Journal articles on the topic 'Strutture residenziali per anziani'

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Moro, Marta, Chiara Salvato, Gianni Terrazzani, Donatella Serraglia, Cristina Saramin, Pietro Giusti, and Alessandro Chinellato. "Costi e bisogni sanitari degli anziani non autosufficienti presso le strutture residenziali: strategie e interventi per una popolazione che invecchia." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no. 2 (June 15, 2005): 135–40. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i2.828.

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Abstract:
CONTEXT: The number of elderly is constantly increasing in the western world and many of this people spend the last years of their life in a nursing home with physical and/or mental disabilities. OBJECTIVE: To estimate the Health Service resource and direct costs for Community Residential Care (CRC) disabled elderly people. METHODS: A retrospective observational study was conducted between January 2002 and December 2002 among all CRC (23 CRC and 1665 disabled residential elderly population REP) of the Local Health Authority n° 9 of Treviso. For each CRC data regarding patients, hospitalisation, clinical analysis, general practitioner and hospital medical doctor assistance, drug utilisation were collected and analysed. RESULTS: Males were 27% and female 73% with an average age 78 and 86 years old respectively. Frequency of hospitalisation, clinical analysis and drug utilisation vary widely between the CRC and an inverse correlation is observed between cost of hospitalisation and drug plus clinical analysis. The first causes of hospitalisation are pneumonia 7.2% and cardiovascular disease 4.9% both considered preventable cause of hospitalisation. Regarding the drug consumption analysis enalapril, furosemide, omeprazole are the most used molecules with a consumption of 308, 185, 166 DDD/1000 REP/die; systemic antibiotics are the more expensive drugs with a cost of 0.3 euro/REP/die. Unexpected laxatives consumption is lower than data from literature with a 17% of the total REP exposed. Finally average annually cost for a REP in CRC is 16,445 euros and beside the direct sponsor of local health authority to the CRC hospitalisations cost are the most important (899 euros) while drugs, medical assistance and sanitary material cost are similar with an annual cost of 530 euros, 492 euros, 450 euros respectively. Hypnotic and anxiolytic consumption appear to be correct with literature data with about 30% population exposed. CONCLUSION: Females are disabled about 10 years after males, many hospitalisation could be avoided with correct sanitary programs and finally and inverse correlation of drug consumption and hospitalisation is observed.
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De Girolamo, Giovanni, Valentina Candini, Laura Iozzino, and Cristina Zarbo. "Ricerca in salute mentale: un decennio di progetti all'IRCSS Fatebenefratelli." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 83–113. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002006.

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Abstract:
In Italia il sistema degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) rappresenta, da decenni, il pilastro fondamentale della ricerca condotta all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). L'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia è l'unico in Italia ad avere come area ufficiale di riconoscimento la psichiatria. L'obiettivo di questo capitolo è di descrivere e discutere le attività di ricerca condotte dall'Unità Operativa di Psichiatria Epidemiologica e Valutativa (UOPEV) dell'IRCCS Fatebenefratelli in oltre un decennio (2009-2020). Tali attività di ricerca si collocano all'interno di tre grandi aree: la ricerca epidemiologica, la ricerca clinica e la health services research. I progetti relativi alla ricerca epidemiologica presentati riguardano lo studio della prevalenza dei disturbi mentali e da uso di sostanze nella popolazione generale (WMHSI), le caratteristiche dei pazienti trattati nelle strutture residenziali (PERDOVE), i fattori prognostici di esito di pazienti anziani ospedalizzati (PERDOVE-anziani), la prevalenza e l'incidenza dei disturbi depressivi in persone affette da diabete di tipo 2 (INTERPRET-DD), le caratteristiche socio-demografiche, cliniche ed assistenziali di pazienti con una storia grave di violenza (VIORMED ed EU-VIORMED), e l'impiego di dispositivi di telemedicina per la gestione dei pazienti con depressione, sclerosi multipla o epilessia (RADAR-CNS). Tra i progetti di ricerca clinica verranno discussi in particolare un trial sull'impiego della ossitocina intranasale per il trattamento di pazienti con diagnosi di schizofrenia (OXIS), la psicoeducazione per pazienti con disturbo bipolare, e il progetto DIAPASON. Infine, nell'ambito del macro-settore di ricerca dei servizi di salute mentale sarà presentato il progetto MILESTONE. Tale excursus consentirà di intrecciare e discutere criticamente lo stato della pratica clinica e della ricerca in psichiatria, e consentirà di formulare delle proposte su aree di ricerca innovative nel prossimo decennio.
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Amaddeo, F., M. Bacigalupi, G. de Girolamo, W. Di Munzio, A. Lora, and D. Semisa. "Strutture del Dipartimento di Salute Mentale." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S2 (August 1998): 31–36. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000721.

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Abstract:
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) comprende tutti i presidi psichiatrici pubblici, ospedalieri ed extraospedalieri per adulti, gestisce tutte le attività concernenti la tutela della salute mentale per adulti esistenti nel territorio di competenza e possiede un organico pluriprofessionale a direzione unica. Può comprendere o meno le attività di neuropsichiatria infantile, anche se é auspicabile che le comprenda.II DSM comprende le seguenti unità organizzative:1.Centra di Salute Mentale (CSM)2.Ambulatorio3.Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)4.Day Hospital (DH)5.Centra Diurno (CD)6.Strutture Residenziali
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Scalari, Paola. "Curare CorpoMente. Residenze sociosanitarie per anziani." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 34 (January 2021): 48–58. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-034005.

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Abstract:
Nel periodo del lockdown le residenze socio sanitarie per anziani non autosufficienti hanno evidenziato l'incapacità di tenere insieme la cura del corpo e la cura della mente. Queste isti-tuzioni si sono barricate per tenere lontano il virus non riuscendo a pensare a come salva-guardare emotivamente i loro ospiti. Forse l'importanza di tenere insieme operatori e fami-liari in un'équipe curante non è mai stata presa in seria considerazione. Il periodo di isolamento dovuto a Covid19 ha però evidenziato come senza relazioni familiari e amicali gli an-ziani si lascino andare e muoiano. La depressione, dovuta al mancato contenitore Corpo-Mente, va quindi riconsiderata per evitare nuove stragi. Attivare gruppi coordinati pare la pista di lavoro per ridare dignità alle persone che, malate, vanno a concludere la loro esistenza in queste strutture.
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Battisti, A., C. Di Priamo, and L. Martinez. "I minori ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 48–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001005.

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Abstract:
Il luogo più consono alla crescita dei bambini è senza dubbio la famiglia d'origine. Vi sono situazioni di particolare vulnerabilità che, per garantire al minore una crescita serena, richiedono l'attivazione di percorsi di protezione offerti da una famiglia diversa da quella di origine o da una struttura residenziale. In Italia nel 2017 le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie destinate all'accoglienza dei minori sono oltre 2 mila e contano un'offerta di circa 23 mila posti letto. Gli ospiti minori sono complessivamente poco più di 20 mila, lo 0,2% dell'intera popolazione minorenne. Tra le motivazioni che hanno determinato l'inserimento del minore in comunità svolgono un ruolo preponderante le problematiche afferenti il nucleo familiare: un terzo degli ospiti sono accolti per problemi economici, incapacità educativa o problemi psico-fisici dei genitori. Rilevante anche la quota di ragazzi stranieri non accompagnati. Gli ospiti minori che invece sono stati dimessi ammontano complessivamente a quasi 15mila. Il 32% è stato reinserito in una famiglia mentre, per il 35% dei ragazzi dimessi il percorso di accoglienza prosegue in un'altra struttura residenziale.
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Civenti, Graziella, Roberto Blaco, Antonio Lora, and Angelo Cocchi. "Psychiatric services in Lombardy from 1983 to 1993: trends and interrelations between equipment, staff and activities indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 3 (December 1996): 178–89. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004164.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Lo studio è stato condotto con l'obiettivo di descrivere le linee di tendenza manifestatesi nel periodo 1983-1993 nei Servizi psichiatrici pubblici lombardi relativamente a indicatori di struttura, personale e attività. Setting - Sono stati utilizzati dati relativi a tutti i presidi facenti capo, secondo quanto previsto dal Progetto Obiettivo Regionale, alle Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia, ovvero Centri Psico-sociali, Ambulatori, Strutture Intermedie Non Residenziali, Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, Centri Residenziali di Terapie Psichiatriche e di Risocializzazione e Comunita Protette. Non sono stati inclusi nello studio i dati relativi all'attivita svolta dagli ex Ospedali Psichiatrici e dalle strutture private. Disegno - I dati sono stati forniti dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale che dal 1983 rileva in maniera omogenea e sistematica su tutto il territorio regionale informazioni relative alle strutture, al personale e alle prestazioni erogate dalle Unita Operative di Psichiatria. Sui dati relativi al periodo 1983-1993 e stata condotta un'analisi grafica della dinamica dei servizi con descrizione delle tendenze evidenziatesi nel periodo in oggetto e delle interazioni tra le variabili considerate. Principali misure utilizzate - Variabili di risorse e di prestazioni relative all'attivita degenziale e a quella non residenziale dei servizi. Formulazione di indicatori che permettano l'analisi delle relazioni tra le variabili stesse. Risultati - Nel periodo considerato si assiste globalmente a un aumento consistente del volume di attivita (residenziale e non) spiegabile solo parzialmente attraverso l'aumento delle risorse a disposizione. L'incremento quantitative dell'assistenza fornita pare infatti legato da un lato a una sempre maggiore utilizzazione delle risorse allocate e a un aumento della produttivita dei servizi, dall'altro alia pressione crescente della domanda. I dati a disposizione, inoltre, evidenziano come il baricentro della organizzazione dei servizi pubblici si sia spostato sempre piú negli anni sul momento di trattamento non residenziale, anche se l'assenza di una analoga documentazione per quanto attiene alle strutture private rende questa conclusione parziale. Conclusioni - L'analisi condotta testimonia l'importanza del Sistema Informativo per monitorare i cambiamenti nella organizzazione dei servizi e per fornire i dati necessari alia attivazione di indagini ad hoc (per es. studi di esito).
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Gallo, Eugenio, and Gino Targa. "Quality evaluation in psychiatric services: a regional system of quality indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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Casati, Elisa, and Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Abstract:
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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Giordano, Carlo. "Il riconoscimento del progetto migratorio del minore e la valorizzazione della rete parentale nell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati: l'evoluzione della presa in carico nel comune di Cremona (2005 - 2011)." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 42 (June 2014): 97–112. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852014000100007.

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Abstract:
Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati fu gestito a Cremona, fino all'anno 2007, unicamente tramite l'accoglienza in strutture residenziali. Tale pratica dovette però confrontarsi con la criticità (anche di tipo economico) rappresentata dalla massiccia crescita degli arrivi di minorenni stranieri dichiaranti essere "non accompagnati", verificatasi negli anni 2006 e 2007. La frequente presenza di reti parentali dei minori nelle provincie limitrofe, indusse a ritenere che il percorso migratorio dei MSNA giunti a Cremona fosse il risultato di una strategia messa a punto da adulti di riferimento, i quali indirizzavano il giovane verso quei territori dove le pratiche d'accoglienza apparivano più efficaci riguardo all'acquisizione del titolo di soggiorno. Ciò che emerge è la correlazione intercorrente tra modalità di accoglienza e strategia migratoria. A partire dall'anno 2008, il riconoscimento del carattere "famigliare" del progetto migratorio del minore, e della sua rete parentale come risorsa per una più efficace e sostenibile presa in carico, portò all'identificazione di una strategia di accoglienza incentrata sull'affidamento famigliare.
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Bussi Roncalini, Elisabetta, Barbara Moffa, Simona Caravello, Consuelo Busetti, Barbara Salvatore, and Marco Riglietta. "Inserimento di paziente con Disturbo da Gioco d'Azzardo in Servizio sperimentale residenziale, in misura alternativa alla pena: percorsi clinici tra revisione della normativa e istruzioni operative." MISSION, no. 59 (February 2023): 22–24. http://dx.doi.org/10.3280/mis59-2022oa14898.

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Abstract:
L'inserimento in struttura residenziale per Disturbo da Gioco d'Azzardo, attuato grazie ai fondi sperimentali previsti da Regione Lombardia Deliberazione N. XI / 585 del 1/10/2018 (1), ha permesso a paziente con patologia non rientrante normativamente nell'art 94 del DPR 309/90 (2), di intraprendere un percorso residenziale in misura alternativa alla pena. La valutazione multidimensionale attuata dall'equipe SERD carcere UOC Dipendenze  ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, attraverso strumenti clinici innovativi psicodiagnostici integrati con gli strumenti già disponibili, ha permesso la stesura di uno specifico Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale e, previa convalida da parte dell' Agenzia di Tutela della Salute della provincia di Bergamo, ha reso possibile l'invio alla struttura residenziale specialistica per Disturbo da Gioco d'Azzardo di paziente in misura alternativa alla pena . Il lavoro è espressione della capacità di sinergia ed integrazione tra  il servizio privato, che ha visto nascere le strutture residenziali per giocatori patologici, insieme al servizio pubblico di valutazione e trattamento dell'ASST lombarda oltre al  fondamentale intervento dell'Agenzia di Tutela della Salute territoriale competente e dell'Autorità Giudiziaria attraverso cui si è potuto dare  un'adeguata risposta  in un ambito diverso delle dipendenze attualmente normativamente riconosciuto solo a persona tossicodipendente e alcoldipendente.
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Moneti, Silvia. "L'influenza dell'ambiente antropico (architettura) sul sistema psico-neuroendocrino-immunologico." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2022): 75–91. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002008.

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Abstract:
Questo articolo sintetizza i temi trattati in un più vasto lavoro di ricerca, presentato come tesi al Master in Pnei dell'Università de L'Aquila. Lo scopo primario di questo studio è stato quello di raccogliere prove scientifiche che dimostrino come l'architettura possa influenzare il benessere psi- cofisico delle persone. I destinatari della ricerca sono professionisti sanitari e tecnici, invitati a interagire con lo scopo di promuovere la salute di un "paziente comune". Nei paragrafi iniziali vengono esposte le principali teorie sull'architettura terapeutica, con approfondimenti su neuro-architettura, neuro-estetica, neu roni specchio e neuroni luogo. Si procede poi con l'enunciazione di linee di indirizzo per la progettazione in ottica Pnei di strutture sanitarie, istituti scolastici ed edifici residenziali. Due paragrafi pongono infine l'accento sulla "Green Care" e sulla "Art on Prescription", dimostrando l'impatto positivo del contatto con la natura e dell'esperienza estetica. L'articolo si conclude con l'auspicio di concretizzare le evidenze raccolte in futuri progetti architettonici, ma soprattutto di promuovere l'inserimento dell'architettura fra le discipline in ottica Pnei, come terapia integrata.
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Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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Lora, Antonio, Roberto Bezzi, Roberta Di Vietri, Anna Gandini, Franco Spinogatti, and Carlo Zocchetti. "Packages of care in the Departments of Mental Health in Lombardy." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 100–115. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000556x.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Il lavoro ha lo scopo di individuare i pacchetti di trattamento erogati dai Dipartimenti di Salute Mentale, ponendoli in relazione sia alia diagnosi dei pazienti che all'intensità nell'utilizzo delle risorse. Disegno – Lo studio è stato condotto a partire dai dati raccolti dal Sistema Informativo Psichiatrico lombardo; il campione è formato da 55518 pazienti residenti in Lombardia e in contatto nel 1999 con i Dipartimenti di Salute Mentale, di cui sono stati rilevati nel corso dell'anno i contatti territoriali, semiresidenziali, residenziali e ospedalieri. Setting – I Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Lombardia nel 1999. Principali misure utilizzate – Secondo uno approccio empirico, basato sull'esperienza dei ricercatori, sono stati definiti 15 pacchetti di cura; il pacchetto di cura “solo attivita territoriale” è stato ulteriormente distinto in sei macroattività; a ciascun pacchetto sono stati assegnati i pesi assistenziali. Risultati – Quattro pacchetti di cura (solo Ass. Territoriale, Ass. Ospedaliera e Ass. Territoriale, solo Ass. Ospedaliera, Ass. Semiresidenziale e Ass. Territoriale) da soli caratterizzano il 95% dei pazienti. Tre quarti dei pazienti vengono trattati solo nell'ambito territoriale, senza l'intervento di strutture ospedaliere, residenziali e semiresidenziali. I pazienti più gravosi, vale a dire i pazienti inseriti in un pacchetto con un peso medio maggiore di 5000, rappresentano solo il 4% degli utenti dei servizi. L'attivita residenziale sembra svolgere un ruolo sempre maggiore nella rete dei servizi psichiatrici (36% del peso assistenziale totale), mentre la schizofrenia si conferma la diagnosi di maggiore impatto per i servizi (59% del peso assistenziale totale). Dei pazienti trattati solo neH'ambito territoriale un terzo riceve unicamente interventi ambulatoriali medici e psicologi, mentre i due terzi restanti ricevono trattamenti integrati in cui l'attività clinica ambulatoriale si accompagna a interventi di carattere domiciliare, familiare, riabilitativo e sociale. Conclusioni – Nel modello territoriale di assistenza psichiatrica i pacchetti di cura più complessi e diversificati rappresentano l'eccezione piùttosto che la regola. I pacchetti più complessi e/o con maggior peso assistenziale si rivolgono ai pazienti che per la loro diagnosi sono definiti gravi.
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Martini, Paolo, and Franco Domenici. "Assistenza psichiatrica e monitoraggio dei servizi. Il Registro dei casi di Arezzo 1987–1990." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, no. 1 (April 1992): 29–43. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006527.

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Abstract:
RiassuntoSono descritte, con la stessa metodologia impiegata in altre 4 aree italiane, sedi di registri psichiatrici dei casi (RPC), le caratteristiche della catchment-area, del RPC, della struttura e dei principi del Servizio di Salute Mentale di Arezzo. II monitoraggio della domanda su 4 anni evidenzia che i tassi di prevalenza annua (1537/100000 15 + ) e un giorno (714/100000 15 + ), specie per le psicosi funzionali, hanno valori vicini ai RCP europei. Con la incidenza (256/100000 15 + ), i tassi indicano un coverage e una presa in carico dei principali bisogni psicopatologici di popolazione di area. II monitoraggio dei servizi offerti evidenzia la chiusura dell'OP nel 1989 con dimissione dei lungodegenti e 1'espansione considerevole delle attivita e degli utenti in molteplici strutture e servizi a differente gradiente assistenziale, residenziali (66/100000 15 + ospitati nel 1990), diurni (205/100000 15 + utenti nel 1990), di inserimento lavorativo, domiciliari, ambulatoriali e ospedalieri, che ruotano intorno a un Centro con équipe in mobilita e aperto 24h/24 e 7 gg./7. II rapporto tra prevalenza annua non ospedaliera e ospedaliera e nel 1990 di 20:1; l'intervento precoce e alternativo consente un tasso medio di ammissioni ospedaliere di 86/100000 15 + con SPDC ma senza reparto e senza nuovi lungodegenti. II tasso di lungoassistiti (541/100000 15 + ) e il pattern di utilizzo dei servizi indicano una risposta continuativa, flessibile e integrata ad utenti per il 90% viventi nel proprio ambiente. II costo del Servizio e pari alia spesa storica dell'OP, rapportato alia popolazione e all'indice di costo ISTAT.Parole chiaveservizi psichiatrici territoriali, registri psichiatrici dei casi, utilizzazione dei servizi.SummaryThe principles, structure, Psychiatric Case Register (PCR) and catchment-area of the Community Mental Health Service (CMHS) of Arezzo are described, using the same methodology employed in 4 other Italian PCRs. The monitoring of the demand over 4 years shows that the mean year prevalence (1537/100000 15 +) and day prevalence (714/100000 15 +) rates, especially for functional psychoses, are statistically close to European PCRs. Together with incidence (256/100000 15 +), those rates indicate full coverage and response to the principal psychopathological needs of the population of the area. The monitoring of the service shows: the closure of the psychiatric hospital in 1989 with the discharging of long-stay patients; the considerable expansion of activities and the number of users in multiple structures and services, offering different degrees of care; i.e. residential (66/100000 15+ users in 1990), day-centres (205/100000 15+ users in 1990), work emplacement, domiciliary care, out and in-patients. Those services revolve around the Centre (open round the clock, 7 days a week) with a mobile crisis intervention team. The ratio between hospitalized and non-hospitalized users is 1:20, for 1990; early and alternative intervention gives an average rate of hospital admissions of 86/100000 15+ in clinical and psychiatric beds but with no psychiatric ward and no new long-stay patients. The rate of long-term patients (541/100000 15 +) and the pattern of use of the services indicate an ongoing, flexible and integrated response to users needs, 90% of whom live in their own home environment. The costs of the CMHS work out equal to the former expenses of the psychiatric hospital, in ratio to inflation and the cost of living.
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"Indicatori per la valutazione delle Strutture Residenziali e Semiresidenziali." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S3 (December 1998): 24–28. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000642.

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Abstract:
Sono indicatori (descrittori) di struttura e, in parte, di processo. Esprimono, con un punteggio, la maggiore o minore aderenza della struttura e dell'organizzazione alla normativa vigente. Per la costruzione di tali indicatori è stata effettuata un'indagine per conoscere la situazione attuale, e sono stati utilizzati i contributi offerti dal Coordinamento delle Comunità Terapeutiche e dal Coordinamento dei Centri Diurni. Su tale base sono stati individuati i seguenti elementi per ricavare indicatori strutturali diversificati per le strutture residenziali e per le strutture semiresidenziali, e indicatori comuni per i requisiti organizzativi. Ogni requisito soddisfatto vale 1 punto. Il punteggio strutturale e organizzativo delle Strutture Residenziali e delle Strutture Semiresidenziali è dato dalla somma dei punti attribuiti ai singoli items.Per SR e SSR si intendono tutte le strutture per il cui funzionamento il DSM investe risorse economiche e di personale, sulla base di una specifica programmazione recepita da atto deliberativo dell'A.USL. Sono state, pertanto, escluse dall'analisi quelle strutture che costituiscono il domicilio di soggetti, i quali provvedono autonomamente alla gestione dell'abitazione, anche nei casi in cui il reperimento della struttura stessa e l'inserimento dei soggetti abbiano comportato un impegno rilevante da parte degli operatori del DSM (si ritiene, infatti, che in tali situazioni l'assistenza prestata debba essere equiparata all'assistenza a domicilio prestata ad altri utenti del DSM). Ugualmente da escludere sono le strutture destinate esclusivamente ad ex degenti in OP situate all'interno degli stessi e che si intendono ad esaurimento.
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"The Italian PROGRES project on non-hospital residential facilities." Epidemiology and Psychiatric Sciences 10, no. 4 (December 2001): 260–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005431.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – 1. Effettuare un censimento di tutte le Strutture Residenziali (SR) psichiatriche presenti in Italia (Fase 1); 2. Condurre una approfondita valutazione delle strutture e dei pazienti ospitati in un campione rappresentativo pan al 20% delle SR censite (Fase 2); 3. Attivare programmi specifici di formazione per il personale delle SR (Fase 3). Metodi – Per la raccolta dei dati di Fase 1 e stata elaborata una scheda apposita. Questa scheda e stata somministrata, sotto forma di intervista strutturata, direttamente ai responsabili delle SR; in molti casi le informazioni sono state integrate con quelle fornite direttamente da operatori delle SR o dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Risultati – Al termine della Fase 1 sono state censite (maggio 2000) 1370 SR con 4 o più posti residenziali, con un numero totale di posti pari a 17138, un numero medio di 12.5 posti per SR ed un tasso di posti residenziali per 10000 abitanti pari a 2.98 (superiore allo standard del Progetto Obiettivo Tutela della Salute Mentale 1998-2000, pari a 2/10.000). II tasso di posti residenziali e pari a poco meno di 3/4 del tasso stimato da Ruggeri et al. (2000) di pazienti con disturbi mentali gravi e persistenti di tipo psicotico (13.9 per 10000). La dotazione di SR e risultata molto variabile tra le varie aree d'Italia. La maggioranza delle SR (51%) e stata attivata dal gennaio 1997 in poi; circa i tre quarti delle SR hanno una copertura assistenziale 24 ore su 24. I DSM gestiscono direttamente oltre la meta delle SR; la grande maggioranza delle SR (78%) e finanziata direttamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La meta circa delle SR (49%) ospita prevalentemente pazienti compresi nella fascia di eta tra 40 e 59 anni. Per quanto riguarda gli operatori, nelle SR lavorano 11240 operatori a tempo pieno, più una quota significativa di operatori a tempo parziale; il numero medio totale di operatori per SR e di 13.6. Circa il 40% degli operatori delle SR non ha una qualificazione specifica di tipo psichiatrico. Il totale dei pazienti ospitati nelle SR e di 15943; di essi, il 58% non e mai stato ricoverato in Ospedale Psichiatrico (OP), mentre il 40% circa lo e stato; una piccola quota (1.6%) e stata ricoverata in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG). Infine, nel corso del 1999 il 38% delle SR non ha dimesso nessun ospite, il 31% ha dimesso un massimo di due ospiti, e soltanto nel 31% circa delle SR sono stati dimessi tre o più ospiti. Discussione – Dal PROGRES emerge un'ampia variabilita nella dotazione di SR tra le varie Regioni e P.A., che e correlata alia dotazione di altre strutture assistenziali psichiatriche. La maggior parte delle SR fornisce un'assistenza di tipo intensivo, e sembra mancare quel range differenziato di strutture, in termini di intensita assistenziale, livelli di autonomia, ecc, da molti considerato come ottimale per il trattamento prolungato di pazienti gravi con livelli di disabilita che fluttuano nel tempo. Le SR hanno un ridotto turn-over, il che pone dei problemi rispetto alia possibility di una futura, ulteriore espansione di queste strutture. Conclusioni – Il progetto PROGRES sta fornendo importanti informazioni relative ad un'intera tipologia di strutture, che riveste un particolare rilievo per l'attuale sistema dei servizi psichiatrici. L'esperienza fatta con il PROGRES dimostra inoltre che e possibile, utilizzando le risorse disponibili all'interno del SSN, progettare e portare avanti, con efficienza e in tempi rapidi, progetti di ricerca multicentrici di ampia portata.
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Scardi, Sabino. "Le risorse della Cardiologia Riabilitativa." Monaldi Archives for Chest Disease 66, no. 2 (February 4, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2006.528.

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Abstract:
Le Unità Operative di riabilitazione sono al momento attuale le strutture che possiedono le migliori potenzialità per garantire la continuità della cura dei cardiopatici nel territorio, perché il cardiologo riabilitatore ha la cultura del cronico. Tuttavia l’esiguità delle strutture, le scarse potenzialità, l’insufficienza del personale, il numero crescente di utenti che necessitano di continuità assistenziale (ad esempio anziani) limitano la potenzialità dell’intervento riabilitativo a lungo termine. In alternativa la costituzione di organici Centri Cardiologici Territoriali, dotati di personale e attrezzature adeguati, in stretta collaborazione con l’ospedale e il medico di medicina generale, sarebbero in grado di raccordare la cura acuta con quella a lungo termine, avviando programmi di continuità assistenziale per assicurare il follow-up dei malati.
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"Indicatori per la valutazione dei Dipartimenti di Salute Mentale." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S3 (December 1998): 9–17. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000629.

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Abstract:
È un indicatore (descrittore) di struttura e in parte di processo. Esprime con un punteggio l'aderenza del Dipartimento alla normativa vigente:L.833 del 27/12/78: Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, art. 33, 34, 35;DPR 7/4/94: Approvazione del Progetto Obiettivo “Tutela della salute mentale”;DGR n. 159/97: Approvazione della Linee guida attuative “Progetto Obiettivo tutela della salute mentale”;DPR 14/1/97: Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle provincie autonome di Trento e di Bolzano in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private.DGR n.143 3/2/98: Regolamento concernente “Istituzione, funzioni e modalità operative del Dipartimento di Salute Mentale”.Al fine della costruzione di un sistema di indicatori, sono state considerate le strutture residenziali o semiresidenziali, così come definite al punto 3.1.Ogni requisito soddisfatto vale 1 punto. Il punteggio strutturale ed organizzativo dei DSM è dato dal totale dei requisiti soddisfatti con un punteggio massimo di 24.
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Pulignano, Giovanni, Maria Denitza Tinti, Donatella Del Sindaco, Stefano Tolone, Giovanni Minardi, Antonio Lax, and Massimo Uguccioni. "Barriers to cardiac rehabilitation access of older heart failure patients and strategies for better implementation." Monaldi Archives for Chest Disease 84, no. 1-2 (June 22, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.732.

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Abstract:
<p>In heart failure (HF), cardiac rehabilitation (CR) may reduce decompensations, hospitalization, and ultimately mortality in long term. Many studies over the past decade have demonstrated that aerobic exercise training is effective and safe in stable patients with HF. Exercise CR resulted in a clinically important improvement in the QOL. Several clinical and psychosocial factors are associated with decreased participation in CR programs of elderly HF patients, such as perception of exercise as tiring or painful, comorbidities, lack of physician encouragement, and opinion that CR will not improve their health status. Besides low functional capacity, and chronic deconditioning may also deter patients from participating in CR programs. Recent data suggest that current smoking, a BMI ≥30 kg/m<sup>2</sup>, diabetes mellitus, and cognitive dysfunction are associated with failure to enroll in outpatient CR in older age group. Moreover the lack of availability of CR facilities or the absence of financial refunds for enrolment of CHF patients in cardiac rehabilitation programs can play a crucial role. Many of this factors are modifiable through patient education and self care strategy instruction, health providers sensibilization, and implementing economic measures in order to make CR affordable. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Numerosi studi hanno dimostrato come la riabilitazione cardiovascolare (RC) con esercizio aerobico sia risultato efficace e sicuro nei pazienti con scompenso cardiaco (SC), nel ridurre ospedalizzazioni, mortalità ed indurre un miglioramento della qualità di vita. Tuttavia numerosi fattori clinici e psicosociali, come la bassa capacità funzionale, le comorbidità, la percezione dell’esercizio fisico come noioso o doloroso, sono associati a ridotta partecipazione a RC da parte di pazienti anziani con SC. Inoltre dati recenti mostrano come l’abitudine tabagica, un BMI ≥30 kg/m<sup>2</sup>, il diabete mellito ed il deterioramento cognitivo siano associati con il mancato arruolamento di pazienti anziani in programmi di RC. In aggiunta la mancanza di disponibilità di strutture per la RC o l'assenza di rimborsi finanziari per l'iscrizione dei pazienti con SC in programmi di riabilitazione cardiaca possono svolgere un ruolo cruciale. Molti di questi fattori risultano modificabili attraverso programmi di educazione sanitaria del paziente, sensibilizzazione del personale sanitario ed attraverso un’implementazione delle misure economiche al fine di rendere accessibile la RC.</p>
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