Academic literature on the topic 'STORIA DELL'ARTE MODERNA'

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Journal articles on the topic "STORIA DELL'ARTE MODERNA"

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De Giorgio, Teodoro. "LE STORIE DELLA PASSIONE DI CRISTO DELLA CAPPELLA «DEGLI ILLUSTRISSIMI» NEL DUOMO DI NAPOLI. RIFLESSIONI SUL TRIANGOLO NAPOLI, SIENA E AVIGNONE." Papers of the British School at Rome 87 (March 15, 2019): 207–44. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246218000417.

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Abstract:
Il saggio analizza in dettaglio, con immagini inedite e di alta qualità (frutto di apposita campagna fotografica), le trecentesche Storie della Passione di Cristo della cappella «degli Illustrissimi», posta all'estremità del braccio settentrionale del transetto del duomo di Napoli. L'opera, realizzata a monocromo, si compone di quattro scene maggiori, leggibili da sinistra a destra, Cristo schernito e spogliato delle vesti, Flagellazione, Andata al Calvario e Deposizione, e di una scena minore, un'Annunciazione con probabile offerente. A dispetto dell'alta qualità esecutiva e del raffinato livello d'invenzione, l'opera è scarsamente conosciuta, e spesso ignorata, da parte della critica moderna. Scopo del contributo è di presentare in dettaglio le Storie della Passione per fornire una corretta e approfondita lettura iconografica dei singoli episodi e per individuare le fonti visive alla base della rappresentazione.
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2

Angela Carbonaro, Rita. "Il tabulario dei Monasteri di Santa Maria di Licodia e di San Nicolò l'Arena di Catania." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 2 (December 2021): 5–11. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002001.

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Abstract:
Il saggio si articola in due parti. Da una parte si presentano i contributi di vari autori, ciascuno secondo la propria specializzazione, riguardanti gli oltre cento pezzi del tabulario dei Monasteri di Santa Maria di Licodia e di San Nicolò l'Arena della diocesi di Catania. Per la prima volta in questa sede inventariati: i singoli pezzi recano sulla coperta la segnatura archivistica (numero ordinale: 1, 2, 3, eccetera), la data cronica, la data topica e relativa segnatura della riproduzione digitale come emerge dalla Tabella n.1 (Biondi/Proietto). La schedatura generale, a cura di Biondi / Mirabella dei documenti tratti dai singoli pezzi inventariati, in rigoroso ordine cronologico, secondo i moderni criteri di misura del tempo assai diversificati dal periodo di riferimento, reca, oltre la data cronica, l'indizione e la data topica, il regesto dell'atto notarile come da tabella n. 2 (Biondi/Proietto). Nella seconda parte si tratteggia la storia del Fondo Benedettino in cui si contengono sin dalla sua costituzione oltre a queste qui proposte anche novecento e diciannove documenti regestati da Carmelo Ardizzone già nel 1927 e altri ancora da inventariare.
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3

Tekavčić, Pavao. "Italianismi nella prosa non narrativa croata contemporanea: (sulle opere di Željka Čorak)." Linguistica 38, no. 2 (December 1, 1998): 149–55. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.38.2.149-155.

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Abstract:
L'autrice di cui qui ci occupiamo è una delle personalità più illustri della cultura croata attuale: storica dell'arte, specialist dell'architettura e dell'urbanesimo della Zagabria otto- e novecentesca, Željka Čorak è anche letterata, saggista, traduttrice, critica e vicepresidente del P.E.N. croato. Tra le sue opere spicca un libro di ricordi intitolato Krhotine ('Frantumi'), 1 vero capolavoro del genere, tanto artisticamente raffinato quanto profondamente vissuto e umano, dedicato dalla prima all'ultima pagina all'evocazione delle case distrutte nella II guerra mondiale (1942), alle tristi vicende successive e alla descrizione dei mille cimeli ricuperati. 2 Il volume, uscito nel 1991, è il tentativo dell'autrice di ricomporre i «frantumi», quasi i tasselli di un mosaico vivo nella memoria; una specie della Recherche du temps perdu dei nostri giorni, in sostanza Le temps retrouvé. Vi troviamo tutte le componenti dello stile di Željka Čorak presenti anche negli altri suoi scritti: intellettualismo meditativo e raffinato, vasta erudizione, abbondanza di reminiscenze (non soltanto letterarie), espressione deliberatamente indiretta, mai piatta né triviale, assenza totale di qualsiasi «marcia a vuoto», pregnanza di idee, ricchezza di associazioni. Nelle sue Krhotine vi si aggiunge una commovente affettività e una nobiltà d'animo, priva di qualunque rancore malgrado le tragedie sofferte. Con questi caratteri dello stile concorda la lingua, ricca, moderna e impressiva, lingua che non rifugge da tecnicismi, regionalismi, dialettismi e voci straniere.
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4

OLIVEIRA, Marcos Antônio Bessa. "(Des)política para corpos-política na arte, na cultura e na educação." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 1. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244891.

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Abstract:
RESUMOArte, Educação, Política compõem uma tríade compreendida historicamente no Ocidente como interdependentes. Entretanto, arte, educação e políticas ocidentais não estão compreendidas para corpos aquém dos padrões de raça, gênero e classe edificados pelo pensamento que arquitetou o projeto moderno europeu levado à expansão em todo mundo no século XVI. Igualmente, histórico e contemporaneamente, políticas têm definido, no caso do Brasil em níveis federal, estaduais e municipais, atuações e ações de corpos e sobre os corpos na arte, na educação e na própria política. Considerando a histórica indissociação entre a tríade arte, educação e política, mas também a atual e fascista dissociação das políticas em relação aos corpos que atuam nas artes e na educação em contexto brasileiro contemporâneo, este artigo discuti, por uma perspectiva descolonial de abordagem bi(os)bliográfica, a falta de arte em política, educação em política e corpos em política que consideram as diferenças culturais e coloniais porque não contemplam o padrão de arte, educação, corpo e política modernos. Arte. Educação. Política. (Dis) politics for political bodies in art, culture and education ABSTRACT Art, Education, Politics make up a triad historically understood in the West as interdependent. However, Western art, education and politics are not understood for bodies below the standards of race, gender and class built by thought that architected the modern European project led to expansion around the world in the sixteenth century. Similarly, historically and contemporatically, policies have defined, in the case of Brazil at federal, state and municipal levels, actions and actions of bodies and on bodies in art, education and politics itself. Considering the historical indissociation between the triad art, education and politics, but also the current and fascist dissociation of policies in relation to the bodies that work in the arts and education in a contemporary Brazilian context, this article discussed, for a decolonial perspective of bi(os)bliographical approach, lack of art in politics, education in politics and bodies in politics that consider cultural and colonial differences because they do not contemplate the standard of modern art, education, body and politics.Art. Education. Politics. (Des) política para cuerpos-políticos en arte, cultura y educación RESUMENArte, educación, política producen un trío históricamente entendido en el Occidente como interdependientes. Pero, el arte, la educación y las políticas occidentales no están incluidas para cuerpos con padrones inferiores a las normas de raza, género y clase construidas por el pensamiento que he producido el proyecto moderno europeo expandido en todo el mundo desde el siglo XVI. Asimismo, se han definido políticas históricas y contemporáneas, en el caso de Brasil, a nivel federal, estatal y municipal, actividades y acciones de cuerpos y sobre los cuerpos en el arte, en la educación y en la política. Considerando la indisociación histórica entre el trío arte, educación y política, pero también la actual y fascista desagregación de las políticas con relación a los cuerpos que actúan en las artes en la educación en el contexto brasileño contemporáneo, este artículo discutió, bajo un enfoque descolonial de abordaje bi(os)bliográfica, la ausencia de arte en política, educación en política y cuerpos en política que consideran las diferencias culturales y coloniales, porque no contemplan el estándar del arte, educación, cuerpo y política modernos.Arte. Educación. Política.(Des) politica per gli organi politici nell'arte, nella cultura e nell'educazioneSINTESE Arte, educazione, politica producono un trio storicamente inteso in Occidente come interdipendente. Ma l'arte occidentale, l'istruzione e la politica non sono incluse per gli organismi con standard inferiori agli standard di razza, genere e classe costruiti dal pensiero che ho prodotto il moderno progetto europeo ampliato in tutto il mondo dal XVI secolo. Allo stesso modo, le politiche storiche e contemporanee sono state definite, nel caso del Brasile, a livello federale, statale e municipale, attività e azioni di corpi e di corpi nell'arte, nell'istruzione e nella politica. Considerando la dissociazione storica tra arte, istruzione e trio politico, ma anche l'attuale e fascista disaggregazione delle politiche in relazione agli organismi che agiscono nelle arti nell'educazione nel contesto brasiliano contemporaneo, questo articolo discute, sotto un approccio decoloniale approccio bi-os, assenza di arte in politica, educazione in politica e corpi politici che considerano le differenze culturali e coloniali, perché non contemplano lo standard dell'arte moderna, dell'educazione, del corpo e della politica.Arte. Istruzione. Politica.
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"Franco Franceschi. Oltre il “Tumulto”: I lavoratori fiorentini dell'Arte della Lana fra Tre e Quattrocento. (Biblioteca di Storia toscana moderna e contemporanea, number 38.) Florence: Leo S. Olschki. 1993. Pp. viii, 375. L. 44,000." American Historical Review, October 1995. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/100.4.1239-a.

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Dissertations / Theses on the topic "STORIA DELL'ARTE MODERNA"

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Boccianti, Giulia <1996&gt. "Provenance research e mercato dell'arte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21542.

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Abstract:
Questa tesi si pone l’obiettivo di delimitare i confini della disciplina della ricerca della provenance e di porre l’accento sui risvolti economici che questa ha sul mercato dell’arte, evidenziando il ruolo giocato dai principali attori. La ricostruzione dei passaggi di proprietà di un’opera d’arte è di fondamentale importanza per tutti coloro che si trovano coinvolti nel collezionismo, nello studio e nelle esposizioni d’arte, da un punto di vista sia attributivo che puramente legale. La qualità della provenance e la frequenza relativa al passaggio di proprietà possono influenzare profondamente il valore di mercato di un oggetto. Determinare l’autenticità di un’opera è un processo complesso e multidisciplinare che include, oltre alla capacità di leggere e interpretare dati scientifici, una comprensione della connoisseurship e della provenance. La provenance non è né un concetto stabile nel tempo, né tanto meno uno strumento d’uso costante a sostegno del giudizio. In conclusione, si procederà ad una valutazione dell’influenza della provenance all’interno delle principali fiere d’arte e del ruolo giocato dai vetting committee.
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Uzumyemezoglu, Victoria Stephanie <1992&gt. "Istanbul Modern Museum: storia e analisi di un’istituzione museale moderna e contemporanea in Oriente." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13043.

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Abstract:
Il presente lavoro espone una panoramica sull’arte moderna e contemporanea in Turchia e si occupa in particolare di analizzare l'attività dell'Istanbul Modern Museum, nato nel 2004, che è il primo museo di arte moderna e contemporanea della città; città che a sua volta è stata una metropoli caratterizzata da un prezioso patrimonio culturale e artistico. Il lavoro si apre analizzando il sistema dell’arte in Turchia, le correnti artistiche, la storia della stessa città di Istanbul e il suo contesto culturale. Viene presentato poi uno studio dettagliato sul Museo Moderno di Istanbul: la storia dell’istituzione museale, la fondazione Eczacıbaşı Holding Group, la mission e le attività didattiche del museo. Si approfondirà poi l’attività espositiva del museo focalizzandosi su cinque esposizioni temporanee come casi di studio: “Osservazione, Interpretazione, Molteplicità” del 2005; “Fikret Mualla”del 2005; “Venezia e Istanbul” del 2006; “Roger Ballen: Retrospective” del 2017 e “Artista e il Tempo” del 2017. Successivamente verrà presentato un paragone con l’attività didattica di un'istituzione museale simile in Italia: la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino. Molte infatti sono le similitudini tra le due istituzioni museali, a cominciare dalla loro origine: entrambe nascono da collezioni private familiari diventate poi museo. L'analisi qui proposta riporta una ricostruzione storica della formazione delle collezioni private fino ad arrivare allo stato attuale di musei, analizzando gli elementi e le modalità attuali di gestione. A conclusione della tesi sono presentate delle valutazioni sul lavoro svolto dal Museo Moderno di Istanbul, determinando delle riflessioni sul suo operato e sul come si concretizza la loro offerta didattica al pubblico in confronto a quello della Pinacoteca Agnelli di Torino. Il lavoro è inoltre arricchito dalle interviste a Bedri Baykam, uno dei più noti artisti turchi a livello internazionale, e Yahşi Baraz, uno dei galleristi più importanti di Istanbul; e a Öykü Özsoy, uno dei curatori del Museo Moderno di Istanbul.
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Fregona, Simone <1992&gt. "Affreschi di Santo Stefano di Venezia. Storia di una attribuzione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18545.

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Abstract:
L'elaborato esamina la storia degli affreschi del convento di santo Stefano di Venezia, ora conservati presso la galleria giorgio franchetti alla ca' d'oro. L'elaborato si concentrerà sull'attribuzione di quella parte di ciclo, attualmente attribuita a Domenico Campagnola
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Bassi, Emanuele <1991&gt. "Miti classici e storia antica nei rilievi veneziani del primo Rinascimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13186.

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Abstract:
Nel contesto della scultura veneziana rinascimentale, una particolare rilevanza sembra venir presa da rilievi a tema classico. Tra questi, i rilievi narrativi occupano una preminenza particolare, in virtù tanto della loro generalmente alta qualità quanto dell'eccellenza delle loro collocazioni. Comparsi per la prima volta in da alcune tombe dogali, acquisirono indipendenza tematica nei Camerini di Alfonso I d'Este. Infine, verrà analizzato il nucleo dei piccoli rilievi classicheggianti, una sorta di genere scultoreo a sé stante diffusosi tra Venezia, Ferrara e Padova nel secondo e terzo decennio del Cinquecento, con una digressione sulle sculture pseudo-antiche.
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Siracusano, Luca. "Scultura a Padova: 1540-1620 circa. Monumenti e ritratti." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/367737.

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Abstract:
The dissertation is about the sculpture in Padua from 1540 to 1620 ca., mainly focusing on the production of funerary monuments and portrait busts. Crucial is the connection between the sculptors, the Veneranda Arca di Sant'Antonio and the intellectuals related to the Studio or to the academies of the city. The stylistic development and peculiar forms are compared with those of the contemporary Venice.
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Massari, Silvia. "Il nostro moderno Algardi": Giuseppe Maria Mazza." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368982.

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Abstract:
Oggetto della ricerca è uno studio monografico sul prolifico e longevo scultore bolognese Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), il cui arco di attività copre gli anni che dalla seconda metà del Seicento conducono al quarto decennio del Settecento. Il profilo dello scultore è stato ripercorso a partire dalla figura semisconosciuta del padre Camillo (Bologna, 1601-1672), attivo solo marginalmente in patria, e in modo più consistente al di fuori delle mura felsinee, in particolare a Padova e a Venezia. Analogamente si è potuta indagare la prima formazione di Giuseppe Maria Mazza, avvenuta principalmente a Bologna con il pittore Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629-1700), e con lo scultore Gabriele Brunelli (Bologna 1615-1682). Si è poi proceduto con lo studio delle opere che segnano l’affermazione dello scultore: tra gli ultimi decenni del Seicento e i primi tre del Settecento, Giuseppe Maria Mazza detiene a Bologna il monopolio della scultura, partecipando quale sodale dei pittori Giovan Gioseffo dal Sole (Bologna, 1654–1719) e Marcantonio Franceschini (Bologna 1648–1729) alle principali imprese decorative che interessano la città, e intessendo un rapporto privilegiato con i collezionisti privati a cui destina numerose opere di piccolo formato perlopiù in terracotta ma anche in marmo. Seguendo la geografia della carriera artistica dello scultore, il raggio dello studio è stato ampliato alle altre numerose località in cui egli risulta attestato: dagli altri centri dell’Emilia Romagna (Parma, Modena, Reggio Emilia, Novellara, Ferrara, Imola, Rimini, Forlì, Cesena), alle Marche (Fano e Pesaro) e all’Umbria (Foligno). Particolare importanza è stata riservata allo studio dei due episodi professionali che ne attestano il prestigio fuori dalle mura cittadine e a livello europeo: ovvero le commissioni del principe Johann Adam I di Liechtenstein e l’attività svolta a Venezia.
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Bolandrini, Beatrice. "Dionigi Bussola 1612-1687: moderno Annibale Fontana in questi nostri tempi""." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368182.

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Abstract:
La tesi ricostruisce per la prima volta in modo sistematico il vasto catalogo delle opere realizzate dallo scultore lombardo Dionigi Bussola tra il 1648 e il 1687. Il lavoro è impostato secondo la formula dello studio monografico. Il capitolo introduttivo è dedicato alla fortuna critica dell'artista, a cui seguono il profilo biografico e una serie di capitoli dedicati ai cantieri in cui Bussola ha lavorato: il duomo di Milano, la Certosa di Pavia, l'Accademia Ambrosiana, i sacri monti di Domodossola, Varese, Orta, Varallo e il santuario del Varallino. Un capitolo è inoltre dedicato alle opere realizzate all'interno di svariati edifici religiosi dello stato di Milano. Ogni capitolo è corredato dalle schede delle opere.
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8

Facchi, Matteo. "La scultura a Piacenza in età sforzesca." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/368794.

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Abstract:
La ricerca si propone di studiare le sculture lapidee e fittili realizzate tra il 1450 e il 1521 circa per la città di Piacenza e il suo territorio. Dalla catalogazione delle opere e dalla ricerca d'archivio emergono, oltre a una panoramica sui principali cantieri ecclesiastici e nobiliari della città, le figure di numerosi scultori e botteghe impegnati nella realizzazione di statue, rilievi ed elementi architettonici.
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Zurla, Michela. "La scultura a Genova tra XV e XVI secolo. Artisti, cantieri e committenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2015. https://hdl.handle.net/11572/367652.

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Abstract:
La tesi si concentra sull'analisi dello sviluppo della scultura a Genova in un arco cronologico compreso tra il 1466, anno che diede avviò ad un più stretto controllo da parte del Ducato di Milano sui territori della Repubblica, e il 1528, che segnò l'affermazione di Andrea Doria e il passaggio nell'orbita spagnola. In un simile contesto si è cercato di enucleare le peculiarità dell'ambiente genovese mettendo in luce da un lato i rapporti con aree limitrofe come la Lombardia e la Toscana e dall'altro l'autonomia rispetto a tali influenze. Nonostante l'origine anagrafica degli scultori attivi in città, il linguaggio elaborato a Genova presenta infatti caratteristiche specifiche. Per analizzare una realtà così articolata si sono adottati più approcci metodologici, tenendo conto anche del rapporto con il contesto sociale e politico e delle dinamiche di committenza. All'analisi della documentazione nota e di quella emersa nel corso della ricerca si è accostata la lettura formale delle opere, allo scopo di dare una fisionomia distinta alle personalità attestate. I primi due capitoli sono dedicati ai principali scultori attivi a Genova, mentre gli altri tre si concentrano su tematiche specifiche, ovvero un cantiere di primo piano come quello della Cattedrale di San Lorenzo, l'evoluzione della tipologia del monumento funerario e la fortuna dei marmi genovesi in Europa.
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10

Negri, Massimo. "Rinascimento di pietra. Scultura nella Vicenza prepalladiana." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2016. https://hdl.handle.net/11572/368123.

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Abstract:
La tesi, movendo da un riesame complessivo della scultura lapidea vicentina tra Quattro e Cinquecento, cerca di mettere meglio a fuoco alcune peculiarità e tendenze nello sviluppo dell’arte scultorea ai piedi dei Berici. Procedendo con affondi mirati e inediti, si è definita in maniera più organica la situazione della scultura a Vicenza in quel torno di tempo e di comprendere meglio alcuni nessi altrimenti sfuggenti. Una particolare attenzione è stata rivolta a indagare fatti artistici peculiari del territorio quali le pale d'altare che, scolpite nella tenera pietra delle cave vicentine, si sono imposte come un’autentica specificità locale, in ragione delle proporzioni assunte da questo interessante ‘fenomeno’. Ampiamente diffuse, specie nel contado, tali ancone sono evidentemente esemplate su modelli padovani di matrice donatelliana. Il periodo in esame, che va dalle ultime decadi del Quattrocento ai primi lustri del secolo seguente, è d’altronde caratterizzato da frequenti e fecondi scambi con Padova, avanguardia di modernità e ricca di capolavori del Rinascimento. Echi della lezione di Donatello si avvertono anche in una serie di altorilievi che rappresentano il Cristo passo, sorretto o meno da angeli, e sono ugualmente disseminati nella provincia vicentina. A corredo del terzo capitolo della tesi, incentrato proprio su tale importante fenomeno artistico, si è allestito un repertorio completo dei singoli manufatti (pale plastiche e Cristi passi), di cui s'è trattato in ampie schede dove si sono ripercorse anche le vicende storico-architettoniche dei diversi contesti spaziali di pertinenza, non sempre rimasti immutati nei secoli.
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Books on the topic "STORIA DELL'ARTE MODERNA"

1

Storia dell'arte moderna in Sardegna: Introduzione allo studio. Cagliari: CUEC, 2008.

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2

Mario, Damiani, ed. Storia dell'arte moderna italiana per Hanbuch [sic] der Architecktur [sic]. Palermo: Anteprima, 2005.

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3

Cantelli, Giuseppe. Storia dell'oreficeria e dell'arte tessile in Toscana: Dal Medioevo all'età moderna. [Italy]: Banca toscana, 1996.

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4

Storia moderna dell'arte in Italia: Dalla pittura di storia alla storia della pittura, 1859-1883 : manifesti, polemiche, documenti. Milano: Electa, 2009.

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5

Bertelli, Gioia. Contributi per la storia dell'arte in Capitanata tra Medioevo ed età moderna. Galatina: Congedo editore, 1989.

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6

Il primato dell'occhio: Temi e metodo della storia dell'arte in età moderna. Macerata: Quodlibet, 2019.

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7

Le risorse digitali per la storia dell'arte moderna in Italia: Progetti, ricerca scientifica e territorio. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2018.

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8

Arte-mondo: Storia dell'arte, storie dell'arte. Milano: Postmedia, 2010.

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9

Elisa, Debenedetti, and Università degli studi di Roma "La Sapienza." Istituto di storia dell'arte medioevale e moderna., eds. I precedenti del vedutismo settecentesco: Immagini di repertorio archeologico : corso di storia dell'arte moderna, anno acc. 1985-1986. Roma: Il Bagatto, 1986.

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10

Calvesi, Maurizio. Le arti a Roma da Sisto IV a Giulio II: Corso di storia dell'arte moderna I, anno accademico 1984-85. Roma: Il Bagatto, 1985.

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Book chapters on the topic "STORIA DELL'ARTE MODERNA"

1

Vescovo, Piermario. "«A quei tempi». Spagnolismo e teatro all’italiana. Miti e stereotipi." In Studi e saggi, 421–34. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-150-1.25.

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Abstract:
The contribution concerns the relationship between Pietro Napoli Signorelli, his Storia critica de’ teatri antichi e moderni (Critical history of ancient and modern theaters), and the defense of Spanish literature by the Jesuit Francisco Saverio Lampillas, and the answer in Critical essay which Pietro Napoli Signorelli published in 1783. An Italian who spent a large period of his life in Spain and a Spaniard who lives and writes in Italy offer an observation point of extraordinary importance, almost a cross-reflection of the ideas and clichés of "Spanishism" and "Italianism” that had dominated the 18th Century. The critique of "Spanishism" and the long distance from the siglo de oro, from the triumph of metaphor and irregularity, in relation to the critique of what begins to be called the "commedia dell'arte", shows, at the turn of the century, just beyond the defense of the respective traditions and the positions of the two contenders, a change taking place of great depth that is announced on the European cultural scene, transforming the horizons of controversy into renewed myths.
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