Academic literature on the topic 'Strategie di difesa'

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Journal articles on the topic "Strategie di difesa"

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Ventura, Emanuele. "“TRADURRE BISOGNA, NON TRADIRE!”: LE PROPOSTE DI ICILIO BIANCHI IN DIFESA DELLA LINGUA ITALIANA (1939-1940)." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 354–76. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17143.

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Abstract:
Il presente articolo si occupa delle proposte di italianizzazione avanzate da Icilio Bianchi sulle pagine della rivista L’albergo in Italia (1939-1940), in mesi immediatamente precedenti all’insediamento della Commissione per l’italianità della lingua. Le strategie di sostituzione adottate da Bianchi sono qui analizzate alla luce di categorie già evidenziate da altri studi, e sono poi messe in relazione con gli interventi che di lì a poco sarebbero stati promossi dalla stessa Commissione, oltre che da altri rappresentanti del purismo linguistico di epoca fascista: da un lato, quindi, si è potuto misurare il grado specifico di originalità del lavoro di Bianchi, dall’altro lato è stato possibile confermare il sostanziale fallimento che ha accomunato tutte le esperienze puristiche degli anni Quaranta del Novecento. “We must translate, not betray!”: Icilio Bianchi’s proposals in defense of the Italian language (1939-1940) This article deals with the Italianization proposals put forward by Icilio Bianchi in the pages of the magazine L’albergo in Italia (1939-1940), in the months immediately preceding the establishment of the Commissione per l’italianità della lingua. The replacement strategies adopted by Bianchi are analyzed in light of categories already highlighted by other studies, and are then related to the interventions that would soon be promoted by the Commission itself, as well as by other supporters of linguistic purism of Fascist period: on the one hand, it was possible to measure the specific degree of originality of Bianchi's work, on the other, to confirm the substantial failure that characterized all of the puristic experiences of the 1940s.
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Cyrulnik, Boris. "Resilienza." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001002.

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Abstract:
Il trauma spiega come un evento esterno laceri gli involucri dell'Io e sconvolga il mondo interno della persona. La resilienza mette in evidenza le condizioni di guarigione di un Io vulnerabile. La resilienza come fenomeno legato alle reti neuronali dimostra come il deterioramento sensoriale alteri lo sviluppo del cervello; tuttavia una riorganizzazione del contesto puň riattivarne il funzionamento. La resilienza su base affettiva studia il riemergere nell'individuo di strategie di ricerca fi nalizzate a costruire relazioni rassicuranti di prossimitŕ. La resilienza dei sistemi familiari mostra come una famiglia supportiva rinforzi un membro traumatizzato. La resilienza nell'adolescenza prende in considerazione i cambiamenti biologici, affettivi e sociali propri di questo delicato periodo della vita. La resilienza nell'etŕ adulta analizza i meccanismi di difesa che impediscono o favoriscono il processo evolutivo. La resilienza nelle coppie anziane evidenzia come i disfunzionamenti di uno dei membri possano alterare l'intersoggettivitŕ della coppia e, d'altro canto, come l'empatia protegga entrambi. La resilienza nei processi culturali sottolinea l'importanza dei miti che strutturano rituali di interazione e dell'arte che modifi ca la rappresentazione del Sé ferito.
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Imbruglia, Girolamo. "Osservazioni conclusive." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 735–40. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134005.

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Abstract:
L'elemento che accomuna i saggi di Morales, Melai e Bianchini, presentati nel seminario La Compańía de Jesús y la cultura del siglo XVIII (Instituto Internacional Xavier María de Munibe di Azkoitia, 26-27 giugno 2009), č costituito dall'analisi dell'azione della Compagnia di Gesů nella seconda metÀ del XVIII secolo, prima e dopo la sua soppressione. Tale azione č colta in tre momenti significativi: la pratica missionaria nelle riduzioni del Paraguay descritta da una testimonianza coeva, le strategie educative accampate in Francia dagli ex-gesuiti e infine la difesa e l'apologia dell'attivitÀ evangelizzatrice in Sud-America. La discussione sulla Compagnia di Gesů fu uno dei motivi che accompagnň l'intera parabola dello sviluppo della cultura illuminista; la prospettiva proposta dai tre saggi privilegia l'epoca della dissoluzione della Compagnia, soprattutto in riferimento al suo ramo spagnolo. Quel dibattito affrontň, al di lÀ della polemica politica contingente, la questione piů generale della natura dello stato d'antico regime; i saggi qui discussi ci fanno sentire la voce del potere monarchico assoluto, che si fondava sul tradizionalismo, sul nesso e non sulla separazione di religione e politica.
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Guasti, Niccolň. "La Compagnia del Gesů nel secondo settecento." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 661–72. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134001.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi decenni il panorama storiografico relativo alla Compagnia di Gesů in etÀ moderna ha conosciuto un profondo rinnovamento. Al ribaltamento del vecchio cliché liberale che assegnava anche ai gesuiti la responsabilitÀ di aver ostacolato la libertÀ di pensiero e lo sviluppo di una matura cultura scientifica, ha fatto seguito un rinnovato interesse per le strategie culturali messe in atto dai gesuiti nel corso del XVIII secolo, in particolare nei confronti dei Lumi. A questo riguardo č stato sottolineato che durante il settecento si rendono ben visibili, all'interno dell'ordine, almeno due "anime": un settore piů conservatore, impegnato nella strenua difesa dell'ortodossia cattolica contro gli eretici e i miscredenti; e un settore dinamico e dialogante, sostenitore anche in ambito culturale dello "spirito d'adattamento", che si prefiggeva di ricomporre le fratture filosofiche e le nuove sfide epistemologiche, riconducendole nell'alveo della tradizione cattolica. La volontÀ di "cristianizzare" i Lumi, anche attraverso la sistematica occupazione dei luoghi della sociabilitÀ settecentesca, non si interruppe neppure a seguito della soppressione canonica del 1773. Anche la lunga fase che condusse alla restaurazione dell'ordine (1793-1814) deve essere collegata al contesto coevo: il vivace dibattito sull'identitÀ della nuova Compagnia in rapporto a quella antica si collocň durante la polarizzazione del clima politico-ideologico innescata dalla Rivoluzione francese e dai regimi napoleonici.
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Dittadi, Antonio. "Difesa della retorica e ‘riscrittura’ di Platone nei Discorsi Platonici di Elio Aristide." Rhetorica 26, no. 2 (2008): 113–37. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2008.26.2.113.

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Abstract:
Riassunto Nei Discorsi Platonici Elio Aristide risponde alle critiche che Platone ha mosso contro la retorica nel Gorgia; evitando programmaticamente di trasformare il proprio confronto con Platone in uno scontro frontale, Aristide cerca piuttosto di reinterpretare il testo platonico, di correggerlo, e di impostare la propria difesa riutilizzando espressioni, argomentazioni ed esempi che sono tratti da Platone stesso. Attraverso l'analisi di alcuni casi specifici si cercheranno di chiarire le modalità di questa strategia di “riscrittura” che Aristide mette in atto allo scopo di avviare un'approfondita riconsiderazione del rapporto tra retorica e filosofia.
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Surahmat, Anton, and Rufi Rismayanti. "Strategi Komunikasi Pembangunan dalam Difusi Teknologi Pengolahan Limbah Air (Studi Kasus IPAL Dusun Giriharja dan Biotoilet SDN Babakan Sinyar)." Jurnal Komunikasi Pembangunan 20, no. 02 (August 3, 2022): 155–68. http://dx.doi.org/10.46937/20202241222.

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Abstract:
Air limbah memiliki potensi besar untuk menjadi sumber daya berharga bagi masyarakat. Baik di negara maju maupun berkembang, isu mengenai daur ulang air limbah senantiasa menjadi topik yang penting. Hal ini karena air limbah memiliki berbagai kandungan zat yang jika diolah dengan baik dapat bermanifestasi dalam berbagai manfaat seperti mengurangi pencemaran lingkungan, pupuk organik, hingga sumber energi terbarukan. Penelitian ini bertujuan untuk menguraikan bagaimana strategi komunikasi pembangunan Pusat Riset Lingkungan dan Teknologi Bersih (PRLTB BRIN) dalam upaya difusi teknologi pengolahan air limbah di Kecamatan Sumedang Utara dan Kecamatan Kiaracondong, Jawa Barat. PRLTB BRIN bekerja sama dengan berbagai pihak membangun reaktor biogas dan toilet pengompos sebagai bentuk implementasi kajian ilmiahnya di bidang teknologi bersih. Riset ini menggunakan paradigma konstruktivis dengan desain studi multikasus. Wawancara mendalam, studi literatur, dan observasi dilakukan untuk menganalisis bagaimana strategi komunikasi dan tahapan difusi inovasi berlangsung. Hasil riset menunjukan difusi inovasi teknologi IPAL Biogas berlangsung dengan baik hingga tahap konfirmasi. Strategi partisipatori dengan saluran komunikasi interpersonal menjadi landasan utama implementasi teknologi IPAL Biogas. Strategi desain instruksional dengan komunikasi interpersonal mengokohkan uji coba toilet pengompos di SDN 210 Babakan Sinyar. Tahapan difusi inovasi toilet pengompos di SDN 210 Babakan Sinyar masih berada pada tingkat keputusan.
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Terzuolo, Eric R. "LA SICUREZZA EUROPEA DOPO IL TRATTATO SUGLI EUROMISSILI: LA PROSPETTIVA AMERICANA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 1 (April 1989): 91–112. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017500.

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Abstract:
IntroduzioneÈ abbastanza naturale che il Trattato INF sugli Euromissili firmato a Washington l'8 dicembre 1987 abbia aperto un ampio dibattito sui problemi del futuro della difesa europea. Infatti, il Trattato è ricco di nuovi elementi che rappresentano una rottura rispetto ai paradigmi consolidati nel campo del controllo degli armamenti. Anche osservatori normalmente critici verso l'amministrazione Reagan hanno ammesso che il Trattato INF creerà condizioni e prospettive nuove «eliminando una intera categoria di armi in cui entrambe le parti avevano effettuato investimenti economici e politici di grande rilievo, imponendo riduzioni asimmetriche al fine di raggiungere un risultato finale equo, stabilendo clausole di verifica precise e a carattere «intrusivo» e dimostrando che la strategia di «armarsi per discutere» può avere successo».
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Zanni, Fabrizio. "Sperimentazioni progettuali nella città diffusa: strategie di ibridazione dei grandi shopping malls." TERRITORIO, no. 68 (February 2014): 59–61. http://dx.doi.org/10.3280/tr2014-068010.

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Lenzi, Leonardo. "Emozioni intelligenti, intelligenza emozionata: strategie per coltivare se stessi." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 2 (January 2011): 77–85. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-002005.

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Abstract:
Č sempre piů diffusa la consapevolezza che l'attitudine della cura affondi le sue radici nell'essere di chi si prende cura, e non possa basarsi solo sulle competenze che informano il suo fare: per prendersi cura occorre "essere etici". L'etica č qualcosa che ha a che fare con la ragione, con l'intelletto. Se le passioni si conformano alla ragione, esse rendono un'azione ancor piů virtuosa. Ma se le emozioni devono essere intelligenti, l'intelletto puň essere emozionato? Il cuore umano č capace di emozionarsi per tre dimensioni caratteristiche dell'intelletto: la conoscenza, l'etica e l'apertura alla bellezza, a cui, se emozionate, corrispondono altrettante attivitŕ: la realizzazione, la compassione, la contemplazione. L'Autore esamina queste tre dimensioni, concludendo infine che la cura di sé, troppo spesso indirizzata al benessere, altrettanto spesso trascura l'Essere: č quindi necessaria una pedagogia specifica che ci renda capaci di coltivare l'"essere etico" che č in ognuno di noi.
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Fassino, Secondo. "Aspetti specifici del supporto psicologico nella relazione medico-paziente terminale." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 923–37. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.868.

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Abstract:
Le comunicazioni medico – paziente, anche non verbali, attivano trasformazioni emotive e poi biologiche, che agiscono sui sistemi di reazione dell’organismo specie nelle fasi terminali della malattia. La reazione psicologica del malato è il risultato di difese regressive e anche progressive fruibili per processi più avanzati di adattamento e di “senso”. Le reazioni psicologiche del medico sono condizionate da difese dall’angoscia e motivazioni inconsce alla professione, tra sentimenti di impotenza e di onnipotenza. La condanna alla sconfitta induce una riformulazione costante del progetto di cura: la morte come oggetto di cura, non solo fine della cura. È richiesto un supporto psicologico specifico al paziente terminale. La strategia è quella dell’accompagnamento del paziente attraverso le fasi della malattia verso la morte, piuttosto che dell’esplorazione dei vissuti profondi di colpa, indegnità, aggressività. Questi aspetti vengono proposti soltanto se il paziente segnala di volerli e poterli affrontare; in genere, occorre favorire un impiego ottimale dei meccanismi di negazione, di scissione e dei bisogni di trascendenza. L’accompagnamento è una “presenza significativa” che considera il transfert di conoscenza, il contratto di non abbandono, i bisogni di significato e di trascendenza, le dinamiche della separazione, la compromissione di identità, ecc. Tali interventi sono attuabili oltre che da psichiatri o psicologi clinici, anche da medici oncologi e infettivologi, purché formati alla “relazione terapeutica”. Il training deve considerare non solo gli aspetti cognitivi, ma soprattutto quelli emotivi e personali, anche in considerazione dei rischi elevati di burn out che ripetuti interventi di questo tipo comportano. Le competenze sui bisogni psicologici del morente sono parte dei metodi della buona pratica clinica: tra i suoi obiettivi c’è anche la qualità della morte.
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Dissertations / Theses on the topic "Strategie di difesa"

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Miali, Vania. "Strategie di intervento per la difesa del mare e della costa dagli inquinamenti accidentali di idrocarburi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10607/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi nasce dall’esigenza di comprendere e studiare come viene affrontata, e gestita, l’emergenza in mare derivante dallo sversamento accidentale, o volontario, di idrocarburi; il sistema di risposta nazionale a questo genere di emergenze si sviluppa su più livelli e per ogni livello sono individuati gli organi responsabili e i relativi compiti. Le azioni da intraprendere sono specificate negli elaborati di pianificazione redatti dall’Agenzia Nazionale di Protezione Civile, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, dalle Capitanerie di Porto Locali, dalle Province e dai Comuni; i primi 3 si occupano dell’emergenza in mare, mentre le Province e i Comuni si occupano degli interventi da attuare sulla costa in seguito allo spiaggiamento degli idrocarburi. La regione Emilia-Romagna, in particolare, non possiede elaborati di pianificazione per la gestione del rischio di inquinamento costiero; per questo motivo, sulla base delle indicazioni riportate negli elaborati di pianificazione nazionale e consultando elaborati già esistenti di altre regioni adriatiche, è stata redatta una proposta di linee guida per la redazione di un Piano Comunale d’Emergenza che preveda il rischio di inquinamento costiero. Per poter prevedere quale tecnica di bonifica sarà possibile applicare ad uno sversamento di idrocarburi, esistono software che modellano i processi chimico-fisici che la sostanza subisce con il passare del tempo. Ogni tecnica ha dei limiti sia di efficienza che di applicabilità; essi sono principalmente dovuti alle condizioni meteomarine e ai processi che la sostanza subisce nel tempo una volta sversata; la conoscenza di questi limiti permette di effettuare, nella maggior parte delle situazioni, la scelta della tecnica di intervento più appropriata ed efficiente a seconda della situazione. La tesi è strutturata come segue. Nel Capitolo 1 sono descritte le problematiche e le cause relative agli incidenti in mare che comportano il rilascio di idrocarburi in esso e gli effetti che questi hanno sull’ambiente e i cambiamenti che la sostanza subisce una volta sversata in mare. Nel Capitolo 2 sono descritte le strategie di intervento per il recupero degli idrocarburi sversati in mare e le tecniche di bonifica attuabili sulla costa impattata dallo sversamento. Nel Capitolo 3 è illustrato il sistema di risposta nazionale all’emergenza derivante dallo sversamento in mare di idrocarburi; ad ogni livello è dedicato un paragrafo del Capitolo 3. Inoltre sono presentate delle linee guida per la redazione di un Piano Comunale d’Emergenza che preveda il Rischio di Inquinamento Costiero da idrocarburi e altre sostanza nocive. Nel Capitolo 4 è illustrato il software ADIOS 2 che permette di modellare i processi chimico-fisici che la sostanza subisce quando viene sversata in mare e di simulare l’utilizzo di alcune strategie di intervento. Nel Capitolo 5 sono riportate le considerazioni conclusive e i risultati ottenuti.
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MIRABILE, Giulia. "ASPERGILLI CONTAMINANTI DERRATE AD USO UMANO E ZOOTECNICO: attività enzimatica, tecniche diagnostiche innovative e possibili strategie di difesa biologica." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/496080.

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AGOSTINO, LORENZO. "Il giudizio di secondo grado. Garanzie dell’imputato ed efficienza processuale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1085242.

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Abstract:
The thesis deals with the remedy of the appeal with the purpose of studying it in the light of the guarantees of the defendant and the need to reduce the length of the trial. In this prospective, the firts chapter aims to find the ratio of the appeal by analyzing its historical evolution and its role in the context of other systems, of the international Charters and of the Italian Constitution. After demonstrating the defensive nature of the remedy, the second chapter shows how the most recent reforms have emphasised its characteristics of tool of protection of the defendant, paving the way to a rethinking of the appeal as a means available only to the accused person. Lastly, the third chapter focuses on the strategies to follow in order to contain the workload of the courts of appeal.
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Pozzoli, Tiziana. "School bullyng: defending the victim or looking the other way? The role of personal correlates and class norms in primary and middle school." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427022.

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Abstract:
Most studies on bullying rely on the ‘traditional’ classification of students into bullies, victims, bully/victims and uninvolved children (e.g., Olweus, 1993). Recently, this approach has been criticized and several authors (e.g., Salmivalli et al., 1996; Sutton & Smith, 1999) have stressed the importance of considering bullying as a group phenomenon in which most of the non-aggressive students, who are neither bullies nor victims, assume other roles relevant to the bullying process. A clear limitation of the current bullying literature is that, while the personal characteristics of bullies and victims have been widely studied, defenders’ and, even more apparently, passive bystanders’ individual characteristics have been rarely considered. Moreover, little attention has been paid to the possible correlates distinguishing defending and passive bystanding behavior. The first aim of our research project was to examine the associations between students’ personal characteristics and different kinds of behavior in bullying episodes, namely defending and passive bystanding behavior. Furthermore, literature on Participant Roles has hardly ever analyzed the role played by contextual variables (i.e., class injunctive and descriptive norms) in influencing individual behavior. Therefore, the second aim of this research project was to test whether between-class variability of defending and passive bystanding behavior might be explained by class-level characteristics, such as class descriptive and injunctive norms about such behavior. A total of 797 children attending 18 primary schools (4th and 5th grades) and 1028 students attending 12 middle schools (7th and 8th grades) participated. They answered a series of self-report measures that investigate different behavior during bullying episodes (bullying, defending, passive bystanding and victimization), attitudes towards bullying (Salmivalli & Voeten, 2004), personal responsibility for intervention, coping responses to observation of bullying (Causey & Dubow, 1992) and perceived pressure for intervention from parents, teachers, and peers. In Study 1, through structural equation modeling, we tested a model partially based on Latanè and Darley’s (1970) model about bystanders’ behavior during emergency situations. Moreover, the role played by perceived expectations from parents, peers and teachers was investigated. In general, our results confirmed the hypothesized model. Specifically, anti-bullying attitudes were positively associated with personal responsibility for intervention and were related to coping strategies (this relation was partially mediated by personal responsibility); indeed, anti-bullying attitudes were positively associated with approach strategies (e.g., problem solving) and negatively associated with distancing strategies. Moreover, a positive relation between approach coping strategies and defending behavior and between distancing coping strategies and passive bystanding behavior emerged. Finally, the current findings revealed the important role played by perceived peer and parent (but not teacher) pressure on nearly all the study variables. This model was confirmed in both age groups (primary vs middle school students) with only few differences in paths’ magnitude. In Study 2, we investigated the characteristics of the class context related to individual defending and passive bystanding behavior through hierarchical linear modeling. In particular, we focused on peers’ and teachers’ injunctive norms (i.e., norms that refer to what people are expected to do; Cialdini et al., 1991) within the class and on descriptive norms (i.e., the extent to which a behavior exists in a group; Chang, 2004). Injunctive norms were computed as the aggregate of perceived peer and teacher pressure, whereas descriptive norms were represented by the class mean of defending or passive bystanding behavior. Results of multilevel analyses revealed that, after controlling for class level of victimization, class injunctive and descriptive norms oriented to intervention in favor of the victim positively predicted individual defending behavior, over and above the individual characteristics (age, gender, bullying behavior, victimization and perceived peer and teacher pressure). Similarly, passive bystanding behavior was related to injunctive and descriptive norms coherent with this behavior. In conclusion, taken together, the findings of the two studies suggest that defending and passive bystanding behaviors in bullying are the outcome of both personal and contextual characteristics (Ladd, 2005). Consistent with a child by environment approach (Ladd, 2003), these results may be regarded as an example of how individual characteristics, motivational states and social context (in particular shared relationships and experiences with peers) may interact to affect individual behavior. These results might also have important implications for anti-bullying programs.
La maggior parte degli studi che si sono occupati di bullismo a scuola hanno classificato i protagonisti di tale fenomeno in bulli, vittime, bulli/vittime e non coinvolti (es. Olweus, 1993). Recentemente, molti autori hanno criticato questo approccio, mettendo in evidenza l’importanza di considerare il bullismo come un processo di gruppo (es., Salmivalli et al., 1996; Sutton & Smith, 1999) in cui la maggior parte degli studenti, pur non essendo coinvolta nel fare o subire prepotenze, assume comunque altri ruoli rilevanti all’interno del fenomeno. Una chiara limitazione dell’attuale letteratura sul bullismo riguarda la scarsa attenzione prestata alle caratteristiche individuali dei difensori e, soprattutto degli osservatori passivi, mentre molti studi si sono occupati di indagare le caratteristiche associate ai ruoli di bullo e vittima. Inoltre, si è prestata poca attenzione è stata prestata ai possibili correlati che distinguono il comportamento di difesa da quello di osservazione passiva. Il primo obiettivo del nostro progetto di ricerca è stato di analizzare l’associazione tra alcune caratteristiche individuali degli studenti e diversi tipi di comportamento assunti durante il verificarsi di episodi di prepotenze, nello specifico i comportamenti di difesa della vittima e di osservazione passiva. Inoltre, la letteratura sui Ruoli dei Partecipanti nel bullismo (Salmivalli et al., 1996) si è raramente occupata di indagare il ruolo giocato da variabili contestuali (es. norme di classe ingiuntive e descrittive) nell’influenzare il comportamento individuale. Qundi, il secondo obiettivo di questo progetto di ricerca è stato testare se la variabilità tra classi dei comportamenti di difesa e di osservazione passiva potesse essere spiegata facendo ricorso a variabili a livello di classe, come le norme di classe ingiuntive e descrittive relative a ciascun comportamento. Hanno preso parte alla ricerca 797 bambini di scuola primaria (18 scuole, classi quarte e quinte) e 1028 ragazzi di scuola media (12 scuole, classi seconde e terze). Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a una serie di misure self-report atte ad indagare i loro comportamenti durante episodi di bullismo (agire prepotenze, difendere la vittima, osservare passivamente, essere vittime di bullismo), gli atteggiamenti nei confronti del bullismo (Salmivalli & Voeten, 2004), responsabilità personale per l’intervento, strategie di coping adottate di fronte a episodi di bullismo (Causey & Dubow, 1992) and la pressione percepita ad intervenire in aiuto della vittima da parte di genitori, pari e insegnanti. Nello Studio 1, utilizzando un modello di equazioni strutturali, abbiamo testato un modello basato parzialmente su quello proposto da Latané e Darley (1970)per spiegare il comportamento degli spettatori di fronte a situazioni di emergenza. Inoltre, abbiamo analizzato il ruolo giocato dalle aspettative percepite da parte di genitori, apri e insegnanti. In generale, i risultati hanno confermato il modello ipotizzato. In particolare, gli atteggiamenti anti-bullismo sono risultati positivamente associati alla responsabilità personale per l’intervento. Inoltre, sono risultati predire positivamente la scelta di strategie di coping di approccio (es. problem solving) e negativamente il ricorso a strategie di distanziamento. Entrambe queste relazioni tra atteggiamenti e strategie di coping sono risultate parzialmente mediate dalla responsabilità personale. Inoltre, è emerso un legame positivo tra strategie di coping di approccio e comportamento di difesa e tra strategie di distanziamento e la tendenza a comportarsi come osservatori passivi. Infine, i risultati di questo studio hanno messo in luce l’importante ruolo giocato dalla pressione percepita da parte di pari e genitori (ma non degli insegnanti) nell’influenzare gran parte delle variabili prese in esame. Questo modello si è dimostrato valido in entrambi i gruppi d’età (studenti di scuola primaria e media) e sono emerse solo poche differenze per quanto concerne la forza dei legami. Nello Studio 2 abbiamo esaminato alcune caratteristiche del contesto classe legate ai comportamenti individuali di difesa e osservazione passiva attraverso modelli lineari multilivello. In particolare, abbiamo preso in considerazione le norme ingiuntive da parte di pari e insegnanti (norme che si riferiscono alle aspettative degli altri rispetto al comportamento dell’individuo; Cialdini et al., 1991) all’interno della classe e le norme descrittive (la frequenza con cui un certo comportamento è presente in un gruppo; Chang, 2004) relative al comportamento dei pari. Le norme ingiuntive sono state calcolate come la media di classe della pressione normativa percepita da parte di apri e insegnanti, mentre le norme descrittive sono state misurate come la media di classe dei comportamenti di difesa e di osservazione passiva. I risultati delle analisi multilivello hanno evidenziato che, controllando per il livello di vittimizzazione di classe, le norme ingiuntive e descrittive orientate all’intervento in favore delle vittime di bullismo predicevano positivamente il comportamento di difesa individuale, andandosi ad aggiungere alle caratteristiche individuali (età, genere, comportamento di bullismo, vittimizzazione e pressione normativa percepita da parte di apri e insegnanti). Similarmente, le norme ingiuntive e descrittive orientate all’intervento sono emerse come predittori negativi del comportamento di osservazione passiva. In conclusione, i risultati dei due studi evidenziano come i comportamenti di difesa e osservazione passiva siano il risultato sia di caratteristiche individuali che contestuali (Ladd, 2005). Coerentemente con un approccio child by environment (Ladd, 2003), questi risultati possono essere considerate un esempio di come le caratteristiche individuali, gli stati motivazionali e il contesto sociale (in particolare nei termini di relazioni e esperienze condivise coi pari) possano interagire andando ad influenzare il comportamento individuale. Inoltre, questi risultati possono avere importanti implicazioni per i programmi di prevenzione e intervento sul bullismo.
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BENEDETTO, F. DI. "LA PROTEZIONE DEI SETTORI STRATEGICI EUROPEI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/345493.

Full text
Abstract:
“The Protection of the European Strategic Sectors”. The kind of protection that is at the heart of this doctoral thesis is the defence of the strategic companies established in the European Union (EU) from takeovers by foreign investors, that is to say investors from countries which are not part of the European Economic Area. This work aims, on the one hand, at outlining the main features of a screening mechanism of foreign investments at the EU level and, on the other, at identifying the proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. Chapter 1 contains a non-exhaustive list of the European strategic sectors which consist in all the economic sectors in which the EU or its Member States have adopted rules to limit foreign investors’ right to acquire participations in strategic companies for reasons of public security. Indeed, the Court of Justice of the EU (CJEU) used the expression “strategic sectors” in relation to undertakings whose activities are deeply linked to the protection of public security. The EU notion of public security contains both internal and external security, but also the production of goods and the supply of services which are essential for the very existence of a country. Chapter 2 provides a comparative study of the present situation of strategic enterprises’ protection in three EU Member States (Germany, Italy and France). It shows that a fragmented landscape of foreign investment control rules adopted by national authorities represents both a constraint to an efficient internal market of capital movements, and a limit to an effective protection of the European strategic sectors. By contrast, an EU foreign investment control mechanism could lead to a less fragmented system of strategic companies’ protection, which would be able to encourage foreign investments. At the same time, a single EU body of foreign investment control should be more efficient in order to protect EU public security. Moreover, unlike Member States measures such as “golden shares”, this mechanism could enjoy a greater degree of compatibility with the fundamental freedoms of the Treaties. In effect, the CJEU recognises a “presumption of conformity” with the freedoms of movement to the EU secondary legislation which pursues objectives of general interest like the protection of public security. Chapter 3 analyses the most significant experience of foreign investment control at the global level, the Committee on Foreign Investment in the United States, in order to understand if it could be a suitable model for the establishment of a similar body in the EU, the Committee on Foreign Investment in the EU (CFIEU). Once outlined the key aspects of the CFIEU, chapter 3 focuses on the search of the most proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. The study tries to demonstrate that Article 207(2) TFEU on unilateral measures of Common Commercial Policy (CCP) could be the right legal basis for the creation of the CFIEU. Indeed, after the Lisbon Treaty, the CCP has become an exclusive competence of the EU which also encompasses the admission and the treatment of foreign direct investments. In conclusion, chapter 3 tries to figure out the implications of the establishment of the CFIEU both on Member States competences (especially their exclusive competence on national security by virtue of Article 4 TEU), and on the international obligations undertaken by the EU towards third countries, with particular reference to the World Trade Organisation rules and international investment law.
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CHIARELLI, Roberto. "Strategie di difesa attivate in risposta a stress, in embrioni di Paracentrotus lividus." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10447/93443.

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Abstract:
Sea urchin embryos are able to activate different defense strategies against stress. This model system allows to investigate numerous phenomena in multipotent cells, which interact among themselves, in their natural position, bypassing the disadvantages of isolated cells, deprived of their normal network. Cadmium (Cd) treatment triggers the accumulation of metal in embryonic cells and the activation of defense systems depending on concentration and exposure time, through the synthesis of heat shock proteins and/or the initiation of apoptosis. Here we show that Paracentrotus lividus embryos exposed to subacute/sublethal concentrations of Cd adopt autophagy as an additional stratagem to safeguard the developmental program and that a temporal/functional relationship between autophagy and apoptosis exists. In this work we employed Cd as a stressor for the induction of autophagy purely as a toxic insult and it in no way constitutes an environmental stressor, as the concentration of Cd is many orders of magnitude higher than would be found in a polluted situation. Using colorimetric and fluorimetric acidotropic dyes we found that embryos exposed to Cd display massive punctiform spots in the cytoplasm, indicative of acidic vesicular organelles (AVOs). Furthermore these data were validated through both protein gel blotting and immunofluorescence in situ analysis of LC3, a specific marker of autophagy. We found that in P. lividus embryos autophagic processes occur in greater amounts after Cd exposure and in specific phases of the physiological development. These results have been confirmed using bafilomycin A1 and 3-methyladenine, known inhibitors of this process. In particular we observed that embryos treated with sublethal Cd concentration activate a massive autophagic response after 18h, which decreases between 21 and 24 h, in the opposite of apoptotic process. In order to investigate a possible temporal relationship between autophagy and apoptosis, we tested apoptotic signals by TUNEL and immunofluorescence in situ assays of cleaved caspase-3. Quantitative analysis has shown that embryos activate a massive apoptosis after 24h of Cd-exposure. These results have been confirmed using Z-DEVD-FMK, a specific inhibitor of apoptosis. Therefore a functional relationship between autophagy and apoptosis was estimated evaluating apoptotic signals in Cd-exposed embryos, upon treatment with the autophagic inhibitor 3-methyladenine. We found that the inhibition of autophagy produced a contemporaneous reduction of apoptotic signals, suggesting that the two phenomena are functionally related. In effect using methylpyruvate, a cell-permeable substrate for ATP production, apoptotic signals were substantially restored. These data could be explained considering that autophagy could energetically contribute to apoptotic execution through its catabolic role.
Sea urchin embryos are able to activate different defense strategies against stress. This model system allows to investigate numerous phenomena in multipotent cells, which interact among themselves, in their natural position, bypassing the disadvantages of isolated cells, deprived of their normal network. Cadmium (Cd) treatment triggers the accumulation of metal in embryonic cells and the activation of defense systems depending on concentration and exposure time, through the synthesis of heat shock proteins and/or the initiation of apoptosis. Here we show that Paracentrotus lividus embryos exposed to subacute/sublethal concentrations of Cd adopt autophagy as an additional stratagem to safeguard the developmental program and that a temporal/functional relationship between autophagy and apoptosis exists. In this work we employed Cd as a stressor for the induction of autophagy purely as a toxic insult and it in no way constitutes an environmental stressor, as the concentration of Cd is many orders of magnitude higher than would be found in a polluted situation. Using colorimetric and fluorimetric acidotropic dyes we found that embryos exposed to Cd display massive punctiform spots in the cytoplasm, indicative of acidic vesicular organelles (AVOs). Furthermore these data were validated through both protein gel blotting and immunofluorescence in situ analysis of LC3, a specific marker of autophagy. We found that in P. lividus embryos autophagic processes occur in greater amounts after Cd exposure and in specific phases of the physiological development. These results have been confirmed using bafilomycin A1 and 3-methyladenine, known inhibitors of this process. In particular we observed that embryos treated with sublethal Cd concentration activate a massive autophagic response after 18h, which decreases between 21 and 24 h, in the opposite of apoptotic process. In order to investigate a possible temporal relationship between autophagy and apoptosis, we tested apoptotic signals by TUNEL and immunofluorescence in situ assays of cleaved caspase-3. Quantitative analysis has shown that embryos activate a massive apoptosis after 24h of Cd-exposure. These results have been confirmed using Z-DEVD-FMK, a specific inhibitor of apoptosis. Therefore a functional relationship between autophagy and apoptosis was estimated evaluating apoptotic signals in Cd-exposed embryos, upon treatment with the autophagic inhibitor 3-methyladenine. We found that the inhibition of autophagy produced a contemporaneous reduction of apoptotic signals, suggesting that the two phenomena are functionally related. In effect using methylpyruvate, a cell-permeable substrate for ATP production, apoptotic signals were substantially restored. These data could be explained considering that autophagy could energetically contribute to apoptotic execution through its catabolic role.
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Books on the topic "Strategie di difesa"

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Florit, Davide. Competitive intelligence: Strategie di difesa. Bologna: CLUEB, 2004.

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Stefani, Eraldo. La difesa del colpevole e del non colpevole nella fase delle indagini preliminari: Metodologie e strategie di difesa immediata, aspetti interdittivi della misura cautelare. Milano: Giuffrè, 1993.

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Italy. Parlamento. Camera dei deputati. Commissione difesa., ed. Iniziativa di difesa strategica: Valutazioni politiche e negoziato di Ginevra : ciclo di tavole rotonde su temi strategici patrocinato dall'on.le Presidente della Commissione difesa della Camera dei deputati : Roma, aprile-giugno 1985. [Italy]: Società italiana per la organizzazione internazionale, S.I.O.I., 1985.

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L'Abate, Alberto, and Lorenzo Porta, eds. L'Europa e i conflitti armati. Florence: Firenze University Press, 2008. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-786-7.

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Abstract:
Frutto di uno dei più importanti convegni tenutisi in Italia sul ruolo dei Corpi civili di pace europei nella prevenzione dei conflitti armati, il volume raccoglie i contributi di alcuni tra i migliori studiosi italiani e stranieri che si sono occupati di peacekeeping e di peace building, costituendo uno strumento importante per la diffusione di questi temi nelle scuole superiori e all'Università secondo quanto previsto da un progetto ministeriale approvato. Due scritti introduttivi dei curatori, Alberto L'Abate e Lorenzo Porta, lo aggiornano agli avvenimenti più recenti e nel contempo illustrano indirizzi e contraddizioni delle politiche dell'UE in materia di prevenzione dei conflitti e di disarmo. Una particolare sezione è poi dedicata al conflitto serbo-albanese in Kossovo e al rischio di una nuova esplosione delle ostilità, analizzati attraverso le voci dialoganti di esponenti delle parti opposte. Sullo stesso tema pone l'accento anche la premessa di Antonio Cassese, ex presidente della Corte dell'Aia per i crimini di guerra in ex Jugoslavia e docente di Diritto internazionale all'Università di Firenze, che presenta delle interessanti proposte incentrate sul ruolo di mediazione dell'UE. Completano infine il volume le appendici che offrono un compendio della storia della nonviolenza indiana e delle Shanti Sena. Seguono documenti sugli esiti del più recente dibattito europeo su resistenza nonviolenta, difesa e intervento civile in zona di conflitto. Rassegna stampa: GAIA, giugno 2009: Una strategia vincente: costruire la pace dal basso
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Donno, Marcello De. La svolta strategica all'indomani dell'11 settembre: Prospettive d'impiego dello strumento aeronavale : conferenza tenuta il 17 giugno 2002 al Centro Alti Studi della Difesa dal Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio Marcello De Donno. Roma: Rivista marittima, 2002.

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6

Martini, Daniele. Scacco Matto: Il Più Completo Manuale Di Scacchi. Impara a Giocare Al Meglio le Tue Partite con Aperture, Difese, Attacchi e Tutte le Strategie Più Efficaci. Independently Published, 2021.

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Conference papers on the topic "Strategie di difesa"

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Anselmi, Naldo, G. P. Cellerino, and Alessandro Ragazzi. "Problematiche fitopatologiche e strategie di difesa nelle formazioni boschive italiane." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.082.

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Motta, E., L. Montecchio, and S. Mutto Accordi. "Le malattie in vivaio e le strategie di difesa integrata." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.091.

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