Academic literature on the topic 'STORIA DELLA MAFIA'

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Journal articles on the topic "STORIA DELLA MAFIA"

1

Guerra, Francesco. "Per una storia italiana del tempo presente: gli appalti, la mafia e il potere supplente della magistratura." Revista de Italianística, no. 39 (December 30, 2019): 68–77. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i39p68-77.

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Abstract:
Il presente lavoro è un tentativo di ricostruire una delle pagine più nere della storia italiana recente, quella che si riferisce al periodo delle ‘stragi di mafia’ (1992-1993), proponendo un’interpretazione non convenzionale, in termini di lettura degli eventi e dal punto di vista più propriamente storiografico. In particolare, a partire da una delle ultime indagini coordinate da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, l’autore ha cercato di mostrare, soprattutto alla data della morte dei due magistrati, il collegamento tra sistema di gestione degli appalti, mafia e, entro una cornice prospettica, potere ‘supplente’ della magistratura.
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2

Fournier-Finocchiaro, Laura. "John Dickie, Cosa nostra. Storia della mafia siciliana." Laboratoire italien, no. 7 (November 1, 2007): 238–40. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.156.

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3

Rodríguez Vargas, Hernán. "Marcello Ravveduto. Lo spettacolo della mafia, storia di un immaginario tra realtà e finzione." Anuario Colombiano de Historia Social y de la Cultura 48, no. 2 (June 11, 2021): 484–88. http://dx.doi.org/10.15446/achsc.v48n2.95674.

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Abstract:
Uno de los imaginarios más importantes, en lo que refiere a su alcance, impacto y continua presencia desde la década de 1960 hasta lo que va del presente siglo, es el imaginario acerca de la mafia y su extensión en el imaginario acerca del narcotráfico en el mundo. El trabajo del profesor Ravveduto consiste en demostrar cómo la historia de la mafia italiana es también la historia de su devenir espectáculo, marca e, incluso, estilo de vida. La historia de las mafias italianas hace parte de un típico caso de Public History, es decir, de una historia en contacto directo con la evolución de la mentalidad, producida gracias al uso de los mass media, en la configuración de un gran sistema narrativo y perceptivo, mediante el cual se transmiten valores, símbolos, íconos, estereotipos y, sobre todo, mitos del —y en el— mundo contemporáneo.
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4

Violante, Luciano. "INTRODUZIONE." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.233.

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Abstract:
La storia delle istituzioni repubblicane è caratterizzata da profonde fratture, a partire dalla nascita della Repubblica. Il regime democratico nasce e si afferma sulla base di tre radicali discontinuità. La prima fu la guerra di Liberazione dal nazismo e dal fascismo che fu anche guerra tra italiani. La seconda fu il referendum tra monarchia e repubblica, che mise fine alla dinastia sabauda. La terza frattura nacque dalla prima decisione della Corte Costituzionale, che, respingendo le istanze dell’Avvocatura dello Stato, intervenuta in difesa dell’art.113 TULPS, affermò la propria competenza a giudicare della conformità alla Costituzione di tutte le leggi, comprese quelle precedenti alla sua istituzione, riconfermando la felice frattura tra fascismo e Repubblica. Negli anni successivi, il paese è stato colpito da undici stragi politiche, due opposti terrorismi con 460 uccisi in quindici anni (1969-1984), due stragi di mafia, tre tentativi di rovesciamento violento del governo, l’omicidio di un uomo di Stato, di 24 magistrati e di 11 giornalisti. A queste tragedie possono aggiungersi l’autodistruzione di una classe politica dirigente incapace di assumersi le proprie responsabilità in seguito alle vicende di Tangentopoli, il processo di crescente denigrazione [Continua]
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5

Fioretti, Fabrizio. "Il termine "mafia"." Tabula : periodicus Facultatis philosophicae Polensis; rivista della Facoltà di lettere e filosofia; Journal od the Faculty of Humanities No. 9 (2011): 64–77. http://dx.doi.org/10.32728/tab.09.2011.4.

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Abstract:
Data la confusione venutasi a creare nel corso della storia passata e recente, si propone uno studio incentrato sulla questione relativa al termine "mafia". Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, "mafia" oggi è un termine polisemico che non significa solo criminalità organizzata o stragi ma anche lealtà, giustizia, coraggio, potere, intrigo. Compito di questo breve saggio è di capire quali sono gli eventi che hanno contribuito a fare di "mafia" un termine polisemico. In questo senso, dopo una prima parte introduttiva volta a chiarire l’introduzione di questo termine nel vocabolario italiano, sono stati individuati tre principali punti di svolta. Il primo riguarda la delicata situazione politica italiana di fine Ottocento quando il termine, trovatosi in mezzo alle dispute politiche e culturali tra meridione e settentrione, si fece carico di numerosi significati e interpretazioni, che ne alterarono irrimediabilmente sia l’uso sia la funzione. Il secondo riguarda l’introduzione del concetto di "Cosa Nostra", che trasformò il termine in una sorta di sinonimo universale di criminalità organizzata senza nessun tipo di differenziazione concettuale o regionale. Il terzo riguarda l’utilizzo del termine nel ramo cinematografico, televisivo e di conseguenza in quello pubblicitario e virtuale che sta portando il termine verso significati sempre più lontani da quello originario.
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6

De Cristofaro, Ernesto. "L'uomo di vetro nel prisma della veritŕ. La storia di Leonardo Vitale pentito di mafia." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (December 2009): 181–88. http://dx.doi.org/10.3280/sd2009-002012.

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Abstract:
- The author takes a fresh look at a legal case that took place in the early 1970s and has recently been used as the source of a novel and a film, finding useful tools for commenting on the truth of legal proceedings as a result of the interaction between different discursive regimes. The case of Leonardo Vitale, the first member of the Sicilian Mafia to turn informant, can be observed not only with reference to its specific content - the story of a member of "Cosa Nostra" who broke the bond of silence, offered a description of the Mafia as seen from the inside and so delivered himself up to an inexorable vendetta – but also as a potential paradigm of the relationship between law and truth. The factual truth that the rules of the criminal proceedings enable us to reconstruct seems to depend, in this story, on a more extensive theoretical syntax than the one that can be derived from the legal codes alone: a predicative system that admits certain topics and objects, while relegating others to a status of irrelevance. In a cultural framework in which there are even those who question whether the Mafia exists at all, while its members' destiny is subject to their unmitigated fidelity, the words of an informer run the risk of rapidly being sidelined as the ravings of a madman, while their message is totally ignored and has no effect.
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7

Mesirca, Margherita. "Strategie testuali ed effetti performativi nella raccolta Giudici." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 51, no. 1 (January 19, 2017): 61–75. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682486.

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Abstract:
Nella raccolta di racconti intitolata Giudici (2011) viene messo in scena – come recita la seconda di copertina – il percorso della giustizia italiana dall’Unità a oggi, attraverso le pagine più scottanti della storia del Paese: dalle origini della mafia alla strage di Bologna (1980); Giancarlo De Cataldo, Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli costruiscono tre figure di giudici (il giudice Surra, la Bambina, il Procuratore d’Italia) accomunati dalla strenua volontà di credere che la giustizia sia possibile. Il presente contributo intende analizzare le strategie testuali attraverso le quali viene configurato il tema della giustizia nei tre racconti, soffermandosi sulle peculiarità dei singoli racconti e sulle analogie che li intersecano. Contestualmente l’intento è quello di mettere a fuoco il particolare coinvolgimento del lettore, e il sorprendente effetto risultante dall’integrazione narrativa tra i tre testi. La specificità dell’argomento e la natura sistemica della raccolta conferiscono infatti al succedersi dei testi un sottile e raffinato effetto performativo, teso cioè a produrre nel lettore una reazione non solo estetico-cognitiva, ma anche morale.
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8

Mattina, Liborio. "Raimondo Catanzaro, Il delitto come impresa. Storia sociale della mafia, Padova, Liviana Editrice, 1988, pp. 263, L. 25.000." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 3 (December 1989): 504–6. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008704.

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9

Dovizio, Ciro. "Verità o falsificazione? Gli Alleati e la mafia sulle pagine dell’Ora (1958-1963)." Biblos, no. 5 (October 17, 2019): 105–23. http://dx.doi.org/10.14195/0870-4112_3-5_5.

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Abstract:
L’articolo esamina la genesi di una storica controversia, avente per oggetto i rapporti che intercorsero tra mafia siculo-americana ed esercito Usa in occasione dello sbarco in Sicilia (luglio 1943). Secondo un noto racconto di Michele Pantaleone, la mafia aiutò militarmente gli Alleati ad invadere l’isola. La prima versione di questa tesi fu pubblicata dal giornalista sul quotidiano L’Ora di Palermo nel 1958. Nel 1963 lo stesso giornale pubblicò, a cura di Felice Chilanti, le memorie del boss Nick Gentile, che proponevano un’interpretazione opposta a quella di Pantaleone, accusata di falsificare la storia. Il contrasto di giudizi inaugurava una disputa che perdura ancora oggi. Il contributo fornisce gli elementi per una ricostruzione storica del dibattito e delle sue origini.
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10

Cattaneo, Marina. "Le scrittrici della rivista La Difesa delle Lavoratrici." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 13, 2020): 166–88. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909297.

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Abstract:
Partendo dall’esperienza che alcune scrittrici socialiste lombarde avviano fondando, nel 1912, la rivista La Difesa delle Lavoratrici, viene effettuata un’analisi della produzione letteraria e politica di intellettuali donne che in quella rivista opereranno a vario titolo. Si tratta di: Anna Kuliscioff, Angelica Balabanoff, Rosa Genoni, Maria Gioia, Maria Giudice, Linda Malnati, Abigaille Zanetta, Enrica Viola, Maria Perotti Bornaghi. Alcune, come Kuliscioff e Balabanoff, sono ricordate soprattutto per il contributo dato alla lotta politica, anche se la poesia di Angelica Balabanoff è anche un riferimento obbligato nella storia letteraria del primo Novecento. Altre soprattutto per i valori che trasfondono nella loro narrativa, in particolare quando fanno scorrere le storie all’interno dei rapporti di classe dell’epoca, improntati all’atteggiamento padronale dei ceti più favoriti. La guerra, il dolore umano, la famiglia, il ruolo della donna nella società, la situazione di povertà di tanti bambini, sono tra i temi maggiormente trattati. Molti i riferimenti al proprio vissuto, anche quando non assumono la veste formale di vere e proprie autobiografie. Il fatto che la funzione pedagogica mostri, nel lavoro delle scrittrici qui presentato, una evidenza maggiore di quella estetica e puramente narrativa è inevitabile, data l’epoca e il contesto al quale i testi fanno riferimento.
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Dissertations / Theses on the topic "STORIA DELLA MAFIA"

1

Randon, Elia <1996&gt. "Yakuza: Storia ed influenza della Mafia Giapponese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19627.

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Abstract:
L’elaborato si apre con una parte storica, che parte dal diciasettesimo secolo ovvero dalla nascita dei primi gruppi antenati alla yakuza moderna, i kabuki-mono. Vengono poi analizzate le figure dei bakuto e tekiya, nel modo di agire e come sono cambiate nel tempo. Successivamente è stato osservato in che modo, durante gli anni dell’Occupazione americana, la yakuza sia stata sfruttata dai partiti di destra, approfondendo le figure di Kazama e del trio di Sugamo. In questo modo è stato possibile analizzare come è nato il Partito Liberal Democratico (LDP) e che contatti ha avuto con la mafia. Un altro punto discusso nell’elaborato è l’influenza della yakuza sull’economia giapponese, su che beni ha avuto il controllo e che guadagni hanno portato. Infine, è stato trattato il tema delle Leggi riguardanti la yakuza, ovvero quali leggi sono state fatte da parte del Governo nel corso degli anni per limitarla o cercare di eliminarla.
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2

Costantini, Isabel <1989&gt. "I mosaici della Basilica dei Santi Maria e Donato a Murano: storia dei restauri e delle problematiche conservative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9529.

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Abstract:
Nella prima parte della tesi si analizza la documentazione storico-artistica riguardante la Basilica dei Santi Maria e Donato a Murano (VE), edificata nel XII secolo, prestando particolare attenzione ai restauri subiti nel corso dei secoli che l'hanno privata della sua primitiva semplicità. Nel XIX secolo la Basilica appariva prossima al crollo, e si impose la necessità di un consistente restauro per salvaguardare l'edificio. La parte centrale dell'elaborato è dedicata alla descrizione di quanto avvenuto nei restauri della pavimentazione, eseguiti dal 1973 al 1977, durante i quali sono stati effettuati il taglio e lo stacco dell'intero pavimento musivo ed è stata realizzata una vasca in cemento armato impermeabile all'acqua. Al fine di mettere in luce le problematiche che tale intervento ha comportato per i futuri restauri e per la conservazione dei mosaici, è stato intervistato il restauratore Giovanni Cucco, il quale ha eseguito tra il 2013 e il 2015 lavori successivi di manutenzione, della navata sinistra e della quasi totalità della navata destra. Grazie al suo prezioso contributo verranno fornite delle indicazioni conservative per la salvaguardia del pavimento musivo.
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3

Graziadei, Alice <1990&gt. "Attraverso i confini.Traduzioni e diffusione di Il Metodo della Pedagogia Scientifica di Maria Montessori. Uno studio comparato." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9361/1/Graziadei_Alice_Tesi.pdf.

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Abstract:
Maria Montessori è una delle pedagogiste italiane più conosciute e celebrate in tutto il mondo. Come è noto, il suo pensiero ha avuto una diffusione che per rapidità e ampiezza geografica si può senza dubbio definire straordinaria. Fu Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, pubblicato in Italia nel 1909, a portare la Montessori alla ribalta della scena mondiale. Dal 1912, le traduzioni si moltiplicarono, fino a coprire, prima della fine della prima Guerra mondiale, il panorama europeo e americano. Inoltre, i corsi internazionali per la formazione d’insegnanti stranieri (il primo fu organizzato in Italia nel 1913), permisero la diffusione del metodo anche in India, in Sud America, in Australia e in Asia. La mia ricerca si concentra sull’analisi comparata delle prime traduzioni del Metodo, in particolare l’edizione americana (1912), l’edizione inglese (1912), l’edizione svizzera (1912) e l’edizione francese (1916), calate nel contesto storico, sociale, cultura e pedagogico di riferimento. Per meglio comprendere le modalità di diffusione dell’opera, ho scelto di dare ampio spazio anche alle figure che hanno circondato Maria Montessori e si sono operate per diffondere e promuovere tanto l’opera quanto la filosofia della pedagogista nelle realtà elencate. Il progetto ha voluto mettere a fuoco il processo di costruzione di un lavoro scientifico e culturale costantemente influenzato da una pluralità di culture, tradizioni, lingue e voci differenti, nonché il faticoso impegno dell’autrice di difendere il proprio pensiero da qualsiasi intromissione esterna volta a snaturarlo.
Maria Montessori is one of the most famous and celebrated Italian pedagogists in the world. Due to its speed and geographical extent, the spread of her scientific pedagogy can surely be described as extraordinary, even more since we talk about a woman’s work in the beginning of the twentieth century. It was Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, published in Italy in 1909, that brought Montessori to the forefront of the world scene, allowing her to be acclaimed internationally as one of history’s great pioneering educators. Since 1912, the number of translations multiplied, to the point of covering, before the end of the First World War, the European and American scene. In addition, international courses for the training of teachers (the first was organized in Italy in 1913), allowed the spread of the method in India, South America, Austrialia and Asia. My research focuses on the comparative analysis of the Metodo’s first translations, in particular the American edition (1912), the English edition (1912), the Swiss edition (1912) and the French edition (1916), placed in the historical, social, cultural and pedagogical context of reference. Furthermore, great part of the research is dedicated to the many figures who surrounded Maria Montessori and worked as hard as she did to help in the spreading of both her thought and book internationally. Indeed, editors, translators, journalists and intellectuals, as well as politicians and ambassadors played an essential role in her successful career. The project aimed to focus on Montessori’s process of building a scientific and cultural work constantly influenced by a plurality of different cultures, traditions, languages and voices, as well as on the hard work of the author to defend her philosophy from any external interference aimed at distorting it.
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4

Merli, Vanessa. "L'esperimento di Grimaldi e la storia della diffrazione." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16771/.

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Abstract:
Questa tesi ricostruisce il contributo di Francesco Maria Grimaldi alla comprensione del fenomeno di diffrazione, da lui sperimentalmente studiato per la prima volta nella seconda metà del Seicento. Il primo capitolo di questo elaborato vuole mostrare i contributi offerti da Grimaldi all’astronomia e alla geodesia in collaborazione con Ricciòli, gesuita e astronomo bolognese, ed anche il rapporto tra scienza e fede, in particolare tra i Gesuiti e l’Università di Bologna. Il secondo capitolo è focalizzato sul De lumine, opera postuma di Grimaldi, e sui due esperimenti riguardanti la diffrazione ivi contenuti. Il terzo capitolo viene dedicato alla storia della diffrazione analizzando la trattazione che ne fecero gli scienziati dopo Grimaldi: si parte da Newton e dalla sua visione corpuscolare della luce per arrivare ad Huygens, Young e Fresnel e all’elaborazione della teoria ondulatoria, che permette di spiegare correttamente il fenomeno della diffrazione.
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5

Bartuccio, Angelo <1994&gt. "La chiesa di Santa Maria della Pace a Brescia. Storia, committenza e progetto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14539.

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Abstract:
La chiesa di S. Maria della Pace a Brescia è uno dei maggiori progetti di Giorgio Massari, architetto veneziano nella prima metà del XVIII secolo. La chiesa bresciana, iniziata nel 1720 rappresenta un valido esempio di commistione architettonica e di particolare novità progettuale nel panorama dell’architettura veneta del ‘700. Infatti, Giorgio Massari si pone come sperimentatore nei confronti di questo progetto lombardo, dove unisce gli stilemi tradizionali veneti con quelli del barocco romano. Questo lavoro, inizia con una presentazione del contesto sociale e religioso di Brescia fin dalla metà del XVI secolo, trattando dei Padri della Pace, poi divenuti filippini nel 1619, i quali nella persona di Padre Ludovico Avogadro saranno committenti dell’opera. Continua, con un’analisi dei documenti d’archivio riguardanti la relazione dei Padri con l’ambiente romano già dalla fine del XVII secolo, la committenza, l’incarico a Giorgio Massari e il dettaglio delle fasi di costruzione della nuova chiesa. Inoltre, si sono messe a fuoco le relazioni stilistiche e personali di Giorgio Massari con altri architetti a lui contemporanei sia di area veneta che non, particolarmente romana e piemontese. Infine, si è cercato di dissipare il problema critico sulla riconducibilità dello stile del Massari e di dare alcune brevi cenni circa a l’influenza di stile dell’architetto nel panorama veneziano del secondo ‘700, oltre a offrire un confronto con le costruzioni veneziane dello stesso architetto.
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6

Guerri, Riccardo. "Re_interpretare per vivere. Una nuova unita per s. Maria della misericordia a venezia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6888/.

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Abstract:
La scelta di Venezia come ambito operativo rientra nella volontà di confrontarsi con il tema del riuso della preesistenza all'interno della città storica. Contemporaneamente ad una permanenza nella città lagunare, la ricerca si è sviluppata sia secondo il fronte teorico che secondo quello progettuale, aventi entrambi per scopo la ricerca di un possibile ambito operativo della storia all'interno del progetto contemporaneo di architettura. Convinti che i problemi dell'oggi siano soltanto riedizioni "moderne" di quelli relativi a secoli precedenti, l'esercizio interpretativo dell'ex unità conventuale di S.Maria della Misericordia a Venezia persegue l'obbiettivo di testare metodi alternativi rispetto agli atteggiamenti estremamente conservativi imperanti nella città storica. La Storia intesa quindi come eterna mutazione, fornisce la base per un metodo basato sulla reinterpretazione della vita all'interno di un luogo come atto progettuale, al fine di generare una nuova unità tra l'uomo contemporaneo ed il contesto stratificato.
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7

MODESTI, PAOLA. "La tribuna di Santa Maria della Passione a Milano, 1485-1555 : architettura e storia." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1998. http://hdl.handle.net/11578/278422.

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8

Filocamo, Gioia <1967&gt. ""Orationi al cepo overo a la scala": le laude della Confraternita bolognese di S. Maria della morte." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6904/1/Filocamo_XXVI_ciclo_Tesi_Dottorato.pdf.

Full text
Abstract:
La Confraternita bolognese di S. Maria della Morte, istituita nel 1336 sull’onda della predicazione del frate domenicano Venturino da Bergamo, è la più antica e meglio documentata compagnia italiana ‘di giustizia’. Possedeva un laudario conosciuto attraverso 12 manoscritti redatti tra XV e XVI secolo, dove le laude seguono il “confortatorio” che insegnava ai confratelli come relazionarsi col condannato e prepararlo a morire in perfetto spirito cristiano. Nelle laude l’identificazione poetica tra Cristo e il condannato era funzionale allo scopo di convertire il criminale in santo, convincendolo che la sua morte aveva una funzione redentrice per sé e la città stessa. L’assoluzione plenaria poteva essere ottenuta solo tramite una morte completamente accettata e un pentimento sincero. La dissertazione indaga le tematiche espresse dalle laude e le motivazioni forti che spingevano i confortatori a intraprendere questa peculiare attività assistenziale.
During the fifteenth century a number of laude were destined for the spiritual edification of those condemned to death. The Bolognese confraternity of S. Maria della Morte, founded in 1336 and among the oldest and best-documented Italian Companies of Justice, had a laudario known now in some twelve sources, mostly dating from the second half of the fifteenth century. These laude are often connected to the ‘consolation manuals’ (confortatori) written in some Italian confraternities in order to instruct brethren who in the few hours before death prepared the prisoner to die in a Christian spirit. In the justice laude the poetic identification between the condemned and Christ or martyrs was functional to the main aim of the brethren who assisted prisoners destined to die: by turning the criminal into a saint he could be convinced that his death had a precise function. Indeed, plenary absolution in the afterlife could be obtained through a truly accepted death. The laude in the confortatori clearly had the function of reinforcing these feelings, but there is little evidence on just how this task was realized in practice. During the night preceding the execution of the prisoners, the brethren sought to turn every criminal into a saint: in the end he must have the conviction that his death had a precise function, and thus he would attain complete inner peace and total acceptance of his sentence. This serene attitude was the basis for a plenary absolution in the afterlife, obtained through a death that was fully accepted. This dissertation focuses on the strong motivation of the brethren who decided to enter this kind of confraternity.
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9

Filocamo, Gioia <1967&gt. ""Orationi al cepo overo a la scala": le laude della Confraternita bolognese di S. Maria della morte." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6904/.

Full text
Abstract:
La Confraternita bolognese di S. Maria della Morte, istituita nel 1336 sull’onda della predicazione del frate domenicano Venturino da Bergamo, è la più antica e meglio documentata compagnia italiana ‘di giustizia’. Possedeva un laudario conosciuto attraverso 12 manoscritti redatti tra XV e XVI secolo, dove le laude seguono il “confortatorio” che insegnava ai confratelli come relazionarsi col condannato e prepararlo a morire in perfetto spirito cristiano. Nelle laude l’identificazione poetica tra Cristo e il condannato era funzionale allo scopo di convertire il criminale in santo, convincendolo che la sua morte aveva una funzione redentrice per sé e la città stessa. L’assoluzione plenaria poteva essere ottenuta solo tramite una morte completamente accettata e un pentimento sincero. La dissertazione indaga le tematiche espresse dalle laude e le motivazioni forti che spingevano i confortatori a intraprendere questa peculiare attività assistenziale.
During the fifteenth century a number of laude were destined for the spiritual edification of those condemned to death. The Bolognese confraternity of S. Maria della Morte, founded in 1336 and among the oldest and best-documented Italian Companies of Justice, had a laudario known now in some twelve sources, mostly dating from the second half of the fifteenth century. These laude are often connected to the ‘consolation manuals’ (confortatori) written in some Italian confraternities in order to instruct brethren who in the few hours before death prepared the prisoner to die in a Christian spirit. In the justice laude the poetic identification between the condemned and Christ or martyrs was functional to the main aim of the brethren who assisted prisoners destined to die: by turning the criminal into a saint he could be convinced that his death had a precise function. Indeed, plenary absolution in the afterlife could be obtained through a truly accepted death. The laude in the confortatori clearly had the function of reinforcing these feelings, but there is little evidence on just how this task was realized in practice. During the night preceding the execution of the prisoners, the brethren sought to turn every criminal into a saint: in the end he must have the conviction that his death had a precise function, and thus he would attain complete inner peace and total acceptance of his sentence. This serene attitude was the basis for a plenary absolution in the afterlife, obtained through a death that was fully accepted. This dissertation focuses on the strong motivation of the brethren who decided to enter this kind of confraternity.
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10

Gaudenti, Lorenzo <1994&gt. "“Yo Soy Maria” Storia e produzione dell’opera "Maria de Buenos Aires" presso il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20792.

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Abstract:
La tesi parla della produzione, presso il Teatro dell'Opera Giocosa di Savona, dell'opera "Maria de Buenos Aires" di Astor Piazzolla. Nel primo capitolo si esamina la vita dell'autore Astor Piazzolla, del librettista Horacio Ferrer, per poi passare alla storia del Tango e infine alla descrizione dell'opera in questione. Nei capitoli successivi viene raccontata la storia del Teatro dell'Opera Giocosa, vengono descritte le sedi presso le quali tiene i propri spettacoli e si analizzano le azioni che l'ente svolge per portare avanti la propria attività, ad esempio la ricerca di finanziamenti privati, le domande da presentare al ministero comprensive di bilanci, budget e programmi artistici e infine i progetti in cantiere. Proseguendo si passa a descrivere nel dettaglio ogni aspetto della produzione vera e propria dell'opera, sia dal lato economico, burocratico e organizzativo, parlando ad esempio del budget, del marketing, dei contratti, della coproduzione e del piano sicurezza, sia dal lato tecnico-artistico, analizzando ad esempio l'impianto luci, i costumi e le prove. L'elaborato è corredato da documenti e dati ufficiali forniti dal Teatro dell'Opera Giocosa oltre che da interviste e fotografie, entrambe eseguite sul posto dal tesista durante l'allestimento dello spettacolo.
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Books on the topic "STORIA DELLA MAFIA"

1

Scarpino, Salvatore. Storia della mafia. Milano: Fenice 2000, 1994.

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2

Renda, Francesco. Storia della Mafia. 2nd ed. Palermo: Sigma, 1998.

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3

Catanzaro, Raimondo. Il delitto come impresa: Storia sociale della mafia. Padova: Liviana, 1988.

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4

Coco, Vittorio. La mafia dei giardini: Storia delle cosche della Piana dei Colli. Roma: Laterza, 2013.

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5

Cosa nostra: Storia della mafia per immagini. Milano: Mondadori, 2010.

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6

1964-, Savatteri Gaetano, ed. Potere criminale: Intervista sulla storia della mafia. Roma: Laterza, 2010.

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7

Lupo, Salvatore. Storia della mafia: Dalle origini ai giorni nostri. Roma: Donzelli, 2004.

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8

Associazione nazionale magistrati italiani. Sezione distrettuale di Palermo. La memoria ritrovata: Storia delle vittime della mafia raccontate dalle scuole. Palermo: G. B. Palumbo, 2005.

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9

Coletti, Alessandro. Mafie: Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno. Torino: Società editrice internazionale, 1995.

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10

Storia della mafia: Dalle origini ai giorni nostri. Roma: Donzelli, 1993.

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Book chapters on the topic "STORIA DELLA MAFIA"

1

Rigobon, Patrizio. "L’insegnamento dello spagnolo tra le due guerre e la nascita della facoltà di Lingue." In Le lingue occidentali nei 150 anni di storia di Ca’ Foscari. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-262-8/010.

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Abstract:
Francisco Broch y Llop taught Spanish (language and for some years also literature) at the Venetian Institute of Economics for more than 30 years, from 1919 to 1954. Until 1937 there was no official teaching of Spanish literature. It was established by a national Act in 1938 and Alfredo Cavaliere was appointed to the chair. Four years later, in 1942, Giovanni Maria Bertini was the first Full Professor of Spanish Literature. He was the head of the Spanish Studies in Venice until 1954, when he left Venice to return to his home University. The study of the Spanish language was until recent years under the charge of the professor of Spanish literature, and thus language, as a subject, had no official citizenship until recent years. In 1954, after a very long process, which lasted for over 15 years with the Italian Ministry of Education, a brand new Faculty of Languages and Literatures was officially established, and Spanish Studies began to flourish at Ca’ Foscari.
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2

Forgetta, Emanuela. "1 • Maria Aurèlia Capmany." In La città e la casa Spazi urbani e domestici in Maria Aurèlia Capmany, Natalia Ginzburg, Elsa Morante e Mercè Rodoreda. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-586-5/002.

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Abstract:
Il primo capitolo è dedicato a Maria Aurèlia Capmany. Nel primo paragrafo a sorprenderci sono una splendente Tarragona e una intensa sovrapposizione spazio-temporale sperimentata dalla protagonista dell’opera, Rosa. Nel paragrafo successivo, invece, emergono solenni, nonostante le ferite di guerra, la città di Barcellona e Carola Milà, una donna molto speciale che ne ripercorre le vie. Lungo il testo del terzo paragrafo, quello che chiude il capitolo dedicato alla scrittrice catalana, si snoda il percorso storico ed esistenziale della stessa autrice nello spazio barcellonese.
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3

Aiello, Francesca, and Debora Maria Di Pietro. "4. “Ad uso di Maria Innocenza”: produzione devozionale nella Sicilia del XVIII secolo, dal fondo antico della Società di storia patria per la Sicilia orientale." In Per libri e per scritture, 79–104. Ledizioni, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.3532.

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Conference papers on the topic "STORIA DELLA MAFIA"

1

Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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