Academic literature on the topic 'Studio trasversale'

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Journal articles on the topic "Studio trasversale"

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Gallo, C., and F. Inglese. "Studio trasversale su pazienti affetti da capsulite adesiva trattati con mobilizzazione in anestesia di plesso loco-regionale." Journal of Sport and Anatomy, no. 1 (2019): 23–32. http://dx.doi.org/10.12871/25326333201813.

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Panizza, Luca, and Nicola Bortoli. "TECC: medicina tattica o nuovo approccio al soccorso ordinario?" Rescue Press 02, no. 01 (January 25, 2022): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2022.01.01.it.

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Abstract:
Dall’11 settembre 2001 al 31 dicembre 2017, nel mondo, sono stati documentati 108.374 attacchi terroristici. La maggior parte delle lesioni riscontrate sui soggetti coinvolti sono assimilabili a quelle rinvenute nei teatri bellici. Il 25% delle vittime possono essere salvate con misure salvavita appropriate se attuate immediatamente già sul sito dell’attentato adottando procedure di intervento come quelle proposte dal Tactical Emergency Casualty Care. E’ stato condotto uno studio osservazionale trasversale che mettesse a confronto le competenze acquisite da professionisti che hanno partecipato ad un corso di medicina tattica, secondo le linee guida TCCC/TECC, e professionisti che hanno frequentato un corso di gestione del trauma secondo linee guida ATLS/PHTC. Obiettivi secondari dello studio miravano a verificare se queste competenze fossero state utilizzate, dagli stessi professionisti, nelle attività di soccorso al paziente traumatizzato in un contesto ordinario. Lo studio è stato realizzato mediante somministrazione di un questionario ad un campione di 154 professionisti (medici, infermieri ed autisti soccorritori) del servizio di emergenza-urgenza 118 italiano. I partecipanti allo studio che hanno preso parte ad un corso di medicina tattica ammontavano al 30% del campione. Lo studio ha evidenziato che il 60% dei professionisti appartenenti al gruppo che ha partecipato a corsi TCCC o TECC poneva maggior attenzione al controllo delle emorragie e ad una precoce stabilizzazione delle vie aeree rispetto al restante campione di studio. KEYWORDS: TECC, Tactical medicine, Prehospital trauma, terrorist attack, TCCC
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Rucci, Paola, and Jack D. Maser. "Instrument development in the Italy-USA Collaborative Spectrum Project." Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no. 4 (December 2000): 249–56. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008381.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Il Progetto Collaborativo dello Spettro mira a definire condizioni sottosoglia e atipiche non sufficientemente caratterizzate nel DSM-IV e nell'ICD-10, per le quali non sono disponibili adeguati strumenti di valutazione. Scopo di questo articolo è la descrizione delle procedure di sviluppo e validazione degli strumenti per misurare lo spettro di cinque disturbi psichici. Disegno – Sono stati effettuati 4 studi trasversali, di cui 3 multicentrici condotti in Italia, ed uno condotto esclusivamente a Pisa. Un ulteriore studio trasversale di validazione dello spettro del panico-agorafobia è stato condotto a Pittsburgh. Setting – Pazienti ambulatoriali afferenti alle cliniche universitarie, studenti universitari e, in uno degli studi italiani, anche un campione di frequentatori abttuali delle palestre. Principal misure utilizzate – Cinque interviste strutturate per valutare lo spettro del panico-agorafobia (SCI-PAS), dell'umore (SCI-MOODS), della fobia sociale (SCI-SHY), lo spettro ossessivo-compulsìxvo (SCI-OBS) e quello dei disturbi della condotta alimentare (SCI-ABS), unitamente ad una intervista diagnostica e ad una serie di strumenti auto ed eterovalutativi di contenuto analogo ai domini delle interviste. Risultati – Tutti i domini delle interviste hanno mostrato una elevata stabilità temporale (coefficiente di correlazione intraclasse >0.61) ed una soddisfacente consistenza interna. I punteggi medi dei domini sono risultati significativamente più elevati nei casi rispetto ai controlli e, nella quasi totalità dei confronti, nei pazienti con il disturbo di interesse rispetto ad altri disturbi. I confronti con strumenti analoghi per contenuto hanno messo in luce una buona validità concorrente per i domini dello spettro del panico-agorafobia, della fobia sociale e del disturbo ossessivo-compulsivo. Differenze sono emerse tra i domini dello spettro della condotta alimentare ed altri strumenti autovalutativi, verosimilmente legate anche alla forma di somministrazione. E' stata definita e testata clinicamente una soglia per lo spettro del panico-agorafobia nel campione americano. Conclusioni – Le proprietà psicometriche degli strumenti sono molto soddisfacenti e sono in corso studi di validazione clinica. Le condizioni atipiche e sottosoglia richedono attenzione negli studi clinici ed epidemiologici.
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Binetti, Paola. "La dimensione etica nella formazione infermieristica: un problema di stile di vita, di contenuti specifici e di integrazione culturale." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 939–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.869.

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Abstract:
La recente entrata in vigore della nuova Tabella XVIII ter, che contiene l’ordinamento didattico di tutti i diplomi universitari afferenti alla Facoltà di medicina offre, rispetto alla precedente, maggiori spazi per lo studio della Bioetica, sia come disciplina a sè stante sia come disciplina trasversale, punto di riferimento essenziale anche per gli altri corsi. La Bioetica, collocata al termine del corso di studi nel cuore del corso di Diritto sanitario, deontologia e Bioetica applicata, può trovare i suoi fondamenti culturali nello studio della Antropologia, - parte integrante delle Scienze umane previste nel II anno di Corso, e della Storia e Filosofia della Medicina, corso previsto nel III anno. La proposta formativa del LIU è quella di anticipare una serie di crediti del corso di Filosofia della Medicina al I anno, in modo da aumentare l’esposizione dello studente alle problematiche di tipo etico, inserendole fn dal primo momento nel suo progetto educativo. Obiettivo di fondo è quello di fare della Bioetica e delle sue implicazioni culturali la rete concettuale di riferimento, vera struttura portante, di tutto l’edificio formativo dello studente del DUI, dal momento che una vera innovazione oggi è possibile solo nel quadro di valori etici con cui l’infermiere si relaziona con il malato e la sua famiglia, elabora risposte coerenti per le nuove esigenze emergenti sul territorio e si dispone ad affrontare una linea di ricerca di alto profilo scientifico.
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Ricchiardi, Paola, Emanuela M. Torre, Lara Colombo, Marilena Dellavalle, Chiara Ghislieri, and Paola Torrioni. "Educatori, assistenti sociali, psicologi e insegnanti: uno strumento per l'autovalutazione delle rappresentazioni professionali degli studenti." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (April 2021): 49–64. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11510.

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Abstract:
Le professioni in ambito socio-psico-educativo presentano in Italia percorsi di studio distinti, in ragione della necessità di formare professionisti con un profilo di competenze differenziato. Tuttavia le professioni definite "di cura", educative o "del sociale", vengono spesso considerate simili dagli studentiche si stanno orientando verso le stesse, in virtù di un presunto denominatore comune, connesso soprattutto al valore professionale trasversale dell'essere di aiuto agli altri e ai destinatari delle "azioni educative o di cura" (es. bambini, soggetti fragili). Non è infrequente riscontrare misconcezioni erappresentazioni errate non solo in fase di orientamento, ma anche negli studenti che sono già arrivati oltre la metà del proprio percorso di studi, con il rischio di generare abbandono, transizione tra più corsi o insoddisfazione professionale a medio e lungo termine. Risulta dunque importante accompagnare in maniera adeguata gli studenti a scegliere l'ambito professionale più rispondente alle proprie propensioni e attitudini, attraverso l'impiego di specifici strumenti di autovalutazione. A tal fine è stata predisposta una scala di autovalutazione per le professioni socio-psico-pedagogiche. Lo strumento è stato somministrato agli studenti del secondo/terzo anno dei percorsi di studio implicati (Scienze dell'educazione, Scienze e tecniche psicologiche, Servizio sociale e Scienze della formazione primaria), per individuare le misconcezioni che permangono più frequentemente, sulla base delle quali sono stati costruiti percorsi orientativi per le secondarie.
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Beltramello, A., G. Viola, A. Borsato, G. Tassinari, D. Campara, R. Cerini, M. Pregarz, G. Puppini, and A. G. Bricolo. "Risonanza magnetica funzionale encefalica Razionale della metodica ed esperienze applicative su magnete per uso clinico." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 3 (June 1995): 345–70. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800303.

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Abstract:
La Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) si sta di recente affermando come nuova metodica di indagine del «cervello al lavoro», occupando progressivamente un suo spazio nell'armamentario strumentale a disposizione dei Neurofisiologi per poter investigare la localizzazione e le inter-connessioni di differenti aree encefaliche funzionalmente coinvolte nella esecuzione di varie performance. L'fMRI indaga le modificazioni di segnale del tessuto encefalico indotte dalle variazioni perfusionali e di ossigenazione che si verificano nella sostanza grigia durante differenti stati funzionali (riposo/attività). Tali modificazioni sono rivelate con RM grazie alle variazioni che il transito nel letto vascolare encefalico di una sostanza para-magnetica è in grado di indurre sul rilassamento trasversale T2 degli spin protonici tissutali in prossimità dei capillari e mediante l'impiego di sequenze GE T2*-pesate. Due principali tecniche di studio sono state utilizzate: la prima, più complessa, richiede l'iniezione di un bolo di Gadolinio ed il monitoraggio, mediante sequenze eco-planari, del suo primo passaggio nel letto capillare encefalico; la seconda, realizzabile anche con magneti per uso clinico, utilizza come mdc para-magnetico endogeno la desossi-emoglobina e registra le variazioni di ossigenazione ematica correlate allo stato di attività corticale (tecnica BOLDc — Blood Oxygenation Level Dependent contrast). La nostra esperienza è stata effettuata con un magnete superconduttivo da 1,5 T, adottando la tecnica BOLDc e sequenze GE FLASH con TE lungo. Sono stati sottoposti ad indagine 19 volontari ed effettuati 11 studi di attivazione della corteccia motoria e 13 studi di attivazione della corteccia visiva. In 10 studi di attivazione motoria e 10 studi di attivazione visiva è stata osservata una buona o sod-disfacente variazione areale del segnale, localizzata nella regione corticale coinvolta dal paradigma di attivazione. Uno studio di attivazione motoria e 3 studi di attivazione visiva sono invece risultati insoddisfacenti, non essendosi riscontrata alcuna variazione di segnale o, quando presente, non essendo stato possibile attribuirla ad alcuna regione corticale di interesse. La RM, metodica che attualmente fornisce al Neuroradiologo le migliori informazioni anatomo-strutturali sul SNC, sta estendendo il suo campo di indagine, prima esclusivo appannaggio della Medicina Nucleare, ad alcuni aspetti delle funzioni cerebrali, avvantaggiandosi, rispetto alla SPET ed alla PET, in qualità delle sue prerogative di più elevata risoluzione spaziale e temporale, di assoluta innocuità, di rapida integrazione delle immagini funzionali con quelle anatomiche e di minori costi.
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Sclauzero, P., G. Galli, M. Carraro, G. Barbati, and G. O. Panzetta. "Un nuovo fenotipo di pazienti in dialisi è diventato attuale. Ruolo dei componenti della fragilità sulla qualità di vita in questa popolazione: studio trasversale." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 31–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1156.

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Abstract:
I pazienti in dialisi presentano spesso diverse componenti della fragilità: comorbidità, disabilità, dipendenza, malnutrizione, deficit cognitivo, inadeguate condizioni sociali, che incidono sulla qualità di vita (QoL). Scopo del lavoro è stato indagare questa relazione essendo la letteratura ancora non conclusiva. Ai 203 pazienti (età media 72.03+11.9 aa; età dialitica 42.6+55.6 mm; 126 m) in dialisi a Trieste l'1 agosto 2010 sono stati misurati: QoL (SF-36), disabilità (scale ADL e IADL), dipendenza (Karnofsky Index), stato nutrizionale (scala SGA) ed analizzato lo stato sociale. Il cluster componente fisica SF-36 (39.3+10.4) è risultato più compromesso di quello mentale: 48.5+8.6 (scala 0–100). I pazienti hanno presentato disabilità fisiche (ADL: 32.5%), strumentali (IADL: 38.4%), malnutrizione (34%), dipendenza (42.9%) e mediamente 3.04 comorbidità (range: 0–8). Il 31.5% vive senza supporto familiare, il 44.5% presenta ridotte relazioni sociali. La regressione lineare multipla ha dimostrato l'effetto negativo di: dipendenza (p<0.001), malnutrizione (p=0.001) e disabilità (p=0.005), escludendo comorbidità significative all'analisi univariata (dati aggiustati per genere, età, età dialitica). La vita in famiglia (p=0.002), il benessere economico (p=0.01) e soprattutto estese relazioni sociali (p<0.001) hanno avuto un ruolo positivo (test ANOVA). Pertanto una QoL soddisfacente è favorita dallo screening precoce, dalla riabilitazione funzionale-nutrizionale e dalla prevenzione dell'isolamento sociale attraverso una rete socio-sanitaria coordinata. (sian) (nursing)
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Gioga, Gianmaria, Morena Crivellaro, Veronica Lazzaretto, Elena Debora Toffanello, Alessandro Villa, Lorenzo Cattelino, and Andrea Segnalini. "Implementazione della metodologia Lean per l'ottimizzazione del punto tamponi: l'esperienza di Piove di Sacco." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 137–56. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14621.

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Abstract:
La necessit&agrave; di ottimizzare i processi di erogazione di servizio del SSN (sistema sanitario nazionale) italiano &egrave; cresciuta velocemente con la diffusione del SARS-CoV-2. In particolar modo, i processi di gestione dei centri tamponi hanno richiesto interventi di miglioramento al fine di ottimizzate i tempi e le modalit&agrave; di esecuzione della procedura.Mediante la metodologia del caso studio, il presente lavoro descrive l'esperienza di un centro per tamponi antigenici e molecolari della Regione Veneto in cui sono stati utilizzati alcuni strumenti del toolbox della metodologia Lean per mappare i processi, raccogliere i dati e definire azioni efficaci di miglioramento dei flussi degli utenti. A seguito di questo intervento il tempo medio di transito utente nel centro tamponi &egrave; stato ridotto del 73% per i test molecolari e del 42% per i test rapidi antigenici. Ulteriori risultati ottenuti sono stati l'azzeramento degli errori in fase di accettazione e un contestuale aumento del livello di soddisfazione del personale.L'importanza di saper rispondere alle sfide con agilit&agrave;, l'efficacia di un approccio iterativo e della collaborazione trasversale rappresentano i principali insegnamenti emersi.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja, and Gruppo Di Lavoro. "Causes and psychosocial consequences of schizophrenia: the opinions of patients' relatives." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no. 2 (June 2000): 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Adriano Aletti, Giosue Belotti, Paola Bevilacqua, Anna Luisa Delle Femine, et al. "Family burden in schizophrenia: effects of socio-environmental and clinical variables and family intervention." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 178–87. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007375.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Descrizione del carico, degli atteggiamenti e degli interventi ricevuti da un campione di familiari di pazienti con schizofrenia reclutati in otto DSM stratificati per area geografica e per densità di popolazione. Disegno - Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia in fase di compenso clinico. Valutazione delle: a) relazioni tra carico e caratteristiche cliniche del paziente, socio-demografiche del nucleo familiare, atteggiamenti del familiare nei confronti del paziente, sostegno professionale e sociale ricevuto dalla famiglia; b) differenze nei carico, negli atteggiamenti e nell'aiuto professionale in relazione all'area geografica e alia densità di popolazione. Setting - 8 DSM stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (urbana vs. rurale).Principali misure - a) dello stato clinico e del funzionamento sociale del paziente: BPRS e ADC; b) del carico, degli atteggiamenti e del sostegno ricevuto: QPF.Risultati - Sono stati raccolti dati relativi a 144 pazienti con schizofrenia e altrettanti familiari. Il carico è risultato correlato positivamente con i livelli di disabilita e di sintomi BPRS positivi e di mania/ostilita, e con il numero di ore trascorse dal familiare a contatto quotidiano col paziente, e negativamente con il livello di aiuto professionale ricevuto dalla famiglia. Il carico è risultato maggiore tra i familiari reclutati nei due centri meridionaii. Gli interventi offerti ai familiari dei pazienti sono piu frequenti e differenziati al Nord e al Centro rispetto al Sud. Solo una minima parte dei familiari ha ricevuto interventi psicoeducativi.Conclusioni - 1 risultati di questo studio sottolineano la necessita di assicurare un'assistenza psichiatrica integrata per i pazienti con schizofrenia che comprenda sia programmi riabilitativi per gli utenti sia interventi informativi e psicoeducativi per le loro famiglie.
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Dissertations / Theses on the topic "Studio trasversale"

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BARTOLI, FRANCESCO. "Disturbi mentali gravi e sindrome metabolica: meta-analisi e studio trasversale comparativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/42833.

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Abstract:
Introduzione. Negli ultimi anni c'è stato un crescente interesse sulla sindrome metabolica (MetS) e sul ruolo che questa può ricoprire nell’aumentare il rischio di mortalità cardiovascolare tra i soggetti affetti da disturbo mentale grave (SMI). Obiettivi. L’obiettivo primario di questo studio è la stima del rischio tra soggetti affetti da SMI, rispetto ad individui che ne sono privi, di essere affetti da MetS. Metodi. (1) Revisione sistematica e meta-analisi: La revisione sistematica e meta-analisi è stata realizzata seguendo i criteri del MOOSE e del PRISMA Statement. Sono stati utilizzati PubMed e Embase come database per la ricerca. Sono stati inclusi tutti gli studi in cui fossero presenti dati di prevalenza di MetS in un gruppo di soggetti affetti da SMI e in un gruppo di controllo privo di patologia psichiatrica. (2) Studio trasversale comparativo: Lo studio è stato effettuato tra marzo 2011 e febbraio 2012 presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Gerardo di Monza. Un campione randomizzato di individui affetti da SMI e un gruppo di controllo adeguato privo di tale disturbo sono stati reclutati per la valutazione della prevalenza di MetS, sulla base dei criteri NCEP ATP III, e delle caratteristiche correlate. Risultati. (1) Revisione sistematica e meta-analisi: Sulla base dei criteri di inclusione, 27 articoli sono stati inclusi per la meta-analisi. Il pooled OR di MetS in soggetti affetti da SMI era 1.95 [1.54, 2.47], con un’elevata eterogeneità tra gli studi (I2 = 87%). Gli studi selezionati presentavano tuttavia numerose criticità dal punto di vista della qualità e del rischio di bias. (2) Studio trasversale comparativo: Abbiamo rilevato una prevalenza del 26.1% di MetS nel gruppo SMI e del 15.9% nel gruppo di controllo. L’analisi multivariata ha evidenziato come soggetti affetti da SMI avessero una probabilità di essere affetti da MetS oltre quattro volte superiore rispetto al gruppo di controllo. Conclusioni. I risultati della meta-analisi e dello studio trasversale comparativo convergono nel rilevare una maggiore probabilità di MetS in soggetti affetti da SMI. Prevenzione, diagnosi, monitoraggio e trattamento dei disturbi metabolici dovrebbero diventare parte integrante della gestione a lungo termine dei pazienti affetti da SMI da parte dei clinici. La ricerca futura dovrebbe concentrarsi (1) sul contributo relativo dello stile di vita, di fattori genetici e altre possibili variabili associate, come la terapia con farmaci antipsicotici, sul rischio di MetS e (2) sull’efficacia degli interventi volti alla promozione della salute tra individui affetti da SMI.
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CAPUZZI, ENRICO. "RECENT SUICIDE ATTEMPTS AND SERUM LIPID PROFILE IN SUBJECTS WITH MENTAL DISORDERS: A CROSS-SECTIONAL STUDY." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241289.

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Abstract:
Introduzione: I soggetti con disturbi mentali hanno un rischio più elevato di comportamenti suicidari rispetto alla popolazione generale. Pertanto, ad oggi, i ricercatori hanno studiato alcuni marcatori biologici potenzialmente correlati al suicidio. Nonostante molti studi abbiano riportato una possibile correlazione tra bassi livelli ematici di lipidi e tentativo di suicidio, sono emersi risultati contrastanti. Scopo del lavoro: Abbiamo studiato se il colesterolo totale , il colesterolo LDL e i trigliceridi ematici siano associati a recenti tentativi di suicidio in soggetti con diversi disturbi mentali. Metodi: Abbiamo condotto uno studio trasversale su 593 pazienti ricoverati di volta in volta, affetti da disturbo dello spettro di schizofrenico, disturbo bipolare, depressivo maggiore e di personalità. I livelli ematici dei lipidi sono stati confrontati tra soggetti ricoverati per un recente tentativo di suicidio e quelli senza tale storia recente. Inoltre, secondo l'ipotesi che collega impulsività e violenza con bassi livelli ematici di lipidi, è stata valutata l'associazione tra i livelli lipidici e il tentativo di suicidio con metodo violento. Risultati: Non abbiamo trovato alcuna associazione di colesterolo totale e LDL e trigliceridi con i tentativi di suicidio, analizzando anche per diagnosi e metodo di suicidio. Inoltre, un'analisi statistica post-hoc ha mostrato una tendenza verso la significatività (p = 0,06) nell'associazione tra un alto livello di colesterolo (≥160 mg / dL) e il recente tentativo di suicidio. Conclusioni: I nostri risultati non supportano l'ipotesi di associazione tra profili lipidici e tentativi di suicidio in soggetti con diversi disturbi mentali. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire il ruolo dei marcatori biologici nei comportamenti suicidari.
Background: Subjects with mental disorders have a higher risk of suicide behaviors than the general population. So, to date, researchers have investigated some biomarkers possibly related to suicidality. Despite many studies have reported a possible relationship between low lipid serum levels and suicide attempt, conflicting results have emerged. Aim We investigated whether serum total cholesterol, LDL cholesterol and triglycerides are associated with recent suicide attempts in subjects with different mental disorders. Methods We conducted a cross-sectional study, including 593 consecutively admitted inpatients with schizophrenia spectrum, bipolar, major depressive, and personality disorders. Serum lipid levels were compared between subjects admitted for a recent suicide attempt and those without such recent history. Moreover, according to hypothesis that links impulsivity and violence with low serum lipid levels, the association between lipid levels and violent suicide attempt was assessed. Results We did not find any association of total and LDL cholesterol and triglycerides with suicide attempts, also considering diagnosis and suicide methods. In addition, a post-hoc analysis showed a trend toward significance (p=0.06) in the association between high cholesterol level (≥160mg/dL) and recent suicide attempt. Conclusions Our results do not support the hypothesis of association between lipid profiles and suicide attempts in subjects with different mental disorders. Further research is needed to clarify the role of biomarkers in suicidal behaviors.
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Venditti, Giampaolo. "Applicazioni innovative della risonanza magnetica nucleare alle matrici alimentari. Uno studio sul caffè verde." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422016.

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Abstract:
The quality of green coffee represents the main condition for the production of a good end product at a cup level. Nowadays among the fields which the scientific publications deal with about the green coffee quality there are the development of methodologies for the authenticity assurance, and the study of the most appropriate methods for the water quantification. In the former case, because of the increased diffusion of adulteration practises along the coffee commercial chain, recently the need of rapid methods for coffee autentication is increased. However, the number of developed methods for the geographical origin are still limited; furthermore, the low number of analized samples in all the works carried out about this topic makes the achieved results not sufficiently statistically significant. Ambiguity also remains about the markers to be used for the geographical discrimination of coffee qualities. Thus are required, on the one hand, suitable routine methods to control as many samples as possible, on the other hand a unique set of markers has to be established. In the field of the studies carried out on water the problem of its distribution within the coffee matrix is still open. The understanding of this phanomenon is of great importance, since a correlation between the degree of hydration and the mechanical properties of the green coffee bean has been observed in literature, for instance. The research presented in this PhD work has tried to give answers to open questions mentioned above with the help of the magnetic resonance technique, which has been successfully employed in the food field . In this work two different methods have been developed to achieve the geographical origin determination of green coffee, by using the time domain NMR (TD NMR), and with the help of the high resolution NMR technique combined to multivariate statistical analysis , respectively methods. The first one, based on the time domain NMR has been realized by means of a benchtop analyser operating at a resonance frequency 1H of 20 MHz (Bruker Minispec Mq20), and also enables the fast simultaneous determination of water and oil percents of a high number of samples in a non destructive, and reproducible way, through the NMR spin echo sequence. The percentages of water and oil in the analised samples has beeen obtained by using two distinct calibration lines, respectively . The results obtained by the application of the method on 500 green coffee samples have been subjected to statistical analysis (ANOVA) The obtained results indicate that a good discrimination of the continental origins of the samples is possible by using the oil percent value as a marker. To correctly evaluate water and oil components by means of the spin echo sequence the preliminary analysis of the transverse relaxation times (T2) in the green bean with the help of by using the CPMG NMR sequence. The continous T2 distributions were obtained by inverting the experimental CPMG curves with the Laplace transformation with the help of a suitable Upen program The preliminary assignement of the the t2 mobility populations relative to water phase in the region spanning from 0.1 to 3 ms was achieved by comparing the relaxation profiles of a serie of green beans to the corrisponding profiles of the same ovendried beans The T2 region of the lipid component of the was assigned by comparing either the relaxation profiles of a some green beans at different hydration levels, or by comparing the T2 distribution of the untreated bean with the one of the fresly extracted oil from the same bean. To shed light on the water distribution in green coffee bean, the T2 region, which was previously assigned to water proton mobility, was analised in details by means of systematic gradual rehydration experiments on previously dessiccated coffee beans. The T2 distributions obtained either from manually rehydrated beans either with H2O or D2O up to 35% (dry basis) or, alternatively, wetted by exposure of a controlled air environment, were compared to the untreated beans. Data obtained indicate that up to about 10% water embedded in the bean exhibits a rather restricted mobility, likely as a result of interaction with the cell walls or hydrogen bond formation. Furthermore, the relaxation profiles obtained by rehydrating the dry beans with D2O highlighted the contribution of the proton exchance mechanism to the overall Laplace inversion signal. By the analysis of the profile of water distributions was found that this is determined by the convolution of two distinct proton mobility populations, positioned at 0.5 and 1 ms, respectively. In the green bean as well as in the rehydrated ones, which were analysed, it was found that at hydration levels up to 4%, only the fast relaxing population can be observed (i.e. the one at a lower T2), while at intermediate water contents they are both present. The fast relaxing component could be assigned to the antiplasticization effect of water, while the one which is characterized by a slower relaxation rate may be associated to water plasticizing the macromolecular polymers. In this sense our observation could provide an interpretation in terms of proton mobiliy to the so called antiplasticization effect, which was first discovered at a macroscopic level. The analysis of the T2s distribution of the region assigned to the lipid phase (i.e the one by about 10 ms to about 300 ms) shows a multimodal profile, which in particular suggests the presence of three different proton mobility populations. This observation, which was observed in the green bean as well as in the freshly extracted oil from the same bean, was then confirmed either by analysing the temperature dependence of the components and or by literature. An alternative method for the geographical autentication was also elaborated by means of the multivariate statistical of the NMR resonances obtained either from the organic or the aqueous extracts of 48 samples belonging to di different geographical origins. The obtained data indicate that in the organic extract the fatty acids seem to be effective as a markers for the discrimination the African samples among all the other ones, while the resonances of the minor costituents are able to differentiate all the samples of different origin. In particular kaweohl compound positively correlates with the Brazilian samples, while the caffeine peaks and other minor compounds discriminate the middle American samples from the ones of the south. Finally, other minor costituents characterize African and Asian samples.characterization of acqueous extract throught bidimensional NMR experiments allowed the identification of characteristic spin sistems of the other not identified components. DOSY diffusion experiments were carried out on the acqueous extract of African samples and supported the hypothesis of an interaction occurring between caffein and chlorogenic acids. In particular, the obtained data allow one to suppose that in the aqueous extract of the analized African sample the caffein is present in solution both in the free form and as a complex with the chlorogenic acid.
La qualità del caffè verde rappresenta il principale requisito per la realizzazione di una bevanda apprezzata a livello commerciale. Attualmente tra i vari campi interessati dalla produzione scientifica sulla qualità del caffè verde vi sono lo sviluppo di metodologie per garantire l’autenticità e lo studio delle metodiche più appropriate per la quantificazione dell’acqua. Nel primo caso la necessità di metodi rapidi per l’autenticazione del caffè è divenuta in tempi recenti un’esigenza sempre più pressante a causa della crescente diffusione di pratiche di adulterazione nella filiera commerciale di questo prodotto. Tuttavia sono ancora limitati i metodi formulati per la determinazione dell’origine geografica; inoltre, la bassa numerosità di campioni analizzati nei lavori compiuti in tale ambito rende i risultati trovati non sufficientemente significativi. Rimane infine ambiguità sui possibili markers da utilizzare nella discriminazione. Occorrono da un lato quindi metodi adatti ad analisi routinarie per il controllo del maggior numero possibile di campioni, e dall’altro una scelta univoca di possibili markers per la discriminazione geografica delle varie qualità di caffè. Nell’ambito degli studi compiuti sull’acqua rimane ancora aperta la problematica della distribuzione dell’acqua stessa all’interno della matrice. La comprensione di questo fenomeno è di notevole importanza in quanto è stata osservata ad esempio in letteratura la correlazione fra il grado di idratazione e le proprietà meccaniche del chicco verde. La ricerca presentata in questo dottorato ha cercato di dare una risposta alle problematiche aperte appena descritte con il ricorso alla Risonanza Magnetica Nucleare, recentemente utilizzata con successo in ambito alimentare. In questo lavoro sono stati sviluppati infatti due metodi per la determinazione dell’origine geografica del caffè verde, rispettivamente con l’NMR nel dominio dei tempi, e con l’NMr ad alta risoluzione, quest’ultimo in combinazione con l’analisi statistica multivariata. Il primo metodo, basato sull’NMR nel dominio dei tempi, è stato realizzato per mezzo di uno spettrometro operante alla frequenza di 20 MHz (Bruker Minispec Mq20), e permette la determinazione simultanea delle percentuali di acqua e olio di un elevato numero di campioni in maniera rapida e riproducibile tramite l’utilizzo della sequenza spin echo. I valori delle percentuali di acqua e olio nei campioni sottoposti ad analisi è stato ricavato utilizzando due differenti calibrazioni per l’acqua e per l’olio. Le percentuali di acqua e olio ottenute dall’applicazione del metodo su 500 campioni di caffè verde sono stati sottoposti ad analisi statistica (ANOVA). I risultati ottenuti indicano che una buona discriminazione dei continenti di provenienza dei campioni è possibile utilizzando il valore di percentuale di olio come marker. Per quantificare correttamente le componenti acqua e olio con la sequenza spin echo è stata necessaria l’analisi preliminare dei tempi di rilassamento trasversale (T2) nel chicco verde con l’NMR nel dominio dei tempi mediante l’applicazione della sequenza CPMG. Le distribuzioni continue di tempi di rilassamento trasversale sono state ricavate invertendo con la trasformata di Laplace con l’aiuto del software Upen le curve CPMG ottenute. L’assegnazione preliminare della popolazioni di T2 relative alla fase acqua nella regione compresa fra 0.1 e 3 ms è stata realizzata confrontando i profili di rilassamento di una serie di chicchi verdi con i corrispondenti profili ottenuti per essicazione in stufa. La regione di T2 relativa alla componente lipidica dei chicchi verdi è stata invece assegnata sia confrontando i profili di rilassamento di una serie di chicchi a diversi livelli di idratazione sia confrontando le distribuzioni di T2 nel chicco con quella dell’olio estratto dallo stesso. Allo scopo di far luce sulla distribuzione dell’acqua nel caffè verde la regione della distribuzione di T2 attribuita all’acqua è stata studiata in dettaglio con una serie di esperimenti sistematici di reidratazione graduale di chicchi precedentemente essiccati. Le distribuzioni di T2 ottenute da chicchi essiccati e reidratati manualmente fino al 35% (su base secca) sia con H2O che con D2O e, alternativamente, per esposizione in atmosfera di umidità controllata, sono state confrontate con quelle di chicchi verdi tal quali. I dati ottenuti indicano che fino a circa 10% l’acqua incorporata nel chicco manifesta una mobilità ridotta, in quanto probabilmente adsorbita o legata con le pareti cellulari mediante ponti idrogeno. La reidratazione con acqua deuterata ha evidenziato inoltre il contributo dello scambio protonico al segnale della distribuzione osservato. L’analisi dei profili di distribuzioni dell’acqua ha inoltre portato all’osservazione che questo risulta determinato dalla convoluzione di due popolazioni di mobilità protonica, rispettivamente centrate a circa 0.5 e 1 ms. Sia nel chicco verde che in quelli reidratati è stato trovato che a contenuti di acqua fino a 4% delle due popolazioni è visibile solo quella a mobilità inferiore, mentre a percentuali intermedie sono presenti entrambe. Con riferimento all’articolo di Pittia e collaboratori, la componente a rilassamento rapido potrebbe essere associata all’effetto di antiplasticizzazione dell’acqua, mentre la popolazione caratterizzata da rilassamento più lento può essere correlata all’effetto plasticizzante dell’acqua. In questo senso i nostri dati forniscono una conferma ed un’interpretazione in termini di mobilità protoniche al co-siddetto effetto di antiplasticizzazione, scoperto a livello macroscopico. La distribuzione dei tempi di rilassamento trasversale dei T2 della regione associata ai lipidi (cioè quella compresa fra circa10 ms e circa 300 ms) mostra un profilo multimodale, che suggerisce la presenza di tre diverse mobilità protoniche. Tale osservazione è stata confermata sia con lo studio della dipendenza dalla temperatura delle mobilità protoniche, compiuto sia per la fase lipidica all’interno dei chicchi, sia per l’olio fresco isolato mediante estrazione soxhlet, sia dal confronto con dati di letteratura. Questa osservazione ha trovato inoltre conferma nei dati di letteratura. Un metodo per la discriminazione geografica è stato infine elaborato mediante l’analisi statistica multivariata delle risonanze NMR sia degli estratti organici che acquosi di 48 campioni di caffè verde di diversa provenienza. I dati ottenuti indicano che nell’estratto organico gli acidi grassi sembrano essere efficaci nel discriminare i campioni africani da tutti gli altri analizzati, mentre le componenti minoritarie sono efficaci nella differenziazione tra i campioni con diversa provenienza. In particolare il Kahweolo correla positivamente con i campioni del Brasile, mentre la caffeina e i composti minoritari differenziano i campioni centro americani da quelli del sud America, e altri componenti minoritari non identificati che caratterizzano i campioni africani e quelli asiatici. La caratterizzazione dell’estratto acquoso mediante esperimenti bidimensionali ha permesso inoltre l’identificazione di sistemi di spin caratteristici degli estratti protonici del campioni di caffè brasiliano, quali zuccheri minoritari e isomeri dell’acido clorogenico. Esperimenti di diffusione DOSY condotti sull’estratto acquoso dei campioni di origine africana hanno inoltre avvalorato l’ipotesi di una possibile interazione caffeina/ acidi clorogenici. In particolare i dati ottenuti fanno supporre che nell’estratto acquoso del campione africano analizzato, la caffeina è presente in soluzione sia in forma libera che complessata con l’acido clorogenico.
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Semproli, Samantha <1976&gt. "Accrescimento, stato ponderale e immagine di sé, in età pre-puberale (6-11 anni), a Cento (provincia di Ferrara): studio trasversale e longitudinale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/780/1/Tesi_Semproli_Samantha.pdf.

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Semproli, Samantha <1976&gt. "Accrescimento, stato ponderale e immagine di sé, in età pre-puberale (6-11 anni), a Cento (provincia di Ferrara): studio trasversale e longitudinale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/780/.

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Rotondi, Silverio <1981&gt. "Studio osservazionale trasversale volto a valutare la presenza di danno vascolare in pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 con diverso grado di malattia renale cronica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9170/1/Rotondi_Silverio_tesi.pdf.

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Abstract:
La gravità del DMT2 e delle sue complicanze come la malattia renale cronica (CKD) comportano un aumento della rigidità vascolare, misurabile con il CAVI, e alterazioni dei livelli ematici di sostanze implicate nella danno vascolare come Klotho, FGF23, Sclerostina. Scopo dello studio era valutare il ruolo della CKD stadio 1-2 e delle eventuali alterazioni di 25(OH)Vitamin-D, FGF23, Klotho, Sclerostina sul danno vascolare precoce nel DMT2. Metodi: Pazienti inclusi: DMT2 da <10 anni, età <60 anni, nessuna terapia insulinica, eGFR≥60 ml/min/1,73m2, assenza di complicanze vascolari. Abbiamo valutato: CAVI, albumin-excretion-rate (ACR), 25(OH)Vitamin-D, Klotho, FGF23, Sclerostina. 30 soggetti sani erano il controllo per CAVI, Klotho, FGF23 e Sclerostina. Risultati: Abbiamo arruolato 40 donne e 60 uomini, età media 56 anni (IQR:52-59), DMT2 da 5 anni (IQR:2,7-7), HbA1c 6,3% (5.8-6.7), eGFR di 95 ml/min/1,73m2. FGF23 (42±10 vs controlli 29.8±11 pmol/l, p<.05) e Sclerostina (36,2±7 vs 26.6±1 pmol/l, p<.05) erano aumentati e Klotho ridotto (673±300 vs 845±330 pg/ml, p<.05). La CKD (ACR ≥30 mg/gr; eGFR fra 60-90 ml/min/1,73m2) era presente nel 12,6%. Il CAVI medio era normale e i pazienti con CAVI borderline (≥8, 33%) e patologico (≥9, 13%) erano più anziani (p.001), con maggiore durata di DMT2 (p.022) e 25(OH)Vitamin-D più bassa (p.041). Il CAVI correlava positivamente con età (p.001), Hb1Ac (p.036) e pressione arteriosa sistolica (PAS) (p.012) e pressione arteriosa diastolica (PAD) (p.001) e negativamente con la 25(OH)Vitamin-D (p.046). L’analisi multivariata evidenziava predittori positivi del CAVI età (p.001), PAD (p.0001), ACR (p.008) e Klotho (p.017). Discussione: Nella nostra popolazione DMT2 il CAVI borderline e patologico è associato a ACR aumentato, PAD elevata e 25(OH)Vitamin-D ridotta e le alterazioni di FGF23, sclerostina e Klotho, secondarie alla CKD, sono un segno precoce di possibile danno vascolare. Conclusione: ACR, 25(OH)Vitamin-D e PAD possono essere dei fattori di rischio modificabili di danno vascolare precoce nel DMT2.
The severity of DMT2 and its complications such as chronic kidney disease (CKD) lead to increase vascular stiffness, measurable with CAVI, and alterations in substances implicated in vascular damage like Klotho, FGF23, and Sclerostin. The aim of the study was to evaluate the role of CKD stage 1-2 and possible alterations of 25 (OH)Vitamin-D, FGF23, Klotho, and Sclerostin on early vascular damage in DMT2. Methods: Patients included: DMT2 from <10 years, age <60 years, no insulin therapy, eGFR≥60 ml/min/1.73m2, absence of vascular complications. We have evaluated CAVI, albumin-excretion-rate (ACR), 25(OH)Vitamin-D, Klotho, FGF23, and Sclerostin. 30 healthy subjects were the control for CAVI, Klotho, FGF23 and Sclerostin. Results: We enrolled 40 women and 60 men, average age 56 years (IQR: 52-59), 5-year DMT2 (IQR: 2.7-7), HbA1c 6.3% (5.8-6.7), eGFR of 95 ml/min/1.73m2. FGF23 (42±10 vs controls 29.8±11 pmol/l, p<.05) and Sclerostin (36.2±7 vs 26.6±1 pmol/l, p<.05) were increased and Klotho reduced (673±300 vs 845±330 pg/ml, p<.05). CKD (ACR≥30mg/gr; eGFR between 60-90 ml/min /1.73m2) was present in 12.6%. The mean CAVI was normal and the patients with borderline (≥8, 33%) and pathological (≥9, 13%) CAVI were older (p.001), with longer duration of DMT2 (p.022) and 25(OH)Vitamin-D lower (p.041). CAVI correlated positively with age (p.001), Hb1Ac (p.036), systolic blood pressure (SBP) (p.012) and diastolic blood pressure (DBP) (p.001) and correlated negatively with 25(OH)Vitamin-D (p.046). The multivariate analysis showed positive predictors of CAVI age (p.001), DBP (p.0001), ACR (p.008) and Klotho (p.017). Discussion: In our DMT2 population, borderline and pathological CAVI is associated with increased ACR, elevated DBP and reduced 25(OH)Vitamin-D and the alterations of FGF23, Sclerostin and Klotho, secondary to CKD, are an early sign of possible vascular damage . Conclusion: ACR, 25(OH)Vitamin-D and DBP can be modifiable risk factors for early vascular damage in DMT2.
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Solaroli, Davide. "Studio trasversale sull'attivita motoria svolta e promossa da studenti del Corso di Laurea in Fisioterapia durante il periodo di sospensione delle attivita per le misure di contenimento dell'infezione da COVID-19." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21939/.

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Abstract:
Introduzione: l’attività fisica è un fondamentale strumento di prevenzione, riconosciuto e approvato dalla comunità scientifica, per numerose patologie e il benessere psicofisico di ogni persona. Il periodo di isolamento domiciliare indotto dalla pandemia da SARS-COV-2 ha condizionato fortemente la nostra quotidianità, siamo stati costretti a vivere le nostre giornate dentro le mura domestiche, subendo una significativa povertà di movimento. Per questo motivo lo studio aveva l’obiettivo di indagare le abitudini di attività fisica praticata e promossa dai fisioterapisti del domani: gli studenti del corso di laurea di fisioterapia. Materiale e Metodi: lo studio ha indagato l’attività fisica praticata precedentemente e durante il lockdown nazionale dal 11/03/2020 all’ 11/04/2020. Sono stati sottoposti ad un questionario online, utilizzando la piattaforma “Moduli Google©”, 150 studenti del corso di laurea in fisioterapia dell’Università di Bologna. Il questionario comprendeva 26 domande a risposta chiusa. Risultati: dallo studio è emerso che durante il lockdown gli studenti praticavano attività fisica con maggior frequenza settimanale, ma che ogni seduta era di una minore durata. Inoltre l’86% del campione è stato promotore di attivià fisica verso amici e parenti, nonostante solamente il 12% degli studenti abbia dimostrato piena conoscenza delle linee guida sui livelli minimi consigliati di attività fisica, redatte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Conclusione: dai risultati sembra che gli studenti siano a conoscenza dei benefici che ogni individuo può trarre dalla pratica regolare di attività fisica, ma al contempo essi dimostrano di possedere scarsa conoscenza delle linee guida redatte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo studio necessità di approfondimenti: è necessario verificare quanto i Corsi di Laurea in Fisioterapia trasmettano nozioni riguardanti l’attività fisica e con quali modalità.
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Moscioni, Arianna. "Studio della composizione chimica di un campione di stelle retrograde nei dintorni solari." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25348/.

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Abstract:
In base allo scenario di merging gerarchico delle galassie, l'alone stellare della nostra Galassia si è formato da eventi di merging con galassie più piccole. Queste strutture, oggi dissolte, sono individuabili come raggruppamenti nello spazio definito dagli Integrali del Moto. L'alone stellare della Via Lattea è caratterizzato da una componente stellare prevalentemente retrograda. Da ciò è subito emerso uno scenario ampiamente accettato che prevede che la maggior parte dell'alone retrogrado è ciò che resta di un antico merger con la Via Lattea di una galassia nana chiamata Gaia-Enceladus. Successivamente sono state individuate altre sottostrutture meno prominenti, come Sequoia e Thamnos. La rilevazione delle stelle associate a queste sottostrutture è però legata alla disponibilità delle velocità radiali, che completano lo spazio delle fasi. In questo lavoro di tesi si presenta l'analisi di 26 spettri ottenuti con PEPSI di stelle retrograde nei dintorni solari selezionate sulla base del valore della loro velocità trasversale. La misura delle velocità radiali degli spettri ha permesso di attribuire ogni target ad un possibile progenitore. L'analisi chimica ha mostrato come si tratti di stelle con metallicità tra -1 e -3 dex. Una delle stelle di dubbia attribuzione è risultata la più metal-poor del campione, il che la rende più compatibile con Sequoia, in quanto questa sottostruttura è caratterizzata da valori di metallicità inferiori rispetto a quelli di Gaia-Enceladus. Sono stati evidenziati due targets con valori di [Na/Fe] discrepanti dal resto del campione. Infatti, due stelle risultano Na-rich, mostrando una similarità con le abbondanze tipiche prodotte negli ambienti degli ammassi globulari; una stella risulta Na-poor, che potrebbe ricalcare la bassa abbondanza di Na delle galassie nane. Alcune stelle di Sequoia e Thamnos mostrano abbondanze chimiche anomale per quanto riguarda alcuni elementi che sono rivelatrici di una differente evoluzione chimica.
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CERABONA, VITO. "Scelta dei genitori sulle fonti di informazione relative alle vaccinazioni infantili. Uno studio trasversale in due Asl italiane." Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/11573/1666829.

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Abstract:
“Vaccine hesitancy” has been defined by the World Health Organization (WHO) as “delay in acceptance of vaccine despite the availability of vaccination services”. This definition also recognizes that vaccine hesitancy is complex and context specific, varying across time, place and vaccines and it is influenced by factors such as complacency, convenience and confidence. When it comes to childhood vaccination campaigns, this issue can lead to very problematic outcomes in terms of public health. A factor playing a fundamental role in this dynamic is the source of information considered by parents in the decision-making progress that leads to the acceptance or refusal of childhood vaccinations. Previous studies show how selecting an alternative source of information, as opposed to a conventional and institutional one, can result into major skepticism or even refuse of childhood vaccinations. An online questionnaire was administered anonymously to the parents of students attending elementary, middle and high schools in Rome and Turin, through the electronic register of the schools they belong to. Two validated tools were used: the Parent Attitudes about Childhood Vaccines Survey (PACVs), and the Health Literacy Vaccinale degli adulti in Italiano (HLVa- IT). In a third section, vaccination hesitancy in relation to COVID-19 was assessed. Univariate analysis and logistic regression models were built to identify predictors of the preferred sources of information on the topic. 2301 answers to the survey were collected from June to October 2021. 1127 came from parents in Rome (49%) and 1174 from parents based in Turin (51%). The majority of the respondents were mothers (81%), married (73%), with 2 or more children (70,5%). Most of the parents have a degree or post-degree education (59%) and have an employment (90%). The average age in the selected sample was 47.7 years (Std. dev. 6.4). Our logistic regression model showed that fathers were more prone than mothers to use alternative sources of information (p=0.001, OR 1.32 – 2.63). Moreover, a score >50 on the PACV scale (p=0.004, OR 1.4 – 5.6) was a strong predictor for choosing an alternative source of information. Other predictors that showed a statistical significance were the perceived quality of the healthcare system, the city parents were from, the child’s age, being atheist or agnostic and referring to be in need of more information about vaccinations. The HLVA-it filter questions showed that people who had never paid attention to information material about vaccination or that were never invited to get a vaccine were more inclined to use alternative sources of information.
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MARAONE, ANNALISA. "Relazione tra le dimensioni nucleari del Typus Melancholicus di Tellenbach e i disturbi depressivi unipolari: uno studio trasversale." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1476132.

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Abstract:
Tra i modelli che studiano la relazione tra personalità premorbosa e depressione, quello descritto da Tellenbach è uno dei più coerenti. Secondo questo modello, l’ordinatezza, la coscienziosità, l’iper/eteronomia e l’intolleranza alle ambiguità sono le caratteristiche principali del Typus Melancholicus (TM). Precedenti studi hanno mostrato una relazione tra depressione unipolare e TM. L’ipotesi principale di questo studio è che i pazienti affetti da disturbi depressivi unipolari presentino maggiori caratteristiche legate al TM in termini di ordinatezza e di coscienziosità, rispetto ai soggetti sani. Metodi. In questo studio trasversale e monocentrico sono stati reclutati 74 pazienti affetti da disturbi depressivi unipolari, secondo i criteri del DSM-5, e 60 controlli sani. Al fine di valutare la presenza dell’ordinatezza e della coscienziosità del TM, sono stati utilizzati i fattori della scala per la personalità di tipo malinconico di Kasahara (KIMTP) chiamati “armonia nelle relazioni personali” e “norme sociali”. Per valutare la relazione tra gli aspetti del TM e lo stress percepito è stata somministrata la scala di vulnerabilità correlata allo stress (SVS). Risultati. Il t-test ha rivelato punteggi della KIMTP significativamente più alti nel fattore “armonia nelle relazioni personali” (ordinatezza), ma non nel fattore “norme sociali” (coscienziosità) nel gruppo dei pazienti (p<0,001), rispetto al gruppo di controllo. La correlazione di Pearson ha rivelato una significativa correlazione positiva tra i punteggi di stress e la sottoscala “armonia nelle relazioni personali” della KIMTP. Discussione e conclusioni. Il fattore della KIMTP “armonia nelle relazioni personali” (ordinatezza) è stato osservato più frequentemente nei pazienti con depressione unipolare rispetto ai soggetti sani e ha mostrato una maggior associazione con lo stress percepito, mentre il fattore della KIMTP “norme sociali” (coscienziosità) ha mostrato valori simili in entrambi i gruppi e nessuna correlazione allo stress percepito. Ciò sottolinea la possibilità che, tra le caratteristiche fondamentali del TM, l’ordinatezza possa essere considerata come un fattore di personalità rilevante e potenzialmente premorboso, dei disturbi depressivi unipolari
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Books on the topic "Studio trasversale"

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Focchi, Marco. L' identità vuota: Studio sulle patologie trasversali. Milano: Guerini studio, 1991.

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M, Paci A., Costanzo Capitani Paola, Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica (Italy), and Associazione italiana per la documentazione avanzata, eds. Informazione e documentazione: Temi trasversali di formazione. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto di studi sulla ricerca e documentazione scientifica, 1992.

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