Journal articles on the topic 'Storia delle istituzioni locali'

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Cavazzoli, Luigi. "La Polenghi Lombardo e le istituzioni sperimentali e formative del Lodigiano." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2010): 5–40. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001001.

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Abstract:
Con l'istituzione nel 1871 della Stazione di caseificio di Lodi. si apre il primo centro di ricerche in una zona di grande produzione di latte, che contribuě al progresso dell'industria lattiero casearia locale e nazionale. Inoltre, l'istruzione professionale si affermň in Italia con questa «Stazione»: e contribuě al lo sviluppo dell'industria lattiera italiana L'intreccio che nel Lodigiano si realizzň fra industria, sperimentazione e formazione nella filiera del latte č in gran parte dovuto alle proficue collaborazioni che s'instaurarono, fra istituzioni pubbliche e private; collaborazioni gestiste da scienziati e tecnici di notevole prestigio e da propensione all'intrapresa, che operarono in un ambiente particolarmente favorevole. Note biografiche: Luigi Cavazzoli dirige il Centro Studi Ivanoe Bonomi e collabora con il Dipartimento di Storia della societŕ e delle istituzioni dell'Universitŕ Statale di Milano, la Fondazione "F. Turati" di Firenze, l'Accademia nazionale virgiliana e l'Istituto mantovano di storia contemporanea. Email: luigi cavazzoli @tin.it
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Buono, Alessandro. "Guerra, élites locali e monarchia nella Lombardia del seicento. Per un'interpretazione in chiave di compromesso d'interessi." SOCIETÀ E STORIA, no. 123 (June 2009): 3–30. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-123002.

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Abstract:
- Through the case study of Spanish Lombardy during the Thirty years' war, the Author tries to link the latest results of military history with the politico-institutional framework, with a view to overcome the narrowness of an exclusive military approach. By focussing on the agenda of a commission for the control of the army composed of civil and military authorities from 1638 to 1679 and on the careers of some financiers and military entrepreneurs, the Author suggests the need to abandon the pattern of the militarization of society in order to describe the processes affecting the Milanesado. The military tool appears to be purposefully used to strengthen political and social ties between centre and periphery and also to integrate emerging social, economic and political groups into the Lombard power elite. The interpretation underlying the essay is therefore based on the idea of a «compromise of interests» between centre and periphery of the Spanish imperial system as a way to stabilize the situation of Lombardy.Keywords: Milan, Spanish Monarchy, XVIIth century, power élites, military history, institutional history, Thirty Years' WarParole chiave: Lombardia, Monarchia spagnola, secolo XVII, elites dominanti, storia militare, storia delle istituzioni, Guerra dei Trent'anni
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Pozzi, Daniele. "Lissone: una comunitŕ di mobilieri (1880-1970)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2010): 78–112. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001003.

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Abstract:
Il saggio analizza le origini della specializzazione manifatturiera di Lissone a partire dagli ultimi decenni dell'Ottocento, soffermandosi in particolare sul rapporto tra artigiani a domicilio e grandi commercianti di mobili. Il periodo tra le due guerre mondiali vide una significativa modernizzazione del settore, soprattutto grazie alla mobilitazione di alcune istituzioni locali. Le iniziative promosse dalle autoritŕ comunali e dalle associazioni ebbero una forte rilevanza anche dopo la seconda guerra mondiale, in particolare con la creazione dell'Ente comunale del mobile (1951). Gli sforzi per un aggiornamento dell'artigianato locale naufragarono a causa del perdurare di alcune pratiche individualiste tradizionali e di un peggioramento della congiuntura nel corso dei decenni sessanta-settanta, mentre progressivamente veniva meno l'identificazione del tessuto produttivo locale con la specializzazione mobiliera. Note biografiche : Daniele Pozzi (1976) č assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Analisi Istituzionale e Management Pubblico dell'Universitŕ commerciale "Luigi Bocconi" di Milano e insegna Storia economica e d'impresa presso l'Istituto di Economia dell'Universitŕ Carlo Cattaneo - LIUC di Castellanza (VA). Email: daniele.pozzi@unibocconi.it - dpozzi@liuc.it
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Giuseppe, Vecchio. "Tecniche di valutazione e caratteristiche istituzionali dell'autonomia universitaria." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 45–58. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048004.

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Abstract:
Il problema della valutazione haa costiituito, da sempre, uno degli aspetti piů significativi della vita universitaria. L'universitŕ ha sempre costituito il luogo di valutazione della ricerca e, contemporaneamente, il luogo di valutazione dell'ammissibilitŕ degli studiosi alle funzioni di insegnamento e di ricerca finanziate e sostenute dalle varie espressioni della societŕ ( comunitŕ religiose, comunitŕ locali, Stato, ecc.). La valutazione č, dunque, essenziale alla vita e alla continuitŕ del sistema di formazione superiore e di ricerca per la formazione. In questa fase storica, sono entrati in crisi i meccanismi tradizionali di valutazione, fondati sull'autonomia e sull'autogoverno delle stesse comunitŕ accademiche, e si tenta di elaborare nuovi strumenti che garantiscano piů significativi livelli di oggettivitŕ e piů ampi spazi di di confronto per il riconoscimento della validitŕ della ricerca e, quindi, della legittimazione di coloro che la ‘professano'. L'obbiettivo del saggio č quello di proporre una riflessione sulla praticabilitŕ di metodi di valutazione che utilizzano sistemi ‘automatici' di ‘quantificazione' ai fini della formulazione dei ‘giudizi' e di metodi di valutazione che utilizzano sistemi ‘soggettivi accademicamente responsabili' di formulazione dei ‘giudizi'.
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Celi, Giuseppe, Andrea Ginzburg, Dario Guarascio, and Annamaria Simonazzi. "Una Unione divisiva. Una prospettiva centro-periferia della crisi europea." Il Politico 252, no. 2 (January 19, 2021): 195–98. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.522.

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Abstract:
La storia dell’integrazione europea resta ancora oggi, a sessantatré anni dalla fondazione della Comunità Economica Europea, uno dei temi fondamentali per comprendere l’Unione e i suoi sviluppi politici. Molti dei conflitti, delle tensioni, dei problemi strutturali e delle inefficienze che si riconducono all’Unione Europea, così come anche molti dei successi e delle fortune, sono realmente comprensibili soltanto con una conoscenza della storia delle istituzioni europee e della progressiva integrazione degli Stati Membri.
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Brunetti, Dimitri. "La storia della Bassa Valle Scrivia sul web." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00030.

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Abstract:
Nel contesto dei portali culturali nazionali e regionali, il contributo propone il sito web condiviso fra tre comuni della Bassa Valle Scrivia che offre alla consultazione libera e gratuita un ricco patrimonio composto da fotografie, registrazioni sonore, audiovisivi, libri, inventari d'archivio, mappe, calendari e giornali locali per raccontare le vicende del territorio, delle famiglie e delle persone. Considerando gli elementi qualitativi e quantitativi che differenziano i grandi progetti dal variegato mosaico delle proposte sul web culturale offerte dalle realtà più piccole, l'illustrazione del sito piemontese vuole sollecitare il dibattito sulla convergenza delle esperienze per comporre un quadro unitario del patrimonio culturale nazionale.
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Marzio Cresci. "Nuove proposte per una scuola integrata con il territorio: la necessità di coordinare le risorse." IUL Research 1, no. 1 (July 24, 2020): 126–43. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.38.

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Abstract:
La riflessione inquadra le prospettive dell’outdoor education e dell’educazione non formale nella più ampia visione dello sviluppo della scuola di comunità: il tema centrale è quello dell’aula decentrata, si potrebbe dire della “scuola diffusa”, tema analizzato attraverso uno specifico modello metodologico, esperito dalla Regione Toscana. L’analisi delle fasi storiche del modello, la messa in evidenza delle potenzialità non ha solo lo scopo di offrire una testimonianza, ma soprattutto quello di individuare, con una lettura “sul campo”, alcuni aspetti chiave dell’integrazione scuola-territorio e del ruolo che le istituzioni locali possono giocare in una rinnovata alleanza.
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Di Benedetto, Paolo. "Costruire e ri-costruire la storia e l’identità d’Asia in età imperiale." Ars & Humanitas 16, no. 1 (December 22, 2022): 47–63. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.47-63.

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Abstract:
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
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Ricciardi, Giuseppe Carlo. "REGIONALISMO DELLA DIFFERENZIAZIONE E RIORDINO DELLE AUTONOMIE INFRAREGIONALI. UN GIOCO (ISTITUZIONALE) “NON A SOMMA ZERO”." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 62–85. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.561.

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Abstract:
Nell’ultimo decennio il sistema delle autonomie di molti Stati nazionali aderenti all’Unione Europea ha conosciuto una stagione informata alla razionalizzazione. Si tratta di una reazione ai rilievi formulati da alcune Istituzioni europee1, che hanno ravvisato nella dimensione multilivello dei governi locali degli Stati membri maggiormente in difficoltà dal punto di vista finanziario una fonte di spesa da rivedere in chiave riduttiva, alla luce della crisi economica che ha colpito l’Europa.
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Loner, Arnaldo. "Il lavoro del medico: La legge, la deontologia." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 248–54. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-5.

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Abstract:
Gli esseri umani stanno insieme, vivono insieme. Sono milioni nelle grandi capitali, poche migliaia nei piccoli centri. Il loro stare vicini cagiona e promuove incontri, relazioni, rapporti. Anche contrasti. Sono necessarie delle regole, una disciplina. Questo per ogni settore delle molteplici attività umane. La sanità rappresenta un elemento essenziale nella vita delle comunità e sussiste una particolare necessità di regolamentare compiutamente lo svolgimento di questa indispensabile attività di protezione della vita e della salute dell’uomo. Lo stato, con il parlamento e le istituzioni locali provvedono a disciplinare in modo dettagliato con specifiche disposizioni legislative il funzionamento delle organizzazioni sanitarie e il lavoro degli operatori sanitari. Vi sono numerose leggi che obbligano tutti i cittadini, non soltanto gli addetti alla sanità, all’applicazione ed al rispetto delle disposizioni.
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Bigatti, Giorgio. "Migranti. Lavoro, genere, politica nell'esperienza dell'emigrazione italiana nel Novecento. Presentazione." SOCIETÀ E STORIA, no. 127 (July 2010): 97–100. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127004.

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Abstract:
Le ricerche pubblicate nella sezione Orientamenti e dibattiti di questo fascicolo sono dedicate all'emigrazione italiana nella seconda metÀ del novecento, un periodo finora poco praticato dalla storiografia sull'argomento. I saggi - pur nella varietÀ delle metodologie di indagine e dei temi, incentrati su varie destinazioni migratorie, tanto in Italia che all'estero - presentano alcune costanti: in primo luogo l'esigenza comune di indagare la storia dell'emigrazione come strumento di comprensione dei meccanismi di costruzione della societÀ italiana contemporanea; inoltre il ritorno alla storia delle istituzioni dell'emigrazione, l'utilizzo estensivo delle testimonianze dirette dei protagonisti dell'esodo e, attraverso la loro esperienza personale, la costruzione dell'identitÀ migrante.
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Ostenc, Michel. "Roberto Sani, Storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche nell’Italia moderna." Archives de sciences sociales des religions, no. 172 (October 1, 2015): 365. http://dx.doi.org/10.4000/assr.27455.

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Bombardieri, Chiara, Gaddomaria Grassi, and Francesco Paolella. "L'OPG di Reggio Emilia 1896-2015 Storia di un'istituzione." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 159–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003009.

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Abstract:
Gli autori ricostruiscono la storia dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, una delle prime istituzioni italiane dedicate ai prosciolti. Vengono analizzati in particolare il rapporto con la città e con l'ospedale psichiatrico San Lazzaro, le vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale, le rivolte, gli scandali e le contestazioni dal dopoguerra alla chiusura.
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Collomb, Henri. "Psicoterapie tradizionali non verbali in Africa." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2022): 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-002001.

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Abstract:
È pubblicato per la prima volta in italiano il testo presentato da Henri Collomb (1913-1979) in un convegno a Istanbul nel 1970 e poi redatto in forma scritta nel 1972 in francese. Lo psichiatra francese descrive i significati attribuiti alla sofferenza psichica presso le popolazioni Wolof e Lébou del Senegal, il comportamento della società autoctona nei confronti dell'individuo sofferente, la struttura delle istituzioni terapeutiche native, ed espone, in maniera dettagliata, i metodi e le tecniche di cura tradizionali. L'articolo discute inoltre l'integrazione, l'articolazione e la possibile conflittualità tra psicoterapia occidentale e terapeutiche cosiddette tradizionali, invitando il clinico operante in contesti altri a porsi in una posizione di ascolto e decifrazione delle rappresentazioni nosologiche e delle pratiche di cura locali.
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Brambilla, Elena. "La storia di Claudio Donati. Presentazione." SOCIETÀ E STORIA, no. 129 (December 2010): 553–54. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129005.

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Abstract:
Quanto segue raccoglie la maggior parte dei contributi a due giornate di studio tenute il 22-23 gennaio 2009 a Milano in memoria di Claudio Donati, prematuramente scomparso nel 2008. I testi sono stati selezionati in quanto originali (alcuni altri erano giÀ stati ormai pubblicati) e intendono presentare il profilo scientifico, professionale e umano di Claudio Donati come storico dei rapporti tra mondo italiano e asburgico, dell'illuminismo, della nobiltÀ e delle istituzioni ecclesiastiche e militari in etÀ moderna.
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Barausse, Alberto, and Rossella Andreassi. "Le scritture professionali di Amelia Andreassi: gli ego-documenti di una insegnante italiana del Novecento." Cadernos de História da Educação 20 (September 20, 2021): e048. http://dx.doi.org/10.14393/che-v20-2021-48.

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Abstract:
Il contributo intende prendere in esame il valore euristico dell’archivio personale di Amelia Andreassi, maestra e poi direttrice di scuole materne private e pubbliche di Bari, importante città dell’Italia meridionale, nel corso del Novecento. La collezione, composta di libri, certificazioni, lettere e materiali didattici, fra cui i quaderni sui quali annotava personali riflessioni sulle pratiche didattiche e ludiche svolte in classe, costituiscono parte del fondo archivistico personale custodito presso il Centro di documentazione e ricerca sulla storia delle istituzioni scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia (Ce.S.I.S.) dell’Università del Molise, tra le cui finalità sono previsti il recupero, la conservazione e la valorizzazione degli archivi personali degli insegnanti. Tali fondi permettono una analisi dettagliata della funzione degli scritti personali (egodocumenti) di tipo professionale. Insieme all’uso delle categorie interpretative offerte dalla storia delle culture scolastiche nella analisi si intendono raccogliere le suggestioni proposte dalla storia della memoria scolastica.
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Bertolini, Sonia, and Valentina Goglio. "L'imprenditoria femminile come strumento di innovazione per lo sviluppo locale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 206–17. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122015.

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Abstract:
La valorizzazione dell'occupazione femminile è considerato un obiettivo strategico per lo sviluppo del paese, ma persistono ancora numerose difficoltŕ per le donne ad accedere a determinate posizioni ed occupazioni, in particolare la presenza delle donne rimane minoritaria nel campo dell'imprenditoria. Il presente articolo si propone di mostrare come l'imprenditoria possa essere una delle modalitŕ attraverso le quali far crescere l'occupazione femminile e contribuire all'innovazione dei sistemi produttivi locali. In particolare, la ricerca si concentra sul territorio della provincia di Cuneo, un contesto locale di "successo economico" ma allo stesso tempo portatore di valori tradizionali. I risultati di ricerca fanno emergere l'importanza del capitale sociale e delle politiche per il suo sostegno. In questo quadro è cruciale il contesto istituzionale in cui le imprese si collocano ed il contributo che le istituzioni pubbliche possono dare per una "costruzione sociale dell'innovazione".
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Accornero, Cristina. "La scuola economica di Torino e il mondo riformatore di Milano." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 47–61. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002002.

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Abstract:
L'articolo evidenzia come di fronte alle emergenze sociali d'i inizo secolo, la disoccupazione e il conflitto tra capitale e lavoro, uomini e istituzioni di diversa ispirazione ideologica abbiano potuto lavorare insieme e dialetticamente costruire un consenso generale nell'ambito delle riforme sociali. Note biografiche: Ph. D, borsista presso il Dipartimento di storia, Universitŕ di Torino. E-mail: cristina.accornero@fastwebnet.it
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Levaggi, Rosella. "The History of Intergovernmental Grants in Britain: a New Perspective in an Asymmetry of Information Framework*." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 171–89. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539950.

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Abstract:
Abstract L’asimmetria informativa è l’elemento caratteristico della relazione tra governo centrale e governi locali. Da un lato, l’esistenza dei governi locali si giustifica per il loro maggior grado di conoscenza circa le preferenze ed i bisogni locali. Dall’altro lato, quando si deve organizzare l’allocazione delle risorse sul piano nazionale attraverso un sistema di trasferimenti, queste informazioni dovrebbero essere conosciute a livello di governo centrale.In questo scritto si presenta la storia recente dei trasferimenti alle autorità locali in Gran Bretagna per mostrare un esempio pratico del modo in cui il governo centrale ha tentato di risolvere il problema.Dapprima il governo centrale ha ritenuto di conoscere tutti i parametri necessari per stabilire un sistema ottimale di trasferimenti. In una seconda fase, esso ha compreso la natura dei problemi derivanti dal fatto che le autorità locali disponevano di informazioni migliori. Il controllo della spesa è divenuto il principale obiettivo del governo e le riforme introdotte nel sistema dei trasferimenti riflettono quest’obiettivo.
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Caiazzo, Monica. "Il mito dell'alleanza italo-francese nella Grande Guerra." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (December 2010): 62–94. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002003.

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Abstract:
Con la crisi di coscienza provocata dallo scoppio della prima guerra mondiale gli intellettuali dovettero interpretare nuove realtŕ a partire dalla concezione di "guerra giusta". La consapevolezza di questa crisi indusse a ricercare nella propria memoria nazionale elementi unificanti, verso i quali convogliare i comportamenti delle masse. A questo processo di autoresponsabilizzazione contribuě il mito della fratellanza latina, nell'accezione di un'intesa prevalentemente culturale italo-francese. Milano fu il centro di questo rinnovato incontro tra culture teso al recupero di un'identitŕ nazionale che si ricongiungesse con la propria storia. Note biografiche: Monica Caiazzo č dottore di ricerca in "Storia delle istituzioni e della societŕ nell'Europa contemporanea". Attualmente insegna presso un istituto di secondo grado ed č tutor presso la cattedra di Storia contemporanea della Facoltŕ di scienze politiche dell'Universitŕ degli Studi di Milano. E-mail: monica_caiazzo@yahoo.it
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Pajer., Flavio. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE NELL’UNIONE EUROPEA." Revista Diálogo Educacional 5, no. 16 (July 17, 2005): 167. http://dx.doi.org/10.7213/rde.v5i16.7988.

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Abstract:
Il processo di unificazione economica e politica dell’Europa - in atto ormai da quasi 50 anni se si considera il Trattato di Roma (1957) come l’evento fondante – non può e non deve produrre, almeno a breve termine, un livellamento delle istituzioni nazionali per uniformarle a un comune standard transnazionale. Questo è vero soprattutto per i vari sistemi educativi nazionali. Essi sono troppo ancorati alla storia e alla cultura delle rispettive nazioni, troppo diversi per lingua, per struttura e organizzazione, al punto che una loro armonizzazione risulterebbe un insulto allo specifico e irriducibile patrimonio culturale e storico delle varie nazioni europee.
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Cristiana Porcarelli and Marco Marucci. "Il ruolo del Terzo settore nei processi di governance dei Patti educativi di comunità." IUL Research 3, no. 5 (June 20, 2022): 268–77. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.284.

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Abstract:
Questo contributo intende analizzare alcune dinamiche legate allo sviluppo dei Patti educativi di comunità introdotti con il Piano Scuola 2020-2021, come strumenti operativi attraverso cui scuole, enti locali, istituzioni pubbliche e private, Terzo settore e anche cittadini possano cooperare insieme. Attraverso una revisione della letteratura in materia e un’analisi sui recenti dispositivi normativi, a partire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si restituisce un quadro prospettico favorevole alla diffusione di queste pratiche nel territorio. La governance dei Patti educativi va pertanto presidiata come ulteriore opportunità strategica per l’attuazione dei progetti previsti nel PNRR e un efficace utilizzo delle risorse.
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Lendaro, Annalisa, and Thomas Sommer-Houdeville. "Sanctuary cities in Francia? L'accoglienza dei migranti nel Paese basco." MONDI MIGRANTI, no. 3 (December 2021): 65–87. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003004.

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Abstract:
A partire dall'estate 2018, la frontiera basca, che separa la Francia dalla Spagna, comincia ad attirare l'attenzione dei media. La rotta del Mediterraneo centrale in quel momento diviene, in effetti, maggiormente visibile e l'arrivo di migranti e richiedenti asilo dalla Spagna aumenta sensibilmente nel Paese basco francese, in particolare a Bayonne. Di fronte a tale situazione, le istituzioni locali partecipano insieme alle reti di solidarietà informale all'apertura di un centro di transito. La mediatizzazione di questa iniziativa, comparata alle "città santuario" americane, nasconde tuttavia le molte divergenze che attraversano le esperienze di accoglienza sul territorio. Il presente articolo propone un'analisi delle complesse reti di solidarietà, attraverso una doppia comparazione interna: geografica, confrontando il caso di Bayonne con le iniziative delle zone più rurali dei Paesi baschi francesi, e socio-politica, attraverso l'analisi delle diverse pratiche di attivismo degli attori solidali e del loro rapporto con la legalità.
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D'Emilione, Matteo, Marina De Angelis, Giovanna Giuliano, and Matteo Luppi. "I livelli essenziali alla prova dell’attuazione delle misure di contrasto alla povertà." Sinappsi 12, no. 1 (2022): 62–79. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-01-4.

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Abstract:
L’articolo analizza le modalità attuative dei servizi locali nell’implementazione delle recenti misure di contrasto alla povertà intese come livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Utilizzando i dati di una recente indagine Inapp sui tre livelli di governo principali rispetto alle misure in esame, ATS - Servizi sociali comunali - CPI, si analizzano i modelli attuativi messi in pratica a livello territoriale. La lettura congiunta delle tre istituzioni coinvolte suggerisce che un approccio di integrazione sistemica nella gestione dei servizi rappresenta un punto di forza anche in ottica Lep. ******* EN: The article analyses how local authorities engaged in implementing measures to fight against poverty in Italy deal with ensuring minimum standards of performance. Using data from a recent Inapp survey, carried out on municipal social services, Local social planning institutions and public employment services, the implementation models put into practice are analysed. The joint analysis of the three different experiences suggests that an integrated management approach constitutes a strength, also, ensuring minimum standards of performance.
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Berardi, Gabriella. "Biblioteca digitale e studi storici locali: il progetto della Magna Capitana di Foggia." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 203–12. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00048.

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Abstract:
Manoscritti, periodici locali, manifesti cinematografici sono solo alcune delle tipologie documentarie oggetto del lavoro di digitalizzazione portato avanti dalla Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia dal 2013 ad oggi. L’iniziativa fa il paio con un altro progetto denominato “Meravigliosa Capitanata”, che mira a costruire una serie di schede su personaggi, eventi, luoghi e storia di Capitanata. L’obiettivo è essere un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere o approfondire questi argomenti.
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de Stefani, Lorenzo. ""Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 53–81. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della toponomastica come strumento di rafforzamento del sentimento nazionale dopo l'annessione di Milano al regno di Sardegna e successivamente allo stato italiano. Sono stati presi in considerazione i dibattiti in seno al Consiglio comunale circa il valore evocativo della titolazione delle strade ai principali simboli del Risorgimento nazionale e ai personaggi eccellenti nel campo delle lettere, delle arti, delle scienze, con particolare riferimento a quelli, nati a Milano o qui provvisoriamente residenti in qualche tempo, che hanno influenzato la vita civile, artistica e letteraria della cittŕ. L'operazione di "costruzione della memoria" lega insieme la necessitŕ di razionalizzare e modernizzare la cittŕ che si apprestava a diventare la "capitale morale" dello stato unitario (come confermato nella legislazione comunale e provinciale del 1865) con la preoccupazione di tenere vive le memorie locali, da far convivere in armonia con l'azione di costruzione della nazione dal punto di vista della lingua e delle memorie collettive. Ciň si unisce alla determinazione di celebrare i principali eventi della storia civile affiggendo lapidi come sintesi di un compendio della storia locale da offrire per la costruzione del popolo.
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Ciglioni, Laura, and Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Federico Romero." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (September 2020): 109–16. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001004.

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Abstract:
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Federico Romero.
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Fazzini, Ilaria. "Una pluralità di sguardi sulla follia. Storia delle internate cremonesi nella seconda metà dell'ottocento." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (September 2020): 114–32. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002006.

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Abstract:
La storia delle donne internate in manicomio, della loro vita dentro e fuori gli istituti psichiatrici, è divenuta negli ultimi decenni oggetto di grande interesse e studio. La presente ricerca, condotta a partire dallo studio e dall'analisi delle cartelle cliniche e dei fascicoli personali delle donne internate nel Manicomio di Cremona dal 1868 al 1904, ha lo scopo di indagare l'internamento della follia femminile nella seconda metà dell'Ottocento e di farne emergere le caratteristiche e le peculiarità. Le cartelle cliniche delle pazienti cremonesi si sono rivelate una fonte utile e preziosa che ha fatto emergere chiaramente come l'internamento delle donne in manicomio fosse un processo "corale". Al suo interno infatti si intrecciava una pluralità di voci e di "sguardi" che "costruivano" e definivano la follia femminile: dallo "sguardo" dei familiari e dei rappresentanti delle istituzioni religiose e politiche coinvolti nelle procedure di ammissione, alla "voce" inascoltata delle internate portatrici di una propria soggettività, fino alle diagnosi e alle cure degli alienisti. L'autrice analizza e indaga questi soggetti, mostrandone il ruolo nelle diverse fasi del processo di internamento e rintracciando i differenti riferimenti culturali e i diversi linguaggi da loro utilizzati per individuare, comprendere, descrivere e, nel caso delle internate, manifestare e narrare la follia.
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Calza Bini, Paolo. "Quale sviluppo? Quale locale? Ripensando i sistemi territoriali nel terzo millennio." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 119–47. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030006.

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Abstract:
L'articolo rilegge criticamente e discute le interpretazioni degli ultimi trenta anni dello sviluppo locale, analizzando le diverse componenti del concetto. Da una parte si constata la necessitŕ di aggettivare lo sviluppo non piů analizzabile come una mera crescita economica né come un succedersi di univoci modi organizzativi del produrre e del ridistribuire, dall'altra si sottolinea come le forze omogeneizzanti della globalizzazione siano contrastate e rimodellate da radicamenti e sedimentazioni sociali delle diversitŕ socio-economiche, dei contesti locali. Non potendo disporre di schemi di sintesi sullo sviluppo locale, che č un fenomeno multidimensionale le istituzioni devono quindi avviare percorsi di riflessivitŕ attente alle direzioni e alle ricadute che le loro scelte possono avere nella regolazione locale e globale.
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Ciglioni, Laura, and Guido Panvini. "Interviste sulla storia contemporanea. Risponde Jean-François Sirinelli." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (February 2022): 177–83. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-002006.

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Abstract:
Da molti anni gli storici dell'età contemporanea, in Italia e all'estero, si stanno interrogando sullo "stato di salute" della disciplina. La proliferazione di nuovi campi di studio, la sempre più marcata specializzazione delle ricerche, la contaminazione con le altre scienze sociali, la formazione di un confronto storiografico "globale", favorito, in parte, dalla diffusione delle tecnologie digitali, il complesso rapporto con il dibattito pubblico, la difficile stagione, in termini sia di risorse che di ruolo, sperimentata dalle scienze umane: sono solo alcuni dei temi che animano la riflessione attorno alla storia contemporanea. In anni recenti un vivace dibattito internazionale sulle prospettive degli studi storici nel nuovo millennio è stato animato da studiosi e istituzioni di ricerca di primo piano. Mondo contemporaneo vuole fornire un contributo a questa discussione, rivolgendosi, attraverso lo strumento dell'intervista, a eminenti storici per un bilancio della storiografia sull'età contemporanea, per riflettere sul ruolo dello storico oggi e sulle sfide che la disciplina affronta nel nostro tempo. In questo fascicolo interviene su tali temi Jean-François Sirinelli.
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Calcagno, Paolo. "Il dominio genovese e il grano in Antico regime: un sistema federale sotto la sorveglianza dello stato." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134005.

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Abstract:
Genova, secc. XVI-XVIII Dominio Grano, approvvigionamenti, giusdicenti, comunitŕ Lo stridore fra l'austera organizzazione annonaria di Genova e del suo Dominio e la straordinaria avventura commerciale dei mercanti della Superba nel Mediterraneo occidentale ha profondamente influenzato la storiografia genovese, che ha affrontato il problema in maniera strumentale e ideologica, rielaborando in maniera acritica la condanna del sistema formulata dalla pubblicistica fisiocratica. In realtŕ non sappiamo praticamente nulla del funzionamento dell'ufficio dell'annona in cittŕ (e degli uffici locali nelle comunitŕ del Dominio), dell'approvvigionamento delle Riviere e del rapporto che a tal fine si viene a creare fra il centro e la periferia. Sulla base della documentazione dell'Abbondanza genovese - conservata presso l'archivio storico del Comune - e attraverso l'analisi di un caso specifico (quello di Savona), il saggio tenta di offrire alcuni spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura, al fine di valutare la funzionalitŕ delle istituzioni annonarie e di osservare il grado di integrazione economica e politicoamministrativa nel contesto dello Stato genovese.
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Travan, Federico. "Il non acquisto dello status di «locali della missione»: note a margine della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia nel caso Guinea Equatoriale c. Francia." Revista da Faculdade de Direito, Universidade de São Paulo 116, no. 2 (December 30, 2021): 329–68. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2318-8235.v116p329-368.

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Abstract:
Questo lavoro è un commento alla sentenza della CIG, di merito, nel caso Immunités et procédures pénales (Guinée Équatoriale c. France), e, allo stesso tempo, uno studio del problema – inedito nella giurisprudenza internazionale – emergente dalla sentenza, quello del momento in cui e delle modalità attraverso le quali un determinato immobile acquista, nel diritto internazionale, lo status di «premises of the mission». La sentenza della Corte, che ha ritenuto necessario il consenso dello Stato accreditatario, è criticata. Lo studio e l’analisi della prassi degli Stati, della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, della storia dell’istituto dell’inviolabilità dei locali diplomatici e della (poca) letteratura che ha trattato il problema, dimostrano che esiste una norma del diritto internazionale che determina che l’acquisto dello status di «premises of the mission» avvenga attraverso il (e nel momento del) solo inizio d’uso effettivo dei locali per l’esercizio delle funzioni diplomatiche. La sentenza della CIG «crea» quindi un requisito – il consenso dello Stato accreditatario – che non esiste nel diritto internazionale, e ciò comporta gravi potenziali problemi di contrasto e coesistenza tra situazioni di fatto (reali) e situazioni puramente giuridico-formali.
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Cozza, Cassandra. "Architetture che cambiano la vita." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 42–56. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100005.

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Abstract:
Il saggio illustra l'impegno umanitario di Yasmeen Lari, a partire da quando, in seguito al terremoto del Kashmir, iniziò a dedicare la sua vita alle persone più indigenti, dimostrando un impegno costante per la costruzione di una giustizia sociale ed ecologica. Un impegno sul campo con due obiettivi principali: il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più povere e vulnerabili e la sostenibilità ambientale. Un lavoro complesso, di ampio interesse internazionale e attento ai materiali, alla storia e alle tradizioni locali. L'architettura come processo finalizzato all'indipendenza e all'empowerment dei suoi ‘clienti scalzi' - soprattutto donne - attraverso un impegno costante nella formazione degli architetti più giovani e degli autocostruttori, nonché nel fronteggiare l'emergenza pandemica causata da Covid-19.
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Conca, Messina Silvia A. "Crescita e trasformazioni tra etÀ moderna e rivoluzione industriale. Nuove prospettive di storia economica dell'Europa." SOCIETÀ E STORIA, no. 133 (October 2011): 551–608. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133006.

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Abstract:
L'articolo presenta una rassegna del dibattito internazionale sui fattori della crescita economica nell'Europa moderna e durante la rivoluzione industriale, soffermandosi in particolare sui risultati delle ricerche relative alla tecnologia, le istituzioni, il modello malthusiano, l'energia, le stime di crescita del PIL, mostrando che secondo la gran parte della piů recente storiografia - sebbene non tutta - la rivoluzione industriale non fu un fenomeno improvviso, ma l'accelerazione di dinamiche preesistenti sin dall'etÀ moderna. Tale orientamento č stato contestato dalla California school, che ha enfatizzato le "sorprendenti somiglianze" tra le aree piů avanzate dell'Europa e dell'Asia e sostenuto che la "grande divergenza" in termini di ricchezza e di potenzialitÀ non si manifesta prima dell'ottocento, sospingendo gli studi verso una prospettiva piů comparativa e globale. Le ricerche degli ultimi anni, perň, hanno nel complesso confermato che il divario tra oriente e occidente trova le sue radici nell'espansione europea dell'etÀ moderna, nelle sue istituzioni, nella sua cultura scientifica e tecnica, e nella crescente specializzazione della sua economia.
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Michelutti, Paolo. "Servitů militari e militarizzazione. Il Friuli Venezia Giulia 1949-1989." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 267 (November 2012): 291–307. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-267005.

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Abstract:
L'adesione al Patto atlantico nel 1949 significa per l'Italia una decisa scelta di campo nell'area delle potenze occidentali. Il contributo alla difesa comune trasforma il disegno dei confini nazionali che diventano confine dell'alleanza occidentale. Nel saggio si cerca di ricostruire la storia della militarizzazione del territorio di una regione di confine, il Friuli Venezia Giulia, attraverso l'utilizzo delle servitů militari, evidenziando come nel secondo dopoguerra la presenza militare dell'esercito italiano e delle basi Usa abbiano provocato resistenze e problematiche alla societŕ civile e alle istituzioni. Esaurita sul finire degli anni cinquanta la protesta ideologica del movimento dei Partigiani della pace, tra gli anni sessanta e gli anni settanta č stato il movimento dei sindaci dei comuni del Friuli Venezia Giulia, guidato da motivazioni economiche, a portare alla revisione del quadro normativo sulle servitů militari con la legge 24 dicembre 1976, n. 898.
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Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Pellegrino, Vincenza. "Conflitti ambientali e nuovi soggetti politici. Le rivolte "eco-epidemiologiche"." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 42 (January 2012): 81–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-042007.

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Abstract:
Questo saggio ha come oggetto di riflessione i conflitti ambientali, i nuovi soggetti politici che ne sono protagonisti e le visioni collettive che paiono centrarsi in maniera inedita sulla cattiva gestione delle risorse locali e sui conseguenti rischi per la salute pubblica. Nuovi soggetti politici appunto (comitati, associazioni, movimenti) che operano l'articolazione fra discorsi scientifici (dati sull'inquinamento, previsioni ecc.) e discorsi politici (orientamenti valoriali e dibattiti sulle decisioni da prendere per il futuro). A partire da alcuni casi di studio (la questione dei rifiuti in Campania, quella degli inceneritori in Emilia Romagna) l'articolo conduce una breve analisi sulle forme argomentative adottate da questi gruppi, sulle modalitÀ di intendere il rapporto con le istituzioni democratiche e con la scienza (con amministratori e\o con esperti), sui processi interni di leadership e sull'idea di ‘rivolta' da condurre.
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Morisi, Massimo. "IL PARLAMENTO IN ITALIA. VECCHIE E NUOVE IPOTESI DI RICERCA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 2 (August 1988): 191–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012181.

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Abstract:
IntroduzioneIl parlamento è tra le istituzioni più studiate, anche in Italia, tuttavia, la ricerca empirica sul suofunzionamentoall'interno del sistema politico, pare languire da anni. Riempiremmo pagine se dovessimo elencare la miriade di lavori di «riflessione» sull'azione dellegislativo, sulle sue modalità e sui suoi stessi significati sistemici, nel breve come nel medio e lungo termine. Altre pagine ci vorrebbero per dar conto delle molteplici esperienze di ricerca empirica, maturate in un denso e continuo confronto fra ipotesi metodologiche diverse, mono e interdisciplinari, sia in concorrenza che in collaborazione tra diritto costituzionale, storia parlamentare, scienza politica, sociologia politica. E agli studi sulla collocazione e sul ruolo delle assemblee parlamentari all'interno del sistema politico, si potrebbero aggiungere i diversi filoni di ricerca sulla classe politica e sulla rappresentanza.
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Brunelli, Giampiero. "La Sede apostolica di fronte alla globalizzazione: il contributo possibile della storia delle istituzioni." Rechtsgeschichte - Legal History 2012, no. 20 (2012): 339–43. http://dx.doi.org/10.12946/rg20/339-343.

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Bertolini, Piro. "Lo stato delle scienze dell’educazione in Italia." Swiss Journal of Educational Research 22, no. 1 (January 1, 2000): 93–110. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.22.1.5083.

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Abstract:
Nell’articolo si affronta dapprima la questione della definizione delle scienze dell’educazione che in Italia si presenta con due accezioni: come indicativa delle varie scienze umane (psicologia, sociologia, psicoanalisi, ecc.) nel momento in cui si occupano esplicitamente del fenomeno educativo la prima e indicativa delle diverse specificazioni della pedagogia generale (storia della pedagogia; didattica; pedagogia speciale; pedagogia sperimentale; pedagogia degli adulti; ecc.) la seconda. Su questa base si discute l’evoluzione delle scienze dell’educazione a partire dalla seconda guerra mondiale, ponendo l’accento sui fattori che ne hanno condizionato le due anime: da un lato le esigenze di carattere sociale con riferimento a problematiche extra-scolastiche, dall’altro lato il diffondersi di un reale interesse per la formazione professionale degli insegnanti. Di particolare interesse è l’evoluzione della didattica che è alla ricerca di una autonomia delle varie specificazioni attraverso la costituzione di un proprio statuto epistemologico e di metodologie di ricerca proprie. Infine, per quanto riguarda le istituzioni e gli strumenti di appoggio alle scienze dell’educazione o pedagogiche, l’articolo tocca il ruolo delle riviste specializzate e di alcune Associazioni che riuniscono i rappresentanti delle varie discipline pedagogiche e ad alcuni centri di ricerca pubblici o privati.
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Daminelli, Luca. "Aspettare a Ventimiglia. La frontiera italo-francese fra militarizzazione, crisi dell’accoglienza e solidarietà." REMHU: Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 30, no. 64 (April 2022): 59–80. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006405.

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Abstract:
Riassunto Questa etnografia è stata condotta sul confine italo-francese a Ventimiglia dal 2019 fino all’autunno 2021. La precedente conoscenza dell'area ha permesso di capire come la gestione da parte degli Stati della pandemia Covid-19 abbia ridefinito il dispositivo frontiera. L'articolo inizia con una descrizione del funzionamento dei controlli di frontiera e del loro continuo aggiornamento per limitare la possibilità di attraversamento del confine dei migranti illegalizzati. La seconda parte analizza la situazione generata a Ventimiglia dalla chiusura del confine come una crisi dell’accoglienza (Lendaro, Rodier, Vertongen, 2019), dovuta all'inazione delle istituzioni locali (Davies, Isakjee, Dhesi, 2017). Nelle conclusioni, l'articolo analizza quali sono le conseguenze sulle soggettività migranti dell'intersezione fra militarizzazione del confine e negazione dell’accoglienza, che costringe a vivere l'esperienza dell'attesa in condizioni di estrema precarietà e marginalità, alle quali si contrappone l’attività dei gruppi solidali della zona.
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Rossitti, Marco, and Francesca Torrieri. "Action research for the conservation of architectural heritage in mariginal areas: the role of evaluation / La ricerca azione per la conservazione del patrimonio architettonico in aree marginali: il ruolo della valutazione." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 3–44. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223002.

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Abstract:
The recognition of the key role of architectural heritage for sustainable territorial development has pushed the scientific community to give more importance to the involvement of local communities in conservation choices and practices. However, despite the recognition of the benefits deriving from the active participation of local communities in the field of conservation, in practice, this involvement is still marginal and linked to experiences without institutional support. This phenomenon is due to different causes, such as the lack of a participatory culture in conservation. It finds its roots in a conventional approach to architectural heritage conservation merely based on an “expert knowledge”. Consequently, there is an urgent need for approaches and tools to manage the complexity of decisions about conservation, which require close collaboration between local communities, research, and institutions. In this context, the paper aims to investigate the role of the action-research approach in fostering the participation of local communities in conservation processes, especially in marginal areas, where the demographic shrinking dynamics make even more necessary both the institutions’ intervention and the communities’ engagement. Based on these premises, starting from an analysis of recent experiences, the contribution dwells on the need to support the implementation of action-research approaches for the conservation of architectural heritage in marginal areas, paying particular attention to the role of evaluation. More in detail, in the first part of the paper, a reflection on the importance of community involvement for heritage conservation is proposed based on the main documents on the topic. In the second part, the main features of the action-research approach and its strengths and weaknesses have been analyzed through a literature review of action-research experiences applied to architectural heritage at a global level. The analyses have highlighted how most of these experiences are born from spontaneous initiatives, without institutional and methodological support, in which the role of evaluation is still marginal. Therefore, in the final part, the paper proposes a first methodological framework based on integrating action research with the main evaluation tools developed in the scientific literature to support the different phases of the decision-making process. This framework, suitably declined according to the specificities of the case study treated, can represent a valid support for implementing and transposing the research-action approach for heritage conservation in an institutional context. Il riconoscimento del ruolo chiave del patrimonio architettonico per uno sviluppo territoriale sostenibile ha spinto la comunità scientifica ad attribuire maggiore importanza al coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte e pratiche di conservazione. Tuttavia, nonostante il riconoscimento dei benefici derivanti dalla partecipazione attiva delle comunità locali in ambito conservativo, nella pratica tale coinvolgimento risulta ancora marginale e legato ad esperienze prive di supporto istituzionale. Tale fenomeno è ascrivibile a molteplici cause, tra cui la mancanza di una cultura della partecipazione, che affonda le sue radici nell’approccio convenzionale alla conservazione del patrimonio architettonico basato sulla sola “conoscenza esperta”, e la conseguente carenza di approcci e strumenti capaci di gestire la complessità delle scelte legate alla conservazione in cui, invece, si richiede una stretta collaborazione tra comunità locali, mondo della ricerca e istituzioni. Il presente contributo mira ad indagare il ruolo dell’approccio della ricerca azione nel favorire la partecipazione delle comunità locali ai processi di conservazione soprattutto nelle aree marginali, dove le dinamiche di contra- zione demografica in atto rendono ancora più necessario sia l’intervento delle istituzioni, che la partecipazione delle comunità. Sulla scorta di tali premesse, partendo da un’analisi delle esperienze in corso, il contributo si sofferma sulla necessità di supportare l’implementazione di approcci alla ricerca-azione per la conservazione del patrimonio architettonico in aree marginali, ponendo parti- colare attenzione al ruolo della valutazione per il raggiungimento di tale obiettivo. Nello specifico, nella prima parte del contributo si propone una riflessione sull’importanza del coinvolgimento delle comunità per la conservazione del patrimonio sulla base delle principali carte e trattati sul tema. Nella seconda parte sono state, poi, analizzate le principali caratteristiche dell’approccio alla ricerca-azione ed i suoi punti di forze e di debolezza rispetto alle finalità preposte attraverso una literature review delle esperienze di ricerca azione applicate al patrimonio architettonico a livello globale. Le analisi condotte hanno portato ad evidenziare come la maggior parte delle esperienze analizzate nasca da iniziative spontanee, prive di un supporto istituzionale e metodologico, in cui il ruolo della valutazione è ancora marginale. Pertanto, nella parte finale della riflessione si propone una prima proposta di framework metodologico basato sul- l’integrazione della ricerca azione con i principali strumenti di valutazione sviluppati in letteratura al fine di supportare le differenti fasi del processo decisionale. Tale framework, opportunamente declinato secondo le specificità del caso studio trattato, può rappresentare un valido supporto per l’implementazione e la trasposizione in ambito istituzionale dell’approccio alla ricerca-azione per la conservazione del patrimonio.
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Anessi Pessina, Eugenio, Americo Cicchetti, Federico Spandonaro, Barbara Polistena, Daniela D’Angela, Cristina Masella, Giuseppe Costa, et al. "Proposte per l'attuazione del PNRR in sanità: governance, riparto, fattori abilitanti e linee realizzative delle missioni." MECOSAN, no. 119 (November 2021): 89–117. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119005.

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Abstract:
Il PNRR è un documento di alta visione e di allocazione di importanti risorse di investimento per il SSN che devono garantire valore entro 5 anni, per ottenere l'effettivo riconoscimento finanziario da parte della EU e giustificare l'aumento del debito per le generazioni future. La partita attuativa è, quindi, solo iniziata e durerà 5 anni: un tempo breve in cui occorre definire la progettazione esecutiva per ogni misura, costruire pianificazioni regionali, attuare le politiche nelle singole aziende sanitarie locali. Il successo non può allora considerarsi scontato, richiedendo grande coesione di intenti, da perseguirsi con un forte impegno finalizzato a creare convergenze e collaborazione istituzionale. Nell'ottica descritta, un gruppo di studiosi di economia, management e politiche sanitarie, appartenenti a sei università, ha ritenuto di confrontarsi sul tema, ed esperire il tentativo di trovare una convergenza di visioni sul futuro del SSN (e del suo ruolo nelle politiche economiche e sociali del Paese), da consegnare alla valutazione delle istituzioni e al dibattito scientifico. Questa spontanea iniziativa ha permesso di elaborare delle proposte attuative sulla governance e sul riparto del PNRR, sull'autonomia e i vincoli per le regioni e le loro aziende, sullo sviluppo dei fattori abilitanti e sulla progettazione organizzativa e operativa delle diverse missioni del PNRR.
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Porteri, Corinna. "Bioetica clinica – Considerazioni bioetiche su un caso clinico: P. P. di anni 35." Medicina e Morale 48, no. 6 (December 31, 1999): 1107–19. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.791.

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Abstract:
Si propone l’analisi etica di un caso clinico di ambito psichiatrico, giunto all’attenzione del Comitato etico delle Istituzioni Ospedaliere Cattoliche di Brescia. Per una proposta di soluzione a questa storia clinica, insieme al riferimento alla documentazione internazionale relativa ai diritti dell’uomo in generale e ai diritti del malato di mente in particolare, l’Autore indica la necessità di assumerne la prospettiva etica secondo cui il bene della persona più debole, il benessere di questo malato, è “bene per me”. L’analisi del caso proposto evidenzia in particolare il dovere della medicina di accostarsi alla persona malata nella sua interezza, attraverso l’attenta considerazione della sua storia e degli aspetti fisico, mentale e sociale che la costituiscono. Il caso pone inoltre la questione di una specifica discussione bioetica del disturbo mentale, tema che non sempre entra nelle trattazioni classiche della bioetica.
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Fortunato, Vincenzo. "Classe dirigente, cultura manageriale e sviluppo nel Mezzogiorno." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 162 (March 2022): 184–207. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162009.

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Abstract:
L'articolo analizza alcuni dei principali risultati che emergono da una recente ricerca sulla presenza di manager e dirigenti nelle imprese meridionali e, più in generale sulla scarsa diffusione della cultura manageriale al Sud. Il ruolo svolto dai dirigenti d'impresa nello sviluppo del Mezzogiorno è un tema tanto rilevante quanto poco o affatto esplorato dalla letteratura socioeconomica che focalizza, invece, l'attenzione soprattutto sul ruolo degli imprenditori, dei sindacati e delle istituzioni. I manager e i dirigenti aziendali costituiscono, invece, un banco di analisi privilegiato e utile a comprendere le dinamiche all'interno delle imprese, le tensioni con l'imprenditore, gli elementi di arretratezza e innovazione, le potenzialità e i vincoli allo sviluppo di imprese moderne, competitive e in grado di affrontare con successo le sfide dei mercati globali. Utilizzando i dati, l'obiettivo è quello di approfondire la nostra conoscenza sul ruolo del management; di comprendere se e in quale misura la diffusione della cultura manageriale rappresenta un fattore in grado di influire sullo sviluppo; attraverso quali politiche e interventi è possibile rimuovere gli ostacoli e promuovere lo sviluppo della cultura manageriale nelle realtà del Mezzogiorno; qual è il ruolo dei contesti locali e degli altri attori dello sviluppo.
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Mancini, Elena. "I malati invisibili della povertà: troppi alberi per accorgersi della foresta? Le politiche sanitarie internazionali per il contrasto delle malattie neglette e della povertà (Neglected Tropical Diseases)*." Medicina e Morale 71, no. 1 (April 14, 2022): 39–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1198.

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Abstract:
Le malattie, soprattutto se infettive, hanno da sempre accompagnato la storia dell’umanità, modificando profondamente gli assetti economici e condizionando le strutture sociali e l’evoluzione culturale di intere popolazioni. Tutto questo è ancora vero per un miliardo e mezzo di persone colpite da malattie che l’occidente ha oramai dimenticato e che sono endemiche nelle aree tropicali del pianeta (Neglected Tropical Diseases – NTDs). Enormemente favorite dalla povertà, esse sono a loro volta una delle principali cause di povertà e uno dei più insidiosi ostacoli allo sviluppo di estese aree geografiche dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Occorre combattere la povertà per ridurre le malattie, ma occorre anche eliminare le malattie per sollevare dalla povertà e favorire lo sviluppo. Contrastare le NTDs significa tuttavia affrontare contesti caratterizzati oltre che dalla povertà, da equilibri sociali precari, da drammatiche condizioni igienico-sanitarie, dall’assenza o inadeguatezza delle infrastrutture e dei sistemi sanitari, da varie forme di discriminazione ed esclusione sociale dei malati: fattori questi che ostacolano qualsiasi azione a partire dalla stessa raccolta e verifica dei dati epidemiologici. Sono qui esaminate alcune strategie di intervento ispirate all’approccio community-driven, diretto al coinvolgimento delle comunità locali nell’integrazione e gestione delle misure di contrasto. È analizzato inoltre il ruolo degli operatori sanitari informali (Community Health Workers) nella diffusione di comportamenti, informazioni e strumenti di profilassi e nella valorizzazione di pratiche locali marginali che tuttavia si siano dimostrate efficaci nel contrasto o prevenzione di una o più NTDs (devianza positiva). Una riflessione conclusiva è dedicata alla formazione dei CHWs ai fini dell’educazione sanitaria di comunità. * Questa pubblicazione si inserisce nell’ambito delle attività del progetto “Centro per la ricerca sulle malattie rare neglette e della povertà”, finanziato dal Consorzio CNCCS.
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Reinhard, Wolfgang. "Hat Papstgeschichte Zukunft?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 353–71. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0019.

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Abstract:
Riassunto Sembra che almeno in Germania si stia esaurendo l’attivita editoriale che riguarda i rapporti mandati dai nunzi alla segreteria di Stato. Nella digitalizzazione delle fonti si puo ravvisare una valida alternativa compensatoria, tanto piu che essa consentirebbe di creare una vasta banca dati che, raccogliendo i dati di tutte le persone e tutti gli uffici della curia, offrirebbe un’ottima base per ulteriori ricerche. In ogni caso e possibile raccordare la storia dei papi al nuovo approccio decostruttivista della storia politica e culturale, se si pone al centro dell’attenzione il papato nella sua qualita di singolare potenza culturale che coltiva una sua singolare cultura del potere. Decisiva e la constatazione che la chiesa papale non solo funse da modello per la formazione degli Stati europei, ma sarebbe diventata Stato essa stessa. In questo senso sarebbero auspicabili studi a lungo termine sul personale e sulle istituzioni. Accanto a questa storia materiale sarebbero utili sia l’indagine della devozione personale dei papi, e in particolare del culto mariano, che l’esplorazione del culto del papa e di altre pratiche premoderne, ma tuttora vive, nei credenti.
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Reinhard, Wolfgang. "Hat Papstgeschichte Zukunft?" Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 1, 2017): 353–71. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0019.

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Abstract:
Riassunto Sembra che almeno in Germania si stia esaurendo l’attività editoriale che riguarda i rapporti mandati dai nunzi alla segreteria di Stato. Nella digitalizzazione delle fonti si può ravvisare una valida alternativa compensatoria, tanto più che essa consentirebbe di creare una vasta banca dati che, raccogliendo i dati di tutte le persone e tutti gli uffici della curia, offrirebbe un’ottima base per ulteriori ricerche. In ogni caso è possibile raccordare la storia dei papi al nuovo approccio decostruttivista della storia politica e culturale, se si pone al centro dell’attenzione il papato nella sua qualità di singolare potenza culturale che coltiva una sua singolare cultura del potere. Decisiva è la constatazione che la chiesa papale non solo funse da modello per la formazione degli Stati europei, ma sarebbe diventata Stato essa stessa. In questo senso sarebbero auspicabili studi a lungo termine sul personale e sulle istituzioni. Accanto a questa storia materiale sarebbero utili sia l’indagine della devozione personale dei papi, e in particolare del culto mariano, che l’esplorazione del culto del papa e di altre pratiche premoderne, ma tuttora vive, nei credenti.
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Mazzucotelli, Francesco. "FRAGMENTS OF LEBANON: SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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Abstract:
L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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Pastori, Bianca. "Resistenza, rappresaglia e memoria di paese Robecco sul Naviglio, 20 e 21 luglio 1944." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 264 (March 2012): 385–405. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-264003.

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Abstract:
Il 20 e 21 luglio 1944, in seguito all'uccisione di un soldato tedesco da parte di un gruppo di giovani partigiani, il piccolo paese di Robecco sul Naviglio (Milano) e le campagne circostanti subiscono una dura rappresaglia. Nel saggio l'autrice ripercorre le vicende di quelle giornate e la strutturazione della memoria dei fatti nel corso dei decenni successivi. Apparentemente il paese reagisce seguendo uno schema rintracciabile in analoghi casi di rappresaglia contro la popolazione civile nel corso della seconda guerra mondiale in Italia, dando vita a una memoria non perfettamente in linea con quella nazionale e istituzionale, specialmente per quanto riguarda la valutazione del ruolo dei partigiani. Eppure, anche attraverso l'intervento delle istituzioni locali (le amministrazioni comunali e la Chiesa), la comunitŕ giunge, nel dopoguerra, a una narrazione condivisa; essa č parziale, reticente e semplificata, ma, contribuendo a confermare il senso di coesione interno al paese, riesce a impedire il verificarsi di lacerazioni simili a quelle riscontrate altrove.
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