Academic literature on the topic 'Storia sociale dell'arte'

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Journal articles on the topic "Storia sociale dell'arte"

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Welch, Evelyn. "Engendering Italian Renaissance art — a bibliographic review." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 201–16. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003925.

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Abstract:
L'IDENTITÀ SESSUALE NELL'ARTE RINASCIMENTALE ITALIANA — UNA RASSEGNA BIBLIOGRAFICAQuesto saggio fornisce una rassegna di precedenti approcci allo studio della figura femminile nell'arte rinascimentale italiana e dei recenti sviluppi negli studi femministi e sull' identità sessuale. Mentre gli storici hanno in anni recenti adottato nuovi metodi e domande di ricerca nell'esplorare in maniera produttiva il ruolo economico e sociale della donna, gli storici dell'arte rinascimentale si sono mostrati più reticenti verso queste innovazioni. Solo di recente sono venuti alla luce nuovi libri ed articoli che trattano della donna come pittrice, mecenate e come oggetto di rappresentazioni figurate. Tuttavia queste pubblicazioni vanno viste come episodi isolati in un campo che si mostra restio allo studio del ruolo della donna. In questo saggio l'attuale diversità di approcci allo studio dell storia dell'arte viene illustra to. L'importanza degli studi di identità sessuale come un concetto cruciale per gli studi rinascimentali viene proposta come un concetto fondamentale affinchè il campo mantenga la sua vitalità nel XXI secolo.
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Treu, Tiziano. "Flessibilitŕ e tutele nella riforma del lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 1–51. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137001.

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Abstract:
Il saggio contiene un'analisi generale della recente riforma del lavoro (l. n. 92/2012). In premessa si ricostruisce l'iter formativo del provvedimento anzitutto nel dibattito fra le parti sociali e il governo, di cui si sottolinea l'andamento contrastato, e poi in sede parlamentare, dove si č verificata una larga convergenza politica sul testo e sulle sue modifiche, che peraltro non ha impedito forti tensioni e diffuse critiche. Il saggio discute l'impostazione generale della legge ispirata al modello europeo della flexicurity, mettendola a confronto con le esperienze di altri paesi e tenendo conto delle particolaritŕ italiane. Sottolinea inoltre l'importanza della delega sulla partecipazione dei lavoratori nell'impresa, che č indicata fra i principi ispiratori del provvedimento. Il commento rileva la non completa corrispondenza dei principali blocchi della legge rispetto agli obiettivi dichiarati dal governo e ai modelli europei: la persistente debolezza degli ammortizzatori sociali, accentuata dalla storica inadeguatezza degli strumenti di politica attiva del lavoro; l'importanza della promozione dell'apprendistato come canale privilegiato di ingresso dei giovani al lavoro; le scelte contrastanti in tema di flessibilitŕ in entrata, consistenti da una parte in una parziale liberalizzazione del contratto a termine, dall'altra in interventi limitativi dei contratti a progetto, partite IVA, associazione in partecipazione, con il ricorso alla tecnica delle presunzioni e, per altro verso, con l'aumento dei costi contributivi (interventi non omogenei che riflettono la mancanza di una rivisitazione complessiva del lavoro autonomo); infine, la modifica dell'art. 18 dello St.lav. che realizza il superamento dell'anomalia italiana della reintegrazione come unica sanzione del licenziamento ingiustificato e riconduce la reintegrazione a ipotesi tassativamente indicate dalla legge, sostanzialmente marginali rispetto alla indennitŕ risarcitoria. Il saggio sottolinea, infine, l'importanza delle vicende applicative della legge, opportunamente soggette a monitoraggio, e il ruolo decisivo non solo della giurisprudenza, ma della contrattazione collettiva che č chiamata a modificare la normativa con interventi ai vari livelli nazionali e decentrati.
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NETO CUNHA, Joaquim Ferreira da. "O smartphone na aprendizagem à luz da Teoria Histórico Crítica." INTERRITÓRIOS 6, no. 11 (August 6, 2020): 182. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247755.

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Abstract:
Este trabalho tem por objetivo principal refletir a utilização das tecnologias móveis na aprendizagem à luz da Teoria Histórico Critica. A metodologia a ser utilizada é a revisão literária em textos consagrados da literatura da área pesquisada. O smartphone, enquanto tecnologia digital móvel alterou a forma de comunicação e informação, convergindo diversas funcionalidades com o fato de se fazer onipresente, e apresentando inúmeras possibilidades que podem ser utilizadas a favor do ensino-aprendizagem. Nesse sentido, a Teoria Histórico Critica vem contribuir com o processo ensino e aprendizagem, pois propicia ao educando uma aprendizagem significativa, promovendo suas capacidades psíquicas, a socialização do saber sistematizado, promovendo a promoção humana, alterando seus comportamentos para se colocarem conscientemente no âmbito social. Destarte, percebemos que a tecnologia móvel smartphone é uma auxiliar muito importante no processo de ensino, onde os educando buscam constantemente novos conhecimentos. Smartphone. Tecnologias da Informação e Comunicação (TIC). Teoria Histórico Crítica.ABSTRACT This work has as main objective to reflect the use of mobile technologies in learning in the light of the Critical Historical Theory. The methodology to be used is the literary revision of consecrated texts of the literature of the researched area. The smartphone, as a mobile digital technology, changed the form of communication and information, converging several functionalities with the fact of being ubiquitous, and presenting numerous possibilities that can be used in favor of teaching-learning. In this sense, the Critical Historical Theory contributes to the teaching and learning process, as it provides the student with meaningful learning, promoting their psychic abilities, the socialization of systematized knowledge, promoting human promotion, changing their behaviors to place themselves consciously in the social sphere. Thus, we realize that mobile smartphone technology is a very important aid in the teaching process, where the students constantly seek new knowledge.Smartphone. Information and Communication Technologies (TIC). Critical Historical Theory. RESUMEN Este trabajo tiene como objetivo principal reflejar acerca del uso de tecnologías móviles en el aprendizaje a la luz de la Teoría Histórica Crítica. La metodología a utilizar es la revisión literaria de textos consagrados de la literatura del área investigada. El smartphone, como tecnología digital móvil, ha cambiado la forma de comunicación e información, convergiendo varias características con el hecho de que es omnipresente y presenta numerosas posibilidades que pueden utilizarse a favor de la enseñanza-aprendizaje. En este sentido, la Teoría Histórica Crítica viene a contribuir al proceso de enseñanza y aprendizaje, ya que proporciona al estudiante un aprendizaje significativo, promueve sus habilidades psíquicas, socializa el conocimiento sistematizado, promueve la promoción humana, cambia sus comportamientos para ubicarse conscientemente en la esfera social. Por lo tanto, nos damos cuenta de que la tecnología móvil smartphone es una ayuda muy importante en el proceso de enseñanza, donde los estudiantes buscan constantemente nuevos conocimientos. Smartphone. Tecnologías de la Información y la Comunicación (TIC). Teoría Histórica Crítica.RIASSUNTO Questo lavoro ha come obiettivo principale quello di riflettere l'uso delle tecnologie mobili nell'apprendimento alla luce della teoria storica critica. La metodologia da utilizzare è la revisione letteraria in rinomati testi della letteratura dell'area ricercata. Lo smartphone, in quanto tecnologia digitale mobile, ha cambiato la forma di comunicazione e informazione, facendo convergere diverse funzionalità con il fatto che è onnipresente e presenta numerose possibilità che possono essere utilizzate a favore dell'insegnamento-apprendimento. In questo senso, la Teoria storica critica arriva a contribuire al processo di insegnamento e apprendimento, poiché fornisce allo studente un apprendimento significativo, promuovendo le sue capacità psichiche, la socializzazione della conoscenza sistematizzata, promuovendo la promozione umana, cambiando i loro comportamenti per posizionarsi consapevolmente nella sfera sociale . Pertanto, ci rendiamo conto che la tecnologia dello smartphone mobile è un aiuto molto importante nel processo di insegnamento, in cui gli studenti cercano costantemente nuove conoscenze.Smartphone. Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione (TIC). Teoria Storica Critica.
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Dissertations / Theses on the topic "Storia sociale dell'arte"

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Stera, Margherita <1998&gt. "Suzanne Lacy: la svolta sociale nell'arte contemporanea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21779.

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Abstract:
La tesi analizza le ricerche artistiche condotte dall’artista americana Suzanne Lacy nell’ambito dell’arte partecipativa. L’opera di Suzanne Lacy è caratterizzata dall’ibridazione di una molteplicità di generi artistici quali performance, arte socialmente impegnata, arte orientata alla comunità e l’etichetta da lei stesa coniata “New Genre Public Art”. Cresciuta nell’ambiente artistico californiano degli anni ’70, caratterizzato dall’affermazione dell’arte femminista e, dalla “dematerializzazione” dell’arte (per usare l’espressione della critica Lucy Lippard), ossia l’apertura di un nuovo complesso campo di pratiche artistiche caratterizzate da una natura sociale, politica, pedagogica e spesso esplicitamente attivista. Proprio per la commistione e la relazione imprescindibile che emerge tra l’arte di Suzanne Lacy e l’ambito sociologico e pedagogico che fa da cornice, la tesi è strutturata in modo da analizzare l’opera dell’artista in relazione al contesto in cui essa si realizza e di cui è espressione, delineando le caratteristiche estetiche e teoriche delle sue metodologie artistiche partecipative.
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Meschini, Emanuele Rinaldo <1984&gt. "Socially engaged art e pratiche artistiche nel sociale in Italia a partire dagli anni 2000." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17855.

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Abstract:
La ricerca si propone di analizzare lo sviluppo delle pratiche socially engaged in Italia attraverso il confronto con la critica e la pratica statunitense di inizio anni '90. La critica italiana pur avendo recepito la socially engaged ha sempre preferito il termine public art limitando di fatto lo sviluppo teorico della pratica stessa. In mancanza di una programmaticità critica, i progetti urbani complessi di fine anni '90 si sono dimostrati la "palestra" migliore per testare questa nuova pratica. A partire da uno scambio sempre più stretto tra arte e urbanistica, a partire dal 2010 si sono iniziati a sviluppare premi e bandi ad hoc pensati soprattutto per giovani artisti emergenti. La tesi è accompagnata dai risultati della mia ricerca sul campo attraverso la realizzazione di progetti inseriti all'interno della cornice della riqualificazione urbana proprio per testare e verificare le possibilità di una nuova pratica.
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Parini, Ilaria <1996&gt. "La fruibilità dei depositi nei musei d’arte: un progetto di inclusione sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18905.

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Abstract:
L’accessibilità, fisica o virtuale, ai depositi dei musei d’arte potrebbe condurre alla democratizzazione del museo contemporaneo attraverso una maggiore inclusione sociale? Il tema dell’accessibilità ai depositi costituisce un argomento di dibattito ormai da tempo. Che il deposito non sia più soltanto un magazzino di opere di seconda scelta, ma che sia il cuore pulsante del museo, in cui si intersecano le attività di ricerca e di educazione, è un’opinione ormai comune. Per rendere dinamico al massimo questo luogo, molti musei hanno sperimentato il visible storage e l’open storage, allo scopo di mostrare la collezione non esposta, e rendere il pubblico ordinario partecipe di quello che succede dietro le quinte dei musei. Ma ancora più all’avanguardia sono le forme di off-site storage sorte negli ultimi anni: i musei-deposito e i depositi centralizzati. Con l’evoluzione della comunicazione museale, proprio l’idea che il pubblico non sia destinatario passivo, ma che sia anch’esso portatore di significati, ha portato a considerare le collezioni museali conservate come occasione di percorsi didattici innovativi. Dunque, in linea con questa considerazione, si intende proporre metodi interpretativi delle collezioni in deposito, con l’obiettivo di favorire il dialogo del museo con le diverse comunità che lo circondano. Infine, attraverso l’analisi di tre casi studio, rappresentati da importanti istituzioni veneziane, si cerca di approfondire gli eventuali progetti di valorizzazione dei depositi già realizzati o pensati per il futuro.
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De, Ruvo Denise <1993&gt. "Pratiche performative e vita quotidiana. Dewey, Turner, Goffman e Dissanayake sulla funzione sociale dei mezzi espressivi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20662.

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Abstract:
La tesi prende in considerazione gli studi di quattro diversi pensatori (John Dewey, Victor Turner, Erving Goffman, Ellen Dissanayake) intorno al tema della performance, in quanto pratica artistica, rituale e quotidiana. Analizzando le cerimonie rituali e i comportamenti umani all’interno del contesto pubblico e relazionale, la ricerca vuole considerarne la funzione sociale. Grazie ad approcci antropologici, filosofici e sociologici ognuno degli autori suggerisce una riflessione sul rapporto fra performance e vita quotidiana, sottolineando il ruolo dell’arte nella società e più in generale l’importanza del mezzo espressivo nell’esistenza collettiva. Sulla scia degli autori trattati, viene dunque proposta una concezione dell’arte come continua con l'esperienza quotidiana, evidenziandone il ruolo strutturale nella vita di ogni essere umano.
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Scopelliti, Simona <1986&gt. "Il design degli anni sessanta e settanta: un nuovo modo di intendere l’utenza, tra progetti di utopia radicale e impegno sociale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1711.

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Zorzi, Alberto Gerardo <1958&gt. "Ambiente - Azione - Partecipazione - 1970 - 1990. La Scultura entra nella realtà urbana, l'Arte diventa sociale. Esperienze plastiche in Italia:Volterra 1973, Biennale Internazionale d'Arte di Venezia 1976- 1978, Tuoro sul Trasimeno - Campo del Sole, 1986 - 1988." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2657.

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Abstract:
La Tesi è relativa alla scultura italiana contemporanea. Verrà particolarmente indagato il ventennio del novecento anni '70 - '90. La ricerca analizzerà il versante della scultura in rapporto all'Ambiente, al contesto sociale e architettonico in Italia. Affrontando alcune esperienze molto significative che sono avvenute in quel periodo, in un ambito anche di forte partecipazione sociale. La tesi avrà come relatore il Professore Nico Stringa dell'Università Cà Foscari di venezia e correlatore il Professore emerito Enrico Crispolti dell'Università di Siena.
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SCHIRRIPA, MARTINA. "Giovanni da Bissone e la sua bottega. La realtà sociale delle botteghe di lapicidi lombardi a Genova e gli scambi culturali fra Lombardia, Veneto, Liguria e Toscana." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/973333.

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Crescioli, Lorenzo <1983&gt. "Necropoli o santuari? La dimensione funeraria, rituale e sociale dei kurgan sciti : nuovi dati dalla necropoli di Kaspan (regione del Semirech'è, Kazakhstan)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10263.

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Abstract:
La ricerca si basa su recenti indagini archeologiche svolte in Kazakhstan in collaborazione fra Università Ca'Foscari e Centro Studi e Ricerche Ligabue. Tali ricerche hanno rivelato nuovi particolari del rituale funerario delle comunità scite dell'Asia centrale, precedentemente poco attestati. Sulla base di questi dati si analizzano inotre numerose necropoli provenienti da varie regioni dell'Asia centrale, con l'obiettivo di dimostrare come le necropoli e i kurgan reali sciti, oltre al consueto "carattere funerario" possano assumere un valore religioso/spirituale e sociale, diventando il centro di aggregazione della comunità scita.
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GAETANO, ELIA SIDDHARTA. "PLINIO NOMELLINI 1866-1943. ICONOGRAFIE DEL LAVORO. DAL REALISMO SOCIALE AL SIMBOLISMO 1885-1908." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97172.

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Abstract:
Il presente studio intende proporre una rilettura originale della pittura di Nomellini, fondata su un percorso critico incentrato sulle iconografie del lavoro. Tale analisi è limitata cronologicamente alla prima fase della sua attività: dagli esordi fiorentini, intorno al 1886, alle partecipazioni alla Biennale di Venezia nelle edizioni del 1907 e del 1909. Si intende così definire un ideale catalogo delle opere dedicate al tema del lavoro capace di ripercorrere e di precisare quell’evoluzione estetico-ideologica già messa in luce da Ragghianti, che aveva portato diversi artisti inizialmente ispirati a ideali sociali umanitaristi dapprima verso una «significazione idealista» di carattere dannunziano e poi all’adesione a un mitografismo nazionalista e «immaginifico». Uno sviluppo che nel caso di Nomellini parte da dipinti che ritraggono i contadini della Maremma secondo una prospettiva sociale umanitaria e con uno stile ancora in bilico tra il naturalismo e la rappresentazione di un nuovo senso della luce, e che trova un provvisorio punto d’arrivo nelle tele genovesi di dichiarata critica sociale, realizzate con la tecnica divisionista. Se la svolta simbolista di Nomellini comporta anche la scomparsa del tema del lavoro dalla sua pittura, l’iconografia del lavoro si ripresenta nuovamente nella produzione nomelliniana del primo decennio del Novecento, trasfigurata però da una nuova prospettiva ideologica tesa a una mitizzazione nazionalista del mondo del lavoro e dei lavoratori e affrontata con un divisionismo ormai maturo.
The present study intends to propose an original reinterpretation of Nomellini's painting, based on a critical path centered on the iconographies of work. This analysis is chronologically limited to the first phase of his activity: from the Florentine beginnings, around 1886, to the participations in the Venice Biennale in the 1907 and 1909 editions. Thus we intend to define an ideal catalog of works dedicated to the theme of work capable of retrace and clarify that aesthetic-ideological evolution already highlighted by Ragghianti, which had led several artists initially inspired by humanitarian social ideals, first towards an "idealist signification" of a D'Annunzian character and then adherence to a nationalist and "imaginative mythography ". A development that in Nomellini's case starts from paintings that portray the peasants of the Maremma according to a humanitarian social perspective and with a style still poised between naturalism and the representation of a new sense of light, and which finds a provisional point of arrival in the Genoese canvases of declared social criticism, made with the pointillist technique. If Nomellini's symbolist turning point also entails the disappearance of the theme of work from his painting, the iconography of work reappears again in Nomellini's production of the first decade of the twentieth century, transfigured, however, by a new ideological perspective aimed at a nationalist mythization of the world of work and workers and faced with a mature divisionism.
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GAETANO, ELIA SIDDHARTA. "PLINIO NOMELLINI 1866-1943. ICONOGRAFIE DEL LAVORO. DAL REALISMO SOCIALE AL SIMBOLISMO 1885-1908." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97172.

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Abstract:
Il presente studio intende proporre una rilettura originale della pittura di Nomellini, fondata su un percorso critico incentrato sulle iconografie del lavoro. Tale analisi è limitata cronologicamente alla prima fase della sua attività: dagli esordi fiorentini, intorno al 1886, alle partecipazioni alla Biennale di Venezia nelle edizioni del 1907 e del 1909. Si intende così definire un ideale catalogo delle opere dedicate al tema del lavoro capace di ripercorrere e di precisare quell’evoluzione estetico-ideologica già messa in luce da Ragghianti, che aveva portato diversi artisti inizialmente ispirati a ideali sociali umanitaristi dapprima verso una «significazione idealista» di carattere dannunziano e poi all’adesione a un mitografismo nazionalista e «immaginifico». Uno sviluppo che nel caso di Nomellini parte da dipinti che ritraggono i contadini della Maremma secondo una prospettiva sociale umanitaria e con uno stile ancora in bilico tra il naturalismo e la rappresentazione di un nuovo senso della luce, e che trova un provvisorio punto d’arrivo nelle tele genovesi di dichiarata critica sociale, realizzate con la tecnica divisionista. Se la svolta simbolista di Nomellini comporta anche la scomparsa del tema del lavoro dalla sua pittura, l’iconografia del lavoro si ripresenta nuovamente nella produzione nomelliniana del primo decennio del Novecento, trasfigurata però da una nuova prospettiva ideologica tesa a una mitizzazione nazionalista del mondo del lavoro e dei lavoratori e affrontata con un divisionismo ormai maturo.
The present study intends to propose an original reinterpretation of Nomellini's painting, based on a critical path centered on the iconographies of work. This analysis is chronologically limited to the first phase of his activity: from the Florentine beginnings, around 1886, to the participations in the Venice Biennale in the 1907 and 1909 editions. Thus we intend to define an ideal catalog of works dedicated to the theme of work capable of retrace and clarify that aesthetic-ideological evolution already highlighted by Ragghianti, which had led several artists initially inspired by humanitarian social ideals, first towards an "idealist signification" of a D'Annunzian character and then adherence to a nationalist and "imaginative mythography ". A development that in Nomellini's case starts from paintings that portray the peasants of the Maremma according to a humanitarian social perspective and with a style still poised between naturalism and the representation of a new sense of light, and which finds a provisional point of arrival in the Genoese canvases of declared social criticism, made with the pointillist technique. If Nomellini's symbolist turning point also entails the disappearance of the theme of work from his painting, the iconography of work reappears again in Nomellini's production of the first decade of the twentieth century, transfigured, however, by a new ideological perspective aimed at a nationalist mythization of the world of work and workers and faced with a mature divisionism.
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Books on the topic "Storia sociale dell'arte"

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Arte, industria, rivoluzioni: Temi di storia sociale dell'arte. Torino: G. Einaudi, 1985.

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Vocisullarte, per un archivio di storia orale dell'arte contemporanea (Conference) (2019 : Sapienza Università di Roma), ed. Vocisullarte: Per un archivio di storia orale dell'arte contemporanea. Roma: Campisano editore, 2020.

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3

Bellesi, Ugo. Storia dell'alimentazione, della cultura gastronomica e dell'arte conviviale nelle Marche. Ancona, Italia: Il lavoro editoriale, 2009.

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4

La cooperazione dell'arte: La pratica artistica verso la vita in area campana : la stagione dell'arte nel sociale e storie simili. Casalnuovo di Napoli: IOD, 2020.

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5

Chiesi, Leonardo, ed. Identità sociale e territorio. Florence: Firenze University Press, 2009. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-689-1.

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Abstract:
Identità sociale e territorio. Il Montalbano presenta un lavoro di ricerca sul rapporto tra abitanti e paesaggio nella campagna toscana. Il materiale raccolto si articola in testo, immagini e video in una rappresentazione polifonica delle basi territoriali dell'identità sociale del complesso collinare del Montalbano, che si estende tra Firenze, Empoli, Prato e Pistoia. Il tema dell'identità locale territoriale è trattato nelle sue varie articolazioni. Si analizza come è organizzata la relazione tra abitanti e loro territorio, prendendo in considerazione, in particolare, la memoria storica sedimentata nei documenti e nei ricordi degli anziani, e poi analizzando la percezione dei confini e dei luoghi di riferimento che contribuiscono a formare un'immagine mentale chiara e strutturata dell'area vasta del Montalbano. Si prendono inoltre in esame gli attori sociali che contribuiscono a fare il paesaggio: coloro che a vario grado, con azioni e micro-azioni quotidiane, continuamente riproducono quella complessa figura territoriale che tanto interesse suscita in chi vive o semplicemente attraversa il Montalbano. Abbinamento editoriale: volumetto introduttivo e CD-rom
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Saviozzi, Cesare. Ripoli: Un sobborgo pisano nell'ansa dell'Arno fra cronaca e storia. Ghezzano (PI) [i.e. Pisa, Italy]: Felici, 2012.

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Laveder, Noè. Il villaggio dell'abete bianco: Storia di una famiglia agordina e della sua vallata. Belluno]: Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 2009.

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Le più belle leggende dell'Alto Adige: Storia, folclore, tradizioni, credenze, riti e costumanze popolari. Calliano, Trento, Italy: Manfrini, 1986.

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Giabbanelli, Carlo. Anghiari 1879: Dramma, storia quotidiana e nascita della politica in un paese dell'alta valle del Tevere. Montepulciano SI [i.e., Siena]: Le Balze, 2001.

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1917-, De Rosa Gabriele, and Cestaro Antonio, eds. Il recupero dei beni archivistici e bibliografici nelle zone terremotate della Basilicata e della Campania: Atti del Convegno di studio promosso dall'Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell'area mediterranea (Potenza-Rifreddo, 12-14 aprile 1984). Roma: Edizioni di storia e letteratura, 1985.

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