Academic literature on the topic 'Storia della tipografia'

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Journal articles on the topic "Storia della tipografia"

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Gandolfi, Chiara. "Pirola: impegno tipografico e proposte editoriali." STORIA IN LOMBARDIA, no. 3 (March 2011): 30–54. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-003002.

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Abstract:
La ricerca ripercorre la storia della tipografia-editrice e libreria Pirola di Milano, dalla fondazione dell'attivitŕ nel 1781 alle vicende del recente Novecento. Nello specifico, si sono analizzate le proposte ottocentesche dell'azienda, entro una parabola che spazia dalle pubblicazioni di servizio alla produzione teatrale alle edizioni scolastiche e pedagogiche.
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Godini, Neva. "Il punto su Sebastijan Krelj." Linguistica 27, no. 1 (December 1, 1987): 33–45. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.27.1.33-45.

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Abstract:
Come Sebastianus Krelo Austriacus si era iscritto all'Accademia di Jena nel 1557 colui che oggi viene considerato uno dei protagonisti di spicco dell'epopea pro­ testante slovena. Sono ormai parecchi anni che, nel celebrare l'anniversario del1584 nella cultura e storia slovena (anno della pubblicazione della traduzione della Bibbia ad opera di Jurij Dalmatin e della prima grammatica slovena, scritta in Iatino, Arti­ cae horulae di Adam Bohorič), non si contano ormai più libri, saggi, articoli, con­ vegni e commemorazioni varie così in Slovenia come all'estero ed in particolare a Derendingen, oggi periferia della città di Tübingen, che diventò Ia seconda patria di colui che viene considerato il padre della letteratura slovena, cioè Primož Trubar. E nella vicina città di Urach aveva sede l'importantissima tipografia dei protestanti sloveni e non: basterà ricordare che qui in soli cinque anni vennero alia stampa ben 50 tra pubblicazioni in sloveno, croato, glagolitico, italiano ecc. Ma queste dovreb­ bero essere cose abbastanza risapute. Meno conosciuta e, oseremmo dire quasi un po' trascurata in questa messe di commemorazioni, appare l'opera e l'importanza di uno dei protagonisti del protestantesimo sloveno, appunto Sebastijan Krelj.
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MALACRIDA, LORENZO MARRI. "FRANCESCA VANNOZZI (a cura di), La storia della psichiatria e degli ospedali psichiatrici in Toscana nell'Ottocento, Siena, Tipografia della Provincia, 1990, 243 pp., ed. fuori commercio." Nuncius 6, no. 1 (1991): 285–86. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00533.

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Rhodes, D. E. "Filippo Cavagni da Lavagna: editore, tipografo, commerciante a Milano nel Quattrocento. By ARNALDO GANDA. (Storia della tipografia e del commercio librario, 7.) Florence: Olschki. 2006. 290 pp. 29. ISBN 88 222 5571 2." Library 8, no. 2 (June 1, 2007): 196–98. http://dx.doi.org/10.1093/library/8.2.196.

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Gehl, Paul F. "The "Diario" of the Printing Press of San Jacopo di Ripoli, 1476–1484: Commentary and Transcription. Storia della tipografia e del commercio librario, 4. Melissa Conway." Papers of the Bibliographical Society of America 95, no. 2 (June 2001): 253–54. http://dx.doi.org/10.1086/pbsa.95.2.24304519.

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6

Ricci, Antonio. "Arnaldo Ganda. Filippo Cavagni da Lavagna: Editore, tipografo, commerciante a Milano nel Quattrocento. Storia della tipografia e del commercio librario 7. Florence: Leo S. Olschki, 2006. 290 pp. index. append. illus. tbls. bibl. €29. ISBN: 978-88-222-5571-6." Renaissance Quarterly 61, no. 2 (2008): 507–9. http://dx.doi.org/10.1353/ren.0.0094.

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Cristina Fiorentino, Caterina. "Storia di una firma: carattere Olivetti." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 1 (March 8, 2009): 21–26. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2009.v1i.12729.

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Abstract:
Questo articolo, che si concentra sul Progetto di Ballmer per il logo Olivetti, ha come punto di partenza due documenti conservati presso l'Archivio Storico Olivetti a Ivrea. L'articolo si basa sui testi di Fortini, il cui approccio collega il logotipo alla storia della scrittura, all'evoluzione dei segni e agli scopi pubblicitari. e agli scopi pubblicitari. Il lavoro di Fortini e Ballmer collega infatti l'attuale logotipo alla memoria della Olivetti e, quindi, ai temi dell'innovazione dei caratteri tipografici e al loro significato come trasmissione del messaggio. caratteri tipografici e al loro significato di trasmissione del pensiero, considerato come passaggio necessario per la formulazione dell'identità.
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MINIATI, MARA. "FISICA E CHIMICA P. TUCCI (a cura di), Atti del XVI Congresso Nazionale di Storia della Fisica e dell'Astronomia. Centro Volta, Villa Olmo, Como 24-25 maggio 1996, Lipomo (Como), Tipografia Editrice Cesare Nanni, 1997, 715 pp., ill." Nuncius 13, no. 1 (January 1, 1998): 353–54. http://dx.doi.org/10.1163/221058798x00404.

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Böschung, Urs. "Francesca Vannozzi, Inventario del Patrimonio dell’Ateneo senese — Gli strumenti scientifici. Siena, Università degli Studi, Tipografia Senese, 1992. 126 S., ili. (kein Preis; Adresse der Autorin: Istituto di Patologia speciale medica, Cattedra di Storia della Medicina, Piazza Duomo, 2, 1-53100 Siena)." Gesnerus 49, no. 2 (November 27, 1992): 251–52. http://dx.doi.org/10.1163/22977953-04902028.

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González Fernández, Rafael, and Miguel Pablo Sancho Gómez. "La institución del domicilium (en Derecho romano) y su expresión en la epigrafía latina." Vínculos de Historia Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no. 11 (June 22, 2022): 296–310. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2022.11.13.

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Abstract:
La institución romana del domicilium convierte al sujeto en residente. Suele designar el lugar de residencia prolongada del incola o habitante que ha emigrado a una comunidad, por contraposición al municeps; por lo tanto, es un vínculo jurídico entre la ciudad y la persona que ha emigrado a ella. Frente a la expresión de la origo en los textos epigráficos, que es muy abundante, la manifestación del domicilo solo se hace de forma excepcional, en atención al escaso número de referencias conservadas, y su enunciación es muy similar a la que marca el origen. Palabras clave: domicilium, origo, ciudadano, epigrafía, latina.Topónimos: Imperio Romano.Periodo: Principado (27 a. C. – 284 d. C.) ABSTRACTThe Roman institution of the domicilium turns the subject into a resident. It usually designates the place of prolonged residence of the incola or inhabitant who has emigrated to a community, as opposed to the municeps. Therefore, it is a legal link between the city and the person who emigrates there. As opposed to the expression of the origo in epigraphic texts, which is very common, the manifestation of the domicile occurs only exceptionally, in view of the scant number of surviving references, and its enunciation is very similar to that which indicates provenance. Keywords: domicilium, origo, citizen, epigraphy, Latin.Place names: Roman EmpirePeriod: Principate (27 BC - 284 AD) REFERENCIASAncelle, A. (1875), Du Domicile, Paris, these pour le doctorat, Faculte de droit de Paris.Andreu, J., (2008), “Sentimiento y orgullo cívico en Hispania: en torno a las menciones de origo en la Hispania Citerior”, Gerión, 26(1), pp. 349-378.Ayiter, K. (1962),“Einige Bemerkungen zum Domicilium des Filius Familias im römischen Recht“, en Studi in onore di Emilio Betti, vol. II, Milano, pp. 71-84.Baccari, M. P. (1996), Cittadini, popoli e comunione nella legislazione dei secoli IV-VI, Torino, G. 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Dissertations / Theses on the topic "Storia della tipografia"

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Faiolo, Chiara <1976&gt. "Libro, diaspora e ri-costruzioni identitarie. Per una storia della tipografia sefardita portoghese nell'Italia del Cinquecento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2638/1/faiolo_chiara_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Il lavoro ripercorre le tracce che gli ebrei portoghesi, esuli dopo il biennio 1496-97, lasciarono nel loro cammino attraverso l'Europa. In particolare, l'interesse si concentra sulla breve parentesi italiana, che grazie all'apertura e alla disponibilità  di alcuni Signori, come i Gonzaga di Mantova, i Medici, i Dogi della Serenissima e gli Este, risulta ricchissima di avvenimenti e personaggi, decisivi anche per la storia culturale del Portogallo. L'analisi parte evidenziando l'importanza che ebbe la tipografia ebraica in Portogallo all'epoca della sua introduzione nel Paese; in secondo luogo ripercorre la strada che, dal biennio del primo decreto di espulsione e del conseguente battesimo di massa, porta alla nascita dell'€™Inquisizione in Portogallo. Il secondo capitolo tenta di fare una ricostruzione, il più possibile completa e coerente, dei movimenti degli esuli, bollati come marrani e legati alle due maggiori famiglie, i Mendes e i Bemveniste, delineando poi il primo nucleo di quella che diventerà  nel Seicento la comunità  sefardita portoghese di Amsterdam, dove nasceranno le personalità  dissidenti di Uriel da Costa e del suo allievo Spinoza. Il terzo capitolo introduce il tema delle opere letterarie, effettuando una rassegna dei maggiori volumi editi dalle officine tipografiche ebraiche stanziatesi in Italia fra il 1551 e il 1558, in modo particolare concentrando l'attenzione sull'€™attività  della tipografia Usque, da cui usciranno numerosi testi di precettistica in lingua ebraica, ma soprattutto opere cruciali come la famosa «Bibbia Ferrarese» in castigliano, la «Consolação às Tribulações de Israel», di Samuel Usque e la raccolta composta dal romanzo cavalleresco «Menina e Moça» di Bernardim Ribeiro e dall'ecloga «Crisfal», di un autore ancora non accertato. L'ultimo capitolo, infine, si propone di operare una disamina di queste ultime tre opere, ritenute fondamentali per ricostruire il contesto letterario e culturale in cui la comunità  giudaica in esilio agiva e proiettava le proprie speranze di futuro. Per quanto le opere appartengano a generi diversi e mostrino diverso carattere, l'€™ipotesi è che siano parte di un unicum filosofico e spirituale, che intendeva sostanzialmente indicare ai confratelli sparsi per l'Europa la direzione da prendere, fornendo un sostegno teoretico, psicologico ed emotivo nelle difficili condizioni di sopravvivenza, soprattutto dell'integrità religiosa, di ciascun membro della comunità.
The work traces the route that the Portuguese Jews, exiles after the 1496-97 biennium, followed on their journey through Europe. In particular, interest focuses on the brief Italian period, which is rich in events and characters decisive also for the cultural history of Portugal, thank to the openness of some Princes and Lords, as the Gonzaga of Mantua, the Medicis, the Doges of Venice and the Este family. The analysis starts by highlighting the importance that the Hebrew typography had in Portugal at the time of its introduction in the country, than traces the path that leads to the birth of Inquisition in Portugal, starting from the first expulsion act and the subsequent forced mass baptism. The second chapter tries a reconstruction as complete and consistent as possible of the wanderings of exiles, branded as Marranos and linked to two major families, Mendes and Bemveniste, outlining the nucleus of what will become in the seventeenth century the Sephardic Portuguese community in Amsterdam, which gave the dissident personalities of Uriel da Costa and his student Spinoza. The third chapter introduces the theme of literary works, performing a survey of the main volumes published by the Jewish presses who settled in Italy between 1551 and 1558, especially focusing on the activity of the Usque typography, which produced many Hebrew prayer books, and works as crucial as the famous Spanish Ferrara Bible, Samuel Usque’s Consolação às Tribulações de Israel, and the collection composed by Bernardim Ribeiro’s knight novel Menina e Moça and the eclogue Crisfal, written by an author not yet identified. The last chapter, finally, tries to analyze these three works, which are fundamental to reconstruct the literary and cultural context in which the exile Jewish community acted and projected its hopes for the future. Even if the three works belong to different genres and show different character, the hypothesis is that they are part of a philosophical and spiritual unicum, which basically aimed to show the brethren scattered across Europe the way to go, providing a theoretical, psychological and emotional support in the difficult survival conditions, especially of the religious integrity of each member of the community.
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Faiolo, Chiara <1976&gt. "Libro, diaspora e ri-costruzioni identitarie. Per una storia della tipografia sefardita portoghese nell'Italia del Cinquecento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2638/.

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Abstract:
Il lavoro ripercorre le tracce che gli ebrei portoghesi, esuli dopo il biennio 1496-97, lasciarono nel loro cammino attraverso l'Europa. In particolare, l'interesse si concentra sulla breve parentesi italiana, che grazie all'apertura e alla disponibilità  di alcuni Signori, come i Gonzaga di Mantova, i Medici, i Dogi della Serenissima e gli Este, risulta ricchissima di avvenimenti e personaggi, decisivi anche per la storia culturale del Portogallo. L'analisi parte evidenziando l'importanza che ebbe la tipografia ebraica in Portogallo all'epoca della sua introduzione nel Paese; in secondo luogo ripercorre la strada che, dal biennio del primo decreto di espulsione e del conseguente battesimo di massa, porta alla nascita dell'€™Inquisizione in Portogallo. Il secondo capitolo tenta di fare una ricostruzione, il più possibile completa e coerente, dei movimenti degli esuli, bollati come marrani e legati alle due maggiori famiglie, i Mendes e i Bemveniste, delineando poi il primo nucleo di quella che diventerà  nel Seicento la comunità  sefardita portoghese di Amsterdam, dove nasceranno le personalità  dissidenti di Uriel da Costa e del suo allievo Spinoza. Il terzo capitolo introduce il tema delle opere letterarie, effettuando una rassegna dei maggiori volumi editi dalle officine tipografiche ebraiche stanziatesi in Italia fra il 1551 e il 1558, in modo particolare concentrando l'attenzione sull'€™attività  della tipografia Usque, da cui usciranno numerosi testi di precettistica in lingua ebraica, ma soprattutto opere cruciali come la famosa «Bibbia Ferrarese» in castigliano, la «Consolação às Tribulações de Israel», di Samuel Usque e la raccolta composta dal romanzo cavalleresco «Menina e Moça» di Bernardim Ribeiro e dall'ecloga «Crisfal», di un autore ancora non accertato. L'ultimo capitolo, infine, si propone di operare una disamina di queste ultime tre opere, ritenute fondamentali per ricostruire il contesto letterario e culturale in cui la comunità  giudaica in esilio agiva e proiettava le proprie speranze di futuro. Per quanto le opere appartengano a generi diversi e mostrino diverso carattere, l'€™ipotesi è che siano parte di un unicum filosofico e spirituale, che intendeva sostanzialmente indicare ai confratelli sparsi per l'Europa la direzione da prendere, fornendo un sostegno teoretico, psicologico ed emotivo nelle difficili condizioni di sopravvivenza, soprattutto dell'integrità religiosa, di ciascun membro della comunità.
The work traces the route that the Portuguese Jews, exiles after the 1496-97 biennium, followed on their journey through Europe. In particular, interest focuses on the brief Italian period, which is rich in events and characters decisive also for the cultural history of Portugal, thank to the openness of some Princes and Lords, as the Gonzaga of Mantua, the Medicis, the Doges of Venice and the Este family. The analysis starts by highlighting the importance that the Hebrew typography had in Portugal at the time of its introduction in the country, than traces the path that leads to the birth of Inquisition in Portugal, starting from the first expulsion act and the subsequent forced mass baptism. The second chapter tries a reconstruction as complete and consistent as possible of the wanderings of exiles, branded as Marranos and linked to two major families, Mendes and Bemveniste, outlining the nucleus of what will become in the seventeenth century the Sephardic Portuguese community in Amsterdam, which gave the dissident personalities of Uriel da Costa and his student Spinoza. The third chapter introduces the theme of literary works, performing a survey of the main volumes published by the Jewish presses who settled in Italy between 1551 and 1558, especially focusing on the activity of the Usque typography, which produced many Hebrew prayer books, and works as crucial as the famous Spanish Ferrara Bible, Samuel Usque’s Consolação às Tribulações de Israel, and the collection composed by Bernardim Ribeiro’s knight novel Menina e Moça and the eclogue Crisfal, written by an author not yet identified. The last chapter, finally, tries to analyze these three works, which are fundamental to reconstruct the literary and cultural context in which the exile Jewish community acted and projected its hopes for the future. Even if the three works belong to different genres and show different character, the hypothesis is that they are part of a philosophical and spiritual unicum, which basically aimed to show the brethren scattered across Europe the way to go, providing a theoretical, psychological and emotional support in the difficult survival conditions, especially of the religious integrity of each member of the community.
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LEONETTI, ARIANNA. "Comunicare la fede: il fondamentale contributo della tipografia francescana di Gerusalemme (1847-1947). Un secolo di storia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/102930.

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Abstract:
Il primo secolo di storia della Franciscan Printing Press, tipografia francescana nata a Gerusalemme nel Convento di San Salvatore nel 1847, è stato suddiviso in quattro fasi, corrispondenti alle quattro parti della tesi di dottorato "Comunicare la fede: il fondamentale contributo della tipografia francescana di Gerusalemme (1847-1947). Un secolo di storia". La parte iniziale (che copre il triennio 1847-1850) è dedicata alle intricate vicende che hanno portato alla fondazione della stamperia, dal ristabilimento del Commissariato Generale di Vienna fino alla pubblicazione del primo vero volume, un Catechismo in arabo ed in italiano ad uso dei fedeli di Terra Santa del 1847. La seconda sezione si concentra su un periodo enormemente innovativo (1850-1879) e, al tempo stesso, gravemente critico. Dopo una ricognizione circa i nuovi strumenti in uso nell’officina (dal torchio d’accidente a quello litografico, passando per la creazione di un laboratorio per la fusione di caratteri tipografici), sono stati analizzati i nove anni (1865- 1874) più incerti della stamperia, in cui i francescani rischiarono a più riprese di perdere il possesso dell’officina. La terza sezione racconta una fase, quella tra 1879 e 1898, più tranquilla e stabile della precedente, ma non meno ricca di avvenimenti: tanti sono stati gli sforzi, in questo tempo, per disciplinare la FPP, uniformandola alle officine europee. I dati raccolti su questo periodo consentono anche una indagine della struttura sociale-culturale della Palestina di fine Ottocento. La quarta e ultima parte documenta, in fine, un periodo decisamente più lungo dei precedenti, che ha avuto inizio nel 1899 e si è concluso dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la nascita dello Stato d’Israele. Cinquanta anni (o quasi), segnati da grandi e gravi sconvolgimenti politici, in cui la tipografia francescana è riuscita sempre a configurarsi come istituzione pacifica e costruttiva, mai polemica. Nel ricostruire i primi cento anni di attività di una tipografia che è casa editrice e insieme opera missionaria, e che ha anche il merito di essere stata la prima a stampare in arabo in tutta la Palestina, si può facilmente scadere nel racconto agiografico, nell’estremizzazione del lato sociologico. Contro il rischio di una lettura ideologica delle fonti si è quindi operata una scelta storiografica particolare, dettata dalla volontà di far parlare in prima persona gli attori che hanno vissuto concretamente tutte le fasi della stamperia francescano-gerosolimitana nel suo primo secolo di attività. Per questo motivo, all’interno della tesi, viene dato ampio spazio a due tipi di documenti, librari e archivistici (che occupano pure un’appendice dedicata in fine di ogni sezione). Per rendere più agevole la fruizione degli argomenti trattati, che coniugano la ricerca storica secondo il proprium della storia del libro, si poi è scelto di accompagnare il testo con fotografie inedite di libri, documenti d’archivio e attrezzi di stampa originali della Franciscan Press, ritrovati (tanto fortunatamente quanto fortuitamente) in un deposito sotterraneo del Convento di San Salvatore.
The first century of history of the Franciscan Printing Press, a Franciscan printing house established in Jerusalem at St. Saviour's Convent in 1847, has been divided into four phases, corresponding to the four parts of the doctoral dissertation “Communicating the Faith: the fundamental contribution of the Franciscan Printing Press in Jerusalem (1847-1947). A Century of History”. The initial part (that covers the three-year period 1847-1850) is dedicated to the intricate events that led to the founding of the printing house, from the re-establishment of the General Commissariat in Vienna to the publication of the first volume, a Catechism in Arabic and Italian for the use of the worshippers of the Holy Land in 1847. The second section focuses on an enormously innovative and critical period (1850-1879). After a survey of new and old tools used in the typography, the section focuses on nine years (1865-1874), in which the Franciscans risked several times to lose the possession of their Franciscan Printing Press. The third section covers a less complicated period, between 1879 and 1898: many efforts were made during this time to discipline the FPP, bringing it into line with European workshops. The data collected also allow an investigation of the social-cultural structure of Palestine at the end of the Nineteenth Century. The fourth and last part is focused on a longer period, started in 1899 and ended after the Second World War, with the birth of the State of Israel. Fifty years marked by great political upheavals, in which the Franciscan printing house always managed to configure itself as a peaceful and constructive institution.
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LEONETTI, ARIANNA. "Comunicare la fede: il fondamentale contributo della tipografia francescana di Gerusalemme (1847-1947). Un secolo di storia." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/102930.

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Abstract:
Il primo secolo di storia della Franciscan Printing Press, tipografia francescana nata a Gerusalemme nel Convento di San Salvatore nel 1847, è stato suddiviso in quattro fasi, corrispondenti alle quattro parti della tesi di dottorato "Comunicare la fede: il fondamentale contributo della tipografia francescana di Gerusalemme (1847-1947). Un secolo di storia". La parte iniziale (che copre il triennio 1847-1850) è dedicata alle intricate vicende che hanno portato alla fondazione della stamperia, dal ristabilimento del Commissariato Generale di Vienna fino alla pubblicazione del primo vero volume, un Catechismo in arabo ed in italiano ad uso dei fedeli di Terra Santa del 1847. La seconda sezione si concentra su un periodo enormemente innovativo (1850-1879) e, al tempo stesso, gravemente critico. Dopo una ricognizione circa i nuovi strumenti in uso nell’officina (dal torchio d’accidente a quello litografico, passando per la creazione di un laboratorio per la fusione di caratteri tipografici), sono stati analizzati i nove anni (1865- 1874) più incerti della stamperia, in cui i francescani rischiarono a più riprese di perdere il possesso dell’officina. La terza sezione racconta una fase, quella tra 1879 e 1898, più tranquilla e stabile della precedente, ma non meno ricca di avvenimenti: tanti sono stati gli sforzi, in questo tempo, per disciplinare la FPP, uniformandola alle officine europee. I dati raccolti su questo periodo consentono anche una indagine della struttura sociale-culturale della Palestina di fine Ottocento. La quarta e ultima parte documenta, in fine, un periodo decisamente più lungo dei precedenti, che ha avuto inizio nel 1899 e si è concluso dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la nascita dello Stato d’Israele. Cinquanta anni (o quasi), segnati da grandi e gravi sconvolgimenti politici, in cui la tipografia francescana è riuscita sempre a configurarsi come istituzione pacifica e costruttiva, mai polemica. Nel ricostruire i primi cento anni di attività di una tipografia che è casa editrice e insieme opera missionaria, e che ha anche il merito di essere stata la prima a stampare in arabo in tutta la Palestina, si può facilmente scadere nel racconto agiografico, nell’estremizzazione del lato sociologico. Contro il rischio di una lettura ideologica delle fonti si è quindi operata una scelta storiografica particolare, dettata dalla volontà di far parlare in prima persona gli attori che hanno vissuto concretamente tutte le fasi della stamperia francescano-gerosolimitana nel suo primo secolo di attività. Per questo motivo, all’interno della tesi, viene dato ampio spazio a due tipi di documenti, librari e archivistici (che occupano pure un’appendice dedicata in fine di ogni sezione). Per rendere più agevole la fruizione degli argomenti trattati, che coniugano la ricerca storica secondo il proprium della storia del libro, si poi è scelto di accompagnare il testo con fotografie inedite di libri, documenti d’archivio e attrezzi di stampa originali della Franciscan Press, ritrovati (tanto fortunatamente quanto fortuitamente) in un deposito sotterraneo del Convento di San Salvatore.
The first century of history of the Franciscan Printing Press, a Franciscan printing house established in Jerusalem at St. Saviour's Convent in 1847, has been divided into four phases, corresponding to the four parts of the doctoral dissertation “Communicating the Faith: the fundamental contribution of the Franciscan Printing Press in Jerusalem (1847-1947). A Century of History”. The initial part (that covers the three-year period 1847-1850) is dedicated to the intricate events that led to the founding of the printing house, from the re-establishment of the General Commissariat in Vienna to the publication of the first volume, a Catechism in Arabic and Italian for the use of the worshippers of the Holy Land in 1847. The second section focuses on an enormously innovative and critical period (1850-1879). After a survey of new and old tools used in the typography, the section focuses on nine years (1865-1874), in which the Franciscans risked several times to lose the possession of their Franciscan Printing Press. The third section covers a less complicated period, between 1879 and 1898: many efforts were made during this time to discipline the FPP, bringing it into line with European workshops. The data collected also allow an investigation of the social-cultural structure of Palestine at the end of the Nineteenth Century. The fourth and last part is focused on a longer period, started in 1899 and ended after the Second World War, with the birth of the State of Israel. Fifty years marked by great political upheavals, in which the Franciscan printing house always managed to configure itself as a peaceful and constructive institution.
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MARTINI, DAVIDE. "IL MONDO DEL LIBRO A LUCCA TRA XV E XVI SECOLO. PRODUZIONE, CIRCOLAZIONE E CONSERVAZIONE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/122845.

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Abstract:
Nel complesso panorama geopolitico dell’Europa moderna, Lucca rappresentò una realtà territoriale circoscritta e periferica, tendenzialmente pacifica e dedita ai commerci, che riuscì a conservare la propria indipendenza repubblicana fino al 1799. Le ricerche tentano di fornire un quadro ampio sul mondo del libro e la circolazione dei saperi nella città-Stato toscana tra XV e XVI secolo, riservando particolare attenzione alla produzione tipografica locale, di cui si ripercorrono le vicende storiche a partire dal duplice tentativo di introdurre la stampa da parte di Clemente da Padova (1472 e 1477), fra i primi stampatori di origine italiana, fino all’ascesa di Vincenzo Busdraghi (1548-1549), da più parti considerato il “principe degli stampatori lucchesi”. Di ciascuna edizione lucchese viene fornita una descrizione secondo i più recenti modelli di catalogazione bibliografica, sempre condotta su esemplari esaminati presso biblioteche e archivi, sia italiani che stranieri. La seconda sezione focalizza l’attenzione su alcuni episodi particolarmente significativi riguardanti la circolazione e il commercio librario, che interessò dapprima i codici manoscritti e poi i volumi a stampa, mettendo in evidenza i nomi di numerosi librai e cartolai attivi a Lucca e nelle zone limitrofe, emersi da inedite fonti notarili. Inoltre, viene proposta l’edizione dell’inventario post mortem della bottega pisana appartenuta al libraio Vincenzo Berretta, ma si considera anche la dispersione libraria attraverso l’analisi di maculature e frammenti, oltre alla circolazione di diversi prodotti editoriali, quali pronostici e messali, destinati a differenti categorie di lettori. Legata a doppio filo con le indagini sulle edizioni popolari di larga circolazione, la terza sezione offre un approfondimento sul Volto Santo, la taumaturgica reliquia conservata a Lucca nella Cattedrale di San Martino, di cui si analizza una serie di pubblicazioni quattro-cinquecentesche che riportano il racconto in prosa o in versi del leggendario arrivo in città. In ultimo, si propone una panoramica delle principali raccolte librarie presenti entro le mura lucchesi tra la seconda metà del Quattrocento e gli anni ’70 del secolo successivo, di cui è sopravvissuta una testimonianza coeva sotto forma di catalogo, inventario o lista di libri. Per l’eccezionale importanza nella storia delle biblioteche ecclesiastiche, viene fornito un elenco delle pubblicazioni a stampa appartenute al vescovo Felino Sandei, la cui raccolta si è conservata pressoché intatta dalla sua donazione al Capitolo della Cattedrale di Lucca nel 1503 fino ai nostri giorni.
In the complex geopolitical landscape of Early Modern Europe, Lucca was a limited and peripheral reality, inclined to be peaceful and dedicated to trade, which succeeded in preserving its republican independence until 1799. The research attempts to provide a broad picture of the world of books and the circulation of knowledge in the Tuscan city-state between the XV and XVI centuries, focusing particular attention on local printing production, whose historical events are traced from the double attempt to introduce the printing press by Clemens Patavinus (1472 and 1477), among the first printers of Italian origin, to the rise of Vincenzo Busdraghi (1548-1549), widely considered “the prince of Lucca printers”. Each Lucchese edition is presented according to the latest models of bibliographic description, always conducted on specimens examined in Italian and foreign libraries and archives. The second section focuses the attention on some particularly significant episodes concerning the circulation and book trade, which first involved manuscripts and then printed volumes, highlighting the names of many booksellers and stationers active in Lucca and neighboring areas, which have emerged from unpublished notarial sources. In addition, the transcription of the posthumous inventory of the Pisan workshop belonging to the bookseller Vincenzo Berretta is proposed, but book dispersion is also considered through the analysis of some fragments and binding waste, as well as the circulation of different publishing products, such as forecasts and missals, intended for different categories of readers. Closely linked to the popular printing production, the third section offers an indepth look at the Holy Face of Lucca, the thaumaturgical relic preserved in Lucca in the Cathedral of San Martino, of which is analyzed a series of XVth and XVIth century editions which tell the story of its legendary arrival in the city in prose or verse. Finally, an overview of the main book collections present within the walls of Lucca between the second half of the fifteenth century and the 1570s is presented, of which a coeval record has survived in the form of a catalog, inventory or list of books. Because of its exceptional importance in the history of ecclesiastical libraries, is provided a list of the printed publications belonging to Bishop Felino Sandei, whose collection has been preserved almost complete since its donation to the Chapter of the Cathedral in 1503 to the present day.
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LOCATELLI, STEFANO. "Edizioni teatrali nella Milano del Settecento. Per un dizionario bio-bibliografico dei librai e degli stampatori milanesi e annali tipografici dei testi drammatici pubblicati a Milano nel XVIII secolo, TESI DI DOTTORATO, Università Cattolica del Sacro Cuore, Dottorato in "Teoria e Storia della rappresentazione drammatica", XVIII ciclo, coordinatore: Paolo Bosisio, tutor: Annamaria Cascetta, a.a. 2005/06, Milano [http://hdl.handle.net/10280/191]." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/499791.

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Abstract:
La tesi di dottorato si concentra sull'editoria teatrale milanese del Settecento. Tenuto conto della mancanza di un catalogo delle edizioni teatrali stampate a Milano nel Settecento, il dott. Locatelli ha provveduto ad effettuare uno spoglio complessivo del patrimonio librario delle principali biblioteche milanesi al fine di realizzare uno strumento di ricerca basilare. La mancanza altresì di un lavoro di insieme sugli stampatori e librai milanesi del XVIII secolo ha reso inoltre indispensabile l'effettuazione di ricerche mirate alla realizzazione di un dizionario bio-bibliografico degli stampatori e librai attivi a Milano nel Settecento. I risultati della ricerca vengono dunque anzitutto presentati nella forma degli annali tipografici, così da render conto dell'attività in ambito teatrale di ogni singola azienda tipografica milanese. La prima parte della tesi, oltre a offrire un contributo sul valore documentario del teatro in forma di libro, offre un panorama della produzione del libro di teatro nel Settecento. Per quanto concerne Milano, in particolare, si scavano alcune problematiche (come quelle dell'autore drammatico), si portano alcune esemplificazioni, si giustificano alcune delle attribuzioni fornite negli annali. È il caso, per esempio, della certa attribuzione alla stamperia di Marc'Antonio Pandolfo Malatesta di alcune commedie di Carlo Maria Maggi stampate nel 1700-1701 e 1708 con falsa data Venezia. Viene infine proposto un breve capitolo di approfondimento sulla circolazione e lettura del libro di teatro nella Milano del Settecento, realizzato anche sulla base dello spoglio di inventari di librerie e biblioteche private coeve.
The PhD thesis by Stefano Locatelli is about theatre's book in 18th century. It offers a catalogue of dramatic editions print in Milan from 1701 to 1800 and a bio-bibliographical dictionary of printers and librarians in Milan during 18th century. The thesis offers also a study about the documentary value of theatre book and outlines a survey of theatre book production in Milan during the 18th century. It also analyse lecture and circulation of theatre book in Milan by going through some catalogues and inventories of booksellers and private libraries.
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Books on the topic "Storia della tipografia"

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Veneziani, Paolo. Tracce sul foglio: Saggi di storia della tipografia. Roma: Roma nel Rinascimento, 2007.

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Veneziani, Paolo. Tracce sul foglio: Saggi di storia della tipografia. Roma: Roma nel Rinascimento, 2007.

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Mardersteig, Giovanni. Scritti di Giovanni Mardersteig sulla storia dei caratteri e della tipografia. Milano: Il Polifilo, 1988.

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Mardersteig, Giovanni. Scritti di Giovanni Mardersteig sulla storia dei caratteri e della tipografia. Milano: Il Polifilo, 1988.

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Antonio, Garzya, ed. Per la storia della tipografia napoletana nei secoli XV-XVIII: (atti del convegno internazionale, Napoli, 2005, 16-17 dicembre). [Napoli]: Accademia Pontaniana, 2006.

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Complesso museale di San Francesco (Trevi, Italy), ed. Trevi, culla del libro: Storia della prima società tipografica al mondo. Loreto - Trevi: Tecnostampa, 2016.

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Vespucci, Amerigo. Cronache epistolari. Lettere 1476-1508. Edited by Leandro Perini. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-464-6.

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Abstract:
Amerigo Vespucci fu, dopo Cristoforo Colombo, il navigatore ed esploratore più importante di tutti i tempi, tanto da meritare la stima non solo dei geografi suoi contemporanei, ma anche quella degli storici come Francesco Guicciardini che, in uno dei capitoli più importanti della sua Storia d’Italia, lo innalzò al rango di protagonista della storia universale. L’originalità di questa raccolta – che riunisce per la prima volta tutte le lettere note del Vespucci – consiste nell’aver considerato (e dimostrato) questo epistolario come una ‘cronaca’ della vita quotidiana della Toscana e della Firenze rinascimentali, profondamente segnate dall’Umanesimo, con il suo gusto, stile di vita, idee, interessi (anche geografici), realizzazioni (i libri a stampa e i suoi opifici tipografici) da cui il Vespucci trasse non poche suggestioni. Una volta trasferitosi prima a Siviglia e poi a Lisbona, Vespucci maturò un’esperienza umana nuova che lo spinse, seguendo i misteri dell’Oceano Atlantico, alla ricerca della ‘fama’ trasmessagli dall’Umanesimo. Il risultato di questa ‘chimica intellettuale’, una volta superata la ‘meraviglia’ del Nuovo Mondo scoperto, lo mosse a raccontare la vita quotidiana sulle caravelle spagnole e portoghesi, e a descrivere con passione etnologica le nuove terre e i loro abitanti in un momento unico ed irripetibile nella storia dell’umanità.
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Michael, Suarez, ed. Stampatori della mente e altri saggi. Milano: Sylvestre Bonnard, 2003.

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9

Pierio Valeriano e la tipografia del Cinquecento: Nascita, storia e bibliografia delle opere di un umanista. Udine: Forum, 2002.

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10

Via, Rachele. Il libro e la storia delle idee: Le società tipografiche di Napoli e di Neuchâtel alla fine del '700. Soveria Mannelli: Rubbettino, 1995.

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Book chapters on the topic "Storia della tipografia"

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Damiani, Concetta. "La concessione dell’imprimatur nel Regno di Napoli: il Registro della revisione delle opere (1774-1798)." In Tipografi, librai ed editori minori per la storia del libro, 11–28. Ledizioni, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.11099.

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Muljačić, Žarko. "Francesco Bruni — L'italiano. Elementi di storia della lingua e della cultura. Testi e documenti. Torino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1984, Pp. XII — 484. Tavole 96, con una Carta dei dialetti d'Italia a colori (74 x 56 cm)." In 1984, 126–32. De Gruyter, 1985. http://dx.doi.org/10.1515/9783112418420-016.

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