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Dissertations / Theses on the topic 'Storia della scuola, Storia materiale, scuola'

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1

Guidi, Aurora. "L'evoluzione del concetto di integrale nella storia e all'interno della scuola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10132/.

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Abstract:
Argomento della presente tesi è il calcolo integrale. Nella prima parte dell'elaborato viene descritta l'evoluzione storica delle idee presenti già nella matematica antica, che conducono infine alla creazione del calcolo integrale vero e proprio, nei fondamentali lavori di Newton e Leibniz. Segue una sintetica descrizione delle sistematizzazioni formali della teoria dell'integrazione, ad opera di Riemann e successivamente Lebesgue, oltre alla generalizzazione dell'integrale di Riemann ideata da Sieltjes, di grande importanza, fra l'altro, nel calcolo delle probabilità. Si dà poi conto degli spazi funzionali con norme integrali (L^p, spazi di Sobolev). L'ultimo capitolo è dedicato all'insegnamento del calcolo integrale nella scuola secondaria in Italia, e alla sua evoluzione dall'inizio del XX secolo a oggi.
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2

Di, Vora Irina Annamaria <1967&gt. "La storia della scuola attraverso la storia delle discipline scolastiche: storia e geografia tra mutamenti dichiarati e permanenze latenti (1955-1963)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/615.

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3

Pasquinucci, Guido <1988&gt. "La scuola del Nord: storia ed evoluzione della cucina nella Cina settentrionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5917.

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Abstract:
Studio sulla cucina sviluppatasi nella nella Cina settentrionale. la tesi si divide in tre parti principali: la prima parte si sofferma sulla storia, osservata dal punto di vista del cibo in Cina, partendo dal neolitico sino all’arrivo dei primi fast-food, cercando di indagare su quei meccanismi che hanno accompagnato l’evoluzione della cucina cinese e che l’hanno plasmata nella sua forma attuale. La seconda parte si concentra sulla cucina cinese del Nord, ovvero la cucina sviluppatasi nelle provincie dello Hebei, Henan, Shanxi, Shaanxi, Shandong e nella città di Pechino, prendendo in considerazione le caratteristiche climatiche, geografiche e culturali che hanno interessato le singole zone. La terza parte, in ultimo, si sofferma sull’approccio pratico rispetto al cibo, vale a dire tecniche di cottura e preparazione degli alimenti e su quegli ingredienti e gusti tipici che caratterizzano questa cucina.
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4

RANON, Anna. "Poeti dei banchi di scuola o da banchi di scuola? Indagine sulla cosiddetta poesia nella scuola elementare italiana dal 1945 al 1968." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389188.

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Abstract:
The basic idea of my thesis is to understand whether poems found in the primary school handbooks, from 1945 to 1968 are “poeti dei banchi di scuola” (poets traditionally present in school books and in school programs), or “poeti da banchi di scuola” (poems devoted to individual improvement, i.e. to education and therefore, need teacher’s interpretation). After having analyzed the social historical context of the considered period, with particular reference to the primary school Programs, a functional definition of poetry has been given. Analyzing the primary school books of that period, the massive presence of some poets and some of their poems has been noticed. In most cases, the poems do not show an evident truthful educational project for they tend to conform the youth to dominant values or to behavioural models which are typical of the past. Often, they are simply didactic or “moralistic” poems. In these cases, they cannot immediately generate an educational outcome as they do not share the category of “narratività”, typical of education. Only the work of the teacher – the one who “in-segna”, that is to say the one who shows and points out at what is beyond the written – can make a difference; in fact, only if the teacher, as an educational guide crosses over and goes beyond the “message of values” of poetry in order to use it as an educational means, the change will occur. Even more, through the interpretation of the pauses, moments of silence, the rhythm, rhetorical
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5

Venturelli, Chiara <1984&gt. "Maestri di scuola e non solo: profilo di Cesare Malservisi (1935-2005)." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8714/1/Venturelli_Chiara_Tesi.pdf.

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Abstract:
Nel quadro delle importanti rivoluzioni storiografiche del Novecento - da quella delle Annales, al ritorno al narrativo, fino all'esperienza della microstoria e del biographical turn - la più recente ricerca storico-educativa internazionale e nazionale ha rivolto sempre più l'attenzione verso la "scuola come realtà viva" alla ricerca della black box of schooling. In particolare, la conoscenza della cultura empirica prodotta in classe e della cultura materiale della scuola hanno ricevuto significativi contributi dagli studi sulla professione docente, le cui molteplici dimensioni sono state indagate anche attraverso la prospettiva biografica. All'interno di questa cornice teorica si è inteso ricostruire la biografia magistrale di Cesare Malservisi, maestro di scuola elementare, bibliotecario, cantautore dialettale e figura di intellettuale vissuto nella Bologna dell'Italia del secondo dopoguerra. A partire dalla letteratura coeva di riferimento si è concentrata l'attenzione sulle fonti primarie dell'archivio personale conservato dalla famiglia relativamente alla sua carriera e vita privata, all'attività professionale e alla cultura materiale della scuola. Sul piano metodologico le fonti sono state inventariate, catalogate ed analizzate nell'intreccio con le testimonianze orali costituite da interviste a persone che l'hanno conosciuto, al fine di ricostruire una biografia 'al plurale'. Il quadro che emerge restituisce la complessità di una figura docente tra formazione iniziale e in servizio, giocata non solo sui banchi di scuola, ma come professionista impegnato nella società, ed inoltre contribuisce allo studio della realtà pedagogica e scolastica dell'Italia del secondo dopoguerra e della 'stagione pedagogica' del capoluogo emiliano, caratterizzata da un particolare fermento politico, sociale ed educativo che rimane, a parte il mito, ancora poco indagata.
Among the most influential revolutions of the 20th century historiography - from the Annales to the return to narrative history, through the key concepts of microhistory and biographical turn – while seeking for the “black box of schooling”, the recent international and national historical-educational researches have turned their attention to the theory of “school as a living reality”. Notably, the observational study of the classroom empirical culture as well as of the school material culture has received significant contributions from the focus on the teaching profession, whose multiple dimensions have also been investigated from a biographic point of view. Within this theorethical framework, this work attempts to portray the life of Cesare Malservisi as primary school teacher, librarian, dialect songwriter and intellectual during the Postwar years in Bologna. Starting from the analysis of the reference coeval literature, the primary focus of this research is to investigate the family personal archive whose sources shift from Cesare Malservisi’s career, private life, professional activity to the school material culture. For instance, while aiming to build a “plural biography”, sources have been classified, analyzed, intertwined and integrated with interviews conducted with witnesses who have personally met Cesare Malservisi. The picture that emerges from this study confirms the complexity of Malservisi’s teacher role whose professional development coexist with his engagement to society, and parallely explores the local pedagogic and teaching scene, with special attention to the intense socio-political and educational ferment of the Postwar years in Bologna, a subject that has not yet been thoroughly investigated.
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6

Monego, Luisa <1980&gt. "LE MARIEGOLE LATINE DELLA SCUOLA DI SANTA MARIA E SAN FRANCESCO DEI MERCANTI AI FRARI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2603.

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Abstract:
La tesi ripercorre le origini di un’antica scuola devozionale, fondata a Venezia nel 1261 presso la chiesa conventuale di Santa Maria Gloriosa dei Frari, indagate attraverso le sue prime fonti statutarie. Questa confraternita intitolata a santa Maria della Misericordia e a san Francesco ha una storia singolare rispetto alle molte altre scuole che con la loro presenza caratterizzavano il tessuto cittadino e non è semplice inserirla nelle grandi categorie in cui la maggior parte delle altre rientra. Nasce infatti come scuola di flagellanti, prerequisito che, a partire dal 1476, varrà alle altre confraternite dello stesso tipo il titolo di ‘Scuola Grande’, ma non si evolve in quella direzione. Parrebbe etichettata come una scuola di mestiere, ‘dei mercanti’ appunto, ma non è riservata a questi soltanto, né tantomeno emette capitoli riferiti al settore lavorativo, come avveniva all’interno delle arti. Un’altra peculiarità è data dal fatto che fin dagli inizi fossero accolte a farne parte anche delle donne, dato che andrà messo in rilievo visto l’interesse riscosso nell’ambito degli studi confraternali dal tema della componente femminile all’interno di gruppi disciplinati. Fu una scuola con un alto numero di iscritti, nel 1290 ne contava già trecentoventi, e fu probabilmente ricca, a giudicare dai nomi dei confratelli che ne facevano parte (tra i quali spicca quello di Marco Polo). Ciò nonostante non ha lasciato nell’ambito della produzione artistica le tracce di grandi commissioni come quelle che hanno reso celebri altre scuole veneziane. Questa scuola inoltre ‘incrocia’ in modi diversi le vite di altre scuole. Nel 1570 verrà abbandonata la sede dei Frari e la confraternita confluirà presso una piccola scuola con sede alla Madonna dell’Orto rinominata allora scuola di santa Maria, san Cristoforo e san Francesco dei mercanti. Da un altro canto per molto tempo nella storiografia questa scuola è stata individuata come il primo nucleo di quella che sarebbe divenuta poi la Scuola Grande di santa Maria della Misericordia, detta della Valverde con sede a Cannaregio. Non esistono documenti a sostegno di questa ipotesi. Il fraintendimento è stato protratto a lungo anche a causa della collocazione di alcuni documenti della scuola dei Frari nel fondo della scuola della Misericordia presso l’Archivio di Stato di Venezia. Sono molti dunque i punti di interesse che giustificano la trattazione approfondita di questa scuola, per non parlare del valore intrinseco delle mariegole da essa prodotte, finora inedite, che si sono rivelate essere una fonte molto ricca di informazioni e soprattutto risalente a un’età piuttosto vicina alla data di fondazione. La datazione ‘alta’ delle mariegole in esame ne aumenta il valore se si considera che per le altre scuole dei battuti veneziane si possiedono soltanto statuti di redazione trecentesca.
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BEACHI, GIOVANNI. "Orientamento: il sistema integrato di Cometa. Studio del caso "Cometa Formazione-Scuola Oliver Twist"." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/85328.

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BONADIMANI, ELISA. "La figura del maestro elementare nel romanzo di scuola in Italia dal 1860 al 1920." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/493.

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9

GIANNETTI, ILARIA. "Costruire la Scuola. Progetto e produzione in Italia dal dopoguerra agli anni '80." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2012. http://hdl.handle.net/2108/243897.

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Abstract:
La tesi, in storia della costruzione, ricostruisce la programmazione dell'edilizia scolastica sperimentale nel secondo dopoguerra in Italia: terreno di una lunga sperimentazione sull’impiego di sistemi costruttivi alternativi al cantiere tradizionale, che affianca il rinnovamento tipologico dell’edificio-scuola, la pianificazione ha disseminato un fragile patrimonio di “prototipi” che testimoniano, nell’uso, la controversa “via italiana” all’industrializzazione dell'edilizia. A partire dalla letteratura dell’epoca, da numerosi archivi di Enti, progettisti e imprese e, soprattutto, dal ritrovamento e dalla catalogazione della documentazione conservata nell’archivio dell’Ex Servizio Centrale per l’Edilizia Scolastica (SCES) - l’organo esecutivo del Ministero della Pubblica Istruzione, dal 1951 al 1979, incaricato della pianificazione e del controllo tecnico dei progetti delle scuole sperimentali su scala nazionale - la ricerca ha fornito, da un lato, un primo quadro storico d’insieme, una “cronaca dei fatti” e, dall’altro, puntuali analisi storico-tecniche sui numerosi sistemi costruttivi impiegati per la realizzazione delle scuole negli anni ‘60 e ’70, offrendo un contributo specifico e operativo alla conoscenza degli edifici e, conseguentemente, alla loro corretta gestione e valorizzazione
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De, Maria Guglielmo. "Il laboratorio della nuova sapienza nella prima scuola domenicana: opere e pensiero di Guerrico di Saint-Quentin." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/360.

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Abstract:
2010 - 2011
Il lavoro è strutturato in quattro capitoli, ai quali si aggiunge un’appendice. Nel primo capitolo, è proposta una ricostruzione delle notizie biografiche relative a Guerrico, fondata su una rassegna delle fonti e su una chiarificazione di alcuni elementi, quali le date riguardanti la nascita, la morte e l’insegnamento presso lo studium di Bologna. Il secondo capitolo, dedicato alle opere e strutturato in forma schematica, riassume e discute i dati presenti nei repertori e vagliati dalla letteratura secondaria circa i codici e i folia che contengono i testi attribuiti o attribuibili al domenicano, gli incipit e gli explicit degli stessi, nonché i problemi relativi all’autenticità delle opere. Il capitolo è completato da una raccolta di dati forniti dai cataloghi dei fondi manoscritti e dalle varie fonti degli autori dei repertori e degli studiosi. Inoltre, in presenza di eccessive discordanze tra i dati forniti dalla letteratura, si propone la correzione di eventuali errori e il chiarimento di alcuni punti incerti. Il terzo capitolo è dedicato all’esegesi biblica di Guerrico e all’individuazione ed esposizione della metodologia esegetica applicata. I testi in appendice – l’edizione dei capitoli I e XI della Postilla in Librum Sapientiae – consentono al lettore di verificare tale metodologia. Il quarto capitolo, dedicato alla teologia della visio beatifica, rappresenta il cuore speculativo del lavoro. Dopo un’attenta ricostruzione delle fonti e dei testi citati da Guerrico e dai suoi interlocutori nelle dispute sul tema e dopo la trattazione delle premesse psicologiche e gnoseologiche, si procede ad una particolareggiata analisi delle dispute e delle solutiones del maestro. Il lavoro è completato da una cospicua bibliografia delle fonti e della letteratura secondaria. La personalità intellettuale di Guerrico che emerge dall’indagine è molto complessa, tormentata, costantemente in ballo tra l’ortodossia e il fascino trasgressivo dell’eterodossia, capace di grosse intuizioni speculative, importanti innovazioni e succose anticipazioni, ma anche di ambiguità dovute alla mancanza di forti basi teoriche. Le giustificazioni non mancano: il clima culturale dei primi decenni del tredicesimo secolo è ancora troppo arcaico, la terminologia teologica e filosofica, dato anche l’avvento dei testi aristotelici, è spesso incerta. Ma questi tentennamenti speculativi e queste insistenti indecisioni, se da un lato impediscono la costruzione di un solido sistema di pensiero, dall’altro costituiscono un deposito, per quanto confuso e disordinato, ricco di idee e di spunti da cui i futuri grandi teologi dell’ordine non disdegneranno di attingere. [a cura dell'autore]
X n.s.
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GUALDI, CHIARA. "ASSOCIAZIONI MAGISTRALI NEL PRIMO NOVECENTO. L'ESPERIENZA DELLA "NICOLO' TOMMASEO" (1906-1930)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10971.

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Abstract:
Il lavoro intende approfondire la natura e le caratteristiche principali dell'associazione magistrale cattolica "Nicolò Tommaseo" (1906-1930). A questa esigenza si aggiunge quella di verificare il contributo dato dall'organizzazione al processo di nazionalizzazione della figura dell'insegnante.
The research investigates the nature and the main characteristics of the catholic association "Nicolò Tommaseo" (1906-1930)
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GUALDI, CHIARA. "ASSOCIAZIONI MAGISTRALI NEL PRIMO NOVECENTO. L'ESPERIENZA DELLA "NICOLO' TOMMASEO" (1906-1930)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10971.

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Abstract:
Il lavoro intende approfondire la natura e le caratteristiche principali dell'associazione magistrale cattolica "Nicolò Tommaseo" (1906-1930). A questa esigenza si aggiunge quella di verificare il contributo dato dall'organizzazione al processo di nazionalizzazione della figura dell'insegnante.
The research investigates the nature and the main characteristics of the catholic association "Nicolò Tommaseo" (1906-1930)
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SCORZONI, CINZIA. "Percorsi di indagine sperimentale delle proprietà di materiali funzionali: un’occasione per introdurre i concetti chiave delle nanoscienze e della fisica moderna nelle scuole superiori." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1210539.

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Abstract:
Le nanotecnologie sono ormai parte dell’esperienza quotidiana e rappresentano un pilastro fondamentale dello sviluppo tecnologico, economico e sociale futuro. In particolare, l’Unione Europea le considera fra le tecnologie chiave per lo sviluppo tecnologico e ha messo in evidenza l’importanza di introdurne i principi base già nelle scuole superiori[1],. L’introduzione delle nanoscienze nei curricula delle scuole superiori permette di collegare le diverse materie in un’ottica interdisciplinare e si presta ad attività “hands-on” di provata efficacia[2]. Le nanoscienze mirano a progettare e realizzare materiali con nuove proprietà, i cosiddetti materiali funzionali, controllandone struttura, composizione chimica e morfologia alla micro- e nanoscala. Le loro caratteristiche microscopiche si riflettono infatti sulle loro proprietà macroscopiche in modo spesso eclatante. Diversi esempi di materiali funzionali sono facilmente reperibili sul mercato e le loro proprietà possono efficacemente essere illustrate nei laboratori scolastici. Solitamente queste dimostrazioni d’aula sono pensate per accendere la curiosità degli studenti, utilizzando il cosiddetto “wow-effect”. Il progetto Nanolab, di Unimore[3], mira ad andare oltre questo approccio, proponendo protocolli sperimentali quantitativi, riproducibili e facilmente realizzabili per introdurre alcune idee-chiave delle nanoscienze. In questo lavoro di tesi, che si inquadra nel progetto Nanolab, sono stati progettati alcuni nuovi protocolli e teaching-learning sequence (TLS), sviluppando un approccio didattico originale all’attività sperimentale, che trova fondamento in letteratura nel modello ISLE (Investigative Science Learning Environment)[4] e nell’ Instructional Model “5E”[5]. La tribologia, cioè lo studio dei fenomeni di attrito, è un settore delle scienze dei materiali di enorme rilevanza tecnologica. La comprensione delle origini microscopiche di questi fenomeni è a tutt’oggi oggetto di ricerca. Sebbene tradizionalmente i fenomeni di attrito siano piuttosto trascurati dai curricula scolastici, essi rappresentano invece l’occasione per introdurre concetti interdisciplinari estremamente importanti, quali le caratteristiche delle interazioni molecolari e il loro ruolo nel determinare le proprietà di superfici in contatto[6,7]. Un contributo in questa direzione è fornito dalla prima TLS sviluppata in questa tesi. Essa si basa sullo studio del Gecko Tape ®, un adesivo microstrutturato, bio-ispirato alle zampe del Gecko, e collega fisica e chimica, introducendo l’idea-chiave “struttura è funzione”. Il percorso proposto mima il mestiere dello scienziato nelle sue fasi di ricerca e di condivisione dei risultati con modalità simili a quelle di un congresso scientifico. La TLS è stata validata su alcuni gruppi di studenti, eterogenei per interesse e formazione, e testata anche in modalità peer education, ottenendo sempre risultati molto positivi. Una seconda TLS è legata all’idea-chiave “Metodi e strumentazione” e sfrutta il Gecko Tape® come reticolo di diffrazione, flessibile e deformabile, per l’apprendimento attivo dell’ottica. Viene proposta anche in flipped-classroom con materiali didattici appositamente preparati. I materiali prodotti, tra cui filmati e videotutorial, sono disponibili sul sito, completamente rinnovato, www.nanolab.unimore.it, e sono la base per corsi di aggiornamento per insegnanti, di cui uno tenuto nel 2018, ed uno prossimo venturo. 1. I. Malsch; Nanotech. Rev 3, 211 (2014) 2. M. Prince; J. Engr.Ed Rev 93, 223 (2004) 3. http://www.nanolab.unimore.it 4. E. Etkinaa, Physics World 27, 48 (2014) 5. R.W. Bybee; Science& children 51,10 (2014) 6. U. Besson et al. Am. J. Phys. 75, 1106 (2007) 7. V. Montalbano Proceedings of the GIREP-MPTL, 863 (2014)
Nanotechnologies are already part of everyday life and are indicated in HO2020 as fundamental key-enabling technologies for the scientific, economic and social development of EU. EU has indeed recommend the introduction of nanoscience and nanotechnology in high school curricula [1] since the beginning of the new millennium, due to their highly interdisciplinary character and also because they are particularly well-suited for effective hands-on activities [2]. One of the most relevant goal of nanoscience is to design and realize novel materials with peculiar properties, the so-called functional materials, by fine tuning their structure, chemical composition and morphology at the micro and nanoscale. Indeed, the microscopic characteristics of such materials strongly affect their macroscopic properties, often in highly surprising ways. Several functional materials are nowadays easily purchased and are used in the school labs to trigger pupils’ curiosity and interest, exploiting the so-called wow-effect. The Unimore Nanolab project [3] goes beyond this approach, designing fully quantitative experiments based on functional materials, which are aimed at introducing selected key-concepts (“big-ideas”) in nanoscience. In this PhD thesis work, as a part of the Nanolab project, I designed and test a few new teaching learning sequences (TLS), developing a novel educational approach to experimental activities, inspired by ISLE (Investigative Science Learning Environment)[4] and Instructional 5E models[5]. Tribology, i.e. the study of friction, wear and adhesion phenomena, is an extremely active field of research of paramount technological relevance. Achieving a comprehensive understanding of these phenomena at the nano- and meso-scale is currently an open issue. As far as education is concerned, friction has been considered a trivial topic which deserved little attention in traditional high-school curricula. In fact, it actually provides an appealing way to introduce fundamental interdisciplinary concepts, such as atomic and molecular interactions and their key role in determining the behaviour and properties of two surfaces in intimate contact [6-7]. In this work, I designed a TLS on friction and wetting, which inquires the properties of the Gecko Tape ®, a micro-structured adhesive, bio-inspired by the gecko feet. The TLS aims to convey one of nanoscience Big Ideas, i.e. Structure is function and underlying the strict connections between physics and chemistry. The teaching sequence is intended to mimic the different steps of a true scientific research, including results dissemination and discussion.This TLS has been validated with a few groups of students, with different backgrounds and levels of involvement, and also tested in a peer education set with very good results. A second TLS, addressing the big ideas "Tools and Instrumentation" was also designed, exploiting Gecko Tape® as a flexible and deformable diffraction grating. This activity is part of a sequence regarding optics and is also proposed in a flipped-classroom approach. All the designed educational materials, including films and video tutorials, are available on-line and have been also used in in-service teachers training activities. 1. I. Malsch; Nanotech. Rev 3, 211 (2014) 2. M. Prince; J. Engr.Ed Rev 93, 223 (2004) 3. http://www.nanolab.unimore.it 4. E. Etkinaa, Physics World 27, 48 (2014) 5. R.W. Bybee; Science& children 51,10 (2014) 6. U. Besson et al. Am. J. Phys. 75, 1106 (2007) 7. V. Montalbano Proceedings of the GIREP-MPTL conference, 863 (2014)
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Damiani, Vincenzo. "La Kompendienliteratur nella scuola di Epicuro : forme, funzioni, contesto." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86114.

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Abstract:
Dei compendi di Epicuro ci si propone qui di indagare sistematicamente forme e funzioni, allo scopo di individuare i tratti che ne fanno un genere di scrittura radicato profondamente nella storia del Κῆπος e non meno centrale nella letteratura filosofica e tecnico-scientifica contemporanea e successiva. La definizione delle prerogative proprie della letteratura compendiaria epicurea costituirà lo sfondo per una lettura comparata con i frammenti superstiti dell’opera più importante di Epicuro, il trattato Περὶ φύσεως: ciò permetterà di definire la tecnica di rielaborazione che governa il processo di (auto)epitomazione, e, conseguentemente, di ripensare il rapporto che le epistoleepitomi incentrate sui problemi di scienza della natura intrattengono con il trattato maggiore. Della vasta letteratura di cui ho dato conto, in maniera necessariamente sintetica, saranno largamente ripresi metodi e problemi. Abbandonato il paradigma interpretativo oramai sterile, che ha in Usener il suo corifeo e che individua nelle epitomi di fisica e cosmologia poco più che una fonte di dottrina la cui presunta veste non-letteraria le relega, quando non all’artigianato anonimo della dossografia, a una destinazione ‘esoterica’, tenterò un’interpretazione dell’intero spettro della Kompendienliteratur epicurea come sistema coerente e dinamico, prodotto letterario autonomo e rispondente ad una prassi compositiva e ad un programma educativo precisi, da ricostruire criticamente combinando fonti diverse. Vi troveranno spazio, a seguito di un’introduzione teoricoterminologica, considerazioni sui principali problemi sollevati dalla critica: 1) Genesi del compendio epicureo come reazione a mutamenti concreti nella modalità dell’insegnamento (lo spostamento della scuola ad Atene rende impossibile la prosecuzione della συζήτησις in presenza del Maestro) e come istanza di organizzazione e, in certa misura, canonizzazione tra una mole considerevole di scritti (cf. De Witt 1937; Delattre/Delattre 2009). 2) Destinazione didattica, in cui si combinano la funzione isagogica e quella rammemorativa (cf. Bollack et al.) a perseguire scopi molteplici: canonizzazione di contenuti dottrinari, trasmissione del sapere (παράδοσις), soccorso terapeutico (βοήθεια) e psicagogia (cf. Rabbow 1954; Schmidt 1962/1984; Hadot 1969; Eckstein 2004; CambronGoulet 2016 e 2017); pluralità di scopi che implica necessariamente una pluralità di destinatari (cf. De Sanctis 2011 e 2012; Spinelli 2010; Muñoz Morcillo 2016; Braicovich 2017a e 2017b) e una retorica mirata (cf. Clay 1973; Bollack et al.; Delattre 2004 e 2009; Gagliarde 2011). 3) Rapporto con forme congeneri in altri contesti, filosofici e non (cf. Clay 1973; Tulli 2000; MacGillivray 2015). 4) Fasi di trasformazione della Kompendienliteratur nella storia del Κῆπος (cf. Angeli 1986 e 1988). 5) Interrelazione tra il Περὶ φύσεως e i compendi sulla scienza della natura (cf. Clay 1973; Sedley 1998).
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Berisso, Marco. "La raccolta dei poeti perugini del Vat. Barberiniano Lat. 4036 storia della tradizione e cultura poetica di una scuola trecentesca /." Firenze : L.S. Olschki, 2000. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/44135461.html.

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FERRANTE, ALFREDO. "Il professore e il dirigente: relazioni fra ricerca accademica e processo delle politiche pubbliche con particolare rifermento alla dirigenza della scuola nazionale dell’amministrazione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/203397.

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Abstract:
The thesis tries to give an answer to the question about the impact academic research might produce on the learning processes of bureaucracy in decision making of policies. It also tries to understand in and how policies are built and implemented on the basis of research. We know that effective public policies should rest on academic results: nevertheless what academics offer do not always matches what policy makers (politicians and bureaucrats) need. Many research dimensions are considered, taking into account the relations between those which literature named the two communities of policy makers and academics (including divisions between politicians and bureaucrats into the decision makers community). The analysis of the peculiar Italian situation is also taken into account: in order to define the decision making community we have chosen the subset of senior civil servants (dirigenti pubblici) from central government, represented by the 561 alumni of the National Institute for Public Administration (SNA, Scuola Nazionale dell’Amministrazione). They were asked to respond to a questionnaire, similar to the one prepared for the “Sir Humphrey and the Professors: what does Whitehall want from academics? A survey of senior civil servants’ views on the accessibility and utility of academic research and expertise”, research by Talbot and Talbot (2014). In that study the survey considered the UK SCSs on the accessibility and utility of academic research and expertise. 7 We have had an almost 40% responses by the Italian SCSs and results show that they have a basically positive approach to academic research and its relevance for the activities of policy process, asking for a concrete, understandable and timely support. Those evidences are mostly similar to the ones offered by the UK survey, though in the latter SCSs show tendency to a more pragmatic approach. It is a positive signal, needing for further research to clarify whether it is an attitude from SNA alumni only – that seems reasonable because of the particular track they have followed – or it can be extended to the whole of SCSs, and id and how the role of governments as facilitators of the dialogue between the two communities could be developed
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/1/Mosleh_LinaHasanMahmoud_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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NEGRI, MARTINO. "Lo spazio della pagina, la mente del lettore: per una didattica della letteratura nella scuola primaria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/14819.

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Abstract:
Campo di questa ricerca è l’esperienza della lettura; suo argomento specifico, l’influsso esercitato sull’immaginazione del lettore dagli elementi paratestuali presenti in qualsiasi tipo di libro, e particolarmente significativi nei libri illustrati che sono oggetto dell’esperienza quotidiana dei bambini nella Scuola Primaria. Il lavoro di ricerca è stato condotto in una duplice direzione: per un verso, ha implicato una riflessione di natura teorica sul ruolo giocato dal lettore nel compimento dell’opera letteraria; per l’altro, si è avvalso di una ricognizione sul campo, effettuata attraverso la somministrazione di un questionario a risposte aperte, volta a indagare l’immaginario dei bambini in merito all’esperienza della lettura nel suo complesso e, in particolare, al senso attribuito al rapporto tra parole e immagini nello spazio della pagina. Punti di riferimento teorici del lavoro compiuto sono state principalmente le diverse teorie della letteratura novecentesche – con un’attenzione specifica al pensiero di Maurice Blanchot e all’estetica della ricezione, nella duplice declinazione della Rezeptionsästhetik (H.R. Jauss, W. Iser) e della Reader-Response Theory (S. Fish) – nonché le riflessioni sulla complessa testualità che caratterizza i libri illustrati per l’infanzia condotte da Roberta Cardarello. Queste due fasi di natura esplorativa e preliminare hanno consentito di immaginare, progettare e realizzare una terza fase della ricerca, intesa a sfruttare operativamente l’idea di un’inevitabile attività produttiva del lettore innescata dal processo della lettura. L’immaginazione creativa del lettore è così diventata il fulcro di una proposta didattica (condotta in due delle classi coinvolte nella fase esplorativa) che la valorizzasse attraverso pratiche di scrittura capaci di alimentare la curiosità dei bambini rispetto all’esperienza letteraria nella sua multiforme varietà. Cuore del progetto è stata pertanto una esperienza della letteratura avvenuta nel segno di una riflessione che fosse poietica e dunque costruttrice: fondata sulla centralità dell’intelligenza interpretativa di ciascuno e sulla sperimentazione diretta delle possibilità comunicative del linguaggio verbale quanto iconico, nonché delle forme possibili generate dal loro incontro nello spazio della pagina, campo infinito di occasioni speculative, prima ancora che espressive.
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Yagüe, Gómez-Reino Silvia. "CONSOLIDACIÓN CON MATERIALES INORGÁNICOS EN RESTAURACIÓN DE PINTURA MURAL. LA VISIÓN DE LA "SCUOLA FIORENTINA"." Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2016. http://hdl.handle.net/10251/61776.

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Abstract:
[EN] The main subject of this work is consolidation of wall paintings with inorganic materials under the point of view of the "Scuola Fiorentina", of restoration. Only through the exam of the historical evolution of the "Scuola Fiorentina" of restoration and the study of the socio-cultural context where such evolution took place, it is possible to completely understand how an activity that had a vertiginous growth, would have later converted, the "Scuola Fiorentina" in an international reference and in an undisputed pioneer in the field of restoration. The existence of an official organized agency "Gabinetto di resaturi della Sopraintendenza di Firenze", the catastrophic events that suffered the Florentine territory during the Second World War, and during the flood of 1966, caused a fundamental change in the culture of restoration that drove to put together science and restoration, forever. One of the most important outcomes of such merger was finding of the method Ammonium/Barium ("Dini-Ferroni"). The method was invented thanks to the genius and intuition of the chemist Enzo Ferroni, and due to the talent of the restorer Dino Dini who understood the importance of the joint between a scientific method with the practical hand-action of the restorer. From that moment, it will be clear the preference of the "Scuola Fiorentina" in the use of inorganic material for treatments on surface of mineral matrix. The method of Ammonium-Barium, is a desulphating procedure with a consolidation effect based on two phases with the application of two reagents. The main goal is the transformation of the sulphur ion of the disjointed surface into a compound, crystal and tip-chemically compatible with the carbonated surface, and the re-cohesion of the substrate by means of the compounds that come from the treatment. Since XXI century, due to an even stronger effort to apply science to restoration, also nanotechnologies bounced into restoration. They have been contributing to satisfy the effectiveness and compatibility of the pre-consolidation interventions, that are essential in case of severe disaggregation of paint layer. Pre-consolidation interventions with nanoparticles before the cleaning of the wall surfaces, are clearly related to the method of Ammonium/Barium, because they represent the preliminary interventions necessary to carry out the method with success. The Opificio delle Pietre Dure (OPD), is a governmental agency thank to which I have been able to learn techniques carried out through said methodologies. OPD is the main referent of the current "Scuola Fiorentina" of restoration and it has been characterized for its clear preference in the use of inorganic materials for the treatments on paint layers in carbonated matrix.
[ES] La consolidación de las pinturas murales con materiales inorgánicos, bajo la visión de la escuela fiorentina de la restauración, es el tema principal de este trabajo. A través del estudio del recorrido histórico de la scuola fiorentina de la restauración y del análisis del contexto socio-cultural, se puede entender cómo se pudo desarrollar vertiginosamente, una actividad que convirtió en pocos años a la scuola fiorentina, en ejemplo internacional e indiscutible pionera en el campo de la restauración. La existencia de un centro oficial organizado, "Gabinetto di restauri della Soprintendenza di Firenze", junto a los acontecimientos catastróficos que sufrió el territorio florentino en la IIªGuerra Mundial, y las inundaciones de Florencia de 1966, marcaron un cambio radical en la cultura de la restauración que unió para siempre la ciencia y la restauración. Unión que culminará con el descubrimiento del método "Ammonio-Bario" ("Dini-Ferroni"), gracias al ingenio y la intuición, del químico Enzo Ferroni; y al restaurador Dino Dini, que supo valorar la importancia de la unión del pensamiento científico a la acción práctica-manual del restaurador. A partir de ese momento se configurará la clara preferencia de la scuola fiorentina, en la elección de materiales inorgánicos para las intervenciones sobre sustratos de matriz mineral. El método Ammonio-Bario, es un tratamiento desulfatante con efecto consolidante articulado en dos fases en base a la aplicación de dos reactivos, cuyo objetivo principal, es la trasformación del ión del azufre de la superficie disgregada en un compuesto cristalo-químicamente compatible con la matriz carbonatada, y la recoesión de dicho sustrato a través de los compuestos resultantes del tratamiento. En un esfuerzo aún mayor de la ciencia aplicada a la restauración, las nanotecnologias irrumpen en el campo de la restauración a partir del siglo XXI y estan contribuyendo a satisfacer la eficacia y compatibilidad de las operaciones pre-consolidantes; imprescindibles en situaciones de fuerte disgregación del sustrato pictórico. Las intervenciones de consolidación preventiva (pre-consolidación), realizadas a través de tratamientos de nanoparticulas; en fase propedéutica a la limpieza de las superficies murales; tiene un claro nexo de unión con el método de Ammonio-Bario, ya que completa las intervenciones preliminares necesarias para poder llevar a cabo con éxito dicho método. El Opificio delle Pietre Dure (OPD), institución ministerial gracias a la cual, he podido aprender las técnicas realizadas a través de dichas metodologías es referente principal de la actual scuola fiorentina de la restauración, y se caracteriza por su clara preferencia en el uso de materiales inorgánicos en las intervenciones que realizan sobre sustratos pictóricos en matriz carbonatada.
[CAT] La consolidació de les pintures murals amb materials inorgànics, sota el punt de vista de scuola fiorentina de la restauració, és el tema principal del present treball. Mitjançant l'estudi del recorregut històric de la scuola fiorentina de la restauració i de l'anàlisi del context socio-cultural, es comprèn com es va desenvolupar, vertiginosament, una activitat que va convertir en pocs anys la scuola fiorentina, en un exemple internacional i en una indiscutible pionera al camp de la restauració. La existència d'un centre oficial organitzat, "Gabinetto di restauri della Soprintendenza di Firenze", conjuntament amb els episodis catastròfics que va patir el territori florentí a la II Gerra Mundial, així com les inundacions de Florència de 1966, van marcar un canvi radical a la cultura de la restauració que va unir per sempre la ciència amb la restauració. Unió, que va culminar amb els descobriment del mètode "Ammonio-Bario" ("Dini-Ferroni"); gràcies a l'ingeni i la intuïció del químic Enzo Ferroni i del restaurador Dino Dini, que va saber valorar la importància de la unió del pensament científic amb l'acció pràctica-manual del restaurador. A partir d'aquest moment es configurarà la clara preferència de la scuola fiorentina, en l'elecció de materials inorgànics per a les intervencions sobre substrats de matrius minerals. El mètode Ammonio-Bario, és un tractament desulfatant amb efecte consolidant, que s'articula en dos fases en base a l'aplicació de dos reactius, amb l'objectiu principal de transformar el ió del sofre de la superfície disgregada en un compost cristalo-químicament comptatible amb la matriu carbonatada, i la recoesió de l'esmentat substrat mitjançant els compostos resultants del tractament. Amb un esforç encara més gran de la ciència aplicada a la restauració, les nanotecnologies irrompen en el camp de la restauració a partir del Segle XXI i contribueixen a satisfer l'eficàcia i compatibilitat de les operacions pre-consolidants; imprescindibles en situacions de forta disgregació del substrat pictòric. Les intervencions de consolidació preventiva (pre-consolidació), realitzades mitjançant tractament de nanopartícules; en fase propedèutica a la neteja de les superfícies murals; te un nexe d'unió evident amb el mètode de Ammonio-Bario, ja que complerta les intervencions preliminars necessàries per poder dur a terme amb èxit el referit mètode. L'Opificio delle Pietre Dure (OPD), institució ministerial gràcies a la qual he pogut aprendre les tècniques realitzades mitjançant aquestes metodologies, és referent principal de l'actual scuola fiorentina de la restauració, i es caracteritza per una clara preferència en l'ús de materials inorgànics en les intervencions que realitzen sobre substrats pictòrics en matriu carbonatada.
Yagüe Gómez-Reino, S. (2016). CONSOLIDACIÓN CON MATERIALES INORGÁNICOS EN RESTAURACIÓN DE PINTURA MURAL. LA VISIÓN DE LA "SCUOLA FIORENTINA" [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/61776
TESIS
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PIRAGUA, CHAPARRO LILIANA CONSUELO. "IL VERO TESORO DELLA SCUOLA. Processo di costruzione della conoscenza scientifica da parte di studenti di una scuola rurale colombiana, a partire dallo studio di fenomeni quotidiani dell’astronomia di posizione." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77597.

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Abstract:
Questa tesi indaga i modi di costruzione della conoscenza scientifica da parte degli studenti di questa scuola, a partire dall’adattamento alle caratteristiche socio culturali e geografiche del contesto scelto di una serie di attività che fanno parte di un percorso longitudinale ri-costruito sulla base del lavoro di un gruppo di ricercatori italiani guidati dalle professoresse Enrica Giordano e Nicoletta Lanciano . L’obiettivo generale di questa implementazione é stato progettare e sperimentare un percorso didattico allo scopo di analizzare le caratteristiche associate al processo di costruzione delle conoscenze scientifiche da parte degli studenti. La seguenza didattica ha come contenuto l'astronomia osservativa per coinvolgere gli studenti in un contesto scientifico nel quale individualmente e collettivamente, possano esplorare una molteplicità di strade per la costruzione della conoscenza associata ad un soggetto per sua natura multidimensionale. Nel primo capitolo si presenta l’ipotesi concettuale che sostiene tutto il modello cognitivo di base, e L’insegnamento delle scienze dalla prospettiva culturale. Il secondo capitolo presenta un quadro organizzato secondo uno schema originale, la linea di base, della ricerca colombiana in didattica della scienza. Si presentano anche riferimenti alle ricerche nella didattica della scienza dei contesti europeo e latinoamericano. Il terzo capitolo esplicita le domande di ricerca e gli obiettivi associati. Nel quarto capitolo presenta il Quadro Concettuale e la Descrizione Contestuale. Si tratta di una composizione dialogica tra le diverse prospettive metodologiche utilizzate nel divenire della ricerca Il quinto, sesto e settimo capitolo corrispondono rispettivamente a: l’analisi dei risultati, le conclusioni e le prospettive. Gli allegati sono inseriti dopo la Biliografia. L’elaborazione dell’ipotesi in relazione al modello cognitivo è stata fatta a partire da un confronto originale tra il lavoro dell'italiano Paolo Guidoni, (L-E-C) e del colombiano Carlos A. Hernández (V-I-Ap) a partire dalle fonti primarie. Nella organizzazione e stesura della linea di base sono state analizzate 384 esperienze di ricerca e innovazione didattica colombiane, riprese da fonti secondarie. Le fonti primarie utilizzate nella descrizione del contesto sono prese dagli attori diretti (studenti) e indiretti (comunitá) del processo. Gli strumenti che sono stati ri-costruiti secondo una metodologia qualitativa, si sono trasformati progressivamente a seconda delle caratteristiche del processo, arrivando ad una nuova configurazione metodologica. Ci si è per questo ispirati all’Opportunismo Metodologico descritto da Feyerabend riguardo al modo costitutivo della pratica scientifica reale, sostenendo che non esiste una sola forma legittima di fare ricerca qualitativa, nè una sola posizione o cosmovisione che la supporti. Alcuni conclusioni di ordine generale: 1. Il valore della sequenza didattica, riferito non solo alle implicazioni di contenuto e metodologiche, sta nel fatto che diventa lo strumento che permette allo studente di avvicinarsi ad un altro mondo, il mondo delle scienze. 3. Il nucleo dell’esperienza é stato cercare di arrivare alla razionalitá e alla comprensione dell’ esperienza stessa, in forma discorsiva e attraverso medellizzazioni, come consolidamento dell’apprendimento. 4. Si tratta di una proposta che offre la possibilità di costruzione di conoscenza nel rispetto delle condizioni individuali e non soltanto trasforma la vita di chi partecipa direttamente ma addirittura l’opinione che la comunità ha della scuola stessa.
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DIANI, CARLA. "I LIBRI DI LETTURA LOMBARDI PER LA SCUOLA ELEMENTARE TRA OTTO E NOVECENTO: LE CASE EDITRICI AGNELLI, RISVEGLIO EDUCATIVO, TREVISINI E VALLARDI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35769.

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Abstract:
Il libro scolastico, nella sua duplice fisionomia di supporto didattico e di prodotto editoriale e sociale, costituisce una preziosa fonte per la ricostruzione della storia pedagogica e didattica, culturale e politica dalla seconda metà del Settecento sino al primo ventennio del Novecento. Sulla base di questa premessa la tesi si propone di evidenziare la valenza educativa e didattica della letteratura scolastica per l’infanzia e il ruolo ricoperto dalla scuola nella formazione dei fanciulli italiani tramite l’analisi quantitativa e qualitativa dei principali libri di lettura editi in Lombardia tra Otto e Novecento. Dopo una panoramica generale sulla produzione editoriale scolastica della realtà italiana, la ricerca fa emergere i contenuti, l’apparato iconografico e la forma linguistica di 65 libri di lettura, adottati a livello nazionale nelle scuole elementari e pubblicati nei decenni postunitari (1871-1923) da case editrici lombarde di notevole rilievo, quali Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini e Vallardi.
The textbook, in its dual aspect of educational support and publishing and social product, is a precious source to reconstruct educational, teaching, cultural and political history from the second half of the eighteenth century to the first decades of the twentieth century. This thesis aims to underline the educational and teaching value of school literature and the role played by school in the education of Italian children through a quantitative and a qualitative analysis of the main reading textbooks published in Lombardy between the nineteenth and the twentyth centuries. After a general overview of the editorial school production of the Italian situation, the research focus on the contents, the iconography and linguistic form of 65 reading textbooks, adopted nationally in the elementary schools and published in the decades after the unification (1871-1923) by important Lombard publishers, such as Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini and Vallardi.
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DIANI, CARLA. "I LIBRI DI LETTURA LOMBARDI PER LA SCUOLA ELEMENTARE TRA OTTO E NOVECENTO: LE CASE EDITRICI AGNELLI, RISVEGLIO EDUCATIVO, TREVISINI E VALLARDI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/35769.

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Abstract:
Il libro scolastico, nella sua duplice fisionomia di supporto didattico e di prodotto editoriale e sociale, costituisce una preziosa fonte per la ricostruzione della storia pedagogica e didattica, culturale e politica dalla seconda metà del Settecento sino al primo ventennio del Novecento. Sulla base di questa premessa la tesi si propone di evidenziare la valenza educativa e didattica della letteratura scolastica per l’infanzia e il ruolo ricoperto dalla scuola nella formazione dei fanciulli italiani tramite l’analisi quantitativa e qualitativa dei principali libri di lettura editi in Lombardia tra Otto e Novecento. Dopo una panoramica generale sulla produzione editoriale scolastica della realtà italiana, la ricerca fa emergere i contenuti, l’apparato iconografico e la forma linguistica di 65 libri di lettura, adottati a livello nazionale nelle scuole elementari e pubblicati nei decenni postunitari (1871-1923) da case editrici lombarde di notevole rilievo, quali Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini e Vallardi.
The textbook, in its dual aspect of educational support and publishing and social product, is a precious source to reconstruct educational, teaching, cultural and political history from the second half of the eighteenth century to the first decades of the twentieth century. This thesis aims to underline the educational and teaching value of school literature and the role played by school in the education of Italian children through a quantitative and a qualitative analysis of the main reading textbooks published in Lombardy between the nineteenth and the twentyth centuries. After a general overview of the editorial school production of the Italian situation, the research focus on the contents, the iconography and linguistic form of 65 reading textbooks, adopted nationally in the elementary schools and published in the decades after the unification (1871-1923) by important Lombard publishers, such as Agnelli, Risveglio Educativo, Trevisini and Vallardi.
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Guerreschi, Patrizia. "Analisi dei metodi di ottimizzazione unidimensionale nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20657/.

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Abstract:
Nel mio lavoro di tesi prendo in esame alcuni problemi significativi di ottimizzazione unidimensionale, mostrando come, oltre al metodo del calcolo differenziale, esistano altri modi per trovarne la soluzione. I metodi utilizzati sfruttano la proprietà di alcune funzioni come parabole o funzioni goniometriche lineari, oppure si avvalgono di dimostrazioni di geometria sintetica, o ancora utilizzano le disuguaglianze. Questi metodi possono essere usati anche prima del quinto anno di scuola superiore, a differenza del metodo del calcolo differenziale che utilizza la derivata prima, ed eventualmente seconda, e che viene quindi padroneggiato a partire dalla metà del quinto anno scolastico. I problemi presi in esame sono problemi geometrici (ad esempio il problema isoperimetrico, il problema del triangolo di perimetro minimo inscritto in un triangolo acutangolo, il problema della rete stradale, ecc..), problemi trigonometrici, e problemi legati alla fisica (gittata massima, riflessione e rifrazione della luce). Il confronto tra i vari metodi di risoluzione mette in luce come, in alcuni casi, i metodi alternativi siano meno meccanici, più ragionati e più significativi rispetto all'uso delle derivate.
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Kawakami, Mari. "Kobu Bijutsu Gakko: relazioni diplomatiche e rapporti artistici tra Italia e Giappone nella storia della prima scuola statale di belle arti di Tokio (1876-1883)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2001. http://hdl.handle.net/10579/187.

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Cristini, Anna. "Information literacy in biblioteca e a scuola: fare ricerca con i libri di divulgazione scientifica K-12." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423524.

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Abstract:
With reference to the framework of studies on school libraries special attention is given to the concept of information literacy, an educational opportunity that allows each today’s student and tomorrow's citizen to own methodological tools for a correct access to information and knowledge. Starting from a collaboration with the Ministry of Education (M.I.U.R) on the analysis of the projects posted at BiblioRete 21- Una rete di biblioteche scolastiche per le competenze chiave del XXI secolo , it was possible to observe if the dual mission of school libraries was achieved, as originally intended. The two main objectives were: to promote among children the reading of fiction books for pleasure, and to encourage them to carry out more scientific researches thanks to non-fiction books. Nonfiction book is indeed the favorite source of information used in school libraries and schools. Objectives and scope of the research The aim of this research is to identify the features of the nonfiction science children's book and its potential role in information literacy in primary school pupils, teachers and librarians to provide a tool (Strumento di analisi) to assess their quality and potential. The research questions are: what features - in a research information activity - should a nonfiction children's book have for information literacy? What instruments do teachers and librarians have to assess nonfiction books? What indicators should a tool to assess nonfiction children's books have? Methodology and tools The research, mostly qualitative, has been declined, from a methodological perspective, as follows: a. descriptive analysis of some data related to "BiblioRete 21", in order to verify how the school library is used for information research; b. comparative analysis between the different definitions and features of nonfiction children’s books in critical literature in order to prepare a nonfiction children book’s assessment form (Strumento di analisi); c. observation in information research with children (observation, collection audio and video experience, teachers interviews, logbook, analysis paper-pencil). Fieldwork has had essentially an explorative meaning. Both children , and their teachers have participated actively to the research activity, which had a double scope: for children to deal with scientific subjects experiencing a new methodology; for the researchers to discover if those books used for the activity had the essential characteristics to be considered “good books”. Outcomes The analysis of observational research’s data collected during the fieldwork, integrated what emerged from teacher’s interviews, highlighting some key issues that have to be considered while choosing the nonfiction science children book, in regard to contents, images, interaction, and different ways of reading for the development of information literacy. The findings confirm the hypothesis drawn during the realization of the Strumento di analisi. Conclusion This research wants to give a small contribution to form a comprehensive framework concerning the nonfiction science children book critical-methodological-didactic assessment. In the future there will be many ways to implement the results of the analysis carried out through this research. For instance, in relation to the use of nonfiction enhanced e-book, and also in relation with the involvement of publishers in a constructive reflection on the design of nonfiction children books, to conclude with a deployment of the analysis form implemented in the Bibliorete21’s school libraries
Nell’ambito degli studi sulle biblioteche scolastiche particolare attenzione è posta sul concetto di information literacy, opportunità educativa che permette a ciascun allievo di oggi e al cittadino di domani di possedere strumenti metodologici per un corretto accesso alle informazioni e alla conoscenza. Partendo dalla collaborazione col M.I.U.R. nell’analisi dei progetti inviati in occasione di BiblioRete 21- Una rete di biblioteche scolastiche per le competenze chiave del XXI secolo , si è potuto verificare in che misura, almeno nelle intenzioni progettuali, viene assunta nelle biblioteche scolastiche la duplice mission legata alla promozione del piacere di leggere (frequentazione di opere di fiction) e alla promozione della ricerca (frequentazione di opere di non fiction). Fonte privilegiata di informazione usata nelle biblioteche scolastiche e nelle scuole è costituita dalle opere di divulgazione. Obiettivi Scopo della presente ricerca è di individuare le caratteristiche del libro di divulgazione scientifica e il suo potenziale ruolo nella information literacy in alunni di scuola primaria, per offrire ad insegnanti e bibliotecari uno strumento per la valutarne qualità e potenzialità. Le domande di ricerca che emergono sono: quali caratteristiche dovrebbe avere un libro di divulgazione per promuovere l’information literacy, per favorire l’attività di ricerca di informazioni? Che strumenti hanno insegnanti e bibliotecari per valutare i libri di divulgazione? Di quali indicatori si deve avvalere uno strumento atto a valutare i libri di divulgazione? Materiali e metodi Per dare una risposta alle questioni pedagogiche oggetto di questo lavoro, l'approccio metodologico scelto è stato di tipo prevalentemente qualitativo, con l’apporto di diversi strumenti, sia di tipo quantitativo (questionari), sia di tipo qualitativo (interviste semistrutturate, osservazione). La ricerca, da un punto di vista metodologico, è stata declinata nel modo seguente: o analisi descrittiva di alcuni dati relativi a BiblioRete 21, al fine di verificare quanto la biblioteca scolastica è usata per le attività di ricerca di informazioni; o analisi comparativa fra le diverse definizioni e caratteristiche dei libri di divulgazione date in letteratura critica, allo scopo di predisporre uno Strumento di analisi del libro di divulgazione; o osservazione in attività di ricerca di informazioni con i bambini (osservazione e raccolta di registrazioni audio e video dell’intervento con i bambini, interviste agli insegnanti, diario di bordo, analisi carta e matita). L’osservazione sul campo ha avuto prevalentemente una valenza esplorativa. Protagonisti della ricerca, insieme ai loro insegnanti, sono stati i bambini , che sono stati informati del fatto della duplice finalità dell’attività: per loro, affrontare un argomento di scienze secondo una metodologia nuova; per il ricercatore, osservare se i libri utilizzati per l’attività avevano le caratteristiche necessarie per essere dei “buoni libri”. Risultati L’analisi dei dati della ricerca osservativa, integrati con quelli emersi dalle interviste agli insegnanti, ha evidenziato alcuni aspetti fondamentali da tenere in considerazione per la scelta del libro di divulgazione scientifica per ragazzi, in relazione al contenuto, alle immagini, alla possibilità di interazione, alle differenti modalità di lettura per uno sviluppo della information literacy, che vanno a confermare le ipotesi individuate nella costruzione dello Strumento di analisi. Conclusione La presente ricerca ha inteso dare un piccolo contributo nel delineare un quadro complessivo e di valutazione critico-metodologico-didattica sul libro di divulgazione scientifica per ragazzi. Molteplici possono essere, in futuro, le vie di implementazione dell’analisi in relazione, ad esempio, all’uso degli enhanced e-book divulgativi, al coinvolgimento delle case editrici per una riflessione sulla progettazione dei libri di divulgazione, all’uso dello Strumento di analisi nelle biblioteche scolastiche aderenti alla Bibliorete21
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Sanvido, Marta <1990&gt. "Universi della mente, geografie del corpo, logiche del mondo : l'epistemologia delle Cinque Posizioni (goi 五位) nella Scuola Sōtō Zen di epoca premoderna." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15582.

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Abstract:
Il presente elaborato si propone di indagare le strategie e le dinamiche che, durante l’epoca premoderna, hanno condotto la scuola Sōtō Zen ad affermare l’esclusività della pratica delle cinque posizioni (goi 五位) e di conseguenza ad adattare questo insegnamento alle contingenze storico e sociali dell’epoca, rendendolo una chiave di lettura imprescindibile per comprendere l’intricato sviluppo della scuola sino alle riforme avvenute durante il periodo Edo. Gli anni che seguirono la scomparsa del fondatore Dōgen furono caratterizzati da alcuni tratti distintivi che si discostano notevolmente dalle sue iniziali intenzioni: il dominio della trasmissione segreta nella forma di documenti di trasmissione (sōden shiryō 相伝資料), quali i manuali kōan (monsan 門参) e i documenti di iniziazione (kirigami 切紙); l’assimilazione del sapere neoconfuciano, che poco si confaceva alla visione del mondo Zen; l’accettazione di pratiche popolari provenienti dalle aree rurali con l’intento di favorire la diffusione capillare della scuola. La creazione di questo reame simbolico e delle sue pratiche discorsive, porta a chiedersi come e con quali strategie, saperi così eterogenei e distanti siano stati introdotti e comunemente accettati nella visione ontologica e dottrinale delle tante fazioni locali facenti parte della realtà Sōtō. La mia tesi parte dall’assunto che ciò che ha permesso tale assimilazione sia la decontestualizzazione e ricontestualizzazione di una dottrina condivisa ma eteromorfa, le cinque posizioni, le cui tracce si sono propagate e insinuate in ogni aspetto della vita della scuola. Infatti, un’analisi quantitativa e qualitativa dei documenti di trasmissione arrivati fino ad oggi conferma l’estesa diffusione delle cinque posizioni all’interno dei gruppi locali della scuola, nonché il comune interesse verso questo insegnamento assurto al ruolo di matrice epistemica in grado di veicolare l’appropriazione della conoscenza dominante dell’epoca. Medianti quali strategie discorsive, dunque, le cinque posizioni sono divenute lo specchio identitario di ogni singola fazione? In quali termini questo insegnamento è stato modellato per adattarsi a differenti contesti sociali? Qual è il ruolo delle cinque posizioni nella presa di potere della scuola attraverso i secoli? La mia ricerca mira ad indagare le dinamiche soggiacenti l’evoluzione delle cinque posizioni mediante un’analisi comparativa di differenti fonti storiche, con particolare attenzione ai documenti di trasmissione, nell’intento di offrire un nuovo punto di vista sullo sviluppo della scuola Sōtō e della sua interazione con le istanze religiose durante l’epoca premoderna, cercando di superare l’identificazione dominante tra la scuola, il suo fondatore e i principali esponenti. Nonostante la diffusa tendenza ad una visione monolitica dell’universo dottrinale quale realtà immutata e immutabile, la presente indagine mira a rileggere tale universo alla luce dei suoi numerosi piani e della sua natura caleidoscopica eludendo la rigidità tassonomica congenita in cui è di frequente confinato.
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Wang, Zheng. "L’ombra e il sole: un confronto tra la filosofia naturale di Bruno e la Scuola di Wang Yangming." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86229.

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DEBE', ANNA. "MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2994.

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Abstract:
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta.
The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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DEBE', ANNA. "MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2994.

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Abstract:
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta.
The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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LACCA, EMANUELE. "Conoscenza e azione. La teoria delle intentiones nella Escuela de Salamanca (XV‐XVI secolo)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266781.

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Abstract:
The main goal of this work is the reconstruction of the concepts of knowledge and intentionality, as stated by some ‘voces significativae’ of the Escuela de Salamanca, starting from the second part of XV century. We will consider some texts of different scholars belonging to the Order of the Dominicans that, by developing their own theories in the Convent of San Esteban, bring them to fruition and spread in the University of Salamanca. This university is the motor center of the spread of the Iberian culture between the fifteenth and sixteenth century, both in Spain and throughout Europe of the time. This culture, inheriting also the medieval reflections on the theme of knowledge and intentionality, will transpose it and will reach it to full maturity. On this line, the height of the issue will be the Aristotelis Logica Magna of the Dominican Juan Sánchez Sedeño (1552-1615), published in Salamanca in 1600, in which these issues are dealt with in the light of the whole of tradition brought by returning a complete and mature cross to what the Escuela de Salamanca meant by knowledge and theory of intentionality. To achieve full understanding of such insight, the work will be divided into three chapters, each devoted to a particular historical-conceptual stage of the development of these theories. The first chapter will reconstruct some stages of the problem in the Middle Ages. In particular, in this chapter we will consider the theories of Thomas Aquinas, of Hervaeus Natalis and Duns Scotus, among the leaders of the deepening of the theory of knowledge and the formulation of intentiones as instruments for the apprehension. These authors analyze the most significant quaestiones of their works, including, respectively, the Summa Theologica, the Tractatus de secundis intentionibus and commentary on Aristotle's De Anima, in which the three scholars in a widespread manner shall consider modalities of access to the world the man and like the latter may have been aware of and act in it. At first, it will be understood as is a knowledge from the physiological point of view, showing how the theme of intentionality engages in matters related to the operation of the senses and how they allow the intellect to be familiar. Next, it will investigate the importance of the theory of knowledge and intentionality to understand fully human existence in the world. Finally, we will proceed to the analysis of the anthropological structures, individual and social, that allow humans to live fully, thus making possible knowledge and action. In the second chapter, we show how the questions on knowledge and intentionality analyzed in the first chapter are inherited by salmantini scholars, representatives of the homonymous Escuela, kind university in the second half of the fifteenth century, especially with the new directives of the statutes that Pope Martin V gives off to adjust the Spanish operation of the university. Of these scholars, they will be studied Lope de Barrientos, Bartolomé de Las Casas, Melchor Cano and Domingo Báñez, which will resume the medieval tradition, but gives original interpretations to the problem. Barrientos, in Clavis Sapientiae, consider the matter by analyzing the terms cognitio and intentio, declining them with a view to their membership in the theory of knowledge, according to the new interpretative demands on man as a person who knows and acting, fate in Salamanca since the second half of the fifteenth century. Las Casas, in De vocationis unique way up the problem of human knowledge in connection to the Thomistic concept of 'belief', indicating the reasons for which to know is to join the world in order to understand how it can be learned in a analog perspective, neither unequivocal nor equivocal. Cano, in De locis theologicis and the introduction to the Tratado de la victoria de sí mismo, examines the issue of knowledge in connection to land the role of man, he understood as the person fully realizes himself by knowing and acting in the world. Thus, Cano proves deep knowledge of medieval theories and keen observer of those developed in the Council of Trent, in which he took part. Báñez, in the commentary on the Summa Theologica of Thomas, incorporates the theories of medieval tradition and its surroundings cultural and reworks in an original way, having as a result a homogeneous theory that explains the knowledge and intent, taking into account both the logical side of that the volitional problem. In the third chapter, we show you how all the theories of medieval voces and representatives of the Escuela de Salamanca should come to Sánchez Sedeño, which processes in its Aristotelis Logica Magna a 'summa cognitionis et intentionalitatis', analyzing in detail the problem of knowledge according to tradition and, from this, we are creating a personal theory that defines best the previous.
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Pullano, F. "NON NISI AMOR PLENE CAPIAT QUAE SUNT DIVINA.GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY E LA GRAMMATICA DELLA VOLONTÀ." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/359472.

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Abstract:
William of Saint-Thierry takes in an interesting manner the Augustinian theme of man as imago Dei: it is linked to tradition, but in original terms, which are clearly inspired by monastic philosophy and by the new "humanist" reflections of XII century. According to William the need to renew the similarity between God and man, is the growth of love, which leads to a strong identity with God. It seems to go beyond the unity of the Augustinian tripartite structure of the human soul - memory, intelligence and will- to emphasize the importance of the will, wich is the intentio of love and knowledge. The relationship with God is the most important topic of William's thought and the power of love becomes the essential tool of the Itinerarium mentis in Deum, whose aim is to join the only level of reality that gives meaning to the world. Going through the major stages of William's life and analyzing his books, we can see that he is an iconic figure, not only for his philosophical reflection, but also for his role in the debates. He also studies at the cathedral school, he learns how to use dialectic and he is able to compete in a particular way with Abelard and with the masters of Chartres. The monk of Signy understands the need to seek a more rigorous language to speak about divine realities; but he also sees limits and errors: William opposes a different and "proper" use of reason in cognitive process, against the rationalism, that is exaggerated and falsely innovative according to him.
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FARINA, Silvia. "PER UN’IDEA DI DIDATTICA. I MODELLI DELLE GUIDE PER MAESTRI (1955-2011)." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2389410.

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Abstract:
What idea of didactics is conveyed to schools by teacher's guides? What features should the ideal teacher's guide have? These are the fundamental questions driving this whole work; born from the need to ponder, once again, on the world of didactics itself, in relation with Educational Science. Said connection will be looked for, and judged, in the factual dimension of the Italian school, through the analysis of teacher's guides for primary school, published starting from 1939, focusing on the period between 1955 and 2011. The “teacher's guide” tool was chosen due to it being a daily witness of the changes which the teaching-learning strategies have undergone during the various historical and cultural cycles of the Italian school. Such tool is considered in a twofold way: as a reflection of both the historical changes of didactics in the school and the evolution or involution by which it is concerned; and of the idea of didactics actually reaching the schools, idea emerging from said devices. The work starts off with the definition of paradigm and model, it then focuses on the concept of didactics, from a scientific and etymological standpoint, referencing the main classical and contemporary authors; it examines the connection between school and didactics, dwelling on the concept of “educational relationship”, and it offers a consideration on disciplinary didactics. The “teacher's guide” tool is then defined and analyzed, contextualizing the various volumes from an historical and political point of view and specifying the purpose it should fulfil as a means actually useful to teachers, worthy of having a place in the educative context.
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DAZZA, SERENA. "PADRE AGOSTINO GEMELLI DI FRONTE AL PROBLEMA DELLA REPRESSIONE PENALE: UN QUARANTENNIO DI RIFLESSIONI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72216.

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Abstract:
L’elaborato si propone di ricostruire, valorizzando il contesto storico-giuridico coevo, il contributo offerto da Agostino Gemelli allo sviluppo del diritto penale. A tale scopo, la ricerca muove dalla fine dell’Ottocento, seguendo la formazione “positivista” di Edoardo Gemelli presso l’Università di Pavia e, al contempo, le vicende della contemporanea dottrina penalistica, costretta a confrontarsi con le istanze di cambiamento veicolate dall’antropologia criminale e raccolte, in seguito, dalla Scuola positiva di Enrico Ferri. Dalla constatazione dello stallo creatosi, all’inizio del secolo scorso, tra quest’ultima e le forze “della tradizione”, l’indagine prende le mosse per trattare della critica sviluppata da Gemelli circa le teorie dei positivisti, sia sul versante antropologico (i diversi scritti su Cesare Lombroso), sia su quello giuridico (il Parere Gemelli-Battaglini sul Progetto Ferri di codice penale). All’analisi di questa pars destruens, fa seguito una valutazione della pars costruens gemelliana – il programma per un diritto penale cattolico esposto alle Settimane Sociali del 1924 – e della sua corrispondenza con i principi informanti la coeva riforma penale ad opera della Scuola tecnico-giuridica, con un’attenzione particolare alle considerazioni espresse, alla luce della nozione di “personalità del delinquente”, sulle disposizioni del Codice Rocco, sia durante la sua formazione, sia nella sua piena vigenza.
The thesis aims to reconstruct, enhancing the historical-legal context of the time, the contribution of Agostino Gemelli to the development of criminal law. In this respect, the research begins from the end of the nineteenth century, following Gemelli during his “positivist” training at the University of Pavia and, simultaneously, the evolution of coeval criminal law scolarship, committed to face the demands for change initially conveyed by criminal anthropology, and later collected by the Positive School of Enrico Ferri. Moving from the stalemate arisen at the beginning of the last century between the latter and the forces “of tradition”, the investigation deals with Gemelli’s critique of the positivists’ theories, carried out on both the anthropological and the legal field. The analysis of this pars destruens is followed by an evaluation of Gemelli’s pars costruens – the program for a Catholic criminal law presented at the Social Weeks of 1924 – and of its match to the principles informing the criminal law reform developed by the Technical-juridical School. Particular attention is devoted to the considerations expressed by the author, in light of the notion of “personality of the criminal”, on the provisions of the Rocco Code, both during its preparation process and when it came into force.
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PERIN, RAFFAELLA. "Radio Vaticana tra apostolato, propaganda e diplomazia: dalla fondazione alla fine della Seconda guerra mondiale (1931-1945) / Entre apostolat, propagande et diplomatie: Radio Vatican de sa fondation à la fin del al Seconde guerre mondiale (1931-1945). Tesi di Perfezionamento in discipline storiche /Thèse de doctorat d'Histoire moderne et contemporaine. Scuola Normale Superiore, Pisa; Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris. Direttori di tesi Daniele Menozzi, Denis Pelletier. Discussa a Pisa il 6 luglio 2016." Doctoral thesis, -, 2016. http://hdl.handle.net/10278/3676731.

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PERSICO, ALESSANDRO. "ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3159.

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Abstract:
La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione.
The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
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PERSICO, ALESSANDRO. "ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932)." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3159.

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Abstract:
La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione.
The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
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LANDINI, CHIARA. "HUMANITÉS CLASSIQUES E ENSEIGNEMENT SECONDAIRE IN FRANCIA (1802-1902): ASPETTI CUTURALI, STORICI ED ECONOMICI DELLA QUESTIONE DEL SECOLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10812.

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Abstract:
Nel corso dell’Ottocento, in Francia, il principio di formazione, attraverso gli studi classici, delle élite destinate a ricoprire le più alte funzioni professionali assunse una connotazione sempre più anacronistica e il sistema scolastico fu al centro di una serie di accesi dibattiti e tentativi più o meno riusciti di riforma dei metodi di insegnamento e dei contenuti degli studi, che si acuirono soprattutto in seguito alla battaglia di Sedan. Il permanere di una cultura e di un sistema di istruzione immobile e legato alla tradizione umanistica si scontrò violentemente a fine secolo con la democratizzazione della società, il progresso scientifico e lo sviluppo economico e con la corsa alla modernizzazione della cultura. Questo elaborato si propone di ripercorrere i principali aspetti culturali, storici ed economici che scandirono la storia della pedagogia francese, analizzando il lungo ed altalenante percorso di cambiamento delle humanités classiques durante la costituzione dell’istituzione più conservatrice della Francia del XIX secolo: l’enseignement secondaire.
During the nineteenth century in France, the education through classical studies of the elite meant to play the highest professional roles became increasingly anachronistic and the school system was the main target of many debates and reforming processes. These attempts of changing teaching methods and subjects increased even further after the battle of Sedan. At the end of the century, the persistence of a stationary culture and of an educational system linked to the humanistic tradition clashed with the democratisation of the society, the scientific progress and the economic development and also with the rush to modernise this culture. The aim of this research is to trace the main cultural, historical and economic factors that distinguished the history of French education, while analysing the long and various changes of classical humanities during the establishment of French secondary school, which was the more conservative institution of the nineteenth century.
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LANDINI, CHIARA. "HUMANITÉS CLASSIQUES E ENSEIGNEMENT SECONDAIRE IN FRANCIA (1802-1902): ASPETTI CUTURALI, STORICI ED ECONOMICI DELLA QUESTIONE DEL SECOLO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10812.

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Abstract:
Nel corso dell’Ottocento, in Francia, il principio di formazione, attraverso gli studi classici, delle élite destinate a ricoprire le più alte funzioni professionali assunse una connotazione sempre più anacronistica e il sistema scolastico fu al centro di una serie di accesi dibattiti e tentativi più o meno riusciti di riforma dei metodi di insegnamento e dei contenuti degli studi, che si acuirono soprattutto in seguito alla battaglia di Sedan. Il permanere di una cultura e di un sistema di istruzione immobile e legato alla tradizione umanistica si scontrò violentemente a fine secolo con la democratizzazione della società, il progresso scientifico e lo sviluppo economico e con la corsa alla modernizzazione della cultura. Questo elaborato si propone di ripercorrere i principali aspetti culturali, storici ed economici che scandirono la storia della pedagogia francese, analizzando il lungo ed altalenante percorso di cambiamento delle humanités classiques durante la costituzione dell’istituzione più conservatrice della Francia del XIX secolo: l’enseignement secondaire.
During the nineteenth century in France, the education through classical studies of the elite meant to play the highest professional roles became increasingly anachronistic and the school system was the main target of many debates and reforming processes. These attempts of changing teaching methods and subjects increased even further after the battle of Sedan. At the end of the century, the persistence of a stationary culture and of an educational system linked to the humanistic tradition clashed with the democratisation of the society, the scientific progress and the economic development and also with the rush to modernise this culture. The aim of this research is to trace the main cultural, historical and economic factors that distinguished the history of French education, while analysing the long and various changes of classical humanities during the establishment of French secondary school, which was the more conservative institution of the nineteenth century.
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BERGOMI, Alberta (ORCID:0000-0002-8664-9622). ""Prima che partano!" Progetti di alfabetizzazione e scuole per emigranti nell'Italia dell'età liberale (1860-1920)." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77362.

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Abstract:
Oggetto di questa tesi sono le scuole per gli adulti emigranti realizzate in Italia nell’età liberale. Studiarle significa riportare alla luce una documentazione finora trascurata: atti delle amministrazioni comunali, documenti ministeriali, opuscoli e articoli di maestri, pedagogisti e politici. Condotta su materiale archivistico e bibliografico di prima mano, la ricerca rivela la presenza di una vasta rete di percorsi formativi per gli emigranti, promossi da varie istituzioni (Commissariato dell’emigrazione, Ministero della pubblica istruzione e Società Umanitaria) a partire dall’età giolittiana in poi, fino agli anni Venti. Di questo sistema di educazione e istruzione, diffuso nelle aree a maggiore tasso emigratorio, sono stati messi in luce il quadro normativo e l’orientamento pedagogico e didattico, che, come si è cercato di dimostrare, erano in relazione con le prospettive culturali e politiche del tempo.
The subject of this thesis is the schools for emigrant adults created in Italy during the liberal era. Studying them entails bringing back to light documentation overlooked until now: acts of municipal administrations, ministerial documents, in addition to brochures and articles written by teachers, educators and politicians. Conducted using first-hand archival and library materials, the research reveals the presence of a vast network of educational courses for emigrants promoted by various institutions (the Emigration Commission, the Ministry of Public Instruction, and Humanitarian Organizations) from the Giolittian era onward until the 1920s. This system of education and instruction, pervasive in areas with high rates of emigration, highlights the regulatory framework and the pedagogical and educational orientation, which, as we have endeavored to show, were related to the cultural and political perspectives of the time.
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SPAMPANI, GIACOMO. "Storia e cultura materiale della scuola elementare tra Otto e Novecento." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1143302.

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Abstract:
La tesi, dal titolo Storia e cultura materiale della scuola elementare italiana fra Otto e Novecento, strutturata in quattro capitoli, affronta l’evoluzione delle dotazioni scolastiche in senso diacronico, con l’obiettivo di portare alla luce, oltre la strumentazione adottata nelle aule scolastiche fra Otto e Novecento, la filosofia sottostante all’utilizzo delle “cose” di scuola. Tale filosofia nel corso della tesi è stata definita cosmologia scolastica in riferimento agli studi condotti sulla cosmologia domestica in campo antropologico. Il primo capitolo, infatti, passa in rassegna gli studi sulla cultura materiale scolastica e non, giungendo alla conclusione che gli oggetti, adeguatamente indagati, sono rivelatori importanti per rileggere la storia dell’educazione in chiave materialistica. La cosmologia scolastica divine, quindi, non solo il principio ispiratore dello scritto, ma lo stesso metodo interpretativo delle fonti raccolte. Il modello interpretativo scelto, per essere adeguamento supportato, ha necessariamente bisogno, oltre che dell’oggetto di cui si tratta, di un corpo variegato di fonti. La questione metodologica è affrontata nel secondo capitolo, nel quale viene enunciato l’utilizzo di fonti scritte, con particolare riferimento ai cataloghi del materiale scolastico, a fonti normative e riviste pedagogiche appartenenti ai differenti periodi, fonti iconografiche e, infine, fonti orali a supporto dell’ultimo trentennio preso in analisi. Il terzo e quarto capitolo costituiscono il confronto con i dati emersi dall’analisi delle differenti fonti a partire dalla nascita del Regno d’Italia sino agli anni Ottanta/Novanta del precedente secolo. La periodizzazione che emerge dallo scritto può essere brevemente sintetizzata come segue: A) Da stanze a aule: il difficile esordio dei materiali scolastici, in cui si delinea la nascita delle dotazioni scolastiche in un clima di povertà materiale e culturale che impedisce la concezione dell’aula scolastica così come la si intenderebbe oggi; B) Caratteristiche e effetti delle prime produzioni industriali, in cui l’aumento della scolarizzazione è direttamente connesso con la nascita del mercato scolastico: C) Igiene e formazione: gli oggetti per la salute, ovvero il rapporto tra la questione igienica e la nascita della scolarizzazione di massa; D) Educazione e propaganda: gli oggetti al centro del dispositivo, quindi l’influenza del regime fascista sulla struttura e l’organizzazione dell’aula scolastica; F) Sussidi e arredi tra educazione e scarto, in cui si prende in analisi il processo di epurazione sotto il profilo della materialità scolastica e, infine, l’ultimo periodo preso in analisi G) Standardizzaizone e esigenze formative: la didattica degli oggetti, la voce degli intervistati prende forma in un discorso organico e finalizzato a sottolineare la trasformazione delle dotazioni scolastiche nell’ottica della funzionalità di tale strumentazione, da un lato, e nella maggiore consapevolezza del corpo docente, dall’altro.
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ROMBI, MILENA. "LA CONOSCENZA DELLA STORIA DEL NOVECENTO IN USCITA DALLA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918461.

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Abstract:
SAPIENZA - UNIVERSITÀ DI ROMA DOTTORATO CONSORTILE IN PEDAGOGIA SPERIMENTALE – XXIV CICLO Presentazione della tesi di dottorato di MILENA ROMBI La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado. Un’indagine empirica sui livelli di conoscenza, rappresentazioni ed esperienze didattiche degli studenti neo-diplomati dell’Università “Sapienza” Il nodo problematico da cui muove la ricerca è dato dalla percezione dell’esistenza di un vuoto di conoscenza a conclusione del ciclo di studi secondario superiore in ordine alla storia contemporanea, segnatamente di quella relativa alla seconda metà del Novecento. Vuoto di conoscenza che viene denunciato come particolarmente diffuso nonostante il mirato – e ormai non più recente – intervento legislativo con cui sono stati riformati i programmi al fine di “sancire il principio dell’inderogabilità di uno studio adeguato e approfondito della storia del XX secolo sino ai nostri giorni” (Decreto Ministero della Pubblica Istruzione n. 682, 4 novembre 1996). L’esperienza maturata, come docente, nel campo specifico dell’insegnamento della storia nelle classi terminali delle scuole superiori, implementata dal confronto con numerosi storici contemporaneisti e dall’acquisizione degli esiti di sondaggi recenti sul rapporto dei giovani con l’apprendimento storico, è stata determinante nella messa a fuoco del problema. In particolare, ha consentito di rilevare e approfondire una palese contraddizione: da una parte è ampiamente riconosciuto il contributo che la storia più recente arreca ai fini della comprensione delle “radici del presente”, all’acquisizione di fondamentali competenze di cittadinanza attiva, all’orientamento critico nella complessità del reale; dall’altra si riscontra una diffusa disattenzione alla traduzione di queste finalità in concrete pratiche didattiche, che lascia evaso un bisogno di formazione sulla storia contemporanea non solo chiaramente esplicitato dalla normativa vigente, ma anche particolarmente avvertito dagli stessi studenti. In considerazione del quadro problematico così delineato, la ricerca si prefigge di raccogliere elementi conoscitivi utili a delineare lo stato attuale dell’apprendimento della storia del Novecento al termine della scuola secondaria di II grado, fornendo un primo contributo alla ricognizione dell’esistente in un ambito disciplinare non ancora sottoposto a rilevazione empirica. Per il raggiungimento di questa finalità sono stati definiti i seguenti obiettivi di ricerca: • misurare i livelli di conoscenza della storia del Novecento raggiunti dagli studenti a conclusione della scuola secondaria di II grado; • identificare le variabili di sfondo individuali e i fattori di contesto scolastico che esercitano maggiore influenza sulle prestazioni degli studenti; • rilevare gli interessi, i punti di vista, le rappresentazioni degli studenti sulla storia del Novecento, con particolare attenzione alle fonti utilizzate per il suo apprendimento; • acquisire le dichiarazioni degli studenti in merito alla qualità dell’offerta formativa e all’esperienza maturata nell’apprendimento scolastico della storia contemporanea. Il lavoro di ricerca si è articolato in due fasi distinte, benchè tra loro strettamente connesse. La prima fase, relativa all’indagine di sfondo, ha avuto come oggetto lo statuto epistemico della storia contemporanea, esplorato sia sul piano teorico che su quello pratico lungo i seguenti assi: 1. excursus storico-critico dei programmi di storia contemporanea emanati in Italia dall’Unità a oggi; 2. analisi dei curricoli di storia vigenti in cinque tra i più importanti Paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Paesi Bassi); 3. disamina degli esiti delle principali indagini osservative condotte sull’insegnamento/apprendimento della storia negli ultimi decenni, in Italia e all’estero. Il quadro teorico di riferimento è stato ricostruito attraverso un’accurata rassegna bibliografica, che ha incluso anche documenti informali, quali articoli di giornale e dossier pubblicati in alcuni siti web sulla storia contemporanea. La seconda fase ha riguardato l’indagine empirica, il cui piano di sviluppo (ipotesi, campione, strumenti, metodologia, risultati) è illustrato all’interno della tesi in modo dettagliato, senza omettere i nodi problematici incontrati in itinere e le soluzioni di volta in volta adottate. Per il raggiungimento degli obiettivi di ricerca sono stati messi a punto i seguenti strumenti di rilevazione: • una prova oggettiva di profitto sulle rilevanze storiche del XX secolo, alla cui definizione ha concorso un panel di storici contemporaneisti e l’analisi comparativa dei 14 manuali di storia contemporanea più adottati nelle scuole superiori italiane. Tale prova è stata articolata in due parti simmetriche, relative rispettivamente alla prima e alla seconda metà del Novecento; • un questionario studenti, volto alla rilevazione di un’articolata gamma di variabili individuali, di contesto e di processo da correlare agli esiti di apprendimento e da analizzare per descrivere le linee di tendenza delle preferenze e delle esperienze didattiche maturate dagli studenti nell’apprendimento della storia contemporanea. Le dimensioni indagate dalla prova di profitto riguardano le conoscenze dichiarative sulla storia del Novecento, misurate attraverso 30 domande a scelta multipla semplice, 4 cloze test mirati, 8 tabelle cronologiche, mentre nel questionario le caratteristiche degli studenti e le variabili di sfondo (personali, motivazionali e scolastiche) sono state sondate attraverso 50 domande, prevalentemente strutturate. Gli strumenti, costruiti e validati attraverso procedure di analisi di tipo statistico, sono stati somministrati a un campione di giudizio non probabilistico costituito da 793 studenti frequentanti nove Facoltà o Corsi di laurea della Università “Sapienza”, di cui 621 matricole diplomate nell’Esame di Stato 2010, in larghissima misura provenienti da indirizzi liceali. I risultati della ricerca hanno posto in luce un ampio deficit di conoscenza in relazione alle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento: il numero di risposte sbagliate ammonta infatti al 57,3% del totale, con un tasso di omissioni molto elevato (15,7%). Di contro, gli studenti mostrano di possedere un bagaglio cognitivo più adeguato sugli eventi relativi alla prima metà del secolo (41,1% di risposte errate; 8,3% di risposte omesse). Questi esiti sono coerenti con quanto dichiarato dagli studenti in ordine al programma svolto nella classe terminale delle Superiori: sulla base dei dati raccolti, il 52% non ha studiato a scuola gli eventi storici successivi all’inizio della Guerra fredda, mentre oltre l’80% ha iniziato il programma con argomenti antecedenti la storia del XX secolo. Si può dunque affermare che la normativa scolastica, che prevede di riservare esclusivamente al Novecento l’insegnamento della storia nell’ultimo anno delle scuole superiori, risulta ancora ampiamente disattesa. I risultati della prova di profitto appaiono ancor più deludenti se posti in relazione ad alcune importanti caratteristiche del campione di ricerca rilevate attraverso il questionario, quali l’elevata provenienza socio-economica e la positività del profilo in uscita dalle scuole superiori: la votazione media conseguita agli Esami di Stato risulta superiore di quasi 14 punti al voto medio nazionale e, oltre ad essere positivamente correlata al profitto, si mostra capace di spiegare da sola circa il 34% della varianza dei punteggi. In controtendenza alla tradizionale superiorità femminile in prove concernenti materie umanistiche, la ricerca ha evidenziato una significativa differenza nei risultati di apprendimento a favore degli studenti maschi e l’esistenza di un notevole gap nelle prestazioni a vantaggio di quelli provenienti dal liceo classico. Tra le variabili risultate maggiormente esplicative degli esiti di apprendimento figurano la spiccata preferenza accordata dagli studenti al Novecento rispetto ad altre epoche storiche, l’alto consenso dato alla presenza della storia contemporanea tra le materie curricolari obbligatorie, l’utilizzo di fonti di apprendimento di tipo non scolastico, l’importanza assegnata alla storia del pensiero e della cultura, l’adozione da parte degli insegnanti di metodologie didattiche innovative, quali la considerazione in classe di diverse interpretazioni storiografiche e la scelta di presentare gli eventi storici muovendo dalle problematiche del presente. A completamento e chiusura della tesi sono state riportate le riflessioni sui risultati della ricerca sviluppate da alcuni esponenti di rilievo del sistema d’istruzione italiano e straniero, intervistati per il ruolo svolto in qualità di decisori politici (Berlinguer e Favini) o per quello di esperti nello specifico settore disciplinare dell’insegnamento/apprendimento della storia (Sabbatucci, Cajani, Kurstjens).
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LUCIA, PACIARONI. "TESTIMONIANZE SULLA SCUOLA NEL TERRITORIO MARCHIGIANO IN ETÀ CONTEMPORANEA. L’archivio delle fonti orali come patrimonio storico e come strumento per la didattica della storia nella scuola primaria." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11393/264822.

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Abstract:
La presente ricerca intende dimostrare le ampie potenzialità euristiche delle fonti orali nell’ambito storico-educativo attraverso la raccolta e l’analisi di un significativo campione di testimonianze di ex-maestri e maestre e di ex-alunni ed alunne sulla storia della scuola nel territorio marchigiano in età contemporanea. Seppur l’utilizzo delle fonti orali sia oggi ampiamente accettata dalla storiografia educativa, i pochi studi intrapresi nello specifico ambito della storia dell’educazione sull’uso di tali risorse dimostrano che si tratta di un territorio ancora largamente inesplorato. Sono state intervistate 52 persone che hanno frequentato le scuole elementari, quindi ex-alunni e alunne ed ex- maestri e maestre, sottoponendo ad esse un questionario per indagare sulle reali pratiche didattiche ed educative svolte all’interno dell’aula scolastica, ma anche sulla cultura materiale della scuola e sui costumi educativi in atto, principalmente tra gli anni Trenta e Settanta del Novecento. Nel primo capitolo di questo lavoro, dopo aver presentato una rassegna delle più recenti tendenze storiografiche in ambito storico-educativo e degli studi più recenti e accreditati dedicati alla metodologia di raccolta e di analisi delle fonti orali in Italia, tenendo conto delle numerose problematiche metodologiche insite nella raccolta delle fonti orali, sono state illustrate le prime ricerche italiane avviate in questi anni, le quali hanno rappresentato un imprescindibile punto di riferimento in questa indagine. Il secondo capitolo è dedicato ai risultati della raccolta delle testimonianze, con particolare attenzione alla metodologia di lavoro e alle principali tematiche emerse dalle interviste, le quali hanno evidenziato l’importanza delle fonti orali nella ricerca storico-educativa per conoscere costumi educativi e pratiche didattiche e disciplinari in uso nelle aule scolastiche. Sono state estrapolate dalle interviste le dichiarazioni più significative e sono state analizzate, riservando maggiore considerazione a quegli aspetti della vita scolastica che emergono principalmente attraverso una testimonianza orale, restituendo un quadro assai meno monolitico della scuola elementare marchigiana studiata da un punto di vista eminentemente storico-istituzionale. Infine, nel terzo capitolo, oltre alla presentazione di alcune iniziative di public history in occasione delle quali sono stati illustrati i primi risultati della ricerca e che hanno permesso di avviare un costruttivo confronto con la società, è stata spiegata la fase di ideazione, progettazione e realizzazione di un laboratorio rivolto alle scuole primarie sul tema delle fonti orali, in collaborazione con la commissione didattica del Museo della scuola «Paolo e Ornella Ricca» dell’Università di Macerata. Si tratta di un laboratorio che non solo ha dimostrato in che modo il patrimonio immateriale della scuola possa diventare uno strumento per la didattica della storia nella scuola, ma ha permesso agli studenti e alle studentesse di acquisire una serie di competenze trasversali in ambito multimediale e giornalistico. La presente ricerca ha quindi inteso dimostrare che le fonti orali rappresentano un’importante risorsa per affrontare le nuove sfide euristiche della storiografia educativa. Attraverso le vive voci dei protagonisti della scuola del passato è infatti possibile tentare di indagare quale fosse la «scuola reale» dietro quella «legale» studiata attraverso la manualistica, la stampa pedagogica e la legislazione e ricostruire una nuova storia della didattica e delle reali pratiche educative svolte in classe.
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Corona, Paolo. "Diritto del popolo e diritto dei giuristi. Progetti e percorsi della Scuola Storica." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1238690.

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Abstract:
Lo studio prende in esame la vicenda della Scuola Storica del diritto, con speciale riguardo al progetto scientifico attorno al quale essa si riunisce ed ai percorsi lungo cui le compagini ad essa interne, quella romanista e quella germanista, lo sospingono nella prima metà dell'Ottocento. Particolare attenzione viene dedicata agli influssi e ai risvolti culturali della vicenda trattata.
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PELILLI, Emanuele Edilio. "Scissioni. Alienazione e reificazione come categorie strutturali della tradizione critica francofortese e del marxismo occidentale." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1351552.

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Abstract:
“There are no easy ways to map the rugged and shifting terrain of the intellectual territory known as Western Marxism”, così inizia il fondamentale lavoro di Martin Jay dal titolo Marxism and Totality: the Adventure of a Concept from Lukács to Habermas, e così dovrebbe iniziare ogni lavoro sul “marxismo occidentale” e le sue torsioni. Quello che si proverà in queste pagine sarà infatti una mappatura di un terreno scivoloso e instabile, una schematizzazione di un materiale incandescente restio ad ogni astrazione e riduzione a denominatori comuni. Lavoro reso ancora più complicato dal condividere la convinzione con molti degli autori qui presi in considerazione di non poter ridurre all’identità la non-identità, ma di lasciarla esprimere in tutte le sue sfumature qualitative e livelli di significato. E questa mappatura del marxismo occidentale verrà condotta nelle pagine seguenti attraverso la prospettiva e il punto di vista di due categorie fondamentali di questa corrente di pensiero, vale a dire la reificazione e l’alienazione. Le categorie di alienazione e reificazione svolgono un ruolo strutturale all’interno della cosiddetta teoria critica francofortese e più in generale nel marxismo occidentale, e una loro analisi permette non solo di delineare gli sforzi teorici degli autori della teoria critica nel tematizzare e contrastare determinate patologie sociali del ‘900, ma consente anche di delineare la storia stessa della Scuola di Francoforte, con tutte le sue continuità e fratture, torsioni e ripetizioni. In un certo senso, dunque, avere a che fare con le problematiche della reificazione e dell’alienazione vuol dire ottenere un punto di vista privilegiato da cui osservare, al tempo stesso, da una parte la storia intera della teoria critica, e dall’altra i mutamenti del mondo sociale a cui i pensatori francofortesi si riferiscono criticamente. Convinzione di questo lavoro sarà infatti il considerare queste categorie come espressioni del mondo che si trovano da una parte ad analizzare, e dall’altra a criticare. Così come la situazione storica muta continuamente, allo stesso modo queste categorie cercheranno di rispondere alle diverse problematiche delle trasformazioni che il capitalismo porta con sé. La storicità di queste categorie, è la storicità del mondo in movimento che si trovano a fronteggiare. Il livello espressivo di queste categorie permetterà dunque un’interpretazione “fisiognomica” delle trasformazioni del tipo di società in cui ci troviamo a vivere.
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DE, CESARIS FABRIZIO. "Tesi di dottorato in Storia delle scienze e delle tecniche costruttive VI ciclo: Alessandro Antonelli strutturista, costruttore, restauratore. L'ultimo architetto romantico nell'età del positivismo e della nascita della moderna ingegneria edile." Doctoral thesis, 1994. http://hdl.handle.net/11573/407921.

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Abstract:
La figura e l’opera di Alessandro Antonelli si possono considerare al margine delle aree di influenza che attualmente si riconoscono all’architetto ed all’ingegnere. Storicamente si inquadrano in una epoca in cui sta emergendo la figura dell’ingegnere quale tecnico addetto alla risoluzione delle problematiche relative al controllo della produzione, tra cui quella edilizia. Anche in Italia, soprattutto dopo la ventata innovativa del periodo napoleonico, questa figura, espressione di una certa cultura francese e dell’Ecole des Ponts et Chaussées, si affermerà rapidamente estendendo la sua sfera d’azione dapprima alle opere edilizie di particolare impegno e pubblica funzionalità per poi controllare anche le opere di ordinaria utilità. Con ciò viene ad essere relegato ad un ruolo secondario l’impegno dell’architetto. Quest’ultimo si trova di fronte a due possibili alternative: arroccarsi nell’ambito delle accademie, limitandosi al controllo degli aspetti formali della costruzione, oppure scendere in lizza coll’ingegnere per mantenere il ruolo di capo dei costruttori che gli era ormai proprio da alcuni secoli. Antonelli non ha dubbi: il suo ruolo positivo nella società in progresso deve estrinsecarsi in una attività direttamente produttiva che ponga a frutto le risorse del suo paese. Egli però non intende agire con le stesse metodologie dell’ingegnere ovvero non adotta il calcolo quale elemento di valutazione ma, nell’ambito della tradizione costruttiva muraria, assume l’empiria del cantiere ed il proporzionamento classico quali guide per la sua progettazione. Antonelli non rinuncerà per questo agli aspetti formali della progettazione, anzi la sua opera è precisamente definibile nell’alveo dell’architettura neoclassica anche se l’istanza strutturale delle sue opere, di eccezionale importanza rispetto a quelle coeve di altri architetti, impone dapprima modifiche all’ordine canonico e poi, gradualmente, fin quasi il suo abbandono per proporzioni sempre meno classiche e più influenzate dalla funzione strutturale. A cavallo tra i due schieramenti, Egli non avrà mai il consenso pieno degli ingegneri, perché alieno dal loro modo di intendere la progettazione strutturale attraverso l’approccio numerico, né l’approvazione degli architetti per la “bizzarria” delle sue opere che non rientrano nei canoni tradizionali. Antonelli prosegue però per il suo cammino, verso una costruzione razionale ed economica, con un atteggiamento di combattente solitario e coraggioso tipico dello spirito positivo e romantico che pervade l’epoca. La sua è un’attività intensissima che gli consente di produrre numerosi edifici e un notevole corpus di progetti. Con questa ampia produzione Antonelli ha modo di distillare, dall’esperienza diretta, dallo studio delle costruzioni antiche e attraverso le moderne suggestioni delle strutture metalliche, un metodo costruttivo che si pone al livello di quello romanico-gotico. Le costruzioni eccezionali di Antonelli possono forse solo attribuirsi alla genialità del personaggio e considerarsi frutto singolare di una particolare coincidenza di intenti e possibilità. Ma oltre ad esse Antonelli produce una metodologia costruttiva ed un approccio alla struttura che sono perfettamente ripetibili. Tant’è che furono immediatamente replicate dai suoi allievi . Certo non per edifici di tanto ardimento costruttivo quali la Mole o la cupola di San Gaudenzio, ma in edifici economici, per quel tempo, arditi anch’essi eppure saldi visto che ancor oggi permangono in perfetta funzione. L’eccezionalità delle opere maggiori fu dunque la sperimentazione necessaria per la maturazione di una procedura adottabile con successo ed economia nelle costruzioni ordinarie. Ma al di là di una possibile attualità per questa tecnologia, verificabile peraltro se la si considera quale particolare tipo di muratura armata, l’argomento proposto sembra comunque di particolare interesse nell’ambito di studi sulla conservazione dei monumenti. Uno specifico contributo attiene alla storia delle tecniche costruttive ma, oltre all’aspetto storico, costruttivo ed a quello strutturale delle costruzioni originarie, sembra pertinente anche un ulteriore ambito di interesse legato al loro restauro strutturale, per chiarire sia la possibilità di intervento così come la intese Antonelli stesso sia le modalità con cui fu realizzato sulle sue opere dopo la morte dell’Architetto. L’arditezza delle costruzioni eccezionali ed il collasso di una di esse fece sì che i dubbi sempre vivi sulle stabilità di questi edifici si materializzassero in interventi di restauro statico. Dallo studio di queste diverse posizioni è forse possibile desumere una attuale possibilità di intervento strutturale che viene peraltro indagata con analisi numeriche.
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D'Abate, Sara. "Traduttori e interpreti della classicità. Francesco Fariello, Saverio Muratori, Ludovico Quaroni (1928-1940)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11589/161561.

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Abstract:
La tesi indaga l'esperienza del gruppo composto da Francesco Fariello, Saverio Muratori e Ludovico Quaroni, attivo dal 1934 al 1940 a Roma. Nel loro seppur breve ma intenso periodo di collaborazione presero parte ai più importanti concorsi di architettura nazionali e parteciparono al vivace dibattito degli anni Trenta attraverso una proficua attività editoriale sulle principali riviste di architettura e non. Nei loro progetti attraversarono linguaggi diversi, aderendo in un primo momento a un'originale modernità, che prendeva a modello riferimenti osservati principalmente sulle riviste straniere, per piegare infine verso una espressione architettonica che guardava alla classicità come bacino di una nuova grammatica del costruire. Incarnarono a pieno la complessità della cultura architettonica italiana durante gli ultimi anni del ventennio fascista, approdando, nella conclusione della loro attività collaborativa, alla progettazione dell'Esposizione universale del 1942. I progetti proposti per i concorsi del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi e per la Piazza Imperiale e gli edifici prospicienti appaiono oggi -e tali apparirono anche allora- in contraddizione con i primi lavori. Questa svolta, oltre a rappresentare un generale diffuso arresto dell'architettura moderna in Italia, a causa, come noto, del nuovo carattere imperiale atteso da Benito Mussolini dopo la conquista d'Etiopia e della politica autarchica che restringeva di fatto la possibilità di usare materiali come ferro e vetro, fu anche dettata da un progressivo avvicinamento dei tre giovani a Marcello Piacentini. Un capitolo della tesi è dedicato alla descrizione del loro rapporto, a partire dall'intensa partecipazione di Fariello e Muratori alla redazione di «Architettura» fino alla collaborazione professionale di Quaroni con Piacentini nei progetti allestitivi delle edizioni della Triennale di Milano del 1936 e del 1940. L'esame puntuale dei numerosi disegni di studio inediti dei tre architetti per i progetti dell'E42, rinvenuti nel fondo personale di Quaroni conservato presso l'Associazione archivio storico Olivetti, mette in luce il tentativo di costruire una propria peculiare identità classica sulla base dello studio di edifici provenienti da un vasto repertorio, italiano e straniero, antico e contemporaneo. Ciò dimostra che la loro esperienza dell'E42 non fu orientata esclusivamente verso i modelli del neoclassicismo scandinavo, così come la letteratura precedente ha sostenuto a partire dalla monografia di Manfredo Tafuri su Quaroni del 1964, ma su un ampio spettro di riferimenti progettuali ispirati, come essi stessi scrissero nella relazione di concorso del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, alle «buone architetture classiche di tutti i tempi», sulla linea di una cultura progettuale appresa pochi anni prima alla Scuola superiore di Architettura di Roma. Fu la Scuola infatti, e in particolare i corsi biennali di Storia e stili dell'architettura di Vincenzo Fasolo e di Disegno architettonico ed elementi di composizione di Enrico Del Debbio, a educare gli architetti a un metodo operativo che coglieva dalla storia schemi spaziali e regole compositive, necessari a istruire il progetto del nuovo. La seconda guerra mondiale interruppe sia il cantiere dell'Esposizione universale, sia la loro collaborazione, probabilmente in crisi già dal 1938. L'esperienza di questi anni si dissolse in tre carriere distinte, che seppur gravitanti tutte tra le aule della Facoltà di architettura di Roma, intrapresero cammini, metodologicamente e disciplinarmente, lontani. Una eco di queste vicende però rimase, soprattutto in Muratori e in Quaroni, nella capacità di saper tradurre e interpretare la lezione della storia. Nel primo attraverso la codificazione di una “storia operante”; nel secondo attraverso la formazione di uno sguardo capace di cogliere, tanto in testi come Immagine di Roma del 1969 che in progetti come l'ampliamento del Teatro dell'Opera di Roma, una storia di Roma e della romanità, costantemente presente e connotante la sua architettura e i suoi abitanti.
The thesis investigates the experience of Francesco Fariello, Saverio Muratori and Ludovico Quaroni, a Rome-based architectural team, that worked together from 1934 to 1940. During their brief but intense partnership, they took part in the most important Italian competitions and they were actively involved in the heated architectural debate in the Thirties, as they wrote for the main architecture magazines and newspapers. In their projects, they experimented different languages. At first, they endorsed an original modernity, inspired by models mostly observed in foreign magazines, and later they started to look at classicism as a renewed source of architectural shapes. During the fascism's last years, they fully embodied the complexity of Italian architectural culture, participating in the late Thirties, as a lot of their peers, in the planning of the Esposizione Universale di Roma 1942 (E42). The projects proposed for Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi and for Piazza Imperiale and its facing buildings appear to be - both now and then - contradictory to their first works. The stylistic turning point, as known, reflects a more general step back of modern architecture in Italy, due to the new imperial and monumental character expected by Benito Mussolini after the Italo-Ethiopian War and to the autarchic policy, which restricted the use of materials such as steel and glass, but it also depended on the closeness of the three young architects to Marcello Piacentini. One of the thesis' chapter deals with their relationship, starting from the participation of Fariello and Muratori in the editorial staff of «Architettura» to the collaboration between Quaroni and Piacentini in the set-up of several expositions in the two editions of Triennale di Milano of 1936 and 1940. The analysis of many unpublished drawings realized by the three architects for E42 projects, preserved in Quaroni's archive held by Associazione Archivio storico Olivetti, shows the attempt to build their own classic identity, founded on the study of a large collection of buildings, both Italian and foreign, and both ancient and contemporary. This is the proof that E42 projects were not exclusively influenced by the Scandinavian classicism, as claimed first by Manfredo Tafuri in his monograph research about Quaroni in 1964 and taken for granted by the subsequent literature, but they were rather inspired by a broad spectrum of design references, taken from «the classic architecture of all time», as they wrote on the report for Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi's competition. The thesis ascribes this design method to the legacy of the Scuola superiore di Architettura di Roma, which they attended between 1928 and 1934. In fact, the School, and especially the two-year courses Storia e stili dell'architettura and Disegno architettonico ed elementi di composizione, respectively held by Vincenzo Fasolo and Enrico Del Debbio, taught the students to search in the entire history of architecture spatial schemes and design rules to abstract and propose again in contemporary projects. Second World War interrupted both the construction of the Esposizione Universale di Roma and their partnership, which had probably been in crisis since 1938. Their collaboration dissolved in three different careers, and even though they became all academics at the Faculty of Architecture of the University of Rome, they undertook very distant paths from each other, both for the subjects taught and for the method proposed. An echo of this collaborative experience remains, especially in Muratori and Quaroni, in the ability to interpret the lesson of the past: the former through the formulation of the theory of “storia operante”; the latter through the development of a gaze able to seize and report, in books as Immagine di Roma and in projects as Teatro dell'Opera's extension, the Roman history and spirit, which have always been present in its architecture and in its people.
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