Journal articles on the topic 'Struttura del reale'

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Tammaro, Ciro. "IL MATRIMONIO NEL «DE SACRAMENTIS» DI UGO DI SAN VITTORE E NELLE Ciro Tammaro IL MATRIMONIO NEL « DE SACRAMENTIS » DI UGO DI SAN VITTORE E NELLE « SENTENTIAE » DI PIETRO LOMBARDO: BREVI NOTE TEOLOGICO-CANONICHE COMPARATIVE." Revista Española de Derecho Canónico 72, no. 179 (July 1, 2015): 599–614. http://dx.doi.org/10.36576/summa.46451.

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Abstract:
Considerazioni preliminari. Struttura essenziale del matrimonio nell’opera De Sacramentis di Ugo di San Vittore: considerazioni generali. La teoria «consensuale» nella dottrina matrimoniale di Ugo di San Vittore: rilievi descrittivi. La disciplina dei beni del matrimonio nel pensiero teologico-canonico espresso nel De Sacramentis. Struttura essenziale del matrimonio nelle Sententiae di Pietro Lombardo: considera- zioni generali. La teoria «reale» nella dottrina matrimoniale di Pietro Lombardo: rilievi descrittivi. La disciplina dei beni del matrimonio nel pensiero teologico-canonico espresso nelle Sententiae. Considerazioni teologico-canoniche comparative e rilievi conclusivi.
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2

Orazi, Francesco. "I sistemi locali di sviluppo del Medio-Adriatico: i risultati di una ricerca." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 204–19. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116017.

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Abstract:
L'articolo, riprendendo i dati di una ricerca svolta su 5 distretti industriali nelle Regioni Marche e Abruzzo (area Medio-Adriatica), cerca di descrivere le profonde trasformazioni economiche e socio culturali che hanno investito negli ultimi anni queste comunitŕ e queste forme organizzate e diffuse della produzione. Sul piano della struttura industriale si notano due eventi cruciali: l'emergere di poche medio-grandi imprese leader distrettuali che ne guidano di fatto gli esiti, fino a mutare l'articolazione del distretto di specializzazione in post-distretto "ri-verticalizzato"; il processo di delocalizzazione produttiva delle filiere di Pmi in paesi di nuovo approdo industriale, con il conseguente processo di erosione dei legami sociali tra struttura produttiva endogena e comunitŕ locali (a es. disoccupazione industriale). Infine, il lavoro sostiene l'esigenza di un nuovo e moderno apporto istituzionale allo sviluppo, sia con il reale potenziamento delle strategie di governance che con un forte processo innovativo innescato dalle risorse locali, cognitive, umane e tecniche per traghettare le economie distrettuali verso sentieri innovativi della competitivitŕ globale.
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3

Erlicher, Arcadio, and Antonio Lora. "Conclusioni." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): 74–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000253.

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Abstract:
Il progetto ha rappresentato un notevole sforzo organizzativo, che ha coinvolto per un anno un ampio numero di DSM/UOP, di operatori e di pazienti.La ricerca ha dimostrato che, all'interno e tra i Dipartimenti di Salute Mentale:possibile costruire un network di ricerca,che possono essere utilizzati nella routine strumenti per la valutazione della gravità e dell'esito,possibile raccogliere ampi campioni di pazienti rappresentativi della realtà clinica dei servizi,gruppi di clinici possono collaborare tra loro per raccogliere dati sull'effective-ness e sui costi dei trattamenti.La possibilità di costruire un network di ricerca nei servizi clinici richiede uno sforzo organizzativo e ha un costo. Per fare questo sono necessari una struttura centrale in grado di dare supporto formativo, epidemiologico, informatico e di analisi, un sistema strutturato di incentivi scientifici e la restituzione agli operatori “in tempo reale” delle informazioni ricavate dalla ricerca.Questa ricerca ha portato ad una estesa conoscenza sulle caratteristiche sociodemografiche e cliniche (diagnosi e gravità) dei pazienti in trattamento nei servizi di salute mentale: il campione indagato è il più ampio oggi raccolto in Italia. La ricerca è anche stata la prima esperienza nazionale di stima dei costi per 50 strutture, con analisi dei costi standard delle singole prestazioni e del pattern di trattamento annuo e relativi costi.
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4

Ghigi, Nicoletta. "Il Galileo di Husserl ne La Crisi delle scienze europee." Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, no. 2 (August 22, 2021): 129–36. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27978.

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Abstract:
Muovendo dall’analisi del pensiero galileiano che Husserl svolge nella celebre conferenza di Praga, edita successivamente con il titolo di La crisi delle scienze europee, in questo lavoro ci si prefigge di mettere il luce come, nonostante i meriti che il padre della fenomenologia riconosca al filosofo scienziato Galileo Galilei, alcuni grandi errori filosofici si sono perpetuati nella storia proprio a seguito della divulgazione e applicazione del suo metodo alle scienze umane. Il concetto di quantificazione, ad esempio, nato dall’idea della matematizzazione della natura, ha condotto la riflessione scientifica della psicologia ad un vicolo cieco e ad una impossibilità reale di poter comprendere a fondo la complessa struttura della natura spirituale dell’essere umano. La riflessione (la “presa di coscienza storica”) sulla perpetuazione di una forma mentis che nasce dall’assunzione di tale metodo, può dunque, secondo Husserl, salvarci dalla profonda crisi in cui a conseguenza di ciò sono scivolate le scienze. Tanto più importante oggi, in un momento storico così articolato e delicato, in cui la psicologia ha assolutamente bisogno di tornare a dialogare con la dottrina dell’anima e con una considerazione della natura non quantificabile dello spirito umano e del mondo-della-vita.
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5

Casati, Elisa, and Silvia Donato. "La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA): la prospettiva degli operatori." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (August 2020): 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Abstract:
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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6

Fiori, Angelo, and Lea Cinzia Caprioli. "La fecondazione artificiale eterologa: un altro ritorno al matrilineare?" Medicina e Morale 43, no. 2 (April 30, 1994): 213–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1019.

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Abstract:
Gli Autori, dopo un breve ricordo storico-antropologico delle primitive società matrilineari, passano in rassegna le principali legislazioni internazionali riguardanti le tecniche di procreazione artificiale, puntando l'attenzione sulle norme circa il riconoscimento di paternità legale al marito o convivente che ha prestato il proprio consenso alla fecondazione artificiale eterologa e circa l'anonimato del donatore di seme. Essi rilevano la contraddizione tra le attuali possibilità della ricerca biologica di paternità che, avvalendosi degli accertamenti genetici basati sull'impiego dei polimorfismi del sangue, consente a chiunque di conoscere il proprio padre biologico, e le norme sull'anonimato che, non consentendo al figlio di conoscere il proprio vero padre, creano notevoli diseguaglianze tra cittadini. La fecondazione artificiale eterologa viene considerata come un altro regresso alla società matrilineare, in cui la struttura protofamiliare era incentrata sulla figura della donna, la quale assumeva un ruolo dominante come strumento di fecondità e il "marito" era "in visita", cosicché padre e figlio erano completamente estranei l'uno all'altro. Viene infine commentata la recente sentenza del Tribunale di Cremona che ha accolto l'istanza di disconoscimento di paternità di un figlio nato a seguito di inseminazione artificiale con sperma eterologo. Il Tribunale, mancando in Italia una legge che regoli la fecondazione artificiale eterologa, ha percorso l'unica strada a disposizione nell'attuale panorama giuridico nazionale, fondando la propria sentenza sugli art t. 231 , 235 c 143 del Codice Civile. L'auspicio è che storie come quelle del piccolo Mattia, oggi "figlio di padre ignoto", inducano tutti a riflettere sui "prodigi" della scienza e del progresso, ma soprattutto non spingano frettolosamente verso leggi che consentano, per la loro permissività, di sconvolgere la reale biologia dell'essere umano.
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Saraceno, Benedetto, Corrado Barbui, Alessandra Bedoni, Graziella Civenti, and Lucilla Frattura. "Evaluation of dehospitalization policies of the former psychiatric hospitals of Regione Lombardia. QUALYOP study results. I: Structural resources, organizational procedures and activities." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 59–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003948.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo — Lo studio QUALYOP si prefigge tre obiettivi: 1) descrivere la situazione dei 12 ex ospedali psichiatrici lombardi in relazione a caratteristiche strutturali e organizzative e all'andamento di ammisioni/dimissioni e decessi dei pazienti ricoverati; 2) descrivere la qualita di strutture, organizzazione e attivita dei reparti; 3) descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e le potenzialita riabilitative della popolazione ricoverata. I dati presentati in questo articolo si riferiscono ai primi due obiettivi. Disegno - Studio descrittivo-valutativo. Gli ospedali sono stati vistitati nell'arco di sei mesi (luglio-novembre 1994) da un gruppo di ricercatori-rilevatori in una data concordata con i rispettivi direttori. Sono state utilizzate quattro fonti di informazione e documentazione: scheda ospedale, scheda reparto, scheda paziente, documentazione fotografica delle strutture. Setting - I 12 ex-ospedali psichiatrici pubblici della Regione Lombardia in funzione alia data della rilevazione (Bergamo, Brescia, Castiglione delle Stiviere, Codogno, Como, Cremona, Limbiate, Mantova, Milano, Sondrio, Varese, Voghera). Principali misure utilizzate - È stato utilizzato un gruppo di indicatori che forniva informazioni sulle strutture, sull'organizzazione della vita di reparto e sulle attività svolte. I giudizi di qualita sono stato espressi in relazione a criteri espicitati a priori. I reparti sono stati quindi raggruppati in tre tipologie a seconda del livello di adeguatezza delle strutture, dell'organizzazione e delle attività. Risultati - I 12 ospedali psichiatrici pubblici della Lombardia risultano costituiti da 63 reparti che accolgono complessivamente 2752 ricoverati. La situazione risulta estremamente eterogenea nei diversi ospedali che si differenziano per affollamento dei reparti, rapporto operatori-pazienti, decremento negli anni della popolazione ricoverata e numero di nuove ammissioni. La valutazione della qualita strutturale, organizzativa e delle attivita evidenzia che il 70% dei reparti e inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista strutturale, mentre più del 70% è inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista organizzativo e delle attività che vi si svolgono. Conclusioni - Lo studio dimostra la fattibilita di valutazioni di programmi di sanita pubblica utilizzando criteri non riferiti a dati di efficacia ma formulati a partire da valori etici, senso comune, eventi non ammissibili, risultati di studi quasi-sperimentali ed esperienza. I dati cosi raccolti permettono di concludere che le politiche di superamento dell'ospedale psichiatrico sono estremamente carenti nella maggior parte dei casi e che la ricoversione esclusivamente strutturale degli immobili, in molti casi assolutamente necessaria, non è tuttavia sufficiente a garantire un reale superamento. Molto più urgente sembra essere la necessita di formare e motivare il personale di assistenza e amministrativo.
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Heimgartner, Stephanie. "Existentielle Zwitter." Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no. 1 (September 28, 2018): 160–76. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0008.

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Abstract:
RiassuntoNell’Inferno dantesco, chi separa volontariamente il corpo dall’anima con l’atto del suicidio, deve consapevolmente sopportare la disgrazia di uno stato puramente vegetativo, che secondo la classificazione scolastica sarebbe privo di coscienza. Questa metamorfosi ›contro natura‹ modella la struttura del canto XIII dell’Inferno a livello verbale e retorico, ma anche a livello strutturale: su entrambi i livelli, difatti, si creano dinamiche antitetiche. Tormentando i dannati del canto con antichi mostri quali centauri e arpie, Dante esibisce l’ordine specifico del suo mondo immaginario. Da un lato, infatti, troviamo creature ibride mitico-finzionali provenienti dagli auctores Virgilio e Ovidio; creature che nel loro contesto – sia pure infernale – funzionano senza restrizioni; dall’altro abbiamo mostri ›reali‹, creature esistenzialmente ibride che si sono private volontariamente della loro condizione umana e devono perciò sopportare l’eterna separazione del corpo dall’anima.
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Kenda, Jana. "Il modello valenziale." Journal for Foreign Languages 13, no. 1 (December 27, 2021): 519–36. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.13.519-536.

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Abstract:
L’elaborazione della grammatica valenziale, che considera il verbo come l’elemento centrale e generatore della frase, predisposto a combinarsi con un certo numero di elementi per realizzare un’espressione minima di senso compiuto, trova applicazione anche nel contesto dell’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2. L’articolo evidenzia i vantaggi glottodidattici del modello che sono rappresentati in primo luogo dall’importanza attribuita all’imprescindibile legame tra semantica e sintassi e alla correlazione tra frase e testo. In relazione a ciò, il discente impara a i) riflettere sugli elementi obbligatori e facoltativi della frase e a considerare i parametri con cui il verbo definisce e modifica la sua struttura argomentativa in funzione del suo significato e ii) trasformare i singoli elementi frasali da elementi nominali in frasi dipendenti. L’esercitazione sull’abilità di passaggio da un elemento nominale a uno frasale nella stessa funzione sintattica costituisce una importante risorsa didattica in quanto abitua l’apprendente a esprimere lo stesso concetto con strutture linguistiche differenti. L’articolo mette in evidenza l’utilità didattica e matetica della descrizione della frase secondo il modello valenziale anche per l’approccio all’analisi del testo in ottica della classificazione della tipologia testuale fondata sul grado di rigidità/elasticità dei testi: l’apprendente impara a misurare lo scarto tra la modalità di uso della lingua a livello di sistema (rappresentato dalla struttura della frase-tipo) e la modalità che appare negli enunciati dei testi reali illustrando lo stretto nesso tra queste due dimensioni della lingua. Il modello valenziale offre anche un valido supporto all’apprendimento sotto forma di rappresentazioni grafiche della frase per mezzo di cerchi radiali, che facilitano sia l’apprendimento dei postulati teorici che la pratica delle attività produttive degli studenti. La flessibilità del metodo lo rende compatibile con diversi livelli di conoscenza dell’italiano, diverse età e background culturali.
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Marconi, Mauro, Anna Grazia Quaranta, and Silvana Tartufoli. "Lineamenti dell'evoluzione del settore manifatturiero. Le Marche quale laboratorio." ARGOMENTI, no. 35 (September 2012): 5–30. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-035001.

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Abstract:
L'economia italiana dal 2007 ha subìto una profonda turbolenza recessiva. In un sistema economico popolato da piccole e medie imprese, il più delle volte il dato nazionale nasconde la reale entità delle modifiche strutturali dei settori produttivi e delle realtà territoriali. L'economia marchigiana, caratterizzata da un'alta densità imprenditoriale, è un microcosmo nel quale le modifiche strutturali del comparto manifatturiero possono essere adeguatamente analizzate. Lo strumento di indagine proposto è quello di un campione chiuso di imprese, osservato dal 1994 al 2010. Dalla ricerca emergono alcuni fatti stilizzati quali il processo di concentrazione basato sulle medie imprese, un'alta propensione all'esportazione ed una crescente patrimonializzazione. A questi aspetti si accompagnano una riduzione dell'efficienza operativa, un alto indebitamento a breve termine ed un'inerzia all'espansione dimensionale.
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Bartoli, Roberto. "Il diritto penale dell'immigrazione: strumento di tutela dei flussi immigratori o mezzo di esclusione e indebolimento dello straniero?" QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2011): 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-002003.

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Abstract:
1. Quale l'atteggiamento del giurista davanti a un diritto "punitivo" sempre piů illiberale? / 2. Dal diritto "punitivo" dell'annientamento e del nemico al diritto "punitivo" dell'esclusione e dell'indebolimento / 3. I caratteri strutturali del diritto "punitivo" dell'esclusione e dell'indebolimento / 4. Il rapporto tra scienza penalistica e diritto dell'immigrazione e la difficoltŕ ad affrontare i "reali" problemi di garanzia (4.1. I problemi di legittimitŕ costituzionale posti dal diritto "punitivo" dell'esclusione / 4.2. I problemi di legittimitŕ costituzionale posti dal diritto "punitivo" dell'indebolimento) / 5. I mezzi di tutela: tra giudici dei diritti e giudice delle leggi.
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Roggi, Sara, and Mario Picozzi. "La phrônésis ricoeuriana: una rilettura di futilità e proporzionalità nei casi di fine vita." Medicina e Morale 69, no. 2 (July 21, 2020): 213–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.616.

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Abstract:
La dilemmaticità dell’esperienza della malattia, le implicazioni etiche e morali determinate dal progresso della bioingegneria medica e la complessità dei percorsi di cura hanno determinato il progressivo incremento di conflitti di natura morale all’interno delle strutture ospedaliere, dei centri di cura e degli hospice. Tali cambiamenti hanno pertanto condotto filosofi, bioeticisti e teologi morali ad interrogarsi circa la modalità con cui l’etica, diventando parte integrante della prassi clinica, può trovare un’applicabilità nella gestione, decostruzione e risoluzione dei conflitti morali nascenti all’interno del settore sanitario. Paul Ricoeur ha individuato nella phrônésis aristotelica l’approccio d’indagine imprescindibile per l’analisi contestuale del reale: quello prudenziale. Pertanto, nella sua petite éthique, la “saggezza pratica” – la prudence, così tradotta dalla nozione latina di “prudentia” – rappresenta il punto di partenza dell’espressione del giudizio medico, nonché dell’applicabilità della norma morale nella particolarità del reale. Il presente lavoro è stato concepito nell’obiettivo di indagare il ruolo pragmatico della nozione ricoeuriana di phrônésis in quella sfera “regionale”, così come presentata dall’autore, che è l’etica medica. L’analisi circa l’apporto della “prudenza” nelle dinamiche conflittuali del settore sanitario risulterà inoltre fondamentale nel rilevare l’interconnessione tra la nozione di phrônésis e i due concetti cardine del fine vita, ovverosia, la futilità e la proporzionalità.
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Pierri, Carmela. "La formazione delle professioni sanitarie e le esigenze di cambiamento del sistema. Riflessioni sullo sviluppo di un nuovo modello." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 95–116. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115006.

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Abstract:
L'articolo delinea un percorso di miglioramento del sistema di formazione e aggiornamento per i professionisti che operano nelle strutture sanitarie, in una prospettiva evolutiva, che si auspica partecipato in maniera proattiva dagli utenti-pazienti. Si propone una rivisitazione anche terminologica piu aderente alla reale impostazione della formazione continua, una variazione semantica che evoca cambiamenti sostanziali. Viene dedicato un focus specifico alla valorizzazione dell'apprendimento non formale, con la proposta di istituire dei centri di certificazione di competenze per validare i crediti acquisiti anche con l'autoformazione e a cui affidare la rilevazione del fabbisogno formativo, fondante per una valida progettazione dell'offerta di percorsi professionalizzanti. Nella trattazione viene dato rilievo alla dimensione tecnologica, che, adeguatamente adottata, potrebbe efficientare l'attuale sistema per gli aspetti di valutazione della qualita dei percorsi formativi e il monitoraggio della coerenza tra i percorsi di aggiornamento realizzati e il ruolo funzionale dei professionisti nelle strutture sanitarie.
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Criveller, Claudia. "Andrej Sinjavskij, il ‘nobile brigante’." Mnemosyne, no. 5 (October 15, 2018): 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.14243.

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Abstract:
Nella seconda parte del XX secolo in Unione Sovietica accanto alla letteratura ufficiale del canone realista socialista si diffuse ampiamente la letteratura clandestina del samizdat, nel cui contesto la letteratura autobiografica e memorialistica occupa un posto centrale. Un primo filone tenta di ristabilire la verità dei fatti storici, un secondo utilizza invece gli strumenti della letterarietà, fondendo elemento reale e invenzione, al fine di cercare una verità individuale e al tempo stesso universale più elevata. Il presente lavoro indaga il caso di Andrej D. Sinjavskij (1925-1997), vittima della repressione sovietica. Nelle sue opere autobiografiche Buona notte ! e Una voce dal coro egli utilizza diversi procedimenti autofinzionali (creazione di un personaggio alter-ego come il santo folle della tradizione, l’archetipo letterario dell’uomo superfluo, il personaggio delle fiabe russe del sempliciotto, nonché l’uso del paratesto e di elementi strutturali diversi). Il saggio indaga l’uso dello pseudonimo di Abram Terz, personaggio tratto dal folclore ebraico di Odessa.
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Perreiah, Alan R. "Esistenza e verità: Forme e strutture del reale in Paolo Veneto e nel pensiero filosofico del tardo medioevo.Alessandro D. Conti." Speculum 74, no. 1 (January 1999): 147–50. http://dx.doi.org/10.2307/2887290.

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Forti, Dario, and Giuseppe Varchetta. "Nelle pieghe delle discipline: per una nuova ontologia della relazione." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 123–52. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036012.

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Abstract:
Che cos'è la transdisciplinarità e quale sfida pone alle forme e ai modi con cui si costruisce la conoscenza della realtà? Ragionando sui contributi ricevuto per questo numero della Rivista e per il precedente, gli autori si sono resi conto che, all'interno di un comune sentire nei confronti della necessità di una conoscenza non separata in settori non comunicanti, convivono tuttavia interpretazioni di-verse del confronto tra le diverse discipline. A partire dall'individuazione di una linea di continuità tra disciplinarità, multidisciplinarità, interdisciplinarità, transdisciplinarità, è così emersa una vastità di questioni meritevoli di approfon-dimento: la relazione intesa non solo come comportamento sociale ma anche co-me tratto strutturale della realtà macro e microfisica; il riferimento ineludibile alla complessità non solo del reale ma soprattutto del modo in cui noi ci rappor-tiamo e conosciamo il reale; le sfide, le incognite e i limiti dell'esplorazione transdisciplinare, che mette in discussione molte delle basi del nostro rapporto con la realtà percepibile
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Korzec, Cezary. "Prorok wobec zła i władzy (2 Sm 12,9)." Verbum Vitae 14 (December 14, 2008): 17–38. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1477.

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Abstract:
L’intervento di profeta Natan, racontato nel 2 Sam 12, smaschera Davide come committente della morte di Uria. Il male commesso e stato possibile grazie al potere reale del re di Israele. La situazione e una tra le molte racontate dalla Bibbia: il male trova spesso appoggio nel potere. Nell’articolo viene offerta una analisi detagliata del testo di Am 2,6-8 sotto questo aspetto. Il male che perverte la vita di Israele trova l’appoggio nelle istituzioni che sono state convocate per protteggere la santitià della vita del popolo di Dio. Nelia visione profetica della vita di società di cui testimoniaza offre Am 2,6-8 il male non e qualcosa banale o accidentale. È un vero proggetto portato avanti grazie all’esistenza delle vere strutture che ne danno appoggio.
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Colucci, Dalila. "“ … donne erano: e donne sarebbero”: Il corpo femminile come catalizzatore delle strutture narrative e delle scelte linguistiche nel Pasticciaccio." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, no. 3 (September 11, 2014): 428–51. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542238.

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Abstract:
In Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, il corpo femminile – smembrato ed esaminato per dettagli; ridotto alla dimensione brutalmente sessuale o emanante invece una bellezza ineffabile; costruito per contrasti e inesprimibile se non attraverso la citazione – funziona come una grande metafora del mondo e, di conseguenza, della lingua che di esso dà conto perseguendone non la spiegazione, bensì solo l’apparire. Il saggio sviluppa pertanto l’ipotesi che la sperimentazione linguistica del Pasticciaccio, così come la sua costruzione rizomatica e digressiva, venga catalizzata attraverso la rappresentazione dei profili femminili, a sua volta legata a tematiche psicologiche e sociali. Correlativo oggettivo della confusione, della molteplicità e dell’indicibilità del reale, la donna diviene cioè, per transfert letterario, microcosmo riflettente delle strutture del romanzo e delle sue caleidoscopiche scelte verbali.
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De Agostini, Paola, Paola Bonizzato, Francesco Amaddeo, Giulia Bisoffi, Federico Perali, and Michele Tansella. "For a more rational funding system of Mental Health Services. Analyses of costs for services supplied by a Community Mental Health Service during a 7-year period." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 163–79. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005297.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Negli ultimi anni si è assistito, in Italia come in altri paesi del mondo occidentale, ad un forte aumento dell'interesse, da parte dei ricercatori, per l'economia sanitaria. Anche l'assistenza psichiatrica è stata analizzata riguardo a questi aspetti e, più recentemente, l'attenzione di molti gruppi di lavoro si è rivolta a studi in grado di individuare possibili sistemi di finanziamento dei Servizi psichiatrici altemativi a quelli esistenti e di valutarne l'effetto sul funzionamento dei Servizi. Lo scopo di questo lavoro è quello di definire un nuovo tariffario basato sui costi reali delle prestazioni erogate dai Servizi psichiatrici. Metodo – Utilizzando il Registro Psichiatrico dei Casi di Verona-Sud, sono stati considerati tutti i contatti avvenuti nelle varie sedi del Servizio Psichiatrico Territoriale (SPT) di Verona-Sud in un periodo di 7 anni (1992-1998), per un totale di 125632 prestazioni, riferite a 2819 soggetti. I contatti sono stati successivamente raggruppati in 19 tipi di prestazioni. La funzione di costo è stata utilizzata per descrivere, attraverso la stima dell'elasticit?à, il comportamento dei costi nel SPT di Verona-Sud. Il costo di una prestazione psichiatrica risulta così comprensivo della spesa per gli operatori coinvolti nell'erogazione del servizio (direttamente e/o indirettamente a contatto con il paziente) e del costo delle strutture utilizzate. Risultati – Per ciascuna prestazione vengono riportati (a) i costi stimati per la prestazione effettivamente erogata, (b) il costo stimato al minuto, (c) il costo della prestazione standard erogata con caratteristiche definite (per la durata si è utilizzato il tempo modale rilevato nel campione; per gli operatori, la composizione è stata decisa tenendo conto, da una parte, della reale operatività del SPT e, dall'altra, di considerazioni su quella che potrebbe essere, date le risorse disponibili nel nostro SPT, una buona pratica clinica) ed, infine, (d) i costi relativi alle prestazioni effettuate, raggruppate nelle otto voci contemplate dal Tariffario della Regione Veneto attualmente in vigore. Conclusioni – I risultati hanno dimostrato che le definizioni delle prestazioni, da noi utilizzate, descrivono in maniera soddisfacentemente univoca i diversi tipi di attività svolti dal SPT. Il nomenclatore nazionale attualmente in vigore, invece, avrebbe permesso di descrivere solo il 28% delle prestazioni erogate (35230 su 125632). Ciò dimostra la necessità di disporre, in tempi brevi, di un nuovo nomenclatore delle prestazioni psichiatriche, accettato a livello nazionale, che sia adeguato alle modalita reali con le quali si fomisce assistenza per la salute mentale. I valori di costo da noi ottenuti dimostrano chiaramente che il finanziamento di un Servizio psichiatrico, basato sul nomenclatore nazionale attualmente in vigore, sottostima fortemente le risorse effettivamente utilizzate. La funzione di costo delle diverse prestazioni pud fornire la base per esperienze di finanziamento dei servizi fondato sulle "funzioni assistenziali" previste dal decreto 229 del 1999.
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Rodi, M. N., and C. Mura. "Qualità della vita misurata attraverso il Kidney Disease Quality of life-Short Form (KDQOL-SF): differenze in relazione al trattamento dialitico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no. 4 (January 24, 2018): 34–37. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1497.

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Nel 1985 il New England Journal of Medicine pubblicò un rapporto relativo alla Qualità della vita (QdV) nei pazienti dializzati: forse per la prima volta si poneva l'attenzione alla sfera più intima di chi doveva convivere con una patologia cronica. Recentemente gli studi deputati a cogliere i principali aspetti emotivi e psicologici di chi vive una reale “esperienza di malattia”, hanno assunto nuova consistenza, scoprendo importanti fattori che influenzano il paziente fin dalla prima fase di pre-dialisi. Nonostante i progressi fatti, manca ancora una routine di valutazione della QdV che, se strutturata, potrebbe diventare un valore aggiunto per il paziente; spesso a una eccellente gestione clinica non si accompagna, infatti, un'attenta analisi del grado di soddisfazione del malato. L'obiettivo della ricerca è capire se esistano differenze in ambito di QdV tra i pazienti che sono sottoposti a emodialisi rispetto a quelli in dialisi peritoneale. Alla luce dei risultati si evincono aspetti importanti: fattori come la sessualità, l'attività sociale, percezione della vicinanza dello staff, hanno punteggi migliori negli emodializzati. La conclusione è che la normale frustrazione legata all'essere “dipendenti” dal reparto e dal suo staff medico venga ben compensata dal senso di protezione e dai legami umani che lì si creano.
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Andreetta, Sara, and Andrea Marini. "Narrative assessment in patients with communicative disorders." Travaux neuchâtelois de linguistique, no. 60 (January 1, 2014): 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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Arias Navarro, Javier. "Alcune riflessioni sulla teologia sottostante la filosofia linguistica." Eikasía Revista de Filosofía, no. 92 (January 9, 2023): 315–37. http://dx.doi.org/10.57027/eikasia.92.448.

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Nel 1929 avviene a Davos il famoso incontro tra Ernst Cassirer e Martin Heidegger che rappresenta il dibattito tra le correnti filosofiche dominanti nel mondo di lingua tedesca in quel momento, mentre ci si focalizza, nella sua risoluzione, sull’immediato futuro politico che avrebbe dovuto riguardare l'Europa, con i soliti mitmachen dell'università e della stragrande maggioranza dei suoi intellettuali, tra cuianche buoni sacerdoti e i barbieri di Cervantes, che bruciavano libri. Esattamente quattro secoli fa, tra gli altri, Lutero e Zwingli hanno discusso nel cosiddetto Colloquio di Marburg, sul sacramento dell’Eucaristia, prendendo posizioni inconciliabili riguardo alla questione della presenza reale di Cristo in essa. Il presente documento intende dimostrare l'identità strutturale tra la discussione di Davos e quella del colloquio di Marburg, rivelando le sue dimensioni teologiche, che avranno, conosciute o meno, un enorme impatto sull'ulteriore sviluppo di discipline come la linguistica.
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Geatti, S., and L. Feltrin. "La Diagnosi Infermieristica: II. La Formulazione della Diagnosi Infermieristica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 2 (January 24, 2018): 1–6. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1203.

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La diagnosi infermieristica, seconda fase del processo infermieristico, è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute/processi vitali attuali o potenziali. Essa costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l'infermiere è responsabile. La diagnosi infermieristica esprime il giudizio professionale sulle condizioni del paziente, sulle sue risposte ai trattamenti ricevuti e sulle necessità di assistenza infermieristica. La NANDA propone tre modelli di diagnosi: reali, di rischio, di benessere. La struttura della diagnosi infermieristica si compone di tre elementi utili essenzialmente per l'adozione di un linguaggio infermieristico condiviso. Per questo motivo è usata una terminologia specifica per diagnosticare in modo infermieristico. Gli elementi componenti sono tre: titolo, caratteristiche definenti, fattori correlati. Il titolo deve “qualifcare” la tipologia del problema; le caratteristiche definenti sono l'equivalente dei segni e dei sintomi soggettivi ed oggettivi presenti in relazione ad una determinata diagnosi; i fattori correlati sono in pratica le cause, i fattori eziologici che determinano una certa situazione; si possono raggruppare in quattro categorie: fisiopatologici, situazionali, fasi maturative, trattamenti. Il caso clinico suggerito prevede l'individuazione delle diagnosi infermieristiche evidenziate dai dati raccolti, sempre secondo la metodologia di Carpenito.
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Possemato, Tiziana. "Entity modeling." JLIS.it 13, no. 3 (September 15, 2022): 12–28. http://dx.doi.org/10.36253/jlis.it-481.

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In questo lavoro tratteremo il tema delle entità intese come oggetti del mondo reale (real-world object) e di come questo concetto sia utilizzato nell’ambito dell’entity modeling, quel processo di identificazione e modellamento delle entità che tanta parte occupa nei progetti di conversione dei cataloghi in linked open data. L’aiuto alla comprensione di cosa questo concetto esprima nell’ambito dell’universo bibliografico ci viene dalla programmazione orientata agli oggetti, che introduce il concetto di modellamento e gestione di un “oggetto” definendone uno stato e un comportamento. Ma per modellare un oggetto è necessario identificarlo e questo processo deve avvenire, spesso, trattando quantità imponenti di dati, non necessariamente omogeneamente strutturati: l’Entity Resolution è questo insieme di processi macchina che cerca di risolvere le ambiguità date dalla disomogeneità delle descrizioni riferibili alla medesima entità. L’adozione di queste pratiche, in ambito bibliografico, muove ancora l’orizzonte dell’azione catalografica, che già si era esteso verso la più generale metadatazione, verso quel web di dati che impone un nuovo modo di intendere gli oggetti e di trattarli: l’entity modeling si annuncia come il terzo passaggio generazionale nella gestione del dato bibliografico.
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Manfrida, Gianmarco, and Elisa Serafini. "La famiglia dell'emigrante č sempre una risorsa? Reti sociali e vissuti familiari nelle donne nigeriane vittime di tratta." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 31 (October 2010): 29–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031003.

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Abstract:
Nell'ultimo decennio in Italia la tratta degli esseri umani ha assunto maggiore rilevanza e importanza. Il fenomeno si caratterizza per la sua complessitŕ e la sua rapida trasformazione, per questo gli autori hanno deciso di guardarlo ponendo attenzione ad un aspetto specifico: le reti sociali. In particolare si sono soffermati sulla situazione individuale e familiare di donne nigeriane inserite in programmi di protezione previsti dall'art. 18 D.Lgs. 286/98, con l'obiettivo di svolgere una prima analisi su handicap e risorse sociali, attraverso due strumenti descrittivi e proiettivi: genogramma e disegno simbolico dello spazio vitale. I risultati hanno permesso di evidenziare una sostanziale differenza fra la struttura descritta nel primo strumento e quella piů corrispondente ai vissuti individuali che appare nel secondo. Secondo gli autori tale discrepanza puň riflettere la differenza esistente fra un supporto reale ambivalente della rete sociale e il supporto sociale effettivamente percepito dal soggetto, libero dai condizionamenti negativi impliciti nelle "lealtŕ invisibili". Si aprono cosě spazi e responsabilitŕ per gli operatori formati in un modello relazionale sistemico.
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Di Pietro, Maria Luisa, and Maria Beatrice Fisso. "Donna e lavoro: considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo." Medicina e Morale 44, no. 3 (June 30, 1995): 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Abstract:
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Viafora, Corrado. "La dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie: i comitati di etica clinica." Medicina e Morale 53, no. 5 (October 31, 2004): 903–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.625.

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Abstract:
Il saggio propone una ricognizione del processo di istituzionalizzazione dei Comitati etici per la pratica clinica prendendo in considerazione la prospettiva nord-americana, segnata dall’evoluzione dal paradigma orientato alla difesa dei diritti al paradigma orientato all’etica dell’organizzazione; la prospettiva europea, orientata verso una duplice direzione: Comitati come forum per il dibattito sulle questioni etiche all’interno dell’ospedale o Comitati etici come strutture direttamente di supporto al processo decisionale; la prospettiva italiana, marcata ancora da una situazione di incertezza e fragilità. Partendo dalla convinzione che l’istituzione di Comitati etici per la pratica clinica comporta importanti potenzialità per ravvivare la dimensione etica all’interno delle istituzioni sanitarie, il saggio individua e discute tre modelli attraverso cui potrebbero prendere corpo queste potenzialità. Un primo modello di Comitato si sviluppa in una prospettiva professionale, con la prevalenza delle seguenti funzioni: a. fornire un aiuto alle decisioni per gli operatori sanitari alle prese con problemi etici sempre più complessi; b. istituire uno spazio dedicato all’integrazione delle diverse istanze etico-professionali. Un secondo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva organizzativa, ed ha le seguenti funzioni: a. fornire all’Amministrazione una consulenza che dia credibilità pubblica a indirizzi e direttive istituzionali che abbiano implicanze etiche; b. sensibilizzare alla dimensione etica, con la speranza di coinvolgere maggiormente la responsabilità diretta di ogni operatore sanitario. Un terzo modello di Comitato etico si sviluppa in prospettiva pubblica, con le funzioni di: a. contribuire a dare pubblicità e profondità al dibattito relativo alle questioni bioetiche e istituire procedure e occasioni di una reale comunicazione tra la società in generale e i gruppi di professionisti coinvolti nella produzione e nell’utilizzazione del nuovo sapere biomedico.
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Insacco, Gioia. "Cicli lessicali nei nomi deverbali in "-mento" e "-zione"." Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no. 9 (2017): 72–83. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.7.

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Abstract:
Abstrakt Spesso i nomi deverbali – oltre al significato trasposizionale del verbo di base – sviluppano in diacronia dei ‘cicli lessicali’ (Simone 2000), ovvero estensioni semantiche sistematiche, regolari e gerarchiche. Il meccanismo retorico che opera nei cicli lessicali è la metonimia: essa converte, per contiguità, in entità linguistiche gli argomenti reali, quelli di default e quelli creati per mezzo di un dispositivo metonimico. I nomi deverbali, infatti, procedendo in modo regolare attivano in primis i significati relativi ai sottoeventi, successivamente quelli relativi ai ruoli della struttura argomentale e, infine, quelli degli argomenti metonimici. Cykle leksykalne w tworzeniu rzeczowników odczasownikowych zakończonych na "-mento" oraz "-zione" Często rzeczowniki odczasownikowe – poza znaczeniem transpozycyjnym czasownika – rozwijają na poziomie diachronicznym tzw. „cykle leksykalne” (Simone 2000), a więc systematyczne rozszerzenia semantyczne, regularne i hierarchiczne. Mechanizmem retorycznym działającym w cyklach leksykalnych jest metonimia: to ona, z uwagi na relację przyległości, przekształca w jednostki językowe argumenty rzeczywiste, te domyślne oraz te utworzone przy pomocy mechanizmu metonimicznego. Zatem rzeczowniki odczasownikowe aktywują regularnie w pierwszej kolejności znaczenia odnoszące się do pod-zdarzeń, następnie znaczenia odnoszące się do funkcji struktury argumentowej, a na koniec, te związane z argumentami metonimicznymi.
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Giacobello, Maria Laura. "Il paradigma dell’ecologia integrale e i fondamenti epistemologici della bioetica globale di Van Potter." Medicina e Morale 70, no. 4 (December 21, 2021): 433–45. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.950.

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Abstract:
L’ambiente è oggi gravemente ferito dalla crisi epocale in atto: tra le voci che si levano a tutela della Casa Comune emerge quella della Chiesa, attraverso lo sguardo di Papa Francesco che, con l’espressione ‘ecologia integrale’, fa esplicito riferimento alla consapevolezza che nella realtà tutto è connesso. A partire dall’urlo di ribellione della natura, l’ecologia integrale si assume, dunque, l’onere di promuovere un’istanza di rinnovamento radicale, che possa investire le categorie etiche ordinarie, fino a estendersi a quelle antropologiche e gnoseologiche poste alla base della prevalente cultura occidentale, fondata sul paradigma meccanicistico. Nell’ampia cornice di un ripensamento dei tradizionali confini dell’etica, l’ecologia integrale può rappresentare un paradigma culturale alternativo, reale espressione dello spirito del tempo. A tal proposito, si rivela particolarmente interessante e proficuo avviare una riflessione sulla straordinaria convergenza fra la prospettiva dell’ecologia integrale e quella della bioetica globale di Van Potter: già negli anni Settanta del Novecento, infatti, lo scienziato americano gettava i fondamenti epistemologici per una diversa visione etica. L’idea di un approccio sistemico volto a valorizzare la relazione delle singole parti tra di loro e col tutto, sia pure generata da presupposti evidentemente diversi, accomuna inequivocabilmente le due prospettive. E, in verità, la riflessione di Potter prende le mosse dalla stessa consapevolezza situata alla base dell’ecologia integrale, quella del profondo radicamento dell’uomo nell’ecosistema: mediante l’assunzione di una visione sistemica, che passa attraverso l’articolazione del concetto di biocibernetica, lo scienziato offre una valida rappresentazione del carattere interattivo dell’organizzazione strutturale che presiede al funzionamento dell’ambiente naturale.
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Astuto, G. "Dostoevskij: La Russia e l’Europa. Alcune riflessioni sulle opere letterarie." Язык и текст 7, no. 1 (2020): 6–30. http://dx.doi.org/10.17759/langt.2020070101.

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Abstract:
Сerco di capire le modalità di espressione delle concezioni di Dostoevskij che, per il tramite della «vivente fantasia», traducono i rapporti reali in sistemi di segni artistici, con le inevitabili strutture problematiche interne e le significative contraddizioni. Per gli slavofili, la polarità Russia-Europa si concretizza in due modelli di vita diversi. Dostoevskij, al contrario, riprende le tensioni presenti nel rapporto tra Russia ed Europa, per esempio quello tra popolo e intelligencija, «verità di Cristo» e arbitrio individualistico, e le analizza con un impianto concettuale nuovo e originale. L’elemento «positivo» della concezione dostoevskojana è rappresentato dall’esperienza sociale e dalla capacità di avvertire, proprio per questo suo radicamento, «la frattura con il passato» e la crisi dell’epoca in cui vive. Nell’ambito di tale crisi vanno collocate le drammatiche vicende dell’«uomo del sottosuolo», dei Roskol’nikov e della famiglia Karamzov. Per tali ragioni, si può sostenere che Dostoevskij, tramite il confronto tra Europa e Russia e con la sua visione genialmente penetrante, riesce a individuare i conflitti fondamentali e le tensioni esistenziali dell’uomo contemporaneo, che hanno le radici nel passato e si proiettano nell’essenza problematica del futuro. Da qui deriva anche la diffusione della popolarità della sua opera, e tutto ciò a prescindere dagli aspetti riconducibili all’utopia sociale.
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Quiroz Vitale, Marco A. "Vittime e schiavi. Il rischio dello stigma sociale." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (November 2010): 25–44. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002002.

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Abstract:
La figura estrema della vittima, nell'era della globalizzazione, č lo schiavo ed anche i sistemi giuridici internazionali, con la Convenzione ONU del 2000 e con quella del Consiglio d'Europa del 2005, si sono adattati, dall'inizio del nuovo secolo, ai mutati processi di vittimizzazione che riducono, sempre piů di frequente, i migranti in condizioni di asservimento. In questo articolo l'autore analizza la condizione sociale della vittima-schiavo, a partire dalle ricerche condotte in Italia, mostrando come le evidenze empiriche smentiscono le ipotesi criminologiche secondo cui il semplice coinvolgimento nel rito del processo sia condizione necessaria e sufficiente a liberare le vittime-schiavi dalla loro condizione di inferioritŕ e sottomissione; al contrario la vittima č in grado di uscire dalla sua condizione di deuteragonismo sociale, termine proposto per indicare la peculiare condizione di minoritŕ sociale e strutturale rilevata nelle ricerche empiriche, solo se il rischio di stigmatizzazione viene ridotto grazie all'opera di agenzie di promozione sociale che puntino al recupero di una identitŕ positiva delle vittime. Appaiono, invece, per lo piů ininfluenti le misure di sostegno assistenziale alle vittime che di traducono in meri trasferimenti monetari; tali misure offrono opportunitŕ reali solo se gli enti pubblici erogatori dei sussidi economici operano in rete con le agenzie sociali che siano in grado di inibire i processi di stigmatizzazione e generare aspettative positive di socializzazione e protagonismo.
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CORSI, PIETRO. "THE HERITAGE OF DUGALD STEWART: OXFORD PHILOSOPHY AND THE METHOD OF POLITICAL ECONOMY." Nuncius 2, no. 2 (1987): 89–144. http://dx.doi.org/10.1163/182539187x00042.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'articolo esamina il dibattito sulla metodologia dell'economia politica che anim i circoli intellettuali anglicani degli inizi del diciannovesimo secolo. Ad Oxford, l'approccio all'economia politica era fortemente condizionato dalla riflessione critica sulle proposte epistemologiche avanzate da Dugald Stewart nel suo Elements of the Philosophy of the Human Mind. I pensatori dell'Oriel College che presero parte al dibattito erano preoccupati dal processo di rapida trasformazione della societ inglese, e dall'emergere di fonti di autorit culturale indipendenti dalla, se non apertamente contrarie alla Chiesa Anglicana ed alle Universit. La discussione della metodologia dell'economia politica investiva dunque diversi aspetti della vita sociale ed intellettuale del tempo. Il dibattito oxoniense ruotava intorno al parallelismo che molti credevano di notare tra il metodo della meccanica razionale e quello dell'economia politica. Pur avallando le pretese di scientificit avanzate dagli economisti classici, i docenti di Oxford negavano che i risultati ottenuti in economia politica fossero immediatamente applicabili alla realt sociale: al pari dei cultori della meccanica razionale, l'economista doveva tenere presenti le frizioni generate dalle esistenti strutture politiche e sociali. A Cambridge, William Whewell e Richard Jones valutavano con preoccupazione la difesa dell'economia politica elaborata dai colleghi di Oxford. A loro avviso, gli studiosi dell'Oriel College concedevano troppo all'economia politica ricardiana. Alla fine degli anni venti del diciannovesimo secolo, gli intellettuali cantabrigensi sottoposero a critica severa il preteso parallelismo tra meccanica razionale ed economia politica che i seguaci di Ricardo e i ?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?docenti di Oxford ponevano al centro delle loro riflessioni. L'economia politica, si diceva a Cambridge, era una disciplina troppo giovane per poter assumere procedure assiomatico-deduttive. Laboriose ricerche erano ancora da intraprendere, prima che si potesse procedere alla costruzione di un sistema di economia teorica. Il presente saggio sottolinea la centralit di Dugald Stewart nel dibattito sulla metodologia dell'economia politica dei primi decenni del diciannovesimo secolo. Si sostiene inoltre che la lettura critica delle tesi epistemologiche avanzate dallo Stewart rappresent un momento cruciale nella elaborazione della metodologia dell'economia politica proposta da John Stuart Mill. I risultati di questo studio impongono una revisione delle interpretazioni classiche dei dibattiti filosofici e culturali in genere del primo Ottocento inglese.
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Simone, Cristina, and Domenico Di Prisco. "Una blockchain europea per la gestione dei fondi strutturali europei: dallo scenario attuale ad una proposta implementativa." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 85–114. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10027.

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Il presente lavoro si colloca in un filone di studi destinato ad acquisire sempre più importanza non solo nel dibattito accademico, ma anche in seno alle istituzioni politiche e più in generale nella società civile: il rapporto tra tecnologia e performance del settore pubblico.In particolare, il lavoro discute la proposta della creazione di una blockchain europea per la gestione dei Fondi Strutturali e presenta quindi un set di best practice a supporto della sua ideazione ed implementazione. Due sono i temi alla base del lavoro: 1. i preoccupanti rischi (quali quello di considerevoli  frodi) e le ben note e documentate inefficienze (quali ad esempio le scarse capacità d'impegno e  spesa dei fondi di alcune regioni europee) riscontrati sino ad oggi negli attuali sistemi di finanziamento pubblico, sia nazionale sia europeo, nel gestire e monitorare adeguatamente realtà molto complesse; e 2. le significative potenzialità offerte dalle emergenti tecnologie basate su algoritmi decisionali (di cui le blockchain sono espressione) nel poter risolvere efficacemente e sostenibilmente le suddette fragilità ed inefficienze.Dopo aver individuato e descritto le principali criticità degli attuali sistemi nazionale ed europeo di finanziamento pubblico, il lavoro definisce le principali caratteristiche di una blockchain atta a superare le attuali fallacie e ne discute i potenziali vantaggi applicativi soprattutto in termini di efficienza e trasparenza dei processi decisionali.  Sulla base di un'accurata analisi della letteratura esistente e di eloquenti case study relativi all'applicazione della blockchain nel settore pubblico, il lavoro propone quindi un utile set di best practice per l'implementazione di una blockchain europea, non trascurando tuttavia di segnalarne le potenziali criticità non solo e tanto legate alla fattibilità tecnologica quanto sul piano concettuale e dei giudizi di valore.
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Patané, Michele. "Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Abstract:
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Ponzio, Luciano. "L’arte come struttura pensante e generatrice di nuovi mondi." RUS (São Paulo) 13, no. 23 (December 19, 2022). http://dx.doi.org/10.11606/issn.2317-4765.rus.2022.202310.

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Abstract:
Da angolature prospettiche diverse, letteraria, poetica, cinematografica, i corpora teorici di Jurij Lotman tracciano una strada comune, rivolta fin dall’inizio allo studio di quei linguaggi che caratterizzano l’essere umano come animale semiotico, ovvero i testi artistici capaci di raffigurazione [izobraženie]. Si tratta della caratterizzazione specifica di un testo che vuole assurgere a testo artistico, modellato in senso semiotico sulla base della funzione che esso svolge in una cultura e del riconoscimento che questa gli assegna come appartenete ad un genere testuale. L’approccio lotmaniano di tipo “culturologico” amplia e specifica la nozione di testo che da struttura sincronica chiusa assurge a “testo culturale” con la sua specifica funzione creativa/estetica/poetica, con il suo valore etico e sociale, con i suoi legami con la realtà nella sua dimensione cronotopica. Tali studi hanno assegnato una speciale centralità ai testi artistici, ai “generi di discorso secondari” (qui nell’accezione bachtiniana riferita ai generi letterari). Ciò ha reso possibile, di riflesso, l’assunzione del testo artistico e dei suoi specifici linguaggi quale modello e strumento essenziali per lo studio/comprensione della Cultura, per sua natura dinamica e eterogenea, tanto da non lasciarsi facilmente descrivere, da non rendersi riducibile a modelli caratterizzati dalla codificazione-decodificazione, a farsi uniformare/unificare, situare dentro un sistema (quale la langue), presentandosi invece, come un insieme di pratiche sociali. Ciò permette di riconoscere/ristabilire l’importanza vitale che ha, per il rinnovamento del “reale”, la visione artistica con le sue rifrazioni estetiche intersemiotiche. E ciò sia come risultato dell’interrelazione tra scrittura e immagini del mondo, sia anche tramite una particolare lente meta-semiosica, con l’assumersi la responsabilità del mantenimento della vita stessa dei segni in una prospettiva semioetica, dimostrandoci come Lotman possa essere considerato attualmente tra gli autori in campo semiotico più creativi e anche specificamente “modellizzatori”, costruttori, innovatori nei confronti del “reale”.
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Floriani, Mariaelena. "Natalia Ginzburg. «Scrivere con il corpo» sul margine del «buco del Reale»." altrelettere, January 4, 2022. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-57.

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Abstract:
Quest’articolo si propone di illustrare il legame tra corpo e scrittura che caratterizza la parabola creativa di Natalia Ginzburg (1916-1991) attraverso alcuni strumenti ermeneutici della psicanalisi lacaniana. Nella prima parte dell’articolo - Linguaggio e Inconscio - si definisce la natura del soggetto lacaniano, scisso tra parola soggettiva e struttura linguistica, tra il sé e l’illusione del sé: due poli divisi da un’opacità connaturata all’esistenza, che il linguaggio e la scrittura non possono risolvere. La seconda parte - La frammentazione come strumento narrativo e psicanalitico – indaga i modi in cui Natalia Ginzburg ha assunto su di sé la responsabilità di questa scissione trasformandola in contenente e contenuto di tutta la sua narrativa: da un lato, la frattura si manifesta tramite lo strumento della frammentazione, nelle diverse voci sperimentate dalla Ginzburg fra il 1942 e il 1984; dall’altro, la crepa diventa strumento psicanalitico-esistenziale per l’indagine del rapporto problematico tra soggetto e mondo. Ogni (non) presa di parola da parte dell’autrice o dei suoi personaggi è sintomo di un vuoto personalissimo e sempre diverso a seconda delle storie raccontate. Tenteremo di ricondurre la molteplicità di questi soggetti scissi all’unità tramite alcune delle pathosformeln descritte da Lacan, investendole di nuova luce. Nella terza parte - Scrivere con il corpo - si riassumono le strategie elaborate dalla scrittrice per rispondere al suo enjeux biografico, ovvero riuscire a scrivere malgrado l’infelicità causata dal rapporto con il «buco del Reale». Ogni parola vergata dalla penna di Natalia Ginzburg è una presa d’atto dell’intangibilità della vita e un atto di amore verso «l’opacità dell’enunciazione che soggiace agli enunciati che ne derivano».
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Calenda, Giorgio, and Umbro Sciamannini. "Le tecnologie tutte italiane per la prevenzione delle infezioni nosocomiali." Journal of Advanced Health Care, August 24, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1908-013.

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Abstract:
Prevenire il 30% delle infezioni contratte dai pazienti durante e dopo il ricovero ospedaliero è l’obiettivo di medici, politici e associazioni di pazienti per arginare quest’emergenza sanitaria, che conta mezzo milione di casi all’anno e che uccide -numeri alla mano- più degli incidenti stradali: ogni anno le regioni pagano indennizzi milionari alle famiglie che hanno subito danni nella sanità. Una tecnologia innovativa tutta italiana è stata messa a punto per porre una valida ed efficace barriera, sulle infezioni e sepsi d’organo, in ambito delle strutture Ospedaliere ad alta tecnologia. La gamma è denominata ABT 9000 ed ABT 3000 realizzate dopo circa 20 anni di ricerca. Da una attenta analisi emerge la necessità di tutela prima, durante e dopo l’attività lavorativa in ambito sanitario: mettere a disposizione degli operatori tecnologie sempre innovative per la loro protezione, per quella ambientale e, in sostanza, generare automaticamente l’innalzamento della qualità lavorativa e –più in generale- di tutto l’ambiente. Il controllo del rischio biologico-chimico reale, effettivamente validato in ABT, diminuisce lo stress professionale, migliora il microclima di lavoro, abbatte i costi delle gravissime infezioni o sepsi d’organo con meno utilizzo di antibiotici e relativa antibiotico resistenza, dovuta all’uso sempre maggiore di antimicrobici sofisticati ad alto peso. Altro aspetto migliorativo –non meno importante– è quello di poter ottenere un elevato miglioramento dei tempi di lavoro. In tal senso, una sola apparecchiatura ABT 9000 si stima possa catturare circa 24 tonnellate annue (ipotizzando un pieno al giorno) e inertizzare con un’azione biologica (denaturazione/inibizione) i nuclei interni alle Rna resistenti, presenti nel Dna. Inoltre, viene garantita la difesa ambientale nel rispetto degli accordi stato-regione tra Ministero della Salute e quello dell’Ambiente -la tecnologia soddisfa infatti l’art. 214 del dLg 152/2006 inerente la riduzione di rifiuti speciali e la loro gestione in sicurezza- oltre che il risparmio che la Struttura ottiene non dovendo affidare i rifiuti liquidi a ditta specializzata per il loro smaltimento. Il sistema è unico ed esclusivo, dotato di due patent PCT internazionali e realizzato nel rispetto delle recenti normative ISO 62366 Usability al servizio delle risorse umane impiegate. La nuova proposta “ABT” fornisce ulteriori vantaggi sulla gestione delle risorse umane, migliorando le condizioni psico-fisico-relazionali e organizzative che ne caratterizzano il lavoro all’interno delle aziende sanitarie.
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Mauri, Aurelio G., and Ruggero Sainaghi. "Expo Milano 2015: effetti sulle performance delle strutture alberghiere." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (May 2018). http://dx.doi.org/10.3280/edt3-2017oa6263.

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Abstract:
I grandi eventi possono determinare significativi effetti sulle performance delle destinazioni turistiche e delle imprese che in esse operano. Tuttavia, in letteratura si è posta maggiormente l'attenzione sui fattori non economici generati da queste "special occasion". Il presente articolo vuole contribuire a colmare questo gap, esplorando i benefici economici generati dall'esposizione mondiale "Milan World Expo 2015" sul comparto alberghiero di Milano.L'articolo, partendo dagli studi pregressi che hanno analizzato le forme di stagionalità in questa destinazione, configura quattro periodi, identificati considerando soprattutto i segmenti attratti dalla Città (business, fieristico e leisure). La base dati utilizzata (STR) consente di disporre di informazioni giornaliere relative a occupazione, tariffa media (ADR) e RevPAR e permette di sviluppare un approccio longitudinale (periodo 2004-2015).Le evidenze emerse suggeriscono il rilevante impatto generato da Expo sia sulle stagionalità, sia sulle performance operative. Con riferimento a queste ultime, il RevPAR è cresciuto, in termini reali, del 68% considerando il dato di partenza (2004) e del 50% rispetto al 2014. Non meno importante è la crescita della saturazione della capacità ricettiva (+25%) e del prezzo medio reale (+34%).
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Fanelli, Michele, and Pasquale Palumbo. "Il problema dell'interazione fluido-strutura nella modellazione del comportamento dinamico delle dighe." Ingeniería del agua 5, no. 2 (June 30, 1998). http://dx.doi.org/10.4995/ia.1998.2749.

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Abstract:
II problema in oggetto può essere formulato, come ben noto, a diversi livelli di complessità (e di “completezza” per quanto attiene alia rappresentatività física dei modelli proposti). Ciò è attestato dai numerosissimi contributi in proposito, a partire dal classico approccio “alla Westergaard” (v. concetto di “masse aggiunte”, Westergaard,1993) con fondo del serbatoio rígido (approccio nel quale, al livello più elementare, si assume anche I’ ipotesi di rigidità della struttura e di incomprimibilità del fluido), per arrivare alle formulazioni più recenti in cui si tiene conto, separatamente [8] o congiuntamente, della deformabilità della struttura, della comprimibilità del fluido e della deformabilità del fondo del serbatoio; formulazioni nelle quali in genere il concetto di “masse aggiunte” non è più valido (o va modificato profundamente, ad es. Rendendo tali “masse “ quantità complesse anzichè reali efunzioni della frequenza anzichè costanti). Assai spesso interessa in primo luogo identificare i modi naturali (smorzati o no) di vibrazione della diga, considerata come un sistema elástico lineare, ed in tal caso il problema è direttamente formulato in termini di oscillazioni armoniche (eventualmente con smorzamento: moto “pseudo-armonico”); la risposta ad eccilazioni non periodiche in campo lineare viene allora ricoslruita attraverso la nota tecnica dell’analisi modale.
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Leles, Robson Felipe dos Santos, Polyanne Junqueira Silva Andresen Strini, Paulinne Junqueira Silva Andresen Strini, Simone Cristina Putrick, Euzebio Oliveira, and Carla Viana Dendasck. "Importanza della conoscenza dell’anatomia umana di educazione fisica." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 12, 2017, 21–40. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/anatomia-umana.

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Abstract:
Entrambe le aree di educazione fisica e di anatomia umana del mondo approccio legate allo studio e al funzionamento del corpo umano, con punti in comune ha dimostrato in tutta la storia dell’umanità. In questo modo, lo scopo di questo studio è di valutare l’importanza della conoscenza dell’anatomia umana per il corso di educazione fisica. Per questo, una recensione descrittiva della letteratura, per mezzo di ricerca su basi di dati elettroniche della biblioteca virtuale della salute (BVS), lillà, Medline, Scielo, Cochrane, Pepsic, Pubmed e Google Scholar. La selezione di articoli scientifici si tenne negli ultimi 10 anni, contemplando la produzione scientifica tra il 2006 e il 2016, utilizzando terminologie registrati in descrittori di Scienze di salute (DECS), la ricerca avanzata e i termini in Portoghese e inglese, come: “Anatomia” o “anatomia umana” e “educazione fisica” e “anatomy” o “human anatomy” e “physical education”. Prima gli studi presentati, può essere osservato l’importanza della conoscenza delle strutture anatomiche del corpo umano per studenti e professionisti dell’educazione fisica. Quindi possiamo concludere che la reale importanza viene sottovalutata, che richiedono ulteriori ricerche in grado di chiarire il ruolo chiave nella formazione intellettuale, tecniche e pratiche di laureati.
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Costa, Pedro Henrique Maia, Susane de Almeida Aranha Costa, Amanda Alves Fecury, Carla Viana Dendasck, Euzébio de Oliveira, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "L’insegnamento della Costituzione federale nel contesto del liceo integrato dell’Istituto federale di istruzione, scienza e tecnologia di Amapá (IFAP)." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, April 26, 2021, 123–39. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/integralizzato-dellistituto.

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Abstract:
La nostra Costituzione federale del 1988 ha inserito l’istruzione come diritto fondamentale nell’elenco dei diritti sociali. Uno degli scopi dell’istruzione è quello di garantire e preparare lo studente all’esercizio del cittadino. Le proposte evidenziate non hanno lo scopo di formare una laurea in giurisprudenza, ma piuttosto un cittadino consapevole, che riconosce i suoi diritti e doveri fondamentali davanti alla società e allo Stato. L’obiettivo di questa ricerca è verificare la reale possibilità di introdurre lo studio della Costituzione Federale (CF) nell’IFAP, sulla base della conoscenza di questi studenti delle conoscenze di base sulla Costituzione federale. Questionari strutturati sono stati utilizzati con domande chiuse e aperte, di carattere dissertazione e altre di carattere oggettivo, applicate a gennaio 2018 ai partecipanti coinvolti, con l’aiuto di Google Forms. Il liceo brasiliano, esaminato da un taglio puntuale del corso tecnico negli edifici nella forma integralizzata dell’IFAP, campus Macapá, non può rispettare le raccomandazioni del CF e della LDB in base al risultato del questionario applicato agli studenti. Questo insegnamento occupa un posto privilegiato nella formazione educativa brasiliana, tra le elementari e le superiori. Gli studenti dimostrano di essere entusiasti della possibilità di implementare scansioni di base nel corso tecnico negli edifici dell’IFAP, nel campus di Macapá, anche se facoltativamente.
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Klettke, Cornelia. "Das Universum als gefühlte Wahrheit jenseits des Wissens. Zum XXXIII. Gesang von Dantes Paradiso." Deutsches Dante-Jahrbuch 91, no. 1 (January 8, 2016). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2016-0009.

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Abstract:
RiassuntoIl contributo evidenzia la particolare importanza che l’amore riveste per il cristiano alla ricerca della Verità. Lo sfondo concettuale del Canto XXXIII deriva dalla teologia di San Bernardo, la cui figura guida Dante-pellegrino verso la fine del suo viaggio. Teologia, questa, che prevede un nuovo rapporto del cristiano con un Dio-Padre misericordioso e con la Madre di Dio. Dante inscena la contemplazione mistica di Dio attraverso una serie di paragoni che non scaturiscono dall’esperienza che il poeta fa di Dio bensì, grazie ad una figuratività comprensibile per l’intelletto umano, costituiscono solo una rappresentazione attenuata dell’intuita sublimità del Divino. La vicinanza a Dio, di cui un estasiato può aver fatto esperienza nella propria visione, può essere resa solo indirettamente da chi scrive. L’Autore cerca di accostarsi all’essenza di Dio attraverso tre grandi immagini - il nodo, i cerchi trinitari e la quadratura del cerchio - rivelando le loro conformità strutturali: tutte e tre le immagini sono geometrizzazioni del Divino. Ogni volta viene esplicitamente messo in rilievo l’incrocio del concetto visivo con l’indicibile e irrappresentabile sentimento d’amore, collocando così la Verità in una sfera irraggiungibile. Come Cristo nel velo della Veronica, così Dante-uomo reale si trasforma e s’imprime, per così dire, nel tessuto sacro del suo »sacrato poema«. La nostra lettura intende mettere in risalto come il testo dantesco, soprattutto alla fine della Commedia, esalti l’amore, inteso come idea portante del Cristianesimo, quale culmine della sua intera opera.
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Ripa, Pietro. "Art Banking: la crescita del mercato dell'arte e i suoi effetti sull'industria finanziaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (August 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt1-2017oa5144.

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Abstract:
L'art banking è stata definita in letteratura come quella branca che include una tipologia di contratti e attività diverse, a disposizione del cliente finale ed erogate da intermediari finanziari, che mira a valutare i beni artistici come parte stabile e duratura del patrimonio del cliente, suggerendo di volta in volta una gestione che ottimizzi la sostenibilità del suo investimento, la sua messa in sicurezza, l'orizzonte temporale più consono e la metodologia più idonea per una eventuale liquidabilità futura della collezione. Ma perché l'art advisory bancario non si riduca ad un mero esercizio di applicazione di contratti è fondamentale che questo insieme di "prestazioni accessorie", siano svolte da un soggetto che sappia interpretare i reali bisogni della clientela, prevederne la evoluzione e valutare con lui l'insieme di servizi e di consulenze adatti alla peculiarità del suo patrimonio.Questo ruolo è svolto dal Relationship Manager che deve pertanto essere un problem solver in grado di strutturare e fornire soluzioni appropriate alla clientela, capace di adeguarsi da un'ottica incentrata sul prodotto finanziario ad una che si fonda sulla centralità del cliente e sulle consulenze volte a coniugare le sue necessità di gestione del portafoglio con gli investimenti di passione, siano essi riferibili al contesto artistico al top real estate. Il presente articolo mira proprio a delineare le dinamiche in atto in tal senso da parte delle istituzioni finanziarie più all'avanguardia, avendo sempre presente i limiti e le opportunità dell'attuale contesto di mercato e individuando possibili futuri sviluppi che coinvolgeranno sia la presenza di operatori finanziari sempre più qualificati nel mondo dell'arte e sia una componente artistica sempre più determinante nei prodotti finanziari.
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Viana, Valderi Nascimento, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Produzione accademica ed educativa di uno studente magistrale in EPT Of IFAP Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, June 16, 2021, 186–200. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/studente-magistrale.

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Abstract:
La produzione scientifica all’interno di corsi di laurea e laurea ha la sua importanza per la costruzione di un nuovo modo di pensare dello studente. Il Master Professionale in Formazione Professionale in Rete Nazionale (ProfEPT) unisce contenuti disciplinari, conoscenze pedagogiche e produzione accademica finale e li collega a situazioni reali di pratica educativa, e il lavoro finale può essere presentato in vari modi (articoli, libri, prodotti educativi). La produzione accademica, sia del consulente che della guida, oltre all’importanza legata alla divulgazione scientifica, ha peso nella valutazione del programma e anche nella sua manutenzione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mostrare quantitativamente la produzione accademica ed educativa di uno studente di master in Educazione Professionale e Tecnologica (EPT) dell’Istituto di Istruzione, Scienza e Tecnologia (IFAP) di Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile. Durante il master, la produzione scientifica in varie forme si è rivelata necessaria durante il processo di formazione. Unire la teoria alla pratica della scrittura, ha facilitato la produzione della tesi che dovrebbe essere presentata alla fine del corso. Attraverso il processo di organizzazione, la pianificazione delle idee ha portato a un nuovo pensiero strutturato secondo gli standard dell’accademia, ma che non si limita a questo spazio e alle sue norme. La produzione durante il master cerca di contribuire sia quantitativamente che qualitativamente alla produzione scientifica della regione settentrionale, imprevolandosi positivamente e con il programma del master. Oltre all’importanza nel contributo della creazione e diffusione scientifica, le produzioni tendono ad avere un impatto positivo sulla valutazione e sul mantenimento del programma PROFEPT-IFAP, svolto da CAPES.
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Di Lorenzo, Pierpaolo, Nunzia Cannovo, Isotta Burlin, and Massimo Niola. "La pandemia dell’errore medico: approccio etico e preventivo." Medicina e Morale 60, no. 1 (February 28, 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.178.

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Abstract:
Gli Autori dopo aver analizzato le dimensioni ed i costi dell’errore in campo sanitario, hanno soffermato la loro attenzione sulle strategie adottate a livello nazionale e sovranazionale per fronteggiare tale avvertita problematica, auspicando la promozione di cultura proattiva finalizzata alla prevenzione dell’evento avverso, oltrechè dell’errore medico nell’ottica non solo di ridurre il contenzioso ma anche con la finalità etica di perseguire il miglioramento della qualità di funzionamento delle strutture sanitarie e delle prestazioni mediche offerte all’utenza. Non può difatti esser sottaciuto che i danni da effettivamente errate cure mediche sono una realtà di consistenti dimensioni e che gli stessi potrebbero essere fortemente limitati previa adozione di opportune strategie preventive e correttive. Peraltro, favorire una cultura dell’intervento punitivo o risarcitorio con stigmatizzazione del colpevole incoraggerebbe (come di fatto oggi avviene) il triste fenomeno dell’errore sommerso e della medicina difensiva, senza offrire reali soluzioni al problema, con chiari riflessi negativi sulla salute del cittadino-utente e sui confini del rapporto medico-paziente (oggi pervaso sempre più da una reciproca diffidenza). Si fa cogente non solo un’impellente necessità di ridimensionamento del fenomeno dell’errore medico per riequilibrare il rapporto medico-paziente su posizioni di maggiore serenità allentando le spinte di reciproca litigiosità ma anche ad una ineliminabile esigenza etica di rispetto del principio del neminem laedere. Si valorizza, quindi, una lettura etica dell’errore rivendicando il ruolo della responsabilità dei medici come elemento positivo per il progresso della conoscenza. È proprio la fallibilità dell’attività umana che, in quanto confutabile, migliorabile, controllabile empiricamente, permette il progresso scientifico attraverso la formulazione di “congetture” e “confutazioni”. L’errore, riabilitato, diviene quindi una vera e propria ricchezza per il progresso della conoscenza, sul quale è opportuno confrontarsi per migliorare la prassi assistenziale. ---------- The Authors, after having analyzed the dimensions and the costs of the error in sanitary field, have dwell their attention upon the strategies adopted to national and international level to face such warned problem list wishing the promotion of culture finalized to the prevention of the adverse side effects of the medical error in the viewpoint not only to reduce the contentious but also with the ethical finality to pursue the improvement of the quality of operation of the sanitary structures and the performances medical offers to the use. It cannot be denied that the damages from indeed wrong medical cares are reality of strong dimensions and that the same could firmly be limited adopting the opportune preventive and corrective strategies. Besides, the culture of the punitive intervention encourages the sad phenomenon of the submerged error and the defensive medicine, without offering real solutions to the problem, with clear negative reflexes on the health of the consumer and on the boundaries of the physician-patient relationship. An ethical reading of the error claiming the role of the responsibility of the physicians as positive element for the progress of the knowledge should set off. The error, rehabilitated, becomes therefore a real wealth for the progress of the knowledge, on which is opportune to compare it to improve the routine care.
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Lenoci, Michele. "Bios e potere." Medicina e Morale 58, no. 2 (April 30, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.249.

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Abstract:
Il saggio esamina il rapporto tra i concetti di vita e di potere, tenendo presenti posizioni fondamentali nella storia della filosofia, con particolare attenzione ad alcuni scritti di Kelsen e Schmitt. Lo scopo è quello di mettere in luce come la forza della vita e il potere sulla vita esigano di essere integrati e completati in strutture concettuali e teoriche più ampie e più organiche, per evitare unilateralità e aporie. Risulta che una posizione meramente vitalista rischia di negare se stessa e invoca una norma, che, a sua volta, sia in grado di richiamare un ordine costitutivo, non frutto esclusivo di arbitrio, ma dotato di intrinseca intelligibilità, in modo da attuare un raccordo e una connessione tra la dimensione naturale e l’orizzonte personale, in cui la vita si eleva alla consapevolezza e alla libertà responsabile. Il richiamo all’ethos vuole, allora, comporre i livelli della vita, del potere su di essa e delle norme per regolarlo in una prospettiva complessiva, nella quale il momento soggettivo e quello oggettivo si implichino reciprocamente, in modo da evitare sia forme di imposizione estranea, percepite come eteronome, sia l’esaltazione dell’opzione arbitraria, assunta come unica regola. L’ultimo passo porta ad allargare il discorso dall’ambito umano a quello dell’intera realtà, per sottolineare come natura e persona possano essere connesse, se a fondamento ultimo sta un Logos creatore e ordinatore, un’Intelligenza creatrice, capace di rendere possibile una verità delle cose a un livello primariamente ontologico. Il percorso concettuale sviluppato cerca di delineare, in tal modo, un processo, insieme teorico e reale, in cui le possibilità della tecnica in relazione alla vita e alla vita umana non siano affidate alla mera casualità di scelte arbitrarie e di opzioni prometeiche, ma vengano collocate in un più ampio orizzonte ontologico, dotato di intrinseca intelligibilità e finalità, e quindi capace di raccordare, a un livello più alto e più profondo, natura e cultura, ordine oggettivo e progettualità personale, libertà e responsabilità. ---------- This paper analyses the relation between life and power, inquiring into some of the most important theories in history of philosophy, and in particular some works by Kelsen and Schmitt. Our purpose is to cast light on how the power of life and the power on life need to be encompassed and integrated in a more comprehensive conceptual and theoretical framework, in order to avoid paradoxes and unilateral positions. In fact, a simply vitalist position risks falling into a internal contradiction, denying itself. Vitalism requires rules deriving from a constitutive order that cannot be the exclusive result of will; on the contrary, it must be characterized by intrinsic intelligibility. On this perspective, natural and personal dimensions can be related to each other, and life can rise to self-consciousness and responsible freedom. The notion of ethos could reconcile the different levels of life, power on life, and the norms aimed at regulating it into a complex perspective, in which the subjective and objective dimensions depend on each other. This account can thereby avoid the risk of embracing extreme positions, characterized by external forms of imposition, perceived as heteronomous, or by the absolute exaltation of will, considered as the only rule. The last conceptual step leads to extend this viewpoint from the human sphere to the whole reality. On this view, nature and person can be related to each other on the grounds of Logos, or Intelligence, conceived as their ultimate foundation and regarded as the principle that creates and ordinates reality, showing its underlying truth at a primarily ontological level. The purpose of this conceptual system is to trace a theoretical process grounded on reality, in which the technological possibilities of intervening on life and human life are not left to arbitrary choices or promethean decisions. On the contrary, such possibilities should be considered within a broader ontological perspective defined by an intrinsic intelligibility and goal. This perspective can join together at a higher and deeper level nature and culture, objective order and personal aims, freedom and responsibility.
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