Academic literature on the topic 'Studio Valle'

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Journal articles on the topic "Studio Valle"

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Lloyd, John, Neil Christie, and Gary Lock. "From the mountain to the plain: landscape evolution in the Abruzzo. An interim report on the Sangro Valley Project (1994–5)." Papers of the British School at Rome 65 (November 1997): 1–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010576.

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Abstract:
DALLA MONTAGNA ALLA PIANURA: EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO IN ABRUZZO. UN RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO DELLA VALLE DEL SANGRO 1994–95Questo rapporto discute le metodologie ed i principali ritrovamenti delle prime due stagioni del progetto della Valle del Sangro, tuttora in corso. Il progetto, organizzato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dalle Università di Leicester e di Oxford, ha lo scopo di esaminare i dati archeologici, architettonici, etnografici ed ambientali per l'alta e la media/bassa valle, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo svolto dalla piccola città e dal villaggio in una varietà di paesaggi in un periodo che va dall'arcaico all'alto medioevo (ca 600 a.C. – 900 d.C.).Gli scavi di siti arcaici e successivi in Val Fondillo — nell'alta valle — e dell' oppidum ellenistico e romano di Monte Pallano nella media valle sono di grande importanza per la conoscenza dell'epoca sannita e di quella romana, mentre nomi di luoghi (quale Fara) e resti di castelli (quale la Rocca Intramonti) forniscono un'iniziale guida allo studio degli schemi insediativi alto medievali e medievali. La ricognizione ha cominciato a fornire un quadro dettagliato dell'occupazione dell'area gravitante su questi siti, con l'analisi CAD e GIS come elemento centrale di questo studio. Una notevole importanza è stata anche data ad uno studio etnografico volto alla comprensione del ruolo della transumanza (un elemento tradizionale dell'economia regionale) e la sua relazione con gli antichi sistemi insediativi e di uso del territorio.
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Gracola, Federico. "Giuseppe Gurrieri Studio. Casa ACO, Martina Franca." Firenze Architettura 27, no. 1-2 (January 30, 2024): 80–91. http://dx.doi.org/10.36253/fia-15073.

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Abstract:
La lettura del luogo come fondamento delle decisioni architettoniche è il punto di partenza del progetto di Giuseppe Guerrieri per il recupero e l’ampliamento di due edifici rurali, composti da lamie e trulli, situati nel cuore della campagna della Valle d’Itria, in Puglia. L'indagine progettuale si concentra sull'integrazione di elementi moderni in un contesto ricco di storia, mirando a mantenere un dialogo tra il nuovo e l'antico, evidenziando la continuità e la rinnovazione e sottolineando l'importanza delle preesistenze. L’interazione tra luce, spazio e materiali crea un'armonia tra il passato e il presente. The reading of place as the basis for architectural decisions is the cornerstone of Giuseppe Guerrieri's design for the renovation and expansion of two rural buildings which include a two-coned trullo with the traditional vaulted ceiling, or lamia, located in the heart of the countryside of the Itria Valley in Apulia. The project research focuses on the inclusion of modern elements into a context that is steeped in history, thus aiming to establish a dialogue between the new and the old, highlighting continuity and renewal while emphasising the importance of the pre-existing structures. The interaction between light, space and the materials used creates a harmony between the past and the present.
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Skeates, Robin. "Prehistoric chert exploitation in the Valle del Cesolone (Macerata): a Preliminary project report." Papers of the British School at Rome 71 (November 2003): 1–15. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002385.

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Abstract:
LO SFRUTTAMENTO DELLA SELCE IN ETÀ PREISTORICA NELLA VALLE DEL CESOLONE (MACERATA): RELAZIONE PRELIMINAREQuesto articolo descrive i risultati di un progetto diretto dall'autore tra il 1992 e il 1995, volto allo studio del procacciamento di selci in età preistorica, della produzione di utensili e dello scambio di attivita grave;esercitate nell'area dell'importante risorsa di pietra siliceà alia sommita della Valle del Cesolone, vicino Serrapetrona (Macerata). Il progetto è iniziato con l'esame delle pubblicazioni di fine XIX e inizio XX secolo delle ricerche archeologiche effettuate sul campo e delle collezioni museali di manufatti realizzati nella valle. É poi proseguito con tre stagioni di ricognizioni sul campo che hanno confermato l'interpretazione originale di Gnoli del sito di Torre Beregna, come luogo di approvvigionamento della selce e di produzione di manufatti, e soprattutto di produzione ed esportazione di grandi lame, databili all'Eta del Bronzo e all'Etá del Rame. Le ricognizioni sul campo hanno inoltre fornito nuovi dettagli sulle sequenze di riduzione dei nuclei impiegati nelle zone di procacciamento, e identificato alcune differenze nella produzione più tarda di manufatti in selce e nel consumo nella valle.
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Farina, Laura. "COLEOPTERA (CARABIDAE, CHRYSOMELIDAE) E LEPIDOPTERA (HESPERIOIDEA, PAPILIONOIDEA) DELLA VALLE DELLA NAVA (PROVINCIA DI LECCO, LOMBARDIA, ITALIA)." Fragmenta Entomologica 43, no. 2 (October 31, 2011): 187. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2011.46.

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Abstract:
Nel presente lavoro sono riportate le attuali conoscenze faunistiche riguardanti i Coleoptera (Carabidae, Chrysomelidae) e i Lepidoptera (Hesperioidea, Papilionoidea) della Valle della Nava (Provincia di Lecco, Italia). Viene documentata l’attuale situazione ambientale in un’area ancora scarsamente soggetta alla pressione antropica, tramite lo studio delle comunità di questi gruppi tassonomici. Indagini analoghe hanno dimostrato in più di un caso di essere adatte ad evidenziare gli effetti dell’alterazione ambientale di un determinato territorio, consentendo di ricavare utili informazioni per la gestione degli habitat in esso presenti (Thiele 1977; Brandmayr 1983; Pizzolotto 1994, Balletto et al. 1982a, 1982b). I dati provengono da 7 anni di ricerche entomologiche effettuate con svariate tecniche di raccolta, a cui si aggiungono alcuni dati inediti ricavati dall’esame della collezione Brivio conservata presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. È stata rilevata la presenza di 180 specie (68 di Carabidae, 72 di Chrysomelidae, 40 di Lepidoptera Hesperioidea, Papilionoidea). Considerata la piccola dimensione dell’area di studio (circa 75 ettari) i dati ottenuti sono particolarmente indicativi e interessanti. Vengono infine esposte alcune considerazioni zoogeografiche e ecologiche.
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Busato, Enrico, Luca Bertignono, Ilaria Brunet, Francesca Madormo, and Alberto Alma. "Coleotteri Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta." Memorie della Società Entomologica Italiana 92, no. 1-2 (December 15, 2015): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2015.3.

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Abstract:
Nell’ambito di uno studio sulla biodiversità animale e vegetale relativa a 11 macroaree della Regione Valle d’Aosta comprendenti agroecosistemi (vigneto e meleto) ed ecosistemi naturali o seminaturali, particolare attenzione è stata rivolta ai Coleotteri Carabidi, insetti da tempo ampiamente utilizzati come bioindicatori per i loro adattamenti ad ambienti peculiari e differenziati. Le indagini sono state condotte con cadenza decadale, da aprile a novembre nel triennio 2006-2008. Per ogni macroarea, 3 trappole a caduta sono state disposte lungo la diagonale di ogni unità campione. Inoltre, raccolte a vista sono state realizzate con periodicità mensile. Per l’elaborazione dei dati è stato adottato l’indice di biodiversità di Shannon-Wiener. Nei 3 anni sono stati censiti più di 21.000 individui per un totale di 88 specie. La carabidofauna è risultata composta da specie a vasta geonemia, con distribuzione in prevalenza asiatico-europea, sibirico-europea o europea. L’indice di Shannon-Wiener ha toccato valori elevati in diverse aree. Questi dati indicano che la Valle d’Aosta, all’interno di alcuni agroecosistemi (vigneto e meleto), conserva un ottimo livello di qualità ambientale che è indubbiamente legato a un’oculata gestione agronomica dei trattamenti fitosanitari e alla presenza di numerose fasce di incolti e di boschi stabili, che formano una striscia continua tra gli appezzamenti coltivati e fungono da corridoio ecologico e importante zona di rifugio per i Coleotteri Carabidi.
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Dubet, François, Marie Duru-Bellat, and Antoine Vérétout. "Le diseguaglianze scolastiche a monte e a valle. Organizzazione scolastica e influenza dei titoli di studio." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 50–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120004.

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Abstract:
Ovunque la scuola riproduce la disuguaglianza sociale risultando piů favorevole per gli studenti socialmente e culturalmente avvantaggiati. Tuttavia questa "legge" č troppo generica per spiegare le forti variazioni del livello di riproduzione sociale rilevata tramite confronti internazionali. Sulla base di tali indagini, il saggio illustra innanzitutto che tali variazioni non sono spiegate direttamente dalla portata delle disuguaglianze sociali, ma occorre fare riferimento ad altri due fattori. Il primo ha a che fare con l'organizzazione dei sistemi scolastici, la quale incrementa o attenua gli effetti della disuguaglianza sociale sulle disuguaglianze scolastiche. Il secondo si colloca a valle della scuola ed ha a che fare con l'intensitŕ dell'influenza dei titoli di studio sull'accesso alle diverse posizioni sociali; in tal senso si mostra che tanto piů tale influenza č forte, tanto piů sono marcate le diseguaglianze di istruzione e rigida la riproduzione delle diseguaglianze sociali. In definitiva č il ruolo assegnato alla scuola dalle varie societŕ che determina il livello della riproduzione sociale. A partire dalle risultanze dello studio illustrato, condotto su un campione di paesi, che analizza dati a livello aggregato sarebbe molto utile effettuare approfondimenti qualitativi complementari per comprendere come opera la riproduzione sociale.
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Della, Lucia Maria, and Federica Buffa. "Il ruolo dell'attore pubblico e della destination management organisation nel marketing delle destinazioni community-type. Uno studio esplorativo." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (December 2011): 63–80. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004006.

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Abstract:
Il marketing territoriale sostiene la forza competitiva delle destinazioni turistiche facendo leva sulla capacitÀ dei territori di esprimere una strategia condivisa. Nelle destinazioni community-type, la frammentazione dell'offerta rischia di limitare le opportunitÀ strategiche di tale strumento ed identifica nell'e nellai soggetti capaci di conferire una dimensione sistemica al territorio in quanto presupposto per elaborare una strategia turistica condivisa. Il paper offre un contributo scientifico al tema indagando, da un lato, il ruolo di tali soggetti nel marketing territoriale della Valle di Fassa in quanto tipico esempio di destinazione community-type, dall'altro, le implicazioni del destination marketing sulla competitivitÀ delle imprese alberghiere della valle.
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Longo, Antonio. "Milano e il Lambro: il fiume in città e la possibile gestione di un progetto di spazi aperti." TERRITORIO, no. 101 (March 2023): 82–92. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-101010.

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Abstract:
Lo studio di fattibilità ReLambro per il sistema degli spazi aperti e la connessione ecologica della valle urbana del fiume Lambro Milanese, sviluppato a partire dal 2012, ha portato attenzione sul tema del fiume in città e generato diverse iniziative di progettazione e interventi lungo il corso del fiume e nell'ambito dell'est milanese, oggi ancora in corso. Promosso da ersaf, insieme al Politecnico di Milano, al Comune di Milano e ad altri partner su finanziamento di Fondazione Cariplo, lo studio è divenuto parte del programma di sviluppo dei Contratti di fiume coordinato dallo stesso ente regionale, e ha quindi rappresentato un campo di sperimentazione e di osservazione delle modalità di progetto e di gestione della politica regionale, evidenziandone limiti e potenzialità.
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Bacci, Elice, Giancarlo Cotella, and Elisabetta Vitale Brovarone. "La sfida dell'accessibilità nelle aree interne: riflessioni a partire dalla Valle Arroscia." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 77–85. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096007.

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Abstract:
Nelle aree rurali e montane ‘interne', la riflessione sull'accessibilità implica un cambio di prospettiva rispetto ai contesti più propriamente urbani. Migliorare l'accessibilità di questi territori significa agire su più fronti, non solo potenziando l'offerta di mobilità ma anche agendo sul capitale territoriale locale, (ri)portando servizi, conoscenza e forme di interazione. La Strategia Nazionale per le Aree Interne (snai) muove in questa direzione, promuovendo un approccio place-based fondato da un lato sulla dotazione delle precondizioni strutturali per lo sviluppo territoriale (ivi compresa l'accessibilità), dall'altro sullo sviluppo locale. A partire dal caso studio della Valle Arroscia, analizzata nell'ambito del progetto di ricerca espon urruc e scelta come area progetto della snai in Liguria, il contributo esplora i temi e le sfide peculiari per l'accessibilità nelle aree interne e riflette sulle future prospettive di sviluppo.
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Patterson, Helen, Helga Di Giuseppe, and Rob Witcher. "Three South Etrurian ‘crises’: first results of the Tiber Valley Project." Papers of the British School at Rome 72 (November 2004): 1–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002658.

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Abstract:
LE TRE ‘CRISI’ DELL'ETRURIA MERIDIONALE: RISULTATI PRELIMINARI DEL PROGETTO VALLE DEL TEVERECon questo articolo si intende fornire un resoconto preliminare su alcuni dei risultati principali del progetto Valle del Tevere condotto dalla British School at Rome. Il lavoro si concentra sui risultati attenuti dal riesame dei materiali raccolti in occasione della South Etruria Survey e illustra come questi consentano di rivedere le precedenti interpretazioni proposte. Sono stati scelti tre casi-studio al fine di dimostrare come il progetto stia consentendo di ripensare i cambiamenti dei paesaggi della Media Valle del Tevere e, in particolare, di collocarli nel contesto del continuo e mutevole rapporto con Roma, durante i periodi storici di supposta ‘crisi’: il V–IV secolo a.C, il II secolo a.C. e il tardoantico–alto medioevo. Ogni periodo mostra differenti gradi di continuità e cambiamenti. Si è preferito pertanto adottare un termine neutrale come ‘trasformazione’, piuttosto che ‘crisi’ e situare ognuno di questi cambiamenti all'interno di una più lunga prospettiva storica e di una più ampia struttura interpretativa.
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Dissertations / Theses on the topic "Studio Valle"

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Mazzanti, Marco. "Studio mineralogico-petrografico di ofioliti nella valle del Sillaro, Appennino Bolognese." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10849/.

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Abstract:
La tesi si occupa dello studio di affioramenti ofiolitici lungo la Valle del Sillaro (Castel S. Pietro Terme, BO) all’altezza della località Villa di Sassonero. Le rocce sono state campionate in sito per essere poi analizzate in laboratorio con diverse tecniche: osservazioni delle sezioni sottili e microanalisi al SEM (microscopio elettronico a scansione). Sono stati raccolti un totale di otto campioni. Da questi si sono ricavate sette sezioni sottili ed una sezione lucida. Ognuno di questi campioni si è dimostrato molto alterato e tettonizzato, cosa prevedibile già dal rilevamento in campagna dato che la maggior parte delle rocce campionate tendevano molto facilmente a sgretolarsi. Le rocce si sono dimostrate essere brecce, serpentiniti e basalti. Osservando le sezioni sottili si è potuto notare che alcuni campioni risultavano completamente impregnati di calcite, in altri i minerali originali (come le olivine e i pirosseni) sono stati totalmente sostituiti e di loro restano a malapena pochi relitti, in altri ancora era presente una diffusa ossidazione. Dalla microanalisi della sezione di un basalto è emersa la completa albitizzazione dei plagioclasi ed è stata stabilita la natura fondamentalmente augitica dei pirosseni.
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Romagnoli, Silvia. "Necropoli di Valle Trebba ( Spina). Studio del settore meridionale del "Dosso E"." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424651.

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Abstract:
The Etruscan necropolis of Valle Trebba (Spina). Study of the southern part of "Dosso E". The Research topic, which is part of a broader project of the Chair of Etruscology and Italic Archaeology of the Bologna University, involves the whole necropolis of Valle Trebba of the Etruscan port city of Spina. This research is the study of a topographically coherent batch of 196 graves located in the southern part of Dosso E of the necropolis. The main goals are the study of grave goods and the concerning funerary and spatial analysis of the area. There's no relation between the consecutive numbering of the graves and their topographic location, so it became necessary to revise and update the plan of the entire necropolis, in order to carry out a proper division of the next batch of tombs, that will be the subject of future studies. This analysis and the planimetric reconstruction was not included among the first objectives of the work, so it was added during the execution and it represents an essential part of the research. The study of grave goods had resulted into the collection of a great amount of archival, graphical, and photographic data, all of them found in the Archives of Superintendence for Archaeological Heritage of Emilia Romagna. These informations have been merged into a database, using the same structure as the one used for other etruscan-padan burial contexts, for instance Bologna and Adria. This database was then completed with the systematic and analytic indexing of the findings preserved at the National Archaeological Museum of Ferrara. The retrieved informations were elaborated into an index of funerary contexts, which were reconstructed into their original disposition: then it was possible to define a better periodization of the funerary area, which chronological range spans between the late VIth and the full IIIrd century B.C. The study of archival information has also enabled a revision of the planimetry of the area (the excavation zones) and a new visual reconstruction of the ancient landscape of the necropolis, in particular of the geomorphological aspect, which is functional for the spatial analysis of the burials. This has reconstructed the ancient morphology of the hill, which appeared as a sandy compact cord, with a highest median ridge starting from the center to the southern tip of the hill, bounded on the north by a flat area characterized by the presence of an ustrina. The obtained data were then processed by performing an analysis of the funerary contexts and, for the first time, also by analyzing the dynamics of occupation of the funeral area: this will led to a understanding of the changes of funerary rituals in time and to the identification of funerary plots. This has led to an explanation of specific forms of funerary rituals, identifying elements of continuity and discontinuity. The study of the dynamics of occupation shows that the oldest tombs were placed on the axis of the hill, and all around them were then located all the other tombs, especially of burial ritual, for most of the Vth century. B.C. Then other aggregation groups were identified in the southernmost part of the hill, along the line of the east coast, in the area occupied by the ustrina (probably at a latter time after its use in relation to the oldest tombs of late VIth – early Vth century B.C.), located on the axis of the hill; in the end, a last group to the northern limit of the study area, on a small rise in the north that closed off the flat area occupied by the ustrina. The study of the location of the graves and the dynamics of occupation over time, combined with the geomorphological reconstruction of the hill, also allowed to suppose trade domestic routes, in a possible connection with two landings located on the eastern edge. Finally, this framework allowed to define the basic outlines of the type and forms of funerary rituals of the area from the late VIth to the full IIIrd century B.C., recognizing their changes and evolutions. The plan of the whole necropolis was carried out as part of the kits' study, with every single tomb discovered from 1922 to 1936. To date, there are in fact only partial planimetric processing of the necropolis, which are often limited to the sector that delivered the greater number of tombs, field 52 of Zone I. In scientific literature there is a partial absence of topographic studies of the necropolis, here offset by a very thorough documentation of the excavation, consisting mainly by Excavation Diaries The new plan of the necropolis of Valle Trebba here presented was drafted informatically using the plan (developed by A. Rosa in 1993) preserved in the archives of the National Archaeological Museum of Ferrara as a starting point, which showed the location of the graves in Zone I and in part of Zone II. We then proceeded checking the graves' location on the plant and the integration of missing burials on the basis of a careful reading of the excavation documentation described above. In the end we have the complete plan of all the 1215 tombs, divided into three areas marked by drainage canals. The plan, as a starting point for the study of Valle Trebba, not only shows the position of the graves, but also as much data it was possible to bring schematically on the plant: it shows the type and orientation of the tombs, the excavations and the related outcomes, the presence of areas with traces of looted tombs, the limits and the trend of sandy hillocks, whether they are written in the Excavation Diaries or deducted from the location of tombs. The plan also shows possible interventions of bumps delimitations, and finally the areas recognized at the time of the excavation as ustrinae.
Necropoli etrusca di Valle Trebba (Spina). Studio del settore meridionale del “Dosso E”. Tema della ricerca, che rientra in un progetto di più ampio respiro della Cattedra di Etruscologia e Archeologia Italica dell'Università di Bologna che coinvolge l'intera necropoli di Valle Trebba della città portuale etrusca di Spina, è lo studio di un lotto di 196 tombe topograficamente coerente situato nella parte meridionale del Dosso E della necropoli. Obiettivi primari della ricerca sono lo studio dei corredi funerari di quest'area selezionata e la relativa analisi funeraria e spaziale. Inoltre, essendo nota la mancanza di relazione tra la numerazione progressiva delle tombe e la loro dislocazione topografica, si è resa subito necessaria una revisione ed un aggiornamento della planimetria dell'intera necropoli, in modo da poter procedere ad una corretta divisione dei prossimi lotti di tombe che saranno in futuro oggetto di studio. Tale analisi e ricostruzione planimetrica, pur non essendo inclusa fra gli obiettivi iniziali di lavoro, è quindi stata aggiunta in corso d'opera e rappresenta parte sostanziale della ricerca. Lo studio dei corredi ha comportato la raccolta di una grande quantità di informazioni di natura archivistica, grafica, fotografica, reperite presso gli Archivi delle sedi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, poi confluite in un database, la cui struttura è ripresa da quello già usato per lo studio delle altre realtà funerarie di ambito etrusco-padano, nella fattispecie Bologna e Adria. Tale database è stato quindi completato con la schedatura sistematica e analitica dei reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. In particolare, le informazioni così raccolte sono state rielaborate in un Catalogo dei contesti funerari, che sono stati ricostruiti nella loro composizione originaria. In questa maniera è stato possibile definire una periodizzazione più puntuale dell'area funeraria in esame, il cui range cronologico è compreso tra la fine del VI e il pieno III sec. a.C. Lo studio delle informazioni d'archivio ha inoltre permesso, oltre ad una rielaborazione planimetrica dei settori di scavo della necropoli oggetto di studio, una inedita proposta di restituzione del paesaggio antico, in particolare dell'aspetto geomorfologico, funzionale all'analisi spaziale delle sepolture medesime. Si è così ricostruita l'antica morfologia del dosso, che doveva apparire come un cordone sabbioso compatto, con una spina mediana più elevata a partire dal centro fino alla punta meridionale dello stesso, delimitata a nord da un'area pianeggiante caratterizzata dalla presenza di un'ustrina. I dati ricavati sono stati quindi elaborati eseguendo una analisi dei corredi e, per la prima volta, anche delle dinamiche di occupazione dell'area funeraria, finalizzate alla definizione delle forme di ritualità funeraria spinetiche in diacronia e all'individuazione di plots funerari. Si è così arrivati all'enucleazione di specifiche forme di ritualità funeraria, individuando elementi di continuità e discontinuità. Lo studio delle dinamiche di occupazione ha rilevato come sull'asse del dosso si posizionassero le sepolture più antiche, caratterizzate dal rito crematorio, attorno alle quali si andarono a disporre tutte le altre sepolture, soprattutto ad inumazione, per la maggior parte del V sec. a.C. Altri gruppi di aggregazione sono poi stati individuati nella parte più meridionale del dosso, lungo la linea di costa orientale; nell'area occupata dall'ustrina, probabilmente in un momento successivo al suo utilizzo in relazione alle tombe più antiche di fine VI-inizi V sec. a.C. localizzate sull'asse del dosso; infine un ultimo gruppo al limite settentrionale dell'area in esame, su un piccolo rialzo del dosso che chiudeva a nord l'area pianeggiante occupata dall'ustrina. Lo studio della dislocazione delle tombe e delle dinamiche di occupazione nel corso del tempo, unito alla ricostruzione geomorfologica del dosso, ha permesso inoltre di ipotizzare vie di percorrenza interna, probabilmente in connessione con due approdi situati sul margine orientale. Infine, questo quadro articolato ha permesso così di definire le linee fondamentali delle forme di ritualità dell'area funeraria dalla fine del VI al pieno III sec. a.C., riconoscendone cambiamenti ed evoluzioni. Contestualmente allo studio dei corredi, è stata realizzata la planimetria di tutta la necropoli di Valle Trebba con tutte le tombe scoperte dal 1922 al 1936. Ad oggi sono infatti presenti solo elaborazioni planimetriche parziali della necropoli, le quali spesso si limitano al settore che ha restituito il maggior numero di tombe, ovvero al campo 52 della Zona I. Ad una parziale assenza nella letteratura scientifica di studi topografici sulla necropoli, si contrappone una documentazione di scavo molto accurata, costituita in primo luogo dai Giornali di Scavo. La nuova planimetria della necropoli di Valle Trebba qui presentata è stata redatta in maniera informatica utilizzando come base di partenza la planimetria conservata presso l’archivio del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, elaborata da A. Rosa nel 1993, la quale mostrava la dislocazione delle tombe nella Zona I e in parte della Zona II. Si è quindi proceduto con la verifica della posizione delle tombe sulla pianta e l'integrazione delle sepolture mancanti sulla base di una attenta lettura della documentazione di scavo sopra descritta, arrivando ad avere così la planimetria completa di tutte le 1215 tombe divise in 3 zone scandite dai canali di bonifica. La planimetria, quale punto di partenza per lo studio di Valle Trebba, non mostra solamente la posizione delle tombe, ma quanti più dati è stato possibile riportare schematicamente sulla pianta: la tipologia e l’orientamento delle tombe, i saggi di scavo ed i relativi esiti, l’eventuale presenza di zone che recano tracce di tombe saccheggiate, i limiti e l’andamento dei dossi sabbiosi, che siano essi esplicitati nei Giornali di Scavo o dedotti dalla dislocazione delle tombe, eventuali interventi di delimitazione dei dossi, ed infine le aree riconosciute al momento dello scavo come ustrinae.
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Vescovi, Carlo Andrea. "A CONFRONTO - strategie di rigenerazione del tessuto industriale, il caso studio della Bassa Valle del Foglia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21434/.

Full text
Abstract:
Il tessuto industriale sta iniziando oggi un percorso di deterioramento e abbandono, dettato dall’obsolescenza delle strutture e dall’evoluzione dell’economia. Tali processi hanno ricadute negative sull’ambiente limitrofo ma rappresentano una possibilità di rigenerazione che la società contemporanea può sfruttare a suo favore. Questa tesi dimostra come sia possibile trasformare le aree industriali creando nuovi spazi urbani. Gli obiettivi principali del lavoro sono: 1. connettere, creare nuovi rapporti tra ambiti industriali e quelli naturali; 2. percepire, collegare visivamente attraverso elementi riconoscibili in modo coerente l’immagine della città; 3. adattare, aumentare la resilienza degli ambiti urbani permettendo allo stesso tempo un’elevata fruizione dell’ambito fluviale. La tesi tratta principalmente un carattere urbano: il limite, ossia quell’elemento che delimita un luogo, ne identifica la sua fine. Partendo da un’analisi generale della Bassa Valle del Foglia la tesi si concentra sull’area studio dell’area produttiva zona Tombaccia, una delle più antiche della città e vicina al centro urbano. La demolizione selettiva degli edifici a basso indice di trasformazione e l’innesto di nuovi dispositivi naturali nel tessuto antropico permettono la completa trasformazione dell’area. Viene proposta una strategia multi temporale che tiene conto sia di dinamiche territoriali sia di dinamiche locali. Nello specifico il lavoro di tesi si concentra sul progetto compositivo dell’area, capendone le dinamiche esistenti e plasmandone le nuove. Il progetto dell’area studio è fondamentale per estrapolare dei principi generali applicabili poi a vasta scala e presenta delle linee guida, dei principi strategici, applicabili a aree con caratteristiche simili. Quella che viene qui proposta è una possibilità concreta e pragmatica di trasformazione delle aree industriali che tiene conto delle necessità attuali senza mai trascurare la coerenza che la città contemporanea richiede.
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DOMENEGHETTI, DANIELE. "Studio del profilo polifenolico ed aromatico di vini rossi da vitigni di antica coltivazione della Valle d'Aosta." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/73.

Full text
Abstract:
La Valle d'Aosta, pur non avendo grandi superfici destinate alla viticoltura, è caratterizzata dalla presenza di un ricco patrimonio ampelografico di cui fanno parte dodici varietà autoctone a bacca rossa: Bonda, Cornalin, Crovassa, Fumin, Mayolet, Ner d'Ala, Petit rouge, Premetta, Roussin, Roussin de Morgex, Vien de Nus e Vuillermin. Malgrado i numerosi vitigni menzionati, nella produzione dei vini a D.O.C troviamo in prevalenza il Petit rouge e poche altre varietà che, nell'insieme, rappresentano circa il 34% della produzione totale. Al fine di implementare la presenza di prodotti tipici che esprimano i caratteri distintivi della zona di provenienza sono state approfondite le conoscenze dei vitigni autoctoni per evidenziarne le attitudini e le potenzialità per la produzione di vini rossi di qualità. Allo stesso scopo sono stati valutati gli effetti dell'applicazione di alcune tecniche di vinificazione alternative sull'espressione dei caratteri qualitativi del Petit rouge, le cui uve sono da tempo vinificate in purezza o in assemblaggi nella produzione di vini a D.O.C.
Aosta Valley has a little viticulture surface and it is characterised by a rich ampelographic collection including the following twelve red grape autochthonous varieties: Bonda, Cornalin, Crovassa, Fumin, Mayolet, Ner d'Ala, Petit rouge, Premetta, Roussin, Roussin de Morgex, Vien de Nus e Vuillermin. Only the 34% of the D.O.C. wine production is represented by some of the above mentioned cultivars, in particular the Petit Rouge, despite of the huge number of cultivars. The Petit rouge is used in purity or in miscellaneous in the D.O.C. wine production. In order to implement the presence of typical products, this study was carried out to evaluate the aptitude of Aosta Valley ancient grapes to produce quality red wines. Moreover to improve quality of the most diffused Aosta Valley red wine the effects of some alternative winemaking were evaluated on the Petit rouge characters.
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DOMENEGHETTI, DANIELE. "Studio del profilo polifenolico ed aromatico di vini rossi da vitigni di antica coltivazione della Valle d'Aosta." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/73.

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Abstract:
La Valle d'Aosta, pur non avendo grandi superfici destinate alla viticoltura, è caratterizzata dalla presenza di un ricco patrimonio ampelografico di cui fanno parte dodici varietà autoctone a bacca rossa: Bonda, Cornalin, Crovassa, Fumin, Mayolet, Ner d'Ala, Petit rouge, Premetta, Roussin, Roussin de Morgex, Vien de Nus e Vuillermin. Malgrado i numerosi vitigni menzionati, nella produzione dei vini a D.O.C troviamo in prevalenza il Petit rouge e poche altre varietà che, nell'insieme, rappresentano circa il 34% della produzione totale. Al fine di implementare la presenza di prodotti tipici che esprimano i caratteri distintivi della zona di provenienza sono state approfondite le conoscenze dei vitigni autoctoni per evidenziarne le attitudini e le potenzialità per la produzione di vini rossi di qualità. Allo stesso scopo sono stati valutati gli effetti dell'applicazione di alcune tecniche di vinificazione alternative sull'espressione dei caratteri qualitativi del Petit rouge, le cui uve sono da tempo vinificate in purezza o in assemblaggi nella produzione di vini a D.O.C.
Aosta Valley has a little viticulture surface and it is characterised by a rich ampelographic collection including the following twelve red grape autochthonous varieties: Bonda, Cornalin, Crovassa, Fumin, Mayolet, Ner d'Ala, Petit rouge, Premetta, Roussin, Roussin de Morgex, Vien de Nus e Vuillermin. Only the 34% of the D.O.C. wine production is represented by some of the above mentioned cultivars, in particular the Petit Rouge, despite of the huge number of cultivars. The Petit rouge is used in purity or in miscellaneous in the D.O.C. wine production. In order to implement the presence of typical products, this study was carried out to evaluate the aptitude of Aosta Valley ancient grapes to produce quality red wines. Moreover to improve quality of the most diffused Aosta Valley red wine the effects of some alternative winemaking were evaluated on the Petit rouge characters.
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Tedesco, Luca. "Studio dell’acquifero carsico del Cansiglio-Monte Cavallo (Alta valle Livenza, Pordenone) tramite tracciamento multiplo, monitoraggio idrochimico e idrologico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17087/.

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Abstract:
Con questo lavoro si cerca di definire, tramite l’interpretazione dei dati ottenuti da un monitoraggio idrochimico e idrologico di sorgenti e da una prova di tracciamento multiplo grotta-sorgente, la configurazione interna del Massiccio del Cansiglio-Monte Cavallo (Alta Livenza, Pordenone), uno dei maggiori complessi carsici italiani. Molinetto, Santissima e Gorgazzo sono i nomi delle tre sorgenti monitorate. Si tratta di tre grandi sorgenti, tutte posizionate sul versante orientale e sud-orientale del massiccio, le cui acque costituiscono i maggiori apporti del fiume Livenza. Sono ubicate in aree e a quote differenti, con estensioni diverse tra loro, ma tutte con soglia di permeabilità sottoposta (secondo la classificazione Civita, 1972). I dati pregressi ottenuti nei precedenti lavori in queste sorgenti come le misure di portata, il monitoraggio in continuo dei parametri fisico-chimici e i dati idrochimici e isotopici ricavati dal campionamento delle acque, sono stati ampliati con l’aggiunta dei dati del tracciamento acquisiti, fulcro del lavoro di questa tesi. Tramite l’iniezione di tre diversi traccianti artificiali in tre grotte differenti, è stato monitorato l’arrivo del tracciante alle sorgenti grazie a strumenti da campo installati, come fluorimetri e fluocaptori. La combinazione finale di pregresse analisi geochimiche, di un monitoraggio idrodinamico in continuo e di una prova di tracciamento multiplo ha infine dimostrato che le tre sorgenti hanno aree di ricarica differenti. Lo studio è finalizzato a dare un’interpretazione della configurazione del suddetto acquifero carsico. È ritenuto fondamentale studiare questa complicata tipologia di acquiferi perché, nel prossimo futuro, in previsione di carenza d’acqua dovuta a cambiamenti globali e sovrasfruttamento delle acque sotterranee nelle principali pianure urbanizzate, questi potrebbero diventare una risorsa fondamentale come serbatoio strategico di acqua ad alta qualità (Liu et al., 2017).
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Parisi, Camilla. "Filippo della Valle 1698-1768. Percorsi critici per uno studio della scultura a Roma nella prima metà del Settecento." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/85768.

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Lai, Laura. "Archeologia dell'Architettura e Tecnologie per lo studio dell'insediamento umano medievale e post-medievale: le chiese rurali della bassa valle del Cedrino (Sardegna)." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389027.

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Abstract:
The aim of the research is the study of the ruins of many rural churches using some technologies, like 3D reliefs and a Geographic Information System (GIS). The churches are distributed throughout the lower valley of the Cedrino river, a hilly zone located in the central east coast of the island of Sardinia. The territory considers Loculi, Irgoli, Onifai, Galtellì, and Orosei municipalities. Most of these churches have been built during the medieval period, which makes it possible to estimate the human medieval settlement and to make a complete documentation of each church. Until today none of circa 20 sites has ever been investigated from an archaeological study. The research has provided a multi-scale study: from artefacts to landscape. The detailed scale has consisted in reading the masonry structures preserved and making an analytic documentation of buildings using 3D reliefs, where possible; the regional scale has been studied by storing data in a GIS and using those data for territorial analyses. The application of the three-dimensionality in the study of historical buildings is still relatively new. In order to resolve critical issues related to the methodology required in the archaeological-architectonic studies, further investigations are still necessary. In recent years, the development of 3D models in Archaeology and Cultural Heritage showed a growing trend, but in several cases during the data collection, as well as the historical analysis, archaeological knowledge is lacking. The information obtained from 3D models is limited to visualizations and virtual reconstruction. In this research, both the interior and the exterior of a selected sacred building have been surveyed by an integrated approach using a terrestrial laser scanner and photogrammetry. The use of multiple techniques was an essential requirement to produce complete 3D models of monuments, but also it was the best compromise among geometric resolution, costs, and time. Other monument have been documented by a photogrammetric approach called Structure from Motion. These models have been used to develop and verify the interpretations and archaeological analyses through the possibility to carry out geometric measurements, correlate surfaces with volumes, visualize the relation between inner and external walls. Finally, we have elaborated technical drawings for very high-precision documentation. All of the archaeological data collected during the surveys have been stored in the GIS to create an archive that can be connected to existing databases and implemented with data from different sources, such as information from surveys in remote-sensing landscapes archaeology and computerization of data from previous studies. The knowledge acquired will be the basis for the realization of preserving proposals and the enhancement of the cultural resource of “rural churches” involving and making local communities aware in its own history.
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9

Squarzoni, Gabriela. "Studio idrogeologico per la progettazione e l'esecuzione di un tracciamento multiplo dell'acquifero carsico del Massiccio del Cansiglio-Monte Cavallo (alta valle Livenza, Pordenone)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9628/.

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Abstract:
Il Massiccio del Cansiglio-Monte Cavallo costituisce uno dei maggiori complessi carsici italiani; con questo lavoro si cerca di fornirne una caratterizzazione idrogeologica sulla quale poter basare una futura prova di tracciamento multiplo, al fine di definirne con precisione la configurazione interna. Lo studio è incentrato sul monitoraggio in continuo di portate, temperature e conducibilità elettrica compensata a 25 °C delle tre sorgenti maggiori del fiume Livenza, che sgorgano alla base del Massiccio, e su un monitoraggio idrochimico discontinuo di nove sorgenti (tra cui figurano anche le tre principali) e di quattro grotte rappresentanti le aree di infiltrazione concentrata. L’enorme volume d’acqua contenuto in questo grande acquifero carsico sembra riversarsi quasi completamente nelle aree sorgive situate al margine occidentale della pianura friulana, che cinge il lato orientale del Massiccio. In linea generale, queste acque, tipicamente carbonatiche, non hanno tempi di residenza lunghi all’interno del bacino di provenienza e fluiscono con portate elevate (> 1 m3/s) da ognuna delle tre sorgenti maggiori; nel periodo estivo (luglio-agosto) si registra una fase di svuotamento, assai accentuata al Gorgazzo, sorgente, tra le tre, posta più a nord. Molinetto, situata più a sud, pare differenziarsi maggiormente dalle altre due grandi sorgenti, Santissima e Gorgazzo, mentre le sorgenti minori sembrano, al di là di alcune caratteristiche peculiari, abbastanza simili tra loro. In particolare, il Molinetto mostra, in risposta agli eventi meteorici intensi, un incremento di portata meno netto, accompagnato da un evidente fenomeno di pistonaggio, almeno durante il periodo di morbida. Al contrario, il Gorgazzo risponde immediatamente alle forti precipitazioni piovose e le acque di pioggia viaggiano rapidamente dalla zona di infiltrazione alla sorgente stessa. La Santissima, sorgente con valori medi di portata maggiori e valori di conducibilità elettrica e temperatura mediamente inferiori alle altre, sembra dipendere da un sistema con caratteristiche intermedie tra quelle delle due sorgenti adiacenti. Emerge la complessità di questo vasto sistema carsico che sembra mostrare un grado di carsificazione in aumento da sud-ovest a nord-est. Sulla base dei dati raccolti si suppone che al suo interno possano svilupparsi due sottosistemi: il primo sembra che riversi la sua riserva idrica nelle sorgenti Molinetto e Santissima, il secondo accomuna invece la Santissima con il Gorgazzo, il quale ne costituisce un “troppo pieno”.
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Gaucci, Andrea. "Necropoli etrusca di Valle Trebba (Spina). Studio di un lotto di tombe del "Dosso E" e indagini archeometriche sulla ceramica a vernice nera dei relativi corredi." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423535.

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Abstract:
The Etruscan necropolis of Valle Trebba (Spina). Study of a batch of graves of the "Dosso E" and archaeometrical analysis on black glazed pottery of the grave goods. The Research theme is the study of a topographically coherent batch of 184 graves located in the middle of the "Dosso E" of the Necropolis of Valle Trebba. This work is part of a wider project on the necropolis headed by the Chair of Etruscology and Italic Archaeology of the Bologna University. Primary aim of the research is the study of the graves of this area and its funerary and spatial analysis. Collateral but not secondary aim is the study of the black-glazed pottery of the grave goods supported by archeometric analysis. This kind of ware is the most represented among the grave goods of all chronological phases of the necropolis and besides, it requires a more accurate chrono-typological classification. The study of the funerary contexts has resulted in the collection of a large amount of archival, graphics, photographs information, found in the archives of the Superintendence for Archaeological Heritage of Emilia Romagna. All these informations have been merged into a database completed with the analytical and systematic cataloging of the grave goods preserved at the National Archaeological Museum of Ferrara. The study of materials has enabled a more precise periodization of the contexts, whose chronological range is between the late VIth and the full IIIrd century B.C. The study of archival information has also led to a revision of the planimetry of the area of excavation and an unprecedented proposal to return the ancient landscape of the necropolis. The data obtained were then processed by performing an analysis of the funerary contexts and for the first time of the dynamics of occupation of the area, aiming at the establishment of the different forms of funerary ritual and the identification of burial plots. As part of the study of the grave goods, the study of the black glazed pottery has been supported by an archaeometrical analysis. A large group of samples was selected and integrated with samples of of indicators of production from the inhabited area, granted by the Superintendence for Archaeological Heritage of the Emilia Romagna in collaboration with the Universities of Milan and Pavia, and chemical and mineralogical data of the Po delta of the ISPRA's CARG project. Archeometric analysis were conducted at the laboratories of the Department of Biology, Geology and Environment, University of Bologna (BiGeA). The results of the archaeometrical analysis have been then compared with those of a rich database of samples from the main Etruscan and Roman sites of the north -west of Italy, which helped define the places of production of the imported pottery. It was thus confirmed the presence of three major manufacturing groups of productions, an Attic one quite consistent dated between the VIth and the IVth century B.C., one from Volterra dated between IVth and IIIrd century B.C., and one local, for which it was possible to hypothesize the location of the deposits of clay used. The statistical analysis of the results allowed us to identify a sample of imitation of Attic pottery of the Vth century. B.C. attributable to a local production of Spina. The data on productions obtained from the archaeometrical analysis have been thus the basis for setting the chrono-morphological analysis of black glazed pottery, which involved the three major productions identified (Atene, Volterra , Spina). This has led to the determination of seriations and chronologies for each ceramic form. This analysis was in fact conceived as a basis on which to set the study of the black glazed pottery of the entire necropolis, involving all the productions and the chronologies, and to develop a pottery typology for the site and hopefully for the entire Etruscan Po Valley, felt as an indispensable requirement for this geographical area
Necropoli etrusca di Valle Trebba (Spina). Studio di un lotto di tombe del "Dosso E" e indagini archeometriche sulla ceramica a vernice nera dei relativi corredi Tema della ricerca, inserita in un progetto di più ampio respiro sulla Necropoli di Valle Trebba che fa capo alla Cattedra di Etruscologia e Archeologia Italica dell'Università di Bologna, è lo studio di un lotto di 184 tombe topograficamente coerente situato nella parte mediana del Dosso E della necropoli. Obiettivi primari della ricerca sono lo studio dei corredi funerari di quest'area e la relativa analisi funeraria e spaziale. Obiettivo collaterale, ma non secondario, è l'analisi puntuale delle ceramiche a vernice nera dei corredi supportata da analisi archeometriche, che nasce dall'esigenza di un più definito inquadramento crono-tipologico ma anche produttivo della classe ceramica più rappresentata nelle sepolture spinetiche di tutte le fasi cronologiche. Lo studio dei corredi ha comportato la raccolta di una grande quantità di informazioni di natura archivistica, grafica, fotografica, reperite presso gli Archivi delle sedi della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, poi confluite in un database. Tale database è stato quindi completato con la schedatura sistematica e analitica dei reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. Lo studio dei materiali ha consentito di definire una periodizzazione più puntuale dell'area funeraria in esame, il cui range cronologico è compreso tra la fine del VI e il pieno III sec. a.C. Lo studio delle informazioni d'archivio ha inoltre permesso una rielaborazione planimetrica dei settori di scavo della necropoli oggetto di studio e una inedita proposta di restituzione del paesaggio antico, in particolare dell'aspetto geomorfologico, funzionale all'analisi spaziale delle sepolture medesime. I dati ricavati sono stati quindi elaborati eseguendo una analisi dei corredi e per la prima volta anche delle dinamiche di occupazione dell'area funeraria, finalizzate alla definizione delle forme di ritualità funeraria spinetiche in diacronia e all'individuazione di plots funerari. Si è così arrivati all'enucleazione di specifiche forme di ritualità funeraria, individuando elementi di continuità e discontinuità. Questo quadro articolato ha permesso così di definire le linee fondamentali delle forme di ritualità dell'area funeraria tra la fine del VI al pieno III sec. a.C. Contestualmente allo studio dei corredi, è stata predisposta una analisi delle ceramiche a v.n. dei corredi. Ad un cospicuo nucleo di campioni si è inoltre aggiunta la campionatura di indicatori di produzione dagli scavi di abitato gentilmente concessi dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna in collaborazione con le Università di Milano e Pavia, e i dati chimico-mineralogici sui carotaggi effettuati nell'area del delta padano del progetto CARG dell'ISPRA. Le analisi archeometriche sono state condotte presso i laboratori del Dipartimento di Biologia, Geologia e Ambiente dell'Università di Bologna (BiGeA). I risultati delle analisi archeometriche, funzionali alla caratterizzazione chimico-mineralogica dei ceramici, sono stati inoltre confrontati con quelli di un ricco database di campioni dai principali siti etruschi e romani dell'Adriatico nord-occidentale, di Marzabotto e di Volterra conservato presso il BiGeA, che hanno permesso di definire le produzioni enucleate con maggior sicurezza. Si è così confermata la presenza di tre gruppi produttivi principali, uno attico internamente piuttosto coerente, uno volterrano ed uno locale molto articolato per specificità tecnologiche, per il quale è stato possibile ipotizzarne l'areale dei giacimenti di argilla utilizzati, prossimi all'abitato. Si aggiunge che l'elaborazione statistica dei risultati delle analisi ha permesso di individuare un campione di imitazione di ceramica attica di V sec. a.C. attribuibile alla produzione locale. I dati sulle produzioni ricavati dalle analisi archeometriche sono state quindi la base per impostare l'analisi crono-morfologica delle ceramiche a v.n., che ha coinvolto le tre principali produzioni individuate: attica, volterrana, locale. Si è così arrivati alla determinazione di seriazioni, cronologie e alla formulazione di ipotesi per i modelli formali per ogni singola forma ceramica. L'esposizione ha seguito l'impostazione delle principali classificazioni e tipologie note in letteratura, evidenziandone così le criticità . Tale analisi è stata infatti concepita come scheletro su cui impostare lo studio delle ceramiche a v.n. dell'intera necropoli, finalizzato all'elaborazione di una tipologia che sia cronologicamente trasversale e sentita come esigenza imprescindibile per questo ambito territoriale
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Books on the topic "Studio Valle"

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Valle, Studio, ed. Studio Valle: 1957-2007, cinquant'anni di architettura. Milano: Skira, 2007.

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2

Trame, Umberto. La piattaforma logistica di Valle Ufita: Studio di prefattibilità. Padova: Il poligrafo, 2008.

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3

VI, Associazione culturale Pio. Arte francescana e pauperismo dalla Valle dell'Aniene: L' "exemplum" di Subiaco : atti delle giornate di studio. Subiaco, Roma: Edizioni Iter, 1997.

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4

editor, Scortecci Donatella, ed. La Media e Alta Valle del Tevere dall'antichità al Medioevo: Atti della Giornata di studio (Umbertide, 26 maggio 2012). Umbertide (PG): Daidalos, 2014.

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5

1945-, Arditi S., and Meriana Giovanni, eds. Comunità montana: Alta valle Orba, valle Erro, valle Bormida di Spigno : tre valli turistiche : studi. Genova: Sagep, 1989.

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6

Claudio, Crescentini, ed. Arte francescana e pauperismo dalla Valle dell'Aniene, l'exemplum di Subiaco: Atti delle Giornate di studio organizzate da Associazione culturale Pio VI, Ass. cult. Shakespeare and Company 2. Subiaco (Roma): Iter, 1997.

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7

Padua (Italy). Assessorato alla cultura e beni culturali., ed. Il Prato della Valle e le opere in pietra calcarea collocate all'aperto: Esperienze e metodologie di conservazione in area veneta : atti della giornata di studio, Padova, 6 aprile 1990. Padova: Libreria Progetto, 1990.

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8

Bergamaschi, Cirillo. Conoscere la Valle Cannobina: Studi e ricerche. 2nd ed. Verbania: Alberti libraio, 2004.

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9

Harran, Jim. Dresden porcelain studios: Identification & value guide. Paducah, Ky: Collector Books, 2002.

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10

Falsitta, Gaspare. Studi sulla tassazione delle plusvalenze. Milano: A. Giuffrè, 1991.

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Book chapters on the topic "Studio Valle"

1

Erlach, Klaus. "Case Studies." In Value Stream Design, 251–304. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-642-12569-0_5.

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2

Lo, Yang. "Recent Studies on Borel Directions." In Value Distribution Theory, 138–71. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 1993. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-662-02915-2_5.

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3

Möller, P., and E. Rosenthal. "Research Studies." In The Water of the Jordan Valley, 83–122. Berlin, Heidelberg: Springer Berlin Heidelberg, 2009. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-540-77757-1_6.

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Scardovi, Claudio. "Case studies." In Strategy, Finance and Sustainable Value Creation, 59–189. London: Routledge, 2024. http://dx.doi.org/10.4324/9781032641409-4.

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5

Rogers, Jamie. "Five Shareholder Value Case Studies." In Strategy, Value and Risk, 19–41. London: Palgrave Macmillan UK, 2009. http://dx.doi.org/10.1057/9780230353930_5.

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6

Rogers, Jamie. "Seven Strategic Real Options Case Studies." In Strategy, Value and Risk, 119–96. London: Palgrave Macmillan UK, 2009. http://dx.doi.org/10.1057/9780230353930_14.

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7

Ivey, Thomas, and J. M. Landsberg. "Initial value problems." In Graduate Studies in Mathematics, 349–54. Providence, Rhode Island: American Mathematical Society, 2003. http://dx.doi.org/10.1090/gsm/061/12.

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8

Zaccaria, Gino. "Time and Value." In Palgrave Critical University Studies, 3–19. Cham: Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-86931-1_1.

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Lazerowitz, Morris. "The Nature of Value." In Studies in Metaphilosophy, 77–121. London: Routledge, 2021. http://dx.doi.org/10.4324/9781003195337-2.

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10

Yehezkel, Gal. "The Value of Life." In Philosophical Studies Series, 119–50. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-80583-8_6.

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Conference papers on the topic "Studio Valle"

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Fornaro, G., A. Musolino, D. Rossi, F. Serafino, and F. Soldovieri. "3D Synthetic Aperture Radar Focusing via Singular Value Decomposition approach." In Signal Recovery and Synthesis. Washington, D.C.: OSA, 2001. http://dx.doi.org/10.1364/srs.2001.stud3.

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2

Young, C. "Adding value to a virtual studio with animatable graphics." In International Broadcasting Conference (IBC). IEE, 1997. http://dx.doi.org/10.1049/cp:19971350.

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3

Zhang, Weiming, Xudong Li, Jianing Pu, and Qiwei Yong. "Studies on Techniques and Devices of Controlling Surge in Pipelines." In ASME/JSME 2003 4th Joint Fluids Summer Engineering Conference. ASMEDC, 2003. http://dx.doi.org/10.1115/fedsm2003-45260.

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Abstract:
Water hammer in pipelines may cause serious accident. To solve the problem, three mechanical devices — rubber tube relief valve, metal plug relief valve and pressure-surge-proof valve actuator are developed. The first two devices are for controlling the surge after water hammer occurs, the last one is for preventing it from occurring at valve. When the monitored pressure increases at a rate higher than the setting rate, or the pressure reaches the setting maximum value, the relieve valve will release liquid to constrain strong surge from water hammer. The key part of one relieve valve is a rubber tube; the other is metal valve plug. Both of the relief valves could also be used as common relief valves. The pressure-surge-proof valve actuator works on the principle of damping the movement of the valve stem at the closing end of its travel. The key part is a two-stage-damping device, which is installed onto a valve actuator. When the valve stem goes into the last part of full travel the device provide damping action in two stages to weaken the surge from valve opening or closing.
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Nuissl, Ekkehard. "International Studies: Added Value For Professionalization?" In Edu World 7th International Conference. Cognitive-crcs, 2017. http://dx.doi.org/10.15405/epsbs.2017.05.02.53.

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Liu, Wen, and Jie Chen. "Entrepreneurship of overseas Chinese businessmen in post-financial crisis era: Two case studies of Chinese businessman in Japan and Korea." In 2013 "Suzhou-Silicon Valley-Beijing" International Innovation Conference (SIIC). IEEE, 2013. http://dx.doi.org/10.1109/siic.2013.6624174.

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Anokhina, Svetlana. "Value Reality In Environment Of Students." In Trends and Innovations in Economic Studies, Science on Baikal Session. European Publisher, 2020. http://dx.doi.org/10.15405/epsbs.2020.12.64.

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Moldovanu, Anastasia. "The Scientific Value of the Collection of “Tudor Arghezi” art Library. Heritage Documents." In Simpozionul Național de Studii Culturale, Ediția a 2-a. Institute of Cultural Heritage, Republic of Moldova, 2022. http://dx.doi.org/10.52603/9789975352147.01.

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Abstract:
The written culture of a people is impressive in terms of heritage documents. These include books, the press, old prints and manuscripts, maps. According to their scientific importance, the Library’s collection includes current books, old books, books that, regardless of the year of publication, have special graphic qualities of the cover, title page, valuable content, atypical format, illustrations by well-known artists, and books with special bibliophile value with the signature or autograph of the author/donor. In libraries, such documents come from private donations and libraries; they are collected by professional people who activated in a certain period of time. These donations are managed in the form of special collections at the Arts Branch. In this context, the question of managing this special fund appears, i.e. the inventory, cataloging and preservation of the fund, the elaboration of a common Bibliography for all branches of “B. P. Hasdeu” Municipal Library, which would be permanently completed and therefore become everybody’s common good.
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8

Subramanian, Shriram, Bharathi Dorairaju, and Mayur Pallavarapu. "Value Based Curriculum Design for Engineering Studies." In 2017 5th IEEE International Conference on MOOCs, Innovation and Technology in Education (MITE). IEEE, 2017. http://dx.doi.org/10.1109/mite.2017.00005.

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9

Asnur, Hanifah, Ramacos Fardela, Umar Khatab, and Rini Yunita. "Determination of foundation types based on sondir test: Case studies in several points in Payakumbuh city." In 1ST INTERNATIONAL CONFERENCE & SYMPHOSIUM ON CONSTRUCTION INDUSTRY DEVELOPMENT: Value Added Construction. AIP Publishing, 2023. http://dx.doi.org/10.1063/5.0118790.

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"The Value of Peer feedback in Enhancing Writing skills." In International Conference on Educational Studies and Applied Linguistics. Tishk International University, 2022. http://dx.doi.org/10.23918/vesal2022a23.

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Reports on the topic "Studio Valle"

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Villacis, Alexis, Victor Barrera, Jeffrey Alwang, Carlos Caicedo, and James Quiroz. Strategies to strengthen Ecuador's high-value cacao value chain. Inter-American Development Bank, January 2022. http://dx.doi.org/10.18235/0003960.

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Abstract:
Since the early nineteenth century, cacao has been an important export earner for Ecuador. Today the importance of this sector remains, as Ecuador is the main producer and exporter of Fine and Flavor cacao worldwide. Motivated by the main transformations of the global food systems and the increasing demand for multidimensional credence attributes, this study examines the present state of Ecuador's cacao industry, identifies areas of opportunity, and discusses how the private and public sectors can work together to meet existing and emerging challenges. Findings are supported by interviews conducted with the principal actors in the Ecuadorian cacao industry and two case studies. The first case study focuses on how associativity can help cacao farmers producing high-quality beans to differentiate themselves and succeed in modern agri-food markets. The second case study explores the success of a local chocolate firm and its links with local cacao farmers. Findings suggest that market trends have created new business opportunities for cacao producers and chocolate processors. These opportunities are most open to firms who can personalize and differentiate their products, for example, through the use of quality certifications such as organic, fair trade, reduced carbon load, etc. More importantly, market developments are driving exporters to enhance the performance of cacao value chains in the country, but the sector requires coordination to capture reputation and credence-based demands for the local cacao.
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BROMM, R. D. Relief valve testing study. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), November 2001. http://dx.doi.org/10.2172/807511.

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Rawling, Geoffrey, and Shari Kelley. Sunshine Valley hydrogeology study. New Mexico Bureau of Geology and Mineral Resources, 2020. http://dx.doi.org/10.58799/ofr-607.

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Hisley, Dixie M. A Computational Blast Valve Study. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, February 1985. http://dx.doi.org/10.21236/ada153050.

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Clary, David E. The Bekaa Valley - A Case Study. Fort Belvoir, VA: Defense Technical Information Center, April 1988. http://dx.doi.org/10.21236/ada192545.

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Ouyang, Zhiqiang, Qian Li, Guangrong Zheng, Tengfei Ke, Jun Yang, and Chengde Liao. Radiomics for predicting tumor microenvironment phenotypes in non-small cell lung cance: A systematic review and meta-analysis. INPLASY - International Platform of Registered Systematic Review and Meta-analysis Protocols, September 2022. http://dx.doi.org/10.37766/inplasy2022.9.0060.

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Abstract:
Review question / Objective: Tumor microenvironment (TIME) phenotype is an important factor to affect the response and prognosis of immunotherapy in non-small cell lung cancer (NSCLC). Recently, accumulating studies have noninvasivly perdited the TIME phenotypes of NSCLC by using CT or PET/CT based radiomics. We will conduct this study by means of meta-analysis to eveluate the power and value of CT or PET/CT based radiomics for predicting TIME phenotypes in NSCLC patients. Condition being studied: At present, several recent prospective or retrospective cohort studies and randomized controlled studies have confirmed that CT or PET/CT-based radiomics were the potential tools to predict TIME phenotypes in NSCLC. However, this conclusion is controversial because of the difference of prediction profermance of different studies. The published and unpublished investigations will be included in this study. We will comprehensively evaluate the heterogeneity of these investigations, and the power and value of radiomics for predicting TIME phenotypes.
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Wandeler, Christian, and Steve Hart. The Central Valley Transportation Challenge. Mineta Transportation Institute, December 2022. http://dx.doi.org/10.31979/mti.2022.2029.

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Abstract:
The Central Valley Transportation Challenge provides underserved minority students, who are primarily from rural areas, with high quality transportation-related educational experiences so that they learn about transportation-related topics and opportunities in transportation careers. The CVTC is a project-based learning program that brings university faculty and students to K–12 classrooms in rural areas. The project operated with three main objectives: (1) support K–12 teachers’ understanding and implementation of the CVTC programs; (2) connect K–12 students with university faculty and students, and transportation professionals through the CVTC program; and (3) develop an online hub with transportation-related lesson plans and sequences. The results of this study are reported as five case studies and a description of the online hub. The case studies illustrate how different pedagogical approaches and uses of technology were implemented and how the project connections between the schools, community members and professionals from transportation-related fields were developed. In addition, to support the sustainability of transportation-related learning across subsequent years, the research team created an online transportation resource repository. This hub was populated with lessons and units developed by pedagogical and content experts. The lessons cover the grades K–12 and range from brief lessons to very engaging and holistic two-week-long lesson sequences. The CVTC has proven to be a highly flexible and adaptive model due to the use of technology and the teachers’ experience and pedagogical expertise. The timing of the program during the COVID-19 pandemic also provided the students that were learning from home with an engaging learning experience and some relief for teachers who were already dealing with a lot of adjustments. In that sense, the program reached traditionally underserved students, but did so in a critical time where these students faced even more obstacles.
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Kassie, Girma T., Yonas Worku, Fantu Nisrane Bachewe, Woinishet Asnake, and Gashaw Tadesse Abate. Scoping study on Ethiopian sesame value chain. Washington, DC: International Food Policy Research Institute, 2022. http://dx.doi.org/10.2499/p15738coll2.136553.

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Lynch, Jane. Embedding social value in procurement: practice case studies. Wales Centre for Public Policy, May 2024. http://dx.doi.org/10.54454/24052201.

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Lynch, Jane. Embedding social value in procurement: practice case studies. Wales Centre for Public Policy, May 2024. http://dx.doi.org/10.54454/24052202.

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