Academic literature on the topic 'Storia oralità e scrittura'

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Journal articles on the topic "Storia oralità e scrittura"

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Finozzi, Anna. "Riscrivere la storia coloniale tramite l’uso dell’oralità: Il caso di Adua (2015)." Memoria y Narración. Revista de estudios sobre el pasado conflictivo de sociedades y culturas contemporáneas, no. 2 (March 5, 2021): 131–45. http://dx.doi.org/10.5617/myn.8669.

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Abstract:
L’articolo si propone di analizzare l’uso dell’oralità nel romanzo Adua (2015) di Igiaba Scego. Tradizionalmente, il testo letterario postcoloniale è stato considerato come una ‘traduzione’ da una lingua orale Africana ad una scritta Europea. Lo scopo dell’articolo è spostare l’attenzione dall’oralità come segno di alterità all’oralità come modalità di trasmissione; questo slittamento critico è necessario per una rivalutazione della letteratura postcoloniale italiana, di cui spesso si considera più la portata documentaristica di quella letteraria. Attraverso i Memory Studies, e in particolare concetti quali la postmemory di Marianne Hirsch, la countermemory di Yael Zerubavel e la travelling memory di Astrid Erll, l’analisi mostra come Adua sia modellata dalla comunicazione orale della memoria attraverso i dialoghi dei personaggi e da altre immagini connesse all’atto di ascoltare e tramandare. Infine, la dicotomia oralità-africanità viene respinta in favore di quella oralità-trasmissione.
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Pauwels, Yves. "L'architettura dell'età della stampa. Oralità, scrittura, libro stampato e riproduzione meccanica dell'immagine nella storia delle teorie architettoniche Mario Carpo." Journal of the Society of Architectural Historians 59, no. 3 (September 2000): 385–86. http://dx.doi.org/10.2307/991654.

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3

Redaelli, Arianna. "PER UN’INTERPRETAZIONE COMUNICATIVA DELLA PUNTEGGIATURA NELLE GRAMMATICHE FRANCESI DEL SECOLO XVIII: ESEMPI DI LETTURA MANZONIANA." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 573–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17149.

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Abstract:
L’articolo intende fornire una breve disamina delle riflessioni riservate alla punteggiatura da parte di alcune tra le principali grammatiche del Settecento francese, allo scopo di segnalarne la modernità, la profondità d’analisi e l’influenza che esercitarono sulla sintassi moderna, non solo d’oltralpe. Una prima sezione è destinata a osservare come, di fronte alla storia recente dell’interpunzione, i grammatici illuministi si scostino sensibilmente dalle tendenze imperanti in Italia. Essi, infatti, non riservano all’argomento spazio esiguo e liminare, né si limitano a fornire semplici regole d’uso oscillanti tra un’interpretazione pausativa e un’interpretazione sintattica dei segni, e non di rado ridotte a vaghezze sul libero arbitrio degli scriventi. Al contrario, propongono osservazioni ampie e acute, poco o per nulla connesse alla mera prassi (dunque scarsamente fruibili a livello didattico), e perlopiù relate al problematico rapporto tra oralità e scrittura, ai cambiamenti verificatisi nel tempo entro il sistema scrittorio e ai fondamenti logici e semantici che presiedono all’organizzazione del discorso, cui la punteggiatura prende attivamente parte. Si procede poi con l’osservazione diretta di alcuni scritti, in particolare dei notevoli esempi forniti dalle opere di Claude Buffier, dell’abate Girard e di Nicolas Beauzée. Pur nella difformità delle trattazioni, tali grammatici condividono un approccio ragionativo al problema, che prende avvio da un’analisi minuziosa del testo e che offre altresì i presupposti per un fertile dialogo tra indirizzi interpretativi talora divergenti. Le loro proposte giungono, tra Settecento e Ottocento, anche in Italia, al punto che uno scrittore quale il Manzoni dei Promessi Sposi sembra venirne influenzato. Di qui, una casistica che lo dimostri. Si pensi, ad esempio, all’impiego della virgola tra soggetto e predicato – che i grammatici italiani teorizzano solo a partire dal Novecento, con il Malagòli – quando il primo sia espanso o da tematizzare; e all’uso del corsivo – ancora considerato, in ambiente peninsulare, appannaggio del tipografo – per segnalare la citazione, nel testo, di un altro testo scritto: riflessioni riscontrabili, almeno sino a Ottocento inoltrato, nella sola grammatica del Beauzée. Qualche considerazione conclusiva, infine, inserisce questi lavori nel complesso degli studi sull’interpunzione e chiarisce il legame sussistente tra essi e il testo manzoniano, anche in relazione alla diffusione del paradigma comunicativo-testuale nel panorama grammaticografico italiano. A communicative interpretation of punctuation in the French grammar books of the XVIII century: manzonian examples The article provides a brief examination of the reflections on punctuation in some of the main eighteenth century French grammar books, in order to point out their modernity, depth of their analysis and the influence they exerted on modern syntax, not only in France. The first section observes how, in the face of the recent history of punctuation, the grammarians of the Enlightenment deviated considerably from the prevailing trends in Italy. In fact, they dedicated ample space to the subject, going beyond providing simple rules for use that oscillated between a pausative interpretation and a syntactic interpretation of the signs, which not infrequently were reduced to vagueness regarding the free will of the writers. The ample and acute observations, barely connected to mere practice (therefore scarcely usable at a didactic level), were mostly related to the problematic relationship between orality and writing, changes that occurred over time within the writing system and to the logical and semantic foundations that presided over the organization of discourse, where punctuation took an active part. We then proceed with the direct observation of some writings, in particular remarkable examples provided by the works of Claude Buffier, Abbot Girard and Nicolas Beauzée. Despite the differences in their treatments, these grammarians shared a reasoned approach to the problem, which began with a detailed analysis of the text and which also offered the basis for a fertile dialogue between interpretative, sometimes divergent, approaches. Between the eighteenth and nineteenth centuries, their proposals reached Italy, where Manzoni, in Promessi Sposi, seemed to have been influenced by them. Hence, a series of cases demonstrate this. Think, for example, of the use of the comma between subject and predicate – that Italian grammarians theorized only from the twentieth century with Malagòli – when the first was expanded or thematized; or the use of italics – still considered, in a peninsular environment, the prerogative of the typographer – to signal a citation, in the text, of another written text: reflections that can be found, at least until the late nineteenth century, only in the grammar book by Beauzée. Finally, a few concluding considerations place these works within studies on punctuation and clarify the link between them and Manzoni’s text, also in relation to the diffusion of the communicative-textual paradigm in the Italian grammatical panorama.
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Sanfilippo, Marina. "Libri, lettere, scritte e testamenti: magia e pericoli della scrittura nelle raccolte di racconti popolari siciliani dell’Ottocento." Cuadernos de Filología Italiana 27 (July 7, 2020): 199–219. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67487.

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Abstract:
In questo lavoro analizzo la presenza multiforme di elementi e riferimenti al mondo della scrittura in racconti siciliani orali raccolti tra la seconda metà del XIX secolo e i primissimi anni del XX, con il duplice scopo di, in primo luogo, sottolineare il complesso rapporto esistente tra oralità e scrittura e, in secondo luogo, capire quali funzioni e caratteristiche attribuirono allo scritto la cultura popolare e i suoi interpreti, per lo meno nel contesto preso in esame.
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VALDITARA, LINDA M. NATOLITANO. "RIPARLARE DI PLATONE: Ancora su scrittura, oralità e dialettica." Méthexis 7, no. 1 (March 30, 1994): 5–25. http://dx.doi.org/10.1163/24680974-90000173.

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6

Petrucci, Armando. "Storia della Scrittura e Storia della Società." Anuario de Estudios Medievales 21, no. 1 (April 2, 2020): 309. http://dx.doi.org/10.3989/aem.1991.v21.1113.

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Abstract:
L'auteur trace ici un tableau des études qui, tout au long de ces quarante dernières années, ont reconsidéré, sous differents angles, et en main d'experts de différentes formations, la relation entre l'écriture et les structures sociales. Dirigées, en principe, par des linguistes tel que M. Cohen et par des experts de formation et d'influence marxiste originaires de pays d'Europe de l'Est, ces idées ont donné vie, d'une part, à une plus ample série d'études historiques de l'alphabétisme et, d'autre part, à des thèses proprement paléographiques destinées à étudier la fonction de l'écrit et de l'écriture dans les sociétés anciennes et médiévales.
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Marazzi, Massimiliano. "Scrittura e atti di scrittura: riflessioni su alcune novità editoriali." Kadmos 59, no. 1-2 (April 1, 2020): 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Abstract:
Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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Martini, Paola Supino. "Storia della scrittura e Storia del Libro nell'Alto Medioevo." Anuario de Estudios Medievales 21, no. 1 (April 2, 2020): 387. http://dx.doi.org/10.3989/aem.1991.v21.1117.

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Abstract:
L' auteur réenvisage les problèmes que pose l'histoire de l'écriture latine au Haut Mayen Age. Elle s'arrête sur le problème de l'écriture carolingienne, considé­rant les opinions d'éminents paléographes tels que Bischoff, Cencetti, Petrucci et d'autres auteurs. Remontant dans le temps, elle fait référence a l'écriture onciale et semi-onciale. L'auteur porte aussi son attention sur l'écriture épigraphique et sur l'histoire du livre; elle signale tout ce que doit cette discipline à l'école belge et, pour terminer, elle analyse quelques contributions bibliographiques originales rela­tives a l'histoire du livre.
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Santini, Carlo. "La percezione della oralità, scrittura e letterarietà negli autori latini delle origini." Giornale Italiano di Filologia 67 (January 2015): 395–402. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.109937.

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Catenacci, Carmine, and Rosalind Thomas. "Le mille facce di oralità e scrittura: Un nuovo libro di R. Thomas." Quaderni Urbinati di Cultura Classica 46, no. 1 (1994): 145. http://dx.doi.org/10.2307/20547235.

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Dissertations / Theses on the topic "Storia oralità e scrittura"

1

Moroni, Elisa <1977&gt. "Epos orale russo tra oralità e scrittura: problemi e proposte di traduzione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3516/1/Tesi_DEFINITIVA.pdf.

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Abstract:
In the present thesis, I discuss the role of orality in translation, taking into account the problems arising while translating Russian folk epics. I investigate the meaning of orality in the context of folkloristic translation, trying to define a concept of oral poetry, and exploring its consequences for translation. In the first chapter, I try to identify the main differences between written literature and oral modes of expression, with special reference to folklore. Oral verbal art is performed, sung or recited, and based on a vital and dynamic interrelation between kinesics, sound, speech and gestures. According to Muhawi (2006), performance provides an interpretive frame enabling a correct interpretation of the message conveyed beyond the literal meaning. Transposing certain performance elements into print is one of the most controversial problems in folklore studies. However, formulas and formal stylistic devices may be rendered in transcription, building a bridge between oral and written elements. In the translation of oral poetry in transcription, this interconnection between orality and literacy might be emphasized, thus creating a hybrid dimension where oral and literary features coexist. In the second chapter, I introduce and describe the genre of Russian folk epics, transmitted orally, and transcribed between the 19th and 20th centuries, from a historical, linguistic and stylistic point of view. In the third and fourth chapters, I explore the issue of translation of Russian oral poetry. I first analyse existing Italian translations of Russian epics, and then present and discuss my own translation, based on a philological, scholarly approach. Thus, in my translation, which is followed by a rich commentary, I try to focus on the rendering of formulas as one of the most relevant aspects of Russian epics. At the same time, oral devices combine with literary features, thus creating a sort of frozen orality.
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Moroni, Elisa <1977&gt. "Epos orale russo tra oralità e scrittura: problemi e proposte di traduzione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3516/.

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Abstract:
In the present thesis, I discuss the role of orality in translation, taking into account the problems arising while translating Russian folk epics. I investigate the meaning of orality in the context of folkloristic translation, trying to define a concept of oral poetry, and exploring its consequences for translation. In the first chapter, I try to identify the main differences between written literature and oral modes of expression, with special reference to folklore. Oral verbal art is performed, sung or recited, and based on a vital and dynamic interrelation between kinesics, sound, speech and gestures. According to Muhawi (2006), performance provides an interpretive frame enabling a correct interpretation of the message conveyed beyond the literal meaning. Transposing certain performance elements into print is one of the most controversial problems in folklore studies. However, formulas and formal stylistic devices may be rendered in transcription, building a bridge between oral and written elements. In the translation of oral poetry in transcription, this interconnection between orality and literacy might be emphasized, thus creating a hybrid dimension where oral and literary features coexist. In the second chapter, I introduce and describe the genre of Russian folk epics, transmitted orally, and transcribed between the 19th and 20th centuries, from a historical, linguistic and stylistic point of view. In the third and fourth chapters, I explore the issue of translation of Russian oral poetry. I first analyse existing Italian translations of Russian epics, and then present and discuss my own translation, based on a philological, scholarly approach. Thus, in my translation, which is followed by a rich commentary, I try to focus on the rendering of formulas as one of the most relevant aspects of Russian epics. At the same time, oral devices combine with literary features, thus creating a sort of frozen orality.
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Mero, Marco. "La Scrittura Cinese - Storia e Forma." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Bugin, Elisa <1985&gt. "Oralità, scrittura e scienze cognitive : alcuni significativi aspetti dell'epica di Omero, Apollonio Rodio, Quinto Smirneo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4626.

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Abstract:
La tesi intende dimostrare come le scienze cognitive e, in particolare, in questo caso, lo studio della working memory (WM), possono tracciare una netta distinzione fra oralità e scrittura. Applicando alla poesia epica greca quello che le scienze cognitive insegnano sulla WM, si dimostrerà che Iliade e Odissea ebbero una genesi e, per lungo tempo, una trasmissione completamente orali. In base a tali insegnamenti è possibile anche confermare che altri poemi epici, come per esempio Argonautica e Posthomerica ebbero una genesi e una trasmissione scritta. Attraverso l’applicazione delle scienze cognitive a questi diversi testi epici e attraverso lo studio dei processi mentali che distinguono l’oralità dalla scrittura, si mostrerà che i segni dei processi cognitivi propri dell’oralità sono ancora evidenti in Omero, mentre i segni dei processi cognitivi propri della scrittura sono visibili in Apollonio Rodio e in Quinto Smirneo.
My thesis aims to demonstrate how cognitive science, and, particularly, in this case, the study of working memory (WM), can draw a sharp distinction between orality and writing. Applying to Greek epic poetry what cognitive science teaches about WM, I will demonstrate that the Iliad and the Odyssey had an oral genesis and, for a long time, a completely oral transmission. I will argue that by the same token it is possible to confirm that other epic poems, such as the Argonautica and the Posthomerica had a written genesis and transmission. Applying cognitive science to these various epic texts and studying mental processes that distinguish orality from writing, I will show that signs of cognitive processes concerning orality are still evident in Homer whereas signs of cognitive processes concerning writing are visible in Apollonius of Rhodes and Quintus of Smyrna.
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Roia, Agnese <1993&gt. "Oralità e scrittura nella narrativa di Nanni Balestrini e Gianni Celati. Un’ ipotesi di confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17278.

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Abstract:
Il lavoro di tesi propone una riflessione sull’opera narrativa di due autori italiani contemporanei, Nanni Balestrini e Gianni Celati. Dal confronto tra il romanzo «Gli Invisibili» e la raccolta di racconti «Narratori delle Pianure», costruiti secondo uno stile in ripresa dell’oralità e in particolare di alcune tecniche dell’intervista narrativa, l’intenzione è quella di accostare la letteratura e l'utilizzo delle fonti orali nelle scienze sociali, che si diffonde in Italia a partire dagli anni Sessanta e di evidenziare i punti di contatto, nel momento della resa scrittoria di una testimonianza orale. Lo studio vuole inserirsi in una considerazione più ampia sugli importanti mutamenti culturali avvenuti negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale e in particolare seguire le trasformazioni letterarie attraverso l’acceso dibattito linguistico che investe la sfera della comunicazione durante lo sviluppo della società di massa.
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Gurrieri, Antonio. "La scrittura della storia il caso Raphaël Confiant." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1239.

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Abstract:
La tesi concerne l opera di Raphaël Confiant, autore contemporaneo appartenente alla letteratura francofona antillese e nello specifico alla letteratura martinicana. Il lavoro di ricerca prende ad esempio il romanzo Case à Chine pubblicato dallo scrittore nel 2007. In particolare, nella tesi si analizza l importante tema della réécriture de l histoire . Si studiano anche le particolari tecniche narrative adoperate dall autore. Si indaga su quale sia il ruolo della letteratura, per quanto attiene alla salvaguardia della memoria storica di un popolo. Si analizza il rapporto ineludibile tra storia e letteratura. Infine, si inquadra la figura di Raphaël Confiant come esempio di storico autre approfondendo il concetto, a lui caro, di « mémoire de la douleur ».
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7

Franzon, Beatrice <1989&gt. "La scrittura di Gian Antonio Stella tra giornalismo, storia e inchiesta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6778.

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8

Giannavola, Roberto <1980&gt. "Baccinata e Antibacinata. Una guerra di scrittura nell'Italia del Seicento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2436.

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9

Mussa, Kombola Ramadhani. "Oralità e scrittura : un'analisi estetico-letteraria delle opere di Kossi Komla-Ebri, Tahar Lamri e Yousif Jaralla attraverso le forme dell'oralità." Thesis, University of Reading, 2014. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.630449.

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Abstract:
My thesis is an in-depth analysis of the writings of three Italian migrant writers. Specifically, I discuss several of the different forms taken by orality and explore the relationship between orality and literacy, by analysing the work of three important figures: Kossi Komla Ebri (from Togo), Tahar Lamri (from Algeria) and Yousif Jaralla (from Iraq). I have chosen to concentrate on them because of the originality of their works which possess distinctive literary qualities. My aim is to establish a new formal and aesthetic approach to "migrant writers", in order to: 1) enhance the current literary and critical debate (mostly influenced, in Italy, by thematic and sociological concerns); 2) question the Italian literary canon, which should definitely include "migrant writers" for the literary and aesthetic quality of their works. From a theoretical viewpoint my analysis has taken as its starting points, the idea of oral-literary continuum and Derrida's views on oralite vs. ecriture to challenge the perception of orality (and "oralitura") as an inferior and unsophisticated form of storytelling. This is a perception which is often shared by the authors I discuss and by their critics. I challenge this perception by revealing the literary sophistication of these works through an analysis of the formal patterns they exhibit. This clearly emerges especially in my analysis of the work of Iraqi storyteller Yousif Jaralla, on whose work there are very few in-depth studies. In my chapter on Jaralla I have focussed my account on two aspects of his work: his conception of himself as a storyteller who delivers oral narratives and the stylistic elements which he employs to give a musical rhythm to his tales. iv
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10

Livio, Roberta <1975&gt. "SCRITTURA FEMMINILE E SHOAH. TRE PERCORSI: LUCIANA NISSIM MOMIGLIANO, LIANA MILLU, EDITH BRUCK." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2137.

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Abstract:
A distanza di quarant'anni dalla liberazione, Primo Levi affermava di ricordare tutto della propria vicenda concentrazionaria attraverso ciò che aveva scritto: "I miei scritti - disse - svolgono per me la funzione di una memoria artificiale". ciò che davvero resta dell'esperienza nei lager è il testo scritto, e a quello generalmente facciamo riferimento quando parliamo di memoria della deportazione e della Shoah. A comunicare il ricordo della Shoah furono anche tre donne ebree sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau - Luciana Nissim Momigliano, Liana Millu, Edith Bruck -, il cui racconto presenta importanti specificità che rendono la loro testimonianza molto diversa da quella maschile. Dopo la scrittura delle prime memorie del lager, un lungo periodo di silenzio rotto soltanto in epoca recente, in quella che Annette Wieviorka ha definito "era del testimone", quando l'obbligo a raccontare diventa nuovamente imperante con l'avanzare dell'età e con il manifestarsi di nuove ondate di antisemitismo e anche di revisionismo. Una testimonianza che non è più solo necessità interiore ma è soprattutto un dovere etico e morale nei confronti di coloro che non sono tornati, e ai quali si era promesso di raccontare quanto accaduto nei campi nazisti, "salvandoli così dall'oblio e rendendo la loro morte meno vana". Negli ultimi anni la memoria della Shoah è stata al centro di un processo di istituzionalizzazione che rischia di banalizzare il ricodo stesso di quegli eventi. Oggi, sempre più, si sente parlare di abuso, eccesso, saturazione della memoria con grave pericolo per ciò che quella memoria rappresenta, per i suoi contenuti e i suoi significati.
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Books on the topic "Storia oralità e scrittura"

1

Il Colosseo? lo stanno costruendo: Narrazioni bambine a Roma dal fascismo ai giorni nostri tra scrittura, oralità, memoria. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2014.

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2

Marcato, Gianna. Scrittura, dialetto e oralità. Padova: CLEUP, 2012.

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3

Carpo, Mario. L' architettura dell'età della stampa: Oralità, scrittura, libro stampato e riproduzione meccanica dell'immagine nella storia delle teorie architettoniche. Milano: Jaca Book, 1998.

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4

Trabattoni, Franco. Oralità e scrittura in Platone. [Milano]: CUEM, 1999.

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5

Trabattoni, Franco. Oralità e scrittura in Platone. [Milano]: CUEM, 1999.

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6

Trabattoni, Franco. Oralità e scrittura in Platone. [Milano]: CUEM, 1999.

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7

Peyrot, Bruna. La memoria valdese fra oralità e scrittura. Torre Péllice: Societa' di Studi Valdesi, 1992.

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8

Giulio, Cattin, Gallo F. Alberto, and Fondazione Levi, eds. Un millennio di polifonia liturgica tra oralità e scrittura. [Bologna]: Società editrice Il mulino, 2002.

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9

Identità del creolo di Capo Verde tra oralità e scrittura. Roma: Aracne editrice S.r.l., 2013.

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10

I Reali dell'Altissimo: Un ciclo di cantari fra oralità e scrittura. Firenze: Società editrice fiorentina, 2008.

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Book chapters on the topic "Storia oralità e scrittura"

1

Zamponi, Stefano. "I papiri di Dura Europos nella storia della scrittura latina." In Bibliologia, 29–43. Turnhout, Belgium: Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.bib-eb.5.127654.

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2

Cosentino, Paola. "Attorno all’assedio di Famagosta. La scrittura tragica e la storia contemporanea." In Mediterranean Nexus 1100-1700, 273–96. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/j.mednex.1.102923.

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3

Santini, Carlo. "Properzio tra scrittura e visualità. Un contributo alla genesi delle immagini in un poeta augusteo." In Properzio e l'etá augustea. Cultura, storia, arte, 349–72. Turnhout: Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.splslp-eb.5.102591.

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4

Radiciotti, Paolo. "Aspetti di storia della scrittura greco-latina in relazione ai glossari tra l'Antichità ed il Medioevo." In Textes et Etudes du Moyen Âge, 121–26. Turnhout: Brepols Publishers, 1996. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.2017017.

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5

"8. [100] L’epica greca fra oralità e scrittura." In κηληθμῷ δ᾽ ἔσχοντο Scritti editi e inediti, 136–51. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110648126-008.

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6

Iaquinta, Caterina. "Questione di genere e scrittura della storia:." In Archivi esposti, 155–60. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2sbm7wp.21.

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7

Broccolini, Alessandra. "Identità locali e giochi popolari in Italia tra oralità e scrittura." In Orality and Literacy in Modern Italian Culture, 77–89. Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781351196031-7.

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8

Guccini, Gerardo. "Le poetiche del 'teatro narrazione' fra 'scrittura oralizzante' e oralità-che-si-fa-testo." In Orality and Literacy in Modern Italian Culture, 32–49. Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781351196031-4.

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9

Paulis, Maria Pia De. "La ritirata del Friuli di Ardengo Soffici: un trauma tra scrittura di sé e scrittura della Storia." In Il trauma di Caporetto, 194–225. Accademia University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.4364.

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10

Caprio, Chiara De, and Francesco Montuori. "La scrittura della storia nella Napoli angioina: ambienti cittadini, lingue, cultura storiografica." In Formations et cultures des officiers et de l’entourage des princes dans les territoires angevins (milieu XIIIe-fin XVe siècle). Publications de l’École française de Rome, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.4104.

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