno dell’ipotesi dell’indipendenza fra le diverse aree del linguaggio, dato il riscontro di una maggiore compromissione a livello morfosintattico rispetto ad abilità lessicali relativamente preservate; i dati rilevati dal presente studio hanno, invece, permesso di sottolineare come, nonostante l’esistenza di una difficoltà specifica a livello morfosintattico, lo sviluppo lessicale e sintattico risultino essere correlati anche all’interno di questa popolazione, allo stesso modo in cui avviene nello sviluppo tipico. Da ultimo, il quarto studio, alla luce della prospettiva socio-interazionista, ha preso in esame le caratteristiche lessicali e strutturali del linguaggio rivolto ai bambini con sindrome di Down, al fine di verificare la tipicità dell’input che viene loro indirizzato; a tale proposito è stato rilevato come il linguaggio materno diretto ai bambini con sindrome di Down si collochi ad un livello intermedio rispetto a quello indirizzato a bambini con sviluppo tipico di pari età cronologica o di pari ampiezza lessicale, risultando più semplice di quanto previsto sulla base dell’età cronologica, ma più complesso di quanto richiesto dalle competenze linguistiche dei bambini.
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FARINA, FRANCESCO. "IL SUONO DELLE EMOZIONI: un' analisi sulle potenzialità espressive del linguaggio musicale nel ciclo di vita." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/846.

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Fernicola, Francesco. "Verso lo sviluppo di un modello predittivo per lo screening del Disturbo di Linguaggio in età evolutiva: un esperimento-pilota con Orange." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18841/.

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Abstract:
Sin dai suoi albori, la linguistica computazionale si è sviluppata come un campo fondamentalmente interdisciplinare, sfruttando gli innovativi strumenti informatici sorti durante la rivoluzione digitale per analizzare le lingue naturali e i fenomeni linguistici. Questo campo ha fornito un contributo fondamentale per la creazione di alcuni tra gli strumenti che sono diventati parte integrante della vita di tutti i giorni; a partire dagli editor di testo (Microsoft Word), passando per i motori di ricerca (Google) fino ai sistemi di riconoscimento vocale e di traduzione automatica. Questi ultimi due in particolare hanno conosciuto miglioramenti notevoli negli ultimi anni, grazie agli enormi progressi nelle tecniche di machine learning, anche noto come apprendimento automatico. Tuttavia queste tecniche non trovano la propria applicazione solo nella nostra quotidianità, ma anche nella ricerca scientifica. È infatti possibile utilizzarle per l'analisi di dati e persino per la creazione di modelli predittivi a partire da una collezione di dati (chiamata dataset). Rappresentano pertanto uno strumento aggiuntivo per la valutazione delle ipotesi scientifiche, nonché un supporto ulteriore alla diagnosi in campo medico. In questa tesi si intende fornire un'applicazione pratica di queste tecniche al campo della logopedia, proponendo un esperimento-pilota con il fine di sviluppare un modello predittivo per lo screening del Disturbo del Linguaggio in età evolutiva.
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Dispaldro, Marco. "L'acquisizione della grammatica come complesso sistema cognitivo-linguistico: studi sperimentali sulla produzione e comprensione della morfologia in bambini con sviluppo tipico del linguaggio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3425687.

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Abstract:
Summary The definite articles, the 3rd person of direct object clitic pronouns and the 3rd person inflection in the present tense are clinical markers in the Italian language (Bortolini, Arfé et al. 2006; Bortolini, Caselli et al. 2002; Dispaldro, Caselli et al., 2008). These reasons lead us to study the processe involved in morphological acquisition. Through different experiments, the aim of the present work is to investigate the production and comprehension of grammatical morphemes in children with typical language development, in the first fases of grammatical acquisition, at the preschool level (aged between 3 and 4 years). STUDY 1: Lexical Representation and Phonological Working Memory in Morphological Production The aim of this study is to investigate the degree to which morphological production relies on Phonological Working Memory (Gathercole e Baddeley, 1990; van der Lely e Howard, 1993) and on Lexical Representation (Bates, Bretherton e Snyder 1988; Bates e Goodman, 1999). This objective have been pursued by using the word repetition paradigm with the real and non real words. Experiment 1. Production of the Italian Morphology Sixty-two children (aged 3 years) participated in the experiment. The results show that the role of Phonological Working Memory is important to morphological processing. Futhermore, data confirmed the existence of a link between Lexical Representation and morphological production. Experiment 2. Production of the English Morphology (this experiment has been done at the Purdue University in collaboration with Prof. Laurence B. Leonard) The previous experiment was replicated. Thirty children (aged 3 years) participated in the experiment. The results show that the role of Phonological Working Memory is central to morphological processing, but the results about Lessical Representation are not clear. Study 1 Conclusions Both experiments demonstrated that morphological processing is based on Phonological Working Memory, which however cannot explain the productive process entirely. Furthermore, it has been demostrated that Lexical Representation is very important, at least for the production of complex morphological systems such as the Italian language. STUDY 2: Comprehension of Singular and Plural Distinction in Grammatical Morphemes Little is known about children’s understanding of singular and plural expressed by morphology; furthermore, most studies focus on the English Language (Kouider et al., 2006; Schnoor e Newman, 2001; Soderstrom 2002), therefore the objective of this study is to investigate the singular and plural representation in the Italian morphology. Experiment 1. Articles, Clitic Pronouns and Verbs: Pointing Task Seventy-one children (aged 3 years) participated in the experiment. Singular and plural forms were investigated using a task requiring the participants to point at one of two sheets of paper which varied according to the number of items depicted on them ([X] [XX]). The results of this experiment did not clarify whether children possess the conceptual representation of singular as /one/ and plural as /more than one/ items. Experiment 2. Articles: Drawing Task Seventeen children (aged 3;0 years) participated in the experiment. Through the drawing task, prompted by the same morphological informations of the previous experiment, the aim of the second experiment was to investigate whether childrens behaviour better reveals if they have a representation of singular and plural quantities. The results show that children do possess the concepts of singular and plural. Experiment 3 (Articles: Selection Task) and Experiment 4 (Verbs: Selection Task) In the experiment 3 seventy-one children partecipated; they were divided into three age groups (3;0-year-olds, 4;0-year-olds and 6-year-olds); moreover, thirth-eight adults were submitted to the same task. In the experiment 4 fifty-eight children partecipated (they were divided into three age groups: 3;0-year-olds, 4;0-year-olds and 6-year-olds), and forty-two adults were also examined. A task was used in which children were asked to take some objects from one of two containers, which varied in the number of items put on them ([X] [XX]), following to morphological informations provided by instruction. The results confirm that at the age of 3 children possess a quantitative representation of singular and plural, but also reveal that only after the age of 4 they understand which array, of the two containing different items, better suits the information expressed by the morphemes not only from a quantitative point of view but also according to referential comunication functions. Study 2 Conclusion This study demostrates that children at 3 years of age have a procedural representation of the morphemes which is based on quantitative information only. It is only after 4 years that a redescription occurs (Karmiloff-Smith 1992) that allows an interpretation of morphemes also reflecting the communicative intention expressed by this linguistic category. GENERAL CONCLUSIONS Morphological processing is a process which involves a multitude of linguistic and cognitive aspects. By comparing the different studies two main phases can be hyphotesized, underlying a mature acquisition of morphology: - Phase 1: Morphological processing is linked to Phonological Working Memory; moreover, the procedural use of morphology depends on lexicon. In this phase the developmental trends of the different function of the morphemes are independent from each other. - Phase 2: During the course of development, several Representational Redescriptions occur which lead to an integrated conception of the different function of morphemes and to morphological usages reflecting more general and abstract functions of language and communication.
Riassunto In Italiano gli articoli determinativi, la terza persona dei pronomi clitici oggetto e la terza persona dell’indicativo presente sono dei marcatori clinici tra l’acquisizione tipica ed atipica della grammatica (Bortolini, Arfé et al. 2006; Bortolini, Caselli et al. 2002; Dispaldro, Caselli et al., 2008). Questo rende importante lo studio sui processi che governano l’acquisizione di tali morfemi. Il presente lavoro ha lo scopo di indagare, attraverso diversi studi sperimentali (ognuno suddiviso in più esperimenti), la produzione e la comprensione della morfologia grammaticale nei bambini con sviluppo tipico in età prescolare (tra i 3 ed i 4 anni d’età). STUDIO 1: Rappresentazione Lessicale e Memoria di Lavoro Fonologica nella Produzione della Morfologia Attraverso questo studio si intende indagare il grado in cui la produzione morfologica necessita della Memoria di Lavoro Fonologica (Gathercole e Baddeley, 1990; van der Lely e Howard, 1993) e della Rappresentazione Lessicale (Bates, Bretherton e Snyder 1988; Bates e Goodman, 1999). Si intende perseguire tale obiettivo per mezzo del paradigma di ripetizione di parole, reali e non reali. Esperimento 1: Produzione della Morfologia Italiana Hanno partecipato 62 bambini di tre anni d’età. I risultati mostrano che la Memoria di Lavoro Fonologica ha un ruolo importante nella produzione morfologica. Inoltre, è stato riscontrato un legame tra Rappresentazione Lessicale e produzione morfologica. Esperimento 2: Produzione della Morfologia Inglese (esperimento effettuato presso la Purdue University, in collaborazione con il Prof. Leonard) È stato replicato l’esperimento precedente. Hanno partecipato 30 bambini di tre anni d’età. I risultati dimostrano che il ruolo della Memoria di Lavoro Fonologica è centrale nell’elaborazione della morfologia; al contrario, i risultati sulla Rappresentazione Lessicale lasciano aperti alcuni dubbi. Conclusione Studio 1 Lo studio ha dimostrato che la produzione morfologica necessita della Memoria di Lavoro Fonologica, ma essa non può spiegare l’intero processo produttivo; inoltre, la Rappresentazione Lessicale è molto importante per la produzione di sistemi morfologici complessi come quello Italiano. STUDIO 2: La Comprensione della Funzione Grammaticale di Numero (Singolare e Plurale) Poco si conosce sulla comprensione del singolare e plurale all’interno della morfologia; inoltre, la maggior parte degli studi si riferiscono alla lingua Inglese (Kouider et al., 2006; Schnoor e Newman, 2001; Soderstrom 2002). Per questa ragione, l’obiettivo di questo studio è di indagare l’informazione di numero (singolare e plurale) nella morfologia grammaticale Italiana. Esperimento 1: Prova dell’Indicare negli Articoli, Clitici e Verbi Hanno partecipato 71 bambini di tre anni d’età. Attraverso un compito in cui bisogna indicare un foglio, individuandolo tra due che differiscono per la quantità di oggetti o personaggi in esso rappresentati ([X] [XX]), sono state indagate le forme singolari e plurali. I risultati di questo esperimento non hanno chiarito se i bambini possiedono i concetti di singolare come di /una unità/ e di plurale come di /più di una unità/. Esperimento 2: Prova del Disegnare negli Articoli Hanno partecipato 17 bambini di tre anni e zero mesi d’età. L’obiettivo di questo esperimento è di indagare, attraverso l’utilizzo del disegno di oggetti, se il comportamento messo in atto dai bambini è governato dalla rappresentazione della quantità singolare e plurale. I risultati dimostrano che i bambini possiedono i concetti di singolare come /una unità/ e plurale come /più di una unità/. Esperimento 3 (Prova del Prendere negli Articoli) ed Esperimento 4 (Prova del Prendere nei Verbi) Nell’esperimento 3 hanno partecipato 71 bambini, suddivisi in tre gruppi d’età (3;0 – 4;0 – 6 anni) e 38 adulti; nell’esperimento 4 hanno partecipato 58 bambini (3;0 – 4;0 – 6 anni d’età) e 42 adulti. Viene utilizzato un compito in cui i bambini devono prendere degli oggetti posti all’interno di due piatti che variano per il numero di oggetti posti all’interno ([X] [XX]). I risultati confermano che i bambini a 3 anni possiedono una rappresentazione quantitativa di singolare e plurale. Solo dopo i 4 anni i bambini comprendono quale insieme di oggetti meglio si adatta all’informazione espressa dal morfema, non solo dal punto di vista quantitativo ma anche dal punto di vista referenziale-comunicativo Conclusione Studio 2 Questo studio dimostra che i bambini a 3 anni hanno una rappresentazione procedurale del morfema che si basa solo sull’informazione di quantità. Dopo i 4 anni avviene una ridescrizione (Karmiloff-Smith 1992) che permette di interpretare il morfema anche in relazione alle intenzioni comunicative espresse da quella categoria linguistica. CONCLUSIONE GENERALE L’elaborazione morfologica è un processo complesso che coinvolge in sé una moltitudine di aspetti cognitivi e linguistici. Dal confronto con i due studi, sono state ipotizzate 2 fasi nel processo d’acquisizione della morfologia: - Fase 1: l’elaborazione morfologia è legata ad abilità come la Memoria di Lavoro Fonologica; inoltre, l’uso procedurale del morfema è dipendente dal lessico. In questa fase, ogni funzione grammaticale del morfema ha uno sviluppo indipendente dalle altre funzioni. - Fase 2: Nel corso dello sviluppo si hanno una serie di Ridescrizioni Rappresentazionali che conferiscono al morfema uno stato polisemico, e che rendono l’uso del morfema più generale ed astratto in relazione alle funzioni del linguaggio e della comunicazione.
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Lamberti, Luca. "TSento: sviluppo di uno strumento per l'analisi del sentiment su risposte aperte nelle indagini di clima aziendale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Nel seguente elaborato viene introdotto il tema del clima aziendale e viene effettuata una analisi dei problemi legati ai metodi utilizzati nella rilevazione attuale del clima. In seguito viene descritto il processo di sviluppo del prodotto il cui scopo è di risolvere i principali problemi, prima evidenziati, e di fornire maggiori informazioni ai responsabili delle leve che influiscono sulla percezione dell'ambiente di lavoro da parte dei collaboratori. Nella definizione del processo si fa riferimento alle prove empiriche effettuate per determinare quale motore di analisi fosse il migliore, e quindi dei provvedimenti necessari a ridurre la percentuale di errore sotto una soglia accettabile. L'elaborato si conclude con la definizione del report finale e degli aspetti necessari per l'immissione del prodotto nel mercato come nome, logo e slogan.
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Junyent, Andrea Anahi. "Individual differences in Specific Language Impairment: profiles of preschoolers exposed to Italian." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422857.

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Abstract:
This dissertation explores Specific Language Impairment (SLI) through a single case and a group study aimed to define language profiles in children with SLI compared to typically developing children having the same chronological age or the same mean length of utterance (MLU). The single case study compared the morpho-syntactic characteristics of elicited and spontaneous production of a child with SLI to information provided by the literature about children with equivalent MLU. Results were scrutinised in the light of hypotheses which conceive SLI as an originally grammatical deficit. Delay was found in production of inflected verbs, in line with MLU, and was consistent with linguistic accounts. Delay found in production of direct and indirect object clitic pronouns as well as articles was unexpected based on the MLU and could only partially be explained by the linguistic hypotheses considered. The group study examined lexical, morpho-syntactic and textual skills in comprehension and production as well as phonological memory in 50 children with SLI (SLI group). In order to identify profiles, their performance was compared to age- and MLU-matched typically developing children (TD group); and subgroups of children with SLI were identified and compared. Moreover, relationships among language abilities and phonological memory were scrutinised in the overall group of children (SLI and TD groups). Statistical comparisons between the SLI group and the TD group revealed a complex pattern of impaired lexical and morpho-syntactic abilities as well as phonological memory; and partially preserved textual skills. Subgroups (in the SLI group) with the following characteristics were compared: both lexical and morpho-syntactic production mildly impaired; both lexical and morpho-syntactic production severely impaired; mildly impaired lexical production and severely impaired morpho-syntactic production. Results evinced different profiles in these subgroups regarding phonological memory, depending on the severity of the impairment in morpho-syntactic production exhibited by subgroups. This suggests a strong relationship between phonological memory and morpho-syntax in production. The specific relationships among language and phonological memory abilities were examined through regression analyses. Results showed phonological memory as the best predictor for language comprehension and production in the overall group of children, while belonging to the SLI or the TD group did not account for any extra variability. This suggested a strong relationship between phonological memory and language, independently of belonging to one group or the other. The second predictor was lexical comprehension, which predicted both morpho-syntactic and text comprehension in the overall group, while belonging to the SLI or the TD group did not explain any extra variability. These results suggested that language abilities in comprehension are hierarchically structured in SLI as in typical development, regardless belonging to one group or the other.
La seguente ricerca esplora i profili del Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) attraverso lo studio di un caso singolo e uno studio di gruppo, confrontandoli con quelli di bambini aventi la stessa età cronologica o la stessa lunghezza media dell‘enunciato (LME). Nello studio di caso singolo sono state comparate le caratteristiche morfosintattiche della produzione spontanea ed elicitata di un bambino con DSL con i dati in letteratura sulla produzione di bambini con LME equivalente. I risultati sono stati esaminati alla luce di ipotesi che concepiscono il DSL come un deficit di origine grammaticale. È stato trovato un ritardo nella produzione di verbi flessi, come atteso in base al livello di LME e in accordo con le spiegazioni linguistiche. Un ritardo inatteso per livello di LME è stato trovato nella produzione di pronomi clitici di oggetto diretto e indiretto e articoli, i quali hanno potuto essere spiegati solo parzialmente alla luce delle ipotesi considerate. Nello studio di gruppo, sono state esaminate la comprensione e produzione lessicale morfosintattica e testuale insieme alla memoria fonologica in 50 bambini con DSL (gruppo DSL). Allo scopo di identificare profili, le prestazioni del gruppo DSL sono state comparate con la performance di bambini con sviluppo tipico (gruppo ST) appaiati per età e per LME e sono stati identificati e confrontati sottogruppi di bambini con DSL. Inoltre, i rapporti fra le abilità linguistiche e la memoria fonologica sono stati esaminati nel gruppo totale di bambini (gruppi DSL e ST). Il confronto tra il gruppo DSL e TD ha mostrato, per il primo, un pattern complesso in cui le abilità lessicali, morfosintattiche e di memoria fonologica sono compromesse mentre le capacità testuali sono parzialmente preservate. Sono stati comparati sottogruppi (del gruppo DSL) con le seguenti caratteristiche: produzione lessicale e morfosintattica lievemente compromessa, produzione lessicale e morfosintattica severamente compromessa, e produzione lessicale lievemente compromessa e produzione morfosintattica severamente compromessa. I risultati per i sottogruppi hanno evidenziato diversi profili in relazione alla memoria fonologica, imputabili alla severità del deficit in produzione morfosintattica dei sottogruppi. Ciò suggerisce una forte relazione fra memoria fonologica e morfosintassi. I rapporti specifici fra abilità linguistiche e di memoria sono stati esaminati con analisi di regressione. I risultati hanno indicato che la memoria fonologica è il miglior predittore della comprensione e produzione linguistica nel gruppo totale di bambini, mentre l‘appartenenza al gruppo DSL or al gruppo TD non ha spiegato ulteriore variabilità. Ciò suggerisce una forte relazione fra memoria fonologica e linguaggio, indipendentemente dalla appartenenza a un gruppo o all‘altro. Il secondo migliore predittore è stato la comprensione lessicale, che ha predetto la comprensione morfosintattica e testuale nel gruppo totale, mentre l‘appartenenza al gruppo DSL o TD non ha spiegato ulteriore variabilità. Questi risultati suggeriscono abilità linguistiche gerarchicamente strutturate in comprensione a prescindere del gruppo di appartenenza.
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VALLE, ANNALISA. "Teoria della mente e ironia: il ruolo del contesto relazionale e delle conoscenze pregresse nella comprensione dell'ironia verbale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/284.

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Abstract:
Il presente lavoro prende in considerazione la comprensione dell'ironia verbale in bambini di età prescolastica e scolastica alla luce del suo legame con la teoria della mente (capacità di attribuire stati mentali a se' e agli altri e di prevederne il comportamento sulla base di tali stati) e con le abilità linguistiche dei soggetti. L'obiettivo è verificare quali fattori di tipo relazionale, contestuale e informativo aiutano i bambini nell'interpretare l'ironia verbale prima e dopo l'acquisizione di abilità mentalistiche complesse. Il primo studio si sofferma sulla differenza di status tra gli interlocutori (rapporto simmetrico e asimmetrico) e sulla qualità del legame di attaccamento del bambino con i suoi caregiver. La seconda ricerca approfondisce il ruolo delle conoscenze pregresse che i soggetti hanno a disposizione per comprendere l'enunciato ironico (conoscenze enciclopediche o episodiche) e il tipo di affermazione ironica (costituita da eco o allusione) in rapporto alle abilità mentalistiche e linguistiche. I risultati mostrano che i bambini si avvalgono di alcuni dei fattori individuati per comprendere l'ironia verbale anche prima dell'acquisizione di abilità mentalistiche complesse.
This work considers the verbal irony comprehension in school and preschool age children in the light of its link with theory of mind (the ability to impute mental states to the self and to the others as a way of making sense and predicting behaviour) and linguistic competences of subjects. The aim is to identify the relational, contextual and informative factors helping children to interpret verbal irony before and after the complex mentalistic abilities acquisition. The first study deals with status difference between talkers (symmetric and asymmetric relation) and characteristics of children relationship attachment with their caregivers. The second research elaborates on the role of previous knowledge of subjects to understand irony statement (encyclopaedic or episodic knowledge) and of ironic claim type (echoic or allusional) and the link with mentalistic and linguistic abilities. The results show that children use some of the detected factors to understand verbal irony also before the acquisition of complex theory of mind.
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VERNICH, LUCA ANTONIO TOMMASO. "CORRELAZIONI TRA SVILUPPO CONCETTUALE NELL'INFANZIA E ACQUISIZIONE DELLA PRIMA LINGUA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6170.

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Abstract:
L'obiettivo del presente lavoro è quello di esaminare criticamente le prospettive teoriche più note sul problema delle relazioni tra sviluppo concettuale del bambino ed acquisizione della prima lingua. Per quanto il lavoro si concentri in particolare sullo sviluppo della componente lessicale, ovvero sul legame tra concetti e apprendimento delle parole con cui gli stessi vengono codificati, verranno necessariamente trattati anche alcuni aspetti relativi alla competenza morfologica e sintattica. Dopo aver presentato sinteticamente le principali teorie proposte nell'ambito della linguistica acquisizionale e della psicologia dello sviluppo, procederemo ad una problematizzazione e discussione dei punti critici delle stesse alla luce dei risultati ottenuti in sede sperimentale negli ultimi anni. Partendo dalla consapevolezza che nell'ambito della linguistica, forse ancor più che in altre discipline, il contrasto tra impostazioni teoriche diverse si traduce spesso in discrepanze significative nell'interpretazione degli stessi dati empirici, abbiamo cercato di dare lo stesso spazio ai vari orientamenti teorici. L'obiettivo di questa tesi, infatti, non è quello di dare giudizi di merito sulla validità di una teoria in quanto tale rispetto ad un'altra, quanto di discutere in modo trasversale i nodi più problematici delle varie teorie e le implicazioni delle stesse. Questo intento è particolarmente evidente nelle conclusioni della tesi, strutturate intorno ad una serie di domande di ricerca.
This work provides a critical overview of the major theoretical perspectives on the relationships between conceptual development and first language acquisition. While our focus is on lexical development (ie. on the relation between learning a word and acquiring the relevant concept), we will also touch on some aspects which pertains more specifically to morphological and syntactical development. After briefly introducing the major theories developed in the field of first language acquisition and developmental psychology, we will discuss them in the light of experimental data collected in recent years. As the same empirical findings tend to be interpreted in completely different ways, in our work we tried to give voice to authors supporting different views. Our goal is not to assess the merits of these theores as such, but to take this comparison as an opportunity to discuss the implications and issues thereof. This will be particularly clear in the Conclusions of our work, which are structured as a series of research questions.
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De, Bernardis Mattia <1977&gt. "La questione percettiva in semiotica. Linee fondamentali e sviluppi della ricerca." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1091/1/Tesi_De_Bernardis_Mattia.pdf.

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Abstract:
This dissertation deals with the problems and the opportunities of a semiotic approach to perception. Is perception, seen as the ability to detect and articulate an coherent picture of the surrounding environment, describable in semiotic terms? Is it possibile, for a discipline wary of any attempt to reduce semiotic meaning to a psychological and naturalized issue, to come to terms with the cognitive, automatic and genetically hard-wired specifics of our perceptive systems? In order to deal with perceptive signs, is it necessary to modify basic assumptions in semiotics, or can we simply extend the range of our conceptual instruments and definitions? And what if perception is a wholly different semiotic machinery, to be considered as sui generis, but nonetheless interesting for a general theory of semiotics? By exposing the major ideas put forward by the main thinkers in the semiotic field, Mattia de Bernardis gives a comprehensive picture of the theoretical situation, adding to the classical dichotomy between structuralist and interpretative semiotics another distinction, that between homogeneist and etherogeneist theories of perception. Homogeneist semioticians see perception as one of many semiotic means of sign production, totally similar to the other ones, while heterogeneist semioticians consider perceptive meaning as essentially different from normal semiotic meaning, so much so that it requires new methods and ideas to be analyzed. The main example of etherogeneist approach to perception in semiotic literature, Umberto Eco’s “primary semiosis” is then presented, critically examined and eventually rejected and the homogeneist stance is affirmed as the most promising path towards a semiotic theory of perception.
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Books on the topic "Sviluppo del linguaggio"

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D'Amico, Simonetta, and Antonella Devescovi. Psicologia dello sviluppo del linguaggio. Bologna: Il mulino, 2013.

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Origine e sviluppo del linguaggio, fra teoria e storia: Atti del XV congresso nazionale, Arcavacata di Rende (CS), 15-17 settembre 2008. Roma: Aracne, 2008.

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Megale, Teresa, ed. Contesti teatrali universitari. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-606-0.

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Abstract:
Il volume è il rendiconto dell’attività teatrale della Compagnia universitaria e in specie del progetto di residenza artistica Ri_Nascite che, finanziato dal Dipartimento della Gioventù_Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani, realizzato in collaborazione con il Comune di Prato, ha esplorato nuove dinamiche e rinsaldato il rapporto tra l’istituzione universitaria e la città di Prato per il tramite della compagnia universitaria ‘Binario di Scambio’, che proprio agli ex-Macelli debuttò nel 2007. Il libro a più voci raccoglie contributi originali di autori, attori e registi e riflette sull’esperienza collettiva che ha portato ad Officina, spazio nodale per la creatività giovanile, un programma articolato in diverse attività, per ragionare sulla pluralità dei punti di vista, sulle aree di intervento e sugli obiettivi intorno ai quali si sviluppano le possibilità del linguaggio teatrale oggi. La residenza artistica della compagnia teatrale ‘Binario di Scambio’, estesa tra ottobre 2012 e marzo 2013, ha prodotto quattro nuove produzioni della giovane formazione universitaria, un cartellone di incontri, e tre laboratori di carattere più strettamente formativo, dai quali sono scaturite occasioni sicure di crescita e di consapevolezza collettiva. Premio nazionale 'Cultura di gestione' di Federculture
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Saint, Sanjay, Sarah Krein, and Robert W. Stock. La prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza. Edited by Alessandro Bartoloni, Gian Franco Gensini, Maria Luisa Moro, and Gian Maria Rossolini. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-331-5.

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Abstract:
Quasi 2 milioni di americani sviluppano ogni anno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria e circa 100.000 di loro, per questo motivo, muoiono. Eppure queste infezioni sono ragionevolmente prevenibili attraverso l’adozione e l’attuazione di interventi, basati sull’evidenza, per il miglioramento della qualità delle attività di prevenzione delle infezioni, ma ancora troppi membri del personale ospedaliero si oppongono a queste iniziative. Esiste un know-how tecnico per la prevenzione delle infezioni, ma l’umano problema dell’adattamento spesso non viene trattato e rimane irrisolto. Questo libro è stato pensato per rispondere a tale sfida. In uno stile scorrevole e in un linguaggio semplice, il libro conduce i lettori attraverso una descrizione passo passo di come un intervento per il miglioramento della qualità potrebbe attuarsi in un ospedale modello, individuando i possibili ostacoli e offrendo strategie pratiche per superarli. Il testo si avvale della vasta esperienza clinica personale degli autori, arricchita da esempi, aneddoti e semplici indicazioni pratiche.
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Dhunpath, Rubby. Archeologia di una ONG per lo sviluppo del linguaggio: Lo scavo dell'identità organizzativa. Edizioni Sapienza, 2021.

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Valotto, Luca. Basta Menzogne! Guida Pratica e Veloce Al Linguaggio Del Corpo, Sviluppa una Comunicazione Non Verbale Efficace. Independently Published, 2019.

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Book chapters on the topic "Sviluppo del linguaggio"

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Benso, Francesco. "Sistema attentivo esecutivo: osservazioni critiche e sviluppo." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 41–84. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_4.

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2

Sabbadini, Letizia. "Lo sviluppo motorio e prassico in età evolutiva." In Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, 17–22. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5349-6_2.

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Conference papers on the topic "Sviluppo del linguaggio"

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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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