Academic literature on the topic 'Strategia di ricostruzione'

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Journal articles on the topic "Strategia di ricostruzione"

1

Dormont, D., A. Biondi, M. Sahel, and C. Marsault. "Studio della anatomia corticale con RM 3DFT nei pazienti con lesioni espansive della regione centrale." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 4 (November 1993): 387–96. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600403.

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Abstract:
Il recente sviluppo delle tecniche di RM 3DFT ha consentito un progresso decisivo nella visualizzazione delle strutture cerebrali. L'utilizzazione di sequenze di acquisizione volumetrica con ricostruzione multiplanare delle sezioni ottenute permette uno studio accurato e preciso delle circonvoluzioni e dei solchi della convessità cerebrale. Lo scopo del nostro studio era di valutare l'interesse di questa metodica in pazienti con lesioni espansive della regione centrale e con conseguente deformazione delle strutture anatomiche corticali. Ventuno pazienti sono stati studiati con un apparecchio di RM con magnete da 1,5 Tesla utilizzando un'acquisizione volumetrica tipo «Spoiled Gradient Recalled Acquisition in the Steady State» (SPGR) e successiva ricostruzione delle sezioni in piani tangenziali alla convessità cerebrale della regione centrale. L'identificazione delle circonvoluzioni e dei solchi della regione centrale e la localizzazione topografica precisa del processo espansivo sono stati possibili su 17 dei 21 pazienti. In presenza di lesioni espansive della regione centrale, le informazioni ottenute con questa metodica appaiono di grande interesse, permettendo di migliorare le indicazioni operatorie e la strategia chirurgica.
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2

Albrecht, Benno. "La ricostruzione del paesaggio a Cipro e il productive relief di Patrick Geddes." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 5–13. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1001.

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Abstract:
Alla fine del XIX secolo Patrick Geddes, tra i piu importanti pensatori del suo tempo sui temi urbani, compie un viaggio a Cipro dove sviluppa una strategia di intervento che nella sua visione possa assumere un carattere di esemplarita per l'intero Impero coloniale britannico e per i territori del medio oriente. Attraverso nuove tecnologie di gestione delle acque e di irrigazione diviene possibile innescare processi positivi di tipo economico, produttivo e sociale. In questo modo la garanzia della pace e direttamente legata all'uso accorto delle risorse naturali e sociali tracciando un percorso possibile, mai completamente esplorato.
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Giordana, Emanuele. "La crisi dell'opzione civile nella palude afgana." FUTURIBILI, no. 1 (March 2011): 187–94. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001013.

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Abstract:
Le dimissioni anticipate di Kai Eide, il capo della missione Onu in Afghanistan, il fallimento del processo elettorale per l'elezione del presidente - vessato da frodi e brogli manifesti - ma soprattutto la decisione di Barack Obama di inviare nuovi soldati sembrano dire, sul futuro dell'Afghanistan, una sola cosa: nonostante le speranze di una svolta che sapesse coniugare la presenza dei soldati della Nato a un cambio di strategia che tenesse in maggior conto le esigenze e le necessitŕ della popolazione, il conflitto nel paese asiatico sembra rimanere prigioniero della sola opzione militare. La decisione di Obama di inviare trentamila marine, seguita dalla promessa della Nato di cercarne in Europa altri diecimila (tra cui mille italiani) non solo non č stata accompagnata da una riflessione sulla necessitŕ di un maggior impegno civile in Afghanistan nella ricostruzione e per soddisfare le necessitŕ primarie, ma sembra significare che la Comunitŕ internazionale non č in grado di formulare alternative alla sola azione militare. Se non un generico appello per una miglior qualitŕ del governo nazionale di Kabul. Gli ultimi mesi sono significativi da questo punto di vista e vale la pena di ripercorrerli. Cercheremo anche di indicare qualche possibile suggerimento che, in primo luogo, dovrebbe coinvolgere un cambio di strategia del nostro Paese.
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Possanzini, Davide. "Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004)." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, no. 2 (December 31, 2006): 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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Abstract:
La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Galligani, Ivan. "La ricostruzione partecipata della Teoria del Cambiamento come prima analisi di una strategia d'azione sulle Comunità Educanti. Evidenze da un caso di studio." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 235–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001029.

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6

Ignazi, Piero. "LA CULTURA POLITICA DEL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 431–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008650.

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Abstract:
IntroduzioneIl mondo politico-culturale della destra italiana del dopoguerra è stato trascurato, per lungo tempo, dalla comunità scientifica. A parte il pionieristico lavoro di Giorgio Galli, risalente alla metà degli anni settanta, è soltanto con l'inizio di questo decennio che si sviluppa una seria linea di ricerca su alcune componenti della destra italiana. In particolare, per motivi diversi, vengono privilegiati due versanti: la Nuova Destra e l'area radicale e terrorista. L'attenzione dedicata a questi due fenomeni non è casuale ma trova spiegazione nel fatto che essi costituiscono una sorta di “novità” rispetto al filone centrale del neofascismo: da un lato, la Nuova Destra, emersa alla fine degli anni settanta sulla scia dellaNouvelle Droitefrancese, rappresenta il contributo intellettualmente piò originale e articolato di riflessione e rielaborazione delle coordinate ideologiche e politiche della destra; dall'altro, l'area radicale e terrorista costituisce per la sua intrinseca drammaticità un forte stimolo all'approfondimento delle motivazioni, del costrutto ideologico e delle articolazioni organizzative. Gli studi condotti negli anni ottanta su queste due aree forniscono importanti tasselli alla ricostruzione o alla comprensione dellaWeltanschauungdi destra. Tuttavia è rimasto escluso da questo risveglio di interesse l'espressione piò solida e corposa della destra italiana, vale a dire il Movimento Sociale Italiano.Va subito precisato, infatti, che il MSI, i movimenti di destra radicale (DR) e la Nuova Destra (ND) pur essendo contigui, si differenziano percomplessità organizzativa, strategia politicaereferenti culturali.Per quanto riguarda la complessità organizzativa, essa è:— elevata nel MSI: il partito si struttura secondo il classico modello duvergeriano del «partito di massa» e, tra l'altro, inquadra centinaia di migliaia di iscritti;— ridotta nelle formazioni della DR: i vari gruppi si strutturano o come piccole sette (i movimenti golpisti e terroristi) o come «comitati» (i movimenti di contromobilitazione moderata e reazionaria degli anni settanta);— molto bassa nella ND: essa mantiene uno stadio fluido di movimento culturale legato ad iniziative editoriali.In merito alla strategia politica, essa si articola in tre posizioni distinte:— alternativa al regime ma accettazione (e pratica) delle regole democratiche per il MSI;— abbattimento immediato e violento del sistema e rifiuto dei meccanismi democratici per la DR;— estraneità rispetto al sistema e superamento degli istituti liberaldemocratici attraverso un processo «metapolitico» di egemonizzazione culturale e di ridefinizione delle coordinate ideologiche («al di là della destra e della sinistra») per la ND.Per quanto attiene, infine, ai referenti culturali si può affermare che, nonostante tutte le componenti attingano ad un medesimo serbatoio, esse si differenziano:a)per la diversa considerazione del contributo evoliano — superficiale-strumentale nel MSI («doveroso» omaggio ad uno dei pochissimi pensatori forti della destra ma sostanziale ininfluenza dei suoi contributi), esegetico-esistenziale nella DR («il mondo delle rovine», «rapolitia», «l'uomo differenziato», «lo spirito legionario», ecc.), marginale nella ND dove viene ridimensionato per la sua impostazione anti-moderna («il mito incapacitante»);b)per l'assenza nella DR e nella ND di alcuni cardini della cultura politica missina come il pensiero giuridico (Rocco e Costamagna) e filosofico (Gentile e Spirito) fascista.Anche se la delimitazione dei confini di queste tre componenti, è stata, in certi periodi e per certi gruppi, alquanto incerta, soprattutto perché il MSI ha rappresentato sempre ilprimum mobiledi tutta Tarea di destra (di qui i frequenti passaggi di confine tra partito e organizzazioni esterne di variroutiersdella destra), esse vanno tenute adeguatamente distinte.Ciò premesso, in questo lavoro intendiamo occuparci esclusivamente del soggetto rimasto finora più in ombra, il Movimento Sociale Italiano. Più in particolare, ci soffermeremo sui tratti salienti della «cultura politica» di questo partito quale emerge, in primo luogo, dalla pubblicistica interna e dai documenti ufficiali (e quindi l'immagine che il partito proietta — e/o intende proiettare — all'esterno) e, in secondo luogo, dalle risposte ad una serie di domande di atteggiamento fornite da un campione significativo di quadri intermedi del MSI.
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Galli, Jacopo. "Confini urbani, confini di guerra, confini di ricostruzione. I regimi proprietari come motore dei processi insediativi della ricostruzione." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 38–59. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1004.

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Abstract:
Le attuali condizioni delle citta della MENA region pongono serie domande sui processi di progettazione in termini di possibili strategie di ricostruzione. Le condizioni di tabula rasa offrono molte possibilita, ma la struttura della proprieta e un grave ostacolo a una ricostruzione sostenibile. L'articolo analizza l'evoluzione dei confini urbani nelle citta siriane prima, durante e dopo la guerra, ripercorrendo i processi di metamorfosi urbana dettati da cause economiche, sociali e storiche.
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Morelli, Davide. "La battaglia di Pidna. Aspetti topografici e strategici." Klio 103, no. 1 (June 1, 2021): 97–132. http://dx.doi.org/10.1515/klio-2020-0304.

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Abstract:
Riassunto Sulla base di nuove considerazioni, si propone la ricostruzione della battaglia di Pidna (168 a.C.) sotto l’aspetto topografico, tattico e strategico. Il luogo dello scontro individuato da N.G.L. Hammond viene confermato, ma vi sono dettagli delle fonti che fanno pensare a una diversa disposizione delle truppe. La battaglia sembra essere stata accuratamente preparata dai Romani.
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Annalinda Neglia, Giulia. "Progetti per il recupero culturale. Strategie per il paesaggio urbano storico della città antica di Aleppo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1007.

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Abstract:
Le distruzioni traumatiche che continuano a interessare i centri storici delle regioni mediorientali, ne hanno danneggiato la coerenza morfologica e sociale. Focalizzandosi sul recupero del paesaggio urbano nel suo complesso, questo scritto intende prospettare strategie progettuali per la rigenerazione della Citta antica di Aleppo basate su metodologie che coinvolgono la comunita locale nei processi di ricostruzione corale della societa urbana, delle case e del recupero degli spazi aperti.
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Galli, Jacopo. "Il decentramento come risorsa e modello per strategie federaliste di ricostruzione. Dalle prospettive storiche al caso curdo-siriano." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1006.

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Abstract:
Le politiche di decentramento sono oggi l'unica alternativa possibile all'esplosione urbana e le aree della MENA region interessate da conflitti sono il luogo principale dove si possono testare. Attualmente gli schemi di distribuzione delle risorse lasciano presagire che la ricostruzione avverra principalmente nelle aree urbane. Il paper indaga una alternativa attraverso la definizione degli strumenti dell'assemblea e della commissione e ne prefigura le conseguenze spaziali e urbane.
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Dissertations / Theses on the topic "Strategia di ricostruzione"

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FONTANA, CORA. "La ricostruzione dell'Aquila dopo il terremoto del 2009: condizioni iniziali, strategia, esiti formali e spaziali." Doctoral thesis, Gran Sasso Science Institute, 2017. http://hdl.handle.net/20.500.12571/9680.

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Abstract:
Un disastro naturale determina inevitabilmente la possibilità/necessità di nuove traiettorie di sviluppo spaziale ed economico per la città nella quale si è verificato. Uno shock esogeno, infatti, – che sia un disastro naturale o sociale – costringe la città a ripensare il suo futuro. Da un certo punto di vista, un disastro offre alla società locale l’occasione di riorganizzare se stessa, a partire dalla sua struttura spaziale e sociale. Trascorso il periodo dell’emergenza e valutato il danno, la sfida per gli attori coinvolti – in Italia, in genere, enti locali e governo nazionale – consiste nel pianificare il processo della ricostruzione e gli obiettivi della ricostruzione. Una città, ricostruendosi per tornare a essere competitiva con le altre città deve pensare e agire in modo strategico, valutando e modificando – se necessario – la propria struttura per garantirne l’adeguatezza. Tuttavia, considerata l’unicità di ogni disastro, quando si parla di processo di ricostruzione non esistono regole rigide o modi univoci di pianificare e agire. Ogni disastro, infatti, è caratterizzato dalla combinazione di diversi fattori che dipendono dall’entità del danno, dalla realtà urbana che lo subisce, dalle condizioni in cui questa si trovava – in termini spaziali, ma anche sociali ed economici – prima della cesura dettata dallo shock. Un aspetto fondamentale, in genere trascurato, è la qualità della “risposta cognitiva” che la comunità locale (ma anche nazionale) dà ai dis-equilibri che il disastro ha determinato. Con quali strumenti di pianificazione e programmazione, con quali processi di formazione di piani e programmi, con quali meccanismi di determinazione degli obiettivi la città reagisce al disastro naturale e avvia la ricostruzione? Il lavoro di tesi discute il caso studio della città dell’Aquila analizzando diversi aspetti che hanno caratterizzato il sistema urbano aquilano, prima e dopo il sisma del 2009: l’immagine della città e la sua organizzazione spaziale prima del terremoto, con un’attenzione particolare ai caratteri dispersi del sistema insediativo aquilano e a quei processi e fattori che hanno determinato il fenomeno della dispersione dagli anni cinquanta al 2008; la risposta cognitiva (strumenti di pianificazione) che governi locali e nazionali hanno adottato – sia nella realizzazione dell’abitare temporaneo, sia nella costruzione del processo di ricostruzione a lungo termine – per rispondere agli effetti causati dal terremoto del 6 aprile del 2009; gli esiti delle politiche (convenzionali ed extra-ordinarie) che stanno tracciando la traiettoria di sviluppo spaziale della città oggi e gli effetti emergenti dalla ricostruzione fisica della città e del sistema urbano dell’Aquila a otto anni dal terremoto del 2009.
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Bernabei, Letizia. "La valutazione della vulnerabilità come strategia per la ricostruzione postsismica del Centro Italia. Il caso studio del centro storico di Caldarola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Come ormai noto, il sisma del centro Italia del 2016 ha dimostrato che l’approccio alla fase post-sismica sia ancora basato su una impostazione di tipo emergenziale, mentre stentano a farsi strada azioni di prevenzione e riduzione del rischio sismico. Il presente elaborato di tesi nasce con l’obiettivo di fornire una nuova strategia di intervento nel processo di ricostruzione proponendo una linea di indagine che aiuta a definire le problematicità da risolvere prioritariamente nella fase di ricostruzione, ma, al tempo stesso, avanza una proposta di azioni volte ad inserire strumenti di prevenzione e riduzione del rischio anche all’interno della pianificazione ordinaria. Per raggiungere questi obiettivi occorre cambiare l’approccio con cui si interviene all’interno di un insediamento urbano, il quale deve essere concepito in chiave sistemica con il supporto di approfondite analisi delle sue componenti e delle interazioni tra i sottosistemi funzionali che ne determinano la risposta ai disastri naturali. Sulla base di queste considerazioni è nata l’idea di approfondire la condizione postsismica di un comune dell’entroterra marchigiano della Provincia di Macerata, Caldarola. Sul caso studio è stata effettuata una ricognizione degli effetti sul sistema urbano e dei danni sul tessuto costruito attraverso: un’analisi alla scala urbanistica per individuare i deficit prestazionali che hanno causato la perdita di funzionalità dell’intero sistema; un’analisi della vulnerabilità alla scala edilizia, con un metodo di valutazione speditivo per individuare le criticità dei fronti edilizi interagenti con il sistema della viabilità strategica e con un metodo analitico per verificare la corrispondenza tra la propensione al danno, rappresentata dalla vulnerabilità, e il danno effettivo a seguito del sisma. I risultati ottenuti hanno permesso di introdurre nel calcolo il fattore di qualità muraria ed effettuare ulteriori considerazioni sul debito manutentivo.
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Pasqualetto, Giacomo <1986&gt. "“Immota manet”Il dopo-terremoto in Abruzzo: dal disastro alle strategie di ricostruzione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1787.

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Abstract:
La tesi prende in esame la situazione in Abruzzo dopo il sisma del 2009 tra scelte progettuali, dettate dall'emergenza, e prassi partecipative per la fase di ricostruzione. Lo studio del caso di Fontecchio, nel contesto dei comuni del cratere sismico, verso una ricostruzione partecipata.
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Varalli, Alessandra. "Ricostruzione delle strategie di sussistenza in Italia durante l’età del Bronzo : il contributo delle analisi isotopiche." Thesis, Aix-Marseille, 2015. http://www.theses.fr/2015AIXM3055.

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Abstract:
L’Âge du Bronze est un moment de changement pour les groupes humains en Italie : les attestations archéologiques montrent comment les nouvelles pratiques agricoles, le système d’élevage et le développement de nouvelles activités économiques sont diffusés différemment selon les régions, conformément à l’environnement et aux facteurs sociaux. L’étude des stratégies de subsistance et des comportements socio-économiques à travers l’analyse des patrons alimentaires en Italie, pendant l’Âge du Bronze est donc proposée. L’enjeu est de comprendre comment les habitudes alimentaires reflètent ces transformations et d’analyser l’introduction et consommation de nouvelles ressources végétales et animales. Sur la base d’une approche diachronique et géographique, l’évolution des habitudes alimentaires à travers les analyses des isotopes stables dans le collagène des os humains et animaux est présentée. L’étude se concentre sur dix sites datant de 2300-930 av. J.-C. L’analyse au niveau géographique témoigne d’une diète plus variée dans le Nord et le Centre de l’Italie par rapport au Sud. Concernant l’analyse diachronique, une homogénéité des ressources consommées à l’Âge du Bronze Ancien est remarquée. Pour l’Âge du Bronze Moyen et Final l’émergence de régimes alimentaires basés sur de nouvelles plantes est mise en évidence. Cette période se présente donc comme un moment de rupture et de transition. L’introduction de nouvelles ressources et la diffusion de céréales contribuent à mettre en évidence les dynamiques des échanges culturels qui ont caractérisé les communautés à l’Âge du Bronze, même si l’environnement et les variations climatiques ne doivent pas être négligées
The Bronze Age is characterised by significant changes in human groups organisation and activities. In Italy, archaeological evidences show that new agricultural practices, livestock farming and new economic activities were introduced. All these aspects evolved differently, depending on geographical areas, local environment and social factors. The study of subsistence strategies and socio-economic behaviours through the analysis of dietary patterns in Italy during the Bronze Age is presented. Main scopes are to delineate Italian society’s food choices and to analyse the introduction of new resources. Stable isotopes analyses contained in collagen of human and animal bone has been performed. A diachronic and geographic approach is presented. The analysis focuses on ten Italian sites dating from ca. 2300 to 930 BC, presenting both diachronic and geographic comparison. The geographic analysis shows a more varied diet in the North and Central Italy, compared to the Southern areas. Concerning the diachronic analysis, data highlight the homogeneity of the resources consumed during the Early Bronze Age. For both Middle and Late Bronze Ages, the introduction of new plants in the diet is evident. Thus, Middle Bronze Age represents a pivotal moment in protohistoric societies, as a phase of rupture and transition. The consumption of different food resources and new cereals diffusion processes contribute to highlight the importance of contacts and cultural exchanges. These relationships had a significant influence on Italian communities during the Bronze Age, including food habits, although the environment and the climatic oscillations of this period cannot be neglected
L'età del Bronzo è una fase della Protostoria caratterizzata in Italia da importanti cambiamenti per i gruppi umani. Le evidenze archeologiche suggeriscono l'introduzione di nuove pratiche agricole e sistemi di allevamento, a cui si associa la sviluppo di attività di rilevanza a livello economico (e.g. metallugia), e una maggiore organizzazione della società che mostrano al loro interno una strutturazione e gerarchizzazione più marcata: questi aspetti presentano tendenze differenti secondo l'area geografica, in seguito alle caratteristiche ambientali locali e fattori di tipo sociale. Questo lavoro propone lo studio delle strategie di sussistenza e delle tendenze socio-economiche attraverso l'analisi dell'alimentazione. Gli obiettivi sono comprendere come le transformazioni che si manifestano a livello socio-economico si riflettono nella dieta, delineare le tendenze alimentari considerando anche gli aspetti biologici e analizzare il consump di nuove risorse. Lo studio è stato effetuato attraverso l'analisi degli isotopi stabili contenuti nel collagene delle ossa di resti umani e animali. Sono stati selezionati 10 siti della penisola italiana datati tra 2300-930 BC: prendendo in considerazione altri siti disponibili in letteratura, l'analisi è avvenuto applicando un approccio di tipo geografico e cronologico. L'analisi geografica ha messo in evidenza come il Nord e il Centro Italia presentino dei pattern alimentari variegati, contrariamente à quanto si rileva per il Sud Italia. L'analisi cronologica mostra come nel Bronzo Antico si noti una maggior omogeneità nel tipo di risorse consumate, differentemente all'età del Bronzo Medio e Rencete-Finale, dove l'introduzione di nuovi cereali nella dieta,come il miglio, risultaevidente. Questo studio, quindi, mostra come nel Bronzo Antico rappresenti un momento critico, di transizione, per i gruppi umani protostorici. Il consumo di risorse differenti e il processo di diffusione di nuovi cereali sottolinea l'importanza dei contatti e degli scambi culturali tra le diverse comunità. Queste relazioni cominciano ad avere un'influenza rilevante durante l'età del Bronzo, anche a livello di abitudini alimentari, sebbene non possano essere ignorate le caratteristiche ambientali locali e le oscillazioni climatiche di questo periodo
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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Books on the topic "Strategia di ricostruzione"

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Mauro, Dolce, Manfredi Gaetano 1964-, and Nuti Camillo, eds. Strategie di sviluppo sostenibile per le costruzioni in Cina, in Europa e in Italia per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009: Atti del convegno, Roma, 19-20 aprile 2010 = Sustainable development strategies for constructions in Europe and China. Roma: Aracne, 2012.

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