Academic literature on the topic 'Struttura sociale'

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Journal articles on the topic "Struttura sociale"

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Perkins, Philip, and Ida Attolini. "An Etruscan farm at Podere Tartuchino." Papers of the British School at Rome 60 (November 1992): 71–134. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009806.

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Abstract:
UNA FATTORIA ETRUSCA NEL PODERE TARTUCHINOGli scavi della fattoria etrusca rinvenuta nel podere Tartuchino (GR) sono stati compiuti in due successive campagne, eseguite nel 1985 e nel 1986. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire una descrizione dei resti strutturali, completata da una ricostruzione della sequenza cronologica entro la quale questi sono stati edificati, un catalogo dei rinvenimenti e, infine, di dare una interpretazione dei dati ottenuti da un punto di vista economico e sociale. Il sito fu frequentato inizialmente durante l'Età del Bronzo, ma nessuna delle strutture scavate può essere riferita a questo periodo. L'occupazione etrusca è datata tra la fine del sesto e il quarto secolo a.C. La più antica struttura individuata è una ambiente rettangolare costruito in pietra con un portico ligneo e un tetto coperto da tegole. Tale struttura fu ingrandita durante la prima metà del quinto secolo e trasformata in un edificio con quattro ambienti principali ed un cortile parzialmente recintato. All'interno di tali ambienti sono stati rinvenute numerose buche di palo, interpretate come i resti di divisioni interne. L'ambiente più grande conteneva un focolare e un pithos interrato che probabilmente veniva usato per la produzione del vino. La fattoria fu abbandonata in seguito ad un incendio. Le evidenze ottenute durante gli scavi circa la produzione di vino, grano e tessuti sono qui usate allo scopo di formulare un'ipotetica ricostruzione dell'organizzazione economica del sito. Vengono inoltre confrontati i dati architettonici con quelli ottenuti da altre strutture scavate in siti dell'Etruria e del Lazio, databili ad eta arcaica e classica.
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Calvi, Gabriele. "VALORI E DOMANDA POLITICA LATENTE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no. 2 (August 1990): 243–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009217.

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Abstract:
IntroduzioneI risultati di numerosi sondaggi consentono di identificare la struttura del consenso ai valori, che mostra una sorprendente analogia con la struttura sociale e rispecchia la tensione culturale piò rilevante del nostro tempo. Mi propongo, ora, di riferire sommariamente tali risultati e di interpretarli secondo l'ipotesi che piò mi convince, ancorchè non sia l'unica possibile.
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Lanzara, Giovan Francesco. "PERCHÉ È DIFFICILE COSTRUIRE LE ISTITUZIONI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 1 (April 1997): 3–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025521.

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Abstract:
IntroduzioneLa costruzione di un'istituzione, qualsiasi cosa possa significare, è comunque un processo che implica la formazione di una struttura, o codice, o pattern regolato di comportamenti che acquista legittimità e «funziona» in un contesto sociale specifico, fino a diventare un elemento costitutivo della vita sociale, stabile e persistente nel corso del tempo. Tale struttura può essere in parte il risultato di un progetto deliberato, in parte l'esito non intenzionale dell'azione umana e dell'interazione sociale. Il più delle volte è congiuntamente l'uno e l'altro, in combinazioni variabili a seconda delle contingenze. Se la struttura «funziona», essa potrà autosostenersi e riprodursi nel tempo. Ma in caso di «fallimento», provocato da un rendimento scadente o dall'erosione di legittimità morale e politica, non necessariamente verrà rimpiazzata in modo rapido e completo. Più verosimilmente le sue componenti fondamentali, anche se obsolete, continueranno a sopravvivere per lungo tempo «come frammenti di rotte catene, pendenti dalle volte di vecchi edifici» (Tocqueville 1969), senza alcuna funzione specifica, o forse subiranno un lento processo di mutamento, assumendo gradualmente nuove funzioni e significati col passare del tempo.
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Wallace-Hadrill, Andrew. "The Social Structure of the Roman House." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 43–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009569.

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Abstract:
LA STRUTTURA SOCIALE DELLA CASA ROMANAL'aristocrazia romana della Tarda Republica e del Primo Impero costruiva e decorava le proprie case in modo così dispendioso non solo per esibire la propria ricchezza con un consumismo così cospicuo ma piuttosto per ottenere un ambiente idoneo a dei precisi modi di vita. Forme e decorazioni architettoniche possono essere interpretate come linguaggio di comunicazione sociale. Le strutture essenziali della casa romana, come attestano quelle che restano nell'area vesuviana, riflettono distinzioni di rango sociale piuttosto che di sesso ed età come invece accade in una abitazione familiare moderna. Come nella casa formale dell'Europa della prima era moderna la preoccupazione maggiore era quella di stabilire precedenze di privilegi e intimità. A questo scopo sia la forma che la decorazione architettonica, in particolare quella parietale dei IV Stili Pompeiani attingono al linguaggio dell'architettura pubblica per accentuare il senso dello spazio privato usando riferimenti idiomatici di quello pubblico. Vista in questa luce, l'architettura domestica romana diventa un prezioso documento di storia sociale per capire più profondamente il quale sarà necessario rivalutare questo materiale liberandoci di alcuni pregiudizi tradizionali.
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Capone, Vincenza, and Giovanna Petrillo. "Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera: relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Abstract:
Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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Bertolini, Simona. "Esistenza e coesistenza Alcune riflessioni sull'ontologia di Eugen Fink." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 43 (June 2012): 129–40. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043011.

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Abstract:
Existenz und Coexistenz č l'opera in cui Eugen Fink espone la sua filosofia sociale in base ai presupposti dell'ontologia del "Mondo" che egli sviluppa a partire dal secondo dopoguerra. Cosě come questa ontologia si compone di piani di analisi differenti, anche la struttura della socialitÀ si rivela complessa e stratificata, tesa fra la descrizione fenomenologica e l'approfondimento speculativo. L'obiettivo del saggio č di esaminare tanto le premesse metodiche e teoriche dell'indagine finkiana, quanto le sue componenti strutturali, al fine di ricostruire la risposta fornita dal pensatore alla questione della coesistenza, nonché la sua originale definizione del rapporto fra individuo e comunitÀ.
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Rapini, Andrea, and Elena Pavan. "Reti, poteri e confini nelle "discipline amministrative" italiane (1885-1935): per una storia sociale delle idee." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 19–48. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299002.

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Abstract:
L'articolo racconta la parabola della Scienza dell'amministrazione dalla sua istituzionalizzazione nella facoltà di Giurisprudenza nel 1875 alla sua de-istituzionalizzazione nel 1935 e lo slittamento del suo oggetto, dei confini disciplinari e dello statuto scientifico. Dopo una ricostruzione della normativa concorsuale, l'articolo mostra - con l'ausilio della Social network analysis - la struttura della rete di relazioni tra commissari che governò tutti i concorsi universitari in Scienza dell'amministrazione, individuando al suo interno due zone distinte: da una parte un core di giuristi che si trovarono nella posizione di affermare i criteri di scientificità in seno alle discipline amministrative; dall'altra, all'opposto, una periferia del sistema decisionale. Infine, valorizzando le indicazioni provenienti dai networks, l'articolo approfondisce la biografia scientifica di alcuni giuristi per intendere il loro contributo specifico alla riproduzione del sapere e coniugare l'analisi delle idee e delle strutture sociali con quella degli attori.
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Castrignanò, Marco. "Struttura sociale e cultura della povertà: per un approccio contestualista." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 103 (May 2014): 15–24. http://dx.doi.org/10.3280/sur2014-103002.

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Fiorentini, Giuseppe, and Giovanni Foresti. ""No retreat, no surrender". La dimensione temporale dei conflitti psichici e sociali." GRUPPI, no. 2 (October 2010): 69–82. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002008.

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Abstract:
Gli autori ipotizzano che esista una correlazione fra l'esperienza prevalente del tempo e alcuni disturbi del funzionamento psichico osservabili a livello individuale e sociale. La disorganizzazione dell'orizzonte cronologico dell'esistenza č intesa come una conseguenza delle grandi trasformazioni culturali avvenute nel corso degli anni '70 e '80. A loro volta, questi cambiamenti sono conseguenza di piů discrete modificazioni avvenute nelle relazioni familiari e nella struttura sociale. A livello individuale ciň ha prodotto un'epidemia di disturbi narcisistici che si esprimono in manifestazioni psicopatologiche in passato inesistenti o infrequenti (disturbi alimentari, condotte antisociali, diffuse appetenze patologiche e tossicofilie vecchie e nuove). Mentre nel campo delle dinamiche istituzionali č in aumento la conflittualitŕ esplicita e/o implicita (secondo il modello bioniano dell'attacco-e-fuga o della dipendenza passiva) che coesiste con il venir meno dei conflitti strutturali che strutturanti fra le classi e fra le generazioni. Questa tesi č argomentata attraverso due esempi clinici. Il primo tratto da un trattamento psicoanalitico individuale e il secondo da una supervisione all'équipe di una Comunitŕ Terapeutica, tenuta in scacco da una paziente gravemente borderline.
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Amendola, Giandomenico. "L'onda lunga dei grandi eventi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 96 (December 2011): 35–45. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096003.

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Abstract:
Il saggio evidenzia come i grandi eventi possono avere un impatto sociale e simbolico oltre che economico ed urbano. I grandi eventi infatti, in molti casi, hanno ridisegnato l'immagine della cittŕ, la sua struttura fisica e l'organizzazione sociale dei suoi spazi. Le tracce di molti grandi eventi rimangono indelebilmente nella storia della cittŕ, diventando una ereditŕ urbana. Il saggio non ha l'intento di ricostruire la vicenda urbana delle Esposizioni internazionali o delle olimpiadi, ma presenterŕ, attraverso alcuni dei casi piů interessanti, gli aspetti che hanno anticipato la mutazione attuale e in parte ne possono spiegare la logica. Il difficile ma indispensabile passaggio dall'evento eccezionale alla routine di governo della cittŕ non puň prescindere dal considerare alcuni elementi come essenziali. In particolare il saggio evidenzia il legame necessario, ma per nulla scontato, tra progetti e progettualitŕ, la rilevanza del consenso per mobilitare energie e capitali, il problema delle aspettative crescenti, e ultimo ma non meno importante il riprodursi di diseguaglianze territoriali. I Mega eventi tendono ad introdurre cambiamenti strutturali nella cittŕ e quindi agiscono su equilibri territoriali e sociali. Le politiche di rilancio che mirano ad aumentare la competitivitŕ urbana spesso concentrano le risorse lŕ dove piů alto č ritenuto il fattore di moltiplicazione e maggiore sembra la visibilitŕ sulla scena globale. Inevitabilmente le aree marginali della cittŕ continuano a rimanere nell'ombra, perpetuando processi di esclusione sociale e segregazione urbana.
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Dissertations / Theses on the topic "Struttura sociale"

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D'Amelio, Giovanni. "Struttura e finanziamento degli spin-off accademici in Italia." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’innovazione ed il trasferimento tecnologico rappresentano una delle leve fondamentali per rispondere alla sfida della competizione economica internazionale ed al progresso economico del proprio paese. Una delle attività che più implementa tale processo consiste nella ricerca scientifica finalizzata all'applicazione industriale dei risultati accademici ottenuti. Assume particolare rilevanza il ruolo svolto dalle università in questo contesto. Il seguente elaborato si propone di analizzare il fenomeno degli spin-off accademici, ovvero realtà imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico\innovativo derivanti da un'iniziativa imprenditoriale da parte di un professore o ricercatore nel tentativo di valorizzare i risultati ottenuti durante il proprio percorso accademico. L’intento è quello di andare a strutturare tale fenomeno nel contesto italiano, tramite l’analisi di un insieme di variabili caratterizzanti ciascuno spin-off. Dal confronto di queste variabili è possibile capire quali effetti concreti questo nuovo tipo di fare impresa ha nel tessuto imprenditoriale nazionale. Il principale fattore competitivo in una economia basata sulla conoscenza consiste infatti proprio nell’innovazione tecnologica. Favorire dunque la fruibilità dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica, incoraggiare partnership di lungo periodo fra mondo della ricerca e tessuto industriale e diffondere la cultura della innovazione e della protezione della proprietà intellettuale rappresentano gli elementi principali affinché sia possibile implementare il fenomeno degli spin-off. La parte iniziale della seguente trattazione ha lo scopo di introdurre il lettore al fenomeno degli spin-off con considerazioni e definizioni teoriche. Il secondo capitolo definisce le modalità di raccolta dati e descrive le variabili principali analizzate. Il terzo capitolo, infine, è dedicato all’analisi dei dati precedentemente introdotti con relativa discussione dei risultati ottenuti.
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Masara', Giovanni <1991&gt. "Una comunità in scena. Il carnevale di Dosoledo tra struttura sociale e forma della festa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9243.

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Abstract:
Seguendo la direzione tracciata da Marianne Mesnil e altri autori, Francesca Cappelletto ha evidenziato, attraverso il suo lavoro relativo al Carnevale di Bagolino, una stretta continuità tra le reti cerimoniali ivi esistenti e le strutture di parentela. Questo lavoro di tesi si pone l’obbiettivo di verificare la presenza di tale continuità anche all’interno del Carnevale di Dosoledo, in Comelico Superiore. Fino a tempi recenti infatti è esistita all’interno di questo Carnevale una rete di prestito di monili e materiali, poi utilizzati per la confezione e la decorazione del costume di Laché e Matathìn - le maschere guida, che ricorda da vicino alcuni aspetti di quella presente a Bagolino. Attraverso la descrizione e l’analisi di elementi relativi all’economia, alla forma dell’insediamento e alla struttura sociale e della parentela della comunità in esame ed attraverso una descrizione analitica del fenomeno festivo, si cercherà così di verificare se sia possibile ed in quale misura collegare la forma cerimoniale alla forma di organizzazione sociale e domestica locale ed in tal caso in che ambiti della realtà festiva si possa assegnare una funzione alla parentela.
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BHATTACHARYYA, PROMA. "Tre rapporti sui modelli di privatizzazione in India: effetti della politica, movimenti lavoro, mercato concorrenza e struttura sociale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/202673.

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Abstract:
This thesis studies the impact of development, sustainable and welfare economics on financial decisions in a country. Here, I have analyzed the effects of political framework, labor movements, role of privates firms and social structure on the privatization patters in India from 1990 to 2004. The complexity of the mutual dependency of the included parameters makes privatization in India an interesting area for research. The analysis has been conducted in the following three chapters:  First: gauging the vital role of politics in finance by analyzing the effect of political rivalry and labor movements on privatization in India. In this part, I emphasize on two parameters: (a) political rivalry between the main central parties in India; and (b) labor union protests against privatization in India. I used a binary logit model to test the data and observed the despite competition form the opposition, the ruling party continued with privatization decisions. The labor movements in turn have a negative and significant effect on the privatization patters.  Second: an analysis of the role of private enterprises and its influence on the privatization pattern in India. Whether it is the indigenous private firms or multi nationals from abroad, the competitive pricing and quality of the products constantly pressurize the PSEs. The PSEs face multi shortcomings. Budget deficit, semi-skilled labor, bureaucratic complexities amongst few eventually lead the PSEs towards privatization. I have extended the model from the first part and have added market competition. I observe that market competition is indeed positively significant.  Third: studying the effect of the social structure on the privatization patterns in India. It is vital to understand the effect of welfare economics on the financial activities in an economy. In order to do so, I have developed a new index, Social Welfare Index (which encompasses financial, economic, demographic and development conditions of the state) and have extended my binary model from the precious two sections by adding this index. I observe that social welfare index is significant and the social comfort experienced by an individual positively effects the motivation towards privatization
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VITTI, EMILIANO. "Il Governatorato Generale di Polonia dal 1939 al 1944: struttura istituzionale, amministrativa ed economico-sociale e rapporti con la “madrepatria” tedesca." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1286332.

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BALDE, ISMAILOU. "Elevage, savoirs locaux et structure sociale au Fouta djalon, Guinée." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/273419.

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Abstract:
La “periferizzazione” di una parte dei Peuls del Fouta Djalon è il fulcro della mia ricerca che si pone l’obiettivo di esplorare l’impatto di tale fenomeno sulle pratiche di allevamento e le condizioni di vita degli allevatori di questa regione. Nel presente lavoro considero la “periferizzazione” un processo dinamico secondo il quale una parte degli allevatori del Fouta Djalon si è spostata verso località più periferiche. I dati etnografici raccolti e analizzati in prospettiva comparativa hanno permesso di far luce sull’evoluzione e la riformulazione dei saperi locali legati all’allevamento così come sulla vita quotidiana degli allevatori in un contesto politico dinamico, tenendo conto che la regione presa in esame è composta da due zone ben distinte (l’altopiano centrale e le zone periferiche). Nonostante una maggiore presenza di prodotti e agenti veterinari, nelle zone periferiche, i saperi locali che riguardano l’allevamento restano profondamente ancorati alla natura (fauna e flora), alla comunicazione tra il pastore e gli animali ma anche all’esoterismo (garanzia, secondo gli allevatori, della prosperità del gregge) che si trasmette unicamente attraverso l’educazione pastorale. Allo stesso modo, la ricerca ha messo in evidenza lo stato della struttura sociale nelle zone periferiche, in cui i discendenti di schiavi occupano un posto più o meno importante rispetto all'altopiano centrale, in particolare per quanto riguarda alcuni pregiudizi sociali, tra cui il rifiuto del matrimonio tra i nobili e schiavi, la proprietà esclusiva della terra da parte dell'aristocrazia, così come il diritto di caccia ad appannaggio di quest’ultima. Come nell'altopiano centrale, l'apertura al mondo esterno porta molti giovani delle periferie a fuggire dal duro lavoro e a trasferirsi in zone urbane o all’estero. Tale situazione, che riduce la forza lavoro pastorale, solleva la questione del futuro dell'allevamento Fulbe, come annunciato da El Hadj Diogo Turo Diallo "Pullo ko nai andiraa, kono nai eggii Fuuta", che si traduce in "il peul di Fouta è conosciuto con le sue mucche, ma le mucche hanno lasciato il Fouta". La presente ricerca si inscrive all’interno del progetto SWAB (Shadows of Slavery in West Africa and Beyond. A Historical Anthropology) dell’Università di Milano-Bicocca ed è il risultato di una ricerca sul campo della durata di un anno presso gli allevatori, i veterinari e altri attori-chiave della regione del Fouta Djalon. Parole-chiave: Fouta Djalon, allevamento, saperi locali, struttura sociale e pastoralismo.
The peripherisation of a part of the Fouta Djalon Fulani is a reality that has motivated our research on the impact of this phenomenon on the breeding practices and lifestyle of the breeders of this region. In this work, I consider the peripherisation as a dynamic process by which a group of Fouta Djalon breeders moved from the more eccentric localities. The analyzed and collected ethnographic data in a comparative framework have allowed to shed light on the evolution or recreation of local knowledge of livestock and the life of the breeders in a dynamic political context and taking into account the existence of two distinct zones (central plateau and peripheries) in this region. Despite an increased presence of veterinary products and agents in the peripheries, local knowledge of livestock remains deeply rooted in nature (fauna and flora), communication between the pastor and animals but also in esotericism (pledge, according to herders, the prosperity of the herd) whose pastoral education is the only means of transmission. Similarly, the state of the social structure is highlighted, where in the peripheries the descendants of slaves occupy a more or less important place in relation to the central plateau, in particular, with regard to certain stigmas, including the refusal of marriage between noble and maccube, the land an exclusive property of the aristocracy and the local power a hunt kept by these. As in the central plateau, the opening to the external world by the various mediums, young people from the peripheries also start to flee the hard work for the benefit of national or foreign cities. This situation, which reduces the pastoral workforce, raises the question of the future of Fulbe breeding, as announced by El Hadj Diogo Turo Diallo "Pullo ko nai andiraa, kono nai eggii Fuuta", which could be translated to "Fouta's Fulah is known with his cows, but the cows have left the Fouta". This research is part of the SWAB project (Shadows of Slavery in West Africa and Beyond A Historical Anthropology) of the University of Milan-Bicocca and is the result of a one-year immersion with breeders, veterinarians and others resource persons in Fouta Djalon.
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BUSCICCHIO, GIULIA. "Il Gender Bias nella Valutazione delle Lettere Motivazionali: Il Ruolo della Stereotipicità di Genere, della Struttura Argomentativa e delle Caratteristiche del Linguaggio." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/107359.

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Abstract:
Per esaminare quali fattori interagiscono nel causare una diversa percentuale di donne e uomini in alcuni settori lavorativi, mi sono concentrata sugli effetti della manipolazione del linguaggio di tratti e debolezze che descrivono candidati stereotipici o controstereotipici sulla valutazione finale dei candidati. A tal fine, ho condotto tre studi pilota e tre studi principali. Questi effetti sono stati testati considerando anche l'effetto del processo cognitivo dei partecipanti e delle caratteristiche interne (es. bias di genere, attitudini verso le donne, comunion e agency dei partecipanti), che sono stati integrati in un nuovo path model che è stato testato nei tre studi. I risultati hanno mostrato che la manipolazione del linguaggio in cui sono state presentate le informazioni sui tratti e sulle debolezze ha aiutato solo i candidati donna a migliorare la propria valutazione: le donne controstereotipiche descritte concretamente, così come le donne stereotipiche descritte in modo astratto hanno ottenuto un giudizio più favorevole rispetto agli uomini. Il path model ha rivelato che l'onestà percepita dei candidati svolge un ruolo mediatore nella relazione delle caratteristiche interne dei partecipanti e la valutazione dei candidati.
To examine which factors act together in causing unbalanced percentage of women and men in different job sectors, I focused on the effects of the manipulation of the language in which stereotypical or counterstereotypical applicants’ traits and weaknesses are presented on the evaluation of female and male target applicants. To this end, I conducted three pilot studies and three studies. These effects were tested while considering also the effect of participants’ cognitive process and internal characteristics (e.g., gender bias, attitudes toward women, self-reported communion, and agency), which were integrated into a new path model that was performed along with the three studies. Results showed that manipulating language in which information on traits and weaknesses was presented helped only female applicants to increase their evaluation: Counterstereotypical women concretely described, as well as stereotypical women abstractly described gain more positive evaluation than men. The final path model revealed the perceived honesty of applicants plays the mediating role in the relation of some participants’ internal characteristics with the evaluation of applicants. Theoretical and practical implication have been discussed.
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GRANATO, MICHELANGELO. "NUOVE FORME DI PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE S.R.L. E FUNZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11451.

Full text
Abstract:
La tesi affronta il tema del capitale sociale e della sua funzione all’interno del sistema delle società di capitali partendo dalle innovazioni legislative che hanno interessato la disciplina della s.r.l. in Europa. Nel primo capitolo vengono dipanate alcune questioni teoriche e applicative che hanno afflitto la prima esegesi delle nuove forme di patrimonializzazione delle s.r.l. Nel secondo capitolo sono discusse le tesi tradizionali sul capitale sociale e sono esposte le ragioni per cui esse non paiono idonee a risolvere le questioni organizzative e capitalistiche poste dall’istituto. Nel terzo capitolo è esposta la tesi centrale: il capitale sociale esprime un concetto normativo che svolge una funzione di governo societario, volto a risolvere la questione organizzativo-corporativa (rapporti interorganici in materia di scelte finanziarie) e riafferma l’impostazione proprietaria degli ordinamenti continentali. Si illustra una lettura unitaria interna alla classe delle società di capitali e il collegamento con la limitazione di responsabilità. Sono esaminati gli istituti del diritto societario finalizzati ad assicurare garanzia ed efficienza, profili non sempre convergenti. Si sostiene la necessità di una rule, ex ante, ad effetto reale, rispetto ai rimedi basati sugli standard e di carattere obbligatorio, individuando un possibile strumento di composizione degli interessi in gioco nelle nuove tutele.
The dissertation deals with legal capital and its function within the system of the Italian civil code rules for corporations. These rules have been recently amended both in Italy and in other European Countries, in particular with respect to the non-stock company forms (limited liability company, Italian s.r.l.). The first Chapter addresses some theoretical and practical issues raised by the early scholarly works that have analyzed the new financing schemes for the Italian s.r.l. The second Chapter discusses the traditional approaches to legal capital and provides evidence that such approaches prove inadequate to resolve the corporate and capitalistic questions that legal capital poses. The third Chapter draws the key argument of the dissertation: legal capital is a rule that fulfills corporate governance goals. It allocates powers and responsibilities regarding the financial structure of the firm and reaffirms the proprietary, shareholder oriented, European approach. This is a typical feature of all corporations, public stock corporations and private close corporations, and stems from limited liability. Further, the dissertation compares the creditor protection rules against the value maximization principle. A rule-based, ex ante approach appears more desirable and a potentially effective and flexible legal strategy can be found in the new legal reserve.
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GRANATO, MICHELANGELO. "NUOVE FORME DI PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE S.R.L. E FUNZIONE DEL CAPITALE SOCIALE NELLE SOCIETA' DI CAPITALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11451.

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Abstract:
La tesi affronta il tema del capitale sociale e della sua funzione all’interno del sistema delle società di capitali partendo dalle innovazioni legislative che hanno interessato la disciplina della s.r.l. in Europa. Nel primo capitolo vengono dipanate alcune questioni teoriche e applicative che hanno afflitto la prima esegesi delle nuove forme di patrimonializzazione delle s.r.l. Nel secondo capitolo sono discusse le tesi tradizionali sul capitale sociale e sono esposte le ragioni per cui esse non paiono idonee a risolvere le questioni organizzative e capitalistiche poste dall’istituto. Nel terzo capitolo è esposta la tesi centrale: il capitale sociale esprime un concetto normativo che svolge una funzione di governo societario, volto a risolvere la questione organizzativo-corporativa (rapporti interorganici in materia di scelte finanziarie) e riafferma l’impostazione proprietaria degli ordinamenti continentali. Si illustra una lettura unitaria interna alla classe delle società di capitali e il collegamento con la limitazione di responsabilità. Sono esaminati gli istituti del diritto societario finalizzati ad assicurare garanzia ed efficienza, profili non sempre convergenti. Si sostiene la necessità di una rule, ex ante, ad effetto reale, rispetto ai rimedi basati sugli standard e di carattere obbligatorio, individuando un possibile strumento di composizione degli interessi in gioco nelle nuove tutele.
The dissertation deals with legal capital and its function within the system of the Italian civil code rules for corporations. These rules have been recently amended both in Italy and in other European Countries, in particular with respect to the non-stock company forms (limited liability company, Italian s.r.l.). The first Chapter addresses some theoretical and practical issues raised by the early scholarly works that have analyzed the new financing schemes for the Italian s.r.l. The second Chapter discusses the traditional approaches to legal capital and provides evidence that such approaches prove inadequate to resolve the corporate and capitalistic questions that legal capital poses. The third Chapter draws the key argument of the dissertation: legal capital is a rule that fulfills corporate governance goals. It allocates powers and responsibilities regarding the financial structure of the firm and reaffirms the proprietary, shareholder oriented, European approach. This is a typical feature of all corporations, public stock corporations and private close corporations, and stems from limited liability. Further, the dissertation compares the creditor protection rules against the value maximization principle. A rule-based, ex ante approach appears more desirable and a potentially effective and flexible legal strategy can be found in the new legal reserve.
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Brunello, Cinzia <1974&gt. "Le relazioni tra assetto istituzionale, struttura organizzativa e sistemi operativi nelle cooperative sociali." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/139.

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Abstract:
L'obiettivo della ricerca consiste nell'enucleazione delle dinamiche intercorrenti fra l'assetto istituzionale, la struttura organizzativa e i sistemi operativi delle cooperative sociali, con particolare riguardo alle dinamiche endogene ed ai cicli di auto-alimentazione della gestione, nonché alle interazioni con gli attori sociali determinanti. Il punto di partenza sul quale poggia l'intero costrutto è la visione dell'azienda in chiave unitaria: tale concezione assume rilevanza cruciale nelle imprese sociali, caratterizzate dalla necessità di ricercare un continuo equilibrio dinamico tra economicità e socialità al fine di garantire, oltre al raggiungimento degli scopi istituzionali, la sopravvivenza e lo sviluppo dell'ente nel tempo. Il lavoro è composto da due parti: la prima riferita alla analisi della letteratura di riferimento, la seconda all'indagine empirica che ha consentito lo studio di sette casi di cooperative sociali. Le cooperative analizzate sono state raggruppate in quattro insiemi in base alla loro maggiore o minore propensione a generare utilità sociale secondo tre fattori: la presenza di altri concorrenti, l'acquisto di fattori produttivi a condizioni di mercato ed il livello di correlazione dei prezzi di vendita ai costi sostenuti. Le ipotesi assunte a base della ricerca sono le seguenti: 1) l'esistenza di un legame tra la partecipazione diffusa dei soci alle politiche aziendali e una struttura organizzativa snella e contenuta; 2) la presenza di strumenti manageriali più sofisticati e la disponibilità di maggiori informazioni gestionali nelle cooperative caratterizzate da una partecipazione democratica dei soci e da strutture organizzative contenute; 3) la partecipazione attiva a reti inter-organizzative da parte di cooperative fondate sul principio di partecipazione democratica e con organizzazioni medio-piccole; 4) la gestione maggiormente equilibrata delle tensioni contrapposte tra la spinta economica e quella verso la massimizzazione dell'utilità sociale da parte delle cooperative che verificano la seconda ipotesi. Rispetto ai quattro insiemi indicati il terzo è quello che risponde in modo maggiormente positivo alle ipotesi di partenza. E' emerso che le cooperative che vi appartengono si caratterizzano per i seguenti aspetti: 1) ampia partecipazione dei soci alle politiche aziendali, imprenditorialità diffusa e struttura organizzativa contenuta e dinamica. Organizzazioni snelle sembrano favorire la partecipazione democratica dei soci, la quale, a sua volta, incide positivamente sulla loro assunzione di responsabilità e la loro imprenditorialità. Questi elementi contribuiscono a determinare una maggiore soddisfazione dei soci e un moderato tasso di turn-over; 2) disponibilità di maggiori informazioni interne e di strumenti di programmazione e controllo più sofisticati. Tutto questo si giustifica con la necessità dei soci-imprenditori di disporre di tempestive informazioni per poter intervenire direttamente nei processi aziendali; 3) politica di sviluppo per vie esterne, con partecipazione attiva a diverse reti inter-organizzative, in particolare ai consorzi. Tale scelta sembra essere motivata dalla volontà di mantenere le dimensioni dell'ente medio-piccole al fine di facilitare la partecipazione dei soci alla vita aziendale e di salvaguardare il principio di democraticità; 4) gestione maggiormente equilibrata delle tensioni economiche e sociali generata grazie all'attivarsi di un circolo virtuoso tra l'assetto istituzionale (fondato sulla partecipazione democratica dei soci), la struttura organizzativa (contenuta, snella, dinamica) e gli strumenti operativi (che favoriscono la diffusione delle informazioni). La partecipazione allargata e democratica dei soci alle decisioni dell'impresa rappresenta la vera spinta propulsiva verso un sistema ad imprenditorialità diffusa e di condivisione delle politiche aziendali. Non sembra casuale il fatto che dove v'è la presenza di questi elementi si riscontrino risultati positivi in termini sia economicopatrimoniali sia di efficacia sociale e di consenso esterno.
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Baratti, Giada. "Rigenerare Bolognina. Una nuova struttura per il mercato rionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi trattata in questo volume ha come oggetto la rigenerazione del quartiere Bolognina. Si sviluppa dal lavoro effettuato durante il Laboratorio di Laurea in Architettura Sostenibile dove si è analizzato l’intero quartiere a nord della stazione di Bologna, e si sono individuate delle strategie comuni che possano riqualificare l’area e risolvere i problemi di convivenza alla quale è esposta. Più nel dettaglio la tesi ha preso in analisi due “insule” collocate a 4 minuti a piedi dalla stazione e che racchiudono al loro interno il Mercato di Via Albani. Si è occupata del progetto di una nuova struttura per il mercato rionale e di prevedere nuove attività che possano attirare a sé un maggior flusso di utenza. Parallelamente si è occupata della sistemazione delle corti interne nell’insula a sud del mercato e della rigenerazione di un edificio di edilizia popolare di proprietà ACER, con l’obiettivo di prevedere un intervento ripetibile anche agli edifici limitrofi.
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Books on the topic "Struttura sociale"

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Il mutamento della struttura sociale in Italia. Bologna: Il Mulino, 1992.

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Fanfani, Roberto. La struttura sociale dell'agricoltura italiana verso il 2000. Milano: F. Angeli, 2000.

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Fanfani, Roberto. La struttura sociale dell'agricoltura italiana verso il 2000. Milano: F. Angeli, 2000.

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Serra, Pasquale. Trascendenza e politica: Struttura dell'azione sociale e democrazia. Roma: Ediesse, 2012.

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Crespi, Franco. Evento e struttura: Per una teoria del mutamento sociale. Bologna: Il Mulino, 1993.

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Teoria sociale e teatro: Struttura e azione sociale in Marx, Durkheim, Gurvitch, Goffman. Acireale: Bonanno editore, 2018.

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Demarco, Domenico. Il crollo del Regno delle Due Sicilie: La struttura sociale. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2000.

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Bechelloni, Giovanni. Mutazioni: Sentimenti, mentalità, generazioni nella struttura sociale dell'Italia che cambia. [Napoli?]: Società editrice napoletana, 1986.

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9

Demarco, Domenico. Il crollo del Regno delle Due Sicilie: La struttura sociale. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2000.

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10

Nardis, Paolo De. L' equivoco sistema: Soggetti, istituzioni e struttura sociale nelle prospettive funzionalistiche. Milano, Italy: F. Angeli, 1988.

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Book chapters on the topic "Struttura sociale"

1

Fiore, Alessio. "La signoria nel gioco politico: una lettura strutturale (area subalpina, secoli XIV-XV)." In La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 3 L’azione politica locale, 89–106. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-427-4.06.

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Abstract:
Aim of this article is to discuss the structural role of territorial lordship for its owners in north-western Italy between the fourteenth and fifteenth centuries. Through analysis of a large number of cases, we can see that it performed different functions according to different frameworks. In particular, it was a device for reproducing the social eminence of lords compared to the rest of the regional elite. Indeed, controlling a lordship meant having a huge and stable political capital, which could however be invested in two substantially opposite strategies: in the search for substantial autonomy from state power, or on the contrary in the creation of a structural and symbiotic link with state powers.
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D’Attoma, Sara. "Premessa." In Sinica venetiana. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-602-2/000.

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Abstract:
Le famiglie interrotte spesso non sanno di esserlo, non di rado trascinano la loro esistenza nell’apparenza di preservare quello che in molte società è considerato il bene giuridico primario: il nucleo stesso. Rompere l’armonia famigliare corrisponde, dunque, con l’aprire una crepa nella stabilità sociale che, in un contesto come quello cinese, comporta una crisi che diparte dalla cellula fondamentale e può potenzialmente giungere ai vertici della struttura statale. Anche il divorzio di per sé è percepito come la rottura di una unità e, laddove siano coinvolti degli abusi, la crepa si fa ancor più profonda ed estesa, seppur spesso celata agli occhi di chi si trova al di fuori delle mura domestiche.
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3

Catalano, Paola, Stefania Di Giannantonio, and Walter Pantano. "Organizzazione funeraria e struttura sociale degli inumati di Casal Bertone (Roma, I-III sec. d.C.)." In Il diritto alla sepoltura nel Mediterraneo antico, 80–95. Publications de l’École française de Rome, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.12848.

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4

Perocco, Fabio. "La crescita strutturale delle disuguaglianze nell'era neo-liberista." In Le grandi questioni sociali del nostro tempo. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-273-4/006.

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Abstract:
The dramatic growth of inequalities is one of the main social issues of our times and one of the main features of the neo-liberal era. This essay aims at proving that such growth is structural and functional to the current phase of capitalism; it analyses the main trends of such process, focusing on the globalization of the social polarization within the Countries, and it examines the manifold causes at the roots of the growth of inequalities.
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Pini, Nicolò. "Organizzazione spaziale e strutture sociali nel medio-oriente tardo bizantino e primo islamico (V-VIII sec.)." In RACTA 2018: Ricerche di Archeologia Cristiana, Tardantichità e Altomedioevo, 113–19. Archaeopress Publishing Ltd, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1zcm16d.20.

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Conference papers on the topic "Struttura sociale"

1

Severi, Ivan. "Oltre la marginalitá: etnografia di una struttura di reinserimento per ex tossicodipendenti." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8024.

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Abstract:
Attraverso il caso di studio specifico di Cà dell’Arcoveggio tratterò la questione della tossicodipendenza come costitutiva di marginalizzazione sociale, e di quali strategie sono state messe in atto per consentire ai soggetti che abitavano la struttura di uscire da questo tipo di categorizzazione. Nella prima parte dell’articolo esporrò brevemente alcune delle caratteristiche dei soggetti trattati che contribuiscono a rinchiuderli nella categoria della marginalità. Successivamente descriverò la filosofia alla base di Cà dell’Arcoveggio e la metodologia educativa messa in atto. Nella terza parte mi occuperò delle pratiche adottate al fine di istituire un rapporto tra la struttura ed il quartiere circostante, tra i soggetti che ospitava e i cittadini provenienti dall’esterno. Infine mostrerò come alcuni importanti cambiamenti abbiano radicalmente ridimensionato la portata sperimentale del progetto. Through the specific case study of Cà dell'Arcoveggio I will treat the issue of drug addiction as a cause of social marginalization, and will discuss which strategies have been put into place to remove the inhabitants from this categorization. In the first section of the article I will briefly explain some of the characteristics of the subjects treated that contribute to their placement in the category of marginality. Then I will describe the underlying philosophy and methodology of the Cà dell'Arcoveggio educational intervention. In the third section I will deal with the practices put in place in order to establish a relationship between the physical structure and the surrounding district and between the subjects and residents of the neighborhood. In the final section I will present how some crucial changes have radically decreased the experimental nature of the project.
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Abstract:
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Pucci, Paola. "Pratiche di mobilitá e fonti digitali: opportunità e limiti dei dati di traffico telefonico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7925.

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Abstract:
I cambiamenti nelle pratiche di mobilità nei territori della città contemporanea costituiscono un’utile chiave di lettura del processo di trasformazione dei tempi, dei luoghi e dei modi della vita sociale e dei programmi di attività che concorrono a strutturare il territorio. In questa prospettiva - che assume la mobilità come dispositivo di lettura delle trasformazioni urbane e sociali (Urry, 2005) - la sfida che si pone riguarda la disponibilità di fonti utili a restituire la variabilità spazio-temporale delle pratiche di mobilità con continuità temporale. In questo contesto, un valido supporto ai metodi tradizionali di rilevamento viene da fonti digitali, riconducibili alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, di cui il paper descrive potenzialità e limiti, con particolare riferimento ai dati di traffico telefonico. A partire dai risultati di una ricerca empirica condotta dal Dastu Politecnico di Milano sui dati di telefonia mobile della rete di Telecom Italia (Manfredini, Pucci, Tagliolato, 2012 e 2013), il paper evidenzia le possibili applicazioni di tali fonti per l’analisi, la visualizzazione e l’interpretazione delle pratiche di mobilità e dei ritmi d’uso degli spazi urbani, utili per costruire politiche per la mobilità più efficaci ed eque, poiché meno generaliste. Changes in mobility practices are a useful tool to describe urban transformations in times, places, social life and work programs, as well as a structural element of contemporary cities. This is because mobility is cause and consequence of changes in the organization of everyday life (Urry, 2000). With the aim to reading the density of urban spaces usages and urban mobility practices, a valid support of conventional urban analysis methods comes from digital data sources (mobile phone data, ICT, digital traces acquired by social media).This paper focuses on the potentialities and limits offered by mobile phone data to a reading of the site practices and rhythms of usage of the contemporary city by identifying the principal mobile practices of different urban populations in Milan Urban Region. Starting from the results of a research carried out at the Dastu, Politecnico di Milano, using mobile phone data provided by Telecom Italia (Manfredini, Pucci & Tagliolato, 2012 and 2013) we will demonstrate how new maps, based on the processing of mobile phone data can represent spatialized urban practices and how they can give new insights for analyze space-time patterns of mobility practices. In the paper, the identification of temporary urban populations through mobile phone data (density of the calls and origin - destination traces of the calls) has not only a knowing purpose, but it is the condition for recognize new claims referred to “communities of practice”, by which to build mobility policies incisive, also because not generalist.
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Salomone, Veronica. "Strategie di sopravvivenza: riciclare – rigenerare – includere nella città mediterranea." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8013.

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Abstract:
Le trasformazioni che investono la città mediterranea contemporanea rendono l’abitare sempre più complesso e contaminato. La precarietà è una condizione ricorrente che genera paesaggi imprevedibili e incostanti. Nasce l’esigenza di rileggere la città attraverso le sue stratificazioni non più solo materiali: si abita riciclando spazi, stravolgendo relazioni, utilizzando strategie di mercato inusuali. La città perde la sua organicità apparente ma, trasformandosi, mantiene i suoi elementi fondanti, sopravvivendo nelle forme di autocostruzione e appropriazione, nelle relazioni sociali e negli assetti economici. La condizione di sopravvivenza si fa strategia e nuova frontiera dell’abitare. La tesi trova le sue argomentazioni in contesti dove condizioni ambientali e socio-economiche generano paesaggi al limite della sopravvivenza. È il caso del Cairo in cui interi quartieri sono stati trasformati dall’ingente domanda di sopravvivenza. In particolare, il paper vuole approfondire il caso studio della Città dei Morti. Inizialmente occupata da strutture temporanee di parenti adoranti, Al-Qarāfa è oggi abitata da circa un milione di egiziani. La densità abitativa è alta e i servizi non sempre sufficienti, per cui le autorità locali decisero nel 2010 di radere al suolo intere sezioni del cimitero attraverso l’attuazione del piano urbanistico Cairo 2050, stravolgendo l’impianto originario dell’area. Qual’è il ruolo del progetto? Quali sono i modelli politici, economici e sociali in grado di rigenerare la città mediterranea contemporanea? Si può ancora parlare di ‘modello mediterraneo’? The transformations that affect the contemporary Mediterranean city make the way of living more and more complex and contaminated. Precariousness is a recurring condition that generates unforeseeable and variable landscapes. It becomes necessary to reassess the city through its layers not only the material ones: you live by recycling spaces, changing relationships, using unusual market strategies. The city loses its apparent organicity but, transforming itself, keeps its basic elements, surviving in self-constructions and appropriation forms, in social relations and in the economic arrangements. The condition of survival becomes strategy and new border of living. The thesis finds its arguments in contexts where environmental and socio-economic conditions produce landscapes at the limits of survival. This is the case of Cairo where entire districts have been transformed by the huge demand of survival. In particular, the paper wants to deepen the study case of the City of the Dead. Initially occupied by temporary structures of adoring relatives, Al-Qarāfa is today inhabited by about a million of Egyptians. The population density is high and the services aren't always enough, so the local authorities decided in the 2010 to demolish entire sections of the cemetery through the implementation of the development plan Cairo 2050, changing the original structure of the area. What is the role of the project? What are the political, economic and social models capable of regenerating the contemporary mediterranean city? Can we still speak of 'Mediterranean model'?
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Zocchi, Angela Maria, and Barbara Raggiunti. "Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

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Abstract:
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno, and Davide Marino. "Nutrire Roma: il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Abstract:
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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Camiz, Alessandro. "Diachronic transformations of urban routes for the theory of attractors." In 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia: Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5639.

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Abstract:
Alessandro Camiz ¹ ¹ Department of Architecture, Girne American University, Cyprus, Association for Historical Dialogue and Research, Home for Cooperation (H4C), 28 Marcou Dracou Street, Nicosia, Cyprus, 1102. E-mail: alessandrocamiz@gau.edu.tr Keywords (3-5): urban tissues, urban morphology, urban routes, theory, history Conference topics and scale: Tools of analysis in urban morphology Recent urban morphology studies consider urban tissues as living organisms changing in time (Strappa, Carlotti, Camiz, 2016), following this assumption the theory should examine more analytically what Muratori called ‘medievalisation’ (Muratori, 1959), a term describing some of the transformations of urban routes happened in the middle ages. The paper considers the diachronic deformation of routes, and other multi-scalar occurrences of the attraction phenomena (Charalambous, Geddes, 2015), introducing the notion of attractors and repellers. Archaeological studies already do consider attractors and repellers as a tool to interpret some territorial transformations, following the assumption that “the trajectory that a system follows through time is the result of a continuous dynamic interaction between that system and the multiple 'attractors' in its environment” (Renfrew, Bahn, 2013, p. 184). There are different elements that can act as attractors in an urban environment, such as bridges, city walls, city gates, water systems, markets, special buildings, and it is possible to consider each of these anthropic attractors as equivalent to a morphological attractor at the geographical scale. We can even interpret the ridge-top theory (Caniggia, 1976) as the result of attraction and repellence of geographic features on anthropic routes. The territorial scale analysis is the methodological base of the theory, but the attractors herein considered operate at the urban scale, deviating locally across time from a rectilinear trajectory and defining a specific urban fabric. The research interprets and reads the effects of attractors on urban routes and fabrics as a method for the reconstruction of Nicosia’s medieval city walls, in continuity between the Conzenian approach (Whitehand, 2012) and the Italian School of Urban Morphology (Marzot, 2002). References:, Muratori, S. (1959) Studi per un’operante storia urbana di Venezia (Istituto Poligrafico dello Stato, Roma). Caniggia, G. (1976) Strutture dello spazio antropico. Studi e note (Uniedit, Firenze). Marzot, N. (2002) ‘The study of urban form in Italy’, Urban Morphology 6.2, 59-73. Whitehand, J.W.R. (2012) ‘Issues in urban morphology’, Urban Morphology 16.1, 55-65. Renfrew, C., Bahn, P. (eds.) (2013) Archaeology: The Key Concepts, (London, Routledge). Charalambous, N., Geddes, I. (2015) ‘Making Spatial Sense of Historical Social Data’, Journal of Space Syntax 6.1, 81-101. Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A. (2016) Urban Morphology and Historical Fabrics. Contemporary design of small towns in Latium (Gangemi, Roma).
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Ortolani, Chiara. "Morfologia urbana, trasporti, energia: indicatori di impatto." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7910.

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Abstract:
La mobilità svolge un ruolo vitale per il mercato interno, per l’occupazione e, più in generale per la qualità della vita dei cittadini. Rivolgendo l'attenzione al contesto mondiale, europeo e nazionale si vede come sia divenuta una necessità sempre crescente: la mobilità media per persona in Europa, misurata in passeggeri-chilometro per abitante, è aumentata del 7% tra il 2000 e il 2008 e si prevede che nel 2050 i passeggeri-km nell’Europa OECD saranno il doppio rispetto al 2000. Per ciò che riguarda il trasporto merci la domanda ha continuato a crescere oltre il PIL negli ultimi dieci anni (EC, 2011). L’attuale modello di trasporto è basato però sull'uso dei combustibili fossili e sul predominio del trasporto su strada, sia per le merci che per i passeggeri (EC, 2011) e inoltre una larga parte della mobilità oggi esistente potrebbe essere evitata (McLellan & Marshall, 1998). Di conseguenza, tale modello è responsabile del 23% dell’energia consumata in Europa. Circa i tre quarti dipendono dal trasporto su strada (IPCC, 2007) e il consumo energetico, in questo settore, si stima che aumenterà circa dell’80% entro il 2030. In conseguenza del fatto che l’energia consumata in questo settore proviene per il 96% dal petrolio e dai suoi derivati (IPCC, 2007; EC, 2011) questo stesso è responsabile di elevate emissioni di CO2 e altre sostanze clima-alteranti, dell'aumento della temperatura e di rilevanti problemi di salute nelle popolazioni esposte (U.S. EPA, 2010). La forte dipendenza dal petrolio potrebbe inoltre portare a conseguenze severe sulle possibilità di approvvigionamento di merci e spostamento dei cittadini, sulla sicurezza economica e la competitività globale ed europea nei decenni futuri (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). La maggior parte degli spostamenti sono interni alle aree urbane e, per il settore dei trasporti, queste sono le aree che influiscono di più sui cambiamenti climatici e sui consumi energetici globali. La città può essere assimilata ad un organismo (Samaniego & Moses, 2008) e gli spostamenti che si compiono in essa, affinché siano efficaci, devono avvenire attraverso una rete che rappresenti una configurazione ordinata di relazioni -o connettività- (Capra, 1996) che implica una certa forma, una struttura definita (con il rispettivo schema) e uno o più processi specifici (Samaniego & Moses, 2008). Le caratteristiche che osserviamo oggi negli organismi sono il risultato di milioni di anni di evoluzione verso l’ottimizzazione delle strutture: minimizzazione dell’energia spesa per la distribuzione delle risorse e massimizzazione del rendimento. Tendono quindi a minimizzare il loro grado di entropia. Per arrivare ad una configurazione del tessuto connettivo urbano che possa minimizzare il suo grado di entropia è necessario innanzi tutto individuare un insieme di indicatori sulla base dei quali sia possibile caratterizzare lo spazio stesso e che rendano possibili analisi dinamiche della morfologia urbana. In quest’ottica, questo contributo si pone quindi come obiettivo quello di individuare un primo set di indicatori significativi derivati dal confronto tra le caratteristiche delle reti vascolari di un organismo e il tessuto connettivo urbano. The mobility plays a very important role for the internal market, employment and, more generally, the citizens’s life quality that takes great advantages from an effective and sustainable transport system. In the last twenty years, mobility has become an ever increasing necessity: the average mobility per capita in Europe, measured in passenger-kilometres per capita, is increased by 7% between 2000 and 2008 and it is expected that in 2050 the passenger-km OECD Europe will double compared to 2000. Furthermore demand for resources and food is continued to grow well beyond the GDP over the past decade (EC, 2011), enhancing thus the freight. The current transport model that responds to this mobility demand, which also includes a large part of trips that could be avoided (McLellan & Marshall, 1998), is based on the dominance of road transport and use of fossil fuels (EC, 2011), both for freight and transport of passengers. As a conseguence this transport model is accountable for 23% of energy consumed in Europe, and about three quarters of which depends on road transport (IPCC, 2007) It is estimated that energy consumption in this sector will increase by around 80% for 2030. In this sector, the energy consumed originates of 96% from oil and its products (IPCC, 2007; EC, 2011; Lerch, 2011). Therefore, the transport sector is responsible for high emissions of CO2 and other climate-altering gases, for the temperature increase and for significant health problems in population directly exposed to oil-derived pollutants(U.S. EPA, 2010). The strong dependence on oil may also have important consequences on the resource supply and mobility of citizens for the next decades (EC, 2011; U.S. Joint Forces Command, 2010). The majority of trips are internal to the urban areas that are affected by this congestion, local air pollution, road accidents and social harms. Finally, urban trips have a major influence on climate change and energy consumption at the global level. Samaniego & Moses (2008) show the similarities existing between cities and organisms. Urban trips are effective if are done through a network representing an ordered configuration of relationships -connectivity-(Capra, 1996) which implies a particular shape, definite structure and one or more specific processes. The characteristics that are observed in organisms today are the result of millions of years of evolution that led to optimized structures that tend to minimize the energy cost for resource allocation thus maximizing their productivity. Therefore, the organisms tend to minimize their degree of entropy. To arrive at a configuration of urban connective tissue that can minimize its level of entropy is first necessary to identify a set of indicators on the basis of which it is possible to characterize the space and make possible dynamic analysis of urban morphology. In this context, the aim of this contribution is to identify a first set of meaningful indicators derived from a comparison of the characteristics of the vascular networks of an organism with the urban connective tissue.
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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Reports on the topic "Struttura sociale"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Abstract:
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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