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Dissertations / Theses on the topic 'Strumenti di supporto decisionale'

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Mannino, Enrico. "Metodi e strumenti di supporto decisionale per l’automatizzazione del Facility Layout Planning in sistemi di produzione Job-Shop." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L'elaborato di tesi si concentra sulla progettazione di strumenti atti all'automatizzazione di alcune fasi di costruzione di layout industriali, con l'obiettivo di posizionare reparti ed elementi all'interno del layout minimizzando i costi di movimentazione dei materiali. Dopo uno studio approfondito del tema del layout industriale e dei metodi di risoluzione del Facility Layout Problem tramite algoritmi euristici, migliorativi, metaeuristici oppure ottimi, si discute lo sviluppo di un programma automatizzato di re-layout, svolto in ambiente Visual Basic di Microsoft Excel, lungo tutte le sue sfaccettature: lettura dei dati di input, produzione di una from-to dei flussi e assegnazione in from-to dei punteggi, fasi di ranking RDM, CORELAP e TCR, fase di positioning TCR e proposta di positioning Cost-Based, fase di positioning ALDEP e proposta di positioning Cost-Based con aree per la gestione delle aree di stabilimento, calcolo di distanze rettangolari e costi, algoritmo migliorativo CRAFT, gestione di forme ed aree dei reparti e dello stabilimento, dei vincoli di posizione e della disposizione di corridoi. Sono inoltre discussi i criteri di scelta e selezione degli algoritmi implementati, i risultati e l'efficienza di quanto sviluppato, e si identificano le potenzialità di miglioramento del programma automatico con nuovi metodi risolutivi o di supporto ulteriore all'analisi. Infine, si passa all'analisi di un caso aziendale reale, anche allo scopo di verificare l'efficacia dello strumento di re-layout. Identificate le proprietà dello stabilimento, il layout, le famiglie di prodotto, i dati di flusso e le aree richieste dai reparti, si passa poi alla stesura di più alternative di layout, alcune prodotte manualmente, altre utilizzando lo strumento di re-layout sviluppato, per poi confrontarne in dettaglio le performance in termini di costi di movimentazione e di riallocazione dei reparti, resilienza alla variazione del mix produttivo e congestioni sui corridoi.
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2

Malagoli, Stefano <1971&gt. "Strumenti di supporto decisionale per la gestione della complessità: i sistemi esperti Fuzzy nei processi di valutazione delle strategie d'impresa." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/632.

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Abstract:
La tesi si caratterizza per il tentativo di definire un modello normativo di valutazione che consenta di stimare l'opportunità di un'acquisizione e che possa rappresentare per il decisore uno strumento utile a razionalizzare e migliorare il proprio processo decisionale. Il modello si distingue per lo sforzo di integrare gli aspetti legati alle determinanti finanziarie, che costituiscono gli snodi strutturali dei modelli di valutazione di matrice finanziaria utilizzati per valutare le imprese, con alcune fondamentali variabili qualitative tipicamente impiegate dagli studiosi di strategia d'impresa, che fanno parte del patrimonio conoscitivo dei decisori e rappresentano fattori critici di rilievo da cui far dipendere le decisioni. La riconosciuta "centralità" di alcune tipiche variabili qualitative (qualità del management, risorse e competenze dell'impresa, barriere all'entrata...) non ha però fino ad ora trovato un'adeguata rispondenza ed accoglienza nella struttura di modelli formali, per ragioni principalmente riconducibili alla difficoltà di garantire a queste variabili un'adeguata espressione monetaria. L'obiettivo è quello di definire degli standard di riferimento da affiancare ai modelli di valutazione del Capitale Economico, arricchendone il potenziale informativo e riducendone i limiti di trasparenza nella rappresentazione logica del legame tra le principali determinanti del valore. Per potere realizzare gli obiettivi del progetto è stata individuata una metodologia di analisi che consenta di trattare le variabili qualitative la cui espressione è tipicamente linguistica (si tratta di variabili espresse attraverso il linguaggio) e non monetaria. L'unione tra sistemi esperti e logica Fuzzy ha rappresentato un efficace mezzo per realizzare lo scopo del progetto. La logica fuzzy si presta ad essere utilizzata per integrare le determinanti qualitative, spesso espresse attraverso il linguaggio, proprio perché consente di tradurre ed "assorbire" nella struttura matematica del modello anche le variabili linguistiche. I sistemi esperti rappresentano la più nota applicazione dell'intelligenza artificiale, che utilizza un paradigma simbolico, che prevede un'elaborazione formale di simboli, sintattica, come nella logica classica. I sistemi esperti Fuzzy, contrariamente agli altri sistemi esperti, non elaborano simboli ma il linguaggio, praticando elaborazioni non sintattiche ma semantiche, di contenuto e non formali. Alla luce delle considerazioni svolte, è possibile identificare tre aspetti principali che caratterizzano questo lavoro di ricerca: l'integrazione in un modello formale delle variabili quantitative utilizzate per la valutazione del capitale economico, nella prospettiva finanziaria, con alcune tipiche variabili qualitative che costituiscono i driver fondamentali sia dei modelli che si inquadrano nel filone di studi di strategia di impresa, sia dei processi decisionali del management; l'adozione di una metodologia atta a rappresentare in un modello formale le variabili qualitative, evitando di procedere ad una loro quantificazione; l'impiego di un sistema esperto, che possa fungere da supporto al management nella risoluzione di problemi complessi. Il progetto di ricerca, contenuto nella presente tesi, si articola in due fasi: - nella prima fase è stato definito un modello di valutazione rappresentativo di un processo decisionale ottimale volto alla valutazione di un'acquisizione; nella seconda fase il modello è stato utilizzato per informare un sistema esperto fuzzy. Il presente lavoro di tesi si è quindi concluso con la strutturazione del sistema che è pronto per essere utilizzato in applicazioni reali. Da un punto di vista applicativo, lo strumento si presta ad essere utilizzato in una triplice prospettiva: esterna, come strumento di controllo per potere esprimere un giudizio relativo alla coerenza delle motivazioni di un processo di crescita per linee esterne. Si tratta di valutare se il management ha agito nell'interesse di tutti gli azionisti, in una logica di massimizzazione del valore, in coerenza con la funzione obiettivo tradizionale, e non in funzione del perseguimento di obiettivi impropri (obiettivi dimensionali volti alla costruzione di "imperi", diversificazione attraverso l'impresa del portafoglio degli investitori); interna, come strumento utile a razionalizzare ed organizzare un processo decisionale critico come quello di valutazione di un'impresa; - in una terza prospettiva se ne ipotizza un'estensiva applicazione per consentire la definizione di un rating delle acquisizioni, simile, nei presupposti, al sistema di rating utilizzato per valutare la solvibilità delle imprese. Al pari del rating delle obbligazioni infatti, il modello fornisce la possibilità di definire per ogni impresa quotata un indice che ne esprime "l'appetibilità" in una prospettiva di acquisizione. I principali canditati all'utilizzo del sistema nella prospettiva esterna sono gli analisti finanziari, mentre nell'ottica della prospettiva interna lo strumento si presta ad essere utilizzato da manager e gestori di fondi di private equity per valutare e confrontare differenti opportunità di investimento. Il modello decisionale ha come output un indice di opportunità, compreso tra 0 ed 1: 0 indica un potenziale nullo di generazione di valore, mentre 1 indica la massima opportunità di investimento (non si tratta quindi di un'espressione monetaria). La variabile output indica l'opportunità di investimento da parte di uno specifico investitore nell'impresa target, in una prospettiva di valutazione soggettiva. The objective of the project is to design a fuzzy expert system which would support top management and financial analysts in the evaluation of strategic investments, such as the acquisition of a firm. For this purpose: the first step consisted in the definition of a model which basically replicates an optimal decision making process of valuation; the second step consisted in the information of a fuzzy expert system which is able to solve complex problems rapidly and without contradictions; the third step will consist in its actual application. The resulting model accomplishes two objectives'. integrate the typical financial variables - which will maintain a dominant role - with the "soft" knowledge and experience of the decision makers and, more generally, with qualitative variables; be easy to understand and apply, so as to become a useful management tool. The valuation of strategic investments represents one of the most complex and difficult issues in the area of Strategic Management, especially in a highly competitive and globally integrated context, characterized by increasing complexity and uncertainty, such as the current one. Thus, it is important to try and refine the most widely used financial models for valuation and capital budgeting to give them a more "transparent suit". The motivation for this research project is the widespread call for an integration of qualitative variables - often underlying informal approaches and typically hard to turn into clear decision rules - with the quantitative variables underlying financial models. By working with words and meanings, fuzzy logic lends itself as a candidate tool to integrate in the valuation framework (centered around the Discounted Cash Flow technique) those value drivers which are often expressed in a linguistic way and therefore neglected by traditional finance models.
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3

Forti, Simone. "Strategie per un utilizzo efficace di strumenti SIT per la gestione e il supporto decisionale in ambito comunale: il caso di Città di Castello." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
I motivi della scelta di questo tema di studio sono legati alle criticità ed esigenze riscontrate nell’ambito dell’esperienza professionale come dipendente del Comune di Città di Castello. Le grandi potenzialità offerte da strumenti evoluti e trasversali come quelli offerti da un Sistema Informativo Territoriale appaiono essere perfette per rendere più efficace l’azione amministrativa e per mettere a frutto il patrimonio informativo disponibile. Sono state descritte le caratteristiche generali di un SIT, le sue peculiarità, le difficoltà e le esigenze, illustrandone inoltre le potenzialità. Sono state condotte attività di ricognizione e di studio per provare a definire il design di un SIT calibrato sulle esigenze e potenzialità del Comune. È stata analizzata la struttura delle basi di dati, procedendo anche a sottoporre questionari ad alcuni dipendenti per comprendere meglio esigenze e criticità. Si è preso in considerazione il contesto locale e le sue peculiarità. Sono state illustrate le strategie per l’implementazione del SIT dell’Ente, individuando le priorità e le azioni da intraprendere, approfondendo tematiche specifiche. Si è illustrato come, attraverso l’utilizzo di dati aperti disponibili in rete, si possano condurre studi sull’utilizzo del suolo e soprattutto sulla sua evoluzione nel tempo, relazionando queste informazioni con l’andamento demografico e i cambiamenti del territorio. È stata proposta una strategia per implementare un Geoportale comunale, che comprendesse un servizio WebGIS basato su framework Open-Source, introducendo inoltre un catalogo dei geodati disponibili. Si è infine ipotizzato uno scenario di utilizzo di soluzioni evolute come la Blockchain per la gestione dei trasferimenti di potenzialità edificatorie dovuti all’introduzione di strumenti perequativi e compensativi. Si è cercato di far comprendere il valore aggiunto che il SIT può offrire in termini di pianificazione, gestione strategica e supporto alla capacità decisionale.
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Bontempi, Stefano <1974&gt. "La valutazione economica delle esternalità e la contabilità ambientale e sociale: stato dell'arte, analisi e prospettive dei nuovi strumenti di supporto decisionale e partecipativo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1870/1/Bontempi_Stefano_tesi.pdf.

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Bontempi, Stefano <1974&gt. "La valutazione economica delle esternalità e la contabilità ambientale e sociale: stato dell'arte, analisi e prospettive dei nuovi strumenti di supporto decisionale e partecipativo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1870/.

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DONNINI, NELLO. "Il Ritorno dell’Investimento (ROI) dei Vaccini da una prospettiva Governativa - Applicazione di un modello economico finanziario sulla vaccinazione antipneumoccica dell’adulto come strumento di supporto alle decisioni nel processo decisionale politico." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/365540.

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Abstract:
Contesto: Lo Streptococcus pneumoniae o pneumococco è responsabile di gravi infezioni invasive (IPD) in gruppi ad alto rischio e negli anziani. Inoltre il pneumococco è la causa più comune di polmoniti acquisite in comunità (CAP) negli adulti. Lo scopo di questo studio è stato di sviluppare un budget impatto e il ROI (Ritorno dell’Investimento) della vaccinazione anti-pneumococcica in una coorte di popolazione anziana in Italia dal punto di vista del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e della Società con 10 follow-up a 10 anni. Metodi: È stato sviluppato un modello di Markov basato sulla coorte della popolazione italiana per descrivere il pneumococco in una coorte di anziani (=65 anni). Sono stati considerati tre scenari di strategia di vaccinazione; Nessuna vaccinazione (Scenario 1), vaccinazione con 20% di copertura (Scenario 2) e vaccinazione con 75% di copertura (Scenario 3). Il modello ha considerato i costi della vaccinazione e altri costi sanitari diretti e indiretti relativi alla malattia pneumococcica (polmonite pneumococcica non batteriemica e meningite pneumococcica). E’ stata considerata la prospettiva del SSN e della società in un follow-up simulato di 10 anni. Risultati: Nel caso base, considerando la coorte di popolazione vaccinata seguita per 10 anni, il il modello ha stimato un costo totale diretto e indiretto di € 92,9, € 88,8 e € 77,5 milioni rispettivamente per gli scenari 1, 2 e 3. Il ROI varia dal -10% nello scenario senza vaccinazione al 37% nello scenario con vaccinazione considerando l'impatto dei costi diretti e indiretti. Conclusioni: In questo studio è stato dimostrato che la vaccinazione anti-pneumococcica nelle popolazioni anziane è una strategia con un ROI positivo se nell'analisi sono stati considerati anche i costi indiretti. Le differenti coperture non influiscono sul ROI ma sull'impatto sul budget.
Background: Streptococcus pneumoniae or pneumococcus, is responsible for severe invasive infections (IPD) in high risk groups and in the elderly. Moreover the pneumococcus is the most common cause of community acquired pneumonia (CAP) in adults. The aim of this study is the budget impact analysis of pneumococcal vaccination in elderly population in Italy from the perspectives of the National Health System (NHS) and Societal at 10 years of follow-up. Methods: A Markov model was developed based on the cohort of the Italian population to describe pneumococcal disease in elderly (=65 years). Three vaccination strategy scenarios were considered; No vaccination (Scenario 1), vaccination with 20% VCR (Scenario 2) and vaccination with 75% VCR (Scenario 3). The model considers costs of vaccination and other direct and indirect medical costs related to pneumococcal disease (non-bacteraemic pneumococcal pneumonia and pneumococcal meningitis). The NHS and Societal perspective and a simulated follow-up of 10 years were adopted. Results: In the base case, considering the cohort of population vaccinated followed for 10 years, the model estimated a total direct and indirect cost of €92.9, €88.8 and €77.5 million for the Scenario 1, 2 and 3. The ROI was -10% in the scenario without vaccination and 37% in the scenario with vaccination considering the impact of direct and indirect costs. Conclusions: In this study has been demonstrated that a pneumococcal vaccination in elderly populations is a strategy with a positive ROI if also indirect costs have been considered in the analysis. VCR do not affect the ROI but the budget impact.
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Piani, Jacopo <1988&gt. "Sviluppo di metodologie innovative di supporto decisionale alla progettazione basate su indicatori di prestazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7024/1/Piani_Jacopo_tesi.pdf.

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Abstract:
Il progetto di ricerca è finalizzato allo sviluppo di una metodologia innovativa di supporto decisionale nel processo di selezione tra alternative progettuali, basata su indicatori di prestazione. In particolare il lavoro si è focalizzato sulla definizione d’indicatori atti a supportare la decisione negli interventi di sbottigliamento di un impianto di processo. Sono stati sviluppati due indicatori, “bottleneck indicators”, che permettono di valutare la reale necessità dello sbottigliamento, individuando le cause che impediscono la produzione e lo sfruttamento delle apparecchiature. Questi sono stati validati attraverso l’applicazione all’analisi di un intervento su un impianto esistente e verificando che lo sfruttamento delle apparecchiature fosse correttamente individuato. Definita la necessità dell’intervento di sbottigliamento, è stato affrontato il problema della selezione tra alternative di processo possibili per realizzarlo. È stato applicato alla scelta un metodo basato su indicatori di sostenibilità che consente di confrontare le alternative considerando non solo il ritorno economico degli investimenti ma anche gli impatti su ambiente e sicurezza, e che è stato ulteriormente sviluppato in questa tesi. Sono stati definiti due indicatori, “area hazard indicators”, relativi alle emissioni fuggitive, per integrare questi aspetti nell’analisi della sostenibilità delle alternative. Per migliorare l’accuratezza nella quantificazione degli impatti è stato sviluppato un nuovo modello previsionale atto alla stima delle emissioni fuggitive di un impianto, basato unicamente sui dati disponibili in fase progettuale, che tiene conto delle tipologie di sorgenti emettitrici, dei loro meccanismi di perdita e della manutenzione. Validato mediante il confronto con dati sperimentali di un impianto produttivo, si è dimostrato che tale metodo è indispensabile per un corretto confronto delle alternative poiché i modelli esistenti sovrastimano eccessivamente le emissioni reali. Infine applicando gli indicatori ad un impianto esistente si è dimostrato che sono fondamentali per semplificare il processo decisionale, fornendo chiare e precise indicazioni impiegando un numero limitato di informazioni per ricavarle.
The research project was finalized to develop an innovative decision support system based on key performance indicators for the choice among process alternatives. In particular, the project was focused on the definition of indicators able to support decisions in the debottlenecking of a process plant. Two indicators that allow evaluating the need and the potentialities for debottlenecking, identifying the causes of production losses and the utilisation of the equipment, were developed. The practical value and the potentialities of such indicators were evaluated analyzing the section of a production process of a high molecular weight organic substance. As a following step, the issue of deciding among process alternatives for debottlenecking was afforded. A methodology based on sustainability indicators was applied to select the best alternative. The methodology, that allows comparing the alternatives through the analysis of environmental, social and economic impacts, was further developed within the present study. Two area hazard indicators aiming at the assessment of the impacts of fugitive emissions were developed to integrate these aspects in the sustainability analysis of process alternatives. To increase the accuracy in the quantifications of these impacts, a new predictive model, based on available data in design phase, considering the different categories of emission sources, the mechanism of losses, and the maintenance, was developed to estimate the fugitive emissions in a process plant. The comparison between the experimental measurements of fugitive emissions rate in a process plant and the model results confirmed that this new predictive model was needed for an adequate comparison of the process alternatives, because the existing predictive models overestimate the real emission rate. Finally applying the indicators on a real process plant it was confirmed that these indicators are very important to simplify the decisional process, because they provide accurate indications based on a limited number of information.
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Piani, Jacopo <1988&gt. "Sviluppo di metodologie innovative di supporto decisionale alla progettazione basate su indicatori di prestazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7024/.

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Abstract:
Il progetto di ricerca è finalizzato allo sviluppo di una metodologia innovativa di supporto decisionale nel processo di selezione tra alternative progettuali, basata su indicatori di prestazione. In particolare il lavoro si è focalizzato sulla definizione d’indicatori atti a supportare la decisione negli interventi di sbottigliamento di un impianto di processo. Sono stati sviluppati due indicatori, “bottleneck indicators”, che permettono di valutare la reale necessità dello sbottigliamento, individuando le cause che impediscono la produzione e lo sfruttamento delle apparecchiature. Questi sono stati validati attraverso l’applicazione all’analisi di un intervento su un impianto esistente e verificando che lo sfruttamento delle apparecchiature fosse correttamente individuato. Definita la necessità dell’intervento di sbottigliamento, è stato affrontato il problema della selezione tra alternative di processo possibili per realizzarlo. È stato applicato alla scelta un metodo basato su indicatori di sostenibilità che consente di confrontare le alternative considerando non solo il ritorno economico degli investimenti ma anche gli impatti su ambiente e sicurezza, e che è stato ulteriormente sviluppato in questa tesi. Sono stati definiti due indicatori, “area hazard indicators”, relativi alle emissioni fuggitive, per integrare questi aspetti nell’analisi della sostenibilità delle alternative. Per migliorare l’accuratezza nella quantificazione degli impatti è stato sviluppato un nuovo modello previsionale atto alla stima delle emissioni fuggitive di un impianto, basato unicamente sui dati disponibili in fase progettuale, che tiene conto delle tipologie di sorgenti emettitrici, dei loro meccanismi di perdita e della manutenzione. Validato mediante il confronto con dati sperimentali di un impianto produttivo, si è dimostrato che tale metodo è indispensabile per un corretto confronto delle alternative poiché i modelli esistenti sovrastimano eccessivamente le emissioni reali. Infine applicando gli indicatori ad un impianto esistente si è dimostrato che sono fondamentali per semplificare il processo decisionale, fornendo chiare e precise indicazioni impiegando un numero limitato di informazioni per ricavarle.
The research project was finalized to develop an innovative decision support system based on key performance indicators for the choice among process alternatives. In particular, the project was focused on the definition of indicators able to support decisions in the debottlenecking of a process plant. Two indicators that allow evaluating the need and the potentialities for debottlenecking, identifying the causes of production losses and the utilisation of the equipment, were developed. The practical value and the potentialities of such indicators were evaluated analyzing the section of a production process of a high molecular weight organic substance. As a following step, the issue of deciding among process alternatives for debottlenecking was afforded. A methodology based on sustainability indicators was applied to select the best alternative. The methodology, that allows comparing the alternatives through the analysis of environmental, social and economic impacts, was further developed within the present study. Two area hazard indicators aiming at the assessment of the impacts of fugitive emissions were developed to integrate these aspects in the sustainability analysis of process alternatives. To increase the accuracy in the quantifications of these impacts, a new predictive model, based on available data in design phase, considering the different categories of emission sources, the mechanism of losses, and the maintenance, was developed to estimate the fugitive emissions in a process plant. The comparison between the experimental measurements of fugitive emissions rate in a process plant and the model results confirmed that this new predictive model was needed for an adequate comparison of the process alternatives, because the existing predictive models overestimate the real emission rate. Finally applying the indicators on a real process plant it was confirmed that these indicators are very important to simplify the decisional process, because they provide accurate indications based on a limited number of information.
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Rollo, Mario. "Strumenti di supporto per il management dell'eco-innovazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2450/.

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Solfanelli, Francesco. "Modelli di supporto decisionale per i sistemi di controllo: un'applicazione ai processi di produzione biologica." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2009. http://hdl.handle.net/11566/242120.

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Di, Taranto Andrea. "Progettazione di menù per la produzione nella ristorazione organizzata: un modello di supporto decisionale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il mio contributo personale, all'interno di un progetto piuttosto ampio nato tra il Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università di Bologna e CAMST (azienda di ristorazione collettiva), ha riguardato la creazione di un modello matematico volto all’ottimizzazione del menù. Il menù che ogni Cu.Ce. decide di proporre ha diverse pesanti implicazioni che vanno dalla soddisfazione del cliente nei confronti di CAMST ai costi di produzione, fino allo scheduling della produzione. Ad oggi il menù viene stilato in maniera differente in ogni Cu.Ce. con regole che si basano principalmente sul buon senso e sull’esperienza degli chef e dei direttori di stabilimento. Ciò che viene proposto in questa tesi pone le basi su una raccolta di dati e di regole della Cu.Ce di Castelmaggiore (Bo). Gli obiettivi perseguiti nel proporre un modello che si basa sulla Ricerca Operativa sono principalmente due. Il primo è quello di eliminare l’aleatorietà e l’arbitrarietà che ad oggi caratterizzano la creazione del menù di tutte le Cu.Ce. di CAMST, sostituendole con un modello più strutturato che dia vita a una soluzione ottima anziché a una basata sull’istinto e sull’esperienza. Il secondo obiettivo che ci si pone è quello di partire da una base dati reale (preso da una specifica Cu.Ce.), ma di mostrare come il modello creato sia utilizzabile in tutti gli stabilimenti dell’azienda vista la sua scalabilità e la generalità dei dati che richiede in input. Si noterà inoltre come il modello proposto tenga in considerazione un maggiore numero di aspetti ottimizzabili del menù che ad oggi non vengono considerati da CAMST, come ad esempio la creazione di bottleneck in produzione dovuta a una formulazione del menù non ottima. L’obiettivo ultimo è per cui quello di proporre un modello generale che possa essere applicato in più contesti e che consideri il maggior numero possibile di fattori che vengono coinvolti dalla scelta del menù e da cui ottenere ogni volta la soluzione ottima.
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Antoniu, Silvia Ana Maria. "Modelli di supporto decisionale per la pianificazione di reti produttive nell’industria del Catering: Il caso Camst." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi è frutto di un progetto di collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna e Camst Soc. Coop. a r.l. In questo studio ci si è posti l’obiettivo di sviluppare, modellare e validare uno strumento di supporto decisionale per la progettazione e pianificazione strategica della rete distributiva. In particolare, è stata sviluppata una gerarchia di modelli di ottimizzazione che possa orientare le aziende dell’industria del Catering nella localizzazione e definizione delle capacità produttive delle cucine centralizzate. Inizialmente si è sviluppato un modello generalizzato, che lavora su scala nazionale, il quale in un’ottica di multi obiettivo supporta nella decisione di quanti e quali “attori” aprire, quali capacità produttive allocare e quale domanda soddisfare, minimizzando il costo totale di apertura e trasporto del network e garantendo allo stesso tempo una riduzione degli impatti ambientali. Inoltre, viene integrato un approccio di ottimizzazione stocastica per aumentare la probabilità che la rete possa soddisfare le variazioni della domanda dei pasti. Successivamente, si è sviluppato un modello tattico che affronti lo stesso problema di ottimizzazione non più su scala nazionale ma a un livello decisionale inferiore. Il modello è stato pensato per la realtà aziendale Camst Soc. Coop. a r.l., con focus sulla regione Friuli Venezia Giulia, e può operare a valle dell’ottimizzazione fatta a livello nazionale: per esempio, prende a riferimento le cucine e le capacità che il modello di prima ha aperto e alloccato, associando a queste un routing di consegna. Infatti si è voluto integrare nel modello un problema di routing introducendo opportuni vincoli di copertura, in quanto si lavora su scala molto più piccola e la numerosità delle variabili decisionali binarie è tale da non aumentare la complessità del modello, rendendolo risolvibile mediante il software AMPL e il risolutore Gurobi.
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Sanapo, Emanuele. "Geolocalizzazione e QRCode come strumenti a supporto di applicazioni turistico-culturali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2745/.

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Abstract:
Gli smartphone, sono dispositivi per la telefonia mobile che oramai includono una serie di funzionalità a supporto della multimedialità e non solo. Divenuti quasi dei notebook in miniatura, ne esistono di vari tipi e dimensioni e anche se la loro potenza di calcolo rimane di gran lunga inferiore a quella di un PC, riescono comunque a effettuare operazioni abbastanza evolute e con prestazioni accettabili. Quello che si vuole realizzare con questo lavoro non è uno studio su questi dispositivi (anche se in parte sarà affrontato), ma un approfondimento sulla possibilità di utilizzare una buona fetta di essi, a supporto dello sviluppo turistico nel nostro paese. In particolare si vuole realizzare una piattaforma mobile che metta in comunicazione individui che vogliono fornire informazione di tipo turistico (beni culturali, eventi, attività commerciali, ecc.) con individui che vogliono fruire di tali contenuti (un qualsiasi turista che sia in grado di utilizzare uno smartphone). Tale applicazione dovrà raccogliere informazioni su una determinata città e riuscire in maniera chiara e intuitiva a dare risposte alle principali domande che un turista si pone: • dove sono? • Cosa c’è d’interessante da visitare nei dintorni? • Interessante questa statua! Di cosa si tratta? • Quali sono gli eventi più interessanti ai quali potrei partecipare? • Ho un leggero appetito dove posso andare a mangiare? • Dove posso fare un po’ di shopping?
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Fanetti, S. "FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: INCENTIVI ECONOMICI E ALTRI STRUMENTI DI SUPPORTO. UN'ANALISI DI DIRITTO COMPARATO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/156258.

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Abstract:
Italy is a country where the energy supply depends largely on imported fossil fuels (such as oil and natural gas). The favorable geographic location could encourage the development of renewable energy sources; nevertheless, the growth of alternative energy sources is slow. What are the reasons? This question will be dealt in this thesis, considering three different aspects of the issue: the economic incentives for renewable energies, the problematic process of authorization of the facilities and the local communities’ opposition to new plants. Besides the analysis of these issues, the aim of this paper is to identify possible solutions, taking into account successful experiences of two EU Countries (Germany and Denmark) and relevant legislative changes that, at national and Community level, have affected and are affecting the field of renewable energy.
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SPREAFICO, Matteo (ORCID:0000-0002-1195-5481). "Sviluppo di nuovi metodi e strumenti a supporto del trasferimento tecnologico universitario." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/207095.

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Rubini, Sara. "Modelli di supporto decisionale nella progettazione di reti distributive con imballaggi riutilizzabili: il caso della grande ristorazione collettiva." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il progetto, promosso da CPR System, si pone l’obiettivo di valutare la possibilità di sostituire gli imballaggi a perdere con package in plastica riutilizzabile nel campo della distribuzione di prodotti ortofrutticoli verso i principali esponenti della ristorazione collettiva. Sarà illustrato nel dettaglio il sistema di gestione degli imballaggi a perdere attualmente utilizzati, partendo dal fornitore, passando per i nodi intermedi della rete logistica, fino a giungere al cliente finale e quindi al loro smaltimento o riutilizzo. Una volta studiato lo stato dell'arte, si passerà alle fasi operative di analisi del numero di imballi secondari e terziari movimentati nello stato as-is e to-be per poter valutare la saturazione delle aree di stoccaggio presso la piattaforma che rende possibile la consegna dei prodotti ai clienti. Si passerà poi all’analisi dei costi differenziali generati dall'introduzione del sistema di cassette CPR a sponde abbattibili, soprattutto a carico della piattaforma logistica intermedia. Infine, verrà illustrato un modello di ottimizzazione realizzato con l'obiettivo di fornire supporto decisionale nella progettazione della rete distributiva in grado di superare le scelte strategiche compiute secondo le tecniche “best practice” e in grado di stimare i costi sostenuti lungo l'intera filiera. Saranno presentate anche due varianti del modello in grado di indicare le scelte da effettuare per minimizzare le emissioni inquinanti, oppure massimizzare la vita utile a scaffale dei prodotti. Il modello è stato ideato in maniera tale da rappresentare nella maniera più completa ed esaustiva possibile il circuito di imballaggi che si intende implementare, sfruttando le conoscenze sulla filiera acquisite nel corso dello sviluppo del progetto.
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Benetollo, Niccolo' <1989&gt. "Data mining e clusterizzazione: l'efficacia di Weka e Qlikview come strumenti di supporto alle decisioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8224.

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Abstract:
Partendo dalla creazione di un database per un rivenditore, andrò ad analizzare in maniera esaustiva il concetto di database e database marketing. La fase successiva prevede l’indagine del processo di data mining, passaggio chiave al fine di introdurre i due programmi che ho utilizzato per analizzare i dati raccolti: Weka e Qlikview. L’elaborato si concluderà con una precisa analisi del concetto di clusterizzazione e di come il processo di Customer Relation Marketing possa incidere positivamente in un contesto aziendale.
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Vaccari, Andrea <1993&gt. "Gli strumenti e le tecnologie digitali a supporto del processo di sviluppo di nuovi prodotti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10759.

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Abstract:
Sviluppare nuovi prodotti in modo rapido, efficace ed efficiente, è diventata una prerogativa essenziale per il successo di qualsiasi impresa, nonostante il possibile rischio di fallimento di tali progetti sia davvero molto elevato. Nella mia tesi andrò ad analizzare l'importanza assunta dall'impiego di particolari strumenti e delle nuove tecnologie digitali, nel supportare le fasi di sviluppo del prodotto. Nella prima parte della trattazione approfondirò nel dettaglio come deve essere strutturato un processo di sviluppo per originare dei prodotti innovativi. Verranno dunque presi in considerazione e studiati i vari step che lo compongono e gli strumenti utilizzati per portarlo a termine. Nel secondo capitolo si concentrerà l'attenzione sulle caratteristiche riguardanti i nuovi tipi di tecnologie digitali, analizzandone i connessi benefici e rischi, che la loro introduzione ha comportato. Stampa 3D, 3-Cad, realtà virtuale ed aumentata, Bim, verranno approfondite nel dettaglio, evidenziandone i rispettivi vantaggi e svantaggi. Nella terza ed ultima parte dell'elaborato, esaminerò un particolare caso di studio, riguardante un'impresa appartenente al settore della bicicletta: Selle Royal Spa. L'obiettivo, è quello di valutare nello specifico come è organizzato il processo di sviluppo aziendale, nonché di verificare quali nuove tecnologie digitali siano state recepite ed applicate al proprio interno, sottolineando al contempo, il cambiamento da esse indotto nella gestione del processo in questione.
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Celano, Chiara <1994&gt. "Mentoring ed e-mentoring: verso la digitalizzazione degli strumenti comunicativi e di supporto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16638.

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Abstract:
Il presente lavoro mira ad analizzare l’evoluzione degli strumenti di formazione e sviluppo organizzativi in ottica di digitalizzazione ed all’interno dell’attuale mutevole mondo del lavoro. La trattazione verrà aperta fornendo una panoramica generale sul training aziendale: l’importanza di questo strumento, le attuali modalità e metodi utilizzati, gli indicatori di misurazione di efficacia ed efficienza e, infine, le principali tendenze e cambiamenti dell’ultimo decennio. In seguito, il focus si sposterà sulla metodologia di ricerca: il mentoring e l’e-mentoring. Una volta illustrati i principali aspetti che caratterizzano il mentoring tradizionale, verranno messi in discussione i fattori per cui la relazione si rileva efficace, caratteristiche dei soggetti e contesti socio-organizzativi, alla luce dei cambiamenti interni ed esterni in atto. Questo aspetto mostrerà l’importanza crescente dell’ambiente tecnologico nell’evoluzione del mentoring verso dei modelli di e-mentoring, su cui verranno discusse le principali differenze con lo strumento tradizionale, i vantaggi e gli svantaggi d’adozione e le conseguenti condizioni per cui risulta efficace la sua implementazione. La ricerca si concluderà con un’analisi quantitativa, condotta attraverso delle interviste, di alcuni cases study aziendali che hanno adottato questi tipi di programmi formativi. Per poter aver una panoramica più completa il campione di ricerca è vario relativamente alla tipologia di organizzazione e di programmi di (e)mentoring. Lo scopo finale è poter fornire un recente contributo sulla digitalizzazione del mentoring comparando quanto presente in lettera con la realtà organizzativa.
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Fabbri, Leonardo. "Strumenti di marketing a supporto del processo di sviluppo e lancio di un nuovo prodotto - Il caso Varvel." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L'obiettivo dell'elaborato è presentare gli strumenti di marketing realizzati per l'azienda Varvel S.p.A. ed introdotti all'interno del processo Stage & Gate utilizzato dall'azienda per lo sviluppo ed il lancio dei nuovi prodotti, sottolineando il significato e l'importanza che la componente di marketing, finora trascurata dall'azienda, assume lungo tutte le fasi del modello.
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Nardi, Silvio. "Riprogettazione dei processi di ricerca e sviluppo con l'implementazione di strumenti tecnologici di supporto: il caso Seco s.p.a." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Il presente elaborato ha riguardato lo studio dei processi di ricerca e sviluppo di SECO S.p.A, azienda operante nel settore dell’elettronica e dell’alta tecnologia, al fine di generare una nuova proposta volta a ridurre le criticità presenti e ad apportare un miglioramento generalizzato delle prestazioni con particolare riferimento all’implementazione di strumenti tecnologici di supporto. Il focus di questo elaborato è la fase di esecuzione che comprende le attività di progettazione e sviluppo del prodotto. Per raggiungere l’obiettivo prefissato si è seguito il metodo del Business Process Reegineering per la rimodellazione dei processi organizzativi. Con la fase di analisi dei processi è stato possibile approfondire gli obiettivi da perseguire: ridurre le criticità di partenza e inseguire i fattori critici di successo; migliorare gli indicatori di performance concentrandosi nelle prestazioni temporali. Lo sviluppo delle soluzioni della riprogettazione ha riguardato la definizione di un nuovo flusso delle attività andando a ridurre la sequenzialità delle attività e la dipendenza dai tempi di approvvigionamento, la modifica delle logiche di condivisione documentazione e l’incremento di autonomia delle persone a livello operativo. Lato tecnologia è stata ampliata la versione già presente del software Project Utility User con nuove funzionalità apportando benefici in: accessibilità alle informazioni di progetto, visibilità della disponibilità delle risorse in supporto alla pianificazione, standardizzazione delle comunicazioni tra i membri dei team, monitoraggio delle prestazioni, controllo delle attività assegnate da parte dei Project Manager e tracciamento delle cause dei ritardi. È stata svolta poi una valutazione complessiva dei risultati ottenuti, tra cui il miglioramento delle prestazioni, dimostrando come le soluzioni proposte hanno portato benefici in tutti i parametri analizzati. Infine si sono descritte le fasi che accompagneranno il cambiamento in azienda.
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Tomasello, Bruno. "Applicazione di un sistema di supporto decisionale per la creazione di una riserva della biosfera UNESCO-MAB nel delta dell'Ural in Kazakistan." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3229/.

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Abstract:
All'interno della tesi si è sviluppata una metodologia di supporto alle decisioni utile all'individuazione di determinate zone distribuite all'interno dell'area del delta del fiume Ural (Kazakistan), da considerare prioritarie ai fini della tutela della biodiversità. Il livello di priorità di queste aree è stato ricavato mediante l'aggregazione delle informazioni relative alle categorie di conservazione delle specie minacciate che popolano i diversi ecosistemi che caratterizzano l'area studio. Le categorie sono state confrontate fra loro mediante l'AHP che ha permesso di ottenere un set di pesi. L'utilizzo di tre differenti metodi di aggregazione (SAW, OWA, TOPSIS), ha permesso di ricavare un valore di conservazione che raggruppa le informazioni dei pesi attribuiti alle specie in un unico valore (CV) diverso per ogni metodo. Distribuiti i CV, sulla base della presenza delle relative specie, viene sviluppata una mappa di distribuzione dei valori di conservazione sintetici (CVS) ricavati mediante l'aggregazione dei CV in ogni punto dell'area studio. L'utilizzo di questa metodologia ha permesso di individuare, come previsto dagli obiettivi dell'elaborato, le aree a maggior valore per la conservazione degli habitat e delle specie, sulle quali focalizzare le future azioni di tutela e monitoraggio ambientale, dall'altro l'applicazione di una metodologia di supporto alle decisioni in grado di far fronte ai problemi di scarsa disponibilità e reperibilità di dati utili alla caratterizzazione dell’area di studio.
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Mincioni, Giorgio. "Risk appetite e risk tolerance: strumenti di supporto agli istituti di credito per l'assunzione di rischi in tempi di crisi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6356/.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’attenzione di legislatori e degli Organi di Vigilanza, in base alle riforme regolamentari attivate in risposta alla crisi economica, si sono focalizzate sulle pratiche di risk management delle Banche, sottolineando l’importanza dei sistemi di controllo e gestione dei rischi. Il presente lavoro nasce con l’intento di analizzare e valutare le caratteristiche salienti del processo di assunzione e gestione dei rischi nel sistema economico finanziario attuale. Numerosi e autorevoli esperti, come gli operatori del Financial Stability Board , Institute of International Finance e Senior Supervisory Group, si sono espressi sulle cause della crisi finanziaria ed hanno sollevato dubbi circa la qualità delle azioni intraprese da alcuni manager, sulle loro politiche gestionali e sulla comprensione delle reali condizioni in cui versavano le loro Banche (in termini di esposizione ai rischi, report da aggregazione dati su performance aziendali e qualità dei dati aggregati) , si è ritenuto giusto dal punto di vista teorico approfondire in particolare i temi del Risk Appetite e Risk Tolerance, novità introdotte nelle diverse direttive e normative in risposta alle citate ed ambigue politiche di gestione ed assunzione rischi. I concetti, qui introdotti, di appetito e tolleranza al rischio conducono ad una ampia sfera di riferimento che guarda alla necessità di fissare degli obiettivi di rischio e loro limiti per poter meglio controllare e valutare la stabilità economica/finanziaria e stimare gli effetti di condizioni peggiorative (reali o soltanto teoriche, come gli stress test) sulla solvibilità e profittabilità delle Banche nazionali ed internazionali. Inoltre, ad integrazione di quanto precedentemente esposto sarà illustrata una survey sulla disclosure delle principali Banche europee in relazione alle informazioni sul Risk Appetite e sul Risk Tolerance.
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Naldini, Federico. "Valutazione degli strumenti di virtualizzazione per costituire un servizio di macchine virtuali personalizzate a supporto della didattica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Obbiettivo della tesi è presentare uno studio di fattibilità condotto sui diversi strumenti di virtualizzazione al fine di realizzare un servizio di macchine virtuali personalizzabili. L'elaborato partirà ricapitolando brevemente che cos'è la virtualizzazione e la sua influenza nell'evoluzione dell'Informatica; verrà introdotto poi il concetto di Container, analizzandone caratteristiche e funzionalità rispetto alle più classiche forme di virtualizzazione. Saranno poi presentate le esigenze che hanno portato a condurre lo studio di fattibilità, presentando i limiti delle attuali implementazioni del servizio a macchine virtuali impiegato nei laboratori del corso di Sistemi Operativi e definendo nuovi requisiti per il suo miglioramento. Successivamente verranno elencate le diverse tecnologie di virtualizzazione impiegate, trattando nel dettaglio il loro funzionamento, saranno inoltre descritti anche i software aggiuntivi utilizzati nell'implementazione del nuovo servizio. La parte più ampia del documento sarà dedicata alla valutazione sperimentale e funzionale degli strumenti di virtualizzazione descritta sopra, tracciando il percorso compiuto durante lo studio e presentando le problematiche, i diversi test e le soluzioni messe in atto per giungere all'obbiettivo dello studio. Le ultime sezioni proseguiranno le ricerche esplorando diversi strumenti di virtualizzazione non impiegati nel corso dello studio, tra questi si porrà particolare attenzione alle piattaforme per il cloud computing.
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Daneluz, Andrea <1985&gt. "I sistemi di condivisione della conoscenza per lo sviluppo dell'innovazione nelle imprese: politiche e strumenti di supporto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18496.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca intende mettere in evidenza l'importanza delle politiche e degli strumenti di supporto all'innovazione delle imprese, grazie ad un percorso di analisi consuntiva dei risultati raggiunti mediante i sistemi di condivisione della conoscenza e delle varie azioni di supporto attivate nel corso degli ultimi decenni. Dopo aver delineato in modo generale lo stato della ricerca e innovazione, si intende concentrare lo studio sul ruolo che hanno le imprese, con uno specifico riferimento alle PMI, e con particolare attenzione ai modelli di trasferimento della conoscenza ed alle criticità ad essi connesse. A tal proposito vengono messe in evidenza le politiche e gli strumenti a supporto di tali attività analizzando in modo critico i risultati conseguiti sino ad ora in raffronto ai piani di sviluppo futuri con attenzione ai programmi Nazionali ed Europei.
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Bozzoli, Malerba Marcello. "Progettazione e sviluppo di nuove logiche e strumenti di gestione della produzione a supporto del sistema di pianificazione aziendale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/674/.

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Tamari, Matteo. "Scrum e Kanban: framework e strumenti di supporto. Prospettive di applicazione nel progetto Agile methods for Agile working." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22159/.

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Abstract:
Da anni ormai, specialmente nel campo dell'ingegneria del software, vengono utilizzati modelli e framework Agili per lo sviluppo software. Essi hanno cambiato radicalmente il concetto di produzione, portandola a un livello più alto sia in termini di velocità rispetto alla consegna sia di qualità del prodotto consegnato; inoltre, tali modelli e framework vengono oggigiorno applicati anche al di fuori dello sviluppo software e questo dimostra che il loro impiego non ha limiti e barriere. In questo elaborato vengono presentati due tra i più conosciuti: Scrum e Kanban. Lo studio approfondito di entrambi ha permesso di cogliere i campi nei quali uno si applica meglio dell'altro, a seconda del contesto (natura della committenza, numero dei membri e background del team, dimensione del progetto, etc.) nel quale il prodotto richiesto si trova e degli strumenti dei quali Scrum e Kanban dispongono, come la "board", sia fisica sia virtuale. In riferimento a tali strumenti viene trattato dettagliatamente il funzionamento di Jira Software, il quale consente di migliorare la produttività dei team che collaborano anche a distanza, integrando perfettamente i modelli e framework Agili al suo interno. Successivamente, viene illustrata un’applicazione dei modelli Agili al di fuori dello sviluppo software; tale applicazione si divide in tre principali fasi: inception, construction e validation. In particolare, viene descritta come è stata affrontata la fase di inception, che consiste di un’analisi approfondita allo scopo di comprendere lo stato attuale del team, ovvero gli strumenti utilizzati, le metodologie applicate, la gestione delle commesse e dei servizi esterni, con il fine ultimo di far comprendere i vantaggi dati dall'essere Agili e di trasmetterli nei processi lavorativi che ogni elemento svolge ogni giorno sul posto di lavoro.
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Rizzo, Maria Livia <1985&gt. "Modelli e strumenti di supporto alla scelta informata del paziente: un argine alla medicina difensiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6929/1/Rizzo_MariaLivia_tesi.pdf.

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Abstract:
L’aumento esponenziale del contenzioso medico-legale – originatosi negli USA negli anni Sessanta in proporzioni tali da far parlare di medical liability crisis, e sviluppatosi in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta – ha comportato e continua a comportare, unitamente ad altre conseguenze negative, il ricorso sempre più frequente dei sanitari alle pratiche di medicina difensiva, con elevatissimi costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale dovuti alla sovrabbondanza di trattamenti e ricoveri inutili e di procedure diagnostiche invasive non necessarie, peraltro produttive di stress emotivo nei pazienti. La causa dell’aumento della litigiosità deve essere ricercata in buona parte nella relazione medico-paziente, in particolar modo con riferimento al momento informativo che precede l’acquisizione del consenso informato al trattamento clinico. In Italia, i limiti che per lo più caratterizzano gli studi riguardanti il consenso informato derivano principalmente dal fatto che essi tendono a focalizzarsi unicamente sulla componente scritta del medesimo. Il fulcro del consenso informato, invece, deve ritenersi rappresentato da una comunicazione tra sanitario e paziente relativa ad un trattamento proposto ed alle possibili alternative, alla non sottoposizione ad alcun trattamento e ai rischi e benefici di ciascuna di queste opzioni. In un tale contesto il tema della comunicazione tra il professionista e la persona assistita sta suscitando interesse poiché ci si aspetta che esso conduca a miglioramenti degli outcome dei pazienti e alla diminuzione delle denunce da parte di questi ultimi per casi di responsabilità sanitaria. La maggiore attenzione al rapporto medico - paziente ha fatto emergere il bisogno di migliorare e potenziare le abilità comunicative dei medici, in un’ottica in cui il momento comunicativo possa essere percepito dal professionista come fulcro del rapporto medico-paziente, nella prospettiva di una elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni di medicina difensiva.
The exponential increase of medico-legal claims - originated in the USA in the sixties in such proportions as to talk of medical liability crisis, and developed in Italy since the mid-eighties - has led and continues to lead, together with other negative consequences, to the more frequent use of health care practices of defensive medicine, with very high costs to the NHS due to the overabundance of unnecessary treatments and hospitalizations, and worthless invasive diagnostic procedures, which generate emotional distress in patients. The cause of the increase in litigation is to be found largely in the doctor-patient relationship, especially with reference to the information that precedes the acquisition of the informed consent for clinical treatment. In Italy, the limits which mostly characterize the studies regarding informed consent derive mainly from the fact that they tend to focus solely on the written component of the same. The focus of informed consent, however, must be considered represented by a communication between healthcare and patient concerning a proposed treatment and its possible alternatives, to not subjecting the patient to any treatment, and the risks and benefits of each of these options. In such a context, the issue of communication between the physician and the patient is attracting interest because it is expected that it will lead to improvements in patient outcomes and to fewer malpractice claims. The increased attention to the doctor - patient relationship has highlighted the need to improve and enhance the communication skills of doctors, in a perspective in which the time dedicated to communication can be perceived by the professional as the core of the doctor-patient relationship, with a view to developing strategies to prevent the phenomena of defensive medicine.
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Rizzo, Maria Livia <1985&gt. "Modelli e strumenti di supporto alla scelta informata del paziente: un argine alla medicina difensiva." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6929/.

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Abstract:
L’aumento esponenziale del contenzioso medico-legale – originatosi negli USA negli anni Sessanta in proporzioni tali da far parlare di medical liability crisis, e sviluppatosi in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta – ha comportato e continua a comportare, unitamente ad altre conseguenze negative, il ricorso sempre più frequente dei sanitari alle pratiche di medicina difensiva, con elevatissimi costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale dovuti alla sovrabbondanza di trattamenti e ricoveri inutili e di procedure diagnostiche invasive non necessarie, peraltro produttive di stress emotivo nei pazienti. La causa dell’aumento della litigiosità deve essere ricercata in buona parte nella relazione medico-paziente, in particolar modo con riferimento al momento informativo che precede l’acquisizione del consenso informato al trattamento clinico. In Italia, i limiti che per lo più caratterizzano gli studi riguardanti il consenso informato derivano principalmente dal fatto che essi tendono a focalizzarsi unicamente sulla componente scritta del medesimo. Il fulcro del consenso informato, invece, deve ritenersi rappresentato da una comunicazione tra sanitario e paziente relativa ad un trattamento proposto ed alle possibili alternative, alla non sottoposizione ad alcun trattamento e ai rischi e benefici di ciascuna di queste opzioni. In un tale contesto il tema della comunicazione tra il professionista e la persona assistita sta suscitando interesse poiché ci si aspetta che esso conduca a miglioramenti degli outcome dei pazienti e alla diminuzione delle denunce da parte di questi ultimi per casi di responsabilità sanitaria. La maggiore attenzione al rapporto medico - paziente ha fatto emergere il bisogno di migliorare e potenziare le abilità comunicative dei medici, in un’ottica in cui il momento comunicativo possa essere percepito dal professionista come fulcro del rapporto medico-paziente, nella prospettiva di una elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni di medicina difensiva.
The exponential increase of medico-legal claims - originated in the USA in the sixties in such proportions as to talk of medical liability crisis, and developed in Italy since the mid-eighties - has led and continues to lead, together with other negative consequences, to the more frequent use of health care practices of defensive medicine, with very high costs to the NHS due to the overabundance of unnecessary treatments and hospitalizations, and worthless invasive diagnostic procedures, which generate emotional distress in patients. The cause of the increase in litigation is to be found largely in the doctor-patient relationship, especially with reference to the information that precedes the acquisition of the informed consent for clinical treatment. In Italy, the limits which mostly characterize the studies regarding informed consent derive mainly from the fact that they tend to focus solely on the written component of the same. The focus of informed consent, however, must be considered represented by a communication between healthcare and patient concerning a proposed treatment and its possible alternatives, to not subjecting the patient to any treatment, and the risks and benefits of each of these options. In such a context, the issue of communication between the physician and the patient is attracting interest because it is expected that it will lead to improvements in patient outcomes and to fewer malpractice claims. The increased attention to the doctor - patient relationship has highlighted the need to improve and enhance the communication skills of doctors, in a perspective in which the time dedicated to communication can be perceived by the professional as the core of the doctor-patient relationship, with a view to developing strategies to prevent the phenomena of defensive medicine.
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Minto, Jessica <1993&gt. "L'equity based crowdfunding e i Piani individuali di risparmio: due strumenti a supporto delle PMI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13995.

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Abstract:
L’elaborato ha l'obiettivo di illustrare due principali metodi di raccolta del capitale: l'equity based crowdfunding; e i piani individuali di risparmio (PIR), di recente introduzione con la legge di bilancio 2017. Inizialmente si provvederà a descriverli sia dal punto di vista legislativo sia dal punto di vista finanziario analizzandone i relativi benefici e aspetti negativi. Successivamente si studieranno le conseguenze che questi due metodi portano nel mercato, e come si dovrebbe agire per evitare delle conseguenze negative dovute alla elevata liquidità sul mercato. Infine, si vuole approfondire la figura del consulente finanziario, figura che diventa sempre più importante nel momento in cui questi finanziamenti porteranno gran parte delle piccole – medie imprese a quotarsi nel mercato, e in particolare nell’AIM.
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SPERANDIO, GIORGIO. "Modelli a supporto delle decisioni per la gestione dei parassiti. Il ruolo delle scale e dei contesti di applicazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1239083.

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Abstract:
Gli artropodi parassiti rappresentano una delle principali minacce a livello globale a causa del loro impatto sulla produzione agricola e forestale e per gli effetti sulla salute degli animali, dell’uomo e dell’ambiente. In particolare, i parassiti delle piante influenzano le pratiche di gestione e lo sviluppo di tecnologie per assicurare la produzione alimentare. Con l’incremento della popolazione umana e del conseguente incremento della richiesta di cibo, un’importante sfida del futuro sarà quella di assicurare la sicurezza e la disponibilità di risorse alimentari. Ridurre le perdite colturali causate dai parassiti e i costi diretti e indiretti legati alla loro gestione è un aspetto fondamentale per assicurare la sicurezza alimentare globale. La pianificazione e l’implementazione di decisioni razionali e scientificamente valide per la gestione dei parassiti possono essere supportate dall’uso dei modelli. In particolare, i modelli a base fisiologica rappresentano utili strumenti in grado di fornire informazioni quantitative a supporto della loro gestione. Nel presente lavoro, viene fornita una descrizione generale relativa allo sviluppo e all’applicazione di modelli per la gestione dei parassiti, ponendo l’accento sui modelli a base fisiologica e sulla loro applicazione a diversi contesti e su varie scale spaziali (dalla gestione locale a quella territoriale) e temporali (gestione a breve e a lungo termine). Nel Capitolo Uno si descrivono gli impatti legati agli artropodi parassiti e si presentano i requisiti da rispettare per lo sviluppo di un modello applicato alla gestione dei parassiti, tenendo conto della scala spazio-temporale e del contesto di applicazione. Si discutono, inoltre, i diversi approcci modellistici applicati allo studio dell’ecologia dei parassiti e l’importanza di rappresentare in maniera realistica il sistema biologico investigato. Nel Capitolo Due si fornisce una revisione dello stato dell’arte legato all’uso di modelli per il supporto alla gestione integrata dei parassiti (Integrated Pest Management). Si discutono i diversi approcci, i campi di applicazione, i benefici ed i fattori che influenzano l’adozione di tali modelli per il supporto alle decisioni. Nel Capitolo Tre, viene presentato un modello a base fisiologica per prevedere la fenologia multi-annuale del coleottero Giapponese (Popillia japonica). Viene introdotto nel modello una descrizione realistica del processo di svernamento della specie e si discutono le conseguenze sulle tempistiche di emergenza predette per i diversi stadi di sviluppo. Nel Capitolo Quattro, viene presentato un modello a base fisiologica per la simulazione della dinamica di popolazione di Spodoptera frugiperda. Si discutono le implicazioni modellistiche legate all’introduzione di un termine densità-dipendente per la descrizione degli effetti della competizione intra-specifica e inter-specifica sulla dinamica della specie. Nel Capitolo Cinque, viene presentato un modello a base fisiologica per simulare la distribuzione, l’abbondanza e l’attività della mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata) in Europa, considerando diversi scenari climatici. In particolare, viene discussa l’importanza di descrivere le relazioni non-lineari esistenti tra le forzanti ambientali e le risposte a livello individuale e di popolazione. Nel Capitolo Sei viene fornito un breve riassunto dei risultati principali dei modelli presentati con riferimento alla loro applicazione per la stima e la gestione dei rischi legati ai parassiti in diversi contesti e scale di applicazione. Si discute, inoltre, il potenziale uso di tali modelli per rispondere alle sfide globali che saremo chiamati ad affrontare nel prossimo futuro.
Arthropod pests represent one of the major threats worldwide as they have an impact on agricultural and forestry production, and on the health of animals, humans and the environment. In particular, plant pests will play a prominent role in shaping the management practices and the technologies to be adopted in food production. With an increasing growth of human population and the consequent increase in food demand, a major challenge of the future will be to ensure safe and secure food. Decreasing crop losses due to pests and reducing both the direct and indirect costs linked to pest management is a fundamental aspect for ensuring global food security. The design and the implementation of rational and scientifically sound decisions in pest management can be supported by the use of models. In particular, physiologically-based models have proven to be useful tools able to provide quantitative information supporting decision-makers in the management of pests. In this work, I present a general overview on the development and the application of models for pest management with particular emphasis on physiologically-based models applied at different contexts and at different spatial (from local to area-wide management) and temporal (from short to long term management) scales. In Chapter One I present an overview on the impacts of arthropod pests and the requirements to be satisfied when developing a model for pest management considering the spatio-temporal scale and the context of application. I discuss the different modelling approaches applied to pest ecology and the importance to realistically represent the biological system under investigation. In Chapter Two I review the current state of the art on the development and the use of models supporting Integrated Pest Management. I discuss the modelling approaches, the fields of application, the benefits and the drivers influencing their adoption as tools for decision-making in crop protection. In Chapter Three I present a physiologically-based model predicting the multi-annual phenology of the Japanese beetle (Popillia japonica). In particular, is introduced a realistic description of the overwintering process of the species and discussed the consequences on the predicted timing of emergence of the different life-stages. In Chapter Four I present a physiologically-based model simulating the population dynamics of the fall armyworm (Spodoptera frugiperda). I discuss the implications linked to the introduction of a density-dependent control factor for the realistic simulation of intra-specific and inter-specific competition and the influence on the predicted dynamics of the species. In Chapter Five I present a physiologically-based model simulating the potential distribution, abundance and activity of the Mediterranean fruitfly (Ceratitis capitata) in Europe under current and future climatic scenarios. In particular, I discuss the importance of capturing the non-linear relation between environmental drivers and the species’ physiological responses as well as the consequences at the individual and at the population level. In Chapter Six I briefly summarise the main results of the models presented and discuss their application for the assessment and the management of the risks linked to pests in different spatio-temporal scales and contexts of application. I also discuss how models for pest management might support decision-making in relation to the future global challenges we are called to face in the near future.
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Gulino, Rossana <1993&gt. "Gli strumenti di supporto al controllo e alla programmazione aziendale: la WBS. Il caso Mangiarotti S.p.a." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15629.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è quella di introdurre inizialmente il mondo del project management esplicando quelle che sono le definizioni chiave, fino ad arrivare al fulcro cioè quello di argomentare la funzionalità della WBS analizzando il caso pratico della Mangiarotti S.p.a. Attraverso questa stesura ci si propone di capire al meglio lo strumento in questione.
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BOSOTTI, ROBERTA. "Strumenti bioinformatici a supporto dell'identificazione di bersagli molecolari per lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali: applicazioni alla famiglia delle chinasi." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1242431.

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Abstract:
L'attività di ricerca descritta in questa tesi è stata condotta presso Nerviano Medical Sciences (NMS), un’azienda farmaceutica dedicata alla ricerca e allo sviluppo di farmaci antitumorali “mirati” o “target-therapy”. Con il termine terapia “mirata” si intende un farmaco in grado di bloccare la crescita del tumore interferendo con molecule specifiche (“target”) coinvolte nello sviluppo del tumore. In genere un “target” è una proteina espressa esclusivamente o preferenzialmente nelle cellule tumorali. Le chinasi, una famiglia di circa 500 enzimi con ruoli chiave in diverse funzioni cellulari, sono state trovate alterate in diversi tipi di tumore. Sono caratterizzate dalla presenza di una “tasca” altamente conservata in grado di legare l’ATP. Questa “tasca” può essere sfruttata per bloccare l’attività catalitica dell’enzima attraverso il legame con piccole molecole chimiche che spiazzano l’ATP. Nei tumori le chinasi sono attivate a seguito di mutazioni, overespressione o riarrangiamenti che risultano nella fusione del dominio catalitico della chinasi con un altro gene. Quest’ultimo gene, tipicamente espresso costitutivamente, è il responsabile dell’espressione anomala della chinasi in un tessuto dove normalmente non è presente. In questa tesi è descritta l’implementazione di un nuovo tool, KAOS (Kinase Automatic Outliers Search), sviluppato per identificare nuovi target chinasici. KAOS consente l’identificazione di chinasi con un profilo di espressione anomalo (“outlier”) se paragonato a quello osservato in altri campioni dello stesso tipo di tumore. Il software richiede come input dati di espressione genica ed utilizza l’espressione anormalmente alta di una chinasi come indicatore della presenza di un potenziale evento di fusione. In questa tesi è descritta inoltre l’implementazione di un sistema per la valutazione dell’espressione genica dell’intero chinoma umano, comprensivo sia una parte sperimentale, sia di un sistema dedicato all’analisi dei dati. La piattaforma, chiamata KING-REX (KINase Gene RNA EXpression), consente di analizzare la sola porzione di genoma relativa alle chinasi, con una riduzione di tempi di analisi, e di identificare potenziali eventi di fusione a carico delle chinasi. La piattaforma si basa su un approccio custom di RNAseq mirato, l’ Illumina TruSeq Targeted RNA expression kit (TREx). Il sequenziamento viene effettuato su sequenziatori Illumina di piccolo/media scala, richiedendo così risorse computazionali ridotte sia in termini di storage dei dati, sia di processamento. In parallelo allo sviluppo di nuovi farmaci ”mirati”, è importante l’implementazione di metodi di screening e di validazione che consentano la selezione dei pazienti, portatori della chinasi bersaglio del farmaco, da sottoporre a trattamento. Con le nuove tecnologie di sequenziamento, l’identificazione di specifiche fusioni geniche può beneficiare dell’altissima sensibilità degli approcci di RNAseq “mirati”, che vengono quindi sempre più proposti anche come metodi diagnostici. Uno di questi sistemi è l’Anchored Multiplex PCR (AMP) (ArcherDx, Inc.), un sistema basato sulla tecnologia NGS che consente l’identificazione di riarrangiamenti che coinvolgono una o poche chinasi, senza la necessità di conoscere il partner di fusione. In questa tesi, viene descritto l’utilizzo di questa tecnologia per l’analisi di campioni clinici di tumore colorettale (CRC) e l’identificazione di pazienti affetti da CRC portatori di due nuovi riarrangiamenti genici delle chinasi NTRK e ALK. Tumori con riarrangiamenti di NTRK e ALK sono responsivi al trattamento con entrectinib, un farmaco originariamente sviluppato presso NMS per colpire in modo specifico queste chinasi bersaglio.
The research activity described in this thesis has been conducted at Nerviano Medical Sciences (NMS), a research-based company dedicated to the discovery and development of innovative target drugs for the treatment of cancer. A target therapy is a drug able to block cancer growth by interfering with specific molecules (target), involved in cancer development. Typically, a target is a protein specifically or at least preferentially expressed in cancer but not in normal cells. Kinases are a family of about 500 enzymes involved in several key cellular functions, which have been often found deregulated in cancer. They are characterized by a conserved ATP-binding pocket, which can be exploited for the binding of small molecules, blocking the catalytic activity of the enzyme, thus representing ideal targets for drug development. Kinases in tumors are activated by gene mutations or by overexpression, as a consequence of copy number alteration or more complex genomic rearrangements, like gene fusions, which are rare events resulting in the overexpression of the driver kinase. In this thesis, in order to identify potential new targets for the development of novel drugs, the implementation of a tool, called KAOS (Kinase Automatic Outliers Search) is described. KAOS was specifically developed for the identification of kinases showing an outlier gene expression profile, when compared to other samples from the same tumor subtype. The tool requires in input gene expression data and uses the anomalous overexpression of a kinase as readout of the presence of a gene fusion event. In addition, the implementation of a comprehensive whole kinome expression screening, called KING-REX (KINase Gene RNA EXpression), is also described, enabling the analysis of the kinase only portion of the transcriptome, with reduced time and costs. The platform allows investigating kinase expression and identifying potential gene fusion events using a customized Illumina RNAseq targeted NGS approach (Illumina TruSeq Targeted RNA expression kit, TREx), together with an ad hoc analysis pipeline. KING-REX has been conceived for the profiling of the human “kinome” on small/medium scale Illumina sequencers, requiring reduced computational resources in terms of storage space and data processing, thus representing a rapid and cost effective kinome investigation tool in the field of kinase target identification, for applications in cancer biology. In parallel, with the development of new drugs targeting specific kinase rearrangements, it is important the development of screening and validation methods, allowing the selection of the patient population harboring a specific driver gene, for treatment prescription. With the advent of Next Generation Sequencing (NGS), the detection of specific gene fusions can benefit from the high sensitivity of target-RNAseq approaches and has been proposed as diagnostic platforms. One of these methods is the Anchored Multiplex PCR (AMP) (ArcherDx, Inc.), an NGS-based system allowing the detection of rearrangements for a selected number of kinases, without requiring the knowledge of the rearrangement partner. In this thesis the use of AMP technology is described for the analysis of colorectal cancer (CRC) clinical specimens. The use of this test allowed the identification of patients harboring novel rearrangements of the kinases NTRK and ALK in CRC patients, responsive to the treatment with entrectinib, a drug initially developed at NMS specifically targeting these kinases.
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Piselli, Valentina. "Condizionalità e paesaggio rurale: metodi e strumenti di supporto all’implementazione dello standard 5.2 “buffer strip” nel caso di studio Regione Marche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242824.

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Abstract:
L’obiettivo di questa ricerca di dottorato è stato quello di approfondire alcuni aspetti legati all’applicazione delle normative previste dalle Politiche Agricole Comunitarie (PAC) nelle aree rurali. Nello specifico, ha trattato l’impiego di strumenti informativi territoriali (GIS) come validi supporti sia per analizzare le dinamiche che intervengono nel paesaggio rurale, sia per accompagnare l’implementazione di norme che subordinano l’ottenimento di aiuti al reddito al rispetto di requisiti ambientali, introdotte dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC) attraverso la cosiddetta condizionalità. L’implementazione dell’ultimo Standard BCAA 5.2, che ha introdotto le fasce tampone, ha rappresentato un’occasione importante di riflessione e di approfondimento scientifico che coinvolge diversi aspetti territoriali locali, sia sotto il profilo ecologico e funzionale sia dal punto di vista estetico-paesaggistico. In questa ottica, la ricerca ha tentato di approfondire due aspetti principali. Il primo ha riguardato la caratterizzazione delle aree rurali, le quali rappresentano ambiti territoriali in cui la regolamentazione PAC gioca un ruolo importante. Allo stato attuale, la Regione Marche ha suddiviso il territorio regionale, su base comunale, in cinque tipologie di aree rurali, basandosi sul criterio della densità di popolazione, in accordo con i criteri proposti dalla OCSE, senza tenere in considerazione la componente strutturale del territorio. Le elaborazioni proposte in questa parte della ricerca, tentano di migliorare questa caratterizzazione attraverso la costruzione, in ambiente GIS, di indicatori spaziali integrati che tengono conto della dimensione strutturale del territorio (landscape metrics) e della sua componente socio-economica. La sperimentazione è stata applicata in tre aree test della regione Marche. La metodologia ha visto l’impiego di analisi, in ambiente GIS, di intersezione spaziali delle due componenti, integrate con analisi statistiche (PCA e Varimax) e analisi di clustering (K-Means). Al termine dell’elaborazione sono stati ottenuti dei Descrittori Integrati Spaziali Territoriali i quali descrivono i diversi gradienti della ruralità nelle tre aree test. Questi ultimi sono stati riaggregati in Descrittori Integrati Omogenei, per consentire la comparazione tra le tre aree test. Il secondo aspetto preso in considerazione nella ricerca, riguarda l’impiego di strumenti informativi geografici, utili per valutare e guidare l’implementazione di nuove misure, come la BCCA 5.2, nelle aree rurali. Questo è stato affrontato attraverso delle analisi multi scalari, condotte in ambiente GIS. Le elaborazioni hanno riguardato due differenti scali spaziali, la scala regionale e quella di bacino. La scala regionale ha visto l’impiego di modello previsionale dinamico, EU CLUE Scanner 100, grazie alla collaborazione del Joint Research Centre (Ispra). Il modello ha proposto due scenari di implementazione della BCAA 5.2 per la Regione Marche, sulla base del Corine Land Cover. I risultati hanno permesso di eseguire delle analisi qualitative di piccola scala, al termine delle quali sono state selezionate tre test, sulle quali si è proceduto con gli approfondimenti eseguiti alla scala di bacino. Alla scala di bacino, quindi sulle tre aree test, è stato testato un modello parametrico (Gis-Script) progettato alla KU Leuven (Belgio). Il modello è stato sviluppato per individuare le potenziali aree di implementazione della BCAA 5.2. in Belgio, inoltre propone delle tipologie standard di fasce tampone sulla base delle caratteristiche morfologiche delle aree individuate. In questa parte della ricerca è stato eseguito un primo test, utilizzando i dati marchigiani, con l’obbiettivo di valutare la trasferibilità della sperimentazione al caso regionale marchigiano. I risultati hanno mostrato quali sono i punti critici dei criteri di parametrizzazione del modello, sui quali sviluppare ulteriori approfondimenti al fine di ottenere un modello applicabile al territorio marchigiano.
The European Common Agricultural Policy is one of the major drivers of change in rural landscapes. This study is focused on the Standards of Good Agricultural and Environmental Condition (GAEC) as part of the Cross Compliance requirements in the framework of Pillar I (Direct Payment) and of the objectives of Pillar II (Rural Development). In particular, it focuses on the implementation of the standard GAEC 5.2 “Buffer Strips” along watercourses, which was introduced in Italy in January 2011, and was adopted by the Marche Region in early 2012. This study has two main aims: the first is to characterize the rural areas, where the CAP regulations have an important role; the second is to develop appropriate strategies to assess and guide the impact of the implementation of new measures like GAEC 5.2, on the rural landscape, using innovative tools for data analysis and integration. Thus, the first aspect of this study was to develop a framework of analysis to improve the characterization of rural areas in a GIS environment. According to the National Strategic Plan for Rural Development, the Marche Region adopted a definition of rural areas based on population density, along the lines of the recommendations of the OECD. This subdivided the region in five different gradients of ‘rurality’ that are strictly delimited by administrative boundaries, and ignore the spatial structural aspects of the rural patterns. To overcome this limitation, we have improved the characterization of the rural settings at a regional scale by building in a new layer that is based on both landscape metrics and socio-economic descriptors. This has been applied to three test areas in the Marche Region. The methodology makes use of statistical (i.e., PCA and Varimax) and clustering (i.e., K-Means) analyses. Through several analyses of intersections dealt with in a GIS environment, and several steps of semantic interpretation, we obtained the spatial integration of the descriptors. These “Integrated Territorial Descriptors” describe a specific area through definition of the different gradients of rurality. These different Integrated Territorial Descriptors defined for each test area have been aggregated into the Integrated Homogeneous Macro-Descriptors, to allow comparisons between the three test areas. In the second part of the study, we performed several analyses based on a multi-scale approach in the GIS environment, at two different spatial scales: regional and local. At the regional level, EU CLUE Scanner 100 was used as forecasting model. This model allows for different implementation scenarios based on the Corine Land Cover across the whole of Europe. These results were used to identify three test areas of about 1500 km2 each. At the local scale, a parametric GIS-Script model was tested, which was developed at KU Leuven as an instrument to address the choice of the optimal location and typology of buffer strips at the parcel and local scales. In this step, a first model was tested with a dataset for the Marche Region. The results shown what the critical points are to improve the use of the parameters evaluated by the model. Overall, this study represents an important step towards the development of novel strategies using innovative analytical tools for the appropriate assessment of land use and planning in rural areas.
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MEDICI, Marco. "La filiera digitale del progetto strategico Smart Swap Building: validazione di metodi e strumenti informativo-rappresentativi a supporto dell'innovazione di processo per la riqualificazione del patrimonio residenziale." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2016. http://hdl.handle.net/11392/2403300.

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Abstract:
Il progetto Smart Swap Building nasce in collaborazione con la Piattaforma Costruzioni della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna come progetto strategico in risposta alla crisi che sta duramente colpendo il settore delle costruzioni e che richiede l’innesco di nuove logiche di rigenerazione utili all’intera filiera, volte alla riqualificazione e alla riduzione del consumo di suolo. La recente contrazione del mercato immobiliare ha generato una significativa quantità di patrimonio invenduto. Il tasso di assorbimento delle nuove costruzioni pari all’80% nel 2007 è sceso fino al 35% nel 2012. Al termine del 2014, il numero complessivo delle abitazioni invendute si attestava oltre 540mila unità in Italia, per il 26% di nuova costruzione. Gli investimenti nel settore della ristrutturazione ormai raggiungono e superano quelli per le nuove costruzioni. Parallelamente lo stock immobiliare residenziale è composto per il 70% da edifici antecedenti al 1970 e necessita di un adeguamento a nuovi livelli di efficienza energetica, sicurezza sismica, inclusività e comfort abitativo. Il termine swap, mutuato dalla finanza, indica lo scambio di flussi tra due controparti: con il concetto di Smart Swap Building si vuole perciò intendere l’utilizzo del patrimonio edilizio invenduto come alloggio temporaneo per gli abitanti di aree nelle quali si intraprendano programmi di riqualificazione dell’esistente. Il principale obiettivo di questa ricerca è di valutare la fattibilità di adozione di strumenti informativo-rappresentativi avanzati nel workflow Smart Swap Building. Tali strumenti infatti permettono non solo di condurre in modo trasparente le fasi progettuali al fine di realizzare elaborati tradizionali corretti, ma si estende all’intero processo edilizio, mettendo in relazione elementi compositivi, tecnologici e strutturali con le fasi di costruzione e cantiere (BIM 4D), stima dei costi (BIM 5D), certificazione (BIM 6D) e gestione del ciclo di vita (BIM 7D + CAFM). Il progetto Smart Swap Building, integrando la forte esigenza di riqualificazione dell’esistente, nella logica di raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione del consumo di suolo nonché di risparmio energetico, di risorse e di adeguamento del comfort abitativo, e un patrimonio immobiliare di nuova costruzione non utilizzato, necessita di opportuni strumenti informativi a supporto dei complessi processi decisionali, in grado di integrare differenti competenze, a diverse scale e in diversi momenti del ciclo di vita degli edifici. Lo strumento rappresentativo è ormai parte integrante del processo progettuale e, poiché le innovazioni produttive sono sempre collegate ai processi edilizi, dalla progettazione, al cantiere, fino alla gestione, diviene anch’esso elemento da valutare per definire la qualità progettuale ed effettuare ragionamenti sulla sostenibilità dell’opera ben più consapevoli ed approfonditi. In conclusione, il principale prodotto della ricerca si configura nella redazione di linee guida per l’impiego di strumenti informativo-rappresentativi per la gestione del workflow Smart Swap Building così come della loro validazione su casi applicativi e divulgazione online.
The main challenge of Smart Swap Building project, carried out in collaboration with Aster by Construction Platform of Emilia-Romagna High Technology Network, is to identify possible solutions to the crisis that is severely affecting the construction industry, through new approaches to urban regeneration based on housing refurbishment and soil consumption reduction. The recent downturn in the housing market has generated a significant amount of unsold assets. The absorption rate of 80% in 2007 fell to 35% in 2012. At the end of 2014, the total number of unsold houses was over 540 thousand units in Italy, 26% of them were new constructions. Investments in refurbishment now exceed those for new buildings. Actually the 70% of residential housing stock was built before 1970 and it needs to be adapted to new levels of energy efficiency, seismic safety, inclusiveness and comfort. Investments in refurbishment now exceed those for new buildings. The swap term, borrowed from finance field, indicates the flow exchange between two counterparts: Smart Swap Building wants to use the unsold housing stock as temporary accommodation for the inhabitants of areas in which a renewal program take place. The overall objective of this doctoral research is to evaluate the feasibility of BIM tools adoption in the Smart Swap Building workflow. These electronic tools not only allow a transparent design phase but covers the whole building process, relating technological and structural elements with construction scheduling (4D), cost estimation (5D), certification (6D) and management of the life cycle (7D + CAFM). Trying to meet European challenges of soil consumption and emission reduction, energy efficiency and living comfort, and involving the growing unsold housing stock, the Smart Swap Building project, aimed at the refurbishment of existing housing stock, has the strong need to define a set of advanced information tools to support the complex decision-making process, integrating different skills in different stages of the building life cycle. The representative tool is an integrated part of the design process and because product innovations are strictly connected to the building processes, from design to construction, to management, it becomes itself an element of project quality, allowing more sustainable and aware choices. In conclusion, the main output of the research will be guidelines aimed at digital informative tools adoption in the Smart Swap Building workflow management, and their validation through test-beds and online dissemination.
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MAGAROTTO, Luca. "Tesi: Riqualifcazione energetica e ambientale dei rifugi alpini. Supporto al processo decisionale del progetto di riqualifcazione e ottimizzazione degli edifci ricettivi isolati ad uso discontinuo in contesto climatico alpino, scollegati da reti di fornitura servizi." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2388831.

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Abstract:
Alpine huts are facilities for tourists placed in apart settings, usually subjected to a strong wear due to environmental factors and to the massive human presence while their opening. Their working is infuenced by the optimized management of the resources and by the extreme reduction of economic and environmental costs. With the analysis of needs and requirements which allow the building use, have been identifed renovation works on the existing huts which give an improvement either in technological integration and optimization or in building energy performance (also considering the use of renewable energy sources) or in gaining an indoor environmental comfort that enables a better living in it. A procedure has been defned which allow both their evaluation and application.
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BUTTURI, MARIA ANGELA. "Integrazione di sistemi a energia rinnovabile nel sistema elettrico locale: stato dell’arte e soluzioni innovative nell’ambito della Simbiosi Industriale e della Simbiosi Urbana-Industriale." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1244336.

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Abstract:
La riduzione delle emissioni climalteranti è considerata un obiettivo strategico, sia a livello europeo che globale. Una maggiore diffusione delle fonti energetiche rinnovabili (FER) è considerata essenziale per una transizione verso un sistema energetico più sostenibile. Questa transizione verso un’energia a basse emissioni di carbonio richiede lo sviluppo e l'uso di tecnologie innovative, in particolare nei settori di utilizzo finale (edifici, industria e trasporti), e nuovi approcci economici, di gestione e di mercato. Lo studio presentato in questa tesi esplora le opportunità sostenibili offerte dall'approccio di simbiosi industriale e urbano-industriale basati sull'energia. La simbiosi industriale energetica (SIE) propone la condivisione di risorse, strutture e infrastrutture legate all'energia come un modello efficace per promuovere misure di risparmio energetico e l'adozione di fonti energetiche rinnovabili a livello industriale. Inoltre, è possibile perseguire una strategia energetica a basse emissioni di carbonio creando sinergie energetiche tra i distretti industriali e le aree urbane adiacenti. Stabilire la simbiosi energetica urbana-industriale (SUIE) consente di ottimizzare la produzione e il consumo di energia e di sfruttare il know-how locale e le risorse umane. Il nuovo sistema integrato necessita infatti di un cambio di prospettiva, considerando un'azione multi-stakeholder: aziende di servizi energetici, comunità locali, settore industriale, consumatori, policy maker, ricercatori devono impegnarsi attivamente nei processi di pianificazione partecipativa per guidare la trasformazione del sistema energetico e del processo di ricerca e innovazione, e rispondere adeguatamente alle esigenze del territorio. Nella tesi viene presentata un'analisi approfondita dei molteplici driver e barriere tecnici, economici, organizzativi, normativi, ambientali e sociali dell'approccio di simbiosi energetica, con l'obiettivo di modellare le configurazioni ottimali delle sinergie energetiche tra le imprese che comprendano l’uso di FER. Viene inoltre sviluppata una metodologia per supportare energy manager, singole imprese, gruppi di imprese all'interno di parchi industriali e decisori per valutare le sinergie e i progetti energetici che coinvolgono FER, tenendo conto degli impatti economici, ambientali e sociali dei progetti. Inoltre, viene sviluppato un framework orientato alla sostenibilità con l'obiettivo di modellare le sinergie energetiche urbano-industriali comprendenti le FER da un punto di vista multi-stakeholder per supportare il processo decisionale sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale delle sinergie energetiche. L’applicazione degli strumenti decisionali sviluppati a specifici casi studio consente di sottolineare come le strategie collettive (SIE o SUIE) consentano una migliore gestione della fornitura di energia da fonti rinnovabili.
Reducing emissions responsible for the climate change is recognized as a strategic goal at European and global level. A higher deployment of renewable energy sources (RES) is considered as essential for a transition towards a more sustainable energy system. This low-carbon energy transition requires both the development and use of innovative technologies, particularly at end-use sectors (buildings, industry and transport), and new management approaches as well as new market design and business models. This study explores the sustainability driven opportunities offered by the energy based Industrial and Urban-Industrial Symbiosis approach. The Industrial Energy Symbiosis (IES) considers the sharing of energy-related resources, facilities and infrastructures as an effective model to promote energy conservation measures and the renewable energy sources uptake at the industrial level. In addition, an improved low-carbon strategy can be achieved creating energy synergies between industrial districts and the adjacent urban areas. Establishing Urban-Industrial Energy Symbiosis (UIES) allows optimizing the energy production and consumption and exploiting the local knowhow and human resources. These new integrated system needs a change of perspective, considering a multi-stakeholder action: energy service companies, local communities, industry sector, consumers, policy makers, researchers must get actively involved in participatory planning processes to guide the transformation of the energy system and the research and innovation process, and respond adequately to the needs of the territory. Thus, an in-depth analysis of the manifold technical, economic, organizational, regulatory, environmental and social drivers and barriers of the energy symbiosis approach are presented, with the aim of modelling the optimal energy synergies configurations among firms including RES. A methodology is developed to support energy managers, single firms, groups of firms within industrial parks, and decision-makers to evaluate energy synergies and projects involving RES, taking into account the economic, environmental and social impacts of the projects. Lastly, a sustainability-driven framework is developed, with the aim of modeling Urban–Industrial Energy Symbiosis networks integrating RES from a multi-stakeholder point of view and supporting decision-making on the economic, environmental, and social sustainability of the energy synergies. The application of the developed decision-making tools to specific case studies emphasizes how collective strategies (IES or UIES) allow better management of the energy supplied by renewable sources.
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ROMANO, ILENIA MARIA. "Pressione turistica sul Centro Storico di Firenze - sito UNESCO. Un modello per la valutazione dell'impatto percettivo." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1084842.

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Abstract:
La ricerca si inserisce nel più generale ed ampio dibattito sullo sviluppo turistico sostenibile e, in particolare, sugli impatti che la pressione turistica genera nelle città d’arte. Le città d’arte sono il più chiaro esempio delle molteplici sfaccettature della diversità del Patrimonio storico-culturale italiano, questo le rende inevitabilmente molto complicate da gestire e richiede adeguati strumenti di management integrato per la conservazione del loro Paesaggio Storico Urbano. A maggior ragione poiché, a dispetto del difficile momento economico e storico-politico, la domanda turistica continua a crescere e in Italia la componente prevalente è quella del turismo culturale che investe soprattutto i centri storici delle città d’arte. La ricerca rivolge la sua attenzione al Centro Storico di Firenze che dal 1982 è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale e la cui gestione deve basarsi sulla Convenzione Internazionale per la tutela del Patrimonio Culturale e Naturale adottata durante la Conferenza Generale dell’UNESCO. Il sito si è dotato di un Piano di Gestione, appena aggiornato (gennaio 2016) che richiede il monitoraggio relativo a cinque principali minacce rilevate nell’ultimo Rapporto Periodico sullo stato di conservazione e di gestione del sito rispetto alla sua integrità. Il turismo e le criticità generate dai suoi impatti sono una delle cinque minacce. Ogni preoccupazione si muove, però, parallelamente alla certezza assoluta che il turismo sia per Firenze una delle principali fonti di ricchezza culturale, economica e sociale. La ricerca si propone di fornire un contributo metodologico e conoscitivo nell’ottica della progettazione ambientale, nel caso specifico oggetto di studio e generalizzabile ad altri casi, in termini concreti e innovativi attraverso la definizione di possibili azioni, la cui significatività è stata verificata con investigazioni dirette sul campo, che permettano di relazionare la conoscenza di dati quantitativi e qualitativi riferiti ai flussi turistici, alle modalità di utilizzo degli spazi pubblici urbani da parte dei turisti, e alla percezione conseguente della qualità ambientale di tali spazi. Questo al fine di individuare la rilevanza dei fattori di rischio e di degrado connessi alla pressione turistica e di monitorare e preservare le qualità che costituiscono il Patrimonio stesso in accordo con i principi dell’Heritage Impact Assessment e in relazione alla possibilità di definire la capacità di carico turistico della destinazione. La ricerca si prefigge di elaborare un modello di supporto decisionale, nel quale far convergere il quadro conoscitivo elaborato attraverso indicatori dell’impatto percettivo della pressione turistica nel Centro Storico di Firenze. Lo strumento si compone di mappe che rappresentano gli indicatori elaborati studiando fattori di pressione, di stato e di impatto secondo quanto percepito dalla comunità locale e di una piattaforma di web mapping visualizzabile online per la gestione integrata e partecipata. Il modello è pensato per inserirsi nel monitoraggio previsto dal PdG al fine di attuare possibili sistemi di gestione controllata, di supportare la definizione di strategie per il decentramento dei flussi turistici, di diminuire la pressione turistica e gli impatti generati sugli utenti della città. Il modello mira, anche, a far dialogare i vari specialisti e i soggetti interessati fin dalle prime fasi del processo progettuale riducendo, poi, l’arbitrarietà delle scelte e aiutando a definire schemi d’azione condivisi.
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AL, AFLAK SAMR. "Un indicatore di sostenibilità ambientale integrato con metodi di supporto decisionale multicriterio." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1550824.

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Abstract:
La tesi di dottorato si inquadra nelle attività di ricerca orientate alla definizione di metodologie analitiche che supportino il decisore nell’identificazione di adeguate strategie operative, nel breve e nel lungo periodo, che perseguano gli obiettivi di progressiva riduzione dell’impatto ambientale dei sistemi energetici e produttivi. Più in generale la metodologia presentata può trovare un prezioso utilizzo nelle attività di ricerca a supporto delle politiche internazionali di sviluppo sostenibile, così attuali e impellenti i questi anni. Queste metodologie aiutano l’identificazione di adeguate strategie per l’adozione delle migliori tecnologie disponibili (BAT) da impiegare per il progressivo raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli impatti ambientali sia globali che locali in tutti i paesi dell’Unione Europea nel periodo (2020-2050). La tesi definisce un nuovo modello di indicatore di sostenibilità che rappresenta il complesso legame tra diverse dimensioni del problema (impatto globale dei gas serra e inquinamento locale degli altri inquinanti industriali) in grado di sintetizzare i risultati, nel breve e nel lungo periodo, dei piani di attuazione delle così dette “transizioni ecologiche” dei sistemi industriali, recentemente definite soprattutto nei paesi più industrializzati, ma che rivestiranno un’importanza “vitale” in tutti i paesi in via di sviluppo. L’indicatore è il risultato di una metodologia che integra le serie storiche delle emissioni dei principali inquinanti ambientali antropici pubblicati in sede nazionale e internazionale con le potenzialità della metodologia Analitic Hyerarchic Process in modo da fornire un’informazione semplice, efficace e sintetica sia sul rispetto dei piani di attuazione (verifica dei trend attesi) che sul costante bilanciamento degli impatti ambientali di natura “globale” che “locale/regionale” secondo una linea di azione che può prevedere una diversa priorità d’intervento tra diversi settori industriali, tipicamente quello Energetico e/o quello Produttivo.
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TAVERNARI, MIRCO. "Ricerca e sviluppo di metodologie e strumenti a supporto della progettazione di elettromandrini e di mandrini ad aria compressa." Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/590124.

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FIORAVANTI, CHIARA. "ICT e integrazione: strumenti di e-government a supporto dell'accesso all'informazione e al processo di inclusione nelle società interculturali." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1080557.

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Abstract:
L’integrazione dei migranti è una sfida politica centrale nei Paesi europei, compresa l'Italia, dove il fenomeno dell'immigrazione è ormai strutturale e in continua crescita. La strategia Europa 2020 e il programma di Stoccolma hanno riconoscono tutte le potenzialità dell'immigrazione ai fini di un'economia sostenibile e competitiva, individuando come chiaro obiettivo politico la reale integrazione degli immigrati. Allo stesso tempo l'Agenda Digitale Europea mette in evidenza come l’e-government sia una leva di primaria importanza per dare risposta alle nuove domande di democrazia e di qualità dei servizi e come il suo sviluppo permetta di dare vita a una nuova PA capace di operare in base a criteri di efficacia, efficienza, trasparenza, economicità e democrazia. In questo contesto la tesi si è posta l'obiettivo di indagare come l'e-government possa supportare il diritto di accesso alle informazioni giuridiche e amministrative da parte di tutti i cittadini, attraverso la progettazione di una metodologia a sostegno della redazione di testi istituzionali trasparenti, chiari, comunicativi e idonei alle odierne società interculturali, nonché idonei alla loro diffusione tramite il web. Quest'obiettivo è stato perseguito incentrando il lavoro di ricerca sul dominio dei procedimenti amministrativi in materia di immigrazione, indirizzati, quindi, all'utenza rappresentata dai cittadini stranieri. Questo perché la presenza dei cittadini stranieri nella società può essere una leva per facilitare l'accesso all'informazione istituzionale per tutti i cittadini, soprattutto se si considera il migrante, in quanto nuovo cittadino, come “grado zero” della competenza nelle regole della comunicazione pubblica. La progettazione degli strumenti di supporto alla produzione di testi istituzionali si è avvalsa di una specifica metodologia che, da un lato, ha tenuto conto di strumenti teorici generali per la scrittura amministrativa chiara ed efficace e per la redazione di contenuti web usabili, dall’altro si è avvalsa di tecniche partecipative che hanno coinvolto stakeholder e utenti stranieri al fine di elaborare linee guida specifiche per la redazioni di testi istituzionali idonei alle società multiculturali. I risultati ottenuti sono stati ottenuti sono stati poi sistematizzati anche al fine del loro utilizzo e sviluppo continuo attraverso l’uso di piattaforme collaborative.
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COPPOLA, GIUSEPPE. "La sostenibilità ambientale nella filiera della pelletteria: dall'esperienza del distretto fiorentino alla definizione di un set di pratiche e strumenti a supporto." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/854512.

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Abstract:
Obiettivo della tesi è stato lo sviluppo di azioni (linee guida, business plan di impianti, tool, etc) atte a migliorare le performance ambientali delle aziende operanti all'interno della filiera della pelletteria. Il distretto fiorentino (ed in particolare il comune di Scandicci che ha inizialmente commissionato lo studio) è stato scelto come case study.
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NIGRO, CLAUDIO. "I sistemi informativi a supporto del processo decisionale dell'impresa, in un percorso di knowledge management. Addestramento di un sistema esperto dotato di case base reasoning/real case solving system, per le decisioni di marketing." Doctoral thesis, 2000. http://hdl.handle.net/1234/125463.

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SBRANA, ALESSANDRO. "Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA)." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Abstract:
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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