Academic literature on the topic 'Storia di Verona'

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Journal articles on the topic "Storia di Verona"

1

Lanni, Pier Paolo. "Un protocollo a Verona per la gestione del nuovo processo sommario di cognizione." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (June 2010): 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002010.

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Abstract:
"Non vi č alcuna vita - ha detto Simone de Beauvoir" al di fuori di quella che storicamente vi č stata; non vi č alcuna esistenza al di lŕ della storia e della societŕ». Per comprendere quindi come siamo diventati quel che siamo e che cosa rappresentiamo in questa giustizia di oggi, č necessario analizzare e valutare la storia del nostro essere e della nostra societŕ, tenendo a mente che in qualunque Paese l'evoluzione nel campo della giustizia e dei sistemi giudiziari č piů lenta che in altri campi. Ecco perché č indispensabile guardare alla storia della giustizia tedesca per poter comprendere il modo di essere delle associazioni dei magistrati durante le diverse epoche e le conseguenze che ne sono derivate sulla giustizia e sulla cultura giudiziaria in Germania fino ai giorni nostri.
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2

KING, RACHAEL A. "A description of Harpinia karamani sp. nov. (Amphipoda: Phoxocephalidae) from the Mediterranean, with a redescription of Harpinia truncata Sars, 1891." Zootaxa 724, no. 1 (November 15, 2004): 1. http://dx.doi.org/10.11646/zootaxa.724.1.1.

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Abstract:
A new species of Harpinia was discovered in Mediterranean specimens identified as Harpinia truncata Sars, held in collections at Museo Civico di Storia Naturale, Verona. Examination of the Verona material proved that this species (Harpinia karamani sp. nov.) is morphologically distinct from Harpinia truncata, which has an arctic/boreal distribution. Further, in examination of material of Harpinia truncata from near its type locality, a rare male specimen was discovered. Herein, Harpinia karamani sp. nov. is described, illustrated and differentiated from H. truncata and the male of H. truncata is described for the first time.
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3

DEL MONTE, Roberto. "Angelo PASSUELLO, La Chiesa di San Lorenzo in Verona. Storia e restauri." Hortus Artium Medievalium 26 (May 2020): 385–87. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.123696.

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4

DE ARAÚJO, MARCEL SANTOS, ANTONELLA DI PALMA, and REINALDO JOSÉ FAZZIO FERES. "A new species of Opilioacarus With, 1902 (Acari: Opilioacaridae) from Italy, and a new diagnosis of the genus." Zootaxa 4500, no. 1 (October 15, 2018): 135. http://dx.doi.org/10.11646/zootaxa.4500.1.9.

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Abstract:
No living Opilioacarus species have been described from Europe for more than a century since the first finding and species description in the early twentieth century. Using the material deposited in Museo Civico di Storia Naturale of Verona, Italy, it was possible to identify and describe a new Opilioacarus species and review the genus diagnosis, using the shape of setae d and setation of the preanal segment. The new species is also briefly compared with the other Opilioacarus species; Opilioacarus italicus (With, 1904) is considered a nomen dubium.
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5

Girardi, Giacomo. "Il mito della neutralitŕ violata. Lotta politica e rivolta in armi nelle Pasque veronesi." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001003.

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Abstract:
L'articolo torna sulle Pasque veronesi, la rivolta cittadina di Verona contro i francesi del 1797, episodio a lungo rimasto confinato nell'ambito della storia municipale e da qualche tempo riscoperto, ma in una chiave identitaria dallo scarso rilievo storiografico. Avvalendosi di documenti d'archivio e di fonti a stampa coeve, si propone di accostare la controrivoluzione veronese alla caduta di Venezia. La spontaneita della rivolta di plebe viene cosi limitata e si insiste sull'esistenza di un progetto politico, orientato dal ceto dirigente della Serenissima, per tagliare i rifornimenti all'esercito francese e costringerlo a ripiegare. Le Pasque veronesi sarebbero cosi una manovra concertata a Venezia da un gruppo interno al Senato, che considerava inutile insistere sulla neutralita e chiamava alle armi per allontanare la minaccia francese. Il mito di una Venezia pacifica e ingiustamente tradita da Bonaparte viene cosi largamente ridimensionato a vantaggio di una lettura nella quale gruppi politici della Serenissima giocarono la carta della resistenza in armi all'arrivo dei francesi.
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6

Paolino, Laura. "LORENZO DA PONTE TRA PRIMA E SECONDA EDIZIONE DELLE MEMORIE." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, no. 2 (September 2007): 297–341. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100202.

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Abstract:
Le Memorie del poeta veneto Lorenzo Da Ponte (1749–1837) furono composte e pubblicate negli Stati Uniti in due edizioni, la prima nel 1823–26, la seconda nel 1829–30. Il presente articolo ricostruisce la storia della composizione dell'opera e della sua laboriosa revisione attestata dall'epistolario dello scrittore. Tale revisione introdusse nelle Memorie alcune modifiche di contenuto necessarie per evitare al libro la censura da parte dei governi europei, ma anche molte correzioni linguistiche. Nell'articolo si dimostra che tali correzioni furono introdotte da Da Ponte in aperto ossequio ai dettami dei più importanti linguisti italiani del primo Ottocento e, molto probabilmente, tenendo in considerazione le prescrizioni del Vocabolario della Crusca pubblicato a Verona tra il 1806 al 1811.
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Amaddeo, Francesco, Paola Bonizzato, Franco Rossi, Jennifer Beecham, Martin Knapp, and Michele Tansella. "Evaluating costs of mental illness in Italy. The development of a methodology and possible applications." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 4, no. 2 (August 1995): 145–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003833.

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Abstract:
RiassuntoScopo - Il presente lavoro, oltre a fare il punto sui più recenti sviluppi della valutazione economica degli interventi effettuati nel settore della salute mentale, propone una metodologia per la valutazione dei costi, applicable nella situazione assistenziale italiana, messa a punto tenendo conto degli sviluppi suddetti. Metodo e risultati - I presupposti per realizzare questo tipo di valutazione sono l'identificazione dei servizi sanitari e sociali offerti ai pazienti con disturbi psichici, la raccolta di dati sull'utilizzazione dei servizi sanitari (costi diretti) e sull'uso di altri servizi e risorse all'interno del sistema socio-economico (costi indiretti) e l'assegnazione di un valore monetario a tali costi. È stato quindi realizzato un elenco dettagliato degli interventi effettuati e delle attività svolte nei Servizi Psichiatrici Territoriali italiani, con particolare riferimento al Servizio di Verona-Sud. Di ciascuno/a di essi è stato stimato il costo (Lista dei Costi Unitari o LICU). Si è tenuto conto, inoltre, degli altri servizi socio-sanitari, pubblici e privati, disponibili sul territorio, degli interventi delle Forze dell'ordine, delle associazioni di volontariato e dei gruppi di self-help. In questo articolo vengono descritte, in dettaglio, le procedure che hanno portato alia quantificazione dei costi per tre di queste attività (le degenze in SPDC, le visite ambulatoriali ed i gruppi socio-riabilitativi). È stata inoltre sviluppata un'intervista (ICAP) per raccogliere i dati sull'utilizzazione dei servizi e sulle condizioni socio-economiche degli utenti. Per verificarne l'applicabilità, le eventuali difficoltà di comprensione e la durata di somministrazione, l'ICAP è stata testata in cinque pazienti. Conclusioni - Uno sviluppo particolarmente interessante ci sembra quello di utilizzare su vasta scala PICAP e la LICU, allo scopo di realizzare studi epidemiologically-based e poter predire ed analizzare i costi in relazione a variabili socio-demografiche, alia diagnosi, alia storia psichiatrica precedente ecc. È necessario sottolineare l'importanza, per le politiche e la pratica sanitaria, di un'analisi combinata di costi, bisogni ed esito (outcome). Una ricerca di questo tipo è attualmente in corso a Verona-Sud.
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Carraro, Silvia. "Dal «medioevo cristiano» alla storia religiosa del Medioevo: quarant’anni di storiografia (1974-2014) (Verona, 21-23 settembre 2015)." Anuario de Historia de la Iglesia 25 (May 30, 2016): 487. http://dx.doi.org/10.15581/007.25.5527.

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9

Zanetti, Adriano, Alberto Sette, Roberto Poggi, and Andrea Tagliapietra. "Biodiversity of Staphylinidae (Coleoptera) in the Province of Verona (Veneto, Northern Italy)." Memorie della Società Entomologica Italiana 93, no. 1-2 (December 20, 2016): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2016.3.

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Abstract:
A commented catalogue of Coleoptera Staphylinidae present in Verona province (Veneto, Northern Italy) is provided. It is based on published as well as mostly unpublished records, with the Sette collection at the Museo Civico di Storia Naturale di Verona as main source. These records are filed in a freely downloadable database (http://www.societaentomologicaitaliana.it/it/archivio-comunicazioni/78-archiviati/269-database-staphylinidae-verona.html). Verona province is a very diverse area, with habitats ranging from montane/alpine to hill and plain, which are natural, seminatural or anthropogenic. A total of 988 species are listed. Localities, habitats, microhabitats, collecting methods, altitudinal range, months of capture, latest year of capture and number of specimens are given for each species. Comments are added for 149 remarkable species or genera (<em>i.e</em>. new to Italy, endemic, with particular geographic distribution, living in particular habitats, introduced, problematic from a taxonomic point of view), 7 species are new records for Italy (<em>Tachyporus corpulentus J.</em> Sahlberg, 1876, <em>Aleochara bellonata</em> Krása, 1922, <em>Aleochara marmotae</em> Sainte-Claire Deville, 1927, <em>Atheta (Ceritaxa) flavipes</em> (Hochhuth, 1860), <em>Atheta (Philhygra) pseudoelongatula</em> Bernhauer, 1907, <em>Stenomastax platygaster</em> (Kraatz, 1859), <em>Carpelimus boops rondaensis</em> (Fagel, 1957)), one is very probably new to science (<em>Leptusa</em> sp.). The biogeographic analysis of the data is mostly based on the comparison of the main areas of the province (Monte Baldo, Lessinia, Morene del Garda, course of Adige river, and plain). The presence of a good percentage (5%) of endemic species is pointed out. The communities inhabiting the principal habitats and microhabitats are commented on, and remarkable species living in the protected areas of the province are listed.
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GUARNIERI, PATRIZIA. "MARIO GALZIGNA, Conoscenza e dominio. Le scienze della vita tra filosofia e storia, post-fazione di Jacques Roger, Verona, Bertani 1985, 226 pp., L. 15.000." Nuncius 1, no. 2 (1986): 185. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00818.

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Dissertations / Theses on the topic "Storia di Verona"

1

Vallesi, Alessandra <1987&gt. "Dalla corte di Urbino alla città di Verona: Claudio Ridolfi e la pala di San Tomio, un'opera e il suo contesto nella Verona del Seicento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2425.

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Abstract:
La mia tesi si sviluppa intorno ad un'opera, la "Circoncisione" di Claudio Ridolfi, eseguita nel 1617 a Verona,la quale viene analizzata all'interno del suo contesto storico - artistico e attraverso lo studio dei documenti reperiti in archivio.
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FERLITO, Carmelo. "Il sacro monte di pietà di Verona nel secondo Settecento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2007. http://hdl.handle.net/11562/338083.

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3

Bruno, Alessia <1987&gt. "Marco Filippini e la Gemma Gioielli: vent'anni di creazioni di gioielli d'artista a Verona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3782.

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Bonichini, Marco <1991&gt. "Il Museo di Storia Naturale di Verona verso il trasferimento. Un confronto con l'esperienza del Muse di Trento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8171.

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Abstract:
In vista del trasferimento della sede del Museo di Storia Naturale di Verona a Castel San Pietro, il presente elaborato si propone di fornire in prima istanza una descrizione della situazione in cui attualmente si trova il Museo, delle considerazioni sull’ultimo trasloco che ha coinvolto alcune sue sezioni e collezioni e un'analisi del progetto relativo alla realizzazione di una nuova sede presso l'ex Arsenale militare, approvato negli anni 2000 ma mai attuato. Si intende quindi analizzare secondo una prospettiva di benchmarking l’ultimo trasferimento di un museo scientifico italiano, ponendo l’attenzione in particolare sul processo (dal ripensamento della natura stessa del museo e della mission al rinnovamento del comparto della ricerca scientifica e del personale in esso impiegato, dall’affidamento del progetto architettonico all’archistar Renzo Piano ai primi risultati conseguiti) che ha portato il Museo Tridentino di Scienze Naturali a diventare il Muse, il nuovo Museo delle Scienze di Trento. Infine, vengono presentati i modelli di bilancio utilizzati attualmente dai due musei e proposta una riflessione sulla tipologia di governo che potrebbe adottare il nuovo istituto veronese.
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5

Passuello, Angelo <1986&gt. "Il cantiere di San Lorenzo a Verona nel contesto del Romanico europeo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11977.

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Abstract:
La ricerca ha permesso di acquisire dati inediti circa la struttura architettonica di San Lorenzo a Verona, che attendeva da tempo uno studio scientifico condotto secondo metodologie aggiornate. L’obiettivo è stato quello di riproporre, col massimo rigore filologico, il possibile aspetto del complesso romanico per rintracciare le relazioni culturali che lo pongono nel più ampio contesto delle contemporanee manifestazioni cittadine, peninsulari e finanche europee. La complessa diacronia del costruito, determinata perlopiù da estensive campagne di restauro ottocentesche e novecentesche, ha reso indispensabile l’adozione di una prospettiva d’osservazione espansa, sia dal punto di vista cronologico che metodologico. Al necessario approccio autoptico con il documento materiale e con i dati oggettivi che esso esprime, si sono pertanto affiancati altri mezzi d’indagine (rilievo 3D laser-scanning, stratigrafia degli elevati interni ed esterni, campionamento delle trame murarie e delle tecniche costruttive, caratterizzazione a livello morfologico e chimico dei giunti di malta, esplorazione a mezzo georadar delle pavimentazioni) senza trascurare lo spoglio capillare dei fondi archivistici e il costante raffronto stilistico con gli esempi coevi. L’incrocio dei dati ottenuti ha permesso di restituire un più che plausibile modello stereoscopico del complesso romanico e delle evoluzioni architettoniche successive secondo le correlazioni stratigrafiche individuate nei prospetti murari.
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Vinco, Mattia. "Catalogo della "pittura di cassone" a Verona dal Tardogotico al Rinascimento." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422135.

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Abstract:
The present paper develops within precise historical tracks outlined at the beginning of the twentieth century by scholars such as Tancred Borenius and Paul Schubring through several articles in journals and especially in their titanic painted furniture catalogue “Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Fruhreinassance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento” published in 1915 and updated in 1923. Using a similar approach, the paper does not focus on a single type of handicraft – coffers, headboards, study room panels – as is often the case, but rather reviews the entire period of the Veronese art between the late Gothic, Mantegna’s innovations and Carpaccio’s perspective. Schubring’s suggestion is the starting point of the present study: “Verona ist ein ausserordentlich wichtiger Platz fur die Tuhenmalerei; es ist geradedazu da Zentrum in Oberitalien. Unsere Liste zahlt etwa seibzib Bilder, mehr als die fur ganz Umbrien”. This suggestion was long unheeded as little importance was attached to this type of painting in Verona. Actually between the fifteenth and sixteenth century fanciful “chest painting” flourished unexpectedly within the city walls, inspired by classic mythology and roman history themes, a chapter in art history of essential importance to understand the highest examples of local Veronese sacred art. This geographical classification has been organized in strict chronological order with cards illustrating the history of each painting. The bibliographic entries and the origin of each work of art has been checked ex-novo, mainly consulting the major photo libraries of Renaissance art. As a consequence, previously unreported transfers between 20th century collectors have been discovered, which in the future may lead to the recovery of paintings whose location is currently unknown. Finding the confirmation of the origin of the most ancient pieces in archives has proved impossible. However, the technical terms to be used to define painted chests, generally simply called “cassone”, have been identified examining 129 post-mortem inventories, dated between 1451 and 1509 and kept in the Old Registry Office at the Verona Archives. The term “coffinum pictum” (painted coffer) and the collective noun “coffanerie” were used to define chest-shaped pieces of furniture usually manufactured in simple “picium”, that is to say pine or fir wood, whereas “scrineus nogarie” (walnut coffer) referred to a small and often precious handicraft without painted decorations and “cassa” or “capsa” (chest), usually described a coarser object for common use. The present catalogue has required countless visits to both Italian and foreign museums to find the confirmation that coniferous wood was used for this type of painting. Having had the opportunity to examine the back of the panels, it was possible to verify that pine wood was widely used in the North, while poplar was more common in central Italy and to identify a carpentry technical detail that had so far gone unnoticed. Two “L” shaped grooves are found close to the top of the chest either on the right or left side of the front and back panel. These mark the location of a compartment for smaller objects that has largely not survived to the present date. A coffer still provided with this compartment can be seen at the Poldi Pezzoli Museum in Milan and other examples can be found in frescos of that age. Identifying this technical detail, typical of Veronese but also Lombard coffers, has been of great importance in understanding carpentry methods and has also made it possible to confirm that some iconographic texts were correct and to rectify less convincing theories. The centerpiece of the present work is the classification in new style groups of a large number of paintings that were often conveniently ascribed to the better known Veronese painters, or were completely anonymous. One of the most significant examples is Domenico Morone and his workshop as he became the most important painter in town, after the departure of his former pupil, Liberale da Verona. An attempt has been made to differentiate a few groups both according to the specific stylistic qualities of the single paintings and by making comparisons with the most famous works of sacred art. Liberale was extremely important in that he served as a mediator between Siena and Verona and therefore his whole production of painted coffers has been examined. Besides the general considerations about the present work, the methodological aspects illustrated above are not the core of the research, which consists in the single findings that emerged during the study. Here are just two examples of these findings: the attribution to Veronese painting of a coffer in Pisanello’s style, previously regarded as a Lombard work, thanks to the correct interpretation of the coat of arms of the Veronese family Fanzago-Cartolari; the discovery of the Siena families Luti and Palmieri as the buyers of a chest front decorated with the “Tobiolo’s Stories”, now part of a British private collection. The single most important result of the present research was the discovery of a chest by Liberale da Verona, belonging to the collection of the great American art historian Bernard Berenson and commissioned to the artist shortly after he returned to Siena. Besides the findings about these single important works of art, the present catalogue classifies rationally many paintings that had not been previously connected. Finally and focusing on painting, in the present catalogue has made herself the name of the Clelia Bath’s Master, author of some Veronese paintings inspired by Andrea Mantegna’s late activity and the name of Orfeo Lanckoronski’s Master, who painted a remarkable number of works, dated between the fifteenth and sixteenth centuries and very likely of Veronese origin but of Carpaccio’s culture, perhaps the painter Giovan Antonio Falconetto.
Il lavoro si sviluppa entro binari storiografici ben precisi, già delineati all’inizio del Novecento da studiosi quali Tancred Borenius e Paul Schubring in numerosi contributi su riviste, ma soprattutto nella monumentale catalogazione dei mobili dipinti, intitolata Cassoni. Truhen und Truhenbilder der italienischen Frührenaissance. Ein Beitrag zur Profanmalerei im Quattrocento, data alle stampe dallo studioso tedesco nel 1915, e in edizione ampliata nel 1923. Su tale esempio non è stata isolata un’unica tipologia di manufatti all’interno di questo genere di pittura – i cofani, le spalliere, le testiere da letto o i pannelli da studiolo –, come talvolta accaduto in questo ambito di studi, ma si è ricostruito per intero quel periodo della storia dell’arte veronese che per cronologia si colloca tra gli incanti tardogotici, le novità mantegnesche e le prospettive carpaccesche. Il punto di partenza dell’indagine va ricercato proprio in un suggerimento di Schubring: “Verona ist ein ausserordentlich wichtiger Platz für die Truhenmalerei; es ist geradezu das Zentrum in Oberitalien. Unsere Liste zählt etwa siebzig Bilder, mehr als die für ganz Umbrien”, rimasto per molto tempo inascoltato, forse a causa della scarsa importanza attribuita a questo tipo di produzione pittorica veronese. Ed invece, tra Quattrocento e Cinquecento, entro le mura cittadine, si assistette all’inaspettato fiorire di una fantasiosa “pittura di cassone”, animata da temi legati alla mitologia classica e alla storia romana, un capitolo della storia dell’arte imprescindibile per comprendere anche i momenti più alti della coeva pittura di destinazione sacra. Questo repertorio “geografico” è strutturato comunque in ordine rigorosamente cronologico, con schede che illustrano la storia di ogni dipinto. Le voci bibliografiche e le provenienze delle opere sono state controllate ex novo, basandosi soprattutto sulla consultazione delle maggiori fototeche di storia dell’arte rinascimentale. In questo modo è stato possibile segnalare anche inediti passaggi collezionistici novecenteschi, che in futuro potrebbero consentire di recuperare molti dei dipinti attualmente di ubicazione sconosciuta. Per quanto riguarda le provenienze antiche, non è stato possibile trovare il riscontro archivistico di nessuna delle opere catalogate. Grazie però all’esame dei 129 inventari post-mortem datati 1451-1509, conservati nel fondo Antico Ufficio del Registro dell’Archivio di Stato di Verona, si è riusciti a fissare con maggiore precisione la terminologia tecnica da utilizzare per definire le cassapanche dipinte, per solito citate genericamente come “cassoni”. Si è scoperto così che con il termine coffinum pictum (cofano dipinto) e con il collettivo “coffanerie”, erano in genere denominati mobili dipinti a forma di cassa, generalmente fabbricati in semplice picium, ovvero legno di pino o abete; che con scrineus nogarie (scrigno in noce) si faceva invece riferimento a un manufatto, spesso pregiato e di piccole dimensioni, privo di decorazione pittorica, e che con cassa o capsa, si descriveva in genere un oggetto di fattura e destinazione più comune. La presente catalogazione ha previsto anche innumerevoli sopralluoghi presso musei italiani e stranieri grazie ai quali è stato possibile trovare conferma dell’impiego del legno di conifera quale supporto utilizzato più frequentemente per questo genere di pittura. Avendo potuto studiare anche i retri delle tavole, si è inoltre avuto modo di verificare come nel nord Italia fosse maggiormente diffusa questa essenza rispetto a quella del pioppo, utilizzata per lo più in Italia centrale, e di interpretare un dettaglio tecnico relativo alla carpenteria, finora sfuggito all’attenzione degli studiosi. Si tratta di incisioni a forma di “L”, poste simmetricamente in prossimità del bordo superiore dei pannelli frontali e tergali, che è possibile trovare indifferentemente in modo alternativo sul lato sinistro o sul destro. Costituiscono la traccia della sede in cui era collocato uno scompartimento o “riposto” – che il più delle volte non è arrivato integro fino ai nostri giorni – entro cui erano conservati gli oggetti di più piccole dimensioni. Un cofano ancora dotato di questo dettaglio costruttivo si conserva presso il museo Poldi Pezzoli di Milano, ma se ne ritrova testimonianza anche in alcuni affreschi coevi. La messa a fuoco di questo aspetto tecnico, tipico delle cassepanche veronesi come di quelle lombarde, è risultata importante non soltanto al fine di una corretta comprensione delle modalità costruttive del mobile, ma anche per verificare la correttezza di alcune letture iconografiche e di correggere le proposte meno convincenti. L’asse portante del presente lavoro è costituito però dal riordino in nuovi gruppi stilistici di un gran numero di dipinti che spesso portavano attribuzioni “di comodo” ai più noti pittori veronesi, ovvero si perdevano semplicemente nell’anonimato. Il caso più significativo in questo senso è costituito dalla complessa galassia della bottega di Domenico Morone, che in seguito alla partenza del suo probabile allievo, Liberale da Verona, ricoprì il ruolo di maggiore pittore attivo sulla scena cittadina. Si è fatto il tentativo di distinguere alcuni gruppi sia sulla base delle peculiari qualità stilistiche dei singoli dipinti, sia operando confronti con le opere sacre più note. Data l’importanza di Liberale come mediatore tra Siena e Verona, è stata presa in esame integralmente la sua produzione di cofani dipinti. Al di là delle considerazioni generali su questo lavoro, il cuore della ricerca non è rappresentato comunque dalle questioni metodologiche sopra elencate, quanto piuttosto dalle singole scoperte che sono venute alla luce in questa ricognizione. Ad esempio: l’acquisizione alla pittura veronese di un cofano di ambito pisanelliano, generalmente considerato come opera lombarda, grazie alla corretta interpretazione dello stemma della famiglia veronese Fanzago-Cartolari; l’individuazione dei committenti della fronte di cofano con le Storie di Tobiolo, ora in collezione privata inglese, nelle famiglie senesi Luti e Palmieri. Il risultato puntuale più significativo di questo cantiere resta la scoperta di un cofano di Liberale da Verona, conservato nella collezione del grande storico dell’arte americano Bernard Berenson, e commissionato al pittore subito dopo il ritorno in patria. A fianco di questi recuperi di singole opere, il catalogo presenta però anche il riordino di molti dipinti che fino ad ora non erano mai stati collegati. Da ultimo, per concludere, spostandosi più strettamente nel campo della pittura, con questa catalogazione si sono stati creati i nomi critici del Maestro di Clelia Bath, autore di alcuni dipinti veronesi improntati alla tarda attività di Andrea Mantegna, e quello del Maestro dell’Orfeo Lanckoronski, che dipinse un cospicuo numero di opere databili tra Quattrocento e Cinquecento, probabilmente veronesi, ma di cultura carpaccesca, identificabile forse con Giovan Antonio Falconetto.
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Lippi, Sara <1996&gt. "La cooperazione internazionale nell’ambito del patrimonio culturale: il caso Hangzhou- Verona. Traduzione e commento di un articolo accademico e di tre articoli di rivista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18375.

Full text
Abstract:
This thesis focuses on the translation of four specialized texts related to international cooperation in the field of culture and to the cultural tourism in the sister cities of Hangzhou and Verona. The first source text is an academic article by Wang Li and Li Qin and the other three are magazine articles written by Zhang Yong, Chi Yingxue and Yang Ji, respectively. The thesis is divided into three chapters. The first chapter consists of an introduction which gives general information about the different themes related to the texts: “One Belt & One Road Initiative”, international cooperation, cultural heritage, partnerships between China and Italy and UNESCO sites in Hangzhou and Verona. The introduction is divided in to three main paragraphs. The first one is an historical excursus on Chinese foreign policy and international cooperation with particular reference on the “One Belt & One Road Initiative” and the recent Memorandum between China and Italy. The second paragraph is about cultural diplomacy in Chinese and Italian foreign policy and the last one is about the twinned cities of Hangzhou and Verona and their cultural heritage. The second chapter is the translation of the articles from Chinese to Italian. In particular, the first text is an in-depth analysis of real cases of international cooperation in the candidacy for World Heritage and a delineation of future prospects for collaborations between China and the countries involved in the Belt & Road Initiative. The second text is about the cultural partnership between Hangzhou and Verona and the cultural and technological development of Hangzhou. Lastly, the third and the fourth texts are catered towards Hangzhou’s and Verona’s historical and cultural heritage. The final chapter of the thesis consists of a commentary on the translation of the source texts which provides an explanation of the strategies adopted by the translator in producing the target text and also a glossary divided into sections according to different thematic areas. At the end of this thesis there is also a list of bibliography references.
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Dalla, Corte Mario <1990&gt. "L'ufficio comitale di Verona e le istituzioni ecclesiastiche fra la fine dell'VIII e gli inizi dell'XI secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12963.

Full text
Abstract:
In questa tesi si vogliono prendere in esame i rapporti intercorsi tra i detentori dell'ufficio comitale veronese e i vescovi, clero locale e monasteri attivi in quello stesso comitato. Il periodo di studio va dalla nascita dell'istituzione comitale a Verona - fine VIII secolo - fino a quella fase di transizione che vide il passaggio della funzione comitale da istituto di natura pubblica a titolo ereditario nobiliare, ovvero intorno alla metà dell'XI secolo.
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Bau', Manolo <1994&gt. "I palazzi di governo dopo la caduta della Repubblica di Venezia: Palazzo Ducale e i palazzi dei rappresentanti veneziani a Verona, Padova e Treviso nel XIX secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19817.

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Abstract:
Obiettivo di questo lavoro è verificare come sono stati utilizzati e quali trasformazioni sono state realizzate nei palazzi già sedi dell'amministrazione veneziana, del potere politico ed amministrativo della Repubblica di Venezia, dopo la sua caduta. Oltre al Palazzo Ducale di Venezia, sono stati scelti come esempi significativi, i palazzi pubblici di alcune città della Terraferma: Verona, Padova e Treviso. Questi edifici, in età veneziana, oltre a svolgere le funzioni di palazzi politici ed amministrativi svolgevano anche la funzione di palazzi della giustizia e ospitavano il carcere della città. Nell'Ottocento continuarono in parte ad essere utilizzati come spazi dell'amministrazione pubblica (quindi attraverso gli edifici si delinea, almeno in parte, il nuovo assetto amministrativo nelle città di Venezia, Verona, Padova e Treviso nel corso dell'Ottocento) dei governi francese ed austriaco: la tesi segue la loro storia fino all'annessione del Veneto al Regno d'Italia.
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Lora, Alice <1995&gt. "Il deposito del museo di arte contemporanea come nuova ‘sfida’ per la didattica museale. Il caso della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Achille Forti di Verona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17389.

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Abstract:
È ormai opinione condivisa che i depositi museali non siano dei meri contenitori, polverosi e chiusi, di oggetti preziosi, ma che essi rappresentino invece il ‘cuore’ del museo. Sono una viva miniera di ricchezze a cui però, purtroppo, nella gran parte dei casi il pubblico ancor’oggi non ha accesso. La presente ricerca si propone, dunque, di analizzare come la didattica museale possa, nel prossimo futuro, essere utilizzata per rendere maggiormente accessibili e fruibili, attraverso una serie di attività guidate, i caveau o gli archivi di musei e gallerie. Dopo una prima analisi dell’attuale situazione della didattica nei musei d’arte contemporanea in Italia, l’elaborato si concentra sul dibattito internazionale relativo all’importanza e alla valorizzazione del deposito quale elemento fondamentale della realtà museale. In particolare, viene preso in esame il caso della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Verona Achille Forti, per la quale vengono sviluppati, in via sperimentale, alcuni brevi percorsi educativi rivolti ad un pubblico di adolescenti e adulti, atti a valorizzare i depositi del museo veronese.
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Books on the topic "Storia di Verona"

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Giovanni, Zalin, ed. Storia di Verona: Caratteri, aspetti, momenti. Vicenza: N. Pozza, 2002.

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Storia di Verona: Dall'antichità all'età contemporanea. Sommacampagna, Verona: Cierre edizioni, 2021.

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Bruno, Daniela. Il Lazzaretto di Verona: Storia di un monumento cittadino. Milano: Skira, 2021.

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Guzzo, Enrico Maria, and Romualdo Cambruzzi. Gli edifici canonicali di Verona: Storia, arte, restauri. Verona: [s.n.], 1998.

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5

Cervato, Dario. Verona sacra: Profilo di storia della Chiesa veronese. Verona: Della Scala, 2000.

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Vecchiato, Maristella. L'organo di Domenico Farinati nel duomo di Verona: Storia e conservazione. Verona: Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona Rovigo Vicenza, 2021.

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Martinelli, Italo. I Della Scala di Verona: Il mito, la storia. Mantova: Il rio arte, 2020.

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Ettore, Curi, ed. Il Museo civico di storia naturale di Verona dal 1862 ad oggi. Venezia: Marsilio, 2005.

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Museo civico di storia naturale di Verona. Catalogo dei periodici esistenti nella biblioteca del Museo civico di storia naturale di Verona. 4th ed. [Verona]: Museo civico di storia naturale, 2000.

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10

Museo civico di storia naturale di Verona. Nel giardino di Darwin: Il Museo di storia naturale di Verona nelle fotografie di Enzo e Raffaello Bassotto. Milano: Electa, 2000.

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Book chapters on the topic "Storia di Verona"

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"Antiquitates Romanae: per una storia della prima tradizione epigrafica di Verona." In Öffentlichkeit - Monument - Text, 526–28. De Gruyter, 2020. http://dx.doi.org/10.1515/9783110718881-058.

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Conference papers on the topic "Storia di Verona"

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Decandia, Lidia. "Percorsi e terre di mezzo: dai cammini degli antenati ai luoghi dell'incontro e della festa contemporanei: il museo mater di Mamoiada." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7975.

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Abstract:
Il saggio intende raccontare l’esperienza svolta insieme a Studio Azzurro nella progettazione del Museo di archeologia e del territorio di Mamoiada. In questa esperienza attraverso l’uso di strumenti multimediali e interattivi si è lavorato per costruire non un luogo contemplativo, ma una vera e propria centrale “centrale di produzione di conoscenza memoriale e immaginativa”. Nel raccontare alcuni aspetti della storia di questo territorio, per individuare una possibile chiave interpretativa, siamo partiti dalle peculiarità di questo contesto e in particolare dal suo essere terra di confine e di frontiera, e in quanto tale, anche luogo di incontro e di scambio. Questa particolare identità di confine è diventata la chiave per rileggere la presenza di particolari luoghi "sacri" preistorici e contemporanei che popolano questo contesto. Si è scelto di narrare questo peculiare aspetto della storia del territorio utilizzando fonti documentarie e orali, messe insieme non con un andamento lineare e continuo, ma lavorando piuttosto, attraverso immagini poetiche e metaforiche per frammenti, montaggi, accostamenti delicati che, nel rompere ogni associazione sistematica, si richiamano l'un l'altro, più attraverso analogie che sequenze logiche. Abbiamo pensato di costruire un percorso che diventasse capace di mostrare più che di dire, di far lavorare l'immaginazione attraverso l'accostamento inusuale tra epoche differenti, tra l'arcaico e il contemporaneo; di aprire domande e di mettere sul tavolo questioni insolute anziché costruire teorie da difendere.
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Abstract:
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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