Academic literature on the topic 'Storia di Francia'

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Journal articles on the topic "Storia di Francia"

1

Guerra, Alessandro, Marco Meriggi, Christopher Calefati, Catherine Brice, Paolo Conte, Maria Pia Casalena, and Agnese Visconti. "Recensioni." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2022): 153–87. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001006.

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Abstract:
- Francesco Benigno e Daniele Di Bartolomeo, Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese, Roma, Salerno, 2020, 194 p. br/> - Salvatore Santuccio, Uno stato nello stato. Sette segrete, complotti e rivolte nella Sicilia di primo Ottocento, Acireale, Bonanno, 2020, 301 p.- Enrico Francia, Oggetti risorgimentali. Una storia materiale della politica nel primo Ottocento, Roma, Carocci, 2021, 180 p.- Jacopo De Santis, Tra altari e barricate. La vita religiosa a Roma durante la Repubblica romana del 1849, Firenze, Firenze University Press, 2021, 282 p.- Giampaolo Conte, Il credito di una nazione. Politica, diplomazia e società di fronte al problema del debito pubblico italiano. 1861-1876, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, 114 p. - Massimo Baioni, Vedere per credere. Il racconto museale dell'Italia unita, Roma, Viella, 2020, 266 p.- Gabriele B. Clemens, Geschichte des Risorgimento. Italiens Weg in die Moderne (1770-1870), Wien-Köln, Böhlau, 2021, 264 p.- Du "Grand Tour" au Traité de Rome: l'Europe au bout du voyage, sous la direction de Francis Démier et Elena Musiani, Rennes, Presses universitaires, 2021, 186 p.
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2

Bonuzzi, di Luciano. "La storiografia medica nell'età della Rivoluzione : l'esperienza francese e italiana." Gesnerus 48, no. 2 (November 25, 1991): 157–70. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-04802002.

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Abstract:
Dopo un breve cenno alia storia della storiograjia medica da fppocrate alVeta della grande Rivoluzione, si confrontono i contributi italiani efrancesi editi alia fine del ’700. Nel ’700 la storia della medicina segue indirizzi annalistici, bibliografici e metodologici. In Francia, con Pinel e Cabanis, la storia della medicina ha soprattutto carattere metodologico come aveva insegnato Cullen. Anche in Italia, dove rinteresse per la disciplina è più tardivo rispetto agli altri paesi europei, si impone il modello metodologico trasmesso dalla cultura di lingua francese.
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3

Hazan, Reuven Y. "PARTITI DI CENTRO E PARTITI CENTRALI: UNA CHIARIFICAZIONE CONCETTUALE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no. 2 (August 1994): 333–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022905.

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Abstract:
IntroduzioneMolti partiti riformisti nella storia di Francia ed Inghilterra, i vecchi partiti agrari nella Scandinavia del dopoguerra ed alcuni nuovi partiti delle riemergenti democrazie, sia nell'Europa meridionale che in quella orientale, si sono etichettati come partiti «di centro». Ma si tratta di veri partiti di centro? E se questo è vero, a che tipo di partito di centro appartengono?
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Dieci, Daniele. "La politique de la ville e i quartiers sensibles in Francia: un profilo." STORIA URBANA, no. 135 (February 2013): 91–118. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135005.

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Abstract:
Il saggio tratta la storia delle politiche urbane francesi, approfondendo l'evoluzione cronologica del dispositivo pubblico della politique de la ville e della categoria pubblica di quartier sensible. Si parte dalle origini delle politiche urbane francesi che vedono il quartiere come unitŕ territoriale di riferimento passando attraverso i moti delle balie, che influenzano fortemente le policy, dagli anni '80 in poi. Parallelamente sono analizzati i testi normativi piů importanti, i dibattiti parlamentari, gli avvicendamenti politici, le riforme introdotte e la nascita della geografia prioritaria, concludendo con i moti urbani piů recenti e le critiche alle misure adottate dal governo francese.
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5

Koller, Rotraud Becker/Alexander. "Der Papst und der Krieg." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no. 1 (March 1, 2019): 3–10. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0003.

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Abstract:
Riassunto L’Istituto Storico Germanico di Roma ha concluso, nel 2016, l’edizione della quarta sezione della collana „Nuntiaturberichte aus Deutschland“, completando la pubblicazione della corrispondenza ufficiale tra i nunzi apostolici presso la corte imperiale e la Segreteria di Stato dal 1628 al 1635. Questo periodo va annoverato tra le fasi più complesse della Guerra dei Trent’anni. Grande spazio occupava all’inizio la successione mantovana e l’annesso conflitto che introdussero un teatro di guerra secondario, aperto sulla penisola, e toccarono necessariamente gli interessi del papa e della Curia. Intorno al 1630 predominavano poi, nell’Impero, il conflitto sull’editto di restituzione e la questione di Wallenstein. L’„internazionalizzazione“ della guerra trovò la sua prosecuzione con l’intervento della Svezia, alleata della Francia. A causa di questi avvenimenti i rapporti tra il papato da un lato e la Spagna e la corte imperiale dall’altro peggiorarono; di conseguenza s’incrinarono anche la reputazione e le possibilità d’azione della nunziatura viennese. Il punto più basso raggiunsero questi sviluppi con le proteste del cardinale Gaspare Borgia e la missione del cardinale Pázmány nel 1632. Un’importante accordo parziale per l’impero fu raggiunto nel 1635 con la Pace di Praga. Al contempo maturò in quegli anni presso le corti principesche europee la convinzione che una pace durevole sarebbe stata possibile solo in seguito a un congresso di pace generale e multilaterale. Le recenti pubblicazioni nel contesto della quarta sezione dei „Nuntiaturberichte“ permettono inoltre di rivalutare i documenti in esse riportati come fonti per la ricerca storica non solo nell’ambito di quesiti politici e confessioniali, ma anche nel campo della storia culturale moderna e dell’antropologia storica.
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Marchi, Michele. "La Francia politica nel post 1945 tra storia di successo e preoccupante declino?" VENTUNESIMO SECOLO, no. 42 (October 2018): 9–33. http://dx.doi.org/10.3280/xxi2018-042002.

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Alosco, Antonio. "Il percorso socialista di Gabriele D’Annunzio tra storia e letteratura." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 3, 2020): 377–90. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909283.

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Abstract:
La complessa personalità di Gabriele D’Annunzio, in una costante sincronica evoluzione della produzione letteraria con l’attivismo politico, ha attraversato un periodo – spesso dimenticato dai critici – di vicinanza alle idee socialiste. Attratto dalla vitalità e dalle idee progressiste della sinistra che rispondeva alle leggi liberticide e reazionarie di Pelloux, se ne fece influenzare sia nel periodo dell’impresa fiumana, che in una prima fase di contestazione al fascismo, appoggiando la sinistra radicale. Influssi dannunziani si ritrovano, in quel periodo, nel linguaggio adottato dall’ Avanti! e nell’apprezzamento che anche ambienti socialisti dimostrarono per l’opera letteraria del Vate. Dopo il 1906 le strade dei socialisti e di D’Annunzio si divaricarono fino a contrapporsi. D’Annunzio rilanciò le posizioni nazionalistiche e, al rientro in Italia dopo il soggiorno in Francia tra il 1904 e il 1915, condusse un’attività politica tradottasi, nelle fasi iniziali della Prima guerra mondiale, nel sostegno attivo dei movimenti interventisti, poi nella partecipazione attiva sul campo come “uomo d’arme”, e da ultimo nelle azioni postbelliche degli irredentisti. Le imprese “rivoluzionarie” del poeta affascinarono anche alcune frange del socialismo italiano e l’impresa di Fiume, realizzata in collaborazione con il socialista Alceste De Ambris, raccolse gli elogi di Lenin e produsse la Carta del Carnaro, costituzione che conteneva elementi avanzati di matrice socialista.
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CONRY, YVETTE. "COMMENT A-T-ON PU TRE NO-LAMARCKIEN EN FRANCE (1843-1930)?" Nuncius 8, no. 2 (1993): 487–520. http://dx.doi.org/10.1163/182539183x00677.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title Vengono qui studiate le diverse fasi e condizioni di possibilit del neolamarckismo in Francia nel periodo che va dal 1843 (data di pubblicazione dell'Essai de physiologie gnrale di Jules Gurin) al 1930 (data di pubblicazione di The genetical theory of natural selection di Ronald Fisher) e la filosofia generale che ispir le sue varie forme. Queste vengono caratterizzate come tentativi di convertire una storia della natura in una scienza unitaria della natura basata su una concezione meccanica dell'universo e su una fisiologia generale dell'adattamento. Tale scienza era unitaria quanto agli scopi ed alla visione globale della natura, ma non nei diversi modi in cui si tent di realizzarla. Per analizzare questo rapporto fra istanze comuni e procedure particolari l'attenzione si concentrata su un confronto fra l'opera di Edmond Perrier e quella di Alfred Giard.
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Visconti, Agnese. "La fondazione dell’Orto botanico di Brera e gli anni della direzione dell’abate vallombrosano Fulgenzio Vitman (1728-1806) tra assolutismo asburgico ed età napoleonica." Natural History Sciences 153, no. 1 (January 1, 2012): 27. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2012.27.

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Abstract:
Il saggio ricostruisce, sulla base di documenti per la massima parte inediti raccolti nell’Archivio di Stato di Milano, nella Biblioteca di Brera di Milano, nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel Museo di Storia Naturale di Milano e nell’Accademia delle Scienze di Torino, la storia della fondazione e dei primi decenni di attività dell’Orto, annesso alla cattedra di Botanica del Ginnasio di Brera, alla quale venne chiamato nel 1774 il padre vallombrosano Fulgenzio Vitman. La prima parte del lavoro descrive le operazioni materiali compiute per l’allestimento dell’Orto. Segue la descrizione dello svolgimento annuo dei lavori consistenti perlopiù nell’acquisizione e nei cambi di semi e piante, nell’adozione per la disposizione delle piante del metodo di classificazione di Linneo, nell’utilizzo delle piante per le lezioni. Si passa quindi all’analisi dei modi che Vitman adottò per arricchire l’Orto, sottolineando la sua convinzione dell’opportunità di privilegiare le piante necessarie alla didattica e alla ricerca scientifica. Purtroppo, mancando l’Orto di un proprio archivio e di raccolte di lettere, molte questioni restano ancora non risolte. Appaiono comunque evidenti sia l’appartenenza di Vitman alla fitta rete di scambi tra i botanici dell’epoca, sia l’utilizzo di canali diplomatici, in particolare per gli scambi con Francia, Olanda e Spagna. Il contributo si conclude con la descrizione dell’attività didattica e scientifica di Vitman, autore di un fortunato libro di testo, <em>De medicatis herbarum facultatibius liber</em>, Faventiae 1770, e di una importante <em>Summa plantarum</em>, Mediolani 1789-1792, in 6 volumi, nella quale l’autore segue il metodo di classificazione linneano.
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Fassina, Filippo. "Seminari di storia della lettura e della ricezione, tra Italia e Francia, nel Cinquecento, a cura di Anna Bettoni." Studi Francesi, no. 177 (LIX | III) (December 1, 2015): 583–84. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.1309.

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Dissertations / Theses on the topic "Storia di Francia"

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CONTU, FEDERICA. "Maria Clotilde di Francia Regina di Sardegna (1759-1802)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2011. http://hdl.handle.net/11584/265919.

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Gambino, Antonio <1981&gt. "Italia e Francia nell'Ungheria di Trianon (1919-1939): due modelli di penetrazione politico-culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3938/1/gambino_antonio_tesi.pdf.

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Abstract:
Italy and France in Trianon’s Hungary: two political and cultural penetration models During the first post-war, the Danubian Europe was the theatre of an Italian-French diplomatic challenge to gain hegemony in that part of the continent. Because of his geographical position, Hungary had a decisive strategic importance for the ambitions of French and Italian foreign politics. Since in the 1920s culture and propaganda became the fourth dimension of international relations, Rome and Paris developed their diplomatic action in Hungary to affirm not only political and economic influence, but also cultural supremacy. In the 1930, after Hitler’s rise to power, the unstoppable comeback of German political influence in central-eastern Europe determined the progressive decline of Italian and French political and economic positions in Hungary: only the cultural field allowed a survey of Italian-Hungarian and French-Hungarian relations in the contest of a Europe dominated by Nazi Germany during the Second World War. Nevertheless, the radical geopolitical changes in second post-war Europe did not compromise Italian and French cultural presence in the new communist Hungary. Although cultural diplomacy is originally motivated by contingent political targets, it doesn’t respect the short time of politics, but it’s the only foreign politics tool that guarantees preservations of bilateral relations in the long run.
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Gambino, Antonio <1981&gt. "Italia e Francia nell'Ungheria di Trianon (1919-1939): due modelli di penetrazione politico-culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3938/.

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Abstract:
Italy and France in Trianon’s Hungary: two political and cultural penetration models During the first post-war, the Danubian Europe was the theatre of an Italian-French diplomatic challenge to gain hegemony in that part of the continent. Because of his geographical position, Hungary had a decisive strategic importance for the ambitions of French and Italian foreign politics. Since in the 1920s culture and propaganda became the fourth dimension of international relations, Rome and Paris developed their diplomatic action in Hungary to affirm not only political and economic influence, but also cultural supremacy. In the 1930, after Hitler’s rise to power, the unstoppable comeback of German political influence in central-eastern Europe determined the progressive decline of Italian and French political and economic positions in Hungary: only the cultural field allowed a survey of Italian-Hungarian and French-Hungarian relations in the contest of a Europe dominated by Nazi Germany during the Second World War. Nevertheless, the radical geopolitical changes in second post-war Europe did not compromise Italian and French cultural presence in the new communist Hungary. Although cultural diplomacy is originally motivated by contingent political targets, it doesn’t respect the short time of politics, but it’s the only foreign politics tool that guarantees preservations of bilateral relations in the long run.
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Battagliotti, Lisa <1992&gt. "Dall’Italia alla Francia, dalla Francia all’Italia: fonti letterarie e fortuna critica del Cabinet des singularitez di Florent Le Comte, manuale del collezionista di stampe." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21658.

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Abstract:
Opera dedicata al neonato pubblico di curieux, il Cabinet si contraddistingue per un’inedita attenzione nei confronti dell’arte incisoria. Se, da un lato, aspetti innovativi quali i cataloghi di stampe e la raccolta sistematica di monogrammi hanno, in tempi recenti, richiamato l’attenzione degli studi, dall’altro giace quasi del tutto inesplorato l’interesse di Florent Le Comte per la storia dell’incisione. Ponendosi alla fine di un secolo che aveva visto il proliferare dei ricorsi alla letteratura artistica italiana, l’autore si affida alle varie traduzioni della Vita di Marcantonio Bolognese confluite all’interno delle opere di André Felibién, Pierre Monier e Pierre Daret. Il lavoro si propone pertanto di indagare il rapporto dell’autore con la trattatistica precedente: a tal fine si esamineranno i criteri secondo i quali ciascun autore, mosso da specifiche esigenze teoriche, non solo ha tradotto il testo vasariano, ma ha anche impiegato altre fonti, come le Vite del Baglione e quelle di Bellori, per aggiornare la storia dell’arte incisoria narrata da Vasari; quindi, si evidenzieranno gli apporti originali di Le Comte rispetto agli antecedenti francesi. Infine, si indagherà la ricezione dell’opera in ambito italiano.
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Becattini, Chiara. "Storia della memoria di quattro ex campi di transito e concentramento in Italia e in Francia 1945-2012." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3423241.

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Abstract:
The aim of my research is to analyse, following a comparative approach, the political, social and cultural processes that mainly have influenced the transformation of concentration and transit camps in lieux de mémoire in Italy and France. In particular, I will study four of them: the Rice mill of San Sabba in Trieste, Fossoli’s camp and the Museum Monument to the Political and Racial Deportee in Carpi, Drancy and Natzweiler-Struthof’s camps. In Postwar, the marginality of their role in European collective memory strongly contrasts with their relevance in Nazi concentration camp system. Although, they have become important references for national identity, comforting graves for families where they could mourn the victims, monumental palimpsests where History is told to the public, but also touristic attractions similar to other historical monuments. This research is not only about the transformation of the four former camps into sites of memory, but also it will analyse their role in local, national and European collective memory.
Questa ricerca si propone di ricostruire attraverso un approccio comparativo i processi politici, sociali e culturali che hanno maggiormente influito nella trasformazione dei campi di concentramento in luoghi della memoria in Italia e in Francia, attraverso l'analisi di quattro casi di studio: la Risiera di San Sabba a Trieste, il campo di Fossoli e il Museo Monumento al Deportato politico e razziale a Carpi, Drancy a Parigi e Natzweiler-Struthof nei pressi di Strasburgo. Alla loro centralità nella rete delle deportazioni ideata dai nazisti, corrisponde per contrasto una rilevanza “periferica” rispetto ai lieux de mémoire europei più conosciuti. Tuttavia, questi luoghi hanno ottenuto molteplici significati, divenendo importanti riferimenti per la costruzione identitaria nazionale, tombe consolatorie per i vivi consentendo l’elaborazione del lutto, opere monumentali entrate a far parte della storia dell’architettura, strumenti di divulgazione della storia, ma anche attrazioni turistiche al pari di altri monumenti storico-artistici di una città. Tra gli obiettivi di questa ricerca non vi è soltanto l’approfondimento della storia della loro trasformazione in luoghi della memoria, ma anche l’analisi del ruolo che essi hanno assunto nella memoria collettiva locale, nazionale ed europea, con uno sguardo al loro possibile avvenire.
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Sacchi, Landriani Martino <1989&gt. "Nascita del moderno regime di mobilità. Politica dell'identificazione in Francia (1770 - 1880 ca.)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8832/1/2019-1SACCHINai.pdf.

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Abstract:
Questa ricerca propone una genealogia del moderno regime di governo della mobilità del lavoro in Francia e nelle sua colonie nel XIX secolo. Governare la mobilità non implica l’esercizio di un potere semplicemente coercitivo, bensì la presenza di un certo margine di libertà, necessaria a canalizzare e orientare la circolazione degli individui. Più precisamente, la tesi analizza la storia dei libretti operai in quanto rivelatori amministrativi delle tensioni che presiedono alla configurazione, crisi e riformulazione del contrattualismo civile classico in Francia. Questa tecnologia di identificazione permette inoltre di rintracciare la genesi globale delle nozioni storiche di lavoro libero, schiavitù e domesticità, seguendo la loro evoluzione attraverso le politiche della mobilità dopo l’abolizione della schiavitù. Gli ultimi capitoli studiano la nascita dello Stato Provvidenza e di nuove forme di identificazione, come l’antropometria e le impronte digitali, in quanto riconfigurazioni storiche della domanda che attraversa la nostra ricerca: come controllare la forza-lavoro senza introdurre una coercizione illegittima sui corpi che ne sono portatori? La genealogia del regime di mobilità mostra la paradossale necessità del liberalismo di riformularsi ciclicamente come progetto universale (nella generalizzazione della persona giuridica) per poter organizzare gerarchie al suo interno (moltiplicando gli statuti attraverso i quali l’accesso all’uso della libertà viene filtrato). A partire da questa co-implicazione è possibile ripensare il rapporto tra sovranità, Stato e mercato mondiale.
In this research, we genealogically trace the emergence of modern rationality in the government of the mobility of labor in France and its colonies in the XIX century. Governing mobility does not imply a purely coercive power, but rather a certain degree of freedom, necessary to channel and orient the circulation of individuals. More precisely, this PhD thesis analyses the history of the livret ouvrier as administrative markers of the tensions characterizing the configuration, the crisis, and the reformulation of classic civil contract in France. This technology of identification also allows us to trace the global genesis of the historical notions of free labor, slavery, and domesticity, following their evolution through the politics of mobility after the abolition of slavery. The last chapters survey the birth of the welfare state and of new forms of identification, such as anthropometry and fingerprinting, as historical reconfigurations of the underlying question of our investigation: how to control labor power without introducing an illegitimate coercion on the bodies carrying it? The genealogy of mobility regime shows the paradoxical necessity of liberalism to periodically reformulate a universal project (the generalization of the juridical person) in order to organize internal hierarchies (by multiplying the statutes through which the effective access to freedom is filtered). Through the lens of this co-implication we can rethink the relationship between sovereignty, State and world market.
Cette recherche vise à tracer une généalogie des rationalités de gouvernement et d’identification de la mobilité du travail dans la France métropolitaine et coloniale du XIXème siècle. Gouverner la mobilité ne comporte pas un pouvoir simplement coercitif, mais plutôt un certain degré de liberté nécessaire à canaliser et orienter la circulation des individus. Plus précisément, la thèse analyse l’histoire du livret ouvrier en tant que révélateur administratif des tensions qui accompagnent la configuration, la crise et la reformulation du contrat civil classique en France. Par cette technologie d’identification on retrace aussi la genèse globale des notions historiques de travail libre, esclavage et domesticité, dont on suive les métamorphoses à la lumière des politiques de la mobilité après l’abolition de l’esclavage. Les derniers chapitres considèrent la naissance de l’Etat Providence et des nouvelles pratiques d’identification, telles que l’anthropométrie et les empreintes digitales, en tant que reformulations historiques du problème à la base de notre recherche : comment contrôler la force de travail sans insérer une coercition illégitime sur les corps qui en sont les porteurs? La généalogie du régime de mobilité montre la nécessité paradoxale du libéralisme de cycliquement relancer un projet universel (la généralisation de la personne juridique) afin de pouvoir définir des hiérarchies en son sein (multipliant les statuts par lesquelles l’accès à l’usage de la liberté est filtré). A partir de cette co-implication on peut repenser le rapport entre souveraineté, Etat et marché mondial.
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Gastaldo, Silvia <1995&gt. "Gli intellettuali collaborazionisti nella Francia occupata. I casi di Brasillach e Drieu La Rochelle." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17270.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare in maniera critica la posizione degli intellettuali collaborazionisti nella Francia dell’occupazione tedesca. Partendo da un’analisi generale dei principali organi collaborazionisti che presero parte attivamente al programma di propaganda tedesco imposto sulla nazione francese, si arriverà ad analizzare le specifiche posizioni di due intellettuali: Robert Brasillach e Pierre Drieu La Rochelle. I due giornalisti e scrittori verranno sottoposti al vaglio documenti diaristici, romanzi e articoli pubblicati sui giornali dell’epoca, come Je suis partout, con il fine di individuare le loro idee all’interno di macro-tematiche quali la questione ebraica, il fascismo francese, il nazionalismo francese e i rapporti con il Reich. In conclusione verrà analizzata la posizione degli intellettuali dopo la liberazione, con particolare attenzione al concetto della responsabilità artistica in ambito giudiziario.
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Migani, Guia. "La Francia e l'Africa sub-sahariana, 1957-1963 : storia di una decolonizzazione fra ideali eurafricani e politica di potenza." Paris, Institut d'études politiques, 2004. http://www.theses.fr/2004IEPP0021.

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Abstract:
L'étude concerne la décolonisation française en Afrique sub-saharienne dans les années 1957-1963. Le but de la recherche consiste à analyser i) les transformations politiques et économiques de la présence française en Afrique ; ii) comment le processus de décolonisation et les relations particulières entre la France et les pays africains ont influencé la politique étrangère française dans le contexte européen ; iii) les relations existantes entre le cadre général des relations internationales et les événements africains. La recherche se déroule dans les années 1957-1963. En fait cette période permet de prendre en considération l'évolution des relations entre la France et les pays africains, qui passent d'une phase de domination à une définie comme "de coopération", et les changements que la zone franc, l'ensemble économique-monétaire franco-africain, subit à la suite de l'indépendance des pays africains. D'autre part, on peut aussi suivre les négociations pour l'association des PTOM à la CEE et comparer la position française en 1957 et en 1961-1962, lors des négociations pour la Convention de Yaoundé. Enfin, on doit remarquer qu'au début des années "60', avec l'indépendance des pays africains et leur adhésion aux Nations Unies, l'intérêt des superpuissances envers ces nouveaux états augmente considérablement. Ainsi, on a cherché d'analyser, d'une part comment les Etats-Unis et l'Union soviétique cherchent à s'assurer l'appui des pays africains, et quelle place ceux-ci occupent dans le déroulement de la guerre froide, d'autre part on a voulu étudier la réaction de la France devant ce nouvel intérêt, et comment vont se structurer les relations franco-américaines en Afrique.
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Gobbo, Giulia <1995&gt. "I rapporti culturali tra la Repubblica di Venezia e la Francia nel XVIII secolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19576.

Full text
Abstract:
La prima parte dell’elaborato che si intende presentare riguarda i primi decenni del XVIII secolo in cui la Francia era governata dal Reggente Philippe d’Orléans. Tale periodo storico è caratterizzato da intensi rapporti culturali tra Venezia e Parigi. In particolare, verranno trattati i principali protagonisti del tempo, i quali tramite una rete di conoscenze dirette instaureranno un dialogo proficuo e di reciproco interesse. Tra costoro vi sono Rosalba Carriera, Antonio Pellegrini, Sebastiano Ricci e Anton Maria Zanetti, Pierre Crozat e John Law. Essi sono gli esponenti culturali di spicco di queste due realtà nel diciottesimo secolo. Il resto dell’elaborato tratterà in particolare del contesto culturale di Venezia, meta di studio da parte dei pittori francesi e dell'esperienza di Jean Raoux presso questa città.
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Guidali, F. "UOMINI DI CULTURA E ASSOCIAZIONI INTELLETTUALI NEL DOPOGUERRA TRA FRANCIA, ITALIA E GERMANIA OCCIDENTALE (1945-1956)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/227690.

Full text
Abstract:
The associations established in the years following the Second World War – in particular the Congress for cultural freedom (CCF) and the Société européenne de culture (European Society of Culture, SEC) – were intended to create bonds among intellectuals and to promote the discussion about their function within society. This study investigates the reasons and causes which lead to said associations, and it analyses the intellectual’s perception of their own role at that time and of the instruments they had to perform their civil task. The SEC, founded by the philosopher Umberto Campagnolo in 1950, has been chosen as the case study. The present PhD thesis is divided into: a methodology introduction, a story of culture organization between the end of the Nineteenth Century and the Second World War (a part which has been considered necessary in order to underline the aspects of continuity and the possible original features regarding intellectuals’ associations that were founded during the Cold War years) and, finally, an in-depth analysis of the case study. The investigation moves from a transnational and comparative perspective, making use of the analytical procedure, first introduced by Pierre Bourdieu and Gisèle Sapiro, in a critical manner. In order to explore the core of this thesis, several different phases have been identified: the first one falls between 1945 and 1950, the second between 1950 (year of birth for the main intellectuals’ associations) and September 1953, the third covering the period until March 1956, an important date in SEC history. For this study a wide review of cultural magazines, as well as of relevant archive material has been carried out. Campagnolo conceived culture as a creation of values: in his opinion since intellectuals, were responsible for conceiving ideas and symbols they should maintain full autonomy in the literary field. It was exactly in such dualism between autonomy and engagement that the SEC’s originality can be traced. The association was founded on the conviction that, only by uniting their strength, intellectuals would have been able to win influence within society, though it was the individual who had to commit himself/herself personally. The SEC’s peculiarity was determined also by its effective political independence, in spite of financing from the Italian government. It was conceived as a real association, and the instruments used for its action – the magazine “Comprendre”, the national centres and the Rencontre Est-Ouest [“East-West Encounter”] – did represent new important elements for the organizations of the time. By means of a thorough study of Campagnolo’s speeches, of the “Comprendre” magazine, of the Meetings debates, of correspondence and of the strategy for new members’ recruitment, the SEC’s task was defined as “metaphysical”, meaning that it was not linked to events, but to the spirit which should have accompanied any cultural action. It was hence inferred that the SEC and the CCF were competing for non-political reasons. Actually, the SEC intended to safeguard the autonomy of intellectual relations (defining such an approach as politique de la culture [politics of culture]), while the CCF supported heteronomy, employing Art and literature with a precise political aim. The contrast between these two institutions was hence due to a different conception the intellectuals held about their own role in society. Therefore, the associations under examination did not represent an instrument with a univocal meaning: as demonstrated by the analysis which has been carried out, they were devoid of any intrinsically autonomous or heteronymous function with respect to the literary field. Furthermore it is clearly confirmed that intellectuals had a role of mediation, as they had always affirmed during past history The development of intellectuals’ associations needs to be ascribed to the social aspects of the writer’s or artist’s function, more than to political factors related to the conflict between the blocks. In the attempt to fully understand the reasons for the success of intellectuals’ associations in those years, it has been hypothesized that a decline of the authority provided by traditional mediation forms among intellectuals, masses and politics had occurred. The social problem connected to such form of cultural organization was brought to light: in the SEC, it was less renowned intellectuals who showed particular involvement, and this means that actual interest for the SEC was due to their social condition and to the position a person had in the intellectual field. The sources examined have shown how in Western Europe, after the Cold War peak reached in the months of armed conflict in Korea, the conception of engagement itself evolved: intellectuals were integral part of society, were free to choose time, place and mode for their interventions, positioning themselves midway between pure action and pure Art. This point of arrival corresponded to Campagnolo’s own conclusions, who rightly maintained that the root of the intellectuals’ problem and of their crisis was social, rather than moral or political, relating to their role in a society which was more and more massified. The acceptance of an intermediate position among those expressed after the Second World War put a light on how ideological differences could be smoothed, while the need for autonomy and defence of intellectuals as expressed by associations remained.
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Books on the topic "Storia di Francia"

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Mario, D'Addio, and Gambino Luigi, eds. Storia delle guerre civili di Francia. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1990.

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2

Storia di Francia: Dalla Comune a Sarkozy. Milano: Longanesi, 2009.

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Romano, Sergio. Storia di Francia: Dalla Comune a Sarkozy. Milano: Longanesi, 2009.

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4

Falconieri, Tommaso Di Carpegna. L'uomo che si credeva re di Francia: Una storia medievale. 2nd ed. Roma: Editori Laterza GLF, 2005.

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5

Falconieri, Tommaso Carpegna. L'uomo che si credeva re di Francia: Una storia medievale. Bari: GLF editori Laterza, 2005.

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6

Gli archivi della Santa Sede e la storia di Francia. Viterbo: Sette Città, 2006.

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7

Ullrich, Francesca Bianca Crucitti. Praz e la Francia: Saggi e documenti di storia della critica. Bari: Adriatica, 1988.

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8

Belletti, Adolfo. Zola Predosa: Paese d'origine di Francesco Francia : preistoria, storia e arte. Bologna: Ponte nuovo editrice, 1987.

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9

L' uomo che si credeva re di Francia: Una storia medievale. 2nd ed. Roma: Editori Laterza GLF, 2005.

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Focardi, Giovanni. Storia dei progetti di riforma della pubblica amministrazione: Francia e Italia 1943-1948. Bologna: Bononia University Press, 2004.

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Book chapters on the topic "Storia di Francia"

1

Occhipinti, Carmelo. "La storia dell'architettura e le guerre di religione nella Francia del Cinquecento." In Études Renaissantes, 55–65. Turnhout: Brepols Publishers, 2016. http://dx.doi.org/10.1484/m.er-eb.4.00345.

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2

Esposito, Nicola. "Elementi stilistici decameroniani nel Pecorone di ser Giovanni." In Studi e saggi, 121–36. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-668-1.07.

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Abstract:
In the history of scholarship on vernacular style, rhetoric, and prose rhythm, very little space has been given to 14th-century Tuscan short stories writers, such as Ser Giovanni, Franco Sacchetti, and Giovanni Sercambi. This article analyzes Ser Giovanni’s Pecorone with the aim of individuating stylistic, rhetorical, and rhythmic elements and of understanding their relationship with its model, Giovanni Boccaccio’s Decameron. Although Ser Giovanni did not have a direct knowledge of the artes dictaminis, the article shows how his deep reading of Boccaccio’s Decameron permitted him to recognize and put to use many of the rhetorical expedients he found in it.
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3

Pourchasse, Pierrick. "Les réseaux négociants européens et les échanges entre la France et l'Europe du Nord (XVIIe-XIXe siècles)." In Atti delle «Settimane di Studi» e altri Convegni, 155–81. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-857-0.09.

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Abstract:
France was a country that had great agricultural potential and natural resources that allowed it to not be dependent on external markets, especially raw materials from the North. French ports, however, maintained close relations with the Baltic countries where they marketed many products and obtained supplies of naval stores and, depending on the economic situation, cereals. This paper proposes to revisit the French trade with the Baltic over a period of two centuries by using the Sound Toll Accounts whose entire data is now available to the research community. As we will see, several evidences are to be reconsidered.
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Manetti, Roberta. "I viaggi in un romanzo e i viaggi di un romanzo nel basso medioevo. Il caso del Joufroi de Poitiers." In Studi e saggi, 157–64. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-467-0.14.

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Abstract:
In the fiction of the Joufroi de Poitiers, the author, perhaps a native of eastern France, claims to have found his story near Montpellier. His journey is perhaps not imaginary as we have an indication of a place that carries a certain political value, in an era when the French Crown, after having concluded the anti-Albigensian crusade in the mid-thirteenth century, had taken possession of the Midi. Montpellier was likely a free zone for the production and circulation of works of anti-Capetian satire, such as the Occitan novel which goes under the modern title of Flamenca. In fact, composed in the entourage of James I of Aragon in Montpellier, the Flamenca is one of the probable sources of Joufroi de Poitiers.
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Villain, Julien. "L’innovation de produit et les dynamiques de l’offre sur les marchés des étoffes de laine dans la France du XVIIIe siècle. Quelques aperçus quantitatifs et qualitatifs." In La moda come motore economico: innovazione di processo e prodotto, nuove strategie commerciali, comportamento dei consumatori / Fashion as an economic engine: process and product innovation, commercial strategies, consumer behavior, 147–70. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-565-3.10.

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Abstract:
The consumption of fabrics in 18th-Century Europe experienced a notable expansion - particularly in France, a major hub for the diffusion of clothing fashions across the continent. Driven by manufacturers and merchants, the supply of new product varieties has been highlighted in several French production areas. However, a general assessment of the scale and rates of product innovation in the market for fabrics has never been attempted. By varying the scales of analysis, from the statistics the French monarchy used to assess production in the various production areas to store inventories, we can try to estimate the secular movements of product innovation. Over the course of the 18th century, the market for medium or poor quality cloths appears to have been particularly dynamic: the proportion of new varieties at the end of the century approximated two-thirds of the stock. There was also a tendency to diversify the supply - which ended up making the "world of goods" difficult to read, many product innovations being present on the market only for a while.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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"Parte 2. Catalogo." In Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Abstract:
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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Benvenuti, Luigi. "Silvio Trentin." In Eccellenze cafoscarine nella storia del Dipartimento di Economia. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-642-8/005.

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Abstract:
Silvio Trentin (San Donà di Piave, 11 November 1885-Monastier di Treviso, 12 March 1944) was an Italian partisan and jurist. He was Professor of public law at Ca’ Foscari. He participated as a volunteer in the First World War. Deputy since 1919, after the advent of fascism he was part of the constitutional opposition with G. Amendola. Forced into exile (1926), he settled in France, where he carried out an intense publicistic activity and militated in the ranks of Justice and Freedom (1929). After taking part in the French clandestine struggle, he returned to Italy in 1943 and participated in the resistance in the Action Party until his arrest in November of the same year. He died in prison.
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Marta Zerbini. "L'impronta della dinamica storica dell'insediamento di frontiera: l'Epte in Normandia, Francia." In CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.82.

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10

Regazzoni, Susanna. "Da Neruda, Asturias, Borges e Carpentier a Rigoberta Menchú: l’America Latina a Ca’ Foscari." In Le lingue occidentali nei 150 anni di storia di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-262-8/014.

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Abstract:
This essay outlines the history and development of Spanish-American Literature as a subject of university teaching at Ca’ Foscari University of Venice. It has a fairly recent history which began when Franco Meregalli, after a long tour in Southern America, sponsored by the Italian Ministry of Foreign Affairs, for some lectures in several universities, started a course on Spanish-American literature. During his first period as a university teacher, Meregalli had met Giuseppe Bellini in Milan. So in 1969 he called his former student Bellini, who was by then an expert on Spanish-American authors, to teach Spanish-American Literature in Venice. Bellini stayed in Venice for 16 years and left Ca’ Foscari to go back to his home university (Milan) in 1985. Between 1969 and 1984, many important Spanish-American writers, such as Miguel Angel Asturias, Pablo Neruda, Jorge Luis Borges and several others, came to Venice to lecture on their own works. After Bellini, the Uruguyan poetess Martha Canfield and, later on, Susanna Regazzoni, a former student of Bellini’s, took over the courses of Spanish-American literature, thus keeping alive, with the help of Margherita Cannavacciuolo, the Venetian tradition of Spanish-American Studies.
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Reports on the topic "Storia di Francia"

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Vallerani, Sara, Elizabeth Storer, and Costanza Torre. Considerazioni chiave: equità e partecipazione nella promozione della vaccinazione per il covid-19 tra le persone razzializzate e senza documenti. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.025.

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Abstract:
Questo documento espone alcune considerazioni a proposito della promozione dei vaccini per il SARS-CoV-2 e delle strategie per garantirne un’equa distribuzione tra gli immigrati senza documenti residenti in Italia e, in particolare, a Roma. Quanto emerge dal caso italiano può essere in parte applicabile ad altri contesti in cui la somministrazione del vaccino è stata legata al dispositivo del “passaporto vaccinale”, ovvero il certificato COVID digitale dell'UE, in Italia Green Pass. Nell’organizzazione della campagna vaccinale alcune categorie sociali sono state identificate come “difficili da raggiungere” (hard to reach) e per cui è necessario immaginare interventi specifici.1 In questo testo si sceglie di parlare di persone razzializzate e illegalizzate poiché senza documenti per riferirsi a persone immigrate che non hanno cittadinanza, permesso di soggiorno e status di rifugiato. Questo documento esplora il contesto quotidiano delle vite delle persone illegalizzate e come l’esperienza della pandemia di COVID-19 abbia esacerbato le difficoltà che queste persone incontrano, 23 mettendo in luce il collegamento tra le vulnerabilità, consolidate ed emergenti, con la percezione dei vaccini. Si suggerisce come l’orientamento e la percezione dei vaccini si inseriscano all’interno dei contesti di vita delle persone, in cui molto spesso la priorità è data al sostentamento economico. In molti casi, l’accettazione della vaccinazione è motivata dalla necessità di continuare ad avere un lavoro retribuito piuttosto che a una preoccupazione connessa alla salute o a una fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie. Il seguente documento si pone l’obiettivo di esaminare come i vaccini possano essere distribuiti in modo equo e capace di aumentare la fiducia e i processi di inclusione nella società post-pandemica. Il testo si basa principalmente sulla ricerca etnografica e le testimonianze raccolte attraverso interviste e osservazioni con persone razzializzate e illegalizzate nella città di Roma, insieme a rappresentanti della società civile e operatori socio-sanitari tra dicembre 2021 e gennaio 2022. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Sara Vallerani (Università di Roma Tre), Elizabeth Storer (LSE) e Costanza Torre (LSE). È stato revisionato da Santiago Ripoll (IDS, Università del Sussex), con ulteriori revisioni da parte di Paolo Ruspini (Università Roma Tre) ed Eloisa Franchi (Université Paris Saclay, Università di Pavia). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058). La ricerca si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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Ripoll, Santiago, Tabitha Hrynick, Ashley Ouvrier, Megan Schmidt-Sane, Federico Marco Federici, and Elizabeth Storer. 10 Ways Local Governments in Multicultural Urban Settings can Support Vaccine Equity in Pandemics. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.016.

Full text
Abstract:
At national and aggregate levels, COVID-19 vaccination across G7 countries appears successful. To date, 79.4% of the total population of G7 countries have received a first dose, 72.9% a second, and 45.4% a booster shot (28th April 2022 data). In France, 80.6% of the total population has had a first dose, 78.2 % have had two doses, and 55.4% have had their booster jabs (28th of April 2022 data). In the UK, 79.3% of the total population has received one dose, 74.1% a second one, and 58.5% have received a booster. In Italy, 85.2% of the total population has had a first dose, 80.4% have had two doses, and 66.5% have had their booster jabs (28th of April 2022 data). These figures indicate enthusiasm across G7 countries for COVID-19 vaccines. Yet high overall vaccination rates at the national level, disguise significant in-country disparities. For example, by the end of 2021, less than 50% of residents of the Northern Districts of Marseille were vaccinated, compared with over 70% in wealthier neighbourhoods. In the Ealing borough of Northwest London, 70% of the eligible population has had a first dose – which is almost 10% percent below the national average (4th of April 2022 data). Disparities are also seen in other urban metropolises across the G7. This brief investigates these disparities through the lens of “vaccine (in)equity”, focusing on the role of local actors. It builds on ethnographic and qualitative research carried out in the Northern Districts of Marseille and ongoing research engagement around vaccine equity in Ealing (Northwest London), as well as qualitative research carried out in Italy among networks of healthcare providers, intercultural mediators, and civil society organizations that collaborated during the COVID-19 campaign in the Emilia Romagna region and in Rome. This brief is based on research conducted between October and December 2021 in Marseille and ongoing engagement in Ealing which started in May 2021. It identified how local governments, health actors, community groups and residents play key roles in shaping vaccine (in)equity. This brief was developed for SSHAP by Santiago Ripoll (IDS), Tabitha Hrynick (IDS), Ashley Ouvrier (LaSSA), Megan Schmidt-Sane (IDS), Federico Federici (UCL) and Elizabeth Storer (LSE). It was reviewed by Eloisa Franchi (Università degli Studi di Pavia) and Ellen Schwartz (Hackney Council Public Health). The research was funded through the British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210038). Research was based at the Institute of Development Studies (IDS), University of Susssex, and the Laboratoire de Sciences Sociales Appliquées (LaSSA). The brief is the responsibility of SSHAP.
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